TITOLO: La bomba e l'onda, storia dell'animazione giapponese da Hiroshima a Fukushima
AUTORE: Andrea Fontana
CASA EDITRICE: Edizioni Bietti
PAGINE: 236
COSTO: 19 €
ANNO: 2013
FORMATO: 14 cm X 21 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di
Milano
CODICE ISBN: 9788882482824
Il
saggio cerca di mostrarci come e quanto ciò che capita nella società
giapponese influenzi gli anime, e talvolta ne anticipi le tendenze
della stessa società. Il riflesso di questa causa/effetto lo
possiamo notare solo se ci interessiamo, oltre che agli anime/manga,
alla società giapponese e alla sua storia. Gli eventi drammatici del
marzo 2011 (terremoto + tsunami + incidente nucleare) influenzeranno
l'animazione nipponica per i prossimi decenni, come capitò con il
bombardamento di Hiroshima e Nagasaki.
Mi
ha sorpreso che nel libro non si approfondiscano gli argomenti
hikikomori (citato una sola volta), bullismo, suicidi, neet, freeter.
Visto che il disagio giovanile è argomento del saggio. Inoltre
queste tematiche sono oggetto di varie serie o film, anche presenti
nel libro. Manca, però, per esempio, “Welcome to the NHK”,
proprio sugli hikikomori.
Nel
libro sono presenti un certo numero di refusi, non in quantità
enorme, però si notano.
Durante
la presentazione del saggio alla Cartoomics 2013 è stato detto che
la sua lettura svelerà il contesto sociale/politico/economico di
molte serie/film, portandoci ad esclamare: “Ecco perché capitava
così!”.
Effettivamente
l'autore riesce ad allargare la comprensione di tante opere animate.
Il
libro di Andrea Fontana può vantare una serie di scritti da parte di
numerosi saggisti in tema Giappone: Mario A. Rumor (nota
introduttiva); Andrea Baricordi (prefazione); Marco Pellitteri
(post-fazione); Massimo Soumarè (saggio in appendice); Susanna
Scrivo (saggio in appendice).
Il
saggio è diviso in tre capitoli.
Nel
primo (I figli della bomba) si parla degli autori che hanno vissuto
la guerra e il dopoguerra, ma anche degli accadimenti
storici/sociali/economici del periodo.
Nel
secondo capitolo (I figli del boom) è incentrato sul periodo del
boom economica e del riscatto internazionale del Giappone, stessa
struttura del primo capitolo.
Nell'ultima
parte (I figli della bolla) si parla degli autori e del Giappone
della recessione e della stagnazione fino ai giorni nostri.
Il
saggio di Massimo Soumarè è sul genere jidaimono.
Quello
di Susanna Scrivo sulla condizione della donna che traspare negli
anime, rispetto a quella reale.
I
figli della bomba
1,1
Prima della bomba: il Giappone all'indomani della guerra mondiale
1,2
Hiroshima, Nagasaki e il dopoguerra nipponico
1,3
Dal miracolo economico alla crisi petrolifera
Nei
primi tre paragrafi si ripercorrono brevemente i fatto storici dei
periodi presentati dai titoli.
1,4
Il Dio del manga che osserva la Storia: Osamu Tezuka e la Mushi
Production
Sempre
sulla scia della tematica del saggio sono illustrate le prime serie
animate televisive di Tzuka (Astroboy, Kimba, la principessa Zaffiro,
i bo bon magici di Lilly, i film).
1,5
Credere nel futuro: Tatsuo Toshida e la Tatsunoko
Tatsuo
Yoshida, creatore della casa di produzione Tatsunoko, e i suoi
fratelli sono cresciuti durante la guerra e le privazioni del
dopoguerra. I tre fratelli Yoshida vedevano nei soldati statunitensi
dei personaggi forti e positivi, in antitesi al sentimento nazionale
di vergogna ed umiliazione per la sconfitta, la distruzione, e
l'occupazione post bellica. Influenzati da questo contesto crearono i
loro personaggi in stile supereroistico americano.
