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martedì 28 novembre 2023

Enciclopedia Anime: Robot Giapponesi - dalla A alla Z la guida definitiva sui mecha Volume 2


Non che ci volesse un genio, cosa che chiaramente non sono, ma direi che questo secondo volume sui "Robot Giapponese, dalla A alla Z la guida definitiva sui mecha" è la prova che quando venne pubblicato il primo volume non era ancora ben chiaro se ci sarebbe stato il secondo:

Il motivo fin banale e lapalissiano è che nel primo volume mancava la dicitura ""Vol. 1", quindi questo volume tende a colmare le lacune del primo, ma il risultato è che entrambi mancano di organicità.
Sia chiaro, questo non implica che questo secondo volume sia brutto, ma una "ENCICLOPEDIA", con il plus di responsabilità editoriale di volere essere una "GUIDA DEFINITIVA SUI MECHA", deve rappresentare il mondo che vuole illustrare con un minimo di criterio e che dia una panoramica che sarà completa con l'ultimo volume.
Quanti volumi verranno pubblicati sui "Robot Giapponesi"?
Il criterio pare non essere cronologico, non è alfabetico, ma non è neppure di tipologia, cioè "Super Robot" e poi i "Real Robot, chiudendo con le produzioni più recenti.
Inoltre in questo secondo volume si riprendono filoni robotici di serie già valutate nel primo volume, dove alcuni dei robot di quelle serie erano stati ignorati, per esempio Goldrake, i Mazinga e Gundam.
Oppure nel primo volume si erano trattati in poche righe numerose serie robotiche, quindi in questo secondo volume sono omaggiate di un approfondimento singolo (Baldios, Astrorobot; Ginguiser, Macross, gli OAV dei Getter, Ideon) 
Ci sono anime robotici nati da manga oppure robot che hanno esordito in versione anime per poi passare al manga.
Come nel primo volume sono presenti argomenti che, a mio personalissimo avviso, poco o nulla hanno a che fare con lo stesso titolo della testata, cioè "ROBOT GIAPPONESI" e "MECHA", per esempio in questo numero ci sono i seguenti articoli:
Doraemon gatto spaziale;
Spaghetti robot (sui fumetti italici anni 80: per esempio Golzinga 1 + Golzinga 2);
Laputa il castello nel cielo;
I robot vanno in America (sui robot di matrice statunitense);
Tra originalità e citazionismo (i robot giganti nei fumetti italiani);
Principessa guerriera (intervista all'autore italiano di robot ispirati ai giapponesi).

Articoli come questi, e come quelli presenti nel primo volume (ma che non si sapeva ancora fosse il primo...), al massimo sarebbero stati bene in un ultimo ipotetico volume, come integrazione a tutto il trattato una volta espletati i "ROBOT GIAPPONESI MECHA".
La mia impressione è la stessa del primo numero, toglietemi i termini "ENCICLOPEDIA" e "GUIDA DEFINITIVA" (non sostenibile per numero esiguo di pagine dedicate), sostituendoli solo con un "SPECIALE SUI ROBOTTONI" o "DOSSIER DOVE CI METTIAMO QUELLO CHE CI PASSA PER LA TESTA AL MOMENTO DI PUBBLICARLO" e non credo ci sarebbe stato nulla da obiettare   ^_^

Qual è il filo conduttore di questi volumi?
Mistero.
Ribadisco, poi il singolo articolo è (in base ai gusti o alle conoscenze personali) anche godibile, ma per approdare a cosa?

C'è un aspetto, invece, che mi aggrada poco, e sono le ripetizioni, non nel senso di argomenti già trattati, ma proprio nel senso di ripetere passi di articoli già pubblicati in "Anime Cult"...
Ci ho fatto caso stavolta perché nel numero 13 appena pubblicato ricordavo il contenuto dell'articolo su Daikengo, tema presente anche il questo secondo volume dell'Enciclopedia. 
Il problema è che l'autore dei due scritti è il medesimo e vari passi sono identici...
Capisco anche il dover ottimizzare, capisco che non è che ci si possa inventare chissà cosa su Daikengo, ma copia/incollare da una testata all'altra mi pare esagerato. 
Ho pagato due volte quasi per il medesimo contenuto, chiunque abbia le due pubblicazioni potrà controllare a quanto ammonta il copia/incolla tra le due pubblicazioni (addirittura il testo del box sulla sigla è uguale, cambia solo il formato).
Nei casi in cui si sceglie di trattare di nuovo un argomento già pubblicato in una precedente rivista della Sprea, almeno sarebbe da cambiare l'autore. Come è stato fatto per il Baldios, dove chi scrive del Baldios in "Anime Cult 12" non è il medesimo che scrive sul Baldios in questo secondo volume dell'Enciclopedia. Infatti le analisi e l'approccio sono differenti.
Ammetto che notare la cosa, con il dubbio che in passato sia stata già fatta, mi ha seccato non poco.
Non mi metto io a copia/incollare i post, ed il mio è uno sconosciuto blog, ma soprattutto gratuito, non mi pare bello lo faccia una rivista a pagamento.

