TITOLO: Hiroshima
AUTORE: John Hersey
CASA EDITRICE: Bompiani
PAGINE: 137
COSTO: 5 €(?)
ANNO: 1947
FORMATO: 21 cm X
13 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN: ?
Premessa
sul costo del libro: l'ho acquistato ad un prezzo di 5 euro, ad una
fiera del libro usato, la bancarella a fianco di quella in cui l'ho
comprato lo vendeva (identico stato di conservazione) a 20 euro...
Le
pagine del libro raccontano alcune storie di cittadini che
sopravvissero alla primo bombardamento atomico.
John
Hersey arrivò ad Hiroshima come corrispondente di guerra (Time
e Life) , e cercò di
far raccontare alle vittime dell'atomica cosa successe in quei
giorni.
Questi personaggi (tra i quali alcuni medici, che raccontato la situazione generale dei feriti) sono citati tutti per nome e cognome e i loro racconti si dipanano in quattro capitoli, da appena prima che la bomba esplodesse a qualche settimana o mese dopo.
Questi personaggi (tra i quali alcuni medici, che raccontato la situazione generale dei feriti) sono citati tutti per nome e cognome e i loro racconti si dipanano in quattro capitoli, da appena prima che la bomba esplodesse a qualche settimana o mese dopo.
Nel
primo capitolo (“Un bagliore silenzioso”) è raccontato cosa
queste persone facessero (e anche chi erano) fino al moneto della
deflagrazione atomica, sono loro stessi a spiegare che spesso la loro
salvezza è stata dovuta al caso: un ritardo, una roccia, il corpo
lontano da una finestra.
Nel
secondo capitolo (“Il fuoco”) è narrato cosa successe a loro
appena dopo l'esplosione, cosa videro e fecero, quali decisioni
presero, chi persero, quanto soffrirono (fisicamente e
psicologicamente).
Le
testimonianze dei medici rendono bene la situazione dei feriti,
specialmente perché gli stessi medici non capivano di cosa fossero
affetti, curavano le scottature da radiazioni con un po' di
disinfettante e, se c'era, con degli anestetici. Da ricordare che ad
Hiroshima sopravvissero solo una decina di medici (e qualche decina
di infermiere), che dovettero assistere circa centomila feriti.
Nel
terzo capitolo (“Alla ricerca dei particolari”) si continua a
narrare l'odissea di dolore di queste persone, che non sono più nomi
astratti su una pagina di un libro, ma amici che si spera
sopravvivano. Mi sono chiesto spesso cosa avrei fatto io in quei
frangenti.
Nell'ultimo
capitolo (“Panico e matricaria”) siamo giunti al 18 agosto (10
giorni dopo l'esplosione), queste persone, sopravvissute
all'esplosione, iniziano a soffrire per gli effetti delle radiazioni.
Le loro storie continuano brevemente fino ad un anno dopo, storie di
sofferenza e di qualche speranza.
Tra i
testimoni di questo libro figurano anche dei missionari gesuiti
tedeschi, in certi punti del libro pare che solo loro si prodigassero
per i feriti (cosa che fecero di certo), ho avuto, però,
l'impressione che l'autore abbia voluto far risaltare le figure di
questi occidentali per far sentire meno in colpa i lettori
occidentali del 1947.
E'
narrato un piccolo episodio sui gesuiti: il 18 agosto uno di loro si
reca alla banca di Yokohama per versare il denaro delle missione
distrutta, che erano riusciti a mettere in salvo. Neppure in tutto
quel caos da fine del mondo si sono dimenticati dei soldi...
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