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martedì 25 luglio 2023

Nippon Shock Magazine - La rivista 100% dedicata a manga e intrattenimento giapponese - n° 10 luglio 2023



Numero monografico su Lamù, la ragazza dello spazio, che arrivando dallo spazio, nonostante astronavi con motori a curvatura e velocità luce, è giunta con un mese di ritardo, facendo saltare il numero di giugno di "Nippon Shock Magazine".
Dico, tutto può capitare, però due righe di spiegazione ai lettori (immagino che per agli abbonati sia stato fatto) sarebbe stata una cosa simpatica, magari nella rubrica di apertura "La parola all'editore", che su questo aspetto non ha proferito parola   ^_^
Quando negli anni 80 compravo le testate mensili poteva capitare che i numeri di luglio ed agosto venissero accorpati, lo riscontro spesso per le riviste dell'Emeroteca Anime. Esisteva la desueta usanza del mese agostano di ferie, quindi sia per la chiusura della testata che per le vacanze dei lettori, si preferiva far uscire un unico numero per due mesi.
Forse, per questo mese di giugno saltato, il mese di luglio poteva essere pubblicato con la dicitura "giugno-luglio", cambiava poco, ma almeno non ci sarebbe stato il buco di un mese.
Io guardavo Lamù non continuativamente, mi ammazzava Ataru, qualche mese fa mi sono rivisto tutti e tre i box DVD della "Yamato Video", e Ataru mi ha ammazzato come all'inizio degli anni 80  ^_^
C'è da dire che il primo cofanetto l'ho apprezzato moltissimo, meno il secondo, ma al terzo mi sono stufato ed ho interrotto la visione di Lamù. Quindi non mi si può considerare un esperto della ragazza dello spazio, più che altro un amatore  :]
Palesato la mia conoscenza abbastanza superficiale della serie e zero del manga, ho apprezzato il numero monografico su Lamù.
In copertina sono richiamate varie interviste, ma direi che solo quelle agli italiani siano state fatte dalla redazione, salvo mie sviste, che quelle agli autori nipponici siano recuperate da altri lidi, lidi e date non ben specificate.
In questi decenni una delle questioni, forse LA questione, che maggiormente ha coinvolto ed interessato i fan e i meno fan della serie sia stata quella del mistero sulla sigla italiana di Lamù, svelata relativamente da poco, su questo aspetto nulla viene riportato.
La cosa mi ha sorpreso assai.

Come al solito inserisco le immagine dei contenuti che mi son parsi più interessanti, mio punto di vista.
Qui sotto il sommario del numero di (giugno) luglio.


Nell'articolo dove si dovrebbe parlare del mistero, poi svelato, sulla sigla di Lamù ci sono quattro righine in cui non si dice nulla. 
Un lettore della rivista che non segue questi argomenti sul web non apprenderà nulla della sigla a cui è affezionato mai depositata alla Siae, di cui non si conosceva l'autore e neppure gli anni di dibattito web per svelarne il mistero, infine chi lo ha svelato.
Direi che questo è un buco più grosso del mancato numero di giugno  ^_^
Ci sarà un perché, ma mi sfugge.

domenica 23 luglio 2023

I geni dello Studio Ghibli, Hayao Miyazaki e Isao Takahata




TITOLO: I geni dello Studio Ghibli, Hayao Miyazaki e Isao Takahata 
AUTORE: Toshio Suzuki
CASA EDITRICE: Dynit
PAGINE: 310
COSTO: 22 
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788833553306



Come al solito avevo iniziato a prendere un po' di appunti mentre leggevo, ma poi mi son reso conto che non era troppo sensato buttare lì qualche aneddoto a caso riportato da Toshio Suzuki  (assai scarna la pagina di Wikipedia...) tra le tonnellate presenti nel libro, una vita di ricordi non si può condensare. Ergo la recensione sarà giocoforza stringatissima, anche perché non è che ci si può mettere a contestare ciò che narra Suzuki rispetto al suo interagire lavorativo ed extra lavorativo con Miyazaki e Takahata... o hai letto altri saggi in cui Suzuki dimostra di contraddirsi, oppure tutto il libro diventa pura bibliografia  :]
Annoto due sole pecche dello scritto, qualche refuso di troppo e la mancanza quasi sistematica di date. Ovviamente se si narra di un certo film si può cronologicamente risalire a quale periodo ci si riferisca, però, se fosse stata inserita qualche data in più, la lettura sarebbe filata via più liscia.
Suzuki racconta come visse la produzione di 19 film del duo Miyazaki e Takahata, ad esclusione de "La principessa splendente", il motivo è riportato a fine libro, di cui si parla solo indirettamente. 
Penso che già si sapesse che i due personaggi non fossero particolarmente facili da gestire, specialmente Miyazaki, dallo scritto si evince, nonostante le sempre belle parole di Suzuki, l'impegno profuso per seguire e promuovere i loro lavori.
Son sempre stato un po' scettico sull'avere trasformato Goro Miyazaki in regista, detesto abbastanza la prassi del "figlio di...", anche se il suo secondo film l'ho apprezzato parecchio rispetto al primo. Nel libro Suzuki spiega bene il perché venne scelto Goro Miyazaki per "I racconti di Terramare".
Il libro è stato pubblicato in Giappone nel 2019, quindi relativamente recente rispetto alla consuetudine che non vede mai tradotti libri come questo.
La Dynit nel 2020 aveva già pubblicato la traduzione del saggio Susan Napier, "Mondomiyazaki, una vita nell'arte", spero ne pubblichino altri, magari più spesso.



