CERCA NEL BLOG

venerdì 28 maggio 2021

"Processo a Mazinga", di Donata Alphel - "Gazzetta Ticinese" 7 maggio 1980 + "Ossessione meccanica", di Emilio Servadio - "Gazzetta Ticinese" 7 maggio 1980


Ma lo vogliamo leggere il processo elvetico a Mazinga?   ^_^

Nel cercare info sullo scritto svizzero mi sono reco conto che non fu altro che la riproposizione di un articolo pubblicato su "Il Tempo" il 21 aprile 1980!


Nel precedente post in cui illustravo la panoramica di articoli trovati sulla stampa italoelvetica mi era accorto di un solo articolo di origine nostrana riproposto (in quel caso dopo più di un anno!!!) per i lettori svizzeri, questo mi era sfuggito, ma ormai il post lo avevo preparato   :]
Almeno, in questo caso, venne pubblicato a distanza di un paio di settimane.


La lettera pubblicata sul "Giornale Nuovo" è quella (la seconda) che si può leggere al link qui sotto:


Nel post già esprimo il mio punto di vista sui cinque punti della risposta, ergo non mi ripeterò.
In pratica di tutto l'articolo elvetico l'unica parte non copia/incollata dai giornali italiani è il breve commento iniziale e finale nel riquadro qui sopra  ^_^

giovedì 27 maggio 2021

I cartoni animati giapponesi italiani sulla stampa della Svizzera italiana dall'1 gennaio 1977 al 31 dicembre 1986 (35 articoli)


Qualche settimana fa ho trovato l'archivio digitale della biblioteca cantonale di Lugano, in cui sono consultabili numerose testate svizzere in italiano. Tra l'altro il sito è strutturato in maniera molto efficiente, direi svizzera   ^_^
Una volta selezionato un quotidiano e digitata la parola chiave il motore di ricerca individua tutte le pagine interessate, cliccando su ognuna di esse si apre direttamente la pagina del quotidiano, che volendo si può anche scaricare. Inoltre si possono sfogliare direttamente le singole copie. 
Il tutto gratuitamente!
Sarebbe un bel esempio per istituzioni nostrane e per chi mette a punto i siti di consultazione:

La ricerca l'ho effettuata sulle seguenti testate: 
Azione; Gazzetta Ticinese; L'azione; Libera Stampa; Eco di Locarno; Giornale del Popolo; Illustrazione Ticinese; Popolo e Libertà

Chiaramente non saprei dire quale tiratura e autorevolezza avessero nella società elvetica italiana dal 1977 al 1987 (decade in cui ho effettuato la ricerca) le testate che ho trovato, ma resta anche questo un riflesso, non da poco, del successo rivoluzionario dei cartoni animati giapponesi in Italia e nella Svizzera Italiana(!).
Già sapevo che Goldrake era apprezzato anche da loro, non per nulla allestivano carri per il Carnevale a tema "Atlas Ufo Robot", ma pensavo fosse un qualcosa di occasionale.
I nostri coetanei italosvizzeri, o svizzeroitalici, guardavano anch'essi i nostri stessi cartoni animati giapponesi, visto che come il segnale della TSI varcava il confine territoriale e vagava per la penisola, aiutato da vari ripetitori (link 1 + link 2), il segnale delle nostre tv locali e della Rai giungeva fino nel Canton Ticino.
In un caso, però, furono gli svizzeri a farci dono in prima visione di una serie animata, Starblazers, infatti sui loro quotidiani vi è traccia delle prime puntate.
I giornalisti svizzero-italiani leggevano delle polemiche sorte nel nostro paese e le riportavano, in misura minore, sui loro quotidiani, venivano citati gli stessi esperti nostrani, i medesimi studi scientifici, le lettere alle redazioni italiane e addirittura i genitori di Imola.
Almeno in un caso ho trovato un riciclone di un articolo che in Italia apparve nel dicembre del 1979 pubblicato un po' modificato nel 1981.
I toni, seppur meno accalorati, restavano negativi, non si arrivò mai ai livelli da caccia alle streghe che possiamo leggere nell'Emeroteca Anime e neppure vennero pubblicati un numero di articoli simili ai nostri (link 3), ma i 35 scritti che ho selezionato rendono una buona idea di come e quanto i giornalisti svizzeri vennero influenzati dalla campagna anti-anime italiana.
Nella prima edizione di "C'era una volta Goldrake" si narra dell'attenzione della carta stampata francese per gli anime, e nella prossima nuova edizione ci sarà maggiore spazio a questo tema, io stesso ho postato un articolo francese, "La folie Goldorak", ma articoli esteri in italiano rendono più direttamente l'idea.




Leggendo ogni singolo articolo svizzero-italiano tutto si concatena, i pezzi del puzzle informativo vanno al loro posto con i pezzi nostrani.
Nell'elenco che si può leggere più sotto ho inserito anche trafiletti minimali, per rendere l'idea di quale fosse l'opinione generale. 
Ho scoperto che anche i nostri coetanei svizzeri andavano al cinema a vedere Goldrake, Heidi, Capitan Harlock e Mazinga. 
Ascoltavano le nostre stesse sigle dei cartoni animati giapponesi. 
Disegnavano come noi i supereroi nipponici. 
I giornalisti storpiavano i nomi dei personaggi del Sol Levante.
In pratica tutto come da noi, ma in versione più contenuta
Ho quindi fatto due collage esemplificativi dove si possono leggere alcuni titoli, i cui argomenti sono simili a quelli italiani.

mercoledì 26 maggio 2021

" Nanako SOS TV Ehon" ("Nanà Supergirl") - 1983/84 (libro illustrato TV)


Ringrazio di nuovo Andrea e Valentina per il materiale  ^_^

Per motivi anagrafici non ho mai seguito l'anime di "Nanà Supergirl", ricordo la sigla della d'Avena con tutte le rime con la "A" periodica accentata finale, veramente innovativo come testo:
Nanà; ha; fa; vivrà; viaggerà; età; aiuterà; chiederà; farà; sa; saprà; là; difficoltà.

Non che anche nel 1985 non seguissi qualche serie animata giapponese, ma quelle dell'epoca Fininvest/Valeri Manera mi erano, senza capirne bene il motivo, assai indigeste... magari guardavo qualcosa sulle tv locali, qualcosa che non era stato esageratamente" rimaneggiato, anche se neppure di questo aspetto si sapeva molto.
Tra l'altro "Nanà Supergirl" fu uno delle non moltissime serie che Fininvest evitò di martoriare con tagli, forse nel 1984 la successiva consuetudine non era diventata prassi regolare.

Per una panoramica su questa interessante e pregevole tipologia di cartonati nipponici rimando al post linkato qui sotto, dove un esperto mi ha dato una serie di spiegazioni, non riscontrabili in italiano da nessuna altra parte:


lunedì 24 maggio 2021

"La TV del... Ticino è sempre più verde", di Maurizio Seymandi - "TV Sorrisi e Canzoni" dal 28 marzo al 3 aprile 1976


Ad integrazione del post precedente, in cui ho mostrato le scan di un libro poco reperibile sulla storia del tv locali, "L'emittenza privata in Italia dal 1956 a oggi", dove si può leggere anche come "Telemontecarlo" e la "Svizzera" si espansero nell'etere del territorio italiano, aggiungo questo articolo, che fa il paio con quest'altro:

Ai tempi non è che ci fosse molto da fare zapping... la Rete 1, la Rete 2, Telemontecarlo e la Svizzera, seguiva "Koper Capodistria", ma quest'ultima non aveva questa gran programmazione.
Ricordo bene che le due emittenti estere arrivarono sull'unico schermo in bianco e nero di casa mia prima delle tv locali, e fu già una piccola rivoluzione televisiva.
Chiaramente "TV Sorrisi" non si faceva scappare queste modifiche dell'assetto televisivo nazionale, e vi dedicò interessanti articoli, questo in particolare è anche a firma Maurizio Seymandi!
Nello scritto si racconta del trasloco dell'emittente elvetica nel nuovo centro di produzione, all'avanguardia tecnologica dei tempi, nella colonna di destra si può vedere fin dove arrivasse il segnale.
La Svizzera era ed è ancora oggi (ho amici comaschi da cui mi capta di poterla vedere, pre-pandemia...) un bel canale, da cui la Rai avrebbe solo da imparare.

