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mercoledì 28 dicembre 2022

Unico aggiornamento (66 articoli) del 2022 (28 dicembre) all'Emeroteca Anime

Per assoluta e totale pigrizia ho procrastinato all'eccesso questa nuova infornata di articoli, che dalla precedente ha visto passare ben un anno e mezzo...
E' anche vero che in questo modo ho potuto aggiungere un po' di articoli, ad un totale che non è ingentissimo, visto anche il lasso di tempo dalla precedente infornata.
Questo non vuol dire che si stia prosciugando il filone degli articoli sull'animazione giapponese tra il 1978 e i primi anni 80, ma solo che le testate che potevo consultare si stanno esaurendo. 
In realtà ci sarebbero tantissime altre testate che si occuparono dei cartoni animati giapponesi, purtroppo o non sono disponili in nessuna forma, in quanto non vennero conservati (pubblicazioni troppo di nicchia o terminate presto), oppure sono rinchiusi in deposti non più accessibili al pubblico.
La terza possibilità è che queste testate siano disponibili fuori Milano, ma non è mia intenzione fare il pendolare delle emeroteche.
Ogni tanto qualche vecchio quotidiano viene digitalizzato e reso fruibile sul web (ad un costo ragionevole o gratuitamente), questa volta ho potuto consultare l'archivio de "Il Piccolo di Trieste", da cui provengono molti degli scritti di questo aggiornamento.
La prova che potenzialmente la mia ricerca potrebbe essere infinita è data dal fatto che ogni volta trovo nuove testate, le più disparate rispetto al tema "cartoni animati giapponesi", ma visto il clamore che questi scatenarono, qualsiasi redazione almeno una citazione si sentiva in obbligo di inserirla nell'articolo   ^_^
Per esempio questa volta ho inserito la testata "Cinescopio, rivista per riparatori radio tv e antennisti", in cui si fa un breve accenno agli anime, per far capire come la nomea negativa era condivisa pressoché da tutti.
Un altro esempio e la rivista "Sapere", che in un numero dedicato alle nuove tecnologie industriali (elettronica, computer e software), piazzava in copertina Goldrake, che era sinonimo di futuro.
Altre testate nuove sono:
"La via migliore" (rivista per ragazzi); "Il Piccolo di Trieste"; "Il Borghese"; "Il Nuovo Informatore Librario"; Videomagazine; "Quaderni di Comunicazione Audiovisiva"; "Portfolio Illustratori"; "S&M Strisce e Musica" (supplemento de "Il resto del carlino"); "L'informatore librario nuova serie"; IllustratoFiat.

Se a queste 12 nuove testate si sommano le 143 trovate fino ad oggi, si arriva allo strabiliante numero di 165 testate, tra quotidiani, settimanali, mensili, trimestrali etc. etc. che dedicarono almeno un articolo ai cartoni animati giapponesi.
Probabilmente la testata "IllustratoFiat" conteneva anche articoli già pubblicati da altre testate.
Un buon esempio di una ricerca potenzialmente infinita è quello che riguarda l'articolo trovato su "Telepiù" della settimana dal 19 al 25 luglio 1980. In indice era già presente un articolino, una lettera nella rubrica delle "Teleproteste":
"Cartoni anima: troppi cicli", lettera alla redazione - Telepiù 19/25 luglio 1980  

Solo che avendo consultato in emeroteca l'edizione di Milano, non c'era l'articolo che ho trovato stavolta, che è della zona ligure/toscana, quindi nelle pagine locali si parlava dei cartoni animati giapponesi trasmessi dalle tv private.
Basta pensare a questo per capire che basterebbe poter consultare tutte le edizioni locali dei Telesette, Onda TV e Telepiù per avere altre decine (centinaia?) di articoli...
Ma esisteranno? Oppure sono finite irrimediabilmente al macero?

Mi è stato possibile consultare un numero corposo di "Corriere dei Piccoli", tra questi ho selezionato alcuni articoli, quelli che mi sono parsi un minimo informativi, con notizie sugli autori oppure sugli autori delle sigle o i doppiatori, non ho considerato validi i meri trafiletti di avvisi di nuove trasmissioni di anime.
Il criterio è parecchio soggettivo, ma mi è sembrato sensato sfoltire un po' il "Corriere dei Piccoli".

Come ultimo aspetto bisogna considerare il fatto che anche quando ho già consultato una testata, non vuol dire che non mi sia sfuggito qualcosa, ne sono una prova il "Corriere della Sera" e "La Stampa", vivisezionati più volte, ma su cui trovo ancora nuovi articoli. 
Anche in questo caso ci sarebbe la questione delle edizioni locali... bisognerebbe consultare tutte le edizioni locali del "Corriere della Sera" per trovare tutti gli articoli pubblicati sulle tv locali e i cinema, per esempio.
Effettivamente i 1200 e passa articoli che ho trovato fino ad oggi mi sorprendono ancora, ma di certo saranno molti di più, sono lì da qualche parte ad aspettare di essere trovati.
C'è da sperare che li trovi prima io, che li rendo disponibili gratuitamente, rispetto a chi li vende :]

I 66 articoli di questo aggiornamento

sabato 24 dicembre 2022

Dizionario Manga, il fumetto giapponese dalla A alla Z




TITOLO: Dizionario Manga, il fumetto giapponese dalla A alla Z
AUTORE: Davide Castellazzi
CASA EDITRICE: Nippon Shock Edizioni
PAGINE: 423
COSTO: 28,5 
ANNO: 2022
FORMATO: 24 cm x 17 cm
REPERIBILITA': disponibile sul sito Nippon Shock Edizioni
CODICE ISBN: 9788897286707


Nel 2004 Davide Castellazzi pubblicò "A-Z Manga, guida al fumetto giapponese", sono passati un po' di annetti e il saggista ha deciso di aggiornare quel libro al 2022.
Il formato è molto più grande della precedente pubblicazione della "Coniglio Editore", poco più sotto inserisco la pagina in cui l'autore avvisa il lettore su alcuni aspetti della nuova edizione del Dizionario.
Nella vecchia edizione erano presenti più di 500 voci, in questa ci sono più di mille voci, un considerevole aggiornamento   ^_^



Confrontando la scan sopra, con le prima due pagine della lettera "A" della nuova edizione, con la scan sotto, che presenta le prime due pagine della lettera "A" della vecchia edizione, si noterà che l'impostazione è la medesima, come sono le stesse le descrizioni già presenti nella prima edizione.
Ovviamente non ho letto tutto il libro, ma mi sono limitato ad una scorsa e alla lettura di alcune voci random. 
Ho notato qualche refuso, inoltre, rispetto alla vecchia edizione, non è presente l'indice alfabetico con le voci trattate.



Come si può vedere dal raffronto delle due scan "nuova edizione" vs "vecchia edizione" ci sono voci già presenti nella vecchia edizione e voci nuove per questa edizione del 2022.

venerdì 23 dicembre 2022

Tatsunoko Heroes Archive [70's SF] I - II - III (3 volumi)




TITOLO: Tatsunoko Heroes Archive [70's SF] I - II - III
AUTORE: 
CASA EDITRICE: Nippon Shock Edizioni
PAGINE: volume 1 = 144 pag. - volume 2 = 112 pag. - volume 3 = 112 pag.
COSTO: 75 
ANNO: 2022
FORMATO: 28 cm x 21 cm
REPERIBILITA': disponibile sul sito 
Nippon Shock Edizioni
CODICE ISBN: 9788897286721


La casa editrice "Nippon Shock Edizioni", la medesima che ha messo in commercio "Nippon Shock Magazine", ha pubblicato l'adattamento italico della versione nipponica pensato dalla Tatsunoko per festeggiare i suoi supereroi degli anni 70.
Il cofanetto contiene tre volumi, il primo è dedicato tutto ai Gatchaman (Gatchaman; Gatchman II; Gatchaman F), il secondo a Kyashan e il terzo a Hurricane Polimar più Tekkaman.
Si nota che in Giappone apprezzano di più i Gatchaman dal fatto che il primo volume consta di più pagine, più del terzo che contiene sia Polimar che Tekkaman. E' anche vero che nel primo volume sono rappresentate tre serie, sebbene del medesimo titolo.
I tre volumi contengono una selezione, parrebbe la più completa mai pubblicata prima, di settei ed illustrazioni promozionali.
Ovviamente qualsiasi critica io possa avanzare sui tre volumi non è ascrivibile all'editore italiano, che ne ha solo acquisito i diritti di pubblicazione e li ha tradotti.
Mi ha colpito che le immagini a colori sia molto poche, direi esigue. Per il volume sui Gatchaman 15 pagine, per quello di Kyashan 11 pagine, infine per il terzo volume che contiene sia Polimar che Tekkaman 13 pagine.
Sia chiaro, lo avrei comprato anche se fossero state tutte in bianco e nero, quando occasionalmente le case editrici italiane si avventurano in queste pubblicazioni, mi pare giusto anche premiarle, altrimenti è inutile lamentarsi che in italiano non viene mai pubblicato niente.
Questo è, infatti, uno degli aspetti negativi del fandom nostrano, direi poco propenso a scucire il grano (se disponibile, ovviamente), o meglio, molto incline a trovare sufficienti difetti in un prodotto tradotto/adattato in italiano per non comprarlo, vedi i cofanetti DVD dei robottoni etc. etc. etc.
Inoltre ogni volume contiene una intervista ad uno dei protagonisti della Tatsunoko.
Considerando che in tutto sono più di 300 pagine e del formato, direi che il prezzo sia congruo, anche visto l'aumento dei costi di produzioni e dell'inflazione.

Qui sotto inserisco la copertina di ogni volume con a fianco l'indice dello stesso.
Dato che si possono agevolmente trovare on line immagini di alta qualità delle tavole interne ho evitato di scannerizzare, anche perché avrei dovuto rovinare la cordonatura dei volumi  :]



domenica 18 dicembre 2022

"Star Blazers, guerre stellari a fumetti con il Capitano Nemo" + 12 articoli sulla rete distributiva dei programmi - "Millecanali: mensile di radiotelevisione, audiovisivi e comunicazione" n° 71 novembre 1980


In un precedente post che aveva come focus il circuito distributivo di programmi "Telemond" c'era un articolo ("Al pomeriggio faranno Marameo") in cui, a proposito dell'anime "Star Blazers", si accennava al numero precedente di "Millecanali", infatti nel numero 71 del novembre 1980 c'è uno scritto sulla serie animata fantascientifica nipponica, ma non solo. Essendo il primo numero in cui la redazione di "Milleanali" inaugurava la rubrica sui programmi tv furono pubblicati ben 12 articoli sui distributori di programmi, i network e alcuni singoli programmi:
Che la festa cominci, come e perché da questo numero parliamo di programmi;
Quarantamila ore in vendita (al mese);
Chi sono e come cercarli (i distributori di programmi);
Il marchio di Reteitalia;
Un circuito tricolore;
La torre dei Torazzi;
E poi c'è il distributore dei distributori;
Produzione italiana. Non c'è; ma quella che c'è è brutta, eppure...";
Segnalazioni : Lou Grant;
Segnalazioni : Il Faraone;
Segnalazioni : Ora zero e dintorni;
Segnalazioni : Star Blazers, guerre stellari a fumetti con il Capitano Nemo;
Segnalazioni : Il pirata

Avendo in mio possesso materialmente questo numero, e non fotocopie come per quasi tutti gli altri "Millecanali", ho inserito tutti gli articoli, mentre dai numeri di "Millecanali" che ho consultato in emeroteca non ho potuto fotocopiare tutto, in quanto avrei impiegato troppo tempo, limitandomi agli anime e alla rete distributiva dei programmi (vedi numero 72 del dicembre 1980 linkato sopra).
Come ho già scritto in altre occasioni la consultazione di una rivista come "Millecanali" è indispensabile per chiunque voglia anche solo capire il periodo del "far west televisivo" delle tv private locali, ma anche il momento successivo in cui sono nati i primi network privati fino al monopolio Fininvest.