La testimonianza di Suzuki termina con alcune pagine in cui è riportata un dialogo tra lui, Miyazaki e Takahata avvenuto nel 2014, molto bello.
Alla fine Suzuki chiede quale sia l'opera preferita del collega amico, per Miyazaki è Heidi, come dargli torto?   ^_^

mercoledì 19 luglio 2023

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 9)



La Sprea è stata, fino a questa volta, abbastanza puntuale nel far giungere i suoi numeri in edicola, anche per gli abbonati, in questo caso sono arrivati un po' lunghi, capita. Comunque parecchio più puntuali di Nippon Shock Magazine che al 19 di luglio mi pare che non abbia ancora (o da poco?) pubblicato il numero di giugno... 
La protagonista del numero è Candy Candy, ma come sempre ci sono numerose interviste, addirittura due a Yumiko Igarashi, una del 2011 ed una del 2014, per fortuna senza richiamo in copertina   ^_^
Sarebbe stato belle leggere anche una intervista a Kyoko Mizuki, vista la battaglia legale tra le due autrici, nell'articolo sulla diatriba sono riportate frasi della Mizuki, ma forse una intervista avrebbe fatto comprendere meglio il suo punto di vista. Mia opinione.
Le altre interviste:
Pietro Ubaldi; Cristiano Zentilin; Thomas Carlo Loy; Marcello Toninelli; Ugo Traini; Katia Svizzero.

Come in altre occasioni inserisco una parziale scan della prima pagina degli articoli che mi son parsi più interessanti.

Il corposo sommario



In questo articolo vengono riepilogate le anomalie e le stranezze di doppiaggi e ridoppiaggi italioti.
Quando qualcuno cerca di non far passare Fininvest/Mediaset per lo scempificio di dialoghi, adattamenti e doppiaggi che è stato, basta leggere qui in quante serie abbiano messo (male) le mani.

lunedì 17 luglio 2023

Tv Sorrisi e Canzoni n° 4 dal 28 gennaio al 3 febbraio 1979 - Un altro "Bim Bum Bam" sull'emittente locale T. R. Ghirlandina + "Bin Bun Ban" su Teleradio Bologna (edizione Emilia Romagna)



Alcune settimane fa avevo pubblicato un post apposito con le trasmissioni che vennero chiamate "Bim Bum Bam" oltre quella di matrice "Antenna Nord/Italia 1":

Stavolta, sfogliando parecchi palinsesti tv per ricercare informazioni sulla prima trasmissione del Danguard, sono incappato in un altro programma per bambini/ragazzi denominato "Bim Bum Bam". Quindi inserisco l'intero "TV Sorrisi", tanto per non postare solo due striminzite scan (che poi il mio scanner si abitua a cazzeggiare...), anche se il numero 4 del 28 gennaio/3 febbraio 1979 non è che contenga, dal mio punto di vista, articoli interessanti.
Come al solito ho omesso alcuni scritti, uno su Papa Wojtila, un paio sulla musica e via dicendo, basterà confrontare il sommario con ciò che ho inserito. 
Anche nell'inserto delle tv locali dell'Emilia Rognano non c'è praticamente nulla, se non una quasi infinita sequela di "cartoni animati" senza alcun titolo...
Da segnalare una bella intervista a Nicoletta Orsomando.
Sulla Rai c'è solo da menzionare il primo episodio del telefilm "Hellery Queen", che io adoravo, anche se mi addormentavo sempre prima che Hellery mi spiegasse chi fosse l'assassino...






Il programma trasmesso da T. R. (Tele Radio) Ghirlandina, che riporta "Bim Bum Bam", doveva essere un contenitori di altri, infatti il titolo "Dalla radio alla TV" è sempre presente, cambia il seguito:
Dalla radio alla TV: bim-bum-bam;
Dalla radio alla TV: dedichiamoci all'Italia;
Dalla radio alla TV: colloqui musicali per voi giovani.

Quindi al "Bim Bum Bam" di "Antenna Nord/Italia 1", al "Bim Bum Bam - Mezz'oretta con zio Ottavio e i suoi amici" sulla TV della Svizzera Italiana e al "Bim Bum Bam" spettacolo musicale per adulti della Rai, va aggiunto questo "Bim Bum Bam" di T. R. Ghirlandina.

