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giovedì 6 giugno 2013

Shintoismo


TITOLO: Shintoismo
AUTORE: Paolo Puddino
CASA EDITRICE: Editrice Queriniana
PAGINE: 121
COSTO: 8€
ANNO: 2003
FORMATO: 19 cm X 11 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN: 9788839911865

Questo libro è un breve prontuario sui miti, folklore, politica, storia e cultura dello shintoismo. Il libro è formato da 16 capitoli.
1) Gli antecedenti storico-religiosi dello shintoismo
Lo shinto è la religione autoctona del Giappone, che nei secoli ha sopravvivere ed adattarsi alle altre filosofie/religioni arrivate sull'arcipelago: taoismo, confucianesimo, buddismo, cristianesimo.
Il capitolo effettua un veloce excursus sull'impatto che le religioni hanno avuto in Giappone. Lo propongo ancor più schematizzato: 

Lo shinto nasce dai riti propiziatori per la coltura del riso;
L'arrivo del buddismo e del confucianesimo permise l'instaurarsi di una gerarchia al potere;
La deificazione dell'imperatore portò all'unione tra lo shinto e il buddismo;
I Tokugawa resero il buddismo obbligatorio, espellendo nel contempo i cristiani, ed assieme al confucianesimo, li usarono per consolidare il loro potere;
La rivoluzione Meiji riportò lo shinto a prima religione, con lo “shinto di Stato”, separandolo dal buddismo, allo scopo di innalzare l'imperatore a guida suprema della nazione;
Lo shinto di Stato generò il fenomeno delle “Nuove Religioni” (shinko shukyo), che perdura ancora oggi.


2) I caratteri dello shintoismo oggi
Nel dopoguerra la nuova costituzione sancì la libertà religiosa. L'autore individua e motiva 7 punti che caratterizzano lo shinto odierno:
Interazione reciproca fra diverse tradizioni religiose; Relazione intima fra uomo, divinità, e sacralità della natura; Importanza religiosa della famiglia e degli antenati; Principio di purificazione; Partecipazione alle festività (matsuri) quale segno visibile di appartenenza dell'individuo al gruppo; Religiosità nella vita giornaliera; Stretta relazione fra religione e Stato.

3) “La via delle divinità indigene”
Il capitolo spiega cosa sia lo shinto, le sue caratteristiche e diversità rispetto alle altre religiosi in Giappone.
La parola shinto deriva dal cinese “shen-tao”, cioè “divinità/spirito” (shen) + “via/cammino” (tao), trasformando la “divinità” cinese in kami. Lo shinto non è propriamente una religione, prova ne è anche il fatto che in giapponese non è mai indicato con il termine “kyo”, usato, invece, per le altre dottrine: bukkyo (buddismo); jukkyo (confucianesimo); kurisuto-kyo” (cristianesimo).
Lo shinto è un credo animista dei kami sopravvissuto nei millenni, e che ha forgiato la filosofia giapponese, permettendo così l'assimilazione dei credo successivi senza far scomparire l'originale.


4 Il kami, il tama, l'oltretomba
E' spiegato cosa sia un kami (entità superiori, sia spirituali, naturali ed umane), il “tama” (l'anima o spirito del kami), l'oltretomba (yomi, tokoyo).
Sono elencate e spiegate le 5 categorie di kami:
kami che risiedono negli oggetti naturali;
kami che proteggono e tutelano arti e mestieri;
ujigami (kami che proteggono la famiglia o il villaggio);
ikigami o hitogami (kami che sono o son stati esseri viventi);
kami di derivazione mitologica.

5) Il pantheon shintoismo
Breve panoramica dei kami più importanti con relativo campo di influenza:
Amaterasu o mikami; Susanoo; “Shina tsu hiko” e “Shina to be”; Mizu no kami; “Shio tsuchi” e “O wata tsumi”; Konpira; Nazuchi; Uke mochi; Narukami; Ho musubi; Yashikigami; Funa dama; Sae no kami; Izanagi e Izanami; Inochi no kami; Musubi no kami; Awashima sama; Konsei; Hachiman; Temmangu; Kusunoki Masashige.

6) Potere politico potere religioso
I primi “uji” (nobili) del clan Yamato unirono il potere politico a quello religioso della dea Amaterasu.

7) Le fonti letterarie
Lo shinto non ha testi sacri codificati, si rifà solo ad antichi racconti scritti, l'autore li elenca e spiega: Kojiki; Nihongi; Norito koto; Kogo shui; Fudoki; codici Taibo, Yoro, Jingikan.

8) La mitologia
Il Kojiki e il Nihongi raccontano di una serie di divinità invisibili, sono elencate spiegandone il tratto nippocentrico: Izanagi; Izanami; Amaterasu; Susanoo.