La redazione spiega bene la motivazione che li spinse ad pubblicare quelle che oggi sono inestimabili informazioni.



Preciso che, come si può vedere dal numero di pagina in basso, lo scritto era il penultimo di quelli mostrati, ma lo inserisco come primo.
Rispetto ad un articolo di una rivista con i programmi televisivi come "TV Sorrisi", su "Millecanali" la redazione si occupava anche delle questioni di acquisto della serie e degli sviluppi del merchandising.
Viene esplicitato che noi vedemmo la versione statunitense della "Corazzata Spaziale Yamato", anche se penso che lo spazio per gli spot fosse già quello nipponico a metà episodio.
"Star Blazers" mi piaceva, ma non riuscì a seguire moltissimi episodi (é tra le serie che vorrei (ri)vedere da adulto), quindi non comprendo bene in che modo la serie nipponica strizzasse l'occhio a "Il Signore degli anelli" di Tolkien.
Si noti che un paio di vote si tira in ballo Mazinga come paragone negativo, si vede che si era ancora reduci dallo tsunami mediatico della primavera 1980 contro i cartoni animati giapponesi ed in particolare contro le serie robotiche.
Per certo posso affermare che il gioco in scatola di "Star Blazers" non era per nulla un "gioco dell'oca spaziale:

L'articolo accenna anche alla trasmissione in contemporanea sulla televisione della "Svizzera Italiana", dove io lo seguivo saltuariamente.
Qui sotto ho smezzato le due colonnine per renderle più leggibili.

sabato 17 dicembre 2022

Album de l'art de l'animation "Lady Oscar" - La Rose de Versailles



TITOLO: Album de l'art de l'animation "Lady Oscar" - La Rose de Versailles
AUTORE: 
CASA EDITRICE: Yamato Edizioni
PAGINE: 104
COSTO: 30 
ANNO: 2022
FORMATO: 25 cm x 18 cm
REPERIBILITA': disponibile nel negozio Yamato Video ed online
CODICE ISBN: 9788889973219



Ringrazio il buon cariatideo (si può scrivere?) Massimo Nicora che mi ha informato dell'uscita di questo art book in italiano su Lady Oscar.
Preso appena disponibile nel negozio della "Yamato Video" a Milano, è la traduzione nostrana di un prodotto nipponico supervisionato dalla TMS e prodotto dalla società che fa capo a Ryoko Ikeda. 
E' formato da quasi tutte immagini e disegni, quindi quasi un centinaio di pagine di belle immagini, in questa recensione inserisco esclusivamente la prima pagina di ognuno dei tre capitoli, in cui si spiega il genere di tavole mostrate.
Inutile dire che è un prodotto editoriale che ogni fan di madamigella Oscar deve avere, non c'è da discutere nulla in merito  ^_^
Per fortuna messo in vendita prima di Natale, anche se forse un po' troppo a ridosso della festività per chi non si può recare nel negozio milanese, probabile che le spedizioni per posta non sempre arrivino entro venerdì prossimo.


La fascetta  di carta che cinge l'album, in cui si annuncia l'edizione in BR per la primavera del 2023, la prenderò?
Non credo, in quanto non ho un lettore BR   ^_^


In questo primo capitolo sono mostrate anche cel inediti, non utilizzati nella produzione della serie animata.

giovedì 15 dicembre 2022

"La storia del nostro amico atomo - a cura di Walt Disney" (Mondadori 1958) + "Il nostro amico atomo - documentario Disney" (1957)


Ho trovato questo libro ad un mercatino.
Faccio una premessa per rendere più chiaro il mio punto di vista: io sono contrario all'uso civile dell'energia atomica.
Lo sono sempre stato, ho sempre votato ai referendum contro le centrali nucleari, non me ne pento neppure un po', anzi, penso che l'aver bloccato la costruzione delle centrali sia stato un bene sia dal punto di vista economico che da quello della salute.
In una nazione usa a decuplicare i costi delle opere pubbliche, le centrali atomiche avrebbero avuto costi "nascosti" che avrebbero dissipato qualsiasi eventuale vantaggio economico rispetto ai combustili fossili.
Vedendo la storia della corruzione in Italia di norma l'aumento dei costi va a braccetto con la corruzione (altro costo economico nascosto) e l'uso di materiali scadenti (un rischio per la sicurezza).
Detto tutto ciò, torno alla scorsa domenica, quando leggo il titolo di questo librone della Disney pubblicato da Mondadori.
Visto il mio punto di vista di cui sopra, per me l'atomo non è mio amico, quindi avevo intuito lo scopo propagandistico dello scritto, ed ero curioso di vedere come la Disney, nella figura del fondatore, avesse trattato il tema.
L'autore del libro è lo scienziato tedesco (nazista) Heinz Haber, e proprio sulla pagina in inglese di Wikipedia si può leggere che:
"Quando l'amministrazione Eisenhower chiese alla Disney di produrre uno spettacolo che sostenesse l'uso civile dell'energia nucleare, Heinz Haber ricevette l'incarico."