Nella medesima settimana l'emittente "Teleradio Bologna" trasmetteva "Bin-Bun-Ban, programma di arte varia per ragazzi" o "Trasmissione di arte varia".
Le enne di "Bin-Bun-Ban" furono un refuso?
Si intitolava veramente così?

domenica 16 luglio 2023

Riepilogo sulle informazioni disponibili riguardo la prima trasmissione dimostrabile di Danguard-Ace giovedì 26 aprile 1979 - varie testate



Nel post del 23 aprile su varie recensioni di anime, tra cui la copertina sul Danguard, presenti su degli "Onda TV" di varie annate, avevo accennato che "Riguardo alla prima trasmissione di Danguard ho fatto un paio di scoperte, ma le riservo per un post apposito, altrimenti si crea troppo confusione":

In queste settimane sono stato interpellato sia per avere qualche info in più sulla prima trasmissione di Danguard sia per concludere quel post promesso. 
Mi sono messo quindi di buona lena nel confrontare tutte le riviste televisive in mio possesso del periodo marzo/aprile/maggio del 1979, riuscendo a delineare un minimo di informazioni aggiuntive su questa benedetta prima trasmissione di Danguard, che pare essere divenuta tanto fondamentale.
Tra l'altro sto per venire in possesso di ulteriore materiale cartaceo del periodo, magari dentro ci sarà qualcosa di interessante, magari no  :]
Intanto ad oggi, non ho trovato riscontri sulla famigerata primissima trasmissione di fine 1978, poi se qualcuno mostrerà uno straccio di palinsesto che confermi Danguard trasmesso nel dicembre 1978, saremmo tutti più contenti e tranquilli.
Attualmente tutte le fonti in mio possesso convergono indiscutibilmente sulla data di giovedì 26 aprile per la prima visione italica del Danguard, trasmesso da varie emittenti locali, in alcuni casi anche due nella medesima zona, il che ha creato non poca confusione e di ricordi contrastanti (in primis i miei).
Per cercare di raccapezzarmi tra i palinsesti mi sono concentrato sulle emittenti lombarde e piemontesi: Antenna 3 Lombardia, Antenna Nord, Telenova, Tele Torino International.
Non mancano incongruenze nei palinsesti, dove quello che sarebbe dovuto esserci in base ad annunci vari, non c'era, mentre magari era su un altro canale. Chiaramente, poi, non è che io abbia tutti i numeri milanesi e torinesi di tutte le settimane del 1979, infatti per la settimana dal 22 al 28 aprile di "TV Sorrisi" ho l'inserto locale del centro Italia... ho rimediato con altre fonti, ma ho la settima successiva del milanese.
Ammetto che qualcosa può essermi sfuggito, quei palinsesti sono veramente un guazzabuglio, ma incrociando le info di molte testate tutte del 1979 dovrei aver trovato una quadra, alla fine in ordine cronologico ho considerato utili le seguenti fonti, che tra di loro collimano:
Il Giornalino del 22 aprile ; 
Famiglia TV del 22/28 aprile;
Stampa Sera 26 aprile;
Onda Tv del 22/28 aprile;
Onda TV del 29 aprile/5 maggio;
Stampa Sera 3 maggio;
TV Sorrisi del 29 aprile/5 maggio;
Onda TV del 6/12 maggio;
Stampa Sera 10 maggio;
Onda Tv del 13/19 maggio;
Onda Tv del 13/19 maggio;
Telesette del 20/26 maggio.

Avviso che mostrerò le scan in rigoso ordine cronologico, sebbene in alcuni casi avrebbe spiegato meglio la situazione non farlo, ma altrimenti si rischiava più caos di quello che venne fatto.
Preciso, ammesso sia necessario, che ho controllato più riviste prima e dopo le date qui mostrate, per cercare di risalire sempre alla prima citazione esistente.

All'interno del numero 16 del "Il Giornalino" del 22 aprile 1979 (da ora in poi ometterò sempre l'anno) c'è una una pagina promozionale sul "nuovo eroe degli spazi siderali in una fantastica serie di disegni animati offerta da Giornalino e presentata da Cino Tortorella!".
Seguono le emittenti locali che aderivano alla trasmissione con gli orari della messa in onda.
Quindi ho cercato ovviamente il Danguard, ma anche la trasmissione di Cino Tortorella ed infine mi sono focalizzato sull'orario, ma di quale giorno?
La prima scoperta che ho fatto è che, a differenza di tante serie del periodo, Danguard venne inizialmente trasmesso una volta alla settimana, il giovedì.

Qui sotto l'altra pagina de "Il Giornalino" che pubblicizzava il Danguard, appena sotto la copertina del numero in questione, che metto sempre per ogni fonte citata.


sabato 15 luglio 2023

"Mobili Suite Gundam" ep. 15 "L'isola di Kukurs Doan" (1979) VS film "Mobil Suit Gundam Cucuruz Doan's Island" (2022) - Attenzione contiene spoiler del film!


