TITOLO: I medici del Sol Levante, gli esperimenti segreti giapponesi 1932-1945
AUTORE: Daniel Barenblatt
CASA EDITRICE: Rizzoli
PAGINE: 302
COSTO: 15 €
ANNO: 2004
FORMATO: 23 cm
X 18 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN:
9788817001397
Dal
1932 al 1945 più di 500 mila persone furono uccise ad opera delle
truppe imperiali tramite armi biologiche, il programma di guerra
batteriologica era affidato al generale Shiro Ishii, creatore e
comandate dell'Unità 731.
Il
Giappone utilizzò per la prima volta nella storia dell'umanità armi
biologiche su vasta scala in tutte le nazioni invase, ma in
particolare in Cina. Nel 1997 alcune vittime cinesi intentarono causa
al governo giapponese allo scopo di ricevere un risarcimento e le
scuse ufficiali dallo Stato nipponico. La corte giapponese respinse
le loro richieste pur ammettendo i fatti.
Oltre
alle testimonianze del processo cominciato nel 1997 in Giappone il
saggio riporta alcune inchieste giornalistiche e le testimonianza
dell'unico processo militare all'Unità 731, quello compiuto dai
sovietici a Habarovsk nel 1949. I fatti emersi in tale processo
furono bollati come propaganda comunista dagli Stati Uniti, nei
decenni successivi si comprese che quelle prove erano autentiche, e
che la difesa americana era una menzogna con uno scopo ben preciso.
Ancora
oggi il Giappone, oltre a rifiutarsi di scusarsi per tali operazioni,
non rende pubblico nessuno dei suoi documenti segreti in merito alle
Unità 731.
Il
primo capitolo racconta la storia dell'ideatore del programma di
guerra batteriologica giapponese, il dottor Shiro Ishii, che a tale
scopo costituì le Unite 731. Il dottor Ishii fin dal 1927 ebbe
“l'illuminazione” di usare le armi biologiche, nonostante il
Giappone avesse firmato nel 1925 il divieto al loro usa, anche se non
aveva ratificato il trattato. Questa sua prima proposta al governa
nipponico fu respinta, in quel periodo il primo ministro era Giichi
Tanaka, e i militari non avevano ancora preso totalmente il potere.
Inoltre nelle guerre precedentemente combattute dal Giappone (1894/95
e 1904/05) i prigionieri nemici furono sempre trattati con rispetto,
ma il dottor Ishii riteneva lecito (ed utile) utilizzare esseri umani
come cavie da laboratorio. Purtroppo il dottor Ishii era molto
ambizioso e sognava di guidare un apparato segreto di guerra
batteriologica, con tutti gli onori che ciò avrebbe comportato,
quindi non rinunciò. Il dottor Ishii proveniva da una ricca e antica
famiglia aristocratica, e sviluppò profondamente un naturale
disprezzo per i suoi non pari, inoltre era dotato di un'intelligenza
eccezionale, che utilizzò nel peggiore dei modi. Ishii divenne un
personaggio importante quando inventò il filtro Ishii (gli diede il
suo nome), che permetteva ai soldati di bere qualsiasi tipo di acqua
trovata in combattimento, in modo da evitare l'insorgere di malattie,
il filtro Ishii evitava al soldato di dover bollire l'acqua reperita.
Ishii era molto stravagante, e con una personalità ben poco
giapponese, per dimostrare l'efficacia del suo filtro arrivava ad
urinare e bere di fronte a chi doveva valutarlo la sua urina
filtrata.
Dopo
il rifiuto del governo Tanaka ad istituire un corpo di guerra
batteriologica Ishii partì per un lungo viaggio in varie nazioni del
mondo, allo scopo di approfondire il tema della guerra
batteriologica. Al suo ritorno in patria nel 1930 il governo Tanaka
non c'era più, ed il clima è diventato favorevole alle sue idee.