1,6
Lo sport all'epoca del boom: il genere supokon
Il
genere delle serie sportive (supokon, da “supotsu konju”, cioè
“tenacia sportiva”) nascono sulla scia del successo delle
olimpiadi giapponesi del 1964. Questo genere, però, vuol
rappresentare, oltre alla rinascita del Giappone, la contrapposizione
tra la nuova generazione e quella dei padri, segnati dalla sconfitta
in guerra. Il genere supokon di questo periodo è venato di forti
toni drammatici, causati dalla memoria della guerra, diverso sarà il
taglio del genere supokon nelle serie degli anni 80.
Sono
analizzate le serie: Tommy la stella dei Giant; Mimì e le ragazze
della pallavolo; L'Uomo Tigre; Rocky Joe; Jenny la tennista.
1,7
Un immaginario segnato: l'era dei robot giganti
Sono
analizzati dettagliatamente i principali anime robotici di Nagai (più
Devilman), evidenziando le tematiche insite in tutte queste serie: la
potenza della scienza, che può essere usata sia per il bene che per
il male su scelta dell'uomo; la mutazione fisica, sia dei cattivi che
dei buoni (Devilman, Hiroshi Shiba/Jeeg); il rapporto con Gli Usa
(incarnato come nemico in Mazinga Z, e in alleato in Goldrake).
1,8
Le contestazioni
La
contestazione degli anni 60/70 generò altri filoni narrativi,
sfruttati dai futuri registi (Isao Takahata, Hayao Miyazaki, Mamoru
Oshii, Katsuhiro Otomo. Erano tre le principali contestazioni
studentesche del periodo: sottomissione verso gli Usa;
occidentalizzazione, perdita di valori e tradizioni giapponesi;;
contestazione ecologista. Il paragrafo si addentra in queste tre
tematiche.
1,9
Isao Takahata, per un'animazione eco-politica
Takahata
nasce nel 1935, quindi vive personalmente i drammi della guerra e del
dopoguerra. Nelle sue opere la tematica ecologista, sommata alla
contestazione giovanile (Pom Poko). Il paragrafo continua analizzando
le opere del regista.
1,10
Hayao Miyazaki, il poeta di nuovi mondi
Sono
illustrate le tematiche proprie delle opere di Miyazaki da “Conan
il ragazzo del futuro” fino ai giorni nostri. Riguardo questa serie
si possono leggere un paio di frasi che ho trovato strane. Indastria
è nominata “regno di Indastria”, mentre a Lana sono appioppati
dei poteri “psicocinetici”. Io la serie l'ho vista più e più
volte, non ho mai pensato che Indastria potesse essere un regno,
Lepka pare più un dittatore del 900. Lana non mi pare abbia mai
spostato alcunché con la mente, si “limitava” alla telepatia e
al volo extracorporale. C'è da dire che questi due sono gli unici
errori che ho notato.
Oltre
all'ecologismo e all'orrore per la guerra, si nota quasi sempre che i
cattivi di Miyazaki hanno la possibilità di redimersi, come fece il
Giappone dopo la guerra.
1,11
L'anime filosofico: Mamoru Oshii
Oshii
vive appieno il periodo della contestazione (nel movimento di
sinistra “ANPO Hantai”, assieme a Miyazaki e Takahata)
studentesca e politica degli anni 60/70, con successiva delusione per
il suo fallimento.Le sue opere sono quasi sempre ambientate in
società che vivono la guerra o il terrorismo.
1,12
Fissare l'orrore negli occhi: la rappresentazione della guerra
In
questo paragrafo l'autore spiega che due registi (Leiji Matsumoto e
Yoshiyuki Tomino) hanno rielaborato la guerra nei loro anime in due
modi diversi: glorificando il sacrificio per un ideale
(indipendentemente se esso fosse buono o cattivo); di matrice
pacifista anni 60.
