CERCA NEL BLOG

giovedì 28 giugno 2018

Batman - Editrice Giochi 1967



Pur non essendo un collezionista di giochi in scatola, io mi limito a mostrarli per ravvivare la memoria degli ex giocatori, di norma cerco di comprarli a due condizioni:
prezzo basso (proprio perché non sono un collezionista); dotazione completa.
Va da sé che se il gioco costa veramente poco, pur non essendo completo al 100%, me lo accatto lo stesso, visto che i miei post hanno solo valore di testimonianza.
Ergo, quando ad un mercatino mi sono ritrovato a pochi euro questa meraviglia del 1967 (dico, 1967!), tenuta benissimo, benché non completa, non ho avuto dubbio alcuno  ^_^
Alla fine non è che manchino poi tanti pezzi, uno dei quattro "Pannelli del Bat controllo", alcuni tagliandini con i visi dei Bat-nemici, 2 dischetti colorati.
Nel 1967 non c'erano ancora così tanti giochi in scatola disponibili come sarebbe capitato dalla metà degli anni 70 in poi, quindi penso che un gioco in scatola su Batman fosse un ambito premio per ogni Bat-bambino.
Leggendo il regolamento non mi è parso molto giocabile, né particolarmente divertente, ma ovviamente sono solo impressioni. Tra l'altro il regolamento mi pare scritto non benissimo, oppure io sono un po' tonto  >_<
In particolare mi è oscuro come debba essere usato e dove debba essere posizionato il tagliandino del "Super Criminale" (Silvietto?)...






Sia il tabellone di gioco che i restanti pezzi di cartoncino sono praticamente nuovi, peccati che qualcosa sia andato perso...
Da notare che i visi dei villains non sono quelli a cui ero abituato da bambino, ma molto più vecchi come tratto disegnato.
Quattro cattivi sono quelli classici: il Pinguino, l'Enigmista, Mr Zero (Freeze), il Jolly.
Mentre altri due non li ricordo in alcun modo, non che leggessi regolarmente Batman, ero un fan della Marvel, però guardavo sia i cartoni che il telefilm con Adam West, ma il Filibustiere e l'Orientale non li ho mai sentiti.

Edit del 1 luglio 2018:
Nei commenti J_D_La_Rue ha inserito qualche info aggiuntiva sui personaggi:
Sì, i 2 villains meno noti sono tradotti un po' alla membro di segugio.
Dovrebbero essere Doctor Zodiac (il tipo col turbante, che non è orientale manco per niente) e la prima versione di Blockbuster (il tipo straccione) 

https://comicvine.gamespot.com/dr-zodiac/4005-63871/ 
http://dc.wikia.com/wiki/Theodore_Carrigan_(Earth-One) 
https://en.wikipedia.org/wiki/Blockbuster_(DC_Comics)
Una cosa buffa: giusto per scrupolo ho controllato la versione originale del gioco, edita nel 1966 da Milton Bradley.
Mentre il Filibustiere è effettivamente Blockbuster, l'Orientale è indicato come Calendar Man (no, non QUEL Calendarman...)
Ora,Calendar Man è in effetti un nemico di Batman, ma l'aspetto che ha
https://en.wikipedia.org/wiki/Calendar_Man 

è completamente diverso da quello dell'Orientale.
Non penso che Calendar Man abbia mai indossato un turbante, e resto convinto che l'Orientale sia in realtà Doctor Zodiac, il che mi porterebbe a pensare che i compilatori originali del gioco abbiano dato al bat-nemico inturbantato il nome sbagliato...
Ecco il gioco originale
http://underthegiantpenny.blogspot.com/2011/03/1966-batman-board-game.html



mercoledì 27 giugno 2018

"I Supereroi" - Mondadori Libri TV (1981)


Più volte mi sono rammaricato qui sul blog per la bassa qualità del materiale editoriale inerente i cartoni animati giapponesi degli anni 70 e primi anni 80. Questo grosso difetto non coinvolgeva tutte le pubblicazioni per bambini/ragazzi, ne erano esenti la Disney, che per quanto non adorassi, metteva in vendita dei bei prodotti, e la Marvel. Ovviamente la differenza stava nel fatto che le due aziende statunitensi fossero in Italia da più tempo e che i loro prodotti fossero gestiti da pochi soggetti. Gli anime, invece, erano appena arrivati, e venivano sfruttati da diverse case editrici, inoltre il controllo dalle sedi giapponesi di ognuna casa di produzione originaria erano praticamente nulle, mentre immagino che la Disney Usa e la Marvel Usa un'occhiatina al pubblicato in Italia ogni tanto la dessero.
Detto ciò, nel 1981 la Mondadori, non un gruppo di volonterosi disegnatori che creavano una casa editrice ex novo per pubblicare materiale fatto alla bene e meglio su Goldrake, mise in vendita questo bel cartonato (32 cm x 24 cm) sui personaggi Marvel più in voga in quel periodo, che poi sono praticamente gli stessi (tranne i F4) che sono in auge oggi al cinema. A voler fare i pignoli mancherebbe Visione, ma nessuno è perfetto...
Delle quattro storie a fumetti ho trovato di particolare interesse quella di Thor. La trama ripercorre anche quello che si è visto nei film:
Loki usurpa il trono di Asgard etc etc etc...
Che poi era la tematica principale di Loki nei fumetti di Thor, ma in queste vecchie storie l'eroe di Asgard ha ancora una doppia personalità, infatti è il Dottor Donald Blake ad invocare il dio del tuono sbattendo il suo bastone a terra. Secondo me una caterva di "nuovi" mega fan della Marvel manco sono consci che una volta Thor avesse un alter ego umano  :]
Comunque anche questo cartonato non è esente da pecche, per esempio nella storia di Thor si vede l'Incantatrice ed il suo sgherro (di cui non mi viene il nome) in una tavola, ma nel testo non sono citati.
Tra l'altro, sempre su Thor, ma magari vale anche per le altre 3 storie, ho notato che le tavole sono prese da almeno un paio di fumetti diversi.