Ancora nel 1931 gli studi di Ishii erano di carattere difensivo e
senza esperimenti sugli uomini, ma in quel periodo già affermava
che: “Ci sono due tipi di ricerca sulle armi batteriologiche, A e
B. A è la ricerca finalizzata all'offensiva, B è ricerca difensiva.
Lo studio di vaccini è di tipo B, e questo si può fare in Giappone.
Tuttavia, la ricerca di tipo A può essere condotta all'estero.”
Le
armi di tipo A furono sperimentate in Manciuria dal 1932, nella città
di Harbin, ma secondo Ishii questo primo centro, essendo posto in
città, non consentiva la segretezza, quindi ottenne l'apertura di un
secondo centro in un luogo più isolato, il villaggio di Beiyinhe.
Ishii usava il codice “Unita Togo” per identificare le sue
sperimentazioni. I prigionieri destinati ad essere cavie ricevevano
un trattamento più che buono per quei tempi, ed erano nutriti
accettabilmente, ma tutto questo era dovuto al desiderio che i
risultati degli esperimenti non fossero inficiati dal loro stato
precario di salute. Anche se, dopo tutti gli esperimenti biologici,
le vittime fossero sopravvissute le aspettava un'iniezione di
cianuro, nessuno poteva e doveva rimanere in vita. Di certo i
prigionieri delle Unità 731 furono sottoposti ai seguenti virus:
l'antrace, la peste bubbonica, il tifo, il paratifo, il tetano, il
colera, la gangrena gassosa, la differite, la pertosse, la tularemia,
la dissenteria, la salmonellosi, la scarlattina da streptococco A, la
meningite batterica, la tubercolosi, l'encefalite delle zecche, la
sifilide, la febbre gialla, la meningite virale, la polmonite
virale, la febbre emorragica Songo, il vaiolo, l'epatite A e B.
Gli
esperimenti esulavano anche dalla guerra batteriologica, lo scopo era
di sperimentare qualsiasi cosa, per quanto sadica ed assurda. Per
esempio un test prevedeva la valutazione di quanto sangue si poteva
prelevare da un corpo umano prima che questo morisse per ipovolemia.
Molti morirono per elettrocuzione, altri per i tentativi di
trasfusioni sanguigne tra animali (di solito cavalli) ed umani. Per
analizzare gli organi dei prigionieri infettati questi erano
sezionati vivi, senza anestesia, per impedire che l'anestesia potesse
alterare i risultati. A Beiyinhe era presente un efficiente forno
crematorio per liberarsi dei corpi, ben prima di Auschwitz.
I
campioni di tessuti e organi umani con i relativi risultati erano
inviati regolarmente presso l'università di Kanagawa a Tokyo,
inizialmente gli scienziati di Tokyo non compresero cosa succedesse a
Beiyinhe, in breve, però, compreso la natura di quegli esperimenti,
non protestarono. Nel 1933 il generale Saburo Endo ispezionò il
centro di Beiyinhe, valutò il centro superbamente e considerò il
costo di 200 mila yen non irragionevole visti i risultati ottenuti.
Inoltre affermò il suo stupore ed ammirazione per un luogo dove
scienziati e medici erano liberi di sperimentare qualsiasi ipotesi e
dare sfogo a qualsiasi curiosità senza il benché minimo vincolo
etico. Gli esperimenti di Beiyinhe furono anche filmati, e dal 1935
mostrati ai livelli di comando superiori, come Hideki Tojo.
Nel
1940 Ishii fece riprendere le operazioni aeree di bombardamento
biologico della città di Ningbo, l'agente biologico era la peste
bubbonica, l'obbiettivo erano civili inermi. Questo filmato fu fatto
visionare ad una platea importante, alcuni degli scienziati più
famosi del Giappone, generali e membri della famiglia imperiale, tra
cui il principe Takeda e il principe Mikasa, rispettivamente cugino e
fratello dell'imperatore Hirohito.