9) La purezza e l'impurità
L'idea centrale dello shinto è la purezza, che non è morale o spirituale, ma rituale/esterna.
Non venire a contatto con ciò che può contaminare” è la regola prima di un fedele shinto.
Chi è contaminato è sgradito alla divinità (kami), e deve compiere degli atti di purificazione. L'impurità (tsumi) coinvolge chi ha compiuto l'atto impuro, ma anche la comunità d'appartenenza (famiglia/villaggio): l'impurità è contagiosa.
Questo concetto porta ad isolare chi può contagiare il prossimo per aver avuto contatto con ciò che è impuro: sangue, sudiciume, morte.
Si può diventare impuri volontariamente ed involontariamente. Nello shinto manca il nostro concetto di peccato, ma cosa rende impuri?
Gli tsumi si dividono in 3 categorie: cattive azioni (ashiki); contaminazioni (kegare); calamità (wazawai).
Esistono 21 tsumi più gravi, 7 celesti (ama tsu tsumi) e 14 terrestri (kuni tsu tsumi).

Peccati celesti:
Distruggere gli argini di separazione delle risaie;
Colmare i fossi di irrigazione;
Aprire le chiuse dei depositi d'acqua;
Seminare nuovamente un campo già seminato;
Affondare punte aguzze nelle risaie;
Scorticare vivo un animale in modo difforme dall'usanza tradizionale;
deporre escrementi.

Peccati terrestri:
Tagliare la pelle viva;
Tagliare la pelle morta;
L'albinismo;
Kokumi (malattie della pelle come lebbra, vaiolo etc);
Incesto con la propria madre;
Incesto con la propria figlia;
Incesto con la propria figliastra;
Incesto con la madre della propria moglie;
Accoppiamento con animali;
Impurità di animali striscianti;
Calamità degli dei dall'alto (fulmini);
Calamità degli uccelli dall'alto (guano);
Uccidere animali;
Praticare la magia.

Tre sono i metodi per purificarsi dallo tsumi: mediante harae (esorcismo); misogi (lavaggio o lustrazione); imi (astensione).

10) Il culto in famiglia
L'altare kamidama, il culto degli antenati, la divinazione (ura).

11) Lo sviluppo dello shintoismo
Lo sviluppo dello shintoismo può essere individuato in quattro momenti distinti: 1 formazione dei miti; 2 decadenza (VI secolo – XVII secolo), per l'arrivo del buddismo; 3 Rinascita (XVII secolo – 1868); Shinto moderno o di Stato (1868 – 1945).
Il capitolo affronta i punti 2, 3 e 4.

12) Il tempio shintoista
E' presente la spiegazione di come è strutturato un tempio shintoista (miya, “augusta casa”), e delle parti che lo formano: honden; haiden; ai no ma; torii.

13) Le gerarchia dei templi e il clero
I templi shintoisti sono suddivisi per importanza: Jingu (per esempio il tempio di Ise); Jinja, che si dividono in Kampeisha (il tempio Yasukuni di Tokyo) e Kokuheisha (templi provinciali); Fukensha (templi di distretti urbani); Gosha (templi di distretti rurali); Sonsha (templi di villaggio).
E dato conto di come è strutturato il clero shintoista (kannushi, miko), spiegandone per ultimo l'ordine gerarchico: Saishu del tempio di Ise (può essere solo una principessa imperiale); Dai Guji; Guji; Negi; Gon negi; Shiten; Shikan; Shisho.

14) Shintoismo e buddhismo
Le scuole buddiste in Giappone: Tendai, Kobo Daishi; amidismo;

15) Lo zen e il confucianesimo
Lo zen giapponese si divide in due correnti: Rinzai e Soto.
La meditazione zen permette di raggiungere l'illuminazione, “satori”. Per la corrente Soto il satori è raggiungibile solo tramite la meditazione da seduti (zazen). Per la corrente Rinzai il satori si raggiunge solo con la riflessione su problemi apparentemente assurdi ed illogici (koan).
L'autore spiega le differenze tra il confucianesimo cinese e quello giapponese. Tali modificazioni, talvolta fin opposte rispetto al pensiero originale cinese, servirono alla classe dominante nipponica per consolidare il proprio potere sulla popolazione.
Un chiaro esempio è la differenza tra confucianesimo cinese e giapponese riguardo al concetto di lealtà. La norma di Confucio: Agisci con lealtà al servizio del tuo signore” per i cinesi significava che il servitore il proprio signore solo se questo va d'accordo con la propria coscienza; mentre per i giapponesi la lealtà deve essere assoluta, e portata fino al sacrificio della vita.

16 Il cristianesimo
Oltre ad una breve storia del “secolo cristiano” in Giappone, l'autore spiega le differenze di pensiero e valori che hanno impedito, ed impediscono ancora oggi, al cristianesimo di fare proseliti in Giappone.

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