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martedì 30 ottobre 2018

Tredici Volte Lucca (1980)


Siamo alla vigilia del "Lucca Comics and Games 2018" (a cui non parteciperò T_T), per omaggiare questo stupendo festival pop incastonato in una location unica al mondo, ecco un catalogo del 1980, che aveva lo scopo di riepilogare lo sviluppo della manifestazione lucchese sul fumetto.
Per ogni annata sono proposti alcuni articoli sui temi portanti della manifestazione, per un totale di ben 220 pagine. In questa recensione ho inserito un solo articolo, perché sarebbe stato per me arduo fare delle scelte, vista la mia non eccelsa conoscenza del fumetto, specialmente quello trattato in quegli articoli. L'unico articolo che posto è quello del "Lucca 8" (1972) sull'unico giapponese presente nelle 220 pagine del catalogo: Yoji Kuri.

Quello che spicca in questo catalogo, come in quello per il "Lucca 14" (Comics n° 74 suppl. ottobre 1980 ) è l'assenza dell'animazione giapponese e dei manga... le ultime tre scan del post sono quelle dell'indice del catalogo, e nella prima pagina di questo indice c'è la voce "animazione", a cui seguono un sacco di nazioni, tranne il Giappone...




E' possibile che l'animazione iraniana meritasse un articolo e quella nipponica no?
Poi, chissà, durante tutte le manifestazioni dal 1965 al 1980 si sarà anche parlato di anime e manga, ma nei due cataloghi che ho mostrato non vi è alcuna traccia del Giappone, che aveva una tradizione non inferiore all'Estonia, credo...
E pensare che oggi al "Lucca Comics and Games" c'è una intera città Giapponese!




Chiunque sia stato a Lucca negli ultimi 3 anni sa bene quanto la manifestazione si sia giustamente estesa nella città, sia per motivi di sicurezza, che per far guadagnare un po' tutti i negozianti, ma nel 1980 il "Lucca Comics" era quello del cerchiolino giallino   ^_^

E' interessante leggere i temi dei dibattiti, Giappone zero, pare che in Italia nessuno conoscesse nulla di anime e manga per un intero decennio e più...
Fa eccezione il Lucca 12, in cui si trova scritto "Yan Katsuo, un nuovo fumetto".
Quello sotto è l'unico articolo su un artista giapponese, presente per il Lucca 8 del 1972.
Secondo me gli organizzatori furono assai poco lungimiranti, basandomi su questo catalogo, ovviamente.

lunedì 29 ottobre 2018

Lost TV, i telefilm perduti degli anni '70



TITOLO: Lost TV, i telefilm perduti degli anni '70
AUTORE: Cult TV Italia
CASA EDITRICE: Phasar Edizioni
PAGINE: 201
COSTO: 15€
ANNO: 2017
FORMATO: 20 cm X 13 cm
REPEPRIBILITA': Reperibile sul web
CODICE ISBN: 9788863584547


Ho scoperto questo libro grazie al modulo di contatto con cui gli autori mi avevano sottoposto l'uscita del libro nel dicembre del 2017, ma avendo letto le mail accumulatesi solo ultimamente...
Tempo di comprare il libro on line, ed ecco la rece  ^_^
Nell'introduzione viene specificato che il libro non vuole essere né un'opera saggistica e neppure un dizionario, ma una raccolta guidata di alcuni telefilm andati in onda nel decennio 1970.
Nello scegliere quali telefilm trattare è stato deciso un criterio che è giusto esplicitare:
solo serie che vennero prodotte in un'unica stagione, i "single-season" (o "short-lived").
Altra decisione degli autori è stata quella di stilare delle schede abbastanza stringate: trama, curiosità, info varie sugli attori e le guest-star che vi comparivano.
In pratica delle schede simili a quelle che si potrebbero trovare su un sito web, non per nulla il libro nasce, se non ho capito male, dalla pagina "FaceBook " "Cult TV Italia ".
Personalmente preferisco i siti o i blog, e non digerisco per nulla FB, gusto personale.
Ovviamente quando qualcuno sceglie alcune serie piuttosto che altre, il lettore potrà avere a che ridere su qualche singola scelta, ma è, di nuovo, un punto di vista dettato dai gusti personali.
Per quanto mi riguarda mi ha sorpreso l'assenza di "Zaffiro e Acciaio" ed "Ufo Shado".
Se per la prima si può anche giustamente argomentare che la serie durò più di una stagione, benché le puntate furono solo 6, divise in varie parti, ho trovato assai sbalorditiva l'assenza di "Ufo Shado", anche perché gli autori inseriscono altre due serie degli Anderson con le marionette.
Perché saltare il colonnello Ed Straker?
Un altro telefilm che si sarebbe potuto inserire, tanto per non avere solo serie in lingua inglese, sarebbe stato "Emil di Lonneberga", su cui si trovano pochissime informazioni in italiano. 
Una nota di merito per aver recensito "Mamma a quattro ruote""Amore in soffitta", "Tony e il professore"Le rocambolesche avventure di Robin Hood contro l'odioso sceriffo.