Nel
1934 dal centro di Beiyinhe ci fu una fuga di circa 20 prigionieri,
questo fece decidere a Ishii di radere al suolo il centro perché
poco sicuro. Nel 1936 Hirohito autorizzò il rafforzamento dell'Unità
Togo di Ishii. Da quel momento furono costruiti numerosi centri di
ricerca, posti, però, il luoghi poco accessibili, in ciascuno di
questi centri lavoravano dalle 100 alle 500 persone, fino ad arrivare
a 3000, il quartiere generale era posto a Pingfan. Nel 1941 il
complesso di Pingfan fu ufficialmente nominato “Unità 731”.
Secondo la testimonianza resa al processo di Habarovsk dal generale
Ryuji Kajitsuka (uno dei sostenitori di Ishii) l'Unità Ishii (poi
Unità 731) fu creata su ordine di Hirohito del 1936. Pingfan, dove
lavorava Ishii, era così importante che il suo personale arrivò
fino al numero di 1000 persone, tra cui medici e ricercatori
provenienti dalle migliori università. In occasione dell'apertura di
Pingfan Ishii proferì questo discorso: “La nostra missione divina
di medici è di sfidare tutti i microrganismi patogeni; di bloccare
loro tutte le possibili vie d'accesso al corpo umano; di annientare
tutta la materia estranea che vive nel nostro corpo e i individuare
la terapia più efficace. Tuttavia, il lavoro di ricerca che ora
intraprenderemo è all'esatto opposto di questi principi e potrà
essere causa di tormento per le nostre coscienze di medici. Ciò
nondimeno, io vi chiedo di condurre queste ricerche mosso da una
doppia aspirazione: in primo luogo, in quanto medico, dal desiderio
di fare qualsiasi sforzo per trovare la verità nelle scienze
naturali, nella ricerca e nella scoperta del mondo sconosciuto; in
secondo luogo, in quanto soldato, dalla volontà di costruire con
successo un'arma potente contro il nemico.”
Ma
nel centro di Pingfan c'erano anche tutte le comodità per i medici e
le loro famiglie, vicino a strutture dedite allo sterminio e alla
tortura sistematica. Si stima che in totale, dalla sua costituzione
fino al 1945, le Unità 731 arrivarono ad impiegare fino a 20000
persone provenienti da tutti i campi scientifici. Con un così alto
numero di persone coinvolte è palese che il tipo di esperimenti
svolti da Ishii fosse conosciuto in gran parte delle università
giapponesi, senza contare l'apparato burocratico/amministrativo.
Ishii
chiamava le vittime dei suoi esperimenti “il prezioso materiale
umano” per gli esperimenti.
Uno
dei luoghi più terribili di Pingfan era la prigione centrale,
l'edificio Ro, diretta dal fratello di Ishii. In questa struttura
potevano essere imprigionati fino a 400 tra uomini, donne e bambini.
Ufficialmente, per la popolazione cinese della zona, il centro di
Pingfan era una semplice segheria, quindi il personale giapponese
iniziò a scherzare sul fatto che allora i prigionieri erano pezzi di
legno. Infatti i prigionieri erano chiamati col termine di “maruta”,
cioè “pezzo di legno”. Il tecnico Yoshio Shinozuka ricorda un
modo di dire molto comune: “Quanti pezzi di legno hai segato oggi?
Nel mio laboratorio ne abbiamo segati due!”.
Viene
riportata la testimonianza di di Naokato Ishibashi fatta negli anni
90 sul suo “lavoro” a Pingfan. E' riportata anche la
testimonianza di Kiyoshi Kawashima al processo di Habarovsk riguardo
al trattamento subito da una donna russa e a suo figlio di 2 anni.
Nel
1994 la giornalista giapponese Rumiko Nishino scoprì il tipo di
esperimenti riguardanti le malattie veneree a cui erano sottoposte le
donne. Inizialmente le malattie veneree erano iniettate, ma il
risultato era insoddisfacente, quindi si passo ad obbligare uomini
infetti ad avere rapporti sessuali con donne sane, che venivano
“seguite” durante tutta la malattia. Alcune erano vivisezionate
vive per verificare il progresso dell'infezione, ad altre era
permesso portare a termine la gravidanza, in modo da analizzare
meglio il figlio infetto.