Questo post nasce un po' casualmente (più o meno in media con gli altri...) dalla lettura del saggio "Yoshiyuki Tomino & Gundam"  di Jacopo Mistè, dove ho riletto che Tomino vietò per le edizioni DVD/BR del mercato estero l'inserimento dell'episodio n° 15 dal titolo "L'isola di Kukurs Doan", infatti non presente nell'edizione Dynit del 2007 (circa a metà link). 
Mi è quindi sorta la curiosità di rivedere questa puntata tanto oscena da meritare di essere disconosciuta dal suo creatore, tutte le volte che l'avevo vista mi era piaciuta, ma magari mi era sfuggito qualcosa che motivasse l'abiura tominiana...
No, resta un bel episodio, con una bella trama e pure senza il finale in cui il personaggio positivo muore, quindi la fissa di Tomino proprio non la capisco.
Ma come ho fatto a vedere quel fantomatico quindicesimo episodio che ai tempi venne titolato "Una battaglia per Gundam"?
Grazie ai DVD pezzotti che qualche amico/amica (grazie Valentina) ti giravano nella seconda metà degli anni 2000, dove ovviamente la puntata numero 15 c'è ancora. 
A questo punto, però, ho voluto far un ulteriore passetto indietro, perché la versione DVD pezzotta non fu la prima che vidi, ma ci fu quella in VHS da registrazione televisiva, comprata ad una Cartoomics nel 2003(?) a 10 mila lire la cassetta. Tanta era la voglia di rivedere il Gundam, dopo la prima visione nel 1980, che si potevano investire anche 50 mila lire senza problemi, nonostante la qualità video ed audio fosse più che scarsa, ma piuttosto che niente, era meglio piuttosto  ^_^
Piccola digressione, l'introduzione del formato digitale spazzò via la gran parte di questi mercanti fieristici di VHS.
A questo punto ho scoperto che nel 2022 è stato prodotto un film che racconta nuovamente quella puntata 15 che a Tomino faceva così schifo, cioè  "Mobil Suit Gundam Cucuruz Doan's Island". Ho visto il film sottotitolato in italiano e mi è piaciuto, grandemente rispettoso di quel plot del 1979, ma la cosa abbastanza assurda è che ho trovato il film pieno di illogicità, molte di più dell'episodio numero 15 del 1979!   ^_^
Questo post, dopo aver illustrato la 15esima puntata fantasma "Una battaglia per Gundam" alias  "L'isola di Kukurs Doan" del 1979, con commento della qualità delle VHS, recensirà il film "Mobil Suit Gundam Cucuruz Doan's Island" del 2022 (quindi occhio al mega spoiler) con annesse annotazioni varie e raffronti tra le due opere.



Non solo ho tenuto le VHS del Gundam (e non solo quelle) registrate dalla televisione (sia comprate che mie registrazioni), ma tenni anche il foglietto stampato ed allegato dal venditore. Preciso che nel 2002 io non avevo ancora il computer, ergo nessuna connessione web e nessuna accesso ad informazioni di siti, potevo consultare solo libri e riviste.
In calce c'è il sito da cui venne stampato il foglio, non ho idea se collegato al venditore o meno, ho quindi cercato se il sito fosse ancora visitabile, ed esiste ancora:

Si nota che i titolisti italiani del 1980 considerassero indispensabile il nome "Gundam" nel titolo di numerosi episodi, forse avevano il dubbio che noi giovani telespettatori non fossimo in grado di capire cosa stessimo vedendo... 
Nella pagina con i primi 27 episodi la versione jappo tradotta in italiano riporta solo tre volte la presenza del nome "Gundam", nella colonna a destra con la titolazione nostrana saliamo a 11 titoli.

Questo è, invece, il menù artigianale bello e funzionale del terzo DVD pezzotto con video jappo ed audio italico che presenta l'episodio 15 con titolazione italica.
Si noti che per l'episodio 15 tra parentesi è riportato "Il disertore", come su Encirobot:

Bisognerebbe erigere un piccolo monumento a questi appassionati che tennero in vita gratuitamente il ricordo e le tracce audio (in alcuni casi poi sfruttate dalle aziende per editare i DVD/BR) di serie che per molti anni ancora non godettero di versioni ufficiali. 

martedì 11 luglio 2023

Nuove informazioni sul gioco in scatola "La conquista del tesoro"

Dato che sul gioco in scatola "La conquista del tesoro"  non ci sono informazioni né sul web e neppure sui libri appositi (vedi link qui sotto), mi pare una buona cosa rendere noto quello che sono riuscito ad apprendere:

In due periodi differenti ho potuto avere dei contatti via mail con l'autore del gioco in scatola, Mario Troso, che molto cortesemente mi ha riferito quello che ricordava in merito dopo così tanto tempo dalla sua messa in commercio, in quanto l'articolo venne ideato e prodotto a metà degli anni 70.

Il signor Troso brevettò il gioco in scatola per delle promozioni dei biscotti della Pavesi, per la quale lavorava come dirigente. Quindim in realtà, la confezione non la si poteva comprare in negozio, ma immagino arrivasse a casa tramite le poste dopo aver partecipato ad un qualche concorso. Per lo stesso motivo il signor Troso creò un secondo gioco in scatola, "La conquista dello spazio", di cui, purtroppo per ora non ha potuto fornirmi immagini. 

La sigla "LLFF" dovrebbe corrispondere a "Litografiche Magenta", che li stampò e confezionò. La stessa azienda pubblicava i libri per bambini della AMZ.