C'è, a mio avviso, una sola grossa pecca del libro, che riguarda proprio l'aspetto di riscoperta mnemonica che gli autori vogliono portare avanti, la totale assenza di immagini dei telefilm scelti...
E' stato inserito solamente il titolo della serie dentro all'immagine di un vecchio televisore, tra l'altro il titolo originale in inglese, a cui segue quello in italiano... ma uno si ricorda più facilmente delle immagini. Non dico che avrebbero dovuto inserire millemila immagini, anche una singola, ma una andava messa.



Ho pensato che la scelta fosse dovuta ad una questione di diritti, però all'inizio di ogni capitolo, che divide i generi, c'è l'immagine di una serie, che, come nel caso sopra, neppure è presente nel libro. Quindi si all'immagine di un telefilm non recensito, e no alle immagini delle serie prese in considerazione?
Certo, forse gli autori hanno dato per scontato che il lettore andrà sulla loro pagina FB, ma io ho pagato il libro, non FB  ^_^

L'indice del libro con le serie presenti.

giovedì 25 ottobre 2018

"Il Giappone Moderno" - Giovanni De Riseis (1895) - Capitolo 5



E' già qualche anno che mi ripropongo di leggere questo libro antico (dal mio punto di vista) che narra del viaggio del nobile, poi Senatore, infine podestà(...) di Napoli, Giovanni De Riseis, ma a forza di rimandare rischio che diventi più che antico, direi vetusto...
Sono due le problematiche che mi hanno frenato, in primis il numero di pagine, quasi 600, che non saprei bene come riassumere, in quanto ogni descrizione di un Giappone tanto trapassato può risultare interessante, riportarne un aneddoto, per tralasciarne un secondo, ha ben poco senso.
Inoltre le pagine sono veramente delicate, molto leggere, tanto che nello sfogliarlo c'è sempre il rischio che si rompano, senza contare che alcune parte interne al libro si sgretolano, lo si nota pure dalle scan. Mentre la rilegatura regge ancora bene, considerando che lo scritto, risalente al 1895, fu pubblicato del 1900, ergo 118 anni fa!
Quindi, alla fine, ho pensato che aveva molto più senso scannerizzare per intero lo scritto, ovviamente diviso in più post, in questo modo ognuno potrà fruire di questo documento storico senza dover pendere dal mio punto di vista.

In questo capitolo non c'è solo una minuziosa descrizione della Tokyo che visitò De Riseis, ma alcune considerazioni sulla formazione dell'esercito imperiale, che tanto disonore arrecherà al popolo giapponese finché la memoria dei popoli asiatici assoggettati resterà viva.
Sono nominati quartieri, parchi, musei, templi. Chissà se esistono ancora.
Come sempre, essendo questo un racconto di viaggio, l'autore tende a non seguire un filo logico e neppure, purtroppo, ad approfondire alcuni spunti che potrebbero essere più interessanti. Salta un po' di palo in frasca... comunque il tutto resta lo stesso interessante.

Buona lettura  ^_^


lunedì 22 ottobre 2018

Documentario "Lupin III - Tutta la Storia" (versione lunga, 2015)



Documentario "Lupin III - Tutta la Storia" (versione lunga, 2015) from Luca Martera on Vimeo.