L'Uomo Ragno avrà a che fare con uno dei suoi più acerrimi nemici, Octopus, che personalmente non mi garbava molto.
I Fantastici 4 si batteranno contro il classico dei classici cattivi, il Dottor Destino.
Hulk sarà immerso nella solita storia senza né capo né coda...
Infine Thor, come accennavo sopra, se la vedrà con il suo folle fratellastro.
Del cartonato Mondadori metto solo qualche scan, personalmente consiglio di reperirlo, lo si trova tranquillamente su Ebay a prezzi onesti  ;)

Edit del 28 giugno 2018:
Nei commenti al post J_D_La_Rue_ ha dato queste info aggiuntive:

Questo libro non lo conoscevo. Vedo che i disegni sono del mitico studio Staff di IF, quelli di Golzinga.
Dire chi realizzò materialmente i disegni è un po' più difficile.
Dire Staff di If per i fumetti è come dire Wu Ming o Luther Blissett per la letteratura.
Sembrano comunque ottime copiature degli stili di Steve Ditko e Jack Kirby.
Potrebbero essere dello staff anche i disegni dei fantastici quattro che apparvero sul giornale Supergulp (che di sicuro, non erano di Jack Kirby, anche se ci somigliano).
E' stato ipotizzato che fosse uno dei primi lavori di Pino Rinaldi, grandissimo disegnatore purtroppo recentemente scomparso, ma non lo so.


lunedì 25 giugno 2018

Iro Iro, il Giappone tra pop e sublime



TITOLO: Iro Iro, il Giappone tra pop e sublime
AUTORE: Giorgio Amitrano
CASA EDITRICE: DeA Planeta Agostini
PAGINE: 237
COSTO: 16€
ANNO: 2018
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN: 9788851153441


No, “Iro Iro” non è un saggio su uno dei mostri spaziali lanciati da Vega contro Goldrake, ma è il tentativo di Giorgio Amitrano di far partecipe il lettore della sua conoscenza del Giappone. Di libri scritti da chi si è recato in Giappone ormai sono piene le librerie, che sia un viaggio o 200, in tanti si sono lanciati nell'avventura editoriale, quindi perché non leggere quello di uno dei massimi nipponisti italiani?
Amitrano individua sette argomenti per sviluppare il suo pensiero (libero) sul Giappone, per illustrare il successo culturale del Giappone nel mondo. Infatti, se al tempo dei primi cartoni animati giapponesi erano ben pochi ad avere una qualche cognizione sul paese del Sol Levante, oggi anche i meno interessati all'argomento possiedono qualche informazione minima.
Lo scritto è scorrevolissimo e comprensibile, tanto che anche gli argomenti che di solito fatico maggiormente a digerire del Giappone, tipo la cerimonia del te e la calligrafia, li ho letti con piacere.
Non mancano numerosi aneddoti personali tratti dalla lunga permanenza in Giappone dell'autore.
Gli argomenti trattati sono:
L'arte della calligrafia, in cui, oltre a spiegarne origine e significato, l'autore racconta la sua esperienza personale quando frequentò un corso di 4 anni a Kyoto;
Le cerimonie, non solo quella del te, ma anche quella del caffè. In generale viene illustrato il risvolto sociale di questa passione/esigenza nipponica per le cerimonie perfettamente codificate;
Cos'é la felicità per un giapponese? Capitolo molto bello;
La realtà e la irrealtà del Giappone tramite gli scritti di Murakami (e non solo lui);
L'importanza delle stagioni, dalla cultura al vivere quotidiano;
Il fenomeno Karaoke, con tanto di regole (non scritte) che non sapevo esistessero. Nel capitolo si tratta anche della cantante (del genere musicale henka) Misora Hibari. Sono quindi andato a vedermi qualche suo video su You Tube, e devo dire che le melodie delle sue canzoni mi hanno rammentato tante vocal melanconiche degli anime, dall'Uomo Tigre allo Zambot 3.
Cosa è la “bellezza” in Giappone.

In conclusione della recensione non posso che augurarmi un “Iro Iro 2”.

domenica 24 giugno 2018

"Playgulp 4 e 5: arrivano i pornofumetti di Playboy"- Playboy marzo e aprile 1981



Terzo appuntamento con gli scabrosi fumetti di Bonvi che, ospitati su Playboy, vedevano i personaggi dei cartoni animati giapponesi e dei fumetti protagonisti di irriverentissime e non politically correct storie erotiche. E' indubbio che, lette oggi, quelle strisce potrebbero un po' far storcere il naso, anche se, negli ultimi mesi, il linguaggio, in particolare quello politico, si è avvicinato molto a questi fumetti... che erano, in fondo, solo fumetti!
I personaggi degli anime del periodo la fanno da padrone: Goldrake (più Rigel ed Actarus), Remì, Heidi (più il nonno e Peter), Anna dai capelli rossi, qualche Mazinga.
Forse, considerando che nei relativi anime sono dei bambini, i personaggi di Heidi, Remì ed Anna fanno un po' impressione, però lo scopo di Bonvi era di dissacrarli tutti, in particolare i cartoni animati giapponesi, verso cui non nutriva una grande simpatia:
Bonvi VS "i cartoni animati giapponesi" - Il Resto del Carlino 19 aprile 1980

Inoltre su una testata come Playboy non è che ci si poteva aspettare qualcosa all'acqua e sapone...
Chissà se la medesima operazione editoriale venisse ripetuta oggi, avrebbe qualche effetto sui vari Moige et similia, sempre in cerca di crociate da combattere    ^_^

I due post precedenti:
"Playgulp 1: arrivano i pornofumetti di Playboy"- 14 numeri dal dicembre 1980 al febbraio 1982 - "Benvenuto Bonvi", di Giovanna Tettamanzi - Playboy dicembre 1980

"Playgulp 2 e 3: arrivano i pornofumetti di Playboy"- Playboy gennaio e febbraio 1981

venerdì 22 giugno 2018

"Arrivano i Superboys" ("Soccer Boy") - ("Akakichi No Eleven" - "Gli undici rosso sangue" 1970) - puntate 41 e 42