Di seguito entro un po' più nel dettaglio su qualche scritto.

lunedì 27 novembre 2023

Studio Ghibli, la fabbrica dei sogni



TITOLO: Studio Ghibli, la fabbrica dei sogni
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Kappalab
PAGINE: 157
COSTO: 17 €
ANNO: 2023
FORMATO: 24 cm X 18 cm
REPERIBILITA': disponibile in fumetteria
CODICE ISBN: 9788885457591



Noto che la casa editrice Kappalab sta imboccando una via che mi pare un po' difforme dal suo passato, cioè quella della traduzione di saggistica made in Francia. Ad agosto avevano pubblicato "Hayao Miyazaki, l'artigiano dell'animazione giapponese" di Stéfanie Chaptal, sulla costina del libro, ma ai tempi non vi avevo dato peso, era presente in rosso la dicitura "ANIME presenta", la medesima visibile in questa nuova uscita.
Quindi ci aspettano altri libri francesi tradotto in italiano (e con integrazioni per il contesto italico)?
Inutile dire che le lagnanze che avevo mosso per il saggio linkato sopra debbo ribadirle immutate anche per questo:
materialmente ILLEGGIBILE...

Non perché sia scritto male, ma perché non si riesce proprio a leggere...


Qui sopra una doppia scan della medesima pagina:
carattere di scrittura minuscolo;
sfondi colorati e sfumati, tanto che magari in una parte della pagina riesci a leggicchiare qualcosa, poi quando cambia lo sfondo non capisci più nulla;
colori di sfondo che mutano in base ai capitoli, alcuni di questi che rendono la lettura ancora più ardua;
bordo esterno della pagina con molto spazio;
bordo interno a fil di cordonatura, cosa che rende ancor più arduo leggere le colonne centrali, in quanto bisogna piegare oltremodo il libro;
immagini onnipresenti.

A fronte di questo carattere di scrittura, che non è neanche micro-scopico, ma femto-scopico, le pagine sono strapiene di immagini... che senso ha operare editorialmente così?
Non si potevano eliminare tutte le immagini ed aumentare la grandezza del carattere di scrittura mantenendo inalterato il numero di pagine (ergo i costi)?
Un libro deve poter essere letto, non mi pare una pretesa esagerata...
Le didascalie, poi, le intuisci, manco le leggi, da quanto sono piccole.
E' difficile godersi uno scritto, che magari ti sarebbe anche piaciuto, se ad ogni riga e pagina devi sacramentare per cercare di capire cosa diavolo ci abbiano scritto... il fastidio e il nervoso rovinano totalmente il gusto della lettura...

domenica 26 novembre 2023

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 13)


Il corpo dominante del numero, cioè il dossier su Tsukasa Hojo, mi trova un po' impreparato, non essendo appassionato di "City Hunter" ed avendo seguito con diletto di questo autore solo "Occhi di gatto", anche se non tutti gli episodi. Quindi per una buona parte della rivista sono restato un mero lettore senza molto background, se non quello letto negli anni nella saggistica di riferimento.
Non sembrerà, ma a forza di leggere più o meno gli stessi concetti, qualcosa si apprende  :]
Non mancano anche in questa 13esima pubblicazione le interviste della redazione:
a Guido Cavalieri, la voce di Ryo Saeba, in tema con il dossier;
a Maurizio Ercole (editore);
a Giorgia Passeri, terza ed ultima parte;
a Mauro Goldsand (autore di sigle).

Stavolta, probabilmente per evitare polemiche ed equivoci, sono riportati stralci di interviste di Tsukasa Hojo ma con data e testata originaria.



Il Sommario di questo numero.



Mario Rumor si occupa di illustrarci il maestro Osamu Dezaki, dierei la persona giusta, visto che tra i saggi da lui scritti, uno è proprio sull'autore nipponico:
Osamu Dezaki, il richiamo del vento (prima edizione) - (manca l'immagine della copertina, non so perché...).
Tutto l'articolo è interessante, ma ho trovato chiaro ed educativo, sia per i fan che per il lettore occasionale, le quattro pagine in cui Rumor illustra i vari stili grafici di Dezaki con immagini e didascali esplicative.
Semplice e chiaro, alla portata di tutti  :]

domenica 19 novembre 2023

"Fumetti e cartoni animati: nuova produzione culturale", di Giuseppe Callegari - "Quaderni di Comunicazione Audiovisiva" numero zero dicembre 1982(?)


Gli articoli sui "cartoni animati giapponesi" si potevano dividere in due macro gruppi:
quelli scritti per quotidiani e settimanali, quindi con un tempo materiale abbastanza basso per recuperare informazioni corrette, cosa che comunque, almeno in via teorica e deontologica, non avrebbe dovuto esimere il giornalista dall'essere informato;
quelli scritti per pubblicazioni mensili o pluri-mensili (trimestrali, quadrimestrali, semestrali), che avrebbero permesso agli autori di avere il tempo per approfondire maggiormente l'argomento su cui si cimentavano, magari per la prima volta.