Nei 1300 e passa post di questo blog ho sempre messo qualcosa di mio, al massimo, in qualche raro caso, del materiale di amici, cercando di evitare, benché non ci sia nulla di male, di far ciò che capitava nei forum, cioè inserire semplicemente un video o un link da commentare.
Faccio la prima eccezione per il documentario "Lupin III - Tutta la Storia", da cui venne tratto lo speciale di 30 minuti mandato in onda da Italia 1 in occasione della messa in programmazione di "Lupin III - L'avventura italiana".
Questa versione lunga dura più di 90 minuti, con un finale contenente alcuni curiosi extra.
Ho scoperto il video grazie ad Animeclick:
Guarda il documentario "Lupin III - L'Avventura Italiana" disponibile nella versione completa

Della serie del 2015 avevo visto le prime 3 o 4 puntate, poi, se non ricordo male, a causa dei continui cambiamenti di orari decisi da Italia 1, ne interruppi la visione. Il mio giudizio su questa nuova serie, da appassionato cresciuto con il Lupin III con la giacca verde (gli altri Lupin con le altre giacche non esistono), non era negativo, ma neppure eccessivamente positivo, diciamo che mi riservavo di valutarla meglio nel proseguo, ma non mi è stato possibile.
Il documentario, oltre a numerosi stralci di una intervista con Monkey Punch e ad altri autori nipponici, contiene gli interventi di vari autori di saggi sull'animazione giapponese (i cui titoli troverete su questo blog), tra cui: Luca Raffaelli; Marco Pellitteri; Massimo Soumaré.
Il documentario è molto esauriente, per esempio è spiegato che il nome Fujiko Mine non ha nessun nesso con il suo seno prosperoso ed il monte Fuji, lo dice direttamente Monkey Punch.
Il filo conduttore del documentario è ovviamente Lupin III, ma vengono ben spiegate alcune dinamiche della messa in onda dei primi cartoni animati giapponesi.
Nel totale l'ho trovato un bel documento.
Ci sono poi i contributi di altri esperti di vari settori, tra cui: Lorenzo Nutini  (di Radioanimati);
Andrea Dentuto; Mario Verger; Orlando Leone; Alessandro Bioletti.
Una citazione a parte riguarda il lungo intervento di Alessandra Valeri Manera, che ho visto "di persona" in questo documentario per la prima volta, in cui la ex dirigente Fininveste/Mediaset cerca di spiegare perché censurassero gli anime, compreso Lupin III.
Questa donna me la sono sempre immaginata come una terribile omona dispotica, ed invece è una signora molto esile, con una voce delicata e gentile.
Ho ascoltato con attenzione la sua esposizione, le sue giustificazioni, e non mi hanno convinto per nulla... passi togliere qualche secondo in cui veniva frustato a sangue Goemon, passi un nudo ammiccante (ma non un nudo in un onsen!!!), ma perché tagliare (in altre serie) intere porzioni di una puntata? Perché eliminare i riferimenti al Giappone di una storia che si svolge in Giappone?
Il perché lo spiega lei, peccato che sia sbagliata la filosofia di fondo.
Ho trovato irritante quando si spiega che tutti quei tagli costarono un sacco di soldi a Mediaset!
Poverini!   ^_^




Segnalo l'extra presente dopo un'ora 24 minuti e 50 secondi, dove si mostra una clip del programma Rai "Trentaminuti" del 1979, in cui si annuncia il lungometraggio di Lupin III!
La ragazza, oltre ad essere assai impacciata, annuncia che il film sarà nelle sale per il Natale 1979 (tipico film natalizio...), e legge il solito vaneggiamento sui cartoni animati fatti al computer!
Da notare che siamo nell'autunno o inverno (la data della clip non è specificata) del 1979, e la fake news sui cartoni animati fatti al computer è già così radicata da essere detta tranquillamente in un programma Rai...
"La tecnica usata per creare le azioni del personaggio e l'ambiente intorno a lui, è frutto di un complicatissimo computer, che farà un effetto schermografico mai conosciuto, e che mai conosceremo, perché i produttori di questo film sono talmente gelosi di questo segreto, che non ce lo faranno sapere"