Devo ammettere che queste due puntate le ho trovate un po' pallose... non ci sono partite di calcio, ma in gran parte racconti, spesso strappalacrime, sulla condizione sociale in cui crebbe Ken Santos, oltre alla sua ricerca della madre giapponese che lo ha abbandonato da neonato...
In pratica il sottotitolo alle due puntate potrebbe essere: Allegria...  >_<
Detto ciò, non sono comunque assenti skill spettacolari (di Ken Santos e Belè) ed altrettanto impossibili, senza contare che le due puntate si concludono con la mega sfida a due tra Ken Santos e Shingo Tamai!!!
Scena finale con finale drammatico, tanto per rimanere in tema triste.
Ci sarebbe, infine, da fare una analisi su quale fosse la valutazione del calcio da parte degli sceneggiatori e registi nipponici: di  quali valori poteva essere portatore il calcio in Giappone?
La prima e più ovvia risposta sarebbe il tanto amato, specialmente in Giappone, spirito di gruppo degli sport di squadra, dove le individualità devono amalgamarsi nel team fino a scomparire. peccato che, alla fine, la squadra, intesa come tutti ed undici i calciatori, non la si vede mai... fanno tutto 3 o 4 protagonisti, con qualche personaggio di contorno... curiosa anche questa dicotomia tra la società giapponese e come vedessero il calcio i giapponesi in questo anime. Mi pare che, almeno per quanto riguarda la pallavolo femminile o il baseball, il resto della squadra fosse un po' più presente, vado a memoria, magari sbaglio.
In realtà non è il "gruppo" il valore del calcio che pare risalti in "Akakichi No Eleven", ma le pallonate in faccia...
Gli episodi 41 e 42 non sono i primi due in cui vari personaggi cercano di veicolare dei valori sportivi tramite delle stangate in pieno viso o stomaco, rammento Matsuki all'inizio della serie, oppure lo stesso Shingo, ma anche Kamioka Go etc etc... però in queste due puntate forse gli sceneggiatori si fecero un po' prendere la mano, anzi, la pallonata...
Nella recensione non ho messo tutte le scene in cui qualcuno si becca uno "scaldabagno atomico" (cit. Oxido) in testa o nell'addome, ma sono veramente tante, chissà cosa volevano trasmettere al giovane telespettatore giapponese gli autori della serie.
Posso anche concepire la pallonata che si becca Shingo da Matsuki, perché il ragazzo all'inizio della serie era uno spocchioso bullo da quattro soldi, ergo a scopo formativo. Una dura educazione che alla fine è servita, visto che il nostro eroe calcistico è molto maturato in queste 42 puntate.
Mentre non capisco il senso di un duello in cui i due calciatori si tirato pallonate omicide a vicenda... come era già capitato, per esempio, nella sfida tra Shingo e Taki, prima che il secondo venisse arruolato in squadra.
In cortile facevamo tantissime sfide a due, tipo a muretta, con i palleggi, a tennis ball, a rigori, a due porte etc etc... ma non ci siamo mai presi a pallonate addosso a chi sopravviveva   ^_^



La puntata numero 41 inizia con un clamoroso colpo di scena, Belè si è tinto i capelli!
Avrà usato il miracoloso pettine di Roberto Bettega? :]
Infatti alla fine della puntata 40 lo abbiamo visto incanutito, mentre nel proseguo della medesima scena nella puntata successiva ha i capelli neri!!!   ^_^
Cari i miei coloratori nipponici, un po' più di attenzione!
Faccio notare che Belè era arrivato dal Brasile in Giappone con un aereo a motore... prendere un volo di linea?



La stella del calcio brasiliano e mondiale si concede ai giornalisti in una affollata conferenza stampa.
Come per tutti i dialoghi italiani non si ha nessuna certezza che le cose dette siano rispettose dei dialoghi originali, infatti un giornalista gli dice che lui guadagna 300 milioni di dollari all'anno!
300 milioni di dollari!
Anche considerando come anno quello del doppiaggio, cioè il 1980, e non il 1970, l'anno della produzione nipponica, mi pare una cifra un po' esagerata... non ho trovato siti che mi potessero trasformare i 300 milioni di dollari del 1980 in un corrispettivo attuale, ma mi pare un'altra delle parole a caso che si sentono nel doppiaggio italiano.
Non per nulla il campione brasiliano smentisce immediatamente il giornalista, paura delle tasse?  >_<
Per dimostrare ai giornalisti che lui non guadagna quella cifra, fa vedere il risvolto della giacca, che porta il suo nome, dato che sponsorizza degli abiti.
Da notare che sulla targhetta c'è scritto "Pele" senza la e accentata, probabilmente perché non conosciuta in Giappone, ma non "Belè" come viene chiamato nel nostro scarso adattamento.

mercoledì 20 giugno 2018

Unboxing di una risma dei quaderni di Sandokan della Pigna - 1976



Girando per varie fiere, in cui si smercia anche o prevalentemente materiale vintage, mi è capitato sovente di vedere collezionisti, ma più spesso collezionistE, di quaderni anni 70 ed 80. Sinceramente, pur non avendo nulla da ridire in merito a questa passione (ognuno/a ha le proprie), non sono mai stato attirato da questo articolo, se non per quelli inerenti strettamente i cartoni animati giapponesi, purtroppo mi sono sempre imbattuto in prezzi di questi quaderni molto più alti di quanto la mia non-passione mi permettesse di spendere.
Poi capita che ti ritrovi ad un mercatino dell'usato una risma ancora incelofanata di quaderni di Sandokan che costa solo 3 euro, e quindi ti lanci una tantum pure in questo acquisto  :]
Un giorno tutto il materiale cartaceo vintage che ho accumulato negli anni finirà al macero, considerato solo come mere fibre da recupero  T_T
Quindi stravolta mi lancio in un altro "unboxing vintage", perché secondo me non c'è gusto a scelofanare una roba appena comprata, chiunque può farlo... ma spacchettare una roba di nuova di 40 anni fa è molto più divertente   ^_^
Come recita la targhetta della Pigna la risma conteneva 20 quaderni, a 150 lire l'uno, ergo 3000 lire totali, in cui sono contenute 6 diverse copertine, così divise:
4 quaderni con la copertina verde;
4 quaderni con la copertina blu con Sandokan;
3 quaderni per gli altri 4 soggetti (2 rossi, 1 giallo ed un altro blu).

Un altro motivo per cui vale la pena di fare un post con 20 quaderni di Sandokan, è rammentare che non furono i cartoni animati giapponesi ad iniziare lo sfruttamento commerciale dei poveri bambini degli anni 70 ed 80, ma l'italianissimo Sandokan nel 1976!
Il tutto ad opere sempre della Sacis, diretta emanazione della Rai, la stessa che un paio di anni dopo avrebbe fatto i miliardi con Heidi, Atlas Ufo Robot, Capitan Harlock etc etc
Per animare l'Unboxing Vintage consiglio di cliccare a ripetizione sulle immagini  ;)


lunedì 18 giugno 2018

TV Sorrisi e Canzoni N° 37 dal 16 al 22 settembre 1979 - "Capitan Harlock 1979", di Paolo Cucco




Il "TV Sorrisi e Canzoni" che ho postato il mese scorso era del settembre 1977, questo di due anni dopo giusti giusti. Cambiò, televisivamente parlando, qualcosa in quell'arco di tempo?
Parecchio  :]
Ormai le tv a colori erano più o meno la norma nelle case degli italiani (non nella mia...), le televisioni locali private si erano allargate a macchia d'olio ed aumentavano costantemente gli ascolti (a detrimento di quelli della Rai), e gli anime erano ormai palesemente ed in pianta stabile nei palinsesti delle tv locali e della Rai. Scrivo "palesemente", perché nel settembre 1977 erano già presenti tre cartoni animati giapponesi, ma non conoscevamo la loro origine nipponica:
Barbapapà; Vicky il vichingo; Kimba il leone bianco.

C'è da dire che nell'inserto con i programmi delle tv locali di questo TV Sorrisi (Tre Venezie) parrebbe non esserci manco un anime... però in edizioni di altre regioni (tipo la Lombardia) del medesimo periodo i cartoni animati giapponesi c'erano, ergo parrebbe essere una questione meramente localistica e forse di bassa stagione televisiva.
Un indizio che, invece, gli anime erano entrati prepotentemente nella vita degli italiani è in un articolino sull'inizio dell'anno scolastico, in cui si accenna al furoreggiare degli articoli ispirati agli eroi di cartone della tv:
"... furoreggia la moda dei personaggi della Tv dei ragazzi: gli eroi di cartone accompagnano i nostri figli anche a scuola."
E se era già capitato che gli eroi in carne, ossa e crine (tipo Sandokan e Furia) della tv finissero su cartelle, quaderni ed astucci, era la prima volta che gli "eroi di cartone" avessero tale successo.
In contemporanea con l'anno scolastico partiva anche il campionato di calcio 1979/80, non per nulla la redazione gli dedicò la copertina.
Ho trovato molto interessante un articolo di ben 4 pagine sui ministri dell'allora "nuovo" primo governo Cossiga, da leggere e confrontare con l'attualità.
Era tempo anche di finali, in particolare quella di Giochi Senza Frontiere, che si sarebbe disputata a Bordeux con la squadra di Chioggia a rappresentarci (vinse la Francia...).




Ovviamente l'articolo per il quale posto la rivista è quello dedicato alla seconda parte delle puntate di Capitan Harlock, in cui l'immagine del Galaxy Express 999 e di Maisha sono addirittura più grandi di Harlock e dell'Alkadia!!!
Immagino che alla redazione arrivò una qualche brochure con le opere di Leiji Matsumoto, in cui c'era un po' di tutto, e gli ignari redattori di Tv Sorrisi mandarono tutto in stampa   ^_^
Poi c'è il contenuto dell'articolo del mitico Paolo Cucco, colui che, a mio avviso, fu l'inventore della bufala dei cartoni animati giapponesi fatti al computer:
TV Sorrisi e Canzoni N° 14 dal 2 al 8 aprile 1978 - "Atlas Ufo Robot" (genesi della bufala degli anime fatti al computer?), di Paolo Cucco + prima puntata di Goldrake!

Sopra il Galaxy Express 999 possiamo leggere:
"Il clamoroso successo dei cartoni animati giapponesi dovuto a tecniche e attrezzature d'avanguardia"!!!
Che per certi versi era vero, in quanto ho letto sovente che dei macchinari per la ripresa delle animazioni in alcuni contesti erano invenzioni giapponesi, create apposta per gli anime,  ma ovviamente non poteva essere realistico se si alludeva al computer  ^_^
E qui non si alludeva solamente...



Il bello degli articoli di Paolo Cucco inerenti i cartoni animati giapponesi era proprio questa commistione di informazioni corrette assieme a cose totalmente inventate, ma scritte con una padronanza di linguaggio tecnico che le facevano sembrare vere  :]
Ed in queste 3 colonne ce ne sono di affermazioni/informazioni che lasciano un po' perplessi.
Tralasciando il nome errato di Mayu, magari fu un refuso, mi chiedo quale fosse la fonte della notizia per cui alla lavorazione dell'anime parteciparono anche degli psicologi  :]
Posso sbagliare, ma mi pare di aver letto che in Giappone ci sono due categorie professionali che hanno meno successo che in Occidente, gli avvocati e gli psicologi. Dei primi sono certo, dei secondi non del tutto.
Figuriamoci se nel 1978 la Toei chiamò degli psicologi per coadiuvare la produzione della serie...
Mi sfugge, invece, se il nome "Shogun Warriors" fu una felice intuizione del giornalista, oppure se si limitò a leggerla sulle confezioni dei robottoni giocattolo della Mattel:
Catalogo giocattoli Mattel - Natale 1979 (tra cui: "Shogun, gli invincibili difensori della Terra") 

sabato 16 giugno 2018

Cresciuti a pane e Goldrake, testimoni della Goldrake Generation



TITOLO: Cresciuti a pane e Goldrake, testimoni della Goldrake Generation
AUTORE: Fabio Lucentini
CASA EDITRICE: FL
PAGINE: 104
COSTO: 15€
ANNO: 2018
FORMATO: 20 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet 
CODICE ISBN: 979122003144


Sempre più spesso acquisto libri tramite il web (non Sfruttazon...), ergo non li posso sfogliare preventivamente, decido l'acquisto in base al titolo e alla quarta di copertina (se presente da qualche parte).
Per questo libro la quarta di copertina mi aveva fatto ipotizzare che potessero essere trattati, seppur in maniera più amatoriale (come in questo blog) che analitica (come nella saggistica del settore) le tematiche inerenti le polemiche giornalistiche sui “cartoni animati giapponesi”. Alla fine del post metto la scan della quarta di copertina, ed ognuno potrà valutare se la mia aspettativa fosse mal riposta.
In realtà non è per nulla così, ma questo non sarebbe stato un grosso problema, se lo scritto avesse contenuto qualche altra tematica interessante. Purtroppo, dal mio punto di vista, non c'è traccia di alcunché di interessante. 

