CERCA NEL BLOG

Visualizzazione post con etichetta Saggistica Manga. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Saggistica Manga. Mostra tutti i post

domenica 24 agosto 2025

Candy Candy Revolution - Psicosociologia, femminismo e pratiche intersezionali nell'anime culto degli anni ottanti





TITOLO: Candy Candy Revolution - Psicosociologia, femminismo e pratiche intersezionali nell'anime culto degli anni ottanti
AUTORE: Ariase Barretta
CASA EDITRICE: Odoya
PAGINE: 195
COSTO: 16 €
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm X 16 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9888862889391

(ringrazio Massimo Nicora che mi ha informato dell'uscita del libro)

La particolarità di questo saggio è che non ci troverete le sinossi degli episodi, le biografie delle due autrici, curiosità varie, il raffronto tra romanzo (link 1 - link 2), manga ed anime etc. etc. etc, ma solo una valutazione psicologica e comportamentale dei personaggi, lo si intuisce dal non consueto sottotitolo:
"Psicosociologia, femminismo e pratiche intersezionali nell'anime culto degli anni ottanti"

La terminologia è sovente tecnica, sempre sul versante psichiatrico/psicologico/psicosociologico, quindi, se non si è del ramo, bisogna prendere atto dello scritto senza chiose, cosa che farò anch'io nella recensione. E' stato interessante leggere queste valutazioni comportamentali dei personaggi, con tutti i vari intrecci reciproci. 
Noto che nella biografia dell'autore non è presente una laurea o una attività nel campo della psicologia/psichiatria/sociologia, la sua attività professionale è legata alla traduzione della letteratura ispanoamericana.
Sono riportati varie frasi dei personaggi, e su questo sono fatte le valutazioni tecniche di cui sopra, solo che in Italia non abbiamo mai goduto di un adattamento dell'anime fedele all'originale e l'unica versione del manga arrivata fu quella della "Fabbri Editore" (Fabbri 1 - Fabbri 2), quindi, mi chiedo, e se il senso delle frasi riportate vennero stravolte dagli adattatori?
Annoto qualche refuso e circa 33 pagine di immagini (in bianco e nero), tra quelle a pagina piena ed altre a mezza pagina.
Si sarebbero potute, forse, ridurre o eliminare le immagini, in modo, per esempio, da inserire un riepilogo un po' meno succinto della serie di quello presente nel primo capitolo, che se è stato inserito per rinfrescare la memoria a chi non si ricorda più molto dell'anime, non coglie molto l'obiettivo.
Tra i tanti temi trattati nel primo capitolo c'è quello del finale modificato in Italia, l'autore spiega che gli adattatori vennero in contro ai desideri delle telespettatrici. A memoria, magari ricordo male, venne messo in atto un certo tipo di sondaggio tramite varie riviste televisive, allo scopo di far esprimere le appassionate sul finale che avrebbero preferito:

Il libro non contempla solo le analisi psicologiche dei personaggi, ma presenta anche due "inserti" con i commenti in prima persona di Annie e Patty a fine di ogni capitolo (consultare il sommario a fine post):
La rubrica di Annie; A lezione da Patty.

Queste parti cercano di spiegare aspetti storici e sociali del mondo reale in cui si muovevano i personaggi dell'anime, mi è parsa una buona idea, tanto per contestualizzare il tutto. Per esempio il primo contributo mi toglie un dubbio che avevo da sempre: 
ma si può adottare un orfano e poi farlo lavorare come uno schiavetto?

L'unico aspetto che non ho gradito è che l'autore non spiega "lui" questi approfondimenti, ma li fa scrivere direttamente ad Annie e Patty, quindi una specie di fanfiction, dove le due ragazze si perdono anche in vari commenti sui fatti accaduti nella serie. Ovviamente i commenti sono inventati, cioè fanfiction, che io non apprezzo molto, mie gusti personali. Il tutto l'ho trovato un po' dispersivo.
Non ho più 10 anni, lo capisco che non sono Annie e Patty a spiegarmi questi approfondimenti storici, sociali e di costume  :]
Ogni successivo capitolo al primo psicanalizza un personaggio, iniziando da Candy. L'autore, per far capire che alla fine Candy non era poi così piagnucolosa come la accusavano gli adulti, mette tutte in fila le vicissitudini che ha dovuto subire, fanno veramente impressione... come ripeto sempre io seguì la serie (senza mai dirlo a nessuno in cortile o a scuola) fino a quando Candy inizia a studiare da infermiera, poi mi stufai proprio per questa sequela infinita di sfighe megagalattiche...
Annoto che le valutazione sulla personalità di Candy annoverano solo pregi, è possibile che non avesse difetti?
Il terzo capitolo è dedicato ad Iriza, io mi sarei limitato a scrivere "è una merda colossale", capisco che non sia possibile, ma resta una "merda colossale" anche dopo aver letto il perché fosse una cosi colossale merda...

lunedì 4 agosto 2025

Oltre il mare di stelle



TITOLO: Oltre il mare di stelle
AUTORE: Elena Romanello
CASA EDITRICE: Anguana Edizioni
PAGINE: 298
COSTO: 18 
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9791256830145


Il saggio si occupa delle molteplici apparizioni ed influenze di "Capitan Harlock" in manga, film ed anime, con una estensione dello scritto inerente le altre serie di Leiji Matsumoto.
Vengono esposte anche le reazioni italiche alla messa in onda dell'anime, forse questa parte sarebbe potuta essere ben più corposa, è un pelino accennata.
Nel totale il libro lo si può considerare un buon compendio delle informazioni disponibili, forse non aggiunge molto nello specifico, ma ti permette di avere un'informazione minima in un unico libro sul pirata della galassia e sulle opere del suo autore. Peccato che non sia presente la sitografia dettagliata dei siti eventualmente consultati per il libro.

In particolare ci si sofferma abbastanza sul "famigerato "Leijiverse", che personalmente poco comprendo ed apprezzo, come poco comprendo ed apprezzo in generale i vari multiversi, se non pensati con un minimo di coerenza (un minimo...)... altrimenti il "multiverso" diventa un "nagaiverso", con continui remake a caso tanto per ririririvendere il medesimo personaggio a distanza di 50 anni.
Per quanto mi riguarda ho letto il manga di "Capitan Harlock" (Danguard e la Yamato) da adulto, non mi ha molto esaltato  :]
L'anime, ovviamente, lo vidi una prima volta nell'aprile del 1979, e come scrive l'autrice il target non era proprio adatto a chi era solo un bambino. Infatti, pur restando affascinato dal personaggio (facendomi comprare il modellino dell'Arcadia e il caccia + altro merchandising a caso), faticavo a seguirne la trama, troppo lento rispetto ad un classico robotico.
Quando da adulto ho avuto la possibilità (economica) di recuperare le vecchie serie, quella di "Capitan Harlcok" è stata tra le prime (o la primissima) che ho acquistato in DVD, ci tenevo veramente a cercare di capire perché ai tempi non ero riuscito a capirlo :]