Un complicatissimo computer!!!
Perché, ci sono anche i semplicissimi computer? Un Vic 20?
E non sapremo mai nulla su questo segreto tecnologico perché i giapponesi sono gelosi!  T_T
Oppure perché non esisteva?

sabato 20 ottobre 2018

"Playgulp 6 e 7: arrivano i pornofumetti di Playboy"- Playboy maggio e giugno 1981



E' arduo fare un commento su questo microfumetto di Bonvi, a mio avviso bisogna prenderlo con la formula "visto e piaciuto", anche se ci sono punti in cui potrebbe non piacere  >_<
Da ricordare che la rivista in cui era ospitato era Playboy, che correva l'anno 1981, che il linguaggio era assai non politicamente corretto (anche perché la filosofia politica correlata a questo termine non esisteva ancora), che Bonvi non amava molto i cartoni animati giapponesi, e che comunque non si faceva problemi a dissacrare neppure i suoi personaggi, figuriamoci quelli degli altri  ^_^

I tre post precedenti:
"Playgulp 1: arrivano i pornofumetti di Playboy"- 14 numeri dal dicembre 1980 al febbraio 1982 - "Benvenuto Bonvi", di Giovanna Tettamanzi - Playboy dicembre 1980

"Playgulp 2 e 3: arrivano i pornofumetti di Playboy"- Playboy gennaio e febbraio 1981 

"Playgulp 4 e 5: arrivano i pornofumetti di Playboy"- Playboy marzo e aprile 1981


PlayGulp 6:

giovedì 18 ottobre 2018

Georgie - Album figurine Panini 1984


Non ho mai seguito l'adamitica scandalosa post-censurata Georgie, però sono conscio che la sua serie appassionò nel 1984 gli spettatori un po' più piccoli di me, e che negli anni successivi scatenò un sacco di polemiche per le situazioni un po' scabrose che vedevano protagoniste la bionda australiana.
Mi pare di aver letto più volte che nelle prime trasmissioni su Italia 1 non ci furono censure, che arrivarono solo negli anni 90 grazie alla filosofia Fininvest secondo cui nei cartoni animati per bambini non ci dovessero essere accenni al sesso e/o nudità e/o para-incesti e/o suicidi e/o etc etc... peccato che Georgie in Giappone non era stato pensato per un target di bambini  :]
Quindi, dopo aver letto l'album direi, ma potrei errare, che le figurine non vennero censurate.
Per esempio si legge di Abel (figurina n° 24), che 3 figurine prima era stato identificato come adolescente, bere alcol e svagarsi con Jessica e conseguente bacio. Altro bacio nella figu n° 48, che poco prima poteva essere preceduto dal primo bacio saffico della storia dell'animazione. Nelle figu 58 e 59 c'è la rissa dei due fratelli per Georgie, a cui segue (figu n° 60) la dichiarazione di disprezzo della madre verso la ragazza. Appassionati baci nelle figu 65 e 66 tra le coppie Georgie/Lowell e Abel/Jessica. Non c'è, però, il caloroso abbraccio fraterno di Arthur verso una intirizzita e svenuta Georgie. Si vede la morte della madre (109/110), ed anche un fotogramma della sua tomba, che in seguito verrà censurato nell'anime.
Nelle figurine 134/138 non si vede Lowell nudo, ma comunque Georgie semi svestita assieme al malaticcio ragazzo sono assieme, segue il bacio della figu 140, che in seguito verrà censurato, come tutta la scena. Nella figurina 187 si vedono Georgie e Lowell che dormono assieme vicino al fuoco di un caminetto.
Ci sono addirittura le scene del tentativo di suicidio di Arthur, figurine 204/207!
Una caratteristica dell'album è che viene descritta tutta la trama, fino all'ultima puntata, fatto inusuale, e grazie a questo mi sono fatto pure un'idea del perché appassionò tanto le giovani telespettatrici e telespettatori: in confronto a Georgie l'infermierina Candy era una dilettante!




Anno dell'album 1984, considerando che la serie venne trasmessa in Italia nello stesso anno, ed in Giappone nel 1982, fu praticamente un passaggio diretto dal Sol Levante.