1,12,1
Leiji Matsumoto: la guerra come sogno
Nelle
opere di Matsumoto la guerra è un qualcosa di drammatico, che ha il
fine di salvare l'umanità. Le sue storie fanno parte del filone
narrativo che tende a glorificare il sacrificio per un ideale. Sono
analizzate le serie e i film di: Star Blazers; Galaxy Express 999;
Capitan Harlock.
1,12,2
Yoshiyuki Tomino: la guerra come realtà
Tomino
ci mostra la guerra nella sua banale atrocità, niente esaltazione
della battaglia, ma l'orrore dei piani di guerra messi in atto per
vincere a qualsiasi costo. Una delle tematiche di Tomino è lo
scontro generazionale tra padre e figlio, presente sia in Daitarn che
in Gundam. Riguardo alla serie Daitarn 3 l'autore scrive una cosa che
sul web avevo già letto, ma che consideravo dubbia: Koros è la
madre di Banjo trasformata dal padre in Meganoide. L'allora
doppiaggio italiano non ci permise di capire questo fondamentale
punto. Mi piacerebbe poter chiedere all'autore altre fonti su questo
fatto.
Sono
analizzate le serie: Zambot 3; Daitarn 3; Gundam.
1,13
Il futuro non è roseo: Katsuhito Otomo
Con
Otomo si conclude, oltre al capitolo, l'analisi dei registi iniziata
col paragrafo 1,8.
Otomo
nasce nel 1954, quindi è figlio del post-guerra, ed anche delle
contestazioni studentesche degli anni 60/70. Infatti in un'intervista
dichiarò:” Dentro di me Akira significa “dopoguerra”. Ho
l'impressione di aver preso in prestito la visione del mondo e
l'atmosfera inquieta che si percepivano nel periodo Showa, ai tempi
della scorsa guerra e delle olimpiadi di Tokyo”.
Opere
analizzate: “Interrompere i lavori” (terzo capitolo de “I
racconti del labirinto”); Akira; “Cannon Fudder (terzo capitolo
di “Memories”); Steamboy.
I
figli del boom
2,1
Il boom economico e i suoi effetti sociali
L'autore
riepiloga la situazione socio/economica e politica degli anni 80.
2,2
Gli anni ottanta: tra la gloria e l'apocalisse c'è l'amore
Gli
autori degli anime anni 80 non hanno vissuto le privazioni della
guerra e del dopoguerra, e l e contestazioni studentesche sono solo
un ricordo. Il boom economico ha reso gli anime meno impegnati e
drammatici, infatti esplode il genere shojo. Inoltre questi autori, a
differenza di quelli dei decenni precedenti, sono cresciuti essi
stessi guardando anime in tv o al cinema.
2,2,1
La gloria ai tempi del boom: la seconda ondata di supokon
Viene
spiegato in cosa si differenzia il filone supokon degli anni 80
rispetto a quello degli anni 60/70. In questo decennio le serie
sportive glorificano il successo del Giappone in campo economico e
tecnologico, e quindi in campo internazionale. Semplificando
esageratamente l'analisi dell'autore si può dire che negli anni
60/70 le serie sportive avevano il fine di far trovare uns enso alla
propria vita ai protagonisti, mentre negli anni 80 conta vincere.
Sono
analizzate le serie supokon più famose del periodo: Mila e Shiro;
Holly e Benji.
2,2,2
Fantasie animate
Arale,
Dragon Ball, ken il guerriero, I Cavalieri dello zodiaco. Sono le
serie analizzate che ben spiegano come gli anime degli anni 80 non
raccontano più dinamiche storico-politche del Giappone, ma sono
trame leggere oppure non giapponesi, benché il comportamento dei
personaggi sia nipponico a tutti gli effetti.
2,3
L'orrore sociale: Yoshiaki Kawajiri
Kawajiri
è uno dei primi autori a pensare storie “globalizzate”,
mischiando elementi giapponesi con quelli occidentali.
2,4
Distruggere per costruire: Rintaro
E'
spiegata la filosofia di vita presente nelle opere di Rintaro.
2,5
Verso un nuovo mondo (animato)
L'ultimo
paragrafo del capitolo sugli anni 80 spiega la situazione politica
nel 1989, anno che vede la fine del boom economico e l'inizio della
recessione. Nel 1989 muoiono l'imperatore Hirohito e Osamu Tezuka.
I
figli della bolla
3,1
La crisi economica
Il
primo paragrafo del terzo capitolo continua con l'illustrazione della
situazione che viveva il Giappone nel momento in cui esplose la bolla
speculativa, e il crollo delle illusioni neo nazionalistiche di un
Giappone ricco e potente in eterno.
3,2
Un nuovo asseto valoriale: il Giappone della crisi
In
una nazione in grave crisi sociale, dove le certezze di un impiego
sicuro e di una crescita costante si dissolvono, accadono due fatti
che acuiscono le paure per il futuro della popolazione: il terremoto
di Kobe e l'attentato col sarin perpetrato dalla setta Aum.
Ed
è in un momento di così grave insicurezza per il futuro che c'è
una rinascita creativa negli anime, dopo uno stallo durato fino a
metà degli anni 90. Questa rinascita creativa viene chiamata NAS
(Nuova Animazione Seriale).
3,3
Donne all'ombra della crisi: da Ranma a Nana, passando per Sailor
Moon
In
questo periodo di crisi l'animazione, specialmente ad opera di
autrici femminili, riscopre l'indipendenza della donna, con trame che
la vedono protagonista assoluta, soppiantando il potere maschile.
3,4
La crisi non è fuori, è dentro: Hideaki Anno
Uno
degli autori che più interpretano le paure della società giapponese
è Hideaki Anno. Sono analizzate le sue opere.
3,5
La NAS, ovvero come dimenticare il passato e guardare il presente
attraverso il futuro
Sono
spiegati i contenuti della NAS, analizzando (a parte Evangelion vista
nel paragrafo precedente) le serie che l'hanno contraddistinta:
Cowboy Bebop; Escaflwne; Noein.
3,6
Welcome to the Real World: Satoshi Kon
Uno
dei registi che ha meglio interpretato la crisi sociale ed economica
del periodo è stato Satoshi Kon. Sono analizzati i suoi film e la
serie “Paranoia Agent”.
3,7
La bolla ha liberato l'orrore
Il
genere horror nel periodo di crisi in cui si trova il Giappone si
differenzia da quello de decenni precedenti. L'orrore è nella
società giapponese, non c'è più bisogno di prendere spunto dai
film occidentali.
3,8
Di crisi e di guerre: il Giappone contemporaneo
Negli
anni 90 e 2000 il Giappone partecipa indirettamente e direttamente ad
alcune guerre, nonostante la costituzione lo vieti. Questo parziale
abbandono del pacifismo si riscontra anche negli anime.
3,9
Per una nuova animazione eco-umanistica
Nel
1997 si celebra la conferenza di Kyoto sul clima, benché le
tematiche ambientaliste fossero sempre state presenti negli anime, si
nota un aumento ulteriore di attenzione verso l'eco-umanismo. Sono
analizzati alcuni film e serie tv: Pale Cooon; Planetes; Origine; Un
estate con Coo; Piano Forest; Le voci della nostra infanzia.
3,10
Future Ghibli
L'autore
analizza i film non del duo Miyazaki (padre)-Takahata, alla ricerca
delle future nuove tematiche dello Studio Gibli.
3,11
Yuasa Masaaki: l'anime come fuga
Sono
analizzate le tematiche delle opere di Yuasa Masaaki, un regista che
interpreta in modo nuovo la crisi sociale del Giappone.
3,12
Mamoru Hosoda: sognare la contemporaneità
Il
regista dei film “La ragazza che saltava nel tempo” e “Summer
Wars” evidenzia le difficoltà degli adolescenti nella società
nipponica: ritmi frenetici e solitudine.
3,13
Makoto Shinkai: annullare lo spazio e il tempo
Sono
analizzati i film di Makoto Shinkai
3,14
Nuove leve, nuove ansie
Le
nuove leve dell'animazione si indirizzano verso tre direttrici: il
passato (serie epico-storiche con protagonisti samurai); il presente
(soggetti in cui problemi esistenziali degli adolescenti sono
affrontati con personaggi provenienti dal pantheon shinto); il futuro
(con serie visivamente innovative, che abbandonano le tematiche di
Jin-Roh e Akira).
3,14,1
Yoshitoshi Abe: la crisi dell'Io
Sono
analizzate le opere “Serial Experiment Lain” e “Haibane
Renmei”.
3,14,2
Shuhei Morita: tra passato e futuro
Sono
analizzate le opere “Kakurembo” e “Freedom”.
Appendici
Dame
di corte, guerrieri e mercanti: i jidaimono e l'animazione giapponese
(di Massimo Soumaré)
Massimo
Soumaré tratta il genere “jidaimono” negli anime. Questo genere
indica trame ambientate in periodi storici passati/antichi. In
Giappone non è applicato solo agli anime, ma a film live e telefilm,
e spesso è tratto da una fiorente letteratura storica. La
caratteristica principale del jidaimono è che i protagonisti, oltre
che negli abiti e nel comportamento, simulano il periodo storico
anche nel linguaggio. Il rispetto linguistico non è totale,
altrimenti neppure i giapponesi comprenderebbero la pronuncia del
periodo (per esempio) Heian o Edo. In pratica si simula di simulare
la lingua giapponese del periodo storico in oggetto. Ovviamente
l'espediente narrativo è apprezzabile solo da un giapponese, o da
chi conosce bene la lingua.
Gli
anime traggono infiniti spunti dalla florida letteratura storica, che
in Italia è poco conosciuta, ma in patria ha un mercato editoriale
molto forte.
Dopo
una esaustiva premessa, atta a spiegare il genere jidaimono, l'autore
divide in quattro gruppi temporali gli anime jidaimono. Sono questi i
periodi che più spesso sono sfruttati dai registi e mangaka (che
ispirano le serie). Ogni gruppo contiene l'analisi di alcune serie o
film.
Gruppo
uno: periodo Heian.
Gruppo
due: periodo Sengoku.
Gruppo
tre: periodo Edo.
Gruppo
quattro: periodo Meiji (che tecnicamente non rientrerebbe nel
jidaimono, ma che gli anime sfruttano molto).
Buone
mogli e sagge madri: le donne giapponese e la loro rappresentazione
in manga e anime (di Susanna Scrivo)
Nella
pur estrema (troppo) brevità, il mini saggio di Susanna Scrivo
permette di comprendere come l'immagine della donna nella società
giapponese, che si coglie guardando gli anime, è spesso fuorviante.
La società giapponese resta fortemente maschilista, e gli anime sono
un buon specchio della loro rappresentazione e condizione sociale,
oltre che delle rivendicazioni/aspirazioni. Molte eroine, per quanto
forti ed indipendenti, alla fine della serie sceglieranno sempre di
diventare “buone mogli e sagge madri”, che era ciò che veniva
chiesto loro in epoca Meiji.
L'autrice
analizza varie serie (Sazae, la principessa Zaffiro, Lady Oscar, le
orfanelle e le maghette, Sailor Moon), il genere shojo, e alcune
mangaka (Waki Yamato, Rumiko Takahashi, Ai Yazawa).
Questo
interessante contributo mi è parso più di carattere sociologico che
storico (come quelli di Fontana e Soumaré), innestato, forse, per
dare maggiore pagine al libro.
Conclusione
L'onda
e la paura nucleare
L'autore
cerca di spiegare le conseguenze i fatti del marzo 2011 potranno
avere nell'animazione nipponica.
Postfazione
di Marco Pellitteri
Sulle
visioni del Giappone e delle sue storie culturali
Pellitteri
spiega l'importanza di una saggistica, come questo libro, che non
induca nei soliti stereotipi sul Giappone terra di contraddizioni,
cioè che non parta da un punto di vista prettamente occidentale.
Alla
fine del saggio è presente una “cronologia comparata” (in 3
colonne divise ci sono: l'anno; accenni di fatti storici; accenni di
fatti riguardanti l'animazione), personalmente trovo che non aggiunga
nulla alla validità del saggio.
Forse lo conosci già
RispondiEliminahttp://www.marsilioeditori.it/autori/scheda-libro/3172047-animerama/animerama
Ho visto e sfogliato questo libro in libreria ma ho deciso di non prenderlo perchè 1) parla solo dei lungometraggi 2) a occhio direi che dedica troppo spazio al cinema sperimentale che Tavassi ha già trattato e in generale - ma potrei sbagliarmi , ripeto l'ho solo sfogliato - pare un altro libro di storia dell'animazione giapponese che ripete le stesse cose e per quel poco che ho letto mi è sembrato di vedere analisi "intellettualoidi" 3) costa molto euro 24 per 250 pagine >__<
Su Animeclick ho letto i tuoi commenti al Reportage sul Cartoomics di Milano , ti lamenti della fuffa e che lo spazio per i fumetti ( dell'editoria dico io) è quasi scomparso. Il motivo è che leggere non interessa quasi a nessuno , mi sono accorto solo io che i libri pubblicati su quello di cui si occupa il tuo blog sono diventati pochissimi? ( però società editrice la torre pubblicherà questo :
Luca Paolo Bruno "Occidente giapponese. L'eroe storico occidentale nell'imma-ginario a fumetti giapponese " ^__^ )
Alle fiere si va a fare casino ;__;
Alessandro
Domanda e ti sarà dato (entro certi limiti...):
Eliminahttp://imagorecensio.blogspot.it/2015/03/animerama-storia-del-cinema-danimazione.html
Già, leggono in pochi i saggi sugli anime e manga, è vero che costano anche cari, però lo noto dalle visite alle recensioni dei saggi, veramente poche... deprimente... non per il mio blog, in generale ^_^
Sto aspettando anche il saggio della Editrice La Torre, ma temo che arriverà per Lucca, magari sbaglio, è solo una mia idea asata sulle loro precedenti pubblicazioni.
"Sto aspettando anche il saggio della Editrice La Torre, ma temo che arriverà per Lucca"
EliminaSpero di no ! Vorrebbe dire - forse - che quest'anno non esce il volume di Mangacademica che è quello che di solito presentano a Lucca.
O portano due libri a Lucca? Mi piacerebbe ma mi sembra difficile ;__;
E poi c'è il libro
http://ceraunavoltagoldrake.blogspot.it/2014/10/da-ufo-robot-grendizer-goldorak-larrivo_2.html#comment-form
ma questo lo conosci già ^__^ che pure dovrebbe pubblicare la società editrice la torre e di cui non si sa più nulla da novembre ;__;
Alessandro
E' già capitato che la Editrice La Torre pubblicasse due libri per Lucca, ma la mia è solo un'ipotesi ;)
EliminaPare che la mia previsione fosse cannata ^_^
Eliminahttp://www.editricelatorre.it/occidente_giapponese.asp
Ero venuto ad avvisarti ^__^
EliminaMeglio così, vuol dire che il prossimo Mangacademica lo portano a Lucca quest'anno e al Comicon dell'anno prossimo portano " C'era una volta Goldrake " >__<
Alessandro
Ne avremo da leggere >_<
EliminaE non dimentichiamo il prossimo libro di Pellitteri su Goldrake scritto insieme a Francesco Giacomantonio per le Edizioni Fondazione Mario Luzi e che esce a Giugno !
RispondiEliminaAlessandro