Evito commenti (ma non sono di certo sorpreso) sul fatto che Walt Disney scelse uno scienziato nazista come testimonial del suo documentario, basta leggersi la pagina di Wikipedia di cui sopra nel punto in cui spiega il "Connection to War crimes" di Heinz Haber...
Quindi questo libro è propaganda pro energia nucleare civile atta a tranquillizzare le nuove generazioni degli anni 50 sul fatto che l'atomo non fosse quello di Hiroshima e Nagasaki.
Salvo mio svista, nel libro non sono mai citate Hiroshima e Nagasaki, si parla del rischio della distruzione della Terra, ma gli eventuali danni specifici non sono esplicitati.
La cosa un po' divertente è che quando nel 1958 la Mondadori pubblicò il libro in Italia non esisteva neppure una centrale atomica, quindi era pura propaganda statunitense a lungo termine  :]
Il bambino italiano che nel 1958 lesse questo libro pensò che fosse incredibile che in Italia non avessimo almeno 50 centrali atomiche!   :]



Da questo libro nasce un documentario sempre ad opera della Disney, in cui inizialmente è proprio Walt Disney a introdurre i tema, per poi dare la parola e i riflettori ad Heinz Haber.
Ho trovato solo un sito che trattava sia del libro che del documentario in maniera informata, qui ho letto che prima viene il libro e poi il documentario:

Tutto il documentario la si può reperire su YouTube e ho quindi potuto confrontarlo con la traduzione della Mondadori.
Il fatto che tutto questo materiale, statunitense ed italiano, fosse mera propaganda senza alcun punto di vista contrario, non implica che non fosse bella propaganda.
Il documentario, in particolare, l'ho trovato veramente esplicativo, mai noioso e fatto molto bene, pur con pochissima animazione, poi dipinge l'energia atomica come la panacea per tutti i mali dell'umanità, cosa che non è stata in nessuno dei paesi che l'ha adottata pesantemente, ma a parte ingannare i bambini statunitensi ed italiani, l'ho trovato un bel prodotto   ^_^
Come si può vedere sopra, dopo i titoli c'è Walt Disney che da il suo autorevole imprimatur di autore di splendidi (a me non piacevano) cartoni animati e fumetti per bambini a tutto il resto del documentario.
Il buon Walt passa la parola al buon Heinz, che mostra il libro, segue la parabola animata (l'unica) del genio della lampada.
Più sotto mostro come nel documentario vengano fatte vedere più volte esplosioni atomiche, senza far vedere quelle di Hiroshima e Nagasaki, e mi ha atterrito il fatto che a tal proposito si affermi che l'esplosione di una bomba atomica sia uno spreco di energia...
Alla termine del libro e del documentario al genio della lampada si richiedono tre desideri, e dato che il genio non è altri che l'energia atomica, un paio di questi tre mi hanno lasciato un po' perplesso:
"Energia", ok, non parlano di costi economici ed ambientali, ma è indubbio che il desiderio di energia venisse esaudito;
"Cibo e salute", a parte l'uso medico dell'energia atomica, che è stato di certo importantissimo, già mi pare che si stia un po' esagerando...
"La pace", forse nel senso di "equilibrio del terrore"...



E proprio questa settimana negli Usa sono riusciti (più o meno) per la prima volta ad ottenere più energia di quella usata per innescare una fusione nucleare!
La mia scoperta di questo libro della Mondadori made in Disney e del documentario di Walt Disney non poteva cadere in un momento più propizio   ^_^
Chissà se la Disney farò un altro documentario informativo.

sabato 10 dicembre 2022

Circuito emittenti private "GPE Telemond" - Lista emittenti aderenti + 4 articoli - Millecanali n° 72 dicembre 1980


Questo post è collegato a cascata al precedente sulle trasmissione di "Antenna Nord" "Ciao Ciao" e "Bim Bum Bam" e a quello ancor prima sul libro "Bim Bum Bam Generation", in quanto "Ciao Ciao" era una trasmissione del circuito "GPE - Telemond" e l'autore del libro mi pare abbia considerato "Telemond" come se fosse stata una emittente che trasmetteva "Ciao Ciao" nel 1979 e che poi venne inglobata in "Rete 4", mentre era un consorzio di televisioni private.
Con questo post aggiungo qualche informazione ai due precedenti linkati sopra ed integro un paio di post più vecchi:


Mi rendo conto spesso che le informazioni su questo blog ci sarebbero, ma sovente risultano, come in tutti i blog, poco fruibili (benché ci siano le "etichette"), anche perché di materiale ne ho tanto e molte cose le trovo ad ondate temporali, magari quando salta fuori un argomento interessante non ho ancora rinvenuto la fonte alla quale si potrebbe collegare.
Fatta questa premessa, presento l'elenco dei due gruppi di emittenti private aderenti al "Progetto 1" e al "Progetto 2" (qui chiamato "GPE") della Telemond, con l'aggiunta di quattro articoli sul circuito "GPE Telemond".




Ho ingrandito l'elenco dei due gruppi di emittenti aderenti ai due "Progetti" di "GPE Telemond".
Collegandomi con il post precedente su quando e dove venne trasmessa la trasmissione contenitore di cartoni animati "Ciao Ciao" si può vedere come "Antenna Nord" è presente in entrambi i gruppi (momenti), mentre "Videodelta" la trasmetterà solo in un secondo momento, quando, appunto, immagino entri a far parte del "Progetto 2" (o GPE).



Qui sopra inserisco il primo articolo tutto assieme, "Al pomeriggio fanno marameo", nelle due scan sotto è diviso in due parti per renderlo più leggibile.
In pratica lo scritto riepiloga la storia della concessionaria GPE da cui intuisco che risulta un po' difficile redigere dei precisi confini sul quando una emittente entra a far parte di un circuito o dell'altro. Immagino che il tutto risultasse abbastanza fluido, in fondo eravamo ancora nel periodo del pieno "far west dell'etere".
L'articolo riporta che per i bambini c'era una trasmissione dal titolo "Marameo" con cartoni animati, effettivamente nel post con i palinsesti di "Antenna Nord" e "Videodelta" è presente una trasmissione dal titolo "Marameo" a disegni animati, mandata in onda sia da "Antenna Nord" che "Videodelta", ma non sempre nel pomeriggio, anche alle ore 20,00.
Come cartone animato giapponese si cita "Star Blazers".
Non compare, invece, "Ciao Ciao".

venerdì 9 dicembre 2022

"Ciao Ciao" il programma che precedette "Bim Bum Bam" su "Antenna Nord" e finì su "Rete 4/Videodelta" - programmi di varie riviste TV tra il 1979 e il 1982


