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sabato 27 febbraio 2021

Megaloman (1979) - puntata 24

 
Da qualche parte, non ricordo dove, ho letto che i giapponesi nutrono una certa fascinazione per i vampiri all'occidentale, sono protagonisti di qualche serie animata, in più li vedi fare capolino in altre serie, magari quelle di carattere fantascientifico.
La 24esima puntata presenta una aliena vampira, che può girovagare di giorno se porta gli occhiali da sole, un po' come nel film "Blade", se non rammento male.
Dai dialoghi tra Bairok, Capitan Delitto e la vampira (la chiamano solo vampira...) si intuisce che la sua tribù fa parte della casta più bassa della Stella di Rosetta, e che lei deve portare a termine la sua missione perché altrimenti l'intera tribù verrà sterminata. Quindi lei sarebbe cattiva per obbligo, non per inclinazione, a parte il fatto che uccide la gente per nutrirsi del loro sangue...
Il tutto, ovviamente, basandosi sull'adattamento abbastanza approssimativo dei dialoghi nostrani.
Ci sarebbe da disquisire sul fatto che una aliena vampira digerisca senza problema il sangue umano, ma sarebbe fare troppo i pignoli.
Impagabile il viso della draculessa coi canini abbastanza prominenti, il colorito del viso bluastro e lo sguardo assassino, peccato la si veda in tal guisa solo una volta all'inizio dell'episodio.
Piccola chiosa sui contenitori del sangue usati in quegli anni in Giappone, dovevano essere incredibilmente resistenti, le valigette volano in ogni dove durante i combattimenti corpo a corpo e il contenuto non si infrange mai.
Le deflagrazioni sono quasi assenti dalla puntata, mentre la controfigura di Takashi (ed un po' anche lui) si esibisce in alcuni mirabolanti voli. 
Degno di nota il fatto che Takashi e soci, oltre a trasformarsi in pubblico, entrano in ospedale con la tutina colorata   :]
Dimenticavo, c'è un colpo di scena riguardante il maestro Takamine!!!
 
Il sangue è il protagonista della puntata, non solo perché c'è la bella aliena vampira (e non farò la battutaccia che una succhiatina da lei la si sarebbe pure accettata), ma anche perché serve per una trasfusione d'urgenza alla ragazza di Hyosuke.
Forse l'intento nobile degli autori fu quello di sensibilizzare il futuro adulto sull'importanza di donare il sangue, cosa che io colpevolmente non faccio...


Uno dei motivi che mi aveva spinto a recensire Megaloman era l'idea di poter vedere, in una serie live, scorci di vita sociale nipponica del periodo, tanto per capire quanto di quello che vedevamo negli anime poteva essere confermato da un telefilm, e per valutare quanto assimilammo da bambini delle consuetudini del Sol Levante.
A dire il vero non ho trovato molti spunti di questo tipo (oppure non li ho colti), una eccezione è la scena iniziale, in cui un salaryman torna a casa abbastanza brillo dopo la classica bevuta (di norma obbligatoria) con i colleghi d'ufficio. 
Il colletto bianco avvinazzato soccorre una ragazza, che ha un malore, è debole, forse anemica...

giovedì 25 febbraio 2021

Lucca Comics & Games, storie e immagini del festival della cultura pop



TITOLO: Lucca Comics & Games, storie e immagini del festival della cultura pop
AUTORE: Christian Hill
CASA EDITRICE: Rizzoli
PAGINE: 224
COSTO: 24,90 €
ANNO: 2020
FORMATO: 17 cm X 24 cm
REPERIBILITA': on line 
CODICE ISBN: 9788891828019


Questo libro l'avevo puntato dalla sua uscita (ottobre 2020), ma immaginandone il contenuto, fondamentalmente commemorativo nell'annata in cui non si è potuta celebrare (tipo un evento religioso) il "Lucca Comics and Games", in rapporto al prezzo, ho atteso costi inferiori. 
Alla fine l'ho recuperato a metà del costo di copertina, e l'importo ci può stare. 
Il contenuto lo avevo azzeccato, immagini, immagini, immagini, qualche testimonianza di autori importanti, il racconto della nostra Lucca tramite brevi inserti.
Per quanto mi riguarda io potuto partecipare al mio primo Lucca solo nel 2006, quando già non era più una semplice fiera del fumetto, quindi conosco solo racconti di chi visse la manifestazione prima che si trasformasse in un "festival della cultura pop". 
Di solito io il LC&G lo identifico come un "happening", visto la marea di manifestazioni che possono cogliere i gusti di chiunque, trovo che oramai solo una ameba umana possa affermare che all'interno della ex fiera non ci sia nulla che lo coinvolga, ma anche la dicitura "festival della cultura pop" può andare come definizione   ^_^
Purtroppo la mia ultima partecipazione al LC&G è stata quella del 2016, e temo che difficilmente vi potrò ritornare, quindi ho "riconosciuto" solo una parte degli eventi mostrati tramite le immagini, ma comunque le ho apprezzate tutte. 
Mi sarei solo aspettato una parte dedicata alle vecchie manifestazioni, magari quelle prima degli anni 90, si trovano poche immagini di quel periodo, ma nulla c'è nel libro, solo anni 2000.


Visto il taglio della pubblicazione, non sono previsti approfondimenti, ma questo breve trafiletto inquadra ed affonda un aspetto che in questi ultimi 10/15 anni mi ha profondamente colpito:
la trasformazione di un interesse di nicchia, talvolta la nicchia della nicchia, in mainstream...

Non mi ritengo un esperto in senso stretto di cose nerd/otaku, ho conosciuto tanta gente con una memoria ben maggiore della mia per date, nomi e particolari minimi, ma specialmente negli ultimi 10 anni mi sbalordisce sempre vedere gente molto giovane di me oppure non giovane ma che so non essersi mai interessata a questi argomenti, venirmi a spiegare Guerre Stellari, il mondo Marvel, Goldrake etc etc.
Di norma non divulgo le mie passioni, tanto so già che una parte cospicua non capirà, un'altra parte si prenderà male perché ne so più di loro, e solo con una parte ristretta cerchia di mie simili potrò avere un dialogo costruttivo.
Sono restio a "scoprirmi", rimanendo un agente nerd/otaku in incognito quasi permanente, perché sono abituato a decenni di battutine, quindi preferisco il lowissimo profile, ma questa modalità "stealth" alla Snake mi permette di osservare un mondo nuovo: gli esperti dell'ultima ora, detti anche bimbiminkia. 

