Certo, questo giochino portatile non può paragonarsi a Gran Turismo, però, alla fine, le dinamiche sono le medesime, un po' minimali, ma identiche:
si accellera (in realtà ci si limita a mettere una marcia più veloce), si frena (in realtà no, ci si limita a rallentare), si sterza (di nuovo no, ci si sposta a destra o a sinistra), si superano gli avversari (oppure ci si rimbalza contro), si completano dei giri di un circuito (in realtà un rettilineo infinito).
Indubbio che, comunque, fosse una corsa contro il tempo alla scopo di migliorarsi di continuo. Chissà quanto poco sforzo tecnologico avrebbe comportato la possibilità di scegliere il numero dei giri, perchè solo quattro? E perché quattro?!
Ho scoperto solo in questi giorni, leggendo http://imagorecensio.blogspot.it/2013/06/titolo-la-storia-di-nintendo1980-1991.html , che il mio Auto Race detiene un record: fu in assoluto il primo videogioco portatile completamente elettronico, creato nel 1976.
Ecco la scan parziale della pagina con la realtiva informazione.
Ecco il retro con le istruzioni in breve.
Da notare che viene specificato che la propria auto è il "puntino luminoso", e che le altre suto sono le luci che sopraggiungono. Probabilmente una gra in notturna.
La confezione, un po' malandata...
In alto è ben specificato che il gioco non richiede schermo tv, in basso sono specificate le dotazioni del videogioco, compresi "Suoni che simulano il motore, vincita, perdita, collisioni" e "3 rettilinei".
Nella parte blu è evidenziato con cosa è asseblato Auto Race, sbagliando la specifica di LED, non "diode luminosi"", ma"diodi luminosi".
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