Questo post nasce dalla lettura del libro "Bim Bum Bam Generation", in cui si spiega che prima di "Bim Bum Bam" esisteva un'altra trasmissione per bambini/ragazzi contenitore di cartoni animati giapponesi che si chiamava "Ciao Ciao".
Dato che alcuni aspetti di quel breve commento non collimavano con la mia memoria, mi sono andato a sfogliare decine di mie riviste televisive, ed effettivamente l'autore deve essersi affidato a qualche sito web, ma senza verificare di persona se quelle informazioni fossero corrette.
Probabilmente, essendo di una o due generazioni più giovane della mia, non visse quel periodo, quindi non poteva basarsi sui ricordi personali, che comunque spesso sono del tutto erronei o poco precisi, ergo tornano utili riviste ed articoli   ^_^
Sia chiaro, possono esserci incongruenze anche nelle mie riviste ed articoli, magari dovute al fatto che le emittenti cambiavano spesso accordi con i network da cui acquistavano programmi, ma direi che a grandi linee quello che ho ricostruito riguardo ai programmi  "Ciao Ciao" e "Bim Bum Bam" e alle emittenti private "Antenna Nord" e Videodelta" sia corretto





Come avevo scritto nella recensione del libro "Bim Bum Bam Generation" erano di certo errate le serie che venivano proposte come esordio di "Ciao Ciao", ma è errato anche affermare che "Ciao Ciao" nacque su "Telemond" e chiamare questa l'antesignana di "Rete 4".
Qui l'autore confonde, immagino, "Telemond" con una emittente  privata, ma in realtà si trattava del consorzio "GPE Telemond", tra cui c'era "Antenna Nord", la pre "Italia 1", e non "Videodelta", la pre "Rete 4" a Milano. 
"Videodelta" entrò nel circuito "GPE Telemond" in un successivo momento (Progetto 2), comunque dopo il 4 ottobre 1981, data di nascita di "Bim Bum Bam".
Come si vede dalla prima scan di un "Guida TV" del 23/29 dicembre 1979 venne pubblicata proprio una pubblicità della "GPE" (Progetto 1) che sponsorizzava su "Antenna Nord" il programma contenitore di cartoni animati "Ciao Ciao", tra cui Tekkaman.
Questo è un documento incontrovertibile che attesta il programma "Ciao Ciao" su "Antenna Nord" dal 1979 con i cartoni animati giapponesi e non.
Vostro onore ho terminato, più o meno  ^_^

Questi sopra sono i programmi di "Antenna Nord" sul "Guida TV" di cui sopra, c'è "Ciao Ciao".
Ho quindi ricercato in ordine cronologico alcuni aspetti:
se per caso "Guida TV" avesse sbagliato;
quando "Ciao Ciao" viene sostituito da "Bim Bum Bam" (la data riportata nel libro era corretta?);
se su "Videodelta" era presente una trasmissione dal titolo "Ciao Ciao";
quando su "Videodelta" viene trasmesso "Ciao Ciao".

Le testate che riposto qui sotto sono in ordine cronologico, la prima è il "Guida TV" all'inizio del post, datato, come già scritto, 23/29 dicembre 1979.

giovedì 8 dicembre 2022

Bim Bum Bam Generation



TITOLO: Bim Bum Bam Generation
AUTORE: Massimiliano Beneggi
CASA EDITRICE: D'IDEE
PAGINE: 220
COSTO: 16,90 
ANNO: 2021
FORMATO: 20 cm x 14 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9788894641011


E' da circa un anno che quando mi recavo al negozio della "Yamato Video" vedevo sul bancone della cassa questo libro, sfogliato la prima volta avevo valutato che si occupasse troppo poco della parte di "Bim Bum Bam" che mi poteva interessare, quindi avevo cassato l'acquisto.
Poi settimana scorsa ho letto il secondo numero di "Anime Cult", in cui è presente un editoriale che vorrebbe "riabilitare" la figura professionale di Alessandra Valeri Manera agli occhi degli otaku di prima, seconda e terza generazione, da cui è scaturito un interessante mini dibattito nei commenti,
Dato che la trasmissione "Bim Bum Bam" è l'esempio giusto, a mio parere, di quanto l'opera strategica di censura attuata dalla Fininvest sugli anime fu invasiva, in quanto c'è un "Bim Bum Bam" pre Fininvest e un "Bim Bum Bam" Fininvest, ho deciso di comprare questo libro celebrativo della trasmissione per ragazzi inventata dall'emittente privata "Antenna Nord" di Milano.
E' giusto precisare che il libro in questione non fa parte della saggistica, ma vuole rendere omaggio ad una bella trasmissione che ha accompagnato i pomeriggi di più generazioni di bambini fino al 2002, per prima (tanto per cambiare) la mia   ^_^
Come si può vedere nella scan di fine post con il sommario, il libro inizia con la storia della trasmissione, poi si passa ai contenuti, in cui sono state scelte 40 serie animate considerate le più rappresentative con relativa scheda e sinossi, infine ci sono le interviste.
Ho riscontrato un certo numero di imprecisioni, talvolta non ascrivibili all'autore, che riporta le parole degli intervistati. 
Chiaramente io ho l'occhio critico attivo dagli esordi della trasmissione fino al 1982, praticamente nulla posso commentare dal 1985 in poi, ma come scrivevo sopra ho letto il libro per leggere delle censure e gli adattamenti fininvestiani.