L'indice del saggio lo presento (come sempre) a fine post, dato che illustra bene il suo contenuto, si può far riferimento a questo per capirne i contenuti al di là delle mie valutazioni a caso. 
La stessa autrice riporta ad inizio libro che si è già occupata di "Capitan Harlock" in altri due suoi titoli:


Si può ipotizzare, quindi, che una parte del materiale fosse già disponibile e sia stato solo necessario riorganizzarlo per inserirlo in questo terzo.

sabato 19 luglio 2025

Nel nome della Luna - Origini, rivoluzioni ed eredità di Sailor Moon




TITOLO: Nel nome della Luna - Origini, rivoluzioni ed eredità di Sailor Moon
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 288
COSTO: 22,50 €
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9788896133750


Il saggio l'ho acquistato quando è uscito, ma ho impiegato un po' tanto a terminarlo, non perché sia brutto o noioso, ma perché non sono avvezzo alla serie tv o al manga di "Sailor Moon"
Ci sarebbe da aggiungere anche il fattore stanchezza personale, che, con la vecchiaia, inizia a farsi sentire  ^_^
Per un verso è piacevole leggere un libro che non è sul solito vecchio anime, resta che si fa fatica a seguire lo scritto quando non si conosce praticamente nulla del descritto ed analizzato, se non per averne letto nel tempo in altri saggi, riviste o web.
Tra l'altro spesso nel saggio si toccano le tematiche transgender e simili, con terminologia che mi è sconosciuta e differenziazioni su aspetti che mi sono sconosciuti, quindi è stato un ulteriore aspetto che ha rallentato la lettura. 
Per lo stesso motivo la recensione sarà molto minimale, sia per evitare inutili strafalcioni su "Sailor Moon", sia per evitare di scrivere qualche mia valutazione sul mondo transgender che involontariamente possa essere offensiva. Con i brutti tempi che corrono, meglio una parola scritta in meno, che un equivoco  >_<
L'unica critica che mi permetto di muovere è che, forse, in alcuni contributi si è usata una terminologia un po' troppo da studio universitario o con termini e concetti in inglese... poi non è responsabilità di chi scrive per il livello culturale del lettore che compra il libro, però uno sforzo per essere più semplici, lo si poteva anche fare, forse...





Piccola digressione editoriale.
Direi che ormai l'unica casa editrice che pubblica regolarmente saggi su anime e manga è rimasta la "Società Editrice La Torre"... è un gran merito per la costanza ultra decennale, dispiace che altre case editrici si siano perse per strada...

A fine post riporto il sommario del saggio, che come al solito presenta anche tutti i paragrafi, in modo che ci si possa meglio fare un'idea di cosa contenga.
Il libro consta di 13 contributi scritti da 12 autori (Leone Locatelli ne scrive due), il tutto è diviso in quattro sezioni + una finale:
Sailor Moon: origini e genealogia;
Sailor Moon: famiglia, femminilità e società negli anni Novanta;
Sailor Moon e le tematiche LGBTQ+;
Sailor Moon oltre il manga;
la mostra di Sailor Moon per i 25 anni della serie in Italia.

Prima sezione
autrice Asuka Ozumi
Uno sguardo alle maghette dal 1966 (Sally) agli anni 80. Interessante, comprensibile, molto breve.

autore Luca Paolo Bruno
Sailor Moon è diventata un'icona transgender globale, ma l'autore fa notare, e quindi la analizza per questo, che Sailor Moon è una "Bishojo Senshi", cioè una "bella ragazza guerriera", che indossa una divisa scolastica alla marinara, che può essere indirizzata ad un immaginario maschile eterosessuale, cioè otaku fisati.

autore Cristian Pallone
Si illustrano i precedenti letterari nipponici in cui un regno lunare è inserito in una trama, per esempio "Taketori monogatari" ("Storia di un tagliabambù") del X secolo.
Viene effettuato anche un excursus storico letterario teatrale sulla figura dei cinque membri di un gruppo "tokusatsu super sentai", a cui l'autrice del manga si ispirò.
Infine si evidenziano i racconti e la letteratura antica in cui le donne sono eroine.

domenica 1 giugno 2025

Shojo Bunka, la cultura delle ragazze in Giappone dalla riforma scolastica del 1872 al Salone di Oizumi



TITOLO: Shojo Bunka, la cultura delle ragazze in Giappone dalla riforma scolastica del 1872 al Salone di Oizumi
AUTORE: Ludovica Morrone
CASA EDITRICE: Società  Editrice La Torre
PAGINE: 207
COSTO: 18,50 
ANNO: 2025
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 9788896133743


Come da titolo il saggio analizza un arco temporale che va dal 1872 (la riforma scolastica in epoca Meiji) alla metà degli anni 70 del 900 (il "Salone Oizumi"), in pratica un secolo di "cultura shojo" (Shojo Bunka) femminile del Giappone.
Come tutti i sommari dei saggi della "Società Editrice La Torre", anche questo è molto dettagliato, quindi vi si potrà far riferimento per i temi trattati senza badare troppo a quello che scriverò io  ^_^
Per parte mia lo scritto l'ho trovato interessante, favorito da aver letto in passato altri saggi, comunque, per chi si avvicinasse per la prima volta alla tematica, l'autrice ha reso tutto chiaro e lineare.
Una parte di valore del saggio è la descrizione del sistema scolastico indirizzato alle studentesse dal 1872 al dopo guerra.
Nel primo capitolo, ovviamente, si parte dall'epoca Meiji, con la prima riforma scolastica nazionale che introdusse anche l'insegnamento obbligatorio per le bambine, prima di ciò non esisteva il concetto di "età femminile" pre matrimoniale. Le ragazze passavano dalla propria famiglia al matrimonio, è solo con l'introduzione di un sistema scolastico nazionale che si creò anche la fascia di età scolastica femminile, con annesse esigenze materiali (abbigliamento etc.) e culturali (libri, riviste, romanzi, fumetti).
Senza la riforma scolastica del 1872 non sarebbe esistita la figura della "shojo" né la "cultura shojo", con quello che comporta oggi in tema di manga, anime, mode, merchandising etc..
Ne consegue che l'autrice inizia a descrivere il sistema scolastico nipponico in epoca Meiji, con tutte le varie modifiche susseguitesi nei decenni, spiegando come tutto ciò generò il nuovo target sociale e culturale  delle "shojo", con un focus sul materiale editoriale a loro dedicato:
romanzi; riviste; fumetti; manga.

A titolo di esempio, tra i tanti temi citati ed analizzati, nel 1887 il romanzo "Ukigumo" di Futabatei Shimei, il primo scritto moderno in cui la co-protagonista era una studentessa, ebbe un enorme impatto sull'opinione pubblica del periodo. Tanto da far commentare alla critica che le studentesse "divennero la rappresentazione del desiderio maschile e la rovina dell'unità familiare e, per estensione, dell'intero Giappone"!