A Milano captavamo il segnale senza problemi, la conquista del resto d'Italia la si può leggere nel libro di cui sopra.

giovedì 20 maggio 2021

L'emittenza privata in Italia dal 1956 a oggi



TITOLO: L'emittenza privata in Italia dal 1956 a oggi 
AUTORE: Alessandra Bartolomei e Paola Bernabei
CASA EDITRICE: ERI
PAGINE: 213
COSTO: 
ANNO: 1983
FORMATO: 
REPERIBILITA': 
biblioteca
CODICE ISBN: 


Era veramente tanto che cercavo questo libro sulla storia delle tv locali private pubblicato nel 1983 (introvabile pure a pagamento), e quindi con informazioni "fresche" del periodo 1977/82 che io cerco di sondare, i cui post sul blog sono raggruppati nell'etichetta "Televisione" 
Le autrici riportano una cronistoria dettagliata che parte dal 1956 per arrivare fino alla primavera del 1982, viene narrata la nascita delle prime radio e televisioni locali, ma non solo.
E' impressionante pure per me, che ho sempre seguito queste vicende sui quotidiani e nella saggistica, la mole di ricorsi, cause e contro-cause da parte di pretori e giudici, tra la Rai e le tv private e viceversa, tra le stesse tv locali (per il segnale troppo potente di una che oscurava l'altra), tra la Siae e le tv locali, tra la Lega Calcio e la Rai!
Sono riportate sentenze, interpellanze parlamentari, dichiarazioni di ministri, dirigenti, giornalisti, proprietari di emittenti locali. Una panoramica esaustiva ed impressionante di come un parziale vuoto legislativo venne usato per far entrare dalla finestra dell'etere ciò che non sarebbe potuto entrare dalla porta della legge. Ed in questo sappiamo tutti che il re, anzi, l'imperatore di queste prassi borderline ed oltre-line rispetto alla legislazione corrente, è stato, è e sempre sarà, l'ex cavalier Berlusconi    ^_^
Quel periodo venne chiamato il "far west televisivo", ma leggendo tutti i singoli avvenimenti, ed immagino che le due autrice dovettero scremare molte notizie, si ha realmente contezza del caos totale che imperava via etere e tramite le carte bollate.
Tra i tantissimi temi che si potrebbero estrapolare mi ha impressionato, ma già lo conoscevo, leggere che la Siae richiedeva alla tv locali il pagamento del copyright, che queste bellamente non riconoscevano agli aventi diritto. 
Oggi, se metti mezzo video di una tv privata, ti mandano l'esercito a casa ^_^
Si può leggere come Telemontecarlo e la Svizzera si espansero col proprio segnale sul territorio nazionale, fino a coprire quasi tutta Italia:

Edit del 25 maggio 2021:

Conoscevo molto meno, invece, la querelle tra la Lega Calcio e la Rai, quando capitò che le tv locali iniziarono a comprare i diritti delle repliche delle partite del campionato dalla single squadre di Serie A. Il bello è che quando poi le società di calcio non adempirono ai vari contratti, furono le emittenti locali a fare causa a queste ultime!
Da leggere con attenzione la strategia di Canale5/Fininvest che cercava, tramite l'acquisizione del Mundialito (che non poteva trasmettere in diretta in tutta Italia), di superare il divieto di trasmettere in diretta, ma anche il tentativo di acquistare i diritti della Serie A!
Nella precisa cronistoria sono riportate le varie concessionarie di pubblicità ed i consorzi per acquistare i programmi, ma anche le associazioni delle tv locali, di cui avevo scritto in questo post:

Nella parte finale ci sono dei brevi focus sui network che stavano nascendo, altra parte molto interessante del libro, trattata anche in questo post:

Sulle pagine ho evidenziato in rosso le news sulla nascita di varie emittenti (sperando non me ne siano sfuggite altre) e qualche altro tema, per esempio l'acquisto delle serie animate giapponesi.
Dall'indice si può vedere che ho omesso solo le varie sentenze alla fine del libro.
Buona interessante lettura   ;)


lunedì 17 maggio 2021

"Enciclopedia Pratica del Computer" volume 3 di 4 - Longanesi Periodici (1984/85)



Come già scritto nei post precedenti di questa enciclopedia, essendo io ignorante (tra l'altro) in materia informatica, di questi quattro volumi mi hanno attirato le pagine in cui si prevedevano gli sviluppi futuri dei computer in vari campi. 
Altro aspetto curioso sono le piccole manie del periodo, come i "bioritmi", testimoniato da un programma apposito per prevederli. 
Ricordo che su Teleradioreporter a metà anni 80 c'era una trasmissione calcistica (forse condotta da Roberta Termali) in cui si facevano i bioritmi delle squadre di calcio della Serie A allo scopo di prevedere il risultato finale dell'incontro e stilare una schedina attendibile   ^_^
Oggi i bioritmi mi paiono scomparsi dalla scena.