Ricordo abbastanza bene che in origine "Bim Bum Bam" era solo un contenitore di cartoni animati, quasi tutti giapponesi, niente conduttori, niente scenette, niente pupazzi e niente tele promozioni più o meno nascoste. Solo ed esclusivamente cartoni animati.
"Bim Bum Bam", però, non fu il primo programma contenitore di "Antenna Nord" dedicato ai bambini/ragazzi, ma lo anticipò "Ciao Ciao".
Faccio un esempio di vita vissuta:
Capitava che verso metà pomeriggio dal cortile ci fosse un certo fuggi fuggi generale, in quanto a quell'ora iniziava "Ciao Ciao", che magari trasmetteva un cartone giapponese che ti piaceva. Alcuni compagni di giochi presero l'usanza di schernire chi tornava a casa per accendere la televisione con la frase detta con tono non amichevole "Vai a vedere Ciao Ciao?", come se fosse un'onta.
Dico, dovevo perdermi l'ultimo episodio di Tekkaman perché a te, brutta testa di caxxo di 40 e passa anni fa, non interessava il mio cartone animato giapponese?   ^_^

Quindi, se è vero che "Bim Bum Bam" nasce il 4 ottobre 1981, non ritengo che sia corretto affermare che "Ciao Ciao" venisse trasmesso dall'antesignana di "Rete 4", perché "Ciao Ciao" sostituì "Bim Bum Bam", in quanto "Antenna Nord" faceva parte del circuito "GPE-Telemond" della Mondadori.
C'è da dire che in quel periodo gli accordi per costituire dei network erano continui e molte emittenti passavano da un gruppo all'altro, quindi più o meno tutto può essere:

Ovviamente esiste la possibilità che entrambi i canali privati avessero una trasmissione per ragazzi con il medesimo titolo. E' vero anche che io ricordo "Tekkaman" e soci su "Videodelta", che era la pre "Rete 4" milanese. Quindi questa pare resta un po' da chiarire.
Mi permetto, però, di escludere categoricamente che nella prima puntata di "Ciao Ciao", qualsiasi fosse stata l'emittente privata originaria, fossero state trasmesse le tre serie indicate, tutte arrivate in Italia dopo o molto dopo il 1979:
"L'isola della piccola Flo(?)"(?); Yattaman; Jenny la tennista.

Tra l'altro dubito che "Yattaman" sia mai andato in onda su "Antenna Nord" o "Italia 1".



Ribadisco che questo non è un saggio sull'animazione giapponese, quindi qualche imprecisione ci può anche stare, ma gli occhi tondi negli anime non nascono per una "spersonalizzazione razziale per rendere universale la storia", visto che poi magari la storia era ambienta a Tokyo.
Certo, era ambientata a Tokyo se in fase di adattamento la Fininvest non ti toglieva tutti i riferimenti alla cultura, alla storia e alla geografia locale   ^_^

mercoledì 7 dicembre 2022

"Perché il Giappone vince - I nipponici sono esatti, cronometrici e formali" (1942?)


Ma se i nipponici erano tanto esatti, cronometrici e formali, perché, al posto di invadere gran parte dell'Asia ed attaccare gli Usa, non si sono dedicati agli orologi di precisione? 
Scritto parecchio propagandistico sulla purezza dei sentimenti giapponesi, che spiegavano le loro vittorie sul campo di battaglia, purtroppo la tecnologia spesso conta più del fanatismo.
Non è presenta la data sulla pubblicazione, ma ritengo sia del 1942, visto che vi si commenta solo l'attacco a Pearl Harbour.
Non mi è possibile neppure essere certo quale "Luigi Barzini" sia quello che lo ha scritto, Luigi Barzini padre (1874-1947) oppure Luigi Barzini figlio (1908-1984)?
Oppure un terzo Luigi Barzini omonimo dei due di cui sopra?
Personalmente propenderei per il padre, ma vado solo ad intuito.
Lo scritto, letto oggi, è chiaramente imbarazzante, specialmente nel punto in cui si cerca di modificare l'orario della consegna ufficiale della dichiarazione di guerra del Giappone agli Usa rispetto all'orario dell'attacco a Pearl Harbour.
Sarà stata colpa delle poste, dei traduttori, dei decodificatori o dei burocrati, ma, tanto per cambiare, i giapponesi attaccarono il nemico a sorpresa.
Oggi la chiamerebbero "Operazione Speciale", ieri era dichiarazione di guerra in ritardo...
Altro punto che supera il livello della propaganda media è quello a pagina  11, dove si accenna che la dea O Mikami Amaterasu avesse creato il Giappone e i giapponesi, con tutti gli annessi e connessi che ai tempi venivano evocati ogni volta.
Per il resto lascio queste 16 paginette alla lettura di chi possa esserne interessato.


domenica 4 dicembre 2022

Onda TV dal 12 al 18 novembre 1978 - 35esimo numero della rivista


Prosegue il mio tentativo di mostrare lo svilupparsi dei palinsesti televisivi nel primo periodo delle tv locali lombarde e milanesi, diciamo il pre-Fininvest, che cambiò in peggio tutto il panorama dell'etere privato.
Dopo aver postato gli "Onda TV" dal primo numero (marzo) al tredicesimo (giugno), ma con qualche numero mancante in mezzo, ho deciso di passare al 32esimo numero, cioè alla programmazione di fine ottobre, di cui ero più fornito.
C'è da dire che gli "Onda TV" non brillavano per gli articoli redazionali, veramente minimale quell'aspetto, tranne per qualche scritto sulle prime tv locali lombarde, che oggi acquistano un valore storico. 
In copertina c'è la stupenda Sabina Ciuffini, con articolo in terza pagina scritto di suo pugno.
 


Le notizie "Flash Sport" paiono buttate un po' lì a caso per riempire la pagina  :]


Curioso come articolo, non saprei valutarlo.

sabato 3 dicembre 2022

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 2)



Secondo numero della bella rivista "Anime Cult", mi è piaciuta quanto il primo numero, salvo due aspetti più uno organizzativo non legato agli articoli.
In questo numero sono presenti ben sei(!) interviste:
a Cristina D'Avena;
a Rumiko Takahashi;
a Yoshiko Watanabe;
ai Kappa Boys (prima parte);
a Claudia Bovini direttrice di Star Comics;
a Claudio Maioli autore della sigla di "Ken il guerriero".