Probabilmente, se il libro fosse stato pubblicato 10 anni fa, le informazioni ivi contenute sarebbe potute essere anche innovative, ma nel 2018, con così tanti libri pubblicati sugli anime (saggistica anime) e millemila siti più o meno amatoriali, le pillole informative sono abbastanza stra note, oltre che poco approfondite, visto che per la maggior parte sono formate da poche righe.
Potrebbe essere un regalo per un non appassionato, che magari vuole leggere qualche curiosità in poco tempo.
Il libro si divide fondamentalmente in due parti. Nella prima (42 pagine) ci sono 116 pillole informative in stile “Non tutti sanno che...” della Settimana Enigmistica. Nella seconda, che consta ben 129 pagine(!), sono presenti i commenti web su Goldrake e in generale sui cartoni animati giapponesi di utenti (mi pare nello specifico di You Tube, se ho capito bene). Lo scopo della seconda sarebbe dar voce ai fan, far spiegare direttamente a loro cosa ne pensano (o pensarono) degli anime. Il problema é che sono commenti del web, ergo già in origine con uno scarsissimo approfondimento, che per la maggior parte non va oltre ad una apprezzamento. 129 pagine di commenti positivi su Goldrake e gli anime anni 70 ed 80.
La prima parte mi ha lasciato, per certi versi, ancora più perplesso. Non solo le 116 pillole informative sono inserite totalmente senza una logica, completamente a caso, ma sono prese, mi pare in gran parte, dal web anch'esse, come le successive 129 pagine di commenti web. Il problema è che, mentre i commenti sono dichiaratamente presi da internet, per le pillole informative non c'è alcuna fonte citata. Non viene mai citato un sito, nessun blog, nessun forum, nessuna pagina FB, nessun libro precedentemente scritto. Potrebbe essere anche tutta farina del sacco dell'autore, però dentro ci sono anche informazioni che sono presenti solo su questo blog. Sia chiaro, nulla di rivoluzionario, però il dubbio che sia stato saccheggiato il web, dove le informazioni sono presenti gratuitamente, e poi inserite in un libro a pagamento, è abbastanza forte.
Per quanto mi riguarda la questione un po' mi scoccia, in quanto, oltre al tempo, io spendo un po' di soldini per recuperare il materiale che metto sul blog, specialmente per gli articoli dell'Emeroteca Anime, mi sarebbe bastata una generale citazione del blog, anche in piccolo, alla fine del libro, tanto per simpatia.

Poi, magari, l'autore ha la mia medesima passione e ha intrapreso la stessa mia ricerca, trovando gli stessi identici articoli, potrebbe essere, nel qual caso mi scuso dei dubbi che ho sollevato  :]

Edit del 17 giugno 2018:
Ho trovato un video di You Tube che pubblicizza il libro, in cui sono presenti sei immagini di articoli dei quotidiani sulle polemiche contro Goldrake e soci.
Il video lo metto sotto, comprese le immagini dei quotidiani , che mi pare siano tratte da questo blog. Mi pare, perché non c'è più il watermark "imagorecensio", quindi starò di certo sbagliando  ^_^




Ecco l'impostazione delle pillole informative, totalmente senza un ordine.
Da notare la numero 9 e 10, riguardanti le polemiche dei giornalisti contro gli anime.
Tortora
Costanzo 1
Costanzo 2
Zucconi
Dario Fo
Nantas Salvalaggio

L'unico personaggio che mi manca è Corrado, e sarei curioso di sapere in quale articolo attaccò Goldrake. Ovviamente c'è anche Rodari ed il saggio della Lurcat.
Non sono andato a cercarmi la fonte web di ognuna delle 116 micro info, non ne avevo né voglia né tempo, mi sono limitato a qualcuno solo a titolo di esempio, altrimenti rischio anche di passare da vision-ario  :]

giovedì 14 giugno 2018

"Heidi dalla TV" - 12 numeri editi dalla Edierre



Di materiale editoriale su Heidi ne venne pubblicato a tonnellate, in fondo era trasmesso dalla Rai, addirittura sulla Rete 1 in un orario pre prime time, senza contare che la bambina delle Alpi fu la prima eroina animata giapponese che vedemmo in tv. Questo profluvio di pubblicazioni fu un po' sbilanciato sulle serie della Rai, molte serie trasmesse dalla tv locali ebbero scarso seguito editoriale, alcune neppure l'onore di un fumetto, come "Conan il ragazzo del futuro"  T_T
In particolare questi 9 numeri hanno un formato piccolo, 19 cm x 14 cm, ed un numero di pagine esiguo, solo 6. Dall'impostazione della storia si nota che il fumetto era indirizzato ai più piccoli, trama semplice con disegni formati da una unica grande tavola per pagina.
Alcuni numeri ripropongono brevi spezzoni, assai semplificati, delle puntate viste in televisione, altri numeri, invece, mostrano storie inedite, ovviamente molto elementari.
Ho trovato molto belle le copertine, un po' meno i disegni dei fumetti.
I fumetti sono datati genericamente 1978, però nella parte inferiore campeggia un 1977:
"Stampa novembre 1977 - OFSA - Casarile (Milano)"
Sarebbe da capire se fu la data della stampa oppure della commissione del lavoro.
Alla fine del post c'è una scan solo della parte inferiore scritta più in piccolo.
Ho recuperato tutti i 12 numeri ad un mercatino dell'usato, qualche fumetto ha la copertina un pelino ammuffita e dell'ultimo ("Heidi e il fantasma") ho solo la copertina, le pagine del fumetto si sono perdute, però al prezzo di un mercatino dell'usato, ci si può accontentare   :]
Non ho scannerizzato tutti i fumetti, solo il primo ed alcuni altri con storie non tratte dalla serie.


La prima storia ripercorre la puntata in cui Heidi ostracizza i cacciatori, è un pelino modificata, ma ne è chiara la matrice originale.


martedì 12 giugno 2018

La sessualità giapponese, uno sguardo sociologico




TITOLO: La sessualità giapponese, uno sguardo sociologico
AUTORE: Umberto Pagano e Giovanna Procopio
CASA EDITRICE: Youcanprint
PAGINE: 104
COSTO: 16€
ANNO: 2018
FORMATO: 18 cm X 12 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet 
CODICE ISBN: 9788827813683


Sono stato spinto all'acquisto dal sottotitolo, cioè “uno sguardo sociologico”, quindi una valutazione sulla società giapponese ed il sesso. Il saggio non l'ho potuto sfogliare prima dell'acquisto, essendo una compera on line, ergo non mi sono reso conto che il combinato disposto tra il numero di pagine non numerosissime (100) con il formato non amplissimo (18x12), permette la lettura del titolo in circa un'ora. Inoltre la saggistica citata nel titolo non è sempre recentissima, di certo libri importanti, ma non pubblicati da poco. Infatti due dei temi trattati sono gli “uomini erbivori” e l'enjo kosai, il primo penso che risalga ad una decina di anni fa, mentre il secondo è degli anni 90. Il tutto per un costo di 16 euro, che non è bassissimo considerando il numero di pagine ed il formato.
Le tematiche sono trattate senza scandalismo e senza dare giudizi morali ed etici, cercando di spiegarle facendo riferimento anche alla storia e alla cultura del Giappone. Avrei apprezzato un maggior numero di pagine, scritte con lo stesso piglio, ma con più approfondimento, specialmente sul versante dei costumi sociali più attuali.


sabato 9 giugno 2018

Golzinga n° 2 "Il mago spaziale", collana "Telefumetto" n° 9 - aprile 1980



Goldrake + Mazinga = Golzinga!
Quindi sarà il doppio entusiasmante, tipo i mediometraggi che vedevano Goldrake e Mazinga assieme, giusto?
Non proprio  ^_^
Con tutto il rispetto per chi disegnò e sceneggiò questo Golzinga, ma io vorrei leggere un commento di un ex bambino che lo comprava e che gli piaceva  >_<
Posso capire che i disegnatori italici non fossero avvezzi ai mecha e alle storie di robottoni, però potevano provare a fare lo sforzo di scrivere una trama un po' meno ridicola.
Ormai in televisione c'erano un sacco di robottoni ed anche serie robotiche più realistiche, come il Gundam, gli autori avrebbero anche potuto semplicemente copiare qualche trama, partendo dai personaggi cattivi, che in questo fumetto vanno oltre la macchietta...
Evidentemente valeva la regola aurea del "prodotto per bambini = contenuti zero", altrimenti quelli non capiscono...



Oltre all'introduzione alla seconda puntata di Golzinga, nella contro copertina era presente l'elenco dei numeri usciti, che considerando quello del numero successivo, in totale credo che portasse la collana "Telefumetto" a 10 numeri. Ho, però, un forte dubbio sul fatto che il numero 10, cioè l'Apemia, sia mai stato pubblicato, infatti sul web non ho trovato neppure una copertina di questo fatidico dieci (che si può apprezzare a fine post). Neppure su Ebay, dove si possono trovare tutti i restanti 9 numeri, è presente questa ape della Epierre.
Chissà se arrivò mai in edicola...

Capitan Sherlock n° 1 "Il corsaro dello spazio", collana "Telefumetto" n° 1 - aprile 1979
Capitan Sherlock n° 2 "La riscossa di Nefera", collana "Telefumetto" n° 2 - maggio 1979
"Heidi trova un'amica", collana "Telefumetto" n° 3 - luglio/agosto 1979
Capitan Sherlock n° 3 "Viaggio su Algar", collana "Telefumetto" n° 4 - settembre 1979
Golzinga n° 1 "Il pericolo di Morlok", collana "Telefumetto" n° 5 - ottobre 1979
Remy n° 1 "Addio mamma Barberin"- supplemento al n° 5, collana "Telefumetto" - novembre 1979
Remy n° 2 "Remy commediante", collana "Telefumetto" n° 6 -
Remy n° 3 "Mrs. Milligan, collana", collana "Telefumetto" n° 7 -
Remy n° 4 "Un nuovo padrone", collana "Telefumetto" n° 8 -
Golzinga n° 2  "Il mago spaziale", collana "Telefumetto" n° 9 - aprile 1980
Apemia "Addio, sorella pellegrina", collana "Telefumetto" n° 10 -


venerdì 8 giugno 2018

"Arrivano i Superboys" ("Soccer Boy") - ("Akakichi No Eleven" - "Gli undici rosso sangue" 1970) - puntate 39 e 40