E' in questo ed altri romanzi del periodo che nasce "l'amore spirituale" delle ragazze ("ren' ai")
Viene riportato ed analizzata la tipologia di scritto "esu kankei", "relazioni S", cioè l'amore platonico e il rapporto di sorellanza tra due studentesse.
Tra ciò che faceva parte dello "shojo bunka" in epoca Meiji c'erano il teatro Takarazuka e i primi accenni di manga.
Segue la descrizione delle medesime situazioni, ma in era Taisho, dove nacquero le prime riviste shojo (senza manga). Sono citate ed analizzate le testate e citati ed analizzati gli illustratori di queste riviste per studentesse.
La parte finale del primo capitolo è dedicata all'epoca Showa fino a poco oltre il dopo guerra, stesse tematiche delle due epoche precedenti.
Vengono descritte le riforme scolastiche del dopo guerra con l'inizio della comparsa degli shojo manga e della prima mangaka, Hasegawa Machiko.
Ovviamente non può mancare il capitolo su Osamu Tezuka, forse un po' breve, e sul meno conosciuto Takashi Macoto, entrambi mangaka di shojo manga.

domenica 22 dicembre 2024

Cronache avventurose


TITOLO: Cronache avventurose
AUTORE: Akira Matsumoto 
CASA EDITRICE: Associazione Culturale Leiji Matsumoto
PAGINE: 80
COSTO: 5/10 
ANNO: 2019
FORMATO: 21 cm x 14 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9791280160027


La recensione del volumetto è simile a quella de "L'angelo rosa", in cui, oltre a mostrare un manga giovanile di Leiji Matsumoto, sono analizzati alcuni aspetti di esso.
La pubblicazione italiana di "Cronache avventurose" è antecedente rispetto a "L'angelo rosa", ma anche quella nipponica lo è. Infatti il mangaka lo disegnò da giovanissimo e non per essere pubblicato, ma come passatempo, quando ancora non immaginava di fare carriera nel campo fumettistico.
L'aspetto importante del manga amatoriale del 1953 risulta essere la prima trasposizione disegnata dal Maestro di un pirata, Capitan Kingston. La caratteristica di questo primo pirata leijimatsumotiano è che è un pirata dei pirati, cioè assalta solo vascelli pirata.
C'è poi la parte di analisi:
quattro pagine ad opera di Francesco Nicodemo su questo manga;
il dialogo scritto tra il mangaka e Masuzo Furukawa, colui che in Giappone ebbe per primo l'idea di "salvare" quest'opera giovanile di Matsumoto, proprio inerente alla pubblicazione nipponica;
21 pagine ad opera di Renato Giovannoli su "Il Jolly Roger, da gentiluomini di ventura ai pirati spaziali";
cinque pagine ad opera di Davide Vivaldi su "Fino alle ossa, i pirati nell'immaginario disegnato giapponese".

Leggendo questi due volumetti ho scoperto che ne son stati pubblicati altri due con manga di Leiji Matsumoto, ne valuterò l'acquisto se a prezzo scontato.



Essendo un manga amatoriale non credo si possa valutarne disegno e sceneggiatura, a me, da totale ignorante, è parso un po' troppo giovanile come stile e trama per poter essere considerato valido in quanto esempio di un pre-Harlock, ma di certo la mia valutazione sarà superficiale   ^_^

sabato 21 dicembre 2024

L'angelo rosa



TITOLO: L'angelo rosa
AUTORE: Akira Matsumoto e Miyako Maki
CASA EDITRICE: Associazione Culturale Leiji Matsumoto
PAGINE: 82
COSTO: 5/10 
ANNO: 2020
FORMATO: 21 cm x 14 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9791280160072


Questo libricino si compone di due parti: 
il manga di genere shojo "L'angelo rosa" di Akira (Leiji) Matsumoto e della moglie Miyako Maki, pubblicato nel 1964; 
una 30ntina di pagine di analisi su vari aspetti del manga.

Non sono un fan così sfegatato del mangaka da aver comprato il volumetto appena pubblicato dalla "Associazione Culturale Leiji Matsumoto" nel 2020, ma l'ho trovato ad un mercatino ad un prezzo assai scontato, quindi, causa mio irrefrenabile impulso all'acquisto di materiale editoriale su manga ed anime, me lo sono accattato  ^_^
Il manga apparve sulla rivista shojo "Margaret", chiaramente son passate alcune decine di anni, non ha senso far alcun raffronto con qualsiasi altro manga, se non valutare quanto di questa storia e disegno noi si sia visto in opere successive del Maestro. In questo siamo ben supportati dalle pur brevi pagine di analisi allegate al manga.
Personalmente il manga non è che mi sia piaciuto molto, ma conta zero il mio punto di vista  :]
La parte di commento al manga contiene:
una breve introduzione al manga;
due pagine ad opera di Francesco Nicodemo su Miyako Maki, coautrice del manga e moglie di Matsumoto;
cinque pagine ad opera di Daniela Asmundo sulla bambola "Licca-chan", il cui design fu opera di Miyako Maki; 
quindici pagine ad opera di Patrick De Stefani sulla mitologia greca e il Giappone contemporanea.



Qui sopra le prime due pagine del breve manga autoconclusivo del due M & M (Matsumoto e Maki).


Mi ha incuriosito la parte riguardante "Licca-chan", di cui avevo già letto in altri lidi, quindi sono andato a ripescare delle immagini di due pubblicazioni nipponiche:


Cercando di individuare le pubblicità di quelle che mi son parse del medesimo articolo, anche grazie al video del link:

Spero di aver azzeccato la bambola giusta   ^_^

domenica 8 dicembre 2024

Manga Academica vol. 17, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese




TITOLO: Manga Academica vol. 16, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: Autori vari
CASA EDITRICE: Società  Editrice La Torre
PAGINE: 106
COSTO: 16,50 
ANNO: 2024
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 9788896133729


E' questo l'ultimo numero di "Manga Academica" da minorenne, il 17esimo, dall'anno prossimo potrà votare e fare la patente  ^_^
Non è superfluo ribadire l'apprezzamento per una costanza lunga ben 17 anni pieni di analisi serie su anime e manga.
Tra l'altro la collana, nella sua interezza, fa pure una bella figura sulla mia libreria  :]
Fatto un complimento, annoto una diminuzione di pagine negli ultimi anni (scorrere i numeri), questo numero consta di 106 pagine, immagino anche per mantenere inalterato il costo.
In questo 17esimo volume sono presenti quattro contributi, la mia recensione ometterà il secondo per non auto-spoilerarmi il finale de "L'attacco dei giganti" e non sarà molto informato sul terzo ed il quarto, in quanto poco conoscitore dei temi e serie trattate   >_<
Quindi quest'anno la mia recensione arriva in ritardo rispetto alla pubblicazione del volume (troppo stanco, tendo ad addormentarmi quando leggo) e abbastanza limitata a causa della mia ignoranza.

Il primo contributo è a firma Marco Pellitteri e a dispetto del titolo un po' ostico è comprensibile (tranne una parte della terminologia obbligatoriamente accademica) ed interessante, in quanto tratta una tematica che sovente torna in auge (semplifico): la giapponesità degli anime.