Quale di queste sei è nobilitata della parte inferiore della copertina con tanto della dicitura "INTERVISTA ESCLUSIVA"?
Quella a Rumiko Takahashi, peccato che venne fatta a gennaio 2019 in Francia... ok, non era mai stata tradotta dal francese e pubblicata in Italia (sicuri? il web è sterminato), ma considerando che nel primo numero era stata pubblicata un'altra "INTERVISTA ESCLUSIVA" a Go Nagai del 2007(...), temo che la redazione di "Anime Cult" sia affetta dalla sindrome delle "interviste esclusive retrodatate"   ^_^
Non che l'intervista alla Takahashi sia brutta, ma sono passati quattro anni... tutte le altre cinque interviste le ho trovate altrettanto interessanti, se non di più, oltre che attuali. 
In special modo quella di Yoshiko Watanabe, personaggio poco conosciuto che meriterebbe maggiore approfondimento sulla sua carriera italiana legata alle riviste in cui le disegnava:

Spero di non trovare nel terzo numero un'intervista a Hayao Miyazaki del 1979, ovviamente ESCLUSIVA e MAI PUBBLICATA PRIMA IN ITALIANO  ^_^



Come si può vedere, rispetto al primo numero (che era stato spedito fuori abbonamento), ho postato immagini digitali, in quanto non ho materialmente con me la rivista cartacea, ma solo il PDF della versione digitale (inserita automaticamente nell'abbonamento).
Nel primo numero avevo spiegato che, visto il costo assai vantaggioso dell'abbonamento avevo optato per questo, ma quando mi ero informato telefonicamente con i gentili e disponibili addetti della "Sprea Editori" avevo espressamente chiesto se l'invio per posta della rivista era tracciato e con spedizione di circa cinque giorni, quindi non una spedizione ordinaria, con tempi lungi.
Ed ero stato tranquillizzato su questo aspetto: spedizione tracciabile e celere.
Poi nel primo numero c'era anche la pubblicità dell'abbonamento, che confermava questa informazione telefonica, la conferma è anche in questo secondo numero, in cui si promette la "CONSEGNA GARANTITA ENTRO 48H", dove immagino che "H" stia per ore.
Perché non ho aspettato la rivista cartacea per fare questa recensione ed ho usato le immagini del PDF?
Perché ieri mi è giunta la mail che ho affiancato alla pubblicità dell'abbonamento con spedizione in 48 ore, in cui mi si avverte che le Poste Italiche non garantiscono tempi di consegna prevedibili, e quindi potrebbero volerci fino a 14 giorni... poi magari arriva lunedì, però a me era stata garantita la spedizione in tempi brevi, cosa ribadita nella pagina qui sopra di questo numero due.
Come la mettiamo?
Sia chiaro, a me va bene anche aspettare 15 giorni, mica me la devo mangiare la rivista, ma semplicemente avrei voluto saperlo PRIMA di fare l'abbonamento, non dopo, avrei valutato il da farsi. 
Non si può sempre scaricare la colpa sulle disastrate poste italiane, che è come sparare sull'Ucraina... una casa editrice dovrebbe sapere (come dimostrano nella mail inviatami ieri) i tempi medi di consegna per la tipologia di spedizione inclusa nell'abbonamento.
Preciso che il primo numero mi era arrivato in tempi record perché avevo pagato la spedizione di circa 5 euro, essendo fuori dal pacchetto dell'abbonamento, che partiva dal numero due.



L'alto aspetto che non ho gradito, di un numero per altro del tutto meritevole, è l'editoriale di Alessandro Agnoli (CEO della Sprea Editori) in cui già il titolo mi ha lasciato perplesso:
"Revisionismo storiografico per la censura"

Cioè?   O_o

martedì 29 novembre 2022

Le sue labbra erano rosse, rosse come le fiamme - La rappresentazione LGBTQ+ nel fumetto e nel cinema di animazione giapponese



TITOLO: Le sue labbra erano rosse, rosse come le fiamme - La rappresentazione LGBTQ+ nel fumetto e nel cinema di animazione giapponese
AUTORE: Camil Ristè
CASA EDITRICE: Società  Editrice La Torre
PAGINE: 126
COSTO: 18,50 
ANNO: 2022
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9788896133644



Penso che questa sarà tra le più brevi recensioni che io abbia mai scritto, che per la lingua italiana è comunque una buona cosa  ^_^
Le poche righe non sono una critica al saggio, che ho trovato grandemente interessante, ma per la totale mia ignoranza delle tematiche trattate.
Avevo pensato di fare il solito riassuntone dei capitoli, ma poi mi sono reso conto che la terminologia usata dall'autore è piena di sigle e concetti che avrei potuto riportare in maniera troppo semplificata o del tutto errata.
Ho scoperto una moltitudine di varianti su molti termini che non conoscevo, sia sul versante nipponico che italiano, il rischio di scrivere più castronate del solito era assai alto.
Da qui la scelta di limitarmi solo a rendere noto che questo interessantissimo saggio è stato pubblicato, ma evitare altri ragionamenti a caso.
Accennavo al fatto che sono presenti molte sigle e termini in giapponese, ma tutti questi sono accompagnate da note a piè di pagina con spiegazioni più che esaustive.
La parte che ho trovato più alla mia portata è stata quella di inizio di ognuno dei tre capitoli, in cui viene fatto un riepilogo storico del contesto sociale in cui si muovevano le minoranze LGBTQ+ in Giappone, a cui segue l'analisi su autrici, opere letterarie, cinema, teatro, manga ed anime.
Pur essendo a digiuno di manga ed anime a tematica LGBTQ+ ho tre amiche che ne sono appassionate, una delle tre si identifica proprio come una "fujoshi", a loro tre ho consigliato il saggio   ^_^





Qui sopra l'indice del saggio, ognuno dei tre capitoli è dedicato ad una delle tre tipologie di rappresentazioni LGBTQ+ in manga ed anime.

domenica 27 novembre 2022

Manga Academica vol. 15, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese



TITOLO: Manga Academica vol. 15, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: Autori vari
CASA EDITRICE: Società  Editrice La Torre
PAGINE: 114
COSTO: 16,50 
ANNO: 2022
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 9788896133637



15esimo anno consecutivo di uscita di "Manga Academica", una costanza che direi non abbia pari nel panorama editoriale italiano inerente manga ed anime, ma forse neppure sul fumetto e l'animazione non nipponici.
Non sono rimaste molte case editrici a dedicarsi alla saggistica su manga ed anime, occasionalmente la Tunuè esce con qualche pubblicazione, ma non più con la costanza di titoli dei primi anni, altre che in passato vi avevano dedicato numerosi libri hanno abbandonato il filone.
Per assurdo la collana "Ultra Shibuya", con i suoi 12 libri, è diventata la concorrente "numerica" della casa editrice "Società Editrice La Torre", ma assolutamente non una concorrente qualitativa. Tra le offerte delle due case editrici non c'è nemmeno paragone dal punto di vista dell'approfondimento.
Ultimamente si sono affacciate sul mercato la "Jpop" e la Mondadori, quest'ultima, fino ad ora", con dei libri di approfondimento dedicati ai più giovani, ma nel totale mi pare di poter affermare che l'unica casa editrice che ha mantenuto una costanza di pubblicazioni su manga ed anime sia la "Società Editrice La Torre".