Per questo post ho selezionato solo due articoli che proponevano videogiochi:
"Tarantola" per il Sinclair ZX-Spectrum;
"Zaxxon" per Philips VG-8000.

I restanti articoli proposti sono quelli che o facevano il punto sulla situazione informatica in un certo campo, oppure ne prevedevano lo sviluppo futuro, qualche volta ci azzeccarono, altre no:
Automobile e computer;
Teletext;
Televideo;
Il computer nelle ferrovie;
Il computer: gioco o strumento?
Con il computer un mondo senza ingorghi;
Il caso Giappone.

Profetico l'articolo sull'informatica applicata all'auto, in particolare per ridurre i livelli di inquinamento degli autoveicoli, basta ricordarsi come le case automobilistiche negli scorsi anni abbiano ingannato le autorità nazionali truccando proprio l'elettronica/informatica atta a ridurre le emissioni nocive  :]
Per il resto l'estensore dello scritto ci azzeccò parecchio.
Ai tempi per il Televideo/Teletext erano previsti sviluppi di tutti i generi, anche interattivi, che praticamente non ci sono mai stati, direi che l'avvento del web l'ha relegato a mera fonte informativa, ormai obsoleta. Da notare che viene rimarcato il fatto che la Rai ci rendeva disponibile il Televideo "gratuitamente"... oddio... ecco, forse oggi si potrebbe risparmiare qualcosa sull'abbonamento/tassa Rai pensionandolo.
Mi pare di poter affermare che il Televideo non ha mai avuto la "definizione dell'immagine simile alla fotografia" e neppure abbiamo scaricato software dalla tv. Per questa attività c'era il computer collegato ad internet :]
Per quanto incredibile possa apparire è ancora attuale l'articolo sul computer se gioco o strumento, se per computer consideriamo qualsiasi device con schermo, tablet, smartphone, etc. etc.
Forse era un po' ottimistico, almeno in Italia, immaginare che un padre si mettesse a videogiocare con il figlio (forse negli USA?), ma comunque la sfera ludica del computer fu la prima che venne sfruttata. 
La considerazione che, se un tempo giocare a carte in famiglia era una attività di gruppo, ora i videogiochi aggregavano, mi ha colpito in quanto è un esempio che io faccio spesso quanto sento criticare i videogiochi:
da bambini vedevamo i vecchietti che giocavano a carte al bar/partito/cral, noi giochiamo in modalità multigiocatore ai videogiochi. Perché la prima attività era lecita ed onorevole, mentre la seconda illecita e disdicevole, oltre che una perdita di tempo?
"In teoria, comunque, non ci sono limiti se non nell'immaginazione dei programmatori" e nella potenza dell'elaboratore dati  :]
Di certo i navigatori sulle auto hanno reso più agevole il viaggio, e come immaginava l'autore ti informano anche sugli ingorghi, che, però, non sono scomparsi: previsione errata!
L'articolo sullo sviluppo informatico del Giappone è abbastanza banale, oggi, meno del 1985.
Per ignoranza informatica ho omesso gli altri articoli su hardware e software, ma comunque c'è il sommario finale, tanto per capire cosa presentava il terzo volume.
Buona lettura.


venerdì 14 maggio 2021

Timbrini "L'Uomo Ragno" della Multiprint di Milano - 1979

Era un bel po' (troppo) che non postavo una confezione dei timbrini della Multiprint, azienda ancora esistente, rimedio con questa confezione dell'Uomo Ragno, che se l'avessi avuta ai tempi, mi avrebbe spinto a multi-timbrare qualsiasi mio oggetto, ed anche non mio   ^_^
Dalla confezione manca, purtroppo, l'album da disegno che di norma era allegato alla confezione, la cui copertina riprendeva il disegno della scatola, ma per il resto è pressoché intonso, per esempio il Dottor Octopus non è quasi mai stato obliterato, magari non piaceva al bambino proprietario della scatola  :]
La particolarità dell'illustrazione, che vede il nostro affezionatissimo Uomo Ragno combattere contro sette acerrimi nemici, è che tra questi uno non sapevo chi fosse   ^_^
Alla fine l'ho trovato nei miei numeri della prima edizione della "Editoriale Corno":
Kangoroo!!!   O_O  