Lo scritto critica il punto di vista degli studiosi accademici del "nord globale" (Usa ed Europa) che considerano gli anime non specificatamente nipponici, per loro sono "anime" tutte le serie con determinate caratteristiche, anche se pensate/create/prodotte non in Giappone. Secondo questi studiosi gli "anime" avrebbero perso la loro connotazione nipponica in quanto son spesso (fin dagli anni 70) prodotti materialmente all'estero per contenerne i costi.
Mi capita non di rado che in vari contesti (lavorativi e non) delle persone più giovani (anche di molto) mi consiglino "anime" (film o serie) che poi scopro essere made in Usa o in Europa. Quando faccio notar loro che quel film o serie, magari pure belli, non sono "anime", in quanto non pensati/creati/prodotti in Giappone da autori nipponici, la loro reazione è spesso di sorpresa. Lo scritto spiega bene il punto di vista, che per quanto conti è pure il mio, che solo una serie/film ideato in Giappone da autori giapponesi può fregiarsi del titolo di "anime".

domenica 18 agosto 2024

Guida al manga



TITOLO: Guida al manga
AUTORE: Osamu Tezuka
CASA EDITRICE: J-Pop
PAGINE: 206
COSTO: 14 €
ANNO: 2024
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788834913031


Non credo che ci sia qualcuno che, nel 2024, pensi che consultare una "Guida al manga" scritta e pubblicata nel 1977 in Giappone, sia efficace allo scopo di intraprendere la carriera di mangaka, neppure se questa guida fu scritta dal "Manga no kami" Osamu Tezuka. 
Una pubblicazione come questa, nel 2024, resta, però, un'interessante documento su come la pensava Osamu Tezuka sul manga fino al 1977. Nei vari capitoli che descrivono il manga e suggeriscono dei modi per crearne uno, ci sono moltitudini di aneddoti ed opinioni su quel mondo fino al 1977.
Tra le tante cose interessanti si può annotare che la guida tezukiana non era indirizzata ai bambini, pur non essendo, ha detta del suo autore, di taglio professionale (suggeriva di indirizzarsi ad altri scritti), era per i grandi, dai ragazzi agli adulti.
Un'altra caratteristica è che nelle prime pagina Tezuka invita il lettore aspirante disegnatore di manga, non necessariamente futuro mangaka, a non farsi problemi se disegnava male, in quanto i "manga sono scarabocchi".
Più avanti nello scritto, però, dissuade gli aspiranti mangaka ad intraprendere questa professione se il loro scopo era guadagnare bene... mica scemo, visto che poi li doveva pagare lui    ^_^



La breve introduzione ben illustra sia lo spirito con cui venne redatta la guida, che come la pensava Tezuka sul mondo dei manga del periodo.
A fine libro è proposta una piccola intervista a Tezuka, la cui penultima domanda fu:
"Quale sarà il futuro del manga?"

La risposta del Maestro forse non si è avverata letteralmente, ma il manga ora, e già da un po', è un fenomeno mondiale, mentre nel 1977 era prettamente nipponico:
"Mi chiedo se vedremo un manga in grado di sconvolgere il mondo intero. Non basta che abbia risonanza solamente in Giappone".



Sono presenti numerose pagine illustrate da parte di Tezuka per guidare il futuro mangaka dilettante, tra queste ne è presente una su come creare nuove facce, che mi son sembrate una anticipazione delle "Emoticon" .

Ci sono poi le parti, comunque interessanti, ma che risentono degli anni passati, tipo i consigli su come disegnare un corpo femminile  ^_^

sabato 17 agosto 2024

Dove nasce l'orrore



TITOLO: Dove nasce l'orrore
AUTORE: Junji Ito
CASA EDITRICE: J-Pop
PAGINE: 302
COSTO: 20 €
ANNO: 2024
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788834912966


La mia solita premessa iniziale penso che potrebbe sorprendere e nel contempo lanciare una certa luce inerente la mia incapacità di frenare l'impulso all'acquisto compulsivo di materiale editoriale  ^_^
Detesto l'horror... lo detesto in tutte le sue forme, compresi i fumetti, ergo anche i manga... al massimo posso vedere dei film splatter, ma vedere o leggere scene in cui viene inflitto consapevolmente a scopo ludico del dolore fisico o psicologico è una cosa che non sopporto...
Quindi ne consegue che non ho mai letto e mai leggerò un manga di Junji Ito, la cui opera più famosa (o che conosco pure io) e "Tomie".
Ergo perché ho comprato questa sua autobiografia?
Un po' per i miei problemi legati agli acquisti compulsivi di materiale editoriale di cui sopra... ma soprattutto perché è un'autobiografia in italiano di un mangaka, cosa direi non usuale.
Inoltre il volumetto è veramente bello come fattura e molto recente, visto che la versione nipponica è del 2023 ed è stato pubblicato in Italia ad inizio 2024. Mi è parso giusto premiare la casa editrice, sia per la qualità del prodotto sia per la celerità della traduzione/pubblicazione.
Avessero tradotto dal giapponese e pubblicato in italiano uno dei tanti volumi nipponici degli anni 70 sui robottoni... sarebbe stato un sogno ed avrebbe pure evitato un sacco di cattiva informazione a mezzo stampa, e penso che si sarebbero portati a casa pure qualche bel soldino  ^_^
Il volume è diviso in cinque capitoli, i primi due sono il racconto della vita del mangaka da primi anni  di vita, con il suo entrare in contatto con i manga dell'orrore (forse un po' troppo prematuramente a circa 4 anni...), passando per le scuole, il suo lavoro da odontotecnico e il contemporaneo affacciarsi del mondo professionale dei manga.
Nei successivi tre capitoli il mangaka spiega al lettore come lui immagina, struttura e riporta su carte le sue storie horror, per far questo riporta in testo alcune dei suoi manga/racconti.
Ne consegue che ho trovato molto piacevole la lettura dei due primi capitoli, mentre gli altri tre sono dedicati a chi conosce la sua opera ed è anche interessato a come si crea un manga dell'orrore.
A fine post inserisco come sempre le scan del sommario.
Sugli scaffali di librerie e fumetterie è già da parecchio che vedo anche un artbook in italiano con le opere di Ito, ma ho evitato di comprarlo perché son tutte immagini, in questo volumetto la parte scritta non è tantissima, ma non è un artbook.
L'unica pecca che mi pare il caso di segnalare è che le didascalia alle tavole disegnate sono esageratamente piccole, e il contrasto sfondo/carattere di scrittura non aiuta a leggerle.