P.S.
A scanso di equivoci il libro l'ho comprato, non me l'ha regalato la casa editrice   ^_^

In questo 15esimo numero sono presenti quattro approfondimenti:
un riepilogo storico sulle forme espressive visive precedenti il cinema d'animazione giapponese, come la lanterna magica giapponese e il kamishibai;
l'analisi di due manga in rapporto al triplice disastro di Fukushima;
la spiegazione del genere "Jojo-ga" e gli illustratori che anticiparono l'estetica degli shojo manga;
una panoramica sull'influenza che l'Italia ha esercitato su arti, cinema, letteratura, televisione, musica, manga ed anime in Giappone.

Il primo capitolo è ad opera di Massimo Nicora e ripercorre la storia dei pre-anime. Si inizia con gli emakimono, cioè immagini dipinte su rotoli che venivano lette come in seguito si farà con i manga e che hanno somiglianze con gli storyboard degli anime, nel periodo che va dal 1100 al 1300.
In epoca Tokugawa si sviluppano i racconto fatti tramite il teatro delle ombre, a cui segue la lanterna magica importata dagli olandesi. Della lanterna magica di matrice europea i giapponesi costruiscono varie versioni e sviluppano numerosi tipi di spettacoli per aumentarne l'effetto sul pubblico, come l'uso contemporaneo di più lanterne magiche.
Sono elencate (con nomi, descrizioni e funzionamento) le numerose varianti nipponiche della lanterna magica, tra cui quelle con diapositive. L'uso della lanterna magica negli spettacoli restò in auge fino ai primi del 900, soppiantata dal cinema muto.
L'ultimo paragrafo è dedicato al "kamishibai, cioè il "teatro di carta", un intrattenimento di carattere popolare svolto prettamente da artisti di strada.
Sono abbastanza certo che in qualche vecchio anime si vedessero questi artisti del kamishibai, visto che sopravvissero anche dopo la guerra.

Il secondo capitolo ad opera di Lorenzo Di Giuseppe si concentra su quanto il triplice disastro di Fukushima abbia modificato il modo di raccontare lo sfruttamento dell'energia nucleare a fini civili, basando il racconto sullo "spazio negativo", cioè, se non ho compreso male, l'assenza nella storia dei luoghi contaminati, pur essendo il soggetto della trama.
Sono presi in esame due manga, che non ho mai letto:
"An ni kara no manga" di Shiriagari Kotobuki;
"Mitsunami no kamisama" di Kyo Machiko.

Molto interessante l'osservazione dell'autore sul fatto che dal disastro in poi in Giappone la località di Fukushima viene scritta con i caratteri dell'alfabeto katakana, usato di norma per le parole straniere, come viene fatto guarda caso anche per Hiroshima e Nagasaki.
Piccola chiosa polemica  :]
Riguardo al disastro formato da terremoto, tsunami ed incidente nucleare questo viene indicato con la data, solo che, volendo utilizzare la forma "riconosciuta internazionalmente", si legge prima il mese e poi il giorno, all'inglese...
Non dubito sia anche la scelta giusta, ma io il libro l'ho comprato in Italia, ed ogni volta che leggevo la data "3-11" pensavo al tre novembre...
Lo scritto è un pelino breve. 

sabato 26 novembre 2022

La censura mediatica contro Shingo Tamai e soci continua imperterrita ed impunita...


Di norma non tocco l'argomento calcio, c'è sempre il rischio che possa scatenare il disagio che è latente dentro noi appassionati.
Figuriamoci che esistono tifosi convinti che si possano vincere campionati arrivando terzi in virtù di una onestà genetica smentita da intercettazioni telefoniche smarrite e scoperte postume...
Detto ciò, per chi fa parte della generazione del "First Impact" dell'animazione nipponica in Italia il gioco del calcio non può che essere rappresentato dalla serie "Arrivano i Superboys", i cui 52 episodi sono il non plus ultra della fantasia applicata al gioco del calcio.
Fa male, ma veramente male, vedere sempre i media che ricordano il gruppo di bimbiminkia di "Holly e Benji" quando si tratta di accostare il calcio al Giappone... 
Fossero solo i quotidiani e le televisioni... poi compri un libro sui manga e pare esista solo lo stramaledetto "Holly e Benji":

Sia chiaro, nel fattispecie della semplice cronaca è indubbio che il collegamento tra la puntata in cui gli under 15 nipponici battono in finale i pari età teutonici (dell'Ovest) e la vittoria dei giapponesi contro la Germania in questi mondiali di calcio fosse più che corretta e sacrosanta, ma ci fosse stato un sito che avesse ricordato che il calcio animato non nasce con "Holly e Benji", ma con "Arrivano i Superboys"!  

La mia lotta contro le storture e le censure del sistema mediatico italico non cesserà!
Non mi silenzieranno!
Finché avrà fiato nei polmoni e polpastrelli per digitare non smetterò di oppormi alle menzogne dei poteri forti!

Shingo Tamai è la via!


Annoto che, oltre ad ignorare il primo ed unico anime sul calcio che meriterebbe di essere citato, i vari siti raccontano in maniera differente la puntata in questione dei bimbiminkia nipponici.