Di norma gli articoli del primo gruppo erano più corti/riassuntivi, quelli del secondo gruppo più lunghi/approfonditi.
Poi si potrebbero dividere le testate tra quelle generaliste, quindi magari con un personale meno tenuto a conoscere l'argomento "animazione", e quelle che specificatamente trattavano i media, televisione, cinema fumetto etc. etc. etc., quindi, sempre teoricamente, con autori già formati per conoscere maggiori informazioni e ricercare in quel campo più facilmente quelle che non conoscevano.
In questo post mostro un articolo presente sul numero zero de "Quaderni di Comunicazione Audiovisiva", che fa riferimento, in base al ragionamento di cui sopra, ad una testata che faceva parte contemporaneamente del gruppo che aveva più tempo per approfondire l'argomento, essendo quadrimestrale (o semestrale? non l'ho capito), ma anche a quello delle testate in tema media, quindi con autori che avrebbero dovuto conoscere meglio l'argomento dell'analisi.
L'articolo risulta di ben dodici pagine, a conferma della possibilità di queste testate di approfondimento di analizzare meglio l'argomento, e come lo analizzò Giuseppe Callegari?
Intanto lo scritto, come si intuisce dal titolo, non tocca solo i cartoni animati, ma anche i fumetti, probabilmente un tema in cui l'autore era più ferrato.
Si parte con il fumetto italiano del dopoguerra, con Tex, di cui non sono un grande esperto, quindi non saprei valutare se le considerazioni dell'autore siano nuove (almeno nel 1982/1983), a me sono parse sensate.



Piccola digressione sulla datazione degli  articoli.
La quasi totale datazione dei miei articoli è corretta, ci sono dei casi, oltre a quelli dovuti ad eventuali miei errori di trascrittura, in cui datare un articolo è risultato problematico per vari fattori.
In questo caso, per esempio, l'articolo in questione è presente nel numero zero de "Quaderni di Comunicazione Audiovisiva", solo che quando il bibliotecario mi ha inviato gratuitamente lo scritto non ha saputo darmi indicazioni sulla data, ed io, sinceramente, dato che si era pure impegnato a cercarmelo, a scannerizzarlo ed inviarlo (e non si era più in periodo Covid), non me la sono sentita di tampinarlo perché ricercasse la data precisa.
Quindi, se il numero 1 è dell'inizio 1983, come si può vedere qui sopra nella scheda Opac e facendo qualche ricerca on line, il numero zero dovrebbe essere di fine 1982.
Tra l'altro non mi è ben chiara la cadenza della pubblicazione, che secondo me faceva parte di quelle che potevano essere trimestrali o quadrimestrali, comunque non a cadenza puntuale.
Quindi posso affermare che la rivista non sia stata pubblicata a metà del 1982 o a metà del 1983, ma fino ad ora non sono riuscito a capire la datazione precisa.

Torno all'articolo   ^_^



Anche su Diabolik non mi esprimo, se non per il fatto che ho amici un po' più grandi di me che sono appassionati di Diabolik e non sono per nulla fascistoidi, anche se comprendo che l'autore non voleva legare la lettura del fumetto ad una ideologia politica, ma ad un genere di impostazione.
Men che meno conosco gli altri titoli citati, essendo troppo piccolo per leggerli a età degli anni 70.

mercoledì 15 novembre 2023

Rebuild of Evangelion for Dummy (Plugs)



TITOLO: Rebuild of Evangelion for Dummy (Plugs)
AUTORE: Cristiano Brignola e Francesco Tedeschi
CASA EDITRICE: Dynit
PAGINE: 183
COSTO: 18 €
ANNO: 2022
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': disponibile in fumetteria
CODICE ISBN: 9788833553238



Come avevo recensito il precedente scritto sulla serie di Evangelion del duo Brignola/Tedeschi con un anno di ritardo nel 2021, ho recensito questo "nuovo" libro sui film di Evangelion con un anno  ritardo... Un vero peccato, perché mi sarei potuto godere un'altra lettura divertente ed informativa un anno addietro.
La lettura del precedente libro fu consapevole, visto che la serie tv di Evangelion la conoscevo bene, vista più volte in vari formati, compreso l'adattamento aulico di Cannarsi.
Questa volta ho letto lo scritto senza aver visto neppure una volta nessuno dei quattro film illustrati, analizzati e spiegati.
In pratica gli autori mi hanno spoilerato tutti e quattro i film, ma la cosa bella e rivelatrice delle seghe mentali di Anno è che il libro l'ho apprezzato ugualmente, anzi, forse anche di più, perché così eviterò di vedermi i film  ^_^
Non escludo categoricamente che non guarderò mai questi quattro film, solo che non ho voglia di stare dietro alle menate (prese in giro?) di Hideaki Anno, trovo assurdo che per guardarsi dell'animazione si debba aver conseguiti vari dottorati in filosofia, religione e "ragionamenti a caso", specialmente l'ultima laurea salviniana.
Per me Anno è il novello Nagai degli anni 90/2000.
Scritto e ribadito tutto ciò, dopo averlo scritto e ribadito nella recensione del primo libro, lo scritto mi è piaciuto molto, e lo consiglio sia ai fan di Evangelion (come lo sono stato io) non fanatici come ai semplici appassionati di animazione nipponica.
Proprio l'ironia dei due autori rende bene quanto materiale, ergo quante assurdità, risiedono in questi quattro film.
Attenzione, i due autori non si limitano a fare numerose battute (sempre educate e ben riuscite), ma si impegnano oltre le umane possibilità nel tentativo di spiegarci i meandri dei pensieri di Anno, un luogo dove non vorrei mai risiedere neppure per poco, mi bastano i mei di problemi...
Il libro procede come il precedente, in questo caso film dopo film, per ognuno viene illustrata la trama, i punti salienti, le differenze con la serie televisiva, arrivando a sottolineare al lettore i punti della trama in cui "sarebbe dovuto stare attento".
Sinceramente di più non si poteva chiedere...
In questo caso è comprensibile l'assenza di una bibliografia, in quanto gli autori hanno guardato, riguardato e ririguardato i film passando al microscopio le varie scene e cercando di trovare il/un bandolo della matassa.
In alcuni casi sono presenti i link web di alcune pagine da loro citate.
La cosa divertente, nel tono divertente generale del libro, è che neppure loro sono riusciti a venire a capo di tutto, quindi perché ci dovrei riuscire io?
Ma perché ci dovrei anche solo provare?
Ho speso 18 euro, lo hanno fatto gli autori per me, li ho retribuiti, io sono a posto   :]
Visto che siamo in un periodo in cui vengono pubblicati libri su manga ed anime strapieni di immagini, mi pare giusto sottolineare che questo libro è tutto scritto.
L'unica pecca è l'assenza di uno straccio di indice (nel primo libro c'era), ho rimediato io in maniera un po' artigianale, ma penso efficace.