Questa qui sopra è la prima tavola mista disegni/scritto che illustra il primo capitolo.
Sinceramente non mi piace neppure tanto il suo tratto  >_<

Il mangaka è nato nel 1963, ergo abbastanza più grande di me, specialmente per quanto riguarda il vissuto televisivo/ludico, solo che noi da bambini vedemmo ovviamente un sacco di film e serie tv  in ritardo rispetto alla prima visione nipponica, ergo nei due capitoli mi sono ritrovato in molti dei suoi ricordi, questo nonostante la distanza chilometrica e temporale.
Qui sotto riporto solo un paio di punti di contatto tra i nostri due vissuti di bambino giapponese del 1963 e bambino italiano del 1969.

lunedì 13 maggio 2024

Kamishibai, istruzioni per l'uso



TITOLO: Kamishibai, istruzioni per l'uso
AUTORE: Paola Ciarcià e Mauro Speraggi
CASA EDITRICE: Edizioni Artebambini
PAGINE: 57
COSTO: 16.50€
ANNO: 2019
FORMATO: 20 cm X 26 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788898645503


Questo titolo non è espressamente un saggio, dato che si occupa del teatro di carta del Kamishibai sotto vari aspetti, dalla sua storia a consigli pratici per proporlo ai bambini italiani di oggi, ma dato che il tema è veramente di nicchia, mi è parso il caso di comprarlo appena ho scoperto della sua esistenza.
La casa editrice si occupa di pubblicazioni educative per bambini, infatti una parte importante dello scritto si concentra sul come fare un teatro Kamishibai per una platea di bambini dei nostri tempi.
Per quanto mi riguarda ho trovato interessante la parte storica e di analisi del mezzo comunicativo, compresa la figura del "cantastorie" (Kasmishibai no Ojisan"), temi trattati anche in vari saggi su manga ed anime quando si deve affrontare le radici del fumetto e dell'animazione giapponese.
Mentre non ero interessato alla parte che spiega come riproporre le storie del Kamishibai per una platea moderna  ^_^

Dall'indice qui sotto si possono ben comprendere i temi trattati.



"Ogon Bat", cioè il nostro "Fantaman", nasce come storia del Kamishibai, tanto per sottolineare il legame con il manga, questione pressoché ignorata nel libro.
Qui sotto un paio di tavole di Kamishibai, una propagandistica del periodo della guerra ed una del dopo guerra sul telefilm del 1966 di Batman.

mercoledì 1 maggio 2024

Goldrake dalla A alla U: origine, viaggio e ritorno della sentinella nel blu, 1975-2024



TITOLO: Goldrake dalla A alla U: origine, viaggio e ritorno della sentinella nel blu, 1975-2024
AUTORE: Marco Pellitteri
CASA EDITRICE: Rai Libri
PAGINE: 366
COSTO: 20
ANNO: 2024
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': disponibile nella librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788839718884


Come scrive l'autore, anch'io faccio parte della "coorte anagrafica" che vide, visse e venne plasmata graficamente e contenutisticamente da "Atlas Ufo Robot". Alla fine, se dopo 46 anni (aprile 1978-aprile 2024) , siamo ancora qui a parlarne (in Italia, Francia e molte nazioni di lingua araba), vuol dire che qualche impatto pur positivo lo ebbe.
A suffragio di chi si potesse spaventare del numero di pagine, preciso che per la quasi totalità del saggio lo scritto resta comprensivo, solo in alcuni punti ci sono passi e concetti un po' tecnici. Questo lo riporto perché, se il contenuto l'ho capito io, è alla ragionevole portata di chiunque   ^_^
Oltra alla parte storica e di analisi su Goldrake e delle serie a lui affini, a cui segue l'impatto che ebbe in Italia ed altre nazioni, ci sono due argomenti specifici trattati che in un caso è poco consueto, nell'altro per nulla.
Il tema poco trattato, e che meriterebbe spazio in saggi specifici, vista la vastità dell'argomento, è quello sulla colonna sonora nipponica di Goldrake.
Il tema mai trattato è quello dell'impatto che Grendizer (Goldrake) ebbe nelle nazioni in lingua araba quando (il primo il Libano nel 1978) iniziò ad essere trasmesso.
Questo argomento, oltre ad essere di per sé interessante, si lega alla nuova serie animata di "Grendizer U", che verrà trasmessa in questo 2024 e che è stata prodotta grazie a fondi sauditi, visto che in quella nazione, oltre ad essere pieni di soldi, hanno una passione smodata per Goldrake. Anche noi italiani siamo grandi appassionati del robottone cornutone, ma a quanto pare nessuno di noi fan ha abbastanza soldi per andare da Nagai (autore poco incline a guadagnare qualche soldino in più  ^_^) e finanziare un nuovo Goldrake, ergo ci beccheremo quello finanziato dall'Arabia Saudita  :]
Chi l'avrebbe mai detto che lo "sportswashing" saudita sarebbe diventato anche "animewashing"? 

Il saggio contiene numerosi box informativi per approfondire brevemente alcuni temi o per rimandare il lettore ad eventuali altre letture. Peccato che siano riportati anche scritti in lingua non italica, che per me non sono fruibili.
A fine post riporto l'indice del libro, che è dettagliato, quindi ci si potrà fare una idea precisa dei temi trattati oltre alle mie elucubrazioni successive   :]

Nel primo capitolo viene svolta un'introduzione generale per capire il perché Goldrake ebbe l'impatto che noi tutti conosciamo, spiegando come stava cambiando la televisione italiana, pubblica (Rai) e privata, in cui "Atlas Ufo Robot" si inserì perfettamente in modo rivoluzionario, come altri programmi del periodo.

Il secondo capitolo spiega i concetti di "media mix" e "piattaforma", che in Giappone sono alla base della creazione e commercializzazione di una serie animata. Dove un anime si trasforma in giocattoli, fumetti, merchandising vario, videogiochi etc., il tutto non necessariamente mantenendo la trama e i contenuti dell'opera originale animata o manga.
Ci si concentra sul come gli anime arrivarono in Italia ed Europa, sulle trattative tra la Rai e la Toei. 
Mi soffermo su un singolo punto che spesso sul web viene trattato, affermando che ai tempi gli anime venivano prodotti anche per essere esportati all'estero. Mentre, come si può leggere nel saggio, le case di produzione giapponesi non erano interessate al mercato europeo, il mercato interno già bastava a rendere remunerativa una serie tv. Solo in seguito questo approccio cambiò, spingendo le case di produzioni nipponiche a pianificare anche una esportazione dei loro prodotti. A fine anni 70 i giapponesi ci videro solo come un modo di fare qualche soldo in più su serie animate già ammortizzate.

Nel terzo capitolo si illustra la trilogia di cui Goldrake fa parte, che, ovviamente, nell'aprile del 1978 ci era ignota. Per analizzare Goldrake bisogna analizzare i Mazinga e il genere robotico in generale.

Nel quarto capitolo viene illustrata la genesi di Grendizer, non solo per mano del suo autore principale, Go Nagai, ma anche da parte di tutti quegli autori Toei e "Dynamic Planning" che, in maniera più o meno riconosciuta dal pubblico, operarono scelte che trasformarono l'opera nel nostro Goldrake.
L'ultimo paragrafo del capitolo è occupato da una intervista al dottor Hideyuki Kitaba (regista, produttore e ora insegnante universitario a tema comunicazione) su Grendizer, "Grendizer U" e i Mazinga.
L'intervistato è un mio coetaneo del 1967, quindi, tra le altre sue considerazioni, ci racconta come visse la visione dei robottoni gonagaiani in televisione. Tra le tante curiosità da lui riportate, si può leggere che, mentre i Mazinga erano preferite dai maschietti per i combattimenti presenti nelle puntate, Grendizer aveva un folto seguito tra le femminucce, questo per i rapporti di amicizia tra i protagonisti. Anche in Italia Goldrake ebbe un largo seguito femminile per il medesimo motivo.

martedì 2 gennaio 2024

Dove torna il vento volume 2 - Scritti, interviste




TITOLO: Dove torna il vento volume 2 - Scritti, interviste 
AUTORE: Hayao Miyazaki e Yoichi Shibuya 
CASA EDITRICE: Dynit
PAGINE: 238
COSTO: 22 
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788833554181


A distanza di circa tre mesi, e con qualche settimana di ritardo rispetto al preventivato, è uscito il secondo volume del compendio delle interviste a Miyazaki rilasciate a Yoichi Shibuya (non solo a lui in questo volume), la recensione al primo volume qui sotto:

Come scrissi a settembre questi volumi fanno bibliografia, quindi non c'è molto da aggiungere, non è che ti puoi mettere a contestare i ricordi e i ragionamenti di Miyazaki sulla sua carriera, al massimo annotare parti che ho trovato particolarmente interessanti.

La Dynit ha pubblicato altri due titoli a tema "Studio Ghibli":

E se nei tre linkati sopra avevo annotato la presenza notabile di refusi, in questo volume la cosa non si evidenzia.
Anche in questo caso il libro è la traduzione di uno scritto nipponico pubblicato in Giappone nel 2013, arrivato dieci anni dopo, ma almeno è arrivato  ^_^
Sono presenti sei interviste a Miyazaki nell'arco temporale che va dal 2008 al 2013 nei primi quattro capitoli, nel quinto l'intervista è del 1983 e non viene svolta da Yoichi Shibuya, nel sesto capitolo lo scritto è la riproposizione di una intervista del 1984 presente nel "Guide Book" di "Nausicaa della valle del vento".
Devo ammettere che ho trovato premiante e motivo di acquisto da parte di qualsiasi appassionato di animazione nipponica proprio gli ultimi due capitoli rispetto ai primi quattro.
Non che le prime quattro interviste non siano interessanti, in particolare quella del settembre 2013 in occasione dell'uscita di "Si alza il vento", in cui Miyazaki spiega alcuni aspetti del film che non hanno convinto neppure me, ma in generale le ho trovate un po' dispersive e ripetitive (noiose?), talvolta in contraddizione con quello detto in precedenza o in seguito.
Per quanto riguarda, invece, il quarto capitolo su "Si alza il vento" risulta assai interessante capire il perché Miyazaki abbia scelto il progettista di un'arma da guerra come protagonista, senza mai, inoltre, calcare mai la mano sull'uso che ne fece, ovviamente, la cricca imperialista-fascista nipponica.
Nelle sue risposte è sempre presente la condanna di quel periodo storico nipponico e di quei personaggi fanatici militari (anche del dopo guerra), ma lo scinde dal mero progettista di aerei, visto solo come mezzo meccanico all'avanguardia.
Non è che io sia tanto concorde, ma conta zero, specialmente se un autore mi aveva donato "Conan il ragazzo del futuro"  ^_^




Ed è proprio la serie animata di "Conan il ragazzo del futuro" il soggetto della quinta intervista svolta nel 1983 ad opera di una delle intercalatrici della stessa serie animata, Yoko Tomizawa.
Solo queste 30 pagine valgono l'acquisto del libro, ovviamente se si è un fan della serie, ma non vedo come non lo si potrebbe essere...
In italiano su "Conan" esiste poco, visto che ai tempi l'anime non godette di molta pubblicità in Italia, pochi ne scrissero anche successivamente, questa parte è stata per me stupenda..
Difficile selezionare qualcuna delle cose interessanti che ho letto rispetto ad altre, posso solo incentivare l'acquisto rivelando (per me è stata una novità) che quanto la serie fu trasmessa in Giappone venne censurata dalla "NHK" la  scena in cui Jimsy fuma i "taba-taba", questo in quanto la rete televisiva aveva avuti poco prima dei problemi in un'altra trasmissione con una scena in cui dei personaggi fumavano.
Annoto un po' a caso che, per esempio, pur usando il termine "anime", sono usati anche il più semplice "cartone animato" e l'inaspettato "manga animati", probabilmente nel 1983 il termine "anime" non aveva ancora preso possesso della terminologia.
Anticipatore di molti sviluppi futuri più di un concetto esposto in questa intervista, come quello delle "possibilità perdute" che nobilitano il senso dei "cartoni animati" (sunto): 
noi nasciamo in una specifica epoca che non ci permette di avere altri vissuti (fare il pirata, per esempio), l'animazione ci permette questo vissuto alternativo.

Aggiungo io, un multiverso miyazakiano ante litteram, senza voler fare troppo il filosofo di anime   ^_^
Curioso (o forse no), che già nel 1983 Miyazaki criticasse l'animazione del periodo, e che per lui quelli fossero "solo cartoni", non dovendo trattare temi complessi (e Conan?!?!) né formulare teorie astruse, e non erano neppure definibili "forma d'arte". Il tutto nel 1983.
Non manca una certa critica all'animazione creata per vendere merchandising, su questo versante immagino avrà cambiato idea da Totoro in poi  :]
L''altro capitolo che ho trovato interessante, meno del quinto, ma più dei primi quattro, è il sesto, cioè una intervista in cui Miyazaki ripercorre la sua carriere fino al 1984, raccontando quale ruolo ebbe in ogni singola opera che lo vide nel cast e con l'aggiunta di vari aneddoti.

Qui sotto l'indice del libro.

mercoledì 27 dicembre 2023

Genere e Giappone, femminismi e queerness negli anime e nei manga


TITOLO: Genere e Giappone, femminismi e queerness negli anime e nei manga
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Asterisco
PAGINE: 217
COSTO: 17 
ANNO: 2023
FORMATO: 20 cm x 14 cm
REPERIBILITA': Disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9791280227232