Il gruppo dei "bimbiminkia" non è collegato all'età anagrafica, uno può essere molto giovane ed aver "studiato", basta solo che poi non mi venga a spiegare come ci si sentiva a stare davanti alla televisione a vedere Goldrake il 4 aprile 1978   ^_^
I bimbiminkia sono quelli che senti blaterare al cinema sui film Marvel, o che ti illustrano il Guerre Stellari del 1977, quando pochi anni prima, o mesi, manco sapevano cosa fossero ste robe   :]
Detto ciò, io trovo meraviglioso, da una altro punto di vista, che tutto quello che io adoravo, quando adorarlo ti costava la stimmate del paria, sia diventato fin cool, per esempio tutti sanno chi è Visione!!!



Edit delle ore 22,00
Alla fine l'ho trovata... questa è una foto scattatami a Lucca 2011, quindi 10 anni fa, in cui mi si può vedere (parzialmente )inginocchiato e commosso (non si vede) nello stringere la mano a colui che per primo vidi con il costume del mio adorato Visione  ^_^
Questo per dire che 10 anni fa ancora era semisconosciuto alle masse.

Ecco, Visione può essere la giusta cartina da tornasole della situazione di gente come me, quando nel 2004 io feci il mio tardivo debutto sul web, Visione lo conoscevano in pochi, si sprecavano anche le battute su quale fosse la "visione"   :]
Oggi c'è anche una serie su Disney+, magari un po' opinabile, ma comunque la fanno, mai e poi mai lo avrei immaginato un decennio fa.

Ho selezionato solo quattro immagini del libro, ma il concetto è quello.

martedì 23 febbraio 2021

I bambini e la TV


TITOLO: I bambini e la TV
AUTORE: Gardini Di Palo, Guala
CASA EDITRICE: Sagep Editrice
PAGINE: 119
COSTO: 5 €
ANNO: 1987
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': on line 
CODICE ISBN:


Mentre il precedente saggio inserito nella "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90" l'ho postato più che altro come nota meritoria verso l'autore, che nel 1960 inserì delle informazioni (rare e difficili da reperire) sull'animazione giapponese (saggi successivi manco li citano gli anime...), questa volta lo scritto cita espressamente, seppur un maniera limitata, i cartoni animati giapponesi. 
Lo ribadisco ogni volta, non avrei mai pensato che un numero così alto di autori avessero inserito nei loro saggio accenni ed analisi sull'animazione giapponese, certo, considerando la mole di articoli scritti (indice "Emeroteca Anime") dai giornali, qualcosa doveva pure restare nel database di questi saggisti, spesso luoghi comuni ed informazioni errate, ma in rari casi si possono trovare analisi molto sensate ed avanti rispetto quelle dei loro colleghi.




Parte integrante dello scritto è una indagine della USL di Genova (la n° XII del periodo) sul rapporto dei bambini (alunni genovesi delle elementari) con i programmi trasmessi in televisione, con tanto di tabelle, che danno altre informazioni interessanti. Per esempio sulla disponibilità di televisori a colori, da cui risulta che tra i bambini intervistati ben il 23,6% aveva ancora l'apparecchio tv in bianco e nero. Nei commenti del post su una VHS di Goldrake (link) un paio di utenti erano scettici riguardo alla mia affermazione secondo cui ai tempi gran parte dei bambini vide i cartoni animati giapponesi in bianco e nero. La controprova che la mia affermazione non fosse poi tanto campata per aria è data da quel 23,6%, se nella primavera del 1985 (data in cui fu distribuito il questionario e ricevute le risposte) quasi un quarto dei bambini guardava una tv in bianco e nero, quale poteva essere la percentuale nel 1978/79/80?
Gli autori posero anche qualche domanda sull'uso della televisione per videogiocare, le percentuali paino un po' basse, magari il ceto sociale di quelle scuole non permetteva di spendere in videogiochi, come non permetteva al 23,6% di comprare un tv color.
I dati sono tutti molto interessanti, ed essendo numeri restano lì per essere valutati anche a distanza di tempo, poi ci sono le analisi.
Le analisi le fanno le persone, che in tutti questo casi hanno titoli di studio che le qualificano adatte ad analizzare il rapporto bambini/tv, però un altro aspetto sarebbe guardarseli i programmi analizzati.
Premettendo che ho letto solo le pagine che argomentavano di animazione giapponese e di televisione, in questo saggio si possono leggere tre passi che mi hanno colpito, chiaramente non inficiano il resto dello studio, però denotano una certa superficialità nel trattare l'argomento che dovrebbe essere il fulcro dell'indagine, cioè i programmi che guardavano i bambini nella primavera del 1985.
Sempre che non mi sia sfuggita qualche parola, i cartoni animati non sono mai etichettati come "giapponesi", sono sempre e solo cartoni animati, seppur chiaramente identificabili per i loro contenuti peculiari. Ma come sono trattati gli anime? 
Ecco come li si inquadra a pagina 12:
"Si può notare che i cartoni animati visti presentano modelli e contenuti discutibili: per esempio guerrieri o robot che superano le difficoltà solo con l'arma della violenza o situazioni tristissime di orfani perseguitati da sventure"

In una storia (animata, in questo caso) che presenta una aggressione militare, come si dovrebbe comportare per gli autori la vittima dell'attacco/invasione?
Vega ti invade e tu gli offri i territori dei Sudeti? Non funzionò la prima volta, dubito avrebbe funzionato la seconda...
Sulle situazioni tristissime degli orfani posso pure concordare, ma l'essere orfani non credo renda la vita più facile rispetto all'essere figli di genitori benestanti o ricchi, oppure ad avere anche solo dei genitori di qualsiasi classe sociale siano.




Ipotizziamo che a Leonard Nimoy nel 1987 fosse stata sottoposta la definizione del personaggio di Spock elucubrata dagli autori, cosa avrebbe detto, dopo aver alzato il sopracciglio?

"Un simpatico venusiano aiuta l'equipaggio nelle situazione più difficili"

sabato 20 febbraio 2021

Il carro di carnevale di Goldrake nella Svizzera italiana (1979) - RSI Teche (pagina FB)


Il buon vecchio Massimo Nicora mi ha girato il link della pagina FB della tv Svizzera Italiana, dove è mostrato un servizio di soli quattro minuti sul carnevale del 1979, in cui il gruppo "La Sgrazza" del comune di Balerna decise di allestire uno stupendo carro allegorico a tema "Atlas Ufo Robot".