Nei numeri 9 e 10 di "Anime Cult" c'è una lunga intervista in due parti a Gualtiero Cannarsi, per quanto lui cerchi di spiegare al meglio il suo approccio alla traduzione ed adattamento dei dialoghi dal giapponese all'italiano, e pur considerando che di certo avrà ragione lui in virtù del suo incontestabile livello culturale, alla fine quello che noi fan degli anime ricorderemo sarà sempre e solo ciò che sottolineano i due autori qui sopra (ed in altri punti del libro).

Si, cari autori, lo ammetto, appena ho girato pagina e ho letto "Però quanto a te, quanto a quel che non puoi fare che tu, per te qualcosa da poter fare dovrebbe esserci" ho riso, e ho riso di nuovo quanto alcune pagine dopo i due mi hanno scoperto   ^_^

Qui sotto alcune scan dei vari capitoli con un copia incolla dei contenuti ivi presenti, senza i quali potrebbe non essere chiaro il livello di approfondimento tentato dai due autori.

P. S.
Ecco, magari il carattere di alcuni titoli poteva essere scelto più leggibile...

domenica 12 novembre 2023

Creamy Mami, finora e per sempre



TITOLO: Creamy Mami, finora e per sempre
AUTORE: 
CASA EDITRICE: Nippon Shock
PAGINE: 96
COSTO: 30 €
ANNO: 2023
FORMATO: 26 cm X 21 cm
REPERIBILITA': disponibile in fumetteria
CODICE ISBN: 9788897286806



Anche per questo volume su "Creamy Mami" vale il discorso per quello postato precedentemente sul medesimo personaggio:
non ho mai seguito la serie, ne conosco trame e contenuti per averli letti in più libri e riviste = 
non possono commentare nello specifico, ma essendo la riproposizione del corrispettivo nipponico, ovviamente errori non vi possono essere.

Stesso discorso per la qualità dei contenuti e della pubblicazione, ottima, con la solita punta di invidia per non vedere nulla del genere sul fronte dei vecchi robottoni.
Mi chiedo quanto potrebbe essere difficile accordarsi per pubblicare in italiano del materiale nipponico come quello sotto:

Magari la "Nippon Shock" ci farà un pensierino  :]
Rispetto al "Magical Angel Creamy Mami: Memorial Good Bay Once More" il formato è un pelino più piccolo, si sfoglia all'occidentale e la pubblicazione originale nipponica è del 2014, ai tempi del trentesimo anniversario.
Dato che non riesco ad esimermi dall'acquistare materiale editoriale italico che tratta di manga ed anime, grazie ad uno sconto (accumulato su altro) ho portato a casa anche questo  :]
Il volume mi è parso un dialogo con scritto ed immagini della Takada con i suoi fan, lei racconta la sua "Creamy Mami".


Un aspetto che mi incuriosirebbe e che di norma non vedo mai trattato, è quello della percezione in Giappone del successo di anime (molto prima) e manga (molto dopo) in Italia, mi pare di aver intuito che agli autori interessa poco, ma anche agli studiosi nipponici.
Fa una piccola eccezione questo volume, in cui la mangaka racconta ai giapponesi del successo del suo personaggio in Italia (e non solo), con tanto di immagini di varie sue presenze a fiere e presentazioni.
L'ho trovato molto interessante, per quanto breve, e ho avuto la conferma dallo scritto della Takada che inizialmente lei non sapesse né del successo di "Creamy Mamy" né che gli anime erano onnipresenti nei palinsesti delle televisioni italiane.
Ricordo la vetrina del negozio Yamato a Milano in occasione del 30esimo anniversario di "Creamy Mamy", sono spesso molto belle le loro vetrine, peccato che il negozio non sia su Corso Buenos Aires (via dello shopping milanese), farebbe soldi a pacchi, anche se i costi sarebbero altrettanto alti...


