CERCA NEL BLOG
venerdì 14 giugno 2013
Bandai Missile Invader - 1980
Il cabinato di Space Invaders fu il primo videogioco da bar su cui misi le mani, un colpo di fulmine immediato. Solo chi visse quella sensazione di vedere per la prima volta un videogioco potrà comprendermi. Prima non esistevano, e poi è iniziato un crescendo che ci ha portato all'evoluzione tecnologica di oggi. Quei pochi pixel sullo schermo erano qualcosa di unico.
Questa premessa serve per far capire cosa poteva provare un bambino all'idea di giocare tutte le volte che voleva ad una mini versione di Space Invaders.
Certo, si chiamava Missile Invaders e non Space Invaders, non era proprio uguale come gioco (mancando le protezioni difensive), i nemici erano solo 2, ma tutto ciò era secondario. La Bandai aveva creato il suo clone portatile del famoso cabinato Taito, e per questo (anche per il supporto alle serie del Gundam) non potrò che esser loro per sempre grato.
Sulla dinamica di gioco non è che ci sia molto da spiegare: mirare, sparare e scansare.
Un po' come i videogiochi di oggi.
Un piccolo difetto era che arrivati a 99 punti si ripartiva da 1, visto che lo score era formato da sole 2 cifre. Forse un terzo display lo potevano anche inserire, fare 110 punti fa più figo che farne 10, e dover pure convincere il prossimo che sarebbero 110...
Il retro del videogioco.
Come al solito la confezione faceva immaginare più di quello che la realtà offriva, anche solo per il fatto che si vedevano due file peine di alieni nemici, mentre ne comparivano solo 2 per volta.
La presentazione dei pulsanti, dello schermo e dei nemici. Noto solo ora che in francese l'UFO diventava un ridicolo OVNI, i soliti sciovinisti linguistici francofoni...
"Ho visto un UFO! Gli UFO ci attaccano!"
"Ho visto un OVNI! Gli OVNI ci attaccano!"
"Ufo Robot Goldrake"
"Ovni Robot Goldrake"...
Giudicate voi la differenza...
Il "Bottone di messa in moto" sarebbe l'anglosassone "on".
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento