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martedì 30 gennaio 2024

Verifica della presenza di Danguard nei palinsesti delle tv locali sul Corsera (da ottobre 1978 ad aprile 1979) e "La Stampa" (ottobre, novembre, dicembre 1978 + marzo 1979) + prima traccia di Jeeg su "Milano TV" l'1 aprile 1979


Preciso che ho iniziato a preparare questo post dopo quello sul Danguard del luglio 2023, c'è voluto tempo, anche perché per un certo periodo ho interrotto la ricerca pensando di poter consultare dell'altro materiale, che poi non mi è stato possibile visionare.

In questo post non è presente alcuna scoperta, se non la quasi non presenza di Danguard nei palinsesti milanesi e torinesi del "Corriere della Sera" e de "La Stampa".
In un certo modo la quasi assenza di Danguard testimonia comunque qualcosa, sempre considerando che le informazioni erano mostruosamente lacunose.
La prima volta che è presente il Danguard sul "Corriere della Sera" è martedì 24 aprile 1979 (quindi due giorni prima del post al primo link) su Telenova alle 19,30. 
Purtroppo venne titolato come "Vanguard"...
Esiste un olio idraulico di marca "Vanguard", che credo esistesse anche nel 1979, ma dubito che Telenova mandasse in onda un programma in suo onore... ergo doveva per forza essere il Danguard.
C'è anche un Danguard, sempre su Telenova, sabato 28 aprile 1979 alle 21,35!
Altro che prima serata!   ^_^

E vogliamo parlare dell'inenarrabile titolo "Il grande Mazzingher Ufo robot" su Telenord alle 17,40 del 30 aprile 1979?!   ^_^

Inoltre si noterà che mancano i programmi in un certo numero di giorni, questo perché sia Corsera che "La Stampa" inserivano ovviamente i programmo delle tv locali all'interno delle pagine della cronaca milanese e torinese, ma solo se avanzava spazio, non era considerata una priorità. Quindi, in special modo per il Corsera, se le notizie locali erano molte, saltava il trafiletto con i programmi delle televisioni locali. Si noterà anche che, mentre "La Stampa" mantiene un formato costante del box informativo sui palinsesti, il Corsera lo impostava (fino a fine gennaio 1979) in base allo spazio disponibile, ergo lo si può trovare di grandezze diverse:
filiforme e molto lungo (poco leggibile);
a più colonne e largo (più leggibile). 

Ho evidenziato, oltre alla poca animazione giapponese citata, la presenza del programma "Conoscere Insieme", che teoricamente avrebbe dovuto ospitare Danguard (in base a ciò che scrisse "zio Giò" nel suo editoriale del 15 ottobre al secondo link sopra), cosa che poi non credo capitò, in quanto su Telenova dal 13 marzo era trasmesso alle 20,45 in solitaria, senza il programma per ragazzi organizzato da "Il Giornalino".

Sulla prima trasmissione del Danguard ho ancora da consultare un paio di fonti informative, ma non mi è chiaro quando potrò effettuare queste ricerche.

Per agevolare la lettura dei palinsesti ho omesso il watermark.

CORRIERE DELLA SERA 14/30 OTTOBRE 1978

Ho iniziato dal 14 ottobre perché il 15 ottobre "zio Giò" annuncia su "Il Giornalino" n° 41 che verrà trasmesso (assieme/dentro a "Conoscere Insieme") "un nuovo film, ancora inedito in Italia, della serie "Atlas Ufo Robot", presumibilmente Danguard.

 

Annoto che "Milano TV" programmava attorno alle 14,00 sempre dei cartoni animati, la cui durata era di circa 30 minuti, sarà questa la fascia oraria in cui trasmetterà Jeeg:

Questo non implica che Jeeg venne trasmesso dall'ottobre 1978, ma che si voleva puntare su quell'orario post rientro da scuola e pre discesa in cortile/compiti per catturare i giovani telespettatori.
Quello delle 13,40 era stato impostato da "Milano TV" come un appuntamento fisso per noi bambini, prima assuefatti a qualsiasi cartone, poi all'animazione nipponica:

Ho comunque rinvenuto la prima trasmissione di Jeeg a Milano domenica primo aprile 1979 su, ovviamente, "Milano TV", che anticipa di otto giorni quella che avevo trovato al primo link qui sopra.
Un buon ritrovamento  :]

domenica 28 gennaio 2024

"Il Giornalino in tv", di Zio Giò - "Il Giornalino" 15 ottobre 1978: annuncio di Danguard? + Prima traccia del Danguard su Telenova il 13 marzo 1979 nella pagine del Corsera


Il 16 luglio dell'anno scorso avevo svolto una ricerca il più possibile accurata, tra il mio materiale ed alcune fonti fruibili on line, per cercare di capire quando acciderbolina fu trasmesso il primo episodio del Danguard, visto che spesso viene datato addirittura a fine 1978, cosa che lo posizionerebbe come secondo robottone sbarcato in Italia dal Giappone:

Per multipla esperienza personale i ricordi di dove e cosa venisse trasmesso ai tempi in televisione è spesso fallace, poi ci saranno ex bambini con una memoria elefantiaca, ma sovente ci si appoggia troppo su quello che si crede di rammentare, ergo ho cercato le uniche fonti di riscontro possibili, quelle cartacee, trovando che, per ora, la prima traccia nei palinsesti delle tv locali del Danguard è di giovedì 26 aprile 1979 sia su "Antenna Nord" alle 18,10 (Famiglia TV del 22/28 aprile) che su "Tele Torino International" alle 18,30 (Stampa Sera).
Ovviamente, ribadisco, la ricerca l'ho effettuata tra il materiale in mio possesso e fonti on line fruibili da casa.
In questi mesi ho fatto mie le annate complete del 1978 e 1979, più la quasi completa (mi mancano 5 numeri) dell'annata 1980 de "Il Giornalino" ed ho trovato un curioso scarno annuncio nell'editoriale di "zio Giò" (Tommaso Mastrandrea) del numero 41 datato 15 ottobre 1978 su "un nuovo film, ancora inedito in Italia, della serie "Atlas Ufo Robot"!
Cosa sarà mai stato questo "nuovo film, ancora inedito in Italia, della serie Atlas Ufo Robot" credo non lo sapremo mai di certo, però è lecito ipotizzare (IPOTIZZARE) che si riferisse ad una prossima più o meno ventura trasmissione del Danguard.
Piccola digressione per spiegare il perché mi dispiaccio un po' quando mi ritrovo del materiale riesumato da me in giro sul web, riviste e libri (quindi a pagamento) senza uno straccio di citazione:
le annate 78, 79 e 80 de "Il Giornalino" non mi sono piovute dal cielo, me le sono comprate  ^_^

Come si può leggere nell'editoriale di "zio Giò" il "nuovo film, ancora inedito in Italia, della serie Atlas Ufo Robot" sarebbe stato trasmesso all'interno della trasmissione per ragazzi "Conoscere Insieme", condotta da Cino Tortorella, che era collegata all'inserto "Conoscere Insieme" de "Il Giornalino".
Quindi è chiaro il legame "Il Giornalino", "Edizioni San Paolo" e Danguard, a cui vanno aggiunti i cartonati del Danguard, pubblicati da "Libreria della famiglia" sempre della "Edizioni San Paolo". L'ultimo tassello è che "Telenova", una delle emittenti locali milanesi che trasmisero Danguard in prima tv italica, faceva (e fa) capo sempre alle "Edizioni San Paolo".
Il problema è che la prima traccia del Danguard, che io avevo trovato al link del post iniziale, era su "Antenna Nord", non su "Telenova".

Preciso che questo post e il prossimo andranno consultati con quello dove datavo Danguard al 26 aprile 1979, ad ora unica presenza nei palinsesti televisivi del Danguard, altrimenti si avrà una panoramica monca della mia ricerca.
In questo post, rispetto a quello linkato all'inizio, che procedeva cronologicamente, ho deciso di dividere in due le tematiche:
nella prima parte mostro le informazioni che possono essere inerenti il Danguard reperite all'interno de "Il Giornalino" nelle annate 1978, 1979 e 1980;
nella seconda parte gli annunci della trasmissione del Danguard su "Telenova" (ergo "Edizioni San Paolo") presenti sul "Corriere della Sera" dal 12 marzo 1979.

Ho scelto di procedere in questo modo non cronologico per ridurre la confusione, sempre ricordando che le informazioni vanno incrociate con il post linkato all'inizio e con il prossimo, questo perché i palinsesti erano abbastanza confusionari, qualche volta contraddittori, e, come si può leggere dall'annuncio di "zio Giò", neppure gli aventi diritto sapevano bene cosa stavano trasmettendo... si può affermare che il concetto di "sinergia aziendale" non veniva sfruttato al meglio. 
Infatti per il Danguard avevamo una casa editrice (Edizioni San Paolo) che deteneva una tv locale (Telenova) e che pubblicava sia un fumetto per ragazzi (Il Giornalino) che libri per ragazzi (i cartonati del Danguard), si mossero in qualche modo assieme, ma non in maniera organica e comunque non del tutto ben sponsorizzati, altrimenti non avremmo il dubbio sulla data della prima trasmissione del Danguard   ^__^


Perché affermo che "Edizioni San Paolo", "Il Giornalino" e "Telenova" non si mossero come una entità unica che doveva pubblicizzare il nuovo prodotto televisivo Danguard?
Perché, come si può vedere dall'immagine qui sopra, a pagina 79 del numero 41 con l'editoriale (e rimando a pagina 79) di "zio Giò" sul "nuovo film, ancora inedito in Italia, della serie Atlas Ufo Robot", tra le emittenti locali private che avrebbero mandato in onda la trasmissione per ragazzi "Conoscere Insieme", non c'è la stessa "Telenova"!
Nella zona di Milano sono citate "Antenna 3 Lombardia" ed Antenna Nord", ma non "Telenova".
Questo cosa vuol dire?
Tutto e niente:
Telenova inizialmente non trasmise "Conoscere Insieme";
Telenova inizialmente trasmise "Conoscere Insieme", ma non la inserirono.

Io propendo per la prima, ma è solo una mia opinione.



Quindi questo post cerca di trovare dei riscontri all'interno de "Il Giornalino" di una trasmissione del Danguard conseguente all'annuncio di "zio Giò", e per far questo non mi sono limitato a consultare le annate 1978 e 1979 negli articoli, pubblicità e palinsesti presenti, ma ho anche scorso le pagine della posta, comprese quelle de "Il mercatino dell'amicizia", in cui si poteva immaginare la presenza di un qualche commento dei giovani lettori sulla trasmissione del "nuovo film, ancora inedito in Italia, della serie "Atlas Ufo Robot":
zero totale.

I giovani lettori proponevano scambi e richiedevano informazioni un po' su tutto, ma sul Danguard nulla. Non è una prova a sfavore, evidenzio solo che ho controllato (spero non mi sia sfuggito qualcosa, nonostante abbia sfogliato le due annate due volte...).

Proseguo.

mercoledì 24 gennaio 2024

I primi eroi




TITOLO: I primi eroi
AUTORE: René Clair
CASA EDITRICE: Garzanti
PAGINE: 478
COSTO: medio alto
ANNO: 1962
FORMATO: 28 cm X 21 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN: 



Nell'etichetta dell'argomento sulla "pre-saggistica" avevo scritto "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90", ma poi ho inserito un saggio del 1960 e prima o poi avrei inserito anche questo saggio sul fumetto del 1962.
Alla fine il senso di questa mia ricerca è valutare come erano trattati i cartoni animati giapponesi (e anche i manga) nella saggistica, i cui autori, rispetto alla carta stampata, avrebbero avuto un maggior tempo per analizzare la tematica. 
Una cosa è dover pubblicare un articolo ogni giorno oppure ogni settimana, con la fretta annessa, diverso è riportare delle informazioni su un libro, che magari verrà pubblicato dopo alcuni mesi, quindi con più possibilità di non riportare le medesime castroneria che si leggevano su quotidiani, settimanali e mensili...
Come si potrà leggere ai link qui sotto della pre-saggistica che fino ad oggi inserito sul blog, non sempre questo teorico maggior tempo per analizzare il nuovo fenomeno dei "cartoni animati giapponesi venne ben sfruttato.
I titoli postati fino ad oggi sono ben 38, compreso questo, spero che possano tornare utili per qualche bibliografia di qualche saggio serio, magari con uno straccio di citazione  ^_^   




A dire il vero mi sono deciso a postare le parti inerenti il mondo nipponico a fumetti de "I primi eroi" della Garzanti, pubblicato addirittura nel 1962 (la mia edizione è del 1965), come tardiva connessione al mio post in cui mostravo quello che ho battezzato "il primo manga completo" pubblicato in Italia:

Di norma il primo manga pubblicato in Italia viene considerato quello del "Grande Mazinga" targato "Fabbri Editore" del 1979, in quanto era inserito in una rivista, quello che ho scovato per caso è anch'esso un manga presentato su una rivista ed è, come quelle della Fabbri un manga completo, seppur con una storia autoconclusiva e disegnato da un mangaka di cui non esiste una biografia.
In un recente commento al link sopra mi viene fatto notare che, invece, i primi manga arrivati in Italia sono quelli mostrati in questo saggio sul fumetto della Garzanti. In effetti sono mostrati, ma, rispetto a "Storia di una donna astuta e crudele" di Yajima Kenji, i manga de "I primi eroi" sono:
nel primo caso, delle strisce umoristiche di Kitazawa Rakuten (Tonda Haneko e Doncia) pubblicate a cavallo del 1930;
nel secondo caso presentano un manga parziale di Shifumi Yamané della scimmietta "Son Goku" del 1930, che poi noi imparammo a conoscere con le varie versioni animate nipponiche arrivate in Italia.

Kitazawa Rakuten è citato anche nella famosa "Enciclopedia Mondiale del Fumetto" della "Ediroriale Corno".
Queste sono opere ante post seconda guerra mondiale, quindi pre Osamu Tezuka, ergo prima che il manga diventasse ciò che noi oggi (ma anche nel 1978 e 1979) conosciamo come manga, quindi sia quello del "Grande Mazinga" della Fabbri pubblicato nel 1979 che circa un anno prima quello dello sconosciuto mangaka Yajima Kenji pubblicato (probabilmente senza averne i diritti editoriali) nella rivista di arti marziali "Banzai".
Mi chiedo:
ma se il manga del "Grande Mazinga" pubblicato dalla Fabbri nel 1979 è sempre stato considerato il primo manga pubblicato in Italia, perché quello di Yajima Kenji arrivato da noi nel 1978, non dovrebbe scalzare il primato del Guretto?




Come si può notare vennero apposti, penso dall'autore originale, i numeri per indicare il senso di lettura della striscia umoristica, direi un fattore non presente nei manga post secondo guerra mondiale.
Si noterà che l'ambientazione di queste sette tavole è chiaramente quella di un Giappone molto lontano da quello che conosciamo noi, ma non si tratta di un manga storico, ma erano strisce umoristiche dell'allora attualità, anni 20 e 30 del 1900.

Per quanto riguarda il manga su "Son Goku" si potrà notare, leggendo il numero di pagina in basso ed il numerino presente su ogni vignetta, come la Garzanti mostrò per prima l'ultima tavola e per ultima la prima tavola   ^_^
E' comunque presente un avviso di questa loro scelta a pagina 183, che mostro ancora più sotto.

sabato 20 gennaio 2024

“Candy Candy, più bella di Barbie, più simpatica di Heidi”, di Danilo Maggi – TV Sorrisi e Canzoni n° 22 dal 1 al 7 giugno 1980



Erano parecchi mesi che non postavo un "TV Sorrisi", rimedio con un numero che mi pare di aver individuato in una citazione nell'ultimo "Anime Cult", in cui a pagina 8 ci si riferisce ad un articolo di Danilo Maggi "dall'inequivocabile titolo "Quando vincono le altre TV"", benché, se ho azzeccato lo scritto, il titolo sarebbe "Candy Candy, più bella di Barbie, più simpatica di Heidi", mentre il "Quando vincono le altre  TV" era una specie di rubrica/focus sulle tv locali private.
Il numero, da cui, come sempre, ho omesso alcuni articoli perché li ho trovati poco interessanti, ospita numerosi argomenti utili alla mia ricerca sul costume televisivo e non degli anni 70 e primi anni 80, tra cui un articolo sulle figurine Panini, che completa un mio post di alcuni anni fa.
Sono presenti anche un articolo sul festival di Cannes, uno sulla conduzione pippobaudesca di "Domenica In", uno su Dean Martin legato al ciclo di film Rai di Jerry Lewis, uno sul culturismo, uno sui 56 ani di Mike Bongiorno, uno su Enrico Montesano (pre capo popolo...).
Ovviamente c'è anche l'inserto centrale con i programmi delle tv locali, edizione dell'Emilia Romagna.
Non mancano le classiche e numerose pagine pubblicitarie, che molti ricordi faranno affiorare  :]



Torno un momento alla questione della citazione presente in "Anime Cult" di cui sopra senza riferimenti bibliografici, sempre ammesso che io abbia azzeccato lo scritto citato.
Mi vengono in mente due casi simili, uno più vecchio ed uno recente, di libri in cui sono citati articoli sugli anime, ma senza una puntuale precisazione sulla fonte, cioè testata, data, titolo dell'articolo ed autore (se presente).
Il primo fu "Goldrake, la storia di un mito" del 2014, in cui venivano riportati numerosi articoli, ma non sempre con l'individuazione completa della fonte, e il recente "La Super Guida Manga", in cui, in realtà, c'è un singolo articolo citato (su Capitan Harlock), ma con la datazione non precisa, che poi si è rivelata errata.
Questo per affermare che non è sempre colpa degli autori, che debbono sottostare ai paletti delle case editrici, che forse, in taluni casi, non sono interessate o non considerano importante coadiuvare chi scrive un libro o un articolo per loro nel riportare per esteso le informazioni sugli scritti citati.
"Candy Candy" fu, assieme a non tantissimi altri, tra i primi anime che riuscirono ad infrangere la barriera informativa della carta stampata, visto che, di norma, solo i cartoni animati giapponesi trasmessi dalla Rai assurgevano a notorietà nazionale.
Quando Danilo Maggi scrisse l'articolo, l'orfanella tutte lentiggini era ancora trasmessa dalle piccole tv locali (in seguito dal nazionale "Canale 5"), nel mio caso "Tele Radio Reporter", ed ovviamente, da una altra moltitudine di piccole emittenti che ce la facevano vedere ognuna ad orari diversi, magari in giorni diversi. Nonostante ciò lo guardavamo tutti, anche i maschietti, portando Candy alla fama generalizzata.
Nella didascalia in azzurrino presente in alto a sinistra si può leggere che le immagini erano tratte dall'album della Panini:



La sinossi delle puntate trasmesse fino a quel momento, che più o meno corrisponde al punto in cui io smisi di seguirla per raggiunto limite mio di sopportazione, è precisa, cosa per nulla scontata ai tempi... si leggevano di quegli strafalcioni...
Lo scivolone arriva dalla colonna qui sotto, quando l'autore paventa una terza serie, che ovviamente non è mai esistita e che i bambini, nel caso, attenderanno invano...

giovedì 18 gennaio 2024

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 15)


Ormai la lettura dell'editoriale del Ceo è per me un piacere nel piacere della lettura della rivista, perché riesce a sorprendersi per argomenti che dovrebbero essere acquisiti, eleggendo a primato mondiale, anzi galattico, della sua testata tematiche trattate da decenni  ^_^
La prima metà del suo editoriale è incentrata sui palinsesti di serie animate nipponiche sulle tv locali, dove butta lì un certo numero di considerazioni che mi hanno spiazzato, o magari ho capito male il senso del suo discorso.
A quanto pare l'idea di dedicare spazio ai cartoni animati giapponesi trasmessi dalle tv locali private è stata del Ceo, cosa che lui considerava addirittura una "mission impossible"!
Peccato che su questo blog ne tratto da poco più di un decennio in maniera il più organica possibile, senza contare che il tema fu trattato per primissimi da Alfredo Castelli e Gianni Bono nello speciale di "if" "Orfani e Robot 1963/1983" del dicembre 1983. Seguirono rubriche come quella di "Scripta Manent" sulla rivista Yamato e successive versioni editoriali, poi è entrata in scena la saggistica con Marco Pellitteri e Massimo Nicora, senza contare vari appassionati che sul web hanno fatto nel tempo la loro buona parte.
Riguardo alla scritto si può leggere, sempre da parte del Ceo:
"L'articolo non è esaustivo e non ha la pretesa di esserlo, ma semplicemente vuole parlare, PER LA PRIMA VOLTA IN MANIERA STRUTTURATA, di un fenomeno tipicamente italiano di cui tutt'oggi nessuno ha una visione davvero panoramica a 360 gradi."

Ma come "PER LA PRIMA VOLTA IN MANIERA STRUTTURATA"?!  
Sul blog ho inserito:

Non so... se non è "strutturata" una esposizione del genere di un numero così altro di palinsesti, in alcuni casi pure di più settimane consecutive di una medesima zona, mi chiedo chi altri l'abbia "strutturata" di più.
Nell'ultima parte dedicata a questo argomento il Ceo spiega il perché sia difficile dare una panoramica "strutturata", in primis perché ci sono "pochissime fonti"... 
No, le fonti ci sono, ho tonnellate di riviste, basta comprarsele oppure armarsi di santa pazienza e passione e recarsi nelle emeroteche italiche a consultarle.
C'è poi il passo finale che forse non ho compreso:
"I settimanali televisivi del tempo ("TV Sorrisi e Canzoni in testa, ma anche le guide come "Tele Sette" e "Guida TV")  riportavano la programmazione SOLO dei circuiti principali, perché sarebbe stato impossibile dare informazioni sulle reti regionali di tutta Italia".

Non è così... tralasciando che vengono dimenticate altre testate televisive, ognuna di queste aveva il suo bel inserto con i programmi delle tv locali private, alcuni erano fatti meglio, altri più essenziali, ma questi inserti li avevano tutte le riviste. Quindi non corrisponde al vero che le riviste avessero SOLO i programmi dei circuiti principali, anche perché dal 1977 al 1980 non esistono vere e proprio syndacation televisive, quindi venivano pubblicati i palinsesti di tutte le emittenti, anche le più scrause... 
La vera ed unica impossibilità a tracciare la trasmissione dei cartoni animati giapponesi sulle tv locali sta nel fatto che dal 1977 fino almeno al 1980 le tv locali non si premuravano di segnalare il titolo della serie animata trasmessa, quindi leggevi solo un "disegni animati" o cartoni animati". 
Affermo che la colpa fu delle tv locali e non delle redazioni delle riviste, perché nelle stesse riviste le varie redazione si lamentavano degli errori di comunicazione e delle mancanze da parte delle reti televisive.



Interrompo il tono un po' polemico, forse perché è un tema che mi interessa, per tornare al numero di gennaio nel suo insieme, che ospita il solito nutrito ed interessante gruppo di interviste a personaggi italici (anche stavolta niente autori nipponici):
Rosalinda Galli (doppiatrice di Vichy il vichingo e Lamù!);
Marco Albiero (disegnatore);
Francesco Nicodemo (traduttore ed adattatore);
Cip Bacellini (Merak Film e Denab);
Bruno Tibaldi (autore di sigle).

C'è poi lo speciale sul Gundam, con il meritorio tentativo di prendere l'argomento da nuove angolazioni, cosa sempre più ardua.





Il numero 15 è aperto dall'articolo di MikiMoz Capuano sugli anime trasmessi dalle tv locali, a cui il Ceo faceva ampiamente riferimento nel suo editoriale. Preciso che le critiche mosse all'editoriale non vanno considerate estese anche all'articolo, riguardano il "come" è stato commentato dal Ceo.
Intanto ringrazio Mikimoz Capuano per avermi citato riguardo alla mia ricerca sulla prima trasmissione del Danguard (che procede), a cui, per esempio, ho affiancato anche quella su "Kimba il leone bianco" e Jeeg, trattati nell'articolo.

martedì 16 gennaio 2024

"Tōshi Gordian TV Ehon" - 1979 (libro illustrato tv)




Ringrazio sempre Andrea e Valentina per il materiale  :]

Per una spiegazione di cosa siano i "TV Ehon" rimando al post linkato qui sotto:


Di Gordian vidi i primi episodi, non mi convinse molto l'atmosfera western-robotico-spaziale e lo abbandonai al suo destino. Dagli anni 2000 ho man mano recuperato un mucchio di serie, non ancora Gordian, e dubito lo farò, troppi episodi di una trama che non mi convinse/convince. Bello il mecha del robot, stupenda la sigla Italica e bella anche quella giapponese, brutto il chara dei personaggi, poco appeal dei cattivi, poi chissà... dovrei provare a guardarlo.
Tra l'altro ai tempi il cartone, nella sua prima trasmissione milanese, veniva mandato in onda da Telecity, a memoria, ma come sempre potrei ricordare male il particolare, quello che rammento bene, invece, è che l'emittente non si vedeva perfettamente (è un eufemismo), fattore che di certo non mi invogliava a seguire una serie tanto lunga.


In questi casi mi viene sempre la curiosità di cercare di individuare da quando una serie, in questo caso Gordian, venne trasmessa in Italia. Stante che, come spiegato più volte, per quanto riguarda la prima trasmissione di una anime sulle tv locali private dal 1978 al 1981/82 è quasi impossibile datarlo con precisione, cosa ovviamente fattibile, invece, per le serie trasmesse dalla Rai, ci si può avvicinare un pochino alla data corretta sfogliando più testate.
Tra il 1978 e il 1980 molto spesso le tv locali si militavano a comunicare alla riviste televisive solo la dicitura "disegni animati" o "cartoni animati", non inserendo il titolo esteso dell'anime, e poi c'erano più edizioni locali, quindi una serie poteva essere stata trasmessa per prima a Milano, e non ancora a Pavia.
Dal 1980/1981 le cose inizia a migliorare, i palinsesti sulle riviste televisive iniziano ad essere più precisi, probabilmente le tv locali avevano capito che noi bambini ci sintonizzavamo sul loro canale se c'era il nostro anime preferito, quindi iniziano ad essere molto meno frequenti i frustranti "disegni animati" o "cartoni animati".
Ovviamente Gordian venne trasmesso nel 1981, ma ad inizio gennaio o a fine dicembre?
Alla fine sono 12 mesi di differenza  ^_^
Ho consultato (un po' velocemente) circa un quarto dei numeri in mio possesso di "TV Sorrisi e Canzoni" dell'annata 1981, più qualche altra rivista, oltre al sempre utile "If, speciale Orfani e Robot 1963/1983" del dicembre 1983, secondo cui Gordian venne trasmesso nel novembre 1981, e direi che il robottone matrioska western esordì nell'ottobre 1981.
La mia prima traccia che ho rinvenuto è sul "TV Sorrisi e Canzoni" n° 43 dal 25 al 31 ottobre 1981 su "Telesanterno" domenica 25 ottobre, poi magari sarà iniziato in qualche regione ai primi di ottobre, ma più o meno direi che la datazione sia quella.
Forse il non grandissimo successo del Gordian (almeno per quanto mi riguarda) fu causato dall'essere arrivato ad inizio parabola discendete degli anime robotici, eravamo già belli saturi dopo più di tre anni di robottoni...   :]

Noto ed annoto che nel bel volume non è presente Saori, la sorella maggiore di Daigo (a sua insaputa), in versione bendata, direi una "Guro Lolita" ante litteram   :]


Chiaramente mi intrigava la pantera nera robotica Clint, ma il resto dei personaggi non mi catturò mai.

domenica 14 gennaio 2024

La grande tombola senza famiglia chibikko Remi to meiken Kapi - Mondadori Giochi (1979)


Prosegue il mio personale focus sullo sfruttamento commerciale del lungometraggio animato della Toei del 1970 su Remi, "Chibikko Remi to Meiken Kapi", che in Italia fu proiettato dal settembre 1970 nelle sale cinematografiche con il titolo "Senza famiglia" (settima scheda del visto censura), per arrivare nelle sale di proiezione degli oratori dal 1972 circa:

Il fattore che in questi anni ho notato è che nel 1979, quando uscì in televisione la serie di Remi della "Tokyo Movie Shinsha", acquistare i diritti del merchandising dell'anime trasmesso dalla Rai evidentemente costava troppo, ergo qualcuno riesumò il vecchio Remi della Toei per turlupinare un po' noi bambini/e dell'epoca...




Nel caso del gioco in scatola della "Editrice Giochi" si potrà notare come, in realtà, l'azienda non sfruttò il personaggio nipponico, assemblando un gioco senza nessun nesso con il lungometraggio originale, men che meno grafico.
Stavolta posto "La grande tombola", che ha come ulteriore curiosità il nome del gioco sia in italiano, "Senza Famiglia", che in giapponese, "Chibikko Remi to meiken Kapi", generando una dose massiccia di confusione già oggi, figuriamoci nel 1979... anche perché, pure in questo caso, la "Mondadori Giochi" si prese un certo numero di libertà artistiche rispetto al film, ma lo scopo era, alla fine, usare il nome di "Remi" per accalappiare più genitori/nonni/zii possibili, così da ritagliarsi la propria fetta della torta del successo dei cartoni animati giapponesi.



Una ulteriore curiosità nasce dal catalogo della "Mondadori Giochi" dell'annata 1980 (che non ho ancora postato), in cui la confezione della "Grande Tombola" compare mancante sia dell'italico "Senza Famiglia" che del nipponico "Chibikko Remi to meiken Kapi". Dove, invece, altre confezioni della "Mondadori Giochi" mostrate nel catalogo corrispondono perfettamente ai giochi in scatola reali in mio possesso (alcuni già postati: DanguardGrande Mazinga).
Dimenticanza del catalogo?
Fu aggiunta la scritta sulla confezione per evitare denunce dalla Sacis della Rai?
Mistero   ^_^


Ho fatto un copia/incolla delle date presenti sulla confezione, tato per precisare e confermare che il film del 1969/70 fu riesumato nel 1979 alla bisogna del merchandising italico  :]

Ma com'era il gioco?
Per bambini più piccoli, alla Mondadori non si sforzarono molto... 

sabato 13 gennaio 2024

Onibaba, il mostruoso femminile nell'immaginario giapponese




TITOLO: Onibaba, il mostruoso femminile nell'immaginario giapponese
AUTORE: Rossella Marangoni
CASA EDITRICE: Mimesis
PAGINE: 208
COSTO: 18 
ANNO: 2023
FORMATO: 20 cm x 13 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788857599267


Nell'introduzione l'autrice si pone alcuni quesiti che bene illustrano il senso del saggio:
La presenza massiccia in Giappone di figure femminili mostruose nasconde qualcosa, certo, ma cosa?
Perché parlare di mostri femminili giapponesi?
Cosa spaventa nella donna, cosa minaccia?
Ma perché solo le donne subiscono questo trattamento in miti, favole e racconti?
Le donne sono per natura cattive?

Nel saggio vengono trattate una serie di figure femminili mostruose tipicamente nipponiche che, messe tutte assieme contemporaneamente, sollevano effettivamente qualche curiosità sociale:
onibaba, yamanba, yamauba, ubume, yukionna, yukinba, nureonna, ningyo, takaonna, shitanagabasan, nukekubi, han'nyaikiryo.

Questa criminalizzazione nasce dal panorama religioso nipponico, quando le donne, da potenti sciamane ed Imperatrici, vennero man mano relegate a figure marginali e negative, questo grazie alla presenza dei concetti shintoisti di "purezza" (hare) e "contaminazione" (kegare), che in origine non avevano una connotazione femminile, valevano indistintamente sia per uomini che per donne. Nello shinto è impura la morte e il sangue, quest'ultimo inizia a pesare più per le donne che per gli uomini quando la società giapponese diventa una casta di guerrieri, quindi il sangue versato in battaglia non è più impuro, mentre lo diventa il sangue femminile del parto e del ciclo mestruale ("aka fuju", cioè "impurità rossa").
A peggiorare la marginalizzazione femminile entrano in gioco prima il confucianesimo e poi il buddismo, che formula i "sette gravi vizi delle donne" nel 1300 ad opera del monaco Muju Ichire. 
Un altro esempio, tra i vari introdotti dall'autrice, è quello, fin impressionate, chiamato "sutra della Piscina di Sangue"...
In alcuni punti del saggio l'autrice giustamente si infervora per il trattamento subito dalle donne in Giappone, tanto che quasi mi son sentito in colpa, benché io non ne abbia responsabilità  :]
Nel primo capitolo vengono raccontati ed analizzati i mostri femminili presenti nel kojiki, e con la antesignana di tutte, Izanami, che da dea buona si trasforma in dea vendicativa.
Il secondo paragrafo si concentra sulla storia della figlia del dio del mare, Toyotama.
Nel secondo capitolo vengono trattati alcuni testi antichi da cui sono state prese fiabe e racconti del folclore con protagoniste mogli ingannatrici, matrimoni interspecie (con donne che erano animali/dee), esseri "bakemono", cioè che si trasformare, in particolare la femmina "kitsune" (volpe).
Sono illustrati due racconti con delle kitsune, un maschio (Tamamizu monogatari) ed una femmina (Tamamo no mae no soshi), per annotare le differenze di trattamento a discapito della figura femminile.
Viene analizzata la figura della "yukionna", la sposa di neve e quella della "moglie che non mangia".
Piccola chiosa mnemonica da fan dei "cartoni animati giapponesi", benché forse non avesse nesso con il tema del saggio, sarebbe stato interessante leggere qualcosa sui personaggi mostruosi femminili nipponici con cui noi bambini di fine anni 70 venimmo a contatto tramite gli anime. Basti pensare proprio alle varie rimodulazioni della fiaba della principessa delle nevi, ne rammento una molto bella in Jeeg. 

mercoledì 10 gennaio 2024

"La Signora Colombo", "Il Giornalino" n° 15 del 12 aprile 1981 - Ovvero il telefilm di "Mrs. Columbo" mai arrivato (per fortuna) in Italia



Come ho scritto più volte, mi capita che cercando "cose", io trovi "altre cose", in un continuo inseguirsi di fonti ed informazioni, nel quale talvolta mi perdo o di cui mi dimentico pezzi. Stavolta mi ero dimenticato che spulciando varie annate de "Il Giornalino" sono incappato in questo trafiletto sul mitico, unico ed inimitabile telefilm del "Tenente Colombo", in cui nell'aprile del 1981 si rivelava ai giovani lettori che negli Usa esisteva un telefilm con la mai nominata per nome moglie del Tenente Colombo!
Una volta rinvenuto il trafiletto l'ho girato ad un corposo giro di amici tutti fan del trasandato ispettore della omicidi, e nessuno/a conosceva l'esistenza di questo spin-off epocale!
Per fortuna il web ti permette di accedere immediatamente ad un numero variegato di fonti che mi hanno fatto comprendere che, a dispetto di ciò che venne riportato nel trafiletto, la serie di "Mrs. Columbo" non ebbe alcun successo tra il pubblico televisivo statunitense, tanto da essere interrotta alla seconda stagione, dopo pure il cambio del titolo:



Il breve ed in parte erroneo trafiletto ci fa anche capire che la stampa italica non sparava assurdità solo sui "cartoni animati giapponesi", ma in generale a 360°  :]
Infatti, quando questo numero de "Il Giornalino" andò in stampa, la serie negli Usa era interrotta da ben un anno!!!
L'ultimo episodio della seconda ed ultima stagione è datato marzo 1980 (link sopra in basso), quindi resta la curiosità di capire da dove la redazione de "Il Giornalino" prese lo scoop  ^_^
La protagonista della serie ai tempi era totalmente sconosciuta in Italia, ma acquisterà notorietà tra i fan di "Star Trek" quando nel 1995 Kate Mulgrew diverrà il capitano Kathryn Janeway.
A posteriori direi che sia stata una grande fortuna per la serie di "Star Trek Voyager" che in Italia nessuno abbia mai visto "Mrs. Columbo", perché era veramente pessima... ovviamente nulla a che vedere con la serie del marito televisivo, ma senza neanche riuscire a diventare un minimo credibile. Non che io abbia visto molto per poter giudicare totalmente la serie, ma da un paio di episodi visti direi che manca totalmente di un filo logico... la moglie di un Tenente della squadra omicidi che si mette ad investigare su altri omicidi ed in più scrive su un quotidianetto locale, forse il più famoso marito la aiuta?
Il problema è che, come in Colombo la moglie non si vede mai, ma è solo citata, in Mrs. Columbo il tenente Colombo non c'è, si vedono solo suoi oggetti culto.
Ho trovato un sito statunitense con immagini del telefilm e stralci di articoli in inglese sulla serie:




In rete si trova la sigla d'apertura, che vede la casalinga, investigatrice, madre (ma quindi Colombo era padre?) e giornalista (dove cacchio lo trova il tempo per fare tutto quanto?) venire a contatto con gli appunti investigativi del marito, il disordine del marito, il sigaro del marito e il cane del marito:

Ho trovato, però, anche l'incipit del primo episodio che mi è parso già esilarante   ^_^



      

Scorrono i titoli, e vediamo una serie di auto da cui scendono bambini che salutano i genitori e poi entrano a scuola.
Piccola digressione:
nel 1979 in Italia andavamo a scuola a piedi (almeno nella mia città), nel 1979 negli Usa i genitori portavo i figli a scuola in auto, creando un enorme serpentone all'inizio e alla fine delle lezioni. Ci siamo arrivati anche noi, alla fine   ^_^
I tre minuti circa dello spezzone, oltre ad una musica che non potrebbe aver alcun nesso con il telefilm del Tenente Colombo, ci mostra dei figli fotocopia dei genitori, tipo "tale cane tale padrone".
Unica e senza molto senso la scena in cui un uomo, non è chiaro se dopo aver scaricato il figlio, pianta l'auto a bordo del marciapiede e sale sull'auto di una madre che aveva appena scaricato il proprio di figlio, per andarsene tutti e due felici in qualche motel, immagino   ^_^
Il tutto ha così poco senso che fino alla scena finale pensavo di aver sbagliato telefilm, non comprendevo il nesso tra Colombo e questa scena, se non quando Mrs, Columbo arriva con la figlioletta(!) a bordo dell'auto del marito, la Peugeot 403 Cabriolet.
Si!
E' proprio la moglie del Tenente Colombo!

Tra l'altro, sia nel trafiletto de "Il Giornalino" che sul web si legge che la Signora Colombo faceva sapiente uso del karate... quando il marito neppure portava la pistola...

Qui sotto "Il Giornalino" dove è presente il trafiletto.

domenica 7 gennaio 2024

"Godzilla King of the Monsters" - "Marvel Comic Group from Toho Production famed movie series" n° 1, 2 e 3 (agosto-settembre-ottobre 1977)



Un vero peccato che la "Editoriale Corno" non importò in Italia questa breve serie a fumetti, solo 24 numeri, che mixava il kaiju Godzilla con i supereroi Marvel, io l'avrei di certo comprata! 
Alla fine l'ho fatto lo stesso, benché in inglese, quindi non potendo comprendere al massimo i dialoghi ivi presenti, ma appena scoperto quanti personaggi Marvel combattevano contro Godzilla, non potevo esimermi da spenderci qualche soldino   T_T
Ho già postato i primi tre numeri dei fumetti Marvel "Shogun Warriors", con i robottoni ambientati negli Usa, con quest'altra testata la panoramica si allarga e completa una falla presente negli "Shogun Warriors", cioè l'assenza dei supereroi Marvel (anche se non ho sfogliato tutti i numeri).
Da quello che ho potuto vedere, dando una sfogliata ai numeri, parrebbe che il personaggio guida di tutte le trame (o di gran parte di esse) sia "Dum Dum Dugan" dello SHIELD, che sinceramente non mi ha mai appassionato.
Il bello è che, come si può vedere dalla copertina del terzo numero, la Marvel non schierò solo le secondo (o terze) linee, come gli sgherri di Nick Fury (ancora in versione w.a.s.p.), ma anche i grossi calibri, tipo "I Campioni", ma non solo!   ^_^



Uno dei contenuti interessanti di questi fumetti made in Usa, oltre alle storie, ovviamente, sono le pubblicità, che, rispetto alla versione italica della "Editoriale Corno", interrompono regolarmente l'evolversi della trama. Motivo per il quale la numerazione delle pagine non è consecutiva, infatti in basso a destra c'è sempre un mini avviso sulla pagina da cui riprenderà la storia. Stavolta, rispetto al post sul fumetto Marvel "Battlestar Galactica", dove ho messo tutte le pubblicità, mi sono limitato a poche, ma rappresentative.
Per esempio quella della merendina "Twinkies" (citata ossessivamente nel primo film "Zombieland", mi pare), dove compare la villain innamorata dell'Uomo Ragno (se non ho compreso male il testo...), dal futuristico nome "Madam-Web", che inizialmente avevo pensato fosse il nostro "web", ma ovviamente è quello nel 1977, cioè una semplice "rete".


Se la pubblicità con l'Uomo Ragno e Madame Web mi ha fatto sorridere, quella qui sopra mi ha inorridito... l'azienda "Daisy" esiste ancora, e, se qualcuno ci butta un occhio, vedrà che la filosofia pubblicitaria è rimasta immutata:
Un padre felice di passare del tempo con il figlio, come suo padre lo passava con lui, ipotizzo, per creare un legame "padre-figlio" sparando con armi vere...
In questo modo il ragazzino crescerà meglio, sapendo assumersi le proprie responsabilità...

Manca la parte del racconto dove il ragazzino sclera (magari con qualche buon motivo) e, invece di fare l'hikikomori, si mette a trucidare compagni di classe o colleghi di lavoro, se diventato adulto.
Ci sarebbe da fare delle considerazioni di carattere educativo, fuori dalla mia portata, sul pubblicizzare armi da fuoco su una rivista a fumetti per ragazzini, anche under 10...
Fa ridere (in realtà piangere) che in questi giorno sia stata presentata una proposta di legge, da parte dei soliti noti, per permettere ai 16enni di usare le armi da caccia... 
Senza contare la nuova autorizzazione per le forze dell'ordine di poter usare le armi da fuoco fuori dal servizio senza avere un porto d'armi... così un poliziotto in divisa si ritroverà uno sconosciuto armato in abiti civili senza poter capire che è un collega in borghese...
Non conta che siano state approvate o meno, basta solo che qualcuno le abbia pensate fattibili...
Dopo 45 anni, ci stiamo statunitizzando, solo negli aspetti negativi (scuole private, sanità privata, armi...), mai in quelle positive (pene pesanti e senza appello per gli evasori fiscali, per esempio).

Terminato l'inutile pippone contro le armi, passo ai fumetti dal numero 1  :]

sabato 6 gennaio 2024

"Il ragazzo e l'airone" oppure "E voi come vivrete?" (Kimi-tachi wa Dō Ikiru ka) - Contiene mega spoiler a caso del film




Di norma non mi permetto di recensire un film d'animazione giapponese alla sua uscita, ci sono tonnellate di siti professionali con persone che hanno studiato e che lo sanno fare incredibilmente meglio di me, senza contare le riviste del settore (o meno) e la saggistica. 
Premesso ciò, ho deciso di esplicitare la mia reazione al film, che abbiamo visionato ieri sera:
sala non piccola quasi gremita (fa molto piacere);
età media 20/30enni (fa molto piacere);
pochi boomer (fa molto piacere);
pochissimi bambini (fa moltissimo piacere).