L'indice qui sotto è più che esaustivo sul resto dei contenuti.

giovedì 9 novembre 2023

Magical Angel Creamy Mami: Memorial Good Bay Once More




TITOLO: Magical Angel Creamy Mami: Memorial Good Bay Once More
AUTORE: 
CASA EDITRICE: Nippon Shock
PAGINE: 144
COSTO: 30 €
ANNO: 2023
FORMATO: 30 cm X 21 cm
REPERIBILITA': disponibile in fumetteria
CODICE ISBN: 9788897286790



La seguente pubblicazione è uscita a settembre, ma ero dubbioso se acquistarla o meno, non essendo un fan della serie in questione, poi mi sono reso conto che avevo comprato il volumetto "L'incantevole Creamy" della casa editrice Iacobelli, pubblicato nel lontano 2012, quindi perché non questo?
La spinta finale all'acquisto è stata data da averlo trovato con degli sconti extra (accumulati su altro) in fumetteria e averlo potuto sfogliare materialmente: bel volume.
In Giappone il corrispettivo nipponico è stato pubblicato nel settembre 2023, quindi tre anni fa, una distanza temporale abbastanza ravvicinata.
L'unica leggera pecca, ma essendo una "replica" della versione editoriale giapponese dubito fortemente ci si potesse fare qualcosa, è il carattere di scrittura un po' piccolo. C'è da dire che quando lo sfondo è bianco o rosa e il carattere in nero la difficoltà di lettura è minimale, un po' peggio con sfondo colorato. Si vede che in Giappone i fan attempati/e della serie ci vedono meglio dei fan attempati/e nostrani  :]
Tra l'altro il carattere di scrittura un po' piccolino lo si ritrova anche ne "Le Rose di Versailles, anatomia dell'anime" della "Yamato Edizioni", si vede che è una impostazione editoriale base giapponese.
Confrontando le due pubblicazioni annoto che quello della "Yamato Edizioni è leggermente più piccolo e con una copertina più morbida, quindi più fragile. Questo della "Nippon Shock" non ha la copertina rigida, ma comunque è di cartoncino più spesso.
Devo ammettere che i fan di "Creamy Mami" sono fortunati di poter leggere questo volume (come lo sono anch'io per quello su "Lady Oscar"), sarebbe bello leggere un volume tradotto dal giapponese e di recente pubblicazione, non dico su Goldrake, magari sui robottoni in generale.
Ovviamente c'è una buona parte di pagine con immagini, anche a pagine piena, molto belle, compresi i modelli preparatori di personaggi ed ambienti, ma la parte scritta è comunque corposa, ergo non è solo bello da vedere, ma anche interessante da leggere. Con il plus che è di matrice nipponica dello "Studio Pierrot" e di Akemi Takada, quindi fonti primigenie, nessuno ha raccolto informazioni e poi le ha elaborate, sono tutte informazioni ufficiali, tutta bibliografia per chi in seguito tratterà il tema, comprese le interviste, in questo caso ufficiali e inedite agli autori  :]

A pagina 13 con lo scritto "Il fenomeno chiamato Creamy Mamy" non mi è chiaro se venga trattata sempre e solo la trasmissione nipponica o anche quella italiana, visto che in un caso si fa riferimento al titolo nostrano de "L'incantevole Creamy".
Si afferma che "Creamy Mamy" fu la prima serie ad abbattere le barriere tra serie per maschietti e serie per femminucce. 
In Italia, se ho compreso bene il pubblico televisivo a cui si riferiva l'autore dello scritto, il primo anime che ha sdoganato le serie per femminucce anche per maschietti fu di certo "Candy Candy", benché la visione era ancora un po' da carbonari, molti di noi piccoli telespettatori maschi lo guardavamo, ma non lo dicevamo a nessuno  :]
Il primo anime, invece, che rese pubblico l'interesse maschile per una serie animata teoricamente femminile fu senza dubbio "Lady Oscar", quasi tutti noi maschietti delle medie guardavamo la serie e nessuno lo nascondeva.
Tutta la mia filippica decade se l'autore si riferiva ai telespettatori nipponici, e io non l'ho compreso  :]

Edit del 12 novembre 2023:
Ho dimenticato di specificare che la pubblicazione, essendo una replica fedele dell'edizione nipponica, si sfoglia da destra verso sinistra.

Le due pagine con gli indici inserite qui sotto illustrano così chiaramente quanto è contenuto nella pubblicazione che non che ci sia altro da aggiungere, dato che io sono pure ignorante in materia.

martedì 7 novembre 2023

Nippon Shock Magazine - La rivista 100% dedicata a manga e intrattenimento giapponese - n° 13 ottobre 2023


E' indubbio che il punto debole di "Nippon Shock magazine" sia la distribuzione, tralasciando che non è molto presente nelle librerie, mentre "Anime Cult" si, anche l'arrivo nella classica edicola è assai travagliato. Io sto nel milanese, non sul cucuzzolo della montagna, ma evidentemente il distributore della zona deve essere detestare qualcuno della casa editrice, perché la rivista arriva sempre a fatica, nonostante l'edicolante l'abbia inserita tra le testate da consegnare.
Detto ciò, il numero mischia il quasi sacro, cioè Mazinga Z (sarebbe stato sacro con il Grande Mazinga), con l'osé, Georgie, e lo iettatorio, Minky Momo (è spiegato nell'articolo perché iettatorio).
Bisogna differenziare i target   ^_^
Il numero è piacevole da leggere, resta la questione del dimezzamento del numero di pagine rispetto ai numeri con i manga, ma al medesimo prezzo.



Fino a pagina 45 è un numero mazingazetacentrico, poi si diversificano un po' i contenuti.
Su Mazinga Z, come su tutti i robottoni più famosi, ormai si è scritto un po' di tutto e di tutto, in questo caso, dopo il riepilogo a favore dei lettori meno assuefatti al tema, si cerca qualche angolatura diversa.



In un box aggiuntivo su Mazinga Z si può apprezzare un bel esempio di buona educazione, quando, a proposito della ripetitività seriale di cui è afflitto Nagai da alcuni decenni, si usa una terminologia da politically correct che meriterebbe un premio Nobel  ^_^
"E' noto che la creatività di Go Nagai spesso lo porti ad applicare meccanismi artistici e narrativi che si ripetono nelle sue opere..."

Geniale ed educato  :]

lunedì 6 novembre 2023

Anime Tour, pellegrinaggio nei luoghi cult dell'animazione giapponese



TITOLO: Anime Tour, pellegrinaggio nei luoghi cult dell'animazione giapponese
AUTORE: Barbara Rossi
CASA EDITRICE: Kappalab
PAGINE: 144
COSTO: 17 €
ANNO: 2023
FORMATO: 24 cm X 17 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 988885457614



Premessa più importante di tutte, la Barbara Rossi autrice del libro è proprio la Barbara Rossi dei "Kappa Boys", ergo il libro è perfetto   ^_^
Detto ciò, considerando che io non andrò mai in Giappone, e se mai ci andrò non sarà per fare "seichi junrei" (on line c'è un link ad una tesi dell'università Ca' Foscari), cioè pellegrinaggio nei luoghi degli anime, perché ho comprato la guida di Barbara Rossi?  
Acquisto compulsivo?
Masochismo editoriale?
Dato che in passato ho acquistato altri titoli simili, tanto valeva continuare la prassi, che non si sa mai che un giorno non vada pure io in Giappone!


Peccato che non sia indicata dove sia la fattoria "Betulla Bianca", le coordinate della "Fortezza delle Scienze", la casa di Ataru Moroboshi, non per Ataru, ma per Lamù  :]
Questa serie di banalità per specificare che nel libro sono riportati, ovviamente, luoghi reali presenti in anime e film di animazione, con tanto di coordinate e mappe.
Noto ed annoto che la "Kappalab" ormai pubblica quasi sempre libricini di questa entità (circa 150 pagine con tante immagini), con tema i viaggi in Giappone o lo "Studio Ghibli" (ne ho un altro da recensire).
Capisco che anche alla "Kappalab" abbiamo diritto di racimolare qualche introito dalla notorietà attuale di anime e manga, anzi, loro primi tra tutti ne hanno diritto (visto la loro storia), ma spero che si affrettino a pubblicare anche i seguiti di "Anime, guida al cinema d'animazione giapponese 1958 - 1969", visto che è un anno e mezzo che è uscito il primo volume.
Per il resto inserisco qualche scan per far comprendere cosa si ritroverà ad acquistare l'eventuale pellegrino di anime  :] 

sabato 4 novembre 2023

Le Rose di Versailles, anatomia dell'anime



TITOLO: Le Rose di Versailles, anatomia dell'anime
AUTORE: 
CASA EDITRICE: Yamato Edizione
PAGINE: 130
COSTO: 30 €
ANNO: 2023
FORMATO: 28 cm X 22 cm
REPERIBILITA': disponibile in Yamato Shop
CODICE ISBN: 988889973226


Ringrazio Massimo Nicora per avermi informato dell'uscita di questa pubblicazione.

Faccio copia ed incolla delle descrizione del volume data direttamente dalla "Yamato Video":

"Si tratta, innanzitutto, di un mook, una pubblicazione simile nel formato cartaceo a una rivista, ma con contenuti da libro collettaneo (il termine è una combinazione tra magazine e book). Questo formato editoriale ibrido e accattivante, molto popolare in Giappone, è utilizzato per pubblicare monografie di approfondimento su svariati argomenti ed è rivolto a un pubblico di appassionati che desidera acquisire informazioni e conoscenze specifiche. Si tratta inoltre di edizioni speciali molto curate, che di solito non vengono ripubblicate e sono quindi oggetto di collezionismo."

Quindi ci troviamo di fronte ad una traduzione letterale e grafica di un prodotto editoriale nipponico, impossibile non acquistarlo  ^_^
Dato che ultimante sono usciti un certo numero di libri che talvolta contengono imprecisioni, in questo caso la fonte originaria sono la Ikeda e la TMS, il contenuto fa bibliografia (per i libri che la mettono la bibliografia...).
Il formato è poco più grande di quello di una rivista (tipo "Anime Cult" o "Nippon Shock Magazine"), mi ha sorpreso però, non avesse, non dico una copertina rigida, ma almeno una sovracopertina, ma visto che questa è la prassi nipponica, null'altro da aggiungere   :]
Le immagini sono tante e belle, e in un mook/artbook le immagini sono lecite ed ovvie, ma non manca la parte scritta, per assurdo ci sono più contenuti qui che in alcuni libri della "nuova saggistica".



Come si può vedere nelle due immagini qui sopra la pubblicazione è proprio la copia pedissequa della versione nipponica, e questa non è una critica  ^_^
L'anno scorso di questi tempi la "Yamato Video"Edizioni" aveva pubblicato un'altra edizione nipponica su Lady Oscar tradotta in italiano, in cui erano presenti solo immagini, spero sia una prassi annuale:

Mi pare di aver capito che la pubblicazione nipponica risale al 2020, quindi relativamente recente, considerando che di solito questo materiale arriva da noi solo importato dal Giappone e in giapponese.
C'è una cosa che non mi è chiara, e riguarda, per esempio, il sommario qui sotto mostrato.
Ovviamente il senso in cui si sfoglia il mook è quello nipponico, quindi da destra verso sinistra, ma poi la prima pagina del sommario è quella di sinistra, la seconda è quella di destra, quindi seguendo il senso di lettura nostrano, questo vale, ovviamente, anche per le parti scritte, ma non per le parti con immagini. La cosa ha mandato un po' in confusione il mio cervello, che non capiva subito, girata la pagina, da che parte iniziare a consultare quello che vedeva  :]
Ipotizzo che siano gli inconvenienti editoriali di traduzioni a specchio, più o meno, di testi nipponici. 

venerdì 3 novembre 2023

Caratteristiche della nuova saggistica su manga, anime e Giappone


In questo ultimo anno e mezzo, ed in particolare in queste ultime settimane, sono stati pubblicati numerosi libri su manga, anime e Giappone, a dimostrazione di quanto l'interesse per il paese del Sol Levante sia cresciuto. Il tutto ha un volano, che è il numero inusitato di manga venduti in Italia, che a cascata ha portato anche le case editrici più importanti ad occuparsi di questa tematica.
L'immagine qui sopra l'ho trovata emblematica di cosa si può vedere oggi in libreria, per esempio in una Mondadori, dove ho scattato le tre foto dei tre libri esposti a poca distanza tra di loro in mezzo ad una moltitudine di fumetti, manga e graphic novel. 
Una scena che fino ad un paio di anni addietro era ancora impensabile, che mi fa estremamente piacere e che spero duri il più possibile   ^_^
Fino a qualche anno fa noi fan di anime e manga ci si sentiva a proprio agio solo in fumetteria e al Lucca Comics, oggi entri in libreria e trovi pareti tappezzate di manga.

Anni fa postai un riepilogo della saggistica su anime, manga, cosplay e modellismo pubblicati dal 1980 al 2016. Per l'anno 2016 mi lagnavo delle poco uscite editoriali a tema, le cose sono cambiate parecchio:





Alla Feltrinelli di piazza del Duomo qui a Milano, oltre allo spazio enorme dedicato ai manga, hanno allestito una paretina a tema "Studio Ghibli", con tanto di CD e LP con le colonne sonore!
Tralasciando che ci hanno cacciato dentro un po' a forza anche Heidi, resta un bel vedere, specialmente se si pensa che fino a qualche anno fa quando in una Feltrinelli chiedevi un DVD dello "Studio Ghibli" ti guardavano spaesati...
L'euforia per questo interesse verso i manga, e di riflesso anche verso gli anime e la cultura giapponese attuale e passata, però, non mi distrae dal valutare quanto le case editrici si stiano impegnando a pubblicare libri che non siano solo un modo per cavalcare l'onda editoriale nipponica.
A grandi linee la saggistica su anime e manga era pubblicata da tre tipologie di case editrici:
quella specializzata, tipo "Società Editrice La Torre" o la Tunuè;
piccole case editrici che una tantum pubblicavano un libro più o meno approfondito;
le case editrici legate alla pubblicazioni di manga o graphic novel.

Le case editrici importanti ed affermate praticamente ignoravano manga ed anime, fa eccezione, per esempio, la Mimesis, che non è tra le più grandi, ma che ogni tanto pubblicava qualcosa a tema.
Quello che è cambiato è che si sono buttate contemporaneamente nel mercato più case editrici che mai si erano interessate a manga ed anime, inoltre alcune di queste hanno una certa importanza: 
Mondadori, Salani, il Mulino, Giunti, Bur Rizzoli.

Il problema, secondo me, è che alcune di queste case editrici e i loro editor non sempre si impegnano al massimo per fornire al lettore un libro con un minimo di spessore, che non faccia sorgere il dubbio che sia stato pubblicato solo per raggranellare qualche soldino, alla ricerca del minimo sforzo/costo ed il massimo guadagno.
Premetto che il seguito di questo post non vuole essere una pagella di più o meno promossi, e le valutazioni si basano sul mio gusto di lettore di saggistica su manga ed anime, che iniziai a comprare appena questa venne pubblicata, cioè nel 1999 con "Animeland, viaggio tra i cartoni made in Japan" e, soprattutto, "Mazinga Nostalgia" (prima edizione).
Questa "nuova saggistica" ha delle caratteristiche abbastanza peculiari, non riscontrabili, per esempio, in altri tre saggi pubblicati in questo stesso periodo:

Le caratteristiche di questa "nuova saggistica" sono le seguenti:
case editrici che mai si erano occupate di manga ed anime; autore/autrice al primo libro; approfondimento medio basso; autore/autrice proveniente dai social; immagini molto presenti; scritto sacrificato; bibliografia e/o sitografia assenti.