Ammetto che sono dovuto andarmi a leggere cosa significassero vari termini, tra cui il "transfemminismo" trattato dalla curatrice Giorgia Sallusti nell'introduzione.
Questa mia confessione illustra bene il mio livello di conoscenza della materia trattata nel saggio, composto dai contributi di più autori ed autrici. Benché mi è capitato di leggere altre saggistica in tema, non sono ferratissimo e spesso mi accorgo che miei ragionamenti anche banali sarebbero mal visti dal punto di vista di coloro che hanno scritto i vari contributi del saggio.
Preciso e premetto che non ho nulla contro questi movimenti pro queer e contro la discriminazione di gender (spero di aver scritto bene), nati, purtroppo, in una fase storica di ritirata dei diritti e di allargamento dei partiti di destra, solo che mi pare che talvolta si voglia, anche inconsciamente, piegare al "transfemminismo" opere create quando queste sensibilità non esistevano o erano agli esordi, mentre la mentalità (maschilista) generale era stata forgiata decenni prima.
Forse queste analisi andrebbero incentrate più su prodotti moderni, o su quelli passati che si sono dimostrati avanti con i tempi, non su opere che erano in media (maschilista) dei tempi.
Un'altra situazione che mi capita di leggere in scritti simili, non per forza in questo, è quando un personaggio viene avocato come paladina/o dei diritti dei non eterosessuali, come capita con Lady Oscar, solo che Madamigella amava solo gli uomini.
Nell'introduzione Giorgia Sallusti racconta come si è appassionata agli anime, nata nel 1981 non fa parte di coloro che vissero il First Impact, infatti riporta come periodo storico quello dal 1979 al 1983... l'anno finale può anche andar bene, grave l'errore sull'inizio, che è ovviamente il 1978.

Nel primo contributo Andrea Pancini analizza come il manga di "Sailor Moon" abbia messo in discussione gli stereotipi di genere.
Non ho mai letto il manga e vidi qualche spezzone dell'anime, conosco la serie per averne letto molteplici volte, ma mi sfuggono ovviamente le sfumature. 
L'autore indaga le tematiche di genere, sia femminile-maschile che non-binary.
Lo scritto l'ho trovato interessate ed è scritto in maniera chiara, tranne per i concetti riguardanti questo mondo, che un po' mi sfuggono e che vengono dati per acquisiti. Forse qualche nota esplicativa a piè di pagina sarebbe stata sensata.
Appunto che vale per tutto il saggio. Uno/a può leggere il libro anche se non fa parte di quel mondo e/o non ha conoscenze in merito, aiutatelo/a a capire meglio  :]
Cos'é la "prospettiva non-binary"? 
Resta il punto che un'opera degli anni 90 non bisogna valutarla solo con le sensibilità acquisite nel 2023.
Piccola nota, nel leggere lo scritto dell'autore mi sono accorto che in una serie la Sailor Moon che cura l'universo è una principessa, e salva pure il cosmo.
Mi ha ricordato la principessa Aurora di Starzinger   ^_^

Il secondo contributo è ad opera di Antonia Caruso, e si occupa del mostruoso femminile e delle donne mostro. Partendo da questo approccio si analizzano i personaggi femminili mostruosi e le loro dinamiche nella trama di quattro manga:
Devilman; Mad Chimera World; Monster Musume; Tomie.

Il terzo scritto è di Francesco Osmetti e si concentra sulle sfumature Queer nei seguenti manga delle Clamp:
RG Veda; Wish; X; Chobits; Card Capture Sakura; Il ladro dalle mille facce; Duklyon Clamp School Defenders; Angelic Layer; Tokyo Babilon.

Per quanto io sia a digiuno di manga, un paio di questi titoli li ho pure letti.

La quarta analisi è portata avanti da Arianna Zanetta, che si concentra sulla rappresentazione della giovane donna kawaii in manga ed anime. L'autrice, senza generalizzare, sottolinea il maschilismo di questi personaggi femminili kawaii, creati spesso ad uso e consumo maschile.
Viene ripercorsa la storia del termine "kawaii", con tutte le modifiche al suo significato fino a quello moderno, con la stretta connessione tra kawaii e shojo manga.
Uno dei capitolo che sono riuscito a comprendere di più, in quanto conosco la tematica analizzata.

Nel quinto scritto, ad opera di Carla Gambale, viene analizzato il manga e l'anime di Pollon, che pare non essere ciò che parrebbe essere, ovvero dedicato ai più giovani, cioè del genere kodomo.
Conosco la serie animata per aver seguito molto occasionalmente qualche spezzone di puntate a caso, non avevo mai riflettuto sulla violenza di genere insita in una serie che viene considerata innocua. 
Alla Fininvest/Mediaset martoriavano qualsiasi anime con qualsiasi contenuto di pruriginosa sensibilità, ma Pollon la lasciarono intonsa. Mi hanno colpito le considerazioni dell'autrice sulle scene di violenza verso la femminilità presenti in manga ed anime, anche se, forse, ritorna il discorso che un'opera pensata all'inizio degli anni 80 mancava di quella sensibilità che si è almeno parzialmente sviluppata negli ultimi anni.

giovedì 7 dicembre 2023

Dragon Ball, da Tezuka a Toriyama



TITOLO: Dragon Ball, da Tezuka a Toriyama 
AUTORE: Matteo Di Bella
CASA EDITRICE: Crac Edizioni
PAGINE: 314
COSTO: 24 
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 13 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 9788897389583



Faccio le solite premesse a caso  ^_^
Non ho mai letto neppure una riga del manga, mentre per quanto riguarda l'anime posso considerarmi uno di quelli che lo vide fin dalla prima puntata, seppur con una visione sporadica, in quanto lo guardavamo in camerata durante il servizio militare su una delle primissime micro tv LCD portatili.
Eravamo dei poco più che maggiorenni cresciuti con Goldrake, Heidi e Mazinga imprigionati in una caserma durante tediosi pomeriggi del weekend (se non eravamo di guardia o di servizio...), e ci guardavamo con piacere questo cartone animato giapponese.
Eravamo abituati alla tipologia di linguaggio degli anime, quindi nessuna difficoltà a seguire gli episodi.
Il seguente libro, invece, si concentra sul manga e su altro, ma ci tornerà ampiamente più sotto.
Il saggio di Matteo Di Bella mi è piaciuto, la lettura scorre via tranquilla, scritto benissimo, tanto che potrei dirmi soddisfatto di scrivere bene anche solo riuscissi per un terzo di come è scritto il libro.
Pur provenendo l'autore dai social, quindi confermando una tendenza che pare abbastanza consolidata, ed essendo la casa editrice (mi pare) al primo libro a tema manga/anime, il libro non lo si può annoverare tra la "nuova saggistica di manga ed anime", in quanto contiene bibliografia, sitografia, note a piè pagina costanti e chiare. Infine le immagini, pur presenti, sono sempre di grandezza minima e sempre esplicative del testo.
Nel libro non sono citati, salvo mia svista di cui mi scuso in anticipo, gli altri tre saggi dedicati completamente a a Toriyama/Dragon Ball pubblicati in italiano fino ad oggi:

L'introduzione è già un accenno ad una mezza biografia di Akira Toriyama, infatti al suo termine lo stesso Di Bella annota la cosa, avvertendo il lettore che prima farà "un bel passo indietro"
Il problema, unica critica (forte) che muovo all'impostazione del saggio, è che il "un bel passo indietro" inizia dalla storia antica del Giappone...
Capisco che si volesse dare al lettore a digiuno di Giappone una mini infarinatura generale sul contesto storico, artistico, dello spettacolo giapponese, peccato che prima di toccare uno degli argomenti presentati nel titolo si debba attendere pagina 99 (Tezuka), e per entrare del mondo di Toriyama addirittura pagina 163, infine "Dragona Ball è trattato da pagina 243 a pagina 299 (in realtà di meno, in quanto da pagina 283 a pagina 299 si parla degli altri manga di Toriyama).
Sia chiaro, ci sta anche questa impostazione, a parte l'introduzione storica abbastanza inusuale ed inconsueta in un saggio di questa tipologia, ma a questo punto si sarebbero dovute aumentare le restanti pagine.
Per esempio comprendo anche e ha un senso nell'economia generale del saggio l'aver dedicato numerose pagine a l'intrattenimento (teatro kabuki e takarazuka), Godzilla e genere tokusatsu (trattata correttamente), bastava inserire qualcosa di più, viste le lunghe premesse, sul soggetto del saggio.
Ho notato che lo scritto è abbastanza disseminato di spiegazioni dell'autore sul perché abbia proceduto in questa maniera ad impostare il saggio (e l'editor?), quindi il dubbio sulla possibilità che al lettore venisse il medesimo dubbio è venuto anche a lui. Dal mio personalissimo punto di vista, è un eventuale dubbio più che lecito  ^_^





Tra l'altro io avrei capito di più questo "spiegone" storico se Toriyama pubblicasse manga storici o ambientati nella società giapponese, ma così non è. Una persona che vuole approfondire l'opera di un autore nipponico è giusto che debba conoscere la storia e la società del Giappone (storia - società 1 - società 2), ma nel caso si possono comprare titoli specifici, cosa che consiglia anche l'autore nella nota numero 7 a pagina 25 e 25 (vedi qui sopra).
A mio avviso non ha avuto molto senso trattare la storia del Giappone in uno scritto su Toriyama, Tezuka e Dragon Ball, specialmente perché lo si è dovuto fare giocoforza in pochissime pagine.
Infatti viene, per esempio, catalogata come "storia antica" tutta la storia del Giappone fino all'epoca Meiji, cioè in una pagina.
I successivi paragrafi di questo primo capitolo sono dedicati ad un riepilogo storico delle tipologie di intrattenimento presenti in Giappone, arrivando al dopo guerra con i film di Godzilla e kaiju in generale, chiude il capitolo l'approfondimento sul genere tokusatsu.
Concordo anche che queste parti possano aiutare ad inquadrare meglio le opere di Toriyama, in quanto alcuni temi toriyamani prendono spunto dagli argomenti trattati nei paragrafi secondo, terzo e quarto del primo capitolo, non quella storica.
A pagina 41, dove si inizia la trattazione sull'intrattenimento si può leggere la seguente frase a proposito del paragrafo storico appena concluso:
"Avendo ora in mente un contesto storico preciso..."
No, il contesto storico non è preciso, non lo poteva essere.

venerdì 1 dicembre 2023

Manga Academica vol. 16, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese




TITOLO: Manga Academica vol. 16, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: Autori vari
CASA EDITRICE: Società  Editrice La Torre
PAGINE: 114
COSTO: 16,50 
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 9788896133699




Si sta invecchiando assieme alla collana "Manga Academica", quando comprai il primo volume ero un under 40...    T_T
Ogni anno parto con la solita sequela di complimenti sia per i contenuti che per la costanza delle pubblicazioni (che confermo pure in questo 2023), con il dubbio che si pensi che il volume recensito me lo abbiano regalato, come le altre 15 volte, anche questa volta l'ho pagato  :]
In un periodo di grande successo per i manga, che ha portato una mini invasione di quella che ho soprannominato "nuova saggistica", leggere un po' di "vecchia saggistica" fa piacere.
Visti i numerosi temi trattati in questi 16 volumi non sempre avevo il background per apprezzarli totalmente, ma spesso ho trovato argomenti che mi sono interessati, anche per cambiare un po' la solita solfa di quello che leggo.
In questa edizione di "Manga Academica" sono presenti sei contributi, come scrivevo poco sopra, per quasi tutti mi mancavano le conoscenze per comprenderli appieno, non avendo mai letto nulla del mangaka analizzato o visto l'anime esaminato.
Poi ci sono le volte che ti accorgi durante la lettura che, se è vero che non conosci le opere della mangaka Sugiura Hinako, però hai visto il film "Miss Hokusai", e quindi riesci un po' meglio a comprendere il tutto.
E' il caso del primo contributo ad opera di Lorenzo Di Giuseppe, che oltre a stilare la biografia della mangaka, ne illustra i suoi due manga più famosi:
Sarusuberi; Gasso.

Alla fine ti rendi conto che, se mai ti capiterà di avere una casa più grande e con molto più spazio, questi due manga meriterebbero di essere letti, perché, a differenza di quello che capita sovente con la "nuova saggistica", gli scritti di "Manga Academica" ti spiegano il perché di un'opera. 
Talvolta l'analisi non suscita il tuo interesse, altre volte si.




Il secondo contributo è quello di Marco Maurizi, che a mio avviso è il più bello del volume, e che meriterebbe un saggio apposito impostato nella medesima maniera su tutte le sigle dal 1978 al 1983, ma anche fino a tutti gli anni 80.
Infatti l'analisi delle sigle dei cartoni animati giapponesi è un argomento poco battuto in saggistica, quasi per nulla con la metodologia portata avanti dall'autore.
Purtroppo, per mie carenze musicali, non ho potuto comprendere le parti sull'analisi "tecnico-compositiva", come quella della scan qui sopra, ma un bel saggio di 200 o 300 pagine fatte alla medesima maniera metterebbe un bel punto in tema di sigle, che di norma si limitano al lato nostalgico (sempre in senso buono) e/o ai numeri del successo di vendite di LP e 45 giri. La critica strettamente musicale e l'analisi di testo e spartito non è usuale.
L'autore spiega con argomenti tecnici quello che noi fan del first impact notammo decenni addietro, cioè che le sigle della Fininvest, oltre a regredire in fatto di qualità di musica e testi, annientò la varietà di stili musicali delle sigle. Prima delle sigle di Heidi, Goldrake e soci le sigle erano musichette per bambinetti, sia come testi che come musica (non brutte, ma per bambini), le sigle dal 1978 ai primi anni 80 trattavano il piccolo telespettatore come un piccolo adulto, il monopolio di Fininvest/Mediaset fece tornare le sigle dei cartoni animati un genere per bambinetti...
Talvolta ho il dubbio di essere troppo critico con la triade Fininvest, Manera e D'Avena, ma nel contributo è ben spiegato il danno musicale che venne fatto ad un genere come quello delle sigle che non tornò più ai fasti di quel quinquennio d'oro (1978/1983).
Vengono messe a confronto le liriche di alcune sigle pre Fininvest con quelle Fininvest, e le secondo ne escono maluccio:
"Candy Candy" del 1980 VS "Candy Candy" del 1989;
"L'isola dei Robinson" del 1982 VS "L'isola dei Robinson" del 1993.