L'Unità
731 si occupava anche dei metodi per infettare le popolazioni, bombe
speciali, contaminazioni delle fonti idriche, uso di insetti come le
pulci o di ratti infetti.
L'Unità
731 studiava e produceva anche i vaccini, sia per i militari che per
i civili, ovviamente nipponici. Vaccini, che dopo essere stati
sperimentati su cavie umane, erano prodotti e venduti dalla case
farmaceutiche giapponesi. Furono pubblicati oltre cento articoli su
riviste scientifiche per illustrare i risultati degli esperimenti su
questi vaccini, ovviamente non potevano scrivere che le cavie fossero
umane, infatti riportavano che erano scimmie. Nonostante ciò era
facile capire la verità, infatti quando la scimmia era umana era
riportata come scimmia generica o “scimmie della Manciuria”. Ma
anche quelli che non conoscevano la fama di Ishii o di Naito (che di
solito firmavano questi articoli scientifici) avrebbero potuto
intuire la verità. Per esempio in uno di questi articoli si
riportava la temperatura corporea di una di queste scimmie, 40,2
gradi, nessuna scimmia può raggiungere queste temperature, invece
l'uomo si.
Ishii
fu il creatore anche degli incubatori per generare gli agenti
patogeni, quelle che vennero chiamate “le stufe Ishii”.
Per
diffondere i germi patogeni le normali bombe per agenti chimici si
rivelarono inadatte, l?unità 731 sperimentò nuovi proiettili più
efficaci, come la bomba HA, la bomba Uji e “Uji modello 50”. Dal
1939 al 1945 oltre 2000 bombe “Uji modello 50” furono sganciate
su essere umani. Esisteva anche un modello di bomba Uji con le pareti
in ceramica, da usare come proiettili da artiglieria. Nel 1943 ci
furono 2 epidemie di colera nelle province di Yunnan e Shandong, in
entrambe morirono circa 200 mila civili, le due epidemie furono
provocate da attacchi biologici dell'Unità 731. Nei vari centri
delle Unità 731 furono uccise in esperimenti circa 20000
prigionieri, solo a Pingfan circa 3000.
Molti
esperimenti dell'Unità 731 erano mossi solo da una domanda: “Che
cosa succederebbe se facessimo questa cosa d una persona?”.
Ad un
prigioniero vennero amputate le mani ed riattaccate la destra al
posto della sinistra e viceversa. Altri erano appesi per i piedi per
vedere in quanto tempo morissero, altri furono bolliti, altri
morirono dentro un'enorme centrifuga, altri furono esposti a livelli
letali di radiazioni, ad altri fu iniettata urina di cavallo nei
reni.
Durante
il processo di Habarovsk il tenete colonnello Toshihide Nishi
testimoniò sugli esperimenti riguardanti l'assideramento. Per poter
compiere tali esperimenti anche in periodi non invernali fu costruito
un laboratorio per il congelamento, dove le temperature potevano
arrivare a meno 70 gradi. Poi c'erano gli esperimenti sulla
disidratazione e sulla denutrizione. Inoltre c'era un test specifico
che induceva la disidratazione per mezzo di flussi di aria calda che
trasformavano le vittime in mummie.
Oltre
a Pingfan esistevano numerosi altri centri dell'Unità 731, alcuni
erano specializzati in un preciso aspetto della guerra biologica.
L'Unità Songo, anche Unità 673, si occupava della febbre emorragica
ed allevava grandi quantità di pulci, ma anche topi infetti e
roditori selvatici infetti. L'Unità 543, situata vicino alla
frontiera sovietica e in altre 2 città, si occupava di esperimenti
su gruppi isolati di civili. L'Unità 731 di Dairen fu chiamata
Istituto Sanitario della Ferrovia della Manciuria del sud, ed assieme
alle Unità 731 di Harbin e Mukden avevano un compito strategico
antisovietico. Una delle Unita 731 più importanti era l'Unità 100
(o Unità Wakamatsu), che si occupava della guerra biologica contro
animali e piante, cioè bestiame e raccolti, in modo da affamare le
popolazioni ostili. L'Unità 100 era diretta da Yujiro Wakamatsu, vi
lavorava un personale di circa 800 persone. Oltre alla distruzione
dei raccolti e del bestiame l'Unità 100 faceva esperimenti sui
prigionieri. Furono scoperte 2 raccolte di referti riguardanti
numerose autopsie, il “Rapporto A” e il “Rapporto G”. Nel
primo c'erano i casi di 30 persone infettate con l'antrace, nel
secondo di 21 prigionieri infettati con la morva. Questi rapporti
erano precisi e maniacalmente dettagliati riguardo lo svilupparsi
della malattia fino alla morte e relativa autopsia (oppure
dell'autopsia mentre il prigioniero era ancora in vita), ma mai ci
sono i nomi, solo numeri, “Paziente numero...”.
Il 18
aprile del 1939 Ishii creò un'altra Unità 731 nella città di
Nanchino, che era stata appena occupata dai giapponesi, si chiamava
Unità 1644, comandata da Tomosada Masuda. Vi lavoravano circa 1500
persone e si occupava di produrre batteri e pulci infette. Tra
l'Unità 1644 e il Kyu Ken, una divisione dell'esercito sulle armi
segrete chimiche, si sviluppò una forte collaborazione. Ai
prigionieri erano iniettati veleni di serpente (anche quello del
cobra), la tossina del pesce palla Fugu, l'acido cianitrico, solventi
come l'acetone. Viene riportata la testimonianza del 1997 di Hiroshi
Matsumoto.
La
posizione dell'Unità 1644 era ottimale per attacchi biologici in
tutta la Cina, in merito è riportata la testimonianza di Tsuro
Nishishima.
Il
primo combattimento in battaglia dell'Unità 731, e non più contro
inermi civili, avvenne durante l'attacco nipponico contro i sovietici
nel 1939 a Nomonhan. Il debutto fu un fallimento, ma Ishii fu
decorato e Hirohito decretò un aumento di personale e fondi per le
Unità 731.
E'
riportata la memoria scritta del missionario statunitense Archie
Crouch, che viveva a Ningb, bombardata dall'Unità 1644 e /31 di
Pechino con le pulci della peste.
Nel
1940 Ishii e l'Unità 100 diffusero i batteri del colera a Changchun,
dopo che la gente si ammalò Ishii insistette con le autorità locali
per inoculare il vaccino, che era anch'esso infettato. Il veterano
Tsuro Shinohara racconta di un'operazione a Jilin, in cui i batteri
della peste furono iniettati in dolciumi, poi regalati ai bambini
cinesi.
La
mente di Ishii diede vita alle Unità per la purificazione dell'acqua
mobili (UPA), che oltre a diffondere batteri rapivano i contadini
cinesi vivisezionandoli in loco. C'erano 13 grandi unita UPA e più
di 40 UPA più piccole.
Il
dottore Ken Yuasa nel 1993 raccontò delle sue vivisezioni senza
anestesia sui prigionieri vivi.
E'
riportata la storia degli attacchi biologici nipponici nella zona di
Zhejiang. Nel 1942 le Unità 731 e 1644 attaccarono la città di
Baoshan col colera, ci furono circa 200 mila vittime. L'Unità 113 si
occupò di contaminare la provincia dello Yunnan, che ra una via per
i rifornimenti antigiapponesi, la zona fu così tanto infestata da
impedire il suo uso per i rifornimenti e permettere alle truppe
giapponesi di spostare le truppe ivi dislocate perché inutili, per
Ishii fu un grande successo.
Sempre
nei pressi di Baoshan le Unità 113 e 1644 si unirono con l'Unità
8640 (o Unità Nami). Lo scopo era una nuova tattica per espandere il
contagio, prima si infettava la popolazione, poi si bombardava la
città radendola al suolo, in questo modo la popolazione sfollata
fuggiva nelle città vicine contagiando altre persone.
L'Unità
100 colpì la popolazione cinese anche dopo la resa nipponica.