Sia chiaro, mi rendo conto che se la casa editrice più di tanto non vuole e/o non ha le conoscenze per aiutare l'autore/autrice a pubblicare un libro più approfondito, la persona che si ritrova il nome sulla copertina più di tanto non può fare.
Resta che il lettore spende dei soldini per comprare un libro, e sarebbe auspicabile che dalla lettura si ottenesse un plus di informazioni, analisi e anche emozioni.

mercoledì 1 novembre 2023

Kokoro, il Giappone tra pop e disincanto



TITOLO: Kokoro, il Giappone tra pop e disincanto
AUTORE: Noemi Pelagalli
CASA EDITRICE: Corbaccio
PAGINE: 290
COSTO: 19,90 €
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9791259921123


Il seguente saggio non è per nulla incentrato su manga ed anime, che tocca in maniera solo periferica ed entro il perimetro culturale contemporaneo nipponico, quindi differente dalle ultime pubblicazioni in tema, ma con queste mantiene delle similitudini:
casa editrice nuova alla tematica; autrice legata al mondo dei social, in particolare un blog sulla cucina; molte immagini; pubblicazione in un frangente di grande interesse verso il Giappone; casa editrice che pare abbia aiutato poco l'autrice.

Si discosta, però, dalle recenti pubblicazioni (consultare le recensioni di libri precedenti a questa), oltre al fatto che non tratta essenzialmente di manga ed anime, da altre caratteristiche base, che parevano ormai desuete in editoria:
glossario di 23 pagine bibliografia, sitografia ed addirittura le note a piè di pagina!

Sarò sincero, quasi mi son commosso nel leggere le note a fondo pagina, con il loro bel numerino atto a spiegare parole, periodi e concetti che non tutti possono conoscere.
Della casa editrice "Corbaccio" ho solo altri due titoli inerenti il Giappone, uno è del 1925, l'altro sullo stupro di Nanchino perpetrato da parte dei giapponesi.
Ho anche un altro libro con il titolo "Kokoro" (cuore, se non sbaglio), scritto da Lafcadio Hearn nel 1895, e parrebbe che l'autrice abbia seguito il medesimo spirito:

L'autrice è una millennials, nata tra fine anni 80 e i primi anni 90, ha viaggiato molte volte in Giappone, non direi sia una fan sfegatata di manga ed anime, cosa per nulla negativa.
Quando l'ho preso dallo scaffale della libreria temevo in un mega frullato di cose a caso, sempre nell'ottica di sfruttare al massimo l'onda nipponica editoriale, mentre nel totale il saggio rende una buona panoramica storica e sociale del Giappone dall'era Tokugawa ai giorno nostri, con un solo dubbio che enuncerò più sotto.
Il fatto che l'autrice si addentri nella situazione politica e sociale del Giappone di questi ultimi anni non è un aspetto da poco, spesso la saggistica di questa tipologia si ferma ai primi anni 2000 o al massimo al triplice disastro di Fukushima nel 2011.
Una pecca dello scritto è che tocca tantissimi argomenti, spesso sfiorandoli, magari non approfondendone alcuni che personalmente ritengo più importanti, come la situazione degli hikikomori (trattata in maniera un spiccia e superficiale) e del ijime/bullismo scolastico. 
L'autrice si concentra di più sulla parte storica fino alla fine della seconda guerra mondiale, per poi concentrarsi più sugli aspetti sociali, usando la cucina, la moda e le mode giovanili, la musica, ma anche i film e la narrativa, come specchio dei cambiamenti della società giapponese dagli anni 50 al 2023.
La parte che ho trovato più interessante è quella delle varie mode giovanili nate a Tokyo dagli anni 80 fino ad oggi, è sempre un interessante dedalo da seguire quello delle sub culture giovanili nipponiche  :]
Lo scritto non è assolutamente un'agiografia della società giapponese, non vengono sottaciuti né i crimini di guerra (come Nanchino) né il razzismo, e vengono evidenziate varie criticità sociali passate ed attuali presenti in Giappone.
Nella moltitudine delle informazioni date mi è parso di notare qualche imprecisione, forse dovuta all'avere concentrato molte informazioni, probabilmente eliminando le immagini, che occupano nel totale una cinquantina di pagine (su 234), si sarebbe potuto esporre il tutto con maggiore chiarezza ed approfondimento.
Rimando all'indice del saggio a fine post per consultare tutti i temi trattati, ben illustrati.




Un esempio di come è strutturato il saggio. 
Nelle pagine in questione l'autrice, che è tornata in Giappone nel maggio 2023, chiosa sul turismo di massa ignorante di cultura giapponese promosso dallo stesso governo nipponico ed ormai mal sopportato dalla popolazione.
Il dubbio sulla valutazione dello scritto a cui alludevo poco sopra è dato da un certo numero di errori che mi è parso di aver rinvenuto, ovviamente li ho trovati in argomenti che più o meno conosco, ma in quelli che non conosco ci saranno? E quanti?
Forse la casa editrice avrebbe potuto fare qualche controllo maggiore, se delle imprecisioni le ho trovate io, penso fossero alla portata di molti. 
A pagina 41, trattando del periodo della fine dell'era Tokugawa, si afferma che:
"...la presenza degli stranieri in Asia era sempre più forte. Al motto "Sonno joi" (Riverite l'imperatore, cacciate i barbari), i nazionalisti estremisti cercarono di arginare i continui tentativi di incursione da parte di Russia, Gran Bretagna e Stati Uniti, ma nel 1853 il Giappone comprese che ogni tentativo di opposizione era vano. Quando il commodoro statunitense Matthew Perry attraccò con le sue navi da guerra nella baia di Edo..."