Prima di spoilerare qualcosa mi permetto qualche avviso ai naviganti:
non andate a vedere questo film dopo una giornata di lavoro, bisogna guardarlo relativamente riposati;
non è un film per bambini;
non è un film per chi non conosce l'animazione giapponese;
suggerita la visione a chi conosce le altre opere di Hayao Miyazaki.

Avviso che io avevo evitato di vedere e/o leggere qualsiasi anticipazione del film, quindi NON SAPEVO NULLA, zero spaccato.
Di seguito spoiler del film con miei giudizi a caldo (dopo una notte di sonno) e a caso  ^_^

martedì 2 gennaio 2024

Dove torna il vento volume 2 - Scritti, interviste




TITOLO: Dove torna il vento volume 2 - Scritti, interviste 
AUTORE: Hayao Miyazaki e Yoichi Shibuya 
CASA EDITRICE: Dynit
PAGINE: 238
COSTO: 22 
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788833554181


A distanza di circa tre mesi, e con qualche settimana di ritardo rispetto al preventivato, è uscito il secondo volume del compendio delle interviste a Miyazaki rilasciate a Yoichi Shibuya (non solo a lui in questo volume), la recensione al primo volume qui sotto:

Come scrissi a settembre questi volumi fanno bibliografia, quindi non c'è molto da aggiungere, non è che ti puoi mettere a contestare i ricordi e i ragionamenti di Miyazaki sulla sua carriera, al massimo annotare parti che ho trovato particolarmente interessanti.

La Dynit ha pubblicato altri due titoli a tema "Studio Ghibli":

E se nei tre linkati sopra avevo annotato la presenza notabile di refusi, in questo volume la cosa non si evidenzia.
Anche in questo caso il libro è la traduzione di uno scritto nipponico pubblicato in Giappone nel 2013, arrivato dieci anni dopo, ma almeno è arrivato  ^_^
Sono presenti sei interviste a Miyazaki nell'arco temporale che va dal 2008 al 2013 nei primi quattro capitoli, nel quinto l'intervista è del 1983 e non viene svolta da Yoichi Shibuya, nel sesto capitolo lo scritto è la riproposizione di una intervista del 1984 presente nel "Guide Book" di "Nausicaa della valle del vento".
Devo ammettere che ho trovato premiante e motivo di acquisto da parte di qualsiasi appassionato di animazione nipponica proprio gli ultimi due capitoli rispetto ai primi quattro.
Non che le prime quattro interviste non siano interessanti, in particolare quella del settembre 2013 in occasione dell'uscita di "Si alza il vento", in cui Miyazaki spiega alcuni aspetti del film che non hanno convinto neppure me, ma in generale le ho trovate un po' dispersive e ripetitive (noiose?), talvolta in contraddizione con quello detto in precedenza o in seguito.
Per quanto riguarda, invece, il quarto capitolo su "Si alza il vento" risulta assai interessante capire il perché Miyazaki abbia scelto il progettista di un'arma da guerra come protagonista, senza mai, inoltre, calcare mai la mano sull'uso che ne fece, ovviamente, la cricca imperialista-fascista nipponica.
Nelle sue risposte è sempre presente la condanna di quel periodo storico nipponico e di quei personaggi fanatici militari (anche del dopo guerra), ma lo scinde dal mero progettista di aerei, visto solo come mezzo meccanico all'avanguardia.
Non è che io sia tanto concorde, ma conta zero, specialmente se un autore mi aveva donato "Conan il ragazzo del futuro"  ^_^




Ed è proprio la serie animata di "Conan il ragazzo del futuro" il soggetto della quinta intervista svolta nel 1983 ad opera di una delle intercalatrici della stessa serie animata, Yoko Tomizawa.
Solo queste 30 pagine valgono l'acquisto del libro, ovviamente se si è un fan della serie, ma non vedo come non lo si potrebbe essere...
In italiano su "Conan" esiste poco, visto che ai tempi l'anime non godette di molta pubblicità in Italia, pochi ne scrissero anche successivamente, questa parte è stata per me stupenda..
Difficile selezionare qualcuna delle cose interessanti che ho letto rispetto ad altre, posso solo incentivare l'acquisto rivelando (per me è stata una novità) che quanto la serie fu trasmessa in Giappone venne censurata dalla "NHK" la  scena in cui Jimsy fuma i "taba-taba", questo in quanto la rete televisiva aveva avuti poco prima dei problemi in un'altra trasmissione con una scena in cui dei personaggi fumavano.
Annoto un po' a caso che, per esempio, pur usando il termine "anime", sono usati anche il più semplice "cartone animato" e l'inaspettato "manga animati", probabilmente nel 1983 il termine "anime" non aveva ancora preso possesso della terminologia.
Anticipatore di molti sviluppi futuri più di un concetto esposto in questa intervista, come quello delle "possibilità perdute" che nobilitano il senso dei "cartoni animati" (sunto): 
noi nasciamo in una specifica epoca che non ci permette di avere altri vissuti (fare il pirata, per esempio), l'animazione ci permette questo vissuto alternativo.

Aggiungo io, un multiverso miyazakiano ante litteram, senza voler fare troppo il filosofo di anime   ^_^
Curioso (o forse no), che già nel 1983 Miyazaki criticasse l'animazione del periodo, e che per lui quelli fossero "solo cartoni", non dovendo trattare temi complessi (e Conan?!?!) né formulare teorie astruse, e non erano neppure definibili "forma d'arte". Il tutto nel 1983.
Non manca una certa critica all'animazione creata per vendere merchandising, su questo versante immagino avrà cambiato idea da Totoro in poi  :]
L''altro capitolo che ho trovato interessante, meno del quinto, ma più dei primi quattro, è il sesto, cioè una intervista in cui Miyazaki ripercorre la sua carriere fino al 1984, raccontando quale ruolo ebbe in ogni singola opera che lo vide nel cast e con l'aggiunta di vari aneddoti.

Qui sotto l'indice del libro.