La Panini inseriva quasi sempre un incipit fatto assai bene, che speigava in modo diretto cosa fosse raccpntato nell'album.
Devo dire che quando anni ed anni orsono acquistai questo album, quando ancora i prezzi erano sensati, non ero molto convinto della mia decisione, in quanto l'anime non faceva parte del mio vissuto, però devo ammetere che l'ho trovatto tra i più esaurienti in assoluto. A quanto pare molto più esauriente delle versioni censurate Fininvest degli anni 90 in poi...

martedì 16 ottobre 2018

"Genitori in guerra contro Mazinga", di Anna D'Elia - "La Gazzetta del Mezzogiorno" 12 aprile 1980


Non avevo (mi pare) ancora postato un articolo de "La Gazzetta del Mezzogiorno", quotidiano importante e storico del sud Italia, colmo la lacuna con uno scritto da prima pagina!
Ovviamente siamo sempre nel tremebondo, per i robottoni nipponici, aprile 1980, il mese in cui si scatenò una vera e propria isteria collettiva mediatica contro un programma di intrattenimento per bambini. Fu questo, a mio avviso, il primo, e mai eguagliato, caso che vedeva praticamente tutte le testate giornalistiche contro un nemico comune: il pericolo robotico giallo!
Negli anni 90 ci saranno delle campagne giornalistiche contro i Pokemon (che facevano venire l'epilessia a chiunque...), Sailor Moon (che confondeva l'identità sessuale dei maschietti...) e Dragon Ball (per dei fumetti mal interpretati...), ma ritengo che non si raggiunse mai il livello di follia anti informativa a cui giunsero i giornalisti di coasì tante e differenti testate: quotidiani; settimanali; mensili.
Inoltre le testate spaziavano tra gli argomenti più disparati, ne scrivevano tutti, anche se l'argomento "cartoni animati giapponesi" non avevano alcun nesso con il tema del settimanale/mensile.
Leggendo i titoli della prima pagina non è che ci fossero poi queste notizione il 12 aprile, posso anche capire che una sana crociata contro l'invasore dagli occhi a mandorla che metteva a repentaglio le capacità mentali delle nuove generazioni, poteva pure starci.
I "genitori in guerra contro Mazinga" erano, ovviamente, i mitici 600 genitori di Imola, a cui, in base all'articolo, si sommarono quelli pugliesi: una alleanza romagno-pugliese vs l'impero nipponico!



"Cartoni aniamti alla tv: troppi, a tutte le ore, e stupidi" = "Stupido è chi stupido fa" (cit.)  ^_^

A Trani i bambini si rifiutavano di andare a scuola perchè la mattina le tv locali private mandavano in onda i "mostri di latta importati dal Giappone"!
Ora... mia madre nei miei confronti non era certo severa, me ne lasciava fare un po' di tutti i colori, però la mattina non ho mai potuto accendere la tv prima di andare a scuola, non era proprio contemplato nelle consuetudini mattutine. Forse, ipotizzo, alcuni genitori avevano già l'abitudine di accendere il televisore prima delle 8,00 e così i figli scoprirono le repliche dei cattivi cartoni animati giapponesi, che ovviamente non avevano responsabilità per l'orario della loro messa in onda...
Anna D'Elia ci informa che nelle puglie c'era un'epidemia di robotite:
che ipnotizzava i bambini, li induceva in trance, ne scateneva la violenza (ma mica erano in trance?), ne tarpava la fantasia e li rendeva sedentari... infatti quelli pugliesi furono primi bambini violenti sedentari in trance da ipnosi senza fantasia della storia della neuropsichiatria infantile nel mondo...
Ci furono anche studi dell'OMS patrocinati dall'Onu!  ^_^
Poi arriva la caxxata megagalattica, secondo cui noi guardavamo i cartoni animati giapponesi, ed in particolare i robottoni, perché non conoscevamo altri eroi che quelli... ma fu proprio l'opposto!!!
Secondo la giornalista fino al 4 aprile 1978 noi eravamo degli ebeti che guardavamo il soffitto tutto il giorno...
Prima dell'avvento di Goldrake io leggevo i fumetti Marvel, guardavo i cartoni animati de l'Uomo Ragno e di Hanna & Barbera, leggevo occasionalmetne Tex o Zagor, seguivo Sandokan, Furia e Tarzan, rimasi folgorato da "Guerre Stellari", etc etc etc, ma quando arrivò "Atlas Ufo Robot" questi eroi vennero praticamente spazzati via tutti.
La giornalista denuncia anche l'onnipresente merchandising legato agli anime, sarebbe bello capire se si scandalizzò quando l'italianissimo Sandokan, primo in Italia, venne sfruttato allo stesso modo.

lunedì 15 ottobre 2018

Nuovo Mondo vol 1 n° 12 - 27 agosto 1945



Mentre la rivista "Yamato, mensile italo-giapponese" era incentrato solo sul Giappone e soffriva della propaganda fascista del ventennio, la rivista "Nuovo Mondo" conteneva articoli su tutte le nazioni che avevano preso parte all'appena terminato conflitto mondiale ed era diretta emanazione dell'Ufficio Informazioni degli Stati Uniti d'America.
Sono in mio possesso due numeri di una testata simile, "Victory", che addirittura recava il prezzo in centesimi di dollaro (10 cent.).
"Nuovo Mondo" non la conoscevo, venne pubblicata dagli americani con la seguente motivazione, che riporto interamente da un altro numero:
"Rivista pubblicata a cura del governo degli Stati Uniti per il periodo provvisorio in ci non era possibile agli editori italiani far giungere al pubblico le loro riviste, cesserà le pubblicazioni con numero 16 del 15 ottobre p.v. Il Servizio Informazioni degli Stati Uniti d'America ritiene che la rivista abbia pienamente assolto il suo compito."

Benché sia "Yamato, mensile italo-giapponese" che "Nuovo Mondo" fossero espressione di propagande, seppur opposte, a distanza di tanti decenni le informazioni contenute acquistano un valore storico.
Nel caso di "Nuovo Mondo" veniva raccontato il Giappone che stava per crollare o che era appena crollato, dal punto di vista del vincitore americano.
In questo numero sono due gli articoli dedicati al Giappone.
Il primo, dopo una breve introduzione scritta, è formato da 29 fotografie che illustrano l'ascesa ed il crollo dell'Impero del Sol Levante.
Il secondo è un approfondimento di 5 pagine dal titolo: "I giapponesi di Okinawa".
In copertina il simpatico Tojo, che fece tutto di testa sua, senza avere mai l'avallo del buon pacifista Hirohito...



La cornice in rosso l'ho messa per sottolineare che la rivista non nascondeva d'essere un organo d'informazione degli Usa.





Ottimi buoni propositi, tutti da sottoscrivere, bastava seguirli anche nel proseguo...
Le foto hanno un valore storico, noto che non è stato considerato degno di nota il massacro di Nanchino, mentre l'ingresso a Shangai delle truppe nipponiche si.

sabato 13 ottobre 2018

"Remi il cantastorie della TV" - Clementoni (1979)


Qualche tempo fa, anzi, parecchio tempo fa, ho recuperato una confezione praticamente, anzi, assolutamente intonsa del secondo gioco in scatola della Clementoni su Remi, che con il primo condivideva alcuni pezzi del gioco (le monete ed i segnaposto):
"Remi il girovago della tv" - Clementoni 1979 

Così intonsa che oltre ai cartoncini ancora fustellati, l'arpa elettronica funzionante, tutti i pezzi lucidissimi, ci sono ancora le monete nei sacchettini graffettati!
In più c'era anche il relativo cataloghino pieghevole della Clementoni!

Questa confezione, che io ho etichettato "secondo gioco in scatola di Remi" solo perché è meno nota e fu meno pubblicizzata rispetto a quella del link sopra, è portatrice di alcune curiosità e spunti interessanti.
Intanto si conferma la consuetudine della Clementoni che sovente dava dei sottotitoli (o descrizioni) sulla confezione dei suoi giochi un po' troppo prolissi:
"Sorprendentemente anche voi suonerete l'arpa di Remi, suonarla è determinante nel gioco".
Tra l'altro la scelta grafica della scritta pare fatta dalla Settimana Enigmistica...
Il gioco era considerato prettamente musicale ("Il gioco musicale dell'anno"), quindi ipotizzo che avessero cercato di far leva sull'aspetto educational, oltre che ludico, tanto per infinocchiare i genitori.