Ringrazio di nuovo il signor Troso per la disponibilità e la cortesia per aver fatto un po' di luce su questo bel gioco in scatola   ^_^


domenica 9 luglio 2023

Yoshiyuki Tomino & Gundam, il grande affresco animato dello Universal Century - Volume 1



TITOLO: Yoshiyuki Tomino & Gundam, il grande affresco animato dello Universal Century - Volume 1
AUTORE: Jacopo Mistè
CASA EDITRICE: Nippon Shock Edizioni
PAGINE: 387
COSTO: 27,90 
ANNO: 2023
FORMATO: 24 cm x 17 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788897286752


Trovo giusto in primis illustrare il mio punto di vista:
esiste un solo Gundam, il primo, quello che vidi su Telemontecarlo all'inizio del 1980, ma trovo legittimo che ci siano esseri umani che si appassionino anche a storie sviluppate su vari media che con il primo ed unico Gundam ne condividono il nome  ^_^
Affermare che il saggio è approfondito è dir poco, fin maniacale (nel senso buono), non solo sono presentate le sinossi di tutte le incarnazioni (anime, manga, romanzi, cortometraggi, videogiochi) gundamiche dal 1979 al film "G-Saviour", ma ognuna di questa presenta una sua analisi approfondita.  
Poi si può o meno concordare con Jacopo Mistè sulle singole valutazioni, e le sue prese di posizioni talvolta un po' estreme tendono a renderlo difficile, specialmente in alcuni frangenti e per taluni punti di vista, ma è indubbio che lo sforzo di analizzare il fenomeno Gundam a 360 gradi è stato fatto e direi più che raggiunto. Non mancano le critiche dell'autore a numerosi aspetti, trame e decisioni editoriali riguardanti il mondo di Gundam, per questo in certi punti ho avuto il dubbio di uno sdoppiamento della personalità dell'autore, si passa da "il Gundam è il top" a stroncature feroci.
E questo è solo il primo volume! (pare quasi una minaccia...)
Ritorno un momento sulle sinossi.
Non è semplice riportare le sinossi di così tanti accadimenti e di una quantità così spropositata di personaggi, si rischia di rendere la lettura impossibile. Mentre le sinossi presentate scorrono via abbastanza facilmente, e se restano un po' ostiche è solo perché sono astruse già alla fonte. 
Io conosco approfonditamente solo il primo Gundam, per averlo visto una moltitudine di volte in vari decenni, in seguito ho visto altra serie e film, quindi non sono del tutto a digiuno del mondo Gundam oltre al primo Gundam. Ovviamente posso valutare la sinossi solo della prima serie, che mi è parsa quasi sempre lineare e corretta, ma ci torneò più avanti.
Preciso che non ho letto il 100% del saggio, ho letto sempre le sinossi degli anime e dei film, ho saltato i romanzi e i manga, sia perché hanno per me un interesse pari a zero sia perché rischiavo veramente di finire nel marasma più completo con tutte queste trame che si intersecano più e meno correttamente o più o meno a caso.
E qui entra in scena il capitolo della "continuity", che Mistè propone come uno dei capolavori tominiani gundamici rispetto alle vecchie serie robotiche (altro tema che toccherò più sotto), per poi venire a scoprire man mano che poi tutta questa "continuity" non c'è.
L'autore spiega che molto materiale informativo non è disponibile per gli occidentali, le informazioni sul mondo di Gundam sono spezzettate in tanti rivoli sviluppatisi nei decenni, da qui l'impegno nel cercare di mettere assieme tutti i tasselli sparsi per serie animate, OAV, film, videogiochi, romanzi, foglietti esplicativi dei Gunpla(!), etc. etc. etc.
Senza contare i numerosi stralci di interviste agli autori, che illustrano vari aspetti delle produzioni e delle trame, tra cui in primis quelle a Tomino, che assieme al Gundam è il protagonista del libro.
Però, forse, sarebbe il caso che io cominciassi dall'inizio, cioè dall'introduzione:
"lavoro mastodontico"; "il più autorevole saggio mai pubblicato fuori dal Giappone"; "finalità del testo sono titaniche"; "testo fondamentale".

Ecco, magari sarebbero apprezzamenti che dovrebbero scrivere gli altri, non l'autore, ma è un mio punto di vista, e anche scrivere di se stessi in terza persona forse si poteva evitare.
Un altro aspetto che si poteva evitare, magari con l'aiuto dell'editore, sono le parolacce. Lungi da me fare o fingere di fare la persona che parla pulito, ma in un saggio non ha molto senso leggere termini poco saggistici...
Pagina 11 approccio Sunrise paraculo
Pagina 74 ancora più incazzato di prima
Pagina 96 Katz Kobayashi incazzoso
Pagina 101 è un ragazzo incazzato col mondo
Pagina 102 donne con i controcoglioni
Pagina 140 adulti stronzi
Pagina 143 anche nell'arco narrativo finale... le cazzate non mancano mai
Pagina 248 fugge via incazzato
Pagina 289 Tomino è incazzato 
Pagina 289 (Tomino) prendendoli per il culo (alla Sunrise)
Pagina 290 stronze represse 

E' probabile che qualche turpiloquio mi sia sfuggito, visto che qualche parte del libro l'ho saltata.
Nella parte ancora introduttiva viene ribadita la difficoltà a considerare valida la "continuity" ufficiale di Sunrise/Bandai, portando ad esempio l'intoccabilità di "Star Wars".
Tralasciando l'appunto che sarebbe "Guerre Stellari" e non "Star Wars", non è che la "continuity" sia poi così ferrea, sia quando la gestiva Lucas e ancor di più da quando è arrivata la Disney ad inventarsi cose da inserire in mezzo a storie già scritte... secondo me è un termine di paragone errato.
Dalla spiegazione dell'autore sulla non-continuity gundamiana si capisce quanto la Sunrise/Bandai abbiano fatto un sacco di casini.
Più volte nello scritto è riportato quanto Tomino fosse a disagio a lavorare di nuovo alle serie del Gundam, obbligato da Sunrise/Bandai, cosa che lo portò fino alla depressione.
Con il primo capitolo (che ho letto in toto) si parte, ovviamente, con il Gundam RX-78 pilotato da Peter... ah no... pilotato da Amuro Rey   ^_^

venerdì 7 luglio 2023

Vento forza 6, Corsari in vista! - Giochiclub (metà anni 70?)