Su questo desaparecidos villain ci torno poco più sotto, vorrei ora soffermarmi su una questione linguistico generazionale, cioè che per me il supereroe aracnoideo si chiama "UOMO RAGNO", non "Spiderman... come il nome corretto del più potente gruppo di supereroi della Terra si chiama "VENDICATORI", non Avengers... 
Si dice "GUERRE STELLARI", non "Star Wars"... etc. etc. etc.
Ai tempi, vista l'ignoranza imperante tra adulti e bambini della lingua inglese, si italianizzava tutto o quasi, non fece eccezione neppure "Star Trek", visto che nella prima trasmissione su Telemontecarlo venne ribattezzata "Destinazione Cosmo" + "Destinazione Cosmo":

Poi, nelle successive trasmissioni, venne utilizzato il nome originale corretto, quindi anche noi vecchietti lo implementammo senza problemi   ^_^
Quando vado al cinema a prendere i biglietti per vedere questi film pronuncio, involontariamente, il nome in italiano, e spesso la reazione dell'addetto/a alla vendita dei biglietti, se giovane, è di perplessità, fino a quando non lo correggo nella versione inglese   ^_^
In parte vale anche per l'animazione giapponese, se senti proferire l'orrendo "Gandamu", sai già di avere a che fare con un otaku delle ultime generazioni, mentre tutti noi sappiamo che si dica Gundam   ^_^
Comunque la Multiprint, dato che la sua produzione veniva esportata in tutta Europa, sulle sue confezioni inseriva il nome in più lingue, a tal proposito si può leggere cosa mi scrisse la titolare attuale dell'azienda in merito al multilinguismo dei nomi nel post linkato sotto:


La confezione, come si può ben vedere dalla scan qui sopra, venne acquistata alla Upim, dove anch'io presi tanti giocattoli (assieme alla Standa).
Le 4500 lire del 1979 corrispondono a quasi 15 euro di oggi, ammesso che la confezione sia stata messa in vendita in quel anno e non successivamente, mentre è abbastanza certa l'annata di produzione, basandomi su miei cataloghi di giocattoli del periodo (vedi sotto).
La vita di queste confezioni della Multiprint era assai lunga, basta consultare il catalogo del 1985, in cui appaiono ancora le confezioni degli anni 60, questo era un gioco che non invecchiava, entravano sempre nuovi soggetti (basta vedere la scan qui sotto in cui ci sono anche i timbrini di "Atlas Ufo Robot"), ma finché i bambini li richiedevano (e le licenze restavano in essere), la confezione permaneva sul mercato.

martedì 11 maggio 2021

"Nocturno Dossier" marzo 2004: Nippon Generation - guida ai cartoni animati giapponesi del vecchio e del nuovo millennio



TITOLO: "Nocturno Dossier" marzo 2004: Nippon Generation - guida ai cartoni animati giapponesi del vecchio e del nuovo millennio 
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Arcana
PAGINE: 66
COSTO: 5 €
ANNO: 2004
FORMATO: 30 cm X 21 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN: 


Ho scoperto solo da poco che nel marzo 2004 la rivista "Nocturno Cinema" pubblicò uno speciale sull'animazione giapponese, non era il suo primo dossier sugli anime, nel 2011 ne aveva fatto uno a tema robottoni:

Questo dossier del 2004 segue come impostazione quello sui robottoni, e direi che ne è una integrazione. 
Vi sono presentate informazioni che oggi si possono reperire facilmente sul web, meno nel 2004, ma bisogna ricordare che quello che si trova online è precario, il cartaceo resta  ;)
Chiaramente sono presentate anche anime in voga all'inizio degli anni 2000, oggi un po' vetusti, ma nonostante ciò consiglio di recuperarlo.
Alla fine di questo brevissimo post inserisco la quarta di copertina dello speciale, in cui sono riepilogate tutte le copertine con i contenuti di tutti i dossier di "Nocturno Cinema", nel caso qualcuno si fosse perso qualche numero interessate, come era capitato a me per questo numero.


domenica 9 maggio 2021

"Tascabile TV" dal 29 luglio a 4 agosto 1979


Di riviste televisive ne ho postate parecchie in questi anni, sia come numero generale che come varietà di testata.
Chiaramente l'attenzione ricade sulle pubblicazioni più conosciute, e quindi più agevolmente reperibili:

Seguono quelle meno conosciute o più territoriali, ma comunque ancora recuperabili, seppur con fatica:

Infine c'è un terzo gruppo molto territoriale o facente parte degli inserti di altre testate, di solito più difficili da reperire (fa eccezione "Scelta TV"):




Di questo ultimo gruppone fa parte "Tascabile TV", che teoricamente avrebbe dovuto mostrare i palinsesti delle emittenti locali toscane, ma che al suo interno, almeno in questo numero dell'estate 1979, presentava tv private anche venete e di Bologna.
Le prime quattro pagine di questo numero sono dedicate a brevi articoli sui programmi televisivi e la canzone (molto particolare il prospetto con cachet dei personaggi dello spettacolo più richiesti in quel periodo). 
Seguivano i programmi televisivi, due pagine per ogni giorno, impostazione abbastanza classica.
Basandomi sull'unico numero a mia disposizione direi che il contenuto dal punto di vista della consultazione da parte del lettore non fosse molto informativo, in quanto quasi sempre è riportato solo "telefilm" o "film", cartoni animati quasi assenti e mai con il nome della serie.
Sul web non ci sono notizie, se non un articolo su "La Repubblica" che ne annunciava la chiusura nel luglio 2000:

sabato 8 maggio 2021

"Manga, il fumetto giapponese", di Thierry Defert - "Zoom, la rivista dell'immagine" maggio 1983



Questa volta non posto il solito scritto in cui qualche giornalista o esperto un tanto al chilo lanciava anatemi sui cartoni animati giapponesi, ma un articolo informativo, che in quel periodo era una rarità.
Guarda caso non fu pubblicato dalla stampa generalista, ma da una rivista di nicchia, e guarda caso l'autore non è italiano, ma francese, nazione in cui il fumetto non era considerato un mero prodotto per bambini idioti...
Le informazioni che oggi possiamo leggerci sono abbastanza di dominio pubblico, ma non era così del 1983, quindi mi è parso corretto renderne omaggio a questo articolo.
Da notare che nella prima pagina sotto all'ideogramma (che riporto nel particolare alla fine del post) è riportata l'informazione che i manga coreani si chiamavano "Man-hwa". 
Chissà, forse fu la prima volte che in Italia si leggeva questo termine.
Buona lettura  :]


venerdì 7 maggio 2021

VHS della Cinehollywood (edizione del 1985) di "Heidi diventa principessa" (film di montaggio 1978) + “Un'altra Heidi made in Japan”, di R.P. - Corriere della Sera 28 novembre 1978


Ho sempre evitato questo film, nonostante io adorassi (e adoro) la serie animata di Heidi. Probabilmente vidi ogni tanto qualche scena, visto che sulle emittenti private era dato spesso, ma "Heidi diventa principessa" non faceva per me, mentre gli altri lungometraggi Toei erano un appuntamento imperdibile anche se all'ennesima replica.
Guardando tutto il film per la prima volta, allo scopo di scrivere il seguente post, forse ho intuito i motivi che me ne fecero stare lontano:
la falsa Heidi;
la noia della trama;
la forzatura dei dialoghi per inserire Heidi e Petar in un contesto che non era quello delle Alpi svizzere;
le canzoni (che in generale non mi garbavano nei film).

Questo film è così farlocco che addirittura un giornalista dell'Unità, nelle pagine della critica cinematografica, si rese conto che non aveva alcun nesso con la serie animata, e quegli adulti non sapevano nulla di animazione giapponese:





Anche il giornalista del Corsera il 28 novembre 1978 annotò la forzatura...

Rispetto, però, ai film di montaggio dei robottoni ci venne risparmiato un taglia e cuci esasperato, col risultato finale di avere una trama senza senso.
In "Heidi diventa principessa" la trama resta fondamentalmente quella del film originale giapponese (trovato su YouTube in francese ed inglese), la parte invasiva riguarda l'aver voluto, per mero motivo economico, far passare la principessa Elisa per Heidi la pastorella. 
Con questo espediente truffaldino, nell'inverno del 1978, gli stupidi bambini sarebbero stati spinti ad andare al cinema attirati dall'esca del nome per loro famoso.
Ma chi si occupò dei dialoghi in modo da trasformare Heidi e Petar in due nobili rampolli della nobiltà fiabesca?
Lui, sempre lui, Enrico Bomba!   ^_^

L'aver recuperato il film nella versione VHS della Cinehollywood pubblicata nel 1985 mi permette anche, di nuovo, di affrontare la questione delle pretese di iper qualità video/audio che oggi hanno molti (troppi?) fan di animazione giapponese.
Ha senso volere, per un prodotto degli anni 70/primi anni 80 (o addirittura degli anni 60), la qualità ultra HD 8000K?
La VHS (che poi era la mera versione che vedevamo in televisione) ci permette di capire (stante l'invecchiamento del supporto magnetico) con quale livello infimo di qualità video/audio avessimo a che fare nel 1985 su un videoregistratore ed una videocassetta originale!
Sul raffronto VHS/versione YouTube ci torno poco più sotto.