La 38esima puntata ci aveva lasciato con l'annuncio della mega sfida tra Shinsei e Fujienishi, durante la quale Kamioka Takeshi, potrà portare a termine la vendetta contro Matsuki, reo di averlo reso invalido. Kamioka Go, fratello minore di Takeshi e super portiere della Fujienishi, è stato allevato ed allenato per questa vendetta, per questo incontro che spazzerà via dal mondo calcistico l'allenatore Matsuki, la Shinsei e tutti i suoi calciatori.
Ci sono forse dei toni un po' esagerati per una partita amichevole dei tornei scolastici?
Probabilmente un pelino, però era un modo per creare pathos, emozione che i cartoni di Hanna & Barbera e simili certo non potevano suscitare...
La puntata 39 resta divertente perché è la cronaca della partita tra Shinsei e Fujienishi, che a differenza di quello che si vedrà con "Holly e Benji", dura una puntata, non viene protratta per anni...
Non mancheranno tiri speciali, segreti e parate fenomenali, senza contare che, di nuovo, gli sceneggiatori giapponesi daranno prova di una scarsa conoscenza del regolamento del gioco del calcio  :]
Nella 40esima puntata verrà presentato il successivo ostacolo agonistico che Shingo Tamai dovrà affrontare: Ken Santos!
Considerando che l'anime è del 1970, l'inserimento nella storia di un nippo-brasiliano di colore, nato da madre giapponese (che il ragazzo sta cercando in Giappone) e padre brasiliano, meriterebbe un approfondimento. Il ragazzo non parrebbe essere un discendente di giapponesi emigrati in Brasile nei primi decenni del 900, visto che cerca la madre giapponese perduta, sembrerebbe che il ragazzo sia il frutto di una relazione tra una giapponese ed un brasiliano (di colore).
Ken Santos conosce il giapponese, visto che si rapporta con gli altri personaggi nipponici, però non ci è dato sapere, visto che non possiamo ascoltare il doppiaggio originale e che comunque io non lo comprenderei, se si esprime in un giapponese fluente oppure da immigrato. Questa sarebbe una informazione interessante, in quanto potrebbe indicare in quale misura gli sceneggiatori volevano portare in evidenza la questione del razzismo in Giappone. Infatti, durante la ricerca della propria madre, c'è una scena in cui una signora giapponese mostra stupore per il fatto che un ragazzo di colore abbia una madre giapponese, e ciò causa una intensa reazione emotiva da parte di Ken.
Probabilmente, ma lo si vedrà nelle puntate successive, l'adattamento italico avrà causato la perdita delle tante sfumature del linguaggio che permettevano di notare atteggiamenti razzisti verso Ken, comunque i disegni non possono essere riadattati (al massimo tagliati), ed in quella scena è chiara sia la reazione sorpresa della donna, la rabbia del ragazzo, con conseguente imbarazzo da parte della tipa, che si rende conto di aver mostrato il suo lato razzista.
Da notare anche che Ken si presenta a Shingo e soci in maniera molto barbara, se lo ritrovano nel letto dopo che si è mangiato il pranzo senza chiedere il permesso a nessuno. Poi il ragazzo salderà il conto con dei soldi, ma è chiaro che gli sceneggiatori volessero (di)mostrare al giovane telespettatore nipponico che Ken fosse uno straniero, un gaijin in tutto e per tutto.
Non manca lo stereotipo della persona di colore con le labbra carnose, per giunta colorate in maniera diversa rispetto al resto del visto, inoltre il ragazzo è dotato di una forza quasi animalesca, ma questo aspetto potrebbe essere dovuto agli allenamenti sportivi.


E' il 4 gennaio, il giorno del mega sfidone tra Shinsei e Fujienishi!
Finalmente sapremo chi è il più forte tra Shingo Tamai  e Kamioka Go, sapremo se la vendetta di Takeshi Go contro Matsuki si compirà.
Considerando che il personaggio di Kamioka Go è apparso nella 27esima puntata, e il duello con Shingo si conclude con questa 39esima puntata, gli sceneggiatori nipponici nel 1970 non avevano ancora preso l'abitudine di allungare il brodo delle trame oltre la decenza umana.
Ho tralasciato la sequenza iniziale tra i due fratelli Go che aveva lo scopo di enfatizzare l'odio di Takeshi verso Matsuki, oltre all'obbligo di Kamioka verso il fratello maggiore di portare a termine la vendetta del fratello maggiore.



Mentre Shingo ed il padre adottivo parlano di cose a caso, il ragazzo nota con interesse la tecnica di rottura dell'uovo, in particolare la meccanica del movimento del tuorlo:
"Il guscio si rompe ed il tuorlo rotola come una palla, è come se rotolasse sul campo".
A parte che il tuorlo non rotola ma scivola, ma per il resto che nesso c'è fra una frittata e una partita di calcio?
Lo scopriremo fra un po'  :]

martedì 5 giugno 2018

Corposa aggiunta di articoli (71) all'indice dell'Emeroteca Anime

Originariamente mi ero riproposto di aggiornare con regolarità l'indice dell'Emeroteca Anime, ma poi, a forza di rimandare, mi si sono accumulati un sacco di articoli.
Quindi oggi li ho inseriti tutti e 71 assieme, ergo posto questo avviso a beneficio di chi sia interessato all'argomento e voglia dare un'occhiata ai nuovi ritrovamenti.
In particolare si sono ingrossate le file degli articoli dell'aprile 1980  ^_^
Colgo l'occasione per ringraziare Massimo Nicora per avermi girato il link della Biblioteca Digitale dal sito della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, da dove poi ho recuperato gli articoli dei quotidiani lì presenti.
Lascio il link a beneficio degli interessati (magari per argomenti più seri), avvisando, però, che la ricerca per parole chiave non funziona, ergo bisogna muoversi come in una normale emeroteca, cioè sfogliarsi tutte le singole pagine di ogni edizione ed andarsi a leggere gli articoli.
Fatto che impegna parecchio tempo e potrebbe portare a qualche svista   T_T

http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornali

Di seguiti l'elenco dei nuovi articoli

Lo Scudo Crociato vs l'Alabarda Spaziale e la Spada Diabolica - Ovvero, scende in campo la Democrazia Cristiana - 7 articoli dell'aprile 1980 su "Il Popolo"