Una volta si identificava l'Italia come un paese di santi(?), poeti e navigatori, ma tra questi ultimi ci sono anche i pirati e i corsari, e di certo questa attività predatoria a spese nel prossimo pare sia rimasta l'unica di quelle enunciate ad essere ancora ben presente sul suolo italico, in ambiti diversi, però...
Comunque la tematica era di certo abbastanza utilizzata nei giochi in scatola degli anni 60 e 70, visto che pirati e corsari li si ritrovano in più confezioni:




Ci sarebbe anche il gioco in scatola "La sfida dei corsari" (link ) della "Alma Giochi", ma ha prezzi esagerati, magari prima o poi lo troverò in qualche mercatino a poco, come tutti gli altri   ^_^
Poi, volendo, ci sarebbe il gioco in scatola "Capitan Harlock, il pirata dello spazio" della  "Editrice Giochi" del 1978, ma poi nella realtà ludica lo ambientarono a terra, non nello spazio...
Da non collezionista di giochi in scatola, ma solo "riesumatore" di giochi in scatola, non pensavo che i pirati e i corsari avessero dato vita a così tante varianti, trovare queste confezioni complete (come in questo caso), seppur magari un pelino usurate (come in questo caso), è una piccola soddisfazione.
La cosa che si nota subito confrontando i vari regolamenti di questi cinque giochi in scatola è che i più vecchi erano più complessi, nel tempo le modalità di spostamento e combattimento vennero semplificate.
Ammetto che in questo caso non ho avuto la costanza di cercare di comprendere appieno le modalità di movimento e scontro presenti nelle regole, ma da una lettura non approfondita non paiono semplicissime.
Probabilmente i giochi in scatola dalla fine degli anni 60 ai primi anni 70 erano indirizzati ad un pubblico più di grandicelli, e poi in seguito il target di età si abbassò, rendendo necessario la semplificazione di vari aspetti.
E' anche interessante vedere le scelte delle aziende riguardo i velieri, alcuni minimali, come in Sandokan, alcuni più belli da manovrare, nel caso de "La conquista del tesoro" in cartoncino.


La dotazione della confezione non è molto corposa, ma poi conta la giocabilità   ^_^


Abbastanza esteso il tabellone di gioco, l'unica pecca mi pare presente nelle due di pieghe del cartone, dove non sono consecutive le linee di movimento dei velieri, errore non da poco, a mio avviso.
Leggendo il regolamento si apprende che si poteva scegliere per una durata lunga e meno lunga del gioco, nel primo caso si doveva partire da uno dei due lati, arrivare sull'altra sponda e poi tornare al porto di partenza. Nella modalità di svolgimento più veloce il ritorno era abolito.
Al centro del tabellone i porti neutrali.
Nella parte centrale del tabellone è presente un perno di metallo, dentro cui andava inserita la "rosa dei venti", che stabiliva da che parte soffiasse il vento in ogni turno, un sistema abbastanza ingegnoso per simulare la navigazione nei sette mari.
Il gioco in scatola della "Giochiclub" non era prodotto da loro, ma un adattamento di una azienda tedesca, la "FX Schmid -Monaco" e si chiamava "Seeschlacht":

Visto che il gioco originale teutonico era del 1975, la versione italica non può che essere antecedente:

Mentre direi che la "Giochiclub" lo migliorò esteticamente di molto:

giovedì 6 luglio 2023

Istruzioni per l'uso del televisore - Bambini e Tv: una guida per genitori e insegnanti



TITOLO: Istruzioni per l'uso del televisore - Bambini e Tv: una guida per genitori e insegnanti
AUTORE: Lastrego e Testa
CASA EDITRICE: Einaudi
PAGINE: 197
COSTO:
ANNO: 1990
FORMATO:
REPERIBILITA': biblioteca
CODICE ISBN: 




Con il tempo l'elenco di saggistica da me rinvenuta (ad oggi) che toccò in varia maniera ed entità la tematica "cartoni animati giapponesi" dal 1960 al 1995 è diventato assai corposo:



Questi scritti, a mio avviso, sono importanti perché rendono l'idea di quale fosse l'opinione degli addetti ai lavori nel campo dell'educazione dei bambini, la televisione, il cinema e l'animazione riguardo i cartoni animati giapponesi, spesso i loro erano giudizi negativi, pregiudizi che si sono riproposti costantemente nel tempo dal 1978 ai primi anni 90 ed oltre, sedimentando un sacco di luoghi comuni sull'animazione giapponese assai difficili da estirpare. Negli ultimi anni, un po' grazie alla saggistica e un po' grazie alle nuove generazione, pare ci si stia liberando di questi pregiudizi nati proprio dal 1978 ai primi anni 90.
Come nel caso di questo saggio sulla televisione e i bambini, edito nel 1990 da una casa editrice importante come la Einaudi (prima di essere fagocitata dalla Mondadori berlusconiana), che vedeva a tinte foschissime tutto il rapporto tra bambini e televisione e di conseguenza inseriva i cartoni animati giapponesi sul versante della parte dannosa per i telespettatori più giovani e giovanissimi.
Gli anime sono citati poche volte, si intuisce, però, che nel materiale di studio originale erano molto presenti, peccato che dopo l'elaborazione dei dati gli autori non abbiano inserito i titoli dei programmi specifici.
Infatti i due autori distribuirono un questionario in più di 15 mila copie allo scopo di definire delle "istruzioni per l'uso" del televisore domestico e di approfondire vari aspetti di una "didattica per il televisore". Di quei 15 mila questionari distribuiti ne ricevettero compilati 1477, su quelle risposte si basa l'analisi degli autori.



Quando nel primo capitolo si illustrano le motivazione, la metodologia e parte dei risultati del questionario consegnato ai genitori/educatori, su cui si basa lo studio dei due autori, ci si ritrova a leggere a pagina 15 un elenco dei programmi televisivi considerati "utili" e di quelli considerati "dannosi" per i bambini. Attenzione, gli autori non usarono l'opposto di "utili" per la lista dei programmi "non utili" all'educazione dei bambini, ma direttamente "dannosi".
Vediamo prima i "programmi considerati utili":
documentari sulla natura;
disegni animati BELLI e ADATTI ai bambini;
varietà per bambini;
Walt Disney;
attualità e telegiornali (!!!);
programmi derivati da un libro.

Bisogna sottolineare che i cartoni animati sono considerati "utili" solo se BELLI e ADATTI ai bambini, ma dato che poi segue la categoria "Walt Disney" con il 20%, direi che solo quelli prodotti dalla Disney erano considerati BELLI e ADATTI ai bambini.
Lascia abbastanza allibiti che il telegiornale e i programmi di attualità venissero considerati "utili", di norma erano portatori di notizie pesanti e pure reali.
Il bello viene, ovviamente, nello scorrere la categoria dei programmi considerati dannosi:
programmi basati sulla violenza;
disegni animati BRUTTI (che spesso sono indicati come giapponesi);
film dell'orrore;
pubblicità;
pornografia;
varietà per adulti;
programmi tragici e angosciosi;
telenovelas;
telequiz.

Tanto per cambiare i cartoni animati brutti sono "spesso indicati come giapponesi", raggiungendo la percentuale del 53%, cioè il secondo posto in classifica, più del doppio dei film dell'orrore e della pornografia... ma chi mai può o potrebbe pensare di accostare film dell'orrore e pornografici ai bambini? 
Siamo nel 1990, sono passati ben 12 anni da Heidi e Goldrake, questi genitori ed educatori nel 1978 erano attorno alla maggiore età, ma si vede che gli echi delle campagne mediatiche contro i cartoni animati giapponesi erano ancora ben vivi in loro.
Da notare la contraddizione di considerare "utili" i programmi di attualità e i telegiornali, ma poi bollare come dannosi i programmi tragici e angosciosi, che di norma sono una parte cospicua dell'attualità e delle notizie veicolate dai TG.

Riparto dal primo capitolo, di cui mostro anche le pagine in cui non sono citati gli anime, allo scopo di far comprendere il senso della ricerca.

domenica 2 luglio 2023

"Sailor Moon e le altre magiche combattenti" - Anime Dossier


Dopo che la Sprea ha ingolosito i fans del first impact con lo speciale sui robottoni giapponesi animati, tocca alle fans del second impact con Sailor Moon, è anche giusto spaziare un pochino negli anni e non fossilizzarsi nello strapassato remoto :]
Nel suo breve editoriale il Ceo spiega che questo è il primo "dossier di Anime Cult", anche se in realtà, oltre a quello sui robottoni linkato poco sopra, c'è stato quello su "Bim Bum Bam", che era dedicato ai fans dal primo impact e mezzo in poi, diciamo così.
Quindi a rigor di logica questo sarebbe il terzo dossiere di "Anime Cult", l'aspetto positivo è che ora hanno deciso di chiamare "dossier" queste riviste speciali, non più "Enciclopedia", non più "Guida Definitiva" o "Volume da Collezione", solo "dossier". Non ci voleva molto   ^_^
Da quello che mi pare di capire il volume è stato affidato in toto a Nino Giordano, visto che in nessuno degli articolo è presente il nome di altri autori.
Nino Giordano si è occupato del rilancio di Sailor Moon nel 2010, quindi è ferrato in materia:

Per motivi anagrafici non sono un fan di "Sailor Moon", ho seguito le assurde polemiche sui quotidiani dell'epoca, conosco la storia avendone letto spesso in saggistica, ma chiaramente non mi metterò a sindacare nulla, tranne per tre questioni   :]
Il titolo del dossier è "Sailor Moon e le altre magiche combattenti", solo che "le altre magiche combattenti" sono relegate da pagina 108 a pagina 127 a due pagine per ognuna delle 10 serie introdotte (vedere sommario a fine post). Lo scritto è pressoché nullo, tanto valeva, forse, non inserirle neppure, aumentando le pagine per la protagonista del dossier, che occupa da pagina 6 a pagina 107 più le pagine 128 e 129.