Ovviamente i germi dispersi dalle Unità 731 non cessarono di vivere
al momento della resa, ancora negli anni 2000 si trovavano roditori
positivi ai test sulla peste diffusi dai giapponesi.
Le
vittime di questa guerra batteriologi per difetto furono almeno 580
mila.
L'ottavo
capitolo del libro cerca di rispondere alla domanda: “Gli Usa
sapevano?”.
I
soldati statunitensi ed alleati furono sottoposti agli esperimenti
delle Unità 731, ma durante la guerra gli Usa sapevano degli
esperimenti giapponesi? Il rapporto scientifico cinese del 1942
chiamato “Rapporto Chen” denunciava l'attività di guerra
biologica nipponica, inoltre fu pubblicato un articolo di 2 medici
occidentali, King e Pollitzer, che denunciava la medesima pratica.
Senza contare che man mano che gli Usa riconquistavano territori e
facevano prigionieri giapponesi venivano a conoscenza del programma
di guerra batteriologo, degli esperimenti su cavie umane e
dell'esistenza di Ishii.
Perché
queste informazioni non furono pubblicizzate sugli organi di stampa
americani o inglesi?
Firmata
la resa gli americani mandarono in Giappone Murray Sanders allo scopo
di ottenere informazioni scientifiche sulla guerra biologica
giapponese. Ad accoglierlo fu il dottor Naito, uno dei più stretti
collaboratori di Ishii. Inizialmente Naito ammise le loro ricerche
nel campo batteriologico, ma negò categoricamente fosse mai stato
posto in atto o sperimentato su persone. Naito chiedeva a Murray
l'immunità per i membri delle Unità 731 in cambio della consegna di
tutti i risultati scientifici accumulati in quegli anni. Sanders
informò MacArthur che accettò lo scambio, immunità ed anonimato
per chi confessava e consegnava la documentazione scientifica. In
quello stesso periodo i sovietici chiesero la consegna di Ishii, non
solo gli usa rifiutarono di consegnarlo e di non processarlo mai, ma
posero il segreto su tutte le attività dell'Unità 731.
L'ultimo
capitolo si concentra sulla vita normale che i membri delle Unità
731 condussero dopo l'immunità statunitense.
In
questo contesto è trattata l'ipotesi che Ishii si recò in Corea nel
1952, durante la guerra di Corea, per aiutare gli Usa in vari
attacchi biologici contro le truppe comuniste. Sono riportate le
accuse del periodo con annessi fatti (ipotetici?).
In
quest'ultimo capitolo sono riportate le attività, anche di successo,
che i membri (con nome e cognome) dell'Unità 731 svolsero dopo la
guerra.
RABBIA... STRAZIO... DOLORE... le parole non possono descrivere, in alcun modo, quello che questi poveri civili, prigionieri, donne, uomini, bambini, devono aver vissuto durante questo capitolo della storia che definire DISGUSTOSO non rende neanche in minima parte l'idea della GRAVITà... e dell'ABOMINIO...di cui è stata capace la civiltà umana nell'arco dei decenni, dei secoli e tutt'oggi.
RispondiEliminaPerchè la verità è che la società umana porta con sè un CANCRO: dall'alba della sua esistenza questo cancro è la propensione alla violenza, la totale assenza di empatia dei più, a scapito dei (pochi) "buoni" che ancora abitano questa società.
Da decenni e decenni oramai, stiamo assistendo ad una graduale quanto inesorabile DERIVA dell'umanità, dei valori, della giustizia, dell'uguaglianza.
Fin tanto che sarà il DIO DENARO a manovrare ogni singola azione delle "masse" (masse costituite da INDIVIDUI non più capaci di pensiero LIBERO), saremo destinati ad auto-estinguerci.
Le mie dinnanzi a fatti come questi narrati, svaniscono, perdono ogni importanza: soltanto il SILENZIO può essere degno, al cospetto di tanta desolazione e NEL RISPETTO più profondo di queste anime, di queste VITE INNOCENTI, civili, BAMBINI... e all'infinito terrore e senso di annientamento che devono aver provato.
Le mie lacrime in questo momento, mi sembran più amare che salate.