A dire il vero forse ho sparato un po' il titolone per attirare lettore, in pieno stile stampa italiana (sto imparando), visto che "Il Popolo", organo ufficiale della Democrazia Cristiana", non è che usò toni particolarmente cruenti contro Goldrake e Mazinga. Altri quotidiani, non dipendenti direttamente da partiti politici, furono molto più aggressivi contro i cartoni animati giapponesi. Per esempio, in tutti e sette gli articoli che "Il Popolo" dedicò nell'arco di soli 12 giorni, non è mai citata la mega panzana sull'uso del computer per produrre gli anime degli anni 70.
Più che altro i vari giornalisti, pur accusando Goldrake e Mazinga di essere violenti, puntavano il dito sul contesto sociale, sull'importanza che la famiglia avesse valori forti (ovviamente cattolici), sulla spregiudicatezza delle televisioni che sfruttavano commercialmente i gusti dei bambini.
Ho deciso di raggruppare tutti e sette gli articoli in un unico post perché sono ascrivibili al secondo attacco di panico mediatico dei giornalisti italici contro gli anime.
Il primo fu scatenato dall'onorevole Silverio Corvisieri nel gennaio 1979:
"Un ministero per Goldrake" - "La Repubblica" 7/8 gennaio 1979
"Il diavolo, probabilmente", di Bimba De Maria - "Radio Anch'io" su Radio 1 Rai - 17 gennaio 1979

Dall'aprile 1978 (o il febbraio 1978 per Heidi) al gennaio 1979 i primi cartoni animati giapponesi erano stati poco criticati, spesso ignorati, qualche volta incensati, poi arrivò Corvisieri  ^_^
La seconda ondata di follia giornalistica iniziò proprio nell'aprile del 1980, grazie ai famigerati 600 genitori di Imola, che alla fine chiedevano solo un po' meno di robottoni in televisione, ma la cui iniziativa fu preda della voracità dei quotidiani.
Resta interessante che dell'argomento se ne occupò il quotidiano politico della Democrazia Cristiana, colei che guidava il paese dalla Liberazione, ed era anche la padrona assoluta della Rai.




In particolare mi ha colpito il commento di Alfredo Vinciguerra il 10 aprile (1980) sull'iniziativa dei 600 genitori di Imola, non tanto per i toni, per altro molto pacati, ma per la collocazione nel quotidiano, a pagina due, quella dedicata ai commenti più stringenti dell'attualità politica.
Infatti l'articolo di Vinciguerra è posto di fianco ad un articolo sul PCI, uno sulla crisi Usa-Iran (non sono cambiati i tempi...) ed infine ad uno sulla CEE (l'attuale Unione Europea).




Addirittura, il 15 aprile (1980) "Il Popolo" dedicò tutta la pagina della cultura (della Cultura), per un totale di quattro articoli, alla querelle tra i 660 genitori di Imola e i robottoni!
Sfogliando svariate edizioni de "Il Popolo" (molte settimane) ,posso assicurare che i temi trattati nella pagina della cultura erano mediamente di carattere cultural-religioso, argomenti molto complessi, quasi tutti totalmente fuori dalla portata delle mie capacità di comprensione culturale.
Ho provato a ricercare articoli inerenti i cartoni animati giapponesi su "Il Popolo" in altri periodi caldi, ma non ne ho rinvenuti, non escludo che ci siano, ma a quanto pare il quotidiano della DC aveva, ovviamente, ben altro di cui occuparsi nelle poche pagine che lo costituivano.
Basti pensare al terrorismo, alle continue crisi di governo, alle guerre di potere interne alla DC.
Quindi trovo che lo spazio che "Il Popolo" dedicò ai cartoni animati giapponesi nell'aprile 1980 abbia un particolare rilievo "politico-sociale".
Ricomincio la pubblicazione di quei 7 articoli in stretto ordine cronologico, da quello del 9 aprile (1980), che si era occupato dell'editoria per bambini, in concomitanza con  la XVII° Fiera Internazionale del libro per l'infanzia di Bologna.

domenica 3 giugno 2018

Lovecraft e il Giappone. Letteratura, cinema, manga, anime



TITOLO: Lovecraft e il Giappone. Letteratura, cinema, manga, anime
AUTORE: Gianluca Di Fratta
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 205
COSTO: 18,5 €
ANNO: 2018
FORMATO: 21 cm x 15 cm 
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN:
9788896133330

Per me questa recensione risulterà molto agevole, in quanto, non avendo mai letto nulla di Lovecraft e detestando le produzione horror (non di carattere fantasy), non posseggo il ben che minimo metro di paragone per valutarne il contenuto ^_^
Mi son limitato a leggerne lo scritto fidandomi dell'autore, abbastanza pratico di argomenti inerenti il Giappone, e degli altri cinque co-autori.
Mi pare fin superfluo consigliare lo scritto solo a chi sia un fan di Lovecraft, anche se non è un appassionato di film, narrativa ed animazione giapponesi.
L'unica cosa che non ho compreso bene è il perché il titolo venga ascritto al solo Di Fratta, visto che vi partecipano altri 5 saggisti con contributi di poco inferiori per numero di pagine.
Posso solo, dal mio punto di vista di accumulatore seriale di saggi su anima e manga (e Giappone), rimarcare il costante ed encomiabile impegno negli anni della casa editrice Società Editrice La Torre in questo campo, che è rimasta praticamente l'unica a pubblicare su questo versante .
Nell'introduzione Di Fratta spiega come e in che tempistica si diffusero gli scritti di Howard Phillips Lovecraft.
Il primo capitolo, ad opera di Gino Scatasta, analizza gli scritti e le tematiche di HPL.
Nel secondo contributo, di Massimo Soumarè, come, quando (sostanzialmente nei primi anni 80) e ad opera di chi, HPL divenne famoso in Giappone. Sono elencati gli autori nipponici palesemente influenzati da Lovecraft, tra cui Haruki Murakami.
Antonio Tentori indaga l'influenza di HPL nei film d'orrore occidentali, in pratica dei film analizzati io ho visto solo Alien, La Cosa e Poltergeist.
Giacomo Caloria effettua la medesima operazione del capitolo precedente, ma sul versante dei film horror giapponesi, che mi sono totalmente sconosciuti.
Nel quinto capitolo Di Fratta si concentra sul mondo di HPL nei manga, dividendoli in tre gruppi:
citazioni lovecraftiane nel fumetto giapponese; i manga che non citano il mondo di HPL, ma ne ripropongono le atmosfere; i manga che offrono un adattamento dei racconti di Lovecraft.
Nell'ultimo capitolo Riccardo Rosati esegue la medesima operazione per quanto riguarda l'animazione giapponese.
Il saggio termina con le conclusioni di Di Fratta.