Ma quanto è incredibilmente e stupendamente fuori contesto vedere Goldrake viaggiare sulla corsia dell'autostrada inseguito dalla polizia?   ^_^

Conscio della caducità dei video sul web, mi permetto di salvare queste bellissime immagini, perché sarebbe un vero peccato per tutti noi appassionati non poterle più ammirare.
Il servizio non è bello solo perché ci dimostra, per l'ennesima volta, la popolarità di Goldrake in quel periodo(anche terra elvetica), ma permette di ammirare il lavoro di un gruppo di adulti che avevano una certa apertura mentale e tantissima fantasia.
Anche durante più edizioni del carnevale italiano ci furono numerosi carri a tema cartoni animati giapponesi, il che dimostra come un adulto abituato a "giocare" con la cartapesta, era più disponibile ad accettare una trasmissione totalmente aliena ai gusti televisivi del periodo come gli anime.
Nel servizio assistiamo alla riunione preparatoria del carro, e quegli adulti apprezzano i colori e le fattezze del robottone gonagaiano, e già si immaginano i bambini, tra cui i loro stessi figli, gioire davanti ad un Goldrake con Spacer di 12 metri!!!
Uno di questi fa notare che il 1979 era anche l'anno del bambino (indetto dall'Onu), ma dal loro punto di vista questa celebrazione doveva servire per far divertire i più piccoli. Purtroppo sulla stampa del periodo si utilizzava spesso l'anno come monito per stroncare gli svaghi dei bambini, molti di quegli esperti consideravano qualsiasi cosa pericolosa e diseducativa (di certo tutti in buona fede), sono pieno di articoli con questo tono apocalittico. Gli esperti sfruttarono l'anno del bambino dell'Onu per cercare di vietare i divertimenti, mentre quella decina di artigiani del carnevale svizzero pensarono immediatamente in maniera opposta: è l'anno del bambino, ergo facciamoli contenti con Goldrake! 
Mi pare di aver dedotto dal filmato che la loro intenzione non era assolutamente ironica, come sovente erano i carri allegorici di carnevale, ma era un tributo, nessuno sfottò o mancanza di rispetto verso l'eroe dei loro figli, ma solo una presa d'atto di quanto fosse popolare.
Quando mi capita di vedere questi documenti mi rammarico di quanto materiale la Rai avrebbe nei suoi archivi che potrebbe interessare a noi fan, ma che non ci sarà mai permesso di vedere... l'unica nostra possibilità sarebbe che un Nicora o un Pellitteri prendessero il comando alle teche Rai... magari con un blitz militare, paracadutati sul tetto della Rai   ^_^

Una volta ammirato il video sulla pagina di FB della RSI, c'è un altro bellissimo filmato con Bruno Lauzi che a Scacciapensieri canta "La tartaruga" e "Johnny bassotto", dove si vede il gatto Arturo.


GOLDRAKE!

venerdì 19 febbraio 2021

Spazio 1999 - I giustizieri del cosmo - numero 4 collana editoriale "AMZ Editrice" 1976

Originariamente la mia idea era di recensire la collana della AMZ dedicata a Spazio 1999 riguardandomi la serie, tanto per fare delle considerazioni più precise, visto che non la riguardo da quando ero bambino/ragazzino, purtroppo Koenig e soci sono un po' invecchiati male.
"Star Trek", forse anche in virtù del fatto che nei decenni si sono susseguite tante serie e film, risulta ancora godibile, al netto delle ingenuità e degli effetti speciale datati anni 60, a Spazio 1999, invece, non riesco più ad approcciarmi. Intanto, una volta diventato un pelino più grande  rispetto alla prima trasmissione, già mi chiedevo come accidenti facesse il satellite della Terra a viaggiare più veloce di una astronave, il tutto grazie solo ad una spinta propulsiva iniziale dovuta ad una esplosone atomica, ma prima o poi la spinta si esaurisce... incontrando, nel frattempo, pianeti vivibili in ogni dove e civiltà aliene tristi ed angoscianti.
Infatti la seconda serie, con Maya, la preferivo, era più avventurosa.

Quindi, non riguardando la serie, i mie post si sono ridotti solo a qualche immagine buttata un po' là, come per il resto del blog, aggiungerebbe qualcuno  ^_^

Ai tempi a casa mia vigeva il televisore in bianco e nero, quindi non mi rendevo conto dell'incongruenza per la quale a distanza di più di 20 anni nel futuro, il massimo della tecnologia terrestre usava schermi in bianco e nero per le comunicazioni video...
Ti rendi conto dell'assurdità solo quando entri in possesso di un tv color, forse nel 1986 non erano ancora disponibili sul mercato tv a colori da pochi pollici.
Poi, sia chiaro, come tanti miei coetanei avevo il mio bel modellino di Aquila con parte centrale sganciabile   ^_^




Nella serie di Star Trek, molti anni prima (ma io non lo sapevo ancora), venne utilizzato l'espediente del satellite terrestre rinvenuto nello spazio, lo riesumarono (male) pure per il primo film. 
La puntata non la ricordo, come non ricordo gran parte della serie, chissà, se un giorno troverò la forza di riguardarla tutta, magari la rivaluterò.
In questa puntata non solo entrano in contatto con la sonda Voyager, ma pure con una civiltà aliena, erano proprio fortunati!   ^_^

martedì 16 febbraio 2021

VideoParade: ascolti di giugno, luglio e ottobre 1982 di cartoni animati, telefilm, sceneggiati a puntate e spettacoli - AltriMedia ottobre, novembre, dicembre 1982


Nell'autunno 1982 la rivista "AltriMedia" inaugurò una mini rubrica che mostrava gli ascolti di quattro tipologie di programmi mandati in onda dalle reti Rai e dai circuiti privati nazionali.
I programmi erano i telefilm, gli sceneggiati a puntate (soap opera), gli spettacoli e, più importante per questo blog, i cartoni animati.
Le emittenti citate sono sempre le medesime, Rai 1, Rai 2, Canale 5, Italia 1 e Rete 4, a cui si somma una singola presenza di Euro TV e una di non ben identificata "Integr." che trasmise la replica della soap opera "Peyton Place".
Preciso che Canale 5, Italia 1 e Rete 4 erano ancora formalmente tre reti differenti nel momento in cui vennero presi i dati di ascolto, Italia 1 diverrà marchio Fininvest nel dicembre 1982.
Evidentemente per poter avere dei dati di ascolto confrontabili tra le emittenti si è dovuto aspettare che anche le tv private trasmettessero a livello nazionale, seppur con la finta della videocassetta mandata in onda a livello locale al medesimo orario di tutte le tv aderenti al broadcast.
"VideoParade" era stata inaugurata nel mese di settembre, io l'ho fotocopiata solo da ottobre perché inserirono i cartoni animati. I mesi presi in esame dalla redazione sono quelli di giugno, luglio ed ottobre, si noterà un refuso per il mese di luglio che vede scritto giugno, l'ho corretto con Paint.
I numeri dove vennero presentati i dati di ascolto non sono del mese successivo alla rilevazione, si vede che ai tempi le informazioni viaggiavano ad una velocità analogica, infatti vennero pubblicati nei mesi di ottobre (dati di giugno), novembre (dati di luglio) e dicembre (dati di ottobre).
La rivista AltriMedia (che non ho ancora capito se si scriveva tutto attaccato o diviso...), assieme a Millecanali (tutto attaccato), sono delle fonti inesauribili di notizie sulle tv nazionali e locali e sui programmi trasmessi dalla fine degli anni 70 ai primi anni 80, purtroppo difficili da reperire.
Oltre al nome di tanti programmi che vedemmo o non vedemmo da bambini, le tabelle presentato il conduttore, se riferito ad uno spettacolo, l'interprete, se  un telefilm o una soap opera. Per quanto riguarda l'interprete, essendoci spazio per un solo nome, c'è una certa disparità di trattamento tra attori ed attrici, queste ultime sono inserite solo se sono le uniche protagoniste, tipo Linda Carter (sempre sia lodata) in Wonder Woman.
C'è ovviamente la rete che lo trasmise, la data e gli orari di messa in onda, chi produsse il programma ed infine l'ascolto in milioni di spettatori.
Si noti anche come i produttori dei cartoni animati non sempre sono identificati oppure sono errati, specialmente per quanto riguarda gli anime.




Nelle prime 15 posizioni il cartone animato più visto fu "Bell e Sebastien", trasmesso da Italia 1, con ben un milione 463 mila spettatori, aggiudicandosi anche la terza piazza con più di un milione 200 mila telespettatori.
Naranjito non l'ho mai visto, ma era il cartone della mascotte del Mondiale spagnolo, ho visto qualcosa su YouTube, ed era veramente immondo... e poi criticavano i cartoni animati giapponesi perché erano di scarsa qualità...
Altri anime presenti in classifica erano l'Ape Maia, Galaxy Express 999, Marine Boy e Gatchaman.

domenica 14 febbraio 2021

1000 giochi per il vostro tv a colori - "Nuova Elettronica" gennaio 1981: ovvero come costruire la console Mesaton


Nel gennaio del 2017 avevo postato un articolo ospitato sulle pagine di un "Onda TV" del dicembre 1979 che pubblicizzava (fondamentalmente era una marchetta) la console Mesaton. Non sono un esperto di videogiochi, quindi non mi aveva sorpreso scoprire il nome di una console a me sconosciuta, ma il costo... 250 mila lire del dicembre 1979.


Paragonando la rivalutazione (Istat) del costo di quella console ai costi di quelle del gennaio 2017 (data della pubblicazione del post), ero rimasto basito dai 682 euro finali!
In uno dei commenti un lettore (Paolo) mi informava che sulla rivista di bricolage elettronico "Nuova Elettronica" del gennaio 1981 era presente il kit di montaggio della stessa Mesaton.
A febbraio (2021) un altro lettore (Andrea) ha annunciato a breve un video su YouTube con una console Mesaton restaurata, e con quel messaggio mi è tornato in mente il kit su "Nuova Elettronica" che avevo messo da parte.
L'articolo, oltre a mostrare delle immagini più dettagliate di quelle presenti su "Onda TV", spiega il numero di giochi disponibili e li illustra.
Certo, mi pare che il titolo sia un po' esagerato, 1000 videogiochi sono un numero abbastanza mostruoso, ma magari nel conto ci misero anche le versioni a due giocatori e i cambi di velocità. Ai tempi tendevano un pelino ad abbondare sul numero e meno a soffermarsi sulla bellezza del singolo gioco.
Essendo una rivista che proponeva kit di montaggio elettronici, a fine progetto c'erano i costi, e di nuovo sono rimasto abbastanza sorpreso. Erano passati 13 mesi, ed il kit costava ben 240 mila lire, con una "memoria" (i giochi) in più nella dotazione, cioè 544 euro rivalutati ad oggi. 
Eppure nel gennaio del 1981 c'erano a disposizione molte altre console del medesimo tipo e, almeno teoricamente, il dover assemblare in proprio il kit, avrebbe dovuto portare qualche risparmio di manodopera. 
Nonostante ciò il costo in lire era pressoché identico, cambia solo la rivalutazione in euro per l'effetto inflattivo di quei 13 mesi.
Per avere a disposizione un tal numero di videogiochi era necessario ordinare delle ROM (cioè la memoria esterna), più ROM si ordinavano e più giochi (o varianti di esse) si avevano a disposizione.
Una singola ROM costava 21 mila lire, cioè 47 euro, che è un prezzo anche accettabile, ammesso di capire cosa compravi, e pare che questo aspetto non fosse chiarissimo.
Lo scritto in azzurro merita di essere riportato per intero:
"Sfruttando i microprocessori è possibile realizzare un'infinità di video-games sul tipo di quelli che siamo abituati a vedere in qualsiasi bar, con il vantaggio di poter utilizzare per questo scopo il TV casalingo non importa se in bianco e nero o a colori. La sera quindi, anziché uscire, come facevate finora, con una tasca piena di monetine da 100 lire per andarvene a giocare nel bar, potrete restarvene in casa vostra, seduti davanti al TV e giocare gratuitamente con i vostri amici, per lo più potendo modificare il gioco in qualsiasi momento semplicemente inserendo una diversa ROM sull'apposito zoccolo."

Il testo mi è parso in parte un po' fuorviante, in parte rievoca questioni ormai sopite o non accettate da tutti, vediamo se mi riesce ad analizzare il non espresso   ^_^

un'infinità di video-games
Nel Devoto/Oli del 1967 (di mia madre) si possono leggere le seguenti definizioni per "infinità":
"estensione illimitata" o "quantità incredibile". Forse esagerarono un pelino...

sul tipo di quelli che siamo abituati a vedere in qualsiasi bar
No, non erano assolutamente paragonabili ai videogames da bar... né per la qualità grafica né per l'audio e neppure per la manovrabilità del pad rispetto ai pulsanti e alla cloche del cabinato.

se in bianco e nero
Ancora nel gennaio 1981 la redazione si premuniva di specificare che la loro console avrebbe funzionato anche con i televisori in bianco e nero. Segnale che i tv color non erano ancora nella disponibilità di tutti, a differenza di quanto ciò possa essere incredibile.

La sera a giocare nel bar
Chiaramente il target della rivista non erano minorenni, sia perché nessun genitore avrebbe speso 240 mila lire con il dubbio che a montaggio ultimato il marchingegno non funzionasse, sia perché la sera al bar non ci andavamo.

piena di monetine da 100 lire
Non ricordo bene quando l'insert coin passo da 100 a 200 lire, ma fu una bella botta... di colpo potevi fare la metà delle partite... Forse al momento dell'articolo costava ancora 100 lire fare una partita e quindi l'annotazione era corretta. Non ho mai capito perché la moneta da 200 lire pesava meno di una da 100 lire  >_<

potrete restarvene in casa vostra
Ah, che bello! Chiusi in casa, tipo lockdown, che considerando il livello di violenza presente nella società di allora (rapine, terrorismo, mafia, droga), non era neppure una cattiva idea.

seduti davanti al TV
Ok, ma se noi ce ne stavamo la sera davanti alla tv a giocare ai videogiochi, cosa avrebbero fatto gli altri componenti della famiglia? 

giocare gratuitamente
Oddio... proprio gratuitamente non mi pare... il kit costava 240 mila lire, una partita 100 lire, questo implica che per risparmiare qualcosa uno avrebbe dovuto fare più di 2400 partite al bar. Noi ci giocavamo tanto, ma non credo di essere arrivato a 2400 partite, nel caso sarà successo nell'arco di 5 o 6 anni e dopo un tale arco temporale la console sarebbe stata ormai vetusta.

con i vostri amici
Modalità multiplayer con 20 anni di anticipo   ^_^ La sera chi invitava amici a casa? 

per lo più potendo modificare
Sempre dal Devoto/oli di cui sopra "per lo più", cioè "nella maggior parte dei casi". Altri dubbi...


Ma chi poteva essere il target della console?
Nel 1981 non credo che un minorenne si potesse cimentare con l'assemblaggio di circuiti stampati, magari un 17enne che faceva una scuola specifica, e solo nel caso di kit economici poteva ricevere i fondi necessari, dubito per una cifra di 240 mila lire.
Quindi si parlava di persone che avevano un reddito, forse uno zio giovane che voleva fare una sorpresa al nipotino.
Da notare che la console prevedeva, per poter variare i giochi, l'inserimento nello zoccolino di un integrato che costava 21000 lire. Questa è una operazione che necessita una certa delicatezza, non che un bambino non la possa fare, ma solo un bambino accorto e calmo, altrimenti saranno 21 mila lire buttate ad ogni cambio di memoria esterna...
Chiaramente sullo chassis esterno non è riportato il nome "Mesaton", fatto anche comprensibile, perché uno avrebbe dovuto sborsare 240 mila lire per un kit di montaggio, col rischio che poi non ti funzionasse, se in commercio esisteva la medesima console di 13 mesi prima magari usata ad un prezzo inferiore?
Dalle scan che riporto ho omesso le spiegazioni tecniche per il montaggio e la saldatura. Per esempio assemblare il pad non era per nulla semplice, la taratura era opinabile e quando si parla di "stadio AF e del modulatore", se assemblato male non avresti mai visto nulla sul televisore.


L'articolo tocca di nuovo, quanto il testo in azzurro, il tasto del risparmio, enfatizzando i problemi relativi alla curva di apprendimento che tutti sperimentavamo (e sperimentiamo) davanti ad un nuovo videogioco (in generale davanti a qualsiasi nuova attività).
Per il resto è uno scritto molto accorto, stuzzica il lettore, facendo assaporare dei vantaggi che realmente non esistevano o erano solo minimali.

sabato 13 febbraio 2021

Supergulp - TV Sorrisi e Canzoni dal 13 al 19 marzo 1977 (1° episodio il 15 marzo)

Sinceramente nulla mi pare di ricordare del primo "Gulp!" condotto da Lucio dalla, penso che il cantautore me lo sarei ricordato, ero troppo piccolo. "Supergulp!", invece, fa parte appieno del mio immaginario pre-goldrekkiano e anche un po' post, visto che continuai a seguirlo anche quando i cartoni animati giapponesi dilagavano su tutti i canali televisivi dello stivale.
C'erano, però, alcuni "fumetti in tv" come Tin Tin e Corto Maltese, giustamente vantati dagli autori come fiori all'occhiello della trasmissione, che non digerivo. Alla fine seguivo "Supergulp!" per i personaggi Marvel, che già leggevo sugli albi della "Editoriale Corno", Nick Carter ed Alan Ford, gli altri nella quasi totalità non li apprezzavo.
Questo a dimostrazione che anche un bambino di 8 anni, quale io ero nel 1977, aveva già la capacità, non riconosciutaci dagli adulti dell'epoca, di fare delle preferenze. 
Non ci guardavamo qualsiasi cosa fagocitandolo con l'imbuto...
Anche con i cartoni animati giapponesi, dopo un inizio in cui non si perdeva quasi nulla, vista la novità rivoluzionaria dell'animazione e dei contenuti, iniziammo a scegliere quello che più ci aggradava.
Per quanto io sia affezionato a "Supergulp!", non aveva scampo contro Goldrake e soci, erano proprio due mondi differenti, dispiace che in seguito gli autori non si resero conto che se i bambini guardavano gli anime al post che i "fumetti in tv", non era colpa dei diabolici nipponici, ma semplicemente che questi prodotti stranieri erano più belli e coinvolgenti (per info su questo aspetto cercare gli altri articoli postati nella tag "Supergulp!").
Comunque, tornando alla metà del marzo 1977, considerando l'estrema penuria che c'era ai tempi di cartoni animati in televisione, poter vedere quello che ci mettevano a disposizione De Maria e Governi era già oro colato!
Da notare il bersaglio con scritto "a colori", visto che nel 1977 le tv i bianco e nero erano la stragrande maggioranza e molti programmi erano ancora trasmessi non a colori, quindi spendevi una fortuna per un tv color, e poi ti vedevi film e telefilm i bianco e nero...   ^_^


            

Nei trafiletti (che inserisco in formato maggiormente leggibile più sotto) si può leggere che il doppiaggio di Nick Carte venne effettuato con due voci, prima Carlo Romano, e dopo la sua morte nel 1975 da Stefano Sibaldi.
Tra l'altro Carlo Romano doppiò il Capitan Uncino de "Gli allegri pirati dell'isola del tesoro", con quel fenomenale "cialtroni" che ogni tanto il maiale antropomorfizzato sbraitava contro la sua ciurma   ^_^


A distanza di tanti decenni bisognerebbe fare un encomio a chi nella redazione di "TV Sorrisi e Canzoni" ebbe l'idea, tanto semplice ma efficace, di piazzare quel quadrifoglio verde con la scritta "Novità" al primo episodio di un telefilm, cartone, sceneggiato o varietà.
In questo modo, quando oggi si disquisisce, talvolta inutilmente, su quale sia la data di una prima trasmissione, il solo vedere quell'iconcina portafortuna, stronca ogni ulteriore divagazione   :]
Più sotto metto un'immagine allargata del palinsesto della Rete 2 di quel giorno, e c'era un solo altro cartone in programmazione, alle 18,45 si poteva vedere Charlie Brown...

mercoledì 10 febbraio 2021

"Stoneman" (o l'Uomo Pietra"): è il film del 1979 della Kristal Film in preparazione, ma mai preparato (regia di Enzo Castellari)


Consultando il quindicinale (ma che dalle date pare uscisse qualche volta solo una volta al mese...) di racconti di fantascienza "Perry Rhodan" (1 dicembre 1979 n° 48) ho scovato la recensione di un film supereroistico/fantascienza dal titolo "Stoneman", tradotto letteralmente l'Uomo Pietra".
Ho deciso di postare questa breve recensione perché il film, benché il cartellone lo desse "in preparazione", penso proprio non venne mai prodotto.
Il regista annunciato era Enzo Castellari, autore di B-movie d'antologia, da cui ha tratto ispirazione anche Tarantino. Solo che nella filmografia del regista romano non c'è alcuno "Stoneman", nel 1979 diresse altri due titoli, ma non questo.
La casa di produzione, la "Kristal Film" era specializzata in lungometraggi non proprio d'autore (a fine post l'immagine ed il link al sito):
1976 Emanuelle nera orient reportage;
1977 Il ginecologo della Mutua;
1977 Kakkientruppen
1979 Shop della settima strada (link)
1980 Porno Holocaust
1980 Porno esotic love
1980 Hard sensation

A fine 1979, se mi avessero detto che usciva il film dell'Uomo Pietra", mi sarebbe chiaramente venuto in mente solo ed esclusivamente la Cosa dei Fantastici 4 della Marvel, infatti il costume di "Stoneman" presenta delle crepe in stile roccia. 
La donna mezza ignuda armata di mitragliolone doveva esserci per contratto, penso facesse parte del genere  ^_^
L'aspetto assai curioso ed un pelino contraddittorio, tanto che alla fine il film non venne prodotto, è che si annuncia che "è il film del 1979" e che è "in preparazione", ma la recensione viene ospitata dal numero di dicembre 1979!
La stessa pubblicazione avvisa il lettore che il numero successivo sarebbe stato in edicola il primo gennaio, 1980.
Quindi, basandosi sulle informazione del cartellone, in un mese si sarebbe dovuto produrre il film e proiettarlo nelle sale, divenendo almeno un successo nazionale.
Un tantino arduo...
Un altro particolare che mi fa ipotizzare l'assenza di scene girate è che alla breve sinossi si accompagnano solo disegni.
Come si può notare dal disegno della copertina il titolo è poco visibile, ma con un briciolo di logica vi si giunge facilmente, basta vedere la versione qui sotto.
Stoneman ha gli occhi da rettile, motivo oscuro, e i classici imbarazzanti mutandoni con fibbia alla cintura, che serve per?   >_<



                          S T O N E M A N 

Ok, le lettere in rosso non sono venute bene come sarebbe stata mia intenzione, ma si capisce lo stesso.
Forse nella parte inferiore delle lettere che compongono "Stoneman" potrebbe esserci un sottotitolo, ma mi pare impossibile risalire al loro senso compiuto, ammesso ci sia scritto qualcosa.
Ho cercato informazioni sul web, e ho rinvenuto una biografia in inglese di Enzo Castellari, presente nel saggio "Science Fiction, film directors 1895-1998" scritto da Dennis Fischer, in cui solo nella filmografia del regista viene riportato "Stoneman" nel 1979.
Probabilmente l'autore straniero nel 2000, epoca pre-web, non ebbe gli strumenti per scoprire che il film non fu mai prodotto, sarebbe interessante capire la sua fonte, perché da qualche parte lo avrà pure letto.
Inserisco a fine post le pagine del saggio recuperabili su Google Book consultabili gratuitamente.


Mi pare che la sinossi faccia riferimento a delle scene che si dovrebbero vedere nelle immagini allegate, senonché i disegni, nessuna immagine, ci mostrano situazioni senza alcun nesso con lo scritto.
Non sprigiona nessuna scala di pietra dalle dita.

lunedì 8 febbraio 2021

Yamato, mensile italo giapponese - Luglio 1943



Dell'annata 1943 non avevo ancora messo numeri di "Yamato", rimedio con quello del luglio, che mi pare, rispetto al modo di scrivere del 1941, mostri una terminologia maggiormente guerresca. Vengono enfatizzati i racconti di battaglie, come nel primo scritto, facendo passare una sconfitta nipponica in una eroica resistenza... in cui il comandante giapponese rifiutò addirittura rifornimenti e rinforzi, riuscendo a ritardare la vittoria statunitense grazie al sacrificio di tutti i suoi uomini. Forse si voleva far capire al lettore italiano di questa testata, che di certo per stato sociale non rischiava di finire al fronte, che il suicidio in guerra contro il nemico era cosa buona e giusta...





La propaganda è la propaganda, poco da commentare, ma al link di Wikipedia si possono leggere i morti statunitensi, 500, non 6000, comunque tanti, ma un dodicesimo di quello sbandierato su Yamato...


L'autore dell'articolo fu Giuseppe Tucci, che fu esentato dagli obblighi militari... inneggiava al sacrificio dei soldati nipponici per una roccia sperduta nell'oceano, ma al riparo dal rischio che gli venisse richiesto il medesimo sacrificio.:
Armiamoci e partite!

domenica 7 febbraio 2021

"TV Sorrisi e Canzoni" n° 17 dal 22 al 28 aprile 1984 - articolo sui "Masters: i dominatori dell'universo" iniziato il 12 marzo

Qualche settimana fa, spulciando tra le tonnellate di articoli sparsi per tonnellate di riviste che ho accumulato in questi anni, sono incappato in un articolo sui "Masters", che millantavano addirittura d'essere "i dominatori dell'universo"(... ), pubblicato da Panorama nel 1987. 
Dato che, sia per miei motivi anagrafici che per una evidente carenza di trama della serie, non li ho mai seguiti, ho pensato che un tale scritto potesse interessare a chi, per motivi a me oscuri, avesse abbracciato questa vacua fede animata.
Ergo, e concludo la premessa, mi è sembrato che il collega blogger Mikimoz potesse onorare l'articolo molto meglio di quanto avrei mai potuto fare io:

A quel punto ho provato e vedere se avevo altre amenità sui Masters animati, e ho trovato l'articolo di presentazione su "TV Sorrisi e Canzoni" del 22/28 aprile 1984. In realtà la rivista non sempre pubblicava un articolo in concomitanza con il primo episodio di un cartone animato o di un telefilm (gli anime furono sovente una eccezione), spesso passavano alcuni numeri, in questo caso ben sei.
Mi è venuta quindi la curiosità di capire quando questo cartone animato statunitense che, inconcepibilmente, attirò l'attenzione di chi nel 1984 andava alle elementari, iniziò ad essere trasmesso da "Rete 4", anche perché su Wikipedia è riportato un esageratamente generico 1984...
https://it.wikipedia.org/wiki/He-Man_e_i_dominatori_dell'universo

Per trovare la datazione precisa mi sono affidato ai numeri precedenti a questo della rivista, ma ci torno appesa sotto.
Considerando che tra i tanti "TV Sorrisi e Canzoni" che ho postato, solo un altro era del 1984 (link) e che il numero contiene, oltre all'articolo sui "Masters", uno su Ezio Greggio, Gianfranco Funari e Alida Chelli, mi è parso meritorio di essere postato.


Cavoli, He-Man interveniva quando nel cielo compariva il segnale di richiesta d'aiuto... uhm... dove mi pare di averlo visto un espediente simile?
... no, proprio non ricordo   ^_^
Della serie nulla conosco, quindi nulla commento (più sotto ci sono le due pagine singole per agevolare la lettura).
Nel minibox informativo sulla linea di giocattoli Mattel veniamo informati che i Masters arrivarono nei negozi nel 1983, quindi prima della serie animata. 
Tipo il Raideen, che arrivò quasi 40 anni dopo il Jumbo del robottone   ^_^

Edit dell'8 febbraio 2021
In un commento al post, Mikimoz fa presente alcuni errori interessanti dell'articolo sui Masters, li riporto qui sotto:

Comunque, l'articolo mi stupisce per tutta una serie di questioni "tecniche".
Ci sono ben due nomi "sbagliati" e uno tradotto... Il che mi fa pensare che l'autore abbia avuto chissà quale guida per tracciare l'articolo.
Mi spiego meglio: gnomo intergalattico Gorpo... che in realtà come si vede dalla O sul suo vestito, è Orko.
Gorpo era il nome che AVREBBE DOVUTO avere ma non fu mai chiamato così: assurdo, eh?
Re Miro... anche qui assurdo. Perché il re si chiama Randor, ma Miro esiste... solo in un paio di puntate sfanculate (una addirittura nella serie She-Ra, ancora non prodotta nel 1984!), ed è il PADRE di Randor e il NONNO di Adam/He-Man!

I Masters andavano in onda dal lunedì al venerdì alle 17,20, ergo ho fatto una cosa abbastanza semplice, ho cercato tra i miei numeri di "TV Sorrisi e Canzoni" quando non c'era e poi quando appariva:
Nel numero 10 del 4/10 marzo (1984) il venerdì 9 alle ore 17,20 c'era l'altrettanto autoconclusivo  cartone animato "Goldie Gold" (link).
Nel numero 11 dell'11/17 marzo (1984) da lunedì 12 alle 17,20 si può leggere "Masters: i dominatori dell'universo. Cartoni animati".
Poi, sicuramente, è un'informazione che sapevano tutti gli appassionati di questa serie statunitense, ma visto che ormai il post avevo deciso di farlo, ho messo nel calderone anche la data  ^_^

venerdì 5 febbraio 2021

"Gli allegri pirati dell'isola del tesoro": titoli di apertura in olandese della versione tv anni 70/80 da Pan TV (registrazione del 1986 o 1987) - ovvero "Regie Eimert Kruidhof"

Cercando cose, si trovano altre cose   ^_^
Ho rinvenuto una mia VHS dove registrai il film Toei del 1971 "Gli allegri pirati dell'isola del tesoro", a dimostrazione che, alla fine, una passione, seppur in un periodo in cui era sopita (dormiente), resta tale nel tempo. Ciò conferma anche il fatto che a questo film sono particolarmente affezionato.
Molto prima del web e di questo blog incappai nel film su una sperduta tv locale e pensai bene di registrarmelo, benché il segnale fosse abbastanza (eufemismo) scarso. 
La videoregistrazione era ormai obliata tra le spire del nastro magnetico, fin quando, cercando altro, l'ho riesumata.
Sulla data della messa in onda e della mia registrazione posso fare solo una ipotesi ad esclusione, il videoregistratore venne comprato nel 1986, nel 1988 facevo il militare, ergo il periodo è in mezzo a questi due annate.
Quello che mi ha sorpreso è leggere i titoli di apertura di una versione olandese!
Chiaramente non ho la certezza assoluta che i titoli di apertura siano gli stessi che vedevo sulle televisioni locali a fine anni 70 o nei prima anni 80, però dubito che per un film così poco importante (per le masse ignoranti...) qualcuno si potesse accollare i costi per una nuova titolazione, e comunque, al massimo, avrebbe avuto più senso il contrario. 
Chi mai avrebbe pagato per togliere i crediti in italiano ed inserire quelli in olandese?
E chi mai avrebbe pagato i costi per "incollare" l'audio italiano alla titolazione olandese?
Più facile che quello che vediamo adesso e nel 1986/87 fu la medesima cosa che vedevamo nel 1978 o 1980.
Tra l'altro mi pare che si noti che il titolo del film d'animazione abbia un font differente rispetto ai titoli con gli autori e doppiatori.
Quindi, mia ipotesi, noi da bambini vedemmo scorrere sul televisore la titolazione della versione olandese, che pur inserendo anche alcuni autori nipponici, si concludeva con un equivocabile "Regie Eimert Kruidhof". 
Un adulto del 1980, vedendo assieme al figlio questo film in tv e leggendo "regie" nei titoli, sarà stato tranquillizzato dal nome europeo.
Come si può vedere dal video sotto la scritta "Regie Eimert Kruidhof" compare per ultima, appena dopo inizia il film. Di norma siamo abituati a vedere il nome del regista per ultimo nei titoli, ergo sembrerebbe che gli olandesi si intestarono la paternità della regia. 
Usando il traduttore di Google ho scoperto che "regie" non significa letteralmente "regia", ma "direzione", quindi direzione dell'adattamento olandese?
In olandese "regia" corrisponde a "richting", ma io non conosco l'idioma, quindi bisognerebbe capire se nella consuetudine della lingua parlata con il termine "regie" si intenda colui che ha avuto il ruolo di regista del film, che nel caso di questo lungometraggio animato fu Hiroshi Ikeda, presente nei titoli assieme Key Iijima, come "in beeld gebracht door", cioè "interpretato da...".
"interpretato da..."?!?!   O_o
Esiste anche la possibilità, direi molto concreta, che ai tempi ci fossero più versioni italiche di questo film della Toei, di certo una cinematografica, forse una in superotto (di cui devo aver visto una versione su You Tube non più esistente), ma poi c'era quella che girava sempre in televisione, probabilmente questa con i titoli in olandese stretto  ^_^



          

Probabile che avviai la registrazione una volta accortomi, facendo zapping, che c'era questo capolavoro, quindi mancano i primi secondi del film, con il logo Toei e Jim che prende il fratellino che aveva raccolto una bomba.
Da notare che l'audio è il medesimo della versione "pezzotta" che girava in rete prima della bella edizione Dynit, lo si capisce dalla colonna sonora che ha un difetto audio (tipo nastro magnetico smollato) agli 11 secondo di questo video, che corrispondono ai 55 secondi della versione completa.
Nella versione Dynit il difetto audio è assente, ma precedentemente l'audio che girava era quello televisivo.
La mia registrazione di tutto il film contiene i medesimi difetti audio della versione audio "pezzotta" presenti anche all'interno del film.



L'emittente pavese era Pan TV, che sostituì nominalmente "Tele Monte Penice".
Infatti dal 1978 al 1984 vedevo male la seconda e poi passai a vedere male la prima, il video lo dimostra abbastanza bene.
Su Tele Monte Penice seguivo, quando il segnale si captava, una trasmissione contenitore di cartoni animati condotta da una ragazza carinissima, mi pare si chiamasse Jenni, era più attratto da lei che dai cartoni  :]
Può essere che "Pan TV", in qui pochi anni che trasmise (1984/1989), puntò spesso sull'animazione giapponese, ormai poco trasmessa dalle tv nazionali. Può essere che da qualche parte, se non buttai via le VHS, dovrei avere altre registrazioni con i film dei robottoni.
Torno alla titolazione olandese del film.

martedì 2 febbraio 2021

"Nel mondo di Candy Candy", di Luca Raffaelli - "Zoom, la rivista dell'immagine" giugno 1988

Nell'ultima mini aggiunta di articoli sugli anime ho inserito, per la prima volta, un articolo del 1988, che a mio avviso sarebbe già un anno un po' oltre il periodo entro il quale avrebbe senso fare ricerche sulle reazione della carta stampata e non ai cartoni animati giapponesi.
Il motivo che mi ha spinto a fare questo strappo temporale è duplice: 
nell'articolo si smentisce l'uso del computer per produrre gli anime;
l'autore è Luca Raffaelli.

Seppure dal giugno 1988 all'aprile 1978 erano passati dieci anni, non vuol dire che la bufala dei cartoni animati fatti al computer non girasse ancora, e se Luca Raffaelli inserisce il tema all'inizio, evidentemente un motivo ci sarà stato, forse era ancora necessario smentire la fake news.
La risposta di Mr. Umeda è fin spiazzante, e se valeva nel 1988, figuriamoci negli anni 70, ed allora non esistevano manco i computer!
Nel 1988 la Toei avrebbe anche potuto usare l'unico computer a loro disposizione (in base a ciò che riferisce Umeda) per catalogare ed immagazzinare gli sfondi, in modo da riutilizzarli ogni volta, ma stipendiare un paio di persone per gestire questo mini sistema informatizzato sarebbe costato di più, sia in termini economici che di tempistica, rispetto a far fare ad un disegnatore uno sfondo ex novo e confacente alle caratteristiche della scena. 
In 10 minuti avevano lo sfondo che volevano!
Il fatto che nel 1988 ancora si usava Candy Candy come esempio di animazione giapponese, vuol dire che la serie era ancora replicata, non lo avrei mai detto.
Raffaelli racconta che nel negozio Toei si potevano comprare i cell a 4000 lire, se pensate che la rivista Zoom costava 7500 lire, mi auguro che lui abbia fatto incetta di materiale di Goldrake, Jeeg e Mazinga a più non posso!  ^_^
Mi asterrò da commentare oltre lo scritto perché non c'è nulla da commentare, è tutto scritto bene e chiaro.
In ultima pagina dell'articolo c'erano alcune foto, purtroppo in bianco e nero, dello studio Toei, ed sono, ovviamente, le medesime location del servizio di "Tam Tam  - attualità del TG1" trasmesso nell'aprile del 1979, in cui, tra l'altro, già si spiegava che i cartoni animati giapponesi erano fatti tutti a mano!!!