Seconda critica.
Alle censure, adattamenti e cambio dei nomi e senso della trama sono dedicate quattro pagine, forse un po' pochine per una serie che passò il vaglio della Mediaset taglia e cuci... ma a parte questo aspetto, che è un mio punto di vista, non si può affermare che nel 1995, anno di trasmissione in Italia della prima serie, i nomi giapponesi come "Makoto o Unazuki erano considerati troppo esotici" (pagina 64), quando erano già 17(!!!) anni che l'animazione giapponese imperversava in televisione con nomi giapponesi di tutti i tipi!
Imika, Miwa, Tetsuya, Hiroshi, Jun, Kenzo Kabuto, Dairi, Ikima, Koji, Goemon, Jigen, Fujiko, Takashi, Hayato, etc. etc. etc... devo continuare?

Questa era la scusa di Alessandra Valeri Manera per modificare i nomi, e non regge neppure se sorretta da impalcature editoriali... poteva avere senso nell'aprile del 1978 per Goldrake, primo anime in assoluto ad essere ambientato in Giappone, e già era ridicolo (con il senno di poi) che nessuno o quasi avesse nomi giapponesi, ma nel 1995 non si può leggere come scusa.


Adesso... va bene la qualunque... ma mettere sullo stesso piano italico Goldrake e Sailor Moon mi pare esagerato, se poi si vuol far prevalere la seconda a discapito del primo, senza il quale la seconda chissà se ci sarebbe stata, posso solo citare Oscar Luigi Scalfaro:
"Io non ci sto a questo gioco al massacro!"   :]

Per il resto, come scrivevo sopra, più di tanto non posso valutare i contenuti, ci vorrebbe qualcuno/a più in target.
Qui sotto ho inserito le scan degli scritti che mi sono parsi più interessanti, mio punto di vista da quasi ignorante della materia.

sabato 1 luglio 2023

"Apriti Sesamo... e via alle polemiche", di Lietta Tornabuoni - "Corriere della sera " 18 gennaio 1978


Cercando altro sono incorso in questo articolo nella pagina culturale del Corsera di una importante giornalista dello spettacolo come Lietta Tornabuoni, in cui il nemico dei bambini non erano ancora i cartoni animati giapponesi, ma, sorprendentemente, il programma statunitense per bambini "Apriti Sesamo", che sarebbe stato trasmesso a breve sulla Rete 2 della rai:

Per conto mio io preferivo lo show dei Muppets, andato in onda in Italia dal 29 novembre 1977, rispetto ad "Apriti Sesamo", che oltre ad essere meno comico era probabilmente fuori target per me. Mi piaceva, ma rammento ancora oggi lo straniamento "intellettuale" della puntata in cui veniva illustrato l'alfabeto con l'inserimento di lettere inesistenti per uno scolaro italiano del 1978, cioè la "K" e la triade "W-X-Y" che a noi non vennero mai spiegate... ed anche la "J" restava abbastanza oscura come posizione nell'alfabeto... questo fa pensare alle scusanti che la mia generazione può avere nel non aver appreso una lingua straniera, quando neanche nell'alfabeto ti avevano inserito le lettere "straniere"  ^_^
Conclusa questa disgressione sui miei ricordi di "Apriti Sesamo", è interessante leggere il perché di questa avversione verso il programma statunitense trasmesso dalla Rete 2 Rai.
Scopro che la BBC lo avesse rifiutato, nonostante la lingua fosse la medesima, a causa del metodo educativo e che la stessa Rai lo aveva inizialmente rifiutato per delle critiche simili a quelle inglesi.
Ho cercato info sul web, ma non ho trovato riscontri sull'accusa di essere finanziato da potenti multinazionali (Ford, Xerox, Mobiloil, RCA, Time-Life), ovviamente quella sulla Cia era una battuta, mi auguro...


Con il ragionamento da adulto concordo che insegnare qualcosa con immagini e suoni ideati per dei bambini statunitensi e adattarlo per quelli italiani era poco sensato ed il risultato poco efficace (ricordo personale da telespettatore un pelino fuori target), ma i pupazzi erano divertenti, non erano "orridi mostri pelosi color mauve, blu elettrico, arancio o verdolino con gli occhi a palla esorbitanti e infitti sulla fronte, con ciuffi ispidi in cima alla testa, con mani da yeti e facce da degenerati(!)"...
Tralasciando che non so quale colore sia il "mauve", ai tempi avevamo praticamente tutti ancora il televisore in bianco e nero, probabilmente tranne lei, quindi io vedevo solo scale di grigi...
Ho cercato se per caso Lietta Tornabuoni scrisse qualche articolo sui cartoni animati giapponesi, e per fortuna non ne ho trovati nella mia "Emeroteca Anime", perché temo che sarebbe stata ancor più tranchant. 
L'unico suo scritto in mio possesso è un libro sulla tv:

La giornalista ce l'ha anche con Furia e Gatto Silvestro, figuriamoci cosa avrà pensato di Heidi e Goldrake  :]
Fa capolino il diabolico computer, che doveva essere proprio l'emblema del male assoluto in quel periodo, e poi la giornalista entra nel merito delle sue critiche alla trasmissione.