Effettivamente tra la nostra Heidi e quella farlocca del film una qualche somiglianza c'era, che non sfuggì ai distributori del lungometraggio. All'inizio del film il fratello più piccolo di Heidi/Elisa, già in versione cigno/umano, le regala anche una mantella rossa, simile a quella (era uno scialle) che la piccola Heidi porta all'inizio della serie animata, ergo le similitudini estetiche tra i due personaggi aumentarono. Inoltre Heidi/Elisa, quando si rifugia nel bosco, stringe amicizia con gli animali, un po' come Heidi che faceva amicizia con qualunque bestia   :]
In questo film, però, Elisa cresce, quindi la somiglianza scompare verso la metà della pellicola, ma la voce di Francesca Guadagno resta quella di una bimba.
L'operazione più invasiva che Enrico Bomba attuò sul film, oltre ad un taglio di circa due minuti consecutivi, fu l'aggiunta della voce narrante presente nella serie animata di Heidi, quella di Giorgio Piazza. Nel video qui sotto ho riunito tutti e 22 gli spezzoni in cui il doppiatore effettuo il commento alle scene del film, inutile precisare che nella versione originale non è presente alcuna chiosa.

lunedì 3 maggio 2021

Heidi un'icona pop dalle Alpi al Giappone (catalogo della mostra)



TITOLO: Heidi un'icona pop dalle Alpi al Giappone (catalogo della mostra)
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Arcana
PAGINE: 95
COSTO: 15 €
ANNO: 2018
FORMATO: 27 cm X 21 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 


Con un po' di ritardo ho scoperto che dal 23 settembre al 21 ottobre 2018 venne allestita in quel di Tenno una mostra su Heidi:

Curioso che il nome del comune sul lago di Garda sia lo stesso usato per identificare la figura dell'imperatore giapponese.
Chiaramente la mostra è terminata, ma è rimasto il catalogo, una bella pubblicazione.
Purtroppo non sempre gli organizzatori delle mostre preparano anche un catalogo, per esempio delle tre che si possono vedere al link sotto, solo quella di Treviso lo fece:

Un vero peccato che la rassegna di Torino (Manga Impact) manchi di un catalogo... invece gli organizzatori di questa mostra su Heidi ne pubblicarono uno, magari non corposo, come immagino non sia stata enorme l'esposizione di Tenno, ma che contiene più contributi:
Heidi, un'icona pop nel cuore dell'Alpe (Roberta Bonazza);
Il mito delle Alpi, la particolarità della Svizzera (Annibale Salsa);
Heidi nelle Alpi (Marco Albino Ferrari);
La prima Heidi illustrata (Roberta Bonazza);
"Carissimo signor Pfeiffer". introduzione alle prime illustrazioni (Peter O. Buttner);
I volti letterari di Heidi;
Heidi cartoon (Roberta Bonazza);
La storia della musica introvabile di Heidi (Piero Trellini).

Gli autori dei contributi non mi sono parsi sempre a loro agio con l'animazione giapponese, e se questo non è un problema per chi si è occupato delle Alpi e delle illustrazioni delle prime edizioni, per le parti più collegate all'anime la cosa si è notata. Nulla di clamoroso, sia chiaro, ma scrivere per primo il nome di Miyazaki e poi quello di Takahata riguardo all'anime di Heidi, grida vendetta  ^_^
Il tema del catalogo, e quindi immagino anche della mostra, è il romanzo di Johanna Spyri, il personaggio di Heidi ed il suo rapporto con la montagna, infine quanto la Heidi nipponica ha reso famosa la pastorella svizzera alla fine del secolo scorso.
Non mancano le dissertazione sulle differenze tra il romanzo e l'anime, di cui mi occupai al link qui sotto:




Il contributo più interessante è quello a firma Piero Trellini, che si può leggere al link qui sotto:

domenica 2 maggio 2021

"Nausica(a) (n)della valle del vento" su Rai 1 martedì 6 gennaio 1987 ore 15,30: prima visione in Italia


Prendendo spunto dal saggio "Nausicaa della valle del vento - L'opera della vita di Hayao Miyazaki dal manga al film di animazione" appena pubblicato dalla "Società Editrice La Torre", mi è venuta la curiosità di verificare che quanto riportato al suo interno, cioè che il lungometraggio di Miyazaki venne trasmesso il giorno della Befana del 1987, fosse presente nei programmi della Rete 1 della Rai.
Anche perché io quella prima visione assoluta la vidi, ma nel mio cervello era stata trasmessa in seconda serata, sempre su Rai 1. 
Mi capita spesso di ribadire che i ricordi di cosa, su quale emittente e quando vedemmo un programma da bambini/ragazzi risulta spesso erronea, ed in questo caso ero in linea con la tendenza  ^_^
Inoltre ero curioso di vedere se, per caso, la rivista televisiva avesse inserito un qualche commento sul film, magari addirittura su Hayao Miyazaki!



Purtroppo, per quanto riguarda questa seconda questione, non venne riportato nulla, zero spaccato.
La mia ricerca l'ho effettuata su "TV Sorrisi e Canzoni", "Radiocorriere TV", "La Stampa" e Corsera, sui due quotidiani non c'è nulla di particolare, mentre sulle due riviste è presente in palinsesto il titolo del film. 
Da notare che entrambe le pubblicazioni scrivono "Nausica" con una "A" sola, inoltre la ragazza è "nella" valle del vento, non è "della" valle del vento   ^_^ 
Sul "Radiocorriere TV" c'è anche una foto dell'eroina del film, di cui non si vede il viso dato che scelsero una scena in cui aveva la maschera anti spore, ma la didascalia non la riguarda, dato che si riferisce alla piccola immagine sopra che mostra la scenografia del programma.
Il lungometraggio di Miyazaki venne ospitato nella seconda parte trasmissione contenitore "Viva la Befana", e mi pare fosse considerato un mero riempitivo del programma. Sembra quasi che la Rai comprò ed adattò il film per poi quasi non sapere cosa farsene, piazzandolo in un pomeriggio di un giorno di festa. Non sono certo, ma credo di aver letto da qualche parte che il film d'animazione nipponico non venne mai più replicato.

Qui sotto riporto la pagina intera del palinsesto più la copertina di entrambi i numeri delle due riviste.

sabato 1 maggio 2021

Megaloman (1979) - puntata 26



Ad inizio episodio la voce narrante, ricordandoci la morte di Seiji, dice che i suoi amici hanno giurato che trarranno il massimo insegnamento dalla sua scomparsa. Si, hanno imparato che non è salutare rompere i maroni alla produzione per avere più spazio nella serie  ^_^
Altro momento epico è stato quando Capitan Delitto, alla 26esima puntata, afferma che fino a quando ci sarà Megaloman, lui non potrà mai conquistare la Terra... spero che siano stato uno dei tanti dialoghi a caso degli adattatori.
Anch'io, però, come Capitan Delitto, non è che sia sveglissimo. Mi sono accorto che, mentre nei cartoni dei robottoni le battaglie si svolgevano quasi sempre (o spesso) in città, con annesse distruzioni apocalittiche di qualsiasi costruzione, in Megaloman gli scontri avvengono sempre (o quasi) in campagna. Evidentemente far esplodere modellini e modellini di una città con palazzi e grattacieli sarebbe costato di più che far svolgere la battaglia su un terreno semi agricolo.



Nel terzo episodio si vede per la prima volta la Mazda RX-7 gialla che è stata l'auto del gruppo, solo che il mezzo era di Seiji... ora che il ragazzo è dipartito, a chi è intestata l'auto?
I restanti quattro del gruppo hanno ereditato l'auto?
Avranno fatto il trapasso?
In Giappone è necessario il trapasso?
E l'assicurazione a chi sarà intestata? Ad un defunto?


Ho provato a tradurre il titolo originale trovato su Wikipedia, benché il risultato finale sia un po' deficitario ed il nome del kaiju pare differente (Zubada), più o meno può corrispondere a quello nostrano, seppur semplificato. A dire il vero mi aspettavo un titolo giapponese non sul kaiju ma sulla guest star dell'episodio.