Come per tutti i giochi in scatola della Clementoni del periodo la dotazione è assai corposa, a cui va aggiunto la parte elettronica del gioco, e considerando che nel 1979 il gioco in scatola di Goldrake costava 8000 lire, questa confezione era costosissima!
In quanto era prezzata a 35000 lire!
Che con la rivalutazione al 2018 fanno 115 euro!!!



Sul web si trova come data di messa in commercio del gioco in scatola l'anno 1977, ovviamente una data che non può essere veritiera, ma penso che l'errore nasca sempre dalla confezione, in cui campeggia la scritta:
"NTV, TMS 1977, per concessione Sacis - Roma"


       


Il gioco era impreziosito dalla possibilità, come si legge sulla scatola, di suonare l'arpa di Remi, che non era il solito relè ronzante, ma un circuito elettronico, per quanto elementare, che emetteva un certo numero di note musicali (con toni e  semitoni).
Ed effettivamente riuscire a suonare bene l'arpa, tanto da rendere riconoscibile il motivetto, permetteva di proseguire più efficacemente nel gioco.
Da notare che "suonare" l'arpa elettronica di Remi non è per nulla facile, è necessaria una certa capacità di coordinazione occhio-mano, ciò che io non ho mai avuto... infatti ero un disastro con gli strumenti musicali   T_T
Gli spartiti musicali sono 41, con brani del periodo, sigle di telefilm (Tarzan, Furia, Sandokan, Supergulp), musiche per bambini e sigle di anime!
Gli anime sono: Remi (ovviamente); Heidi; Goldrake; Capitan Harlock; Jeeg.
E' curioso il fatto che tutti i telefilm ed anime erano nella disponibilità della Sacis Rai, tranne Jeeg, che era trasmesso dalle tv private locali. Probabilmente venne inserito per qualche accordo che permise alla Clementoni di mettere in commercio anche il gioco in scatola di Jeeg (tra i più costosi da recuperare...).
Prima di proseguire con l'illustrazione del gioco e della sua dotazione, vorrei spendere qualche parola, meglio dire "qualche nota musicale" sugli spartiti e sul loro risultato audio.
Stante che io sono una frana anche con gli strumenti musicali... mancava il tempo della musica, ergo o ti ricordavi il brano, oppure emettevi dei suoni a caso.
Pur non avendo riprodotto tutti i 41 spartiti musicali, mi sono accorto che alcuni proprio non hanno nesso con al musica originale, oppure io non ho colto il ritornello.


             

Ho riprodotto 5 brani di 5 spartiti, i primi 4 si riconoscono, nonostante la mia incapacità musicale, ma il quinto...
Ad ogni brano corrisponde il suo spartito, che in basso reca il titolo relativo:
Ufo Robot; Heidi; Capitan Harlock; Sandokan.
Ed il quinto potrà mai essere Jeeg?!?!
Avrò anche cannato i tempi, ma non è la sigla di Jeeg!
Hai voglia a farla riconoscere nel gioco

venerdì 12 ottobre 2018

Volume rilegato "Albi Super-Eroi" della Editoriale Corno - Primi 20 numeri: maggio 1973/gennaio 1974




In un precedente post avevo mostrato tutti i volumi rilegati della Editoriale Corno da me rinvenuti casualmente ad un mercatino dell'usato:
Volumi rilegati delle collane Editoriale Corno: Thor; F4; Uomo Ragno; Devil; Capitan America; Super Eroi

Dato che ogni singola collana contiene molti interessanti sunti e curiosità, mi è sembrato che dedicarvi un solo post riassuntivo fosse un po' limitante, ergo ne farò delle recensioni singole.
Parto con i primi 20 numeri degli "Albi Super-Eroi", anche chiamati ASE, che era formate da storie facenti capo ad un solo personaggio, ed ogni nuovo numero presentava un diverso supereroe, magari che si ripeteva:
I Difensori; Warlock; Dracula; Ka-Zar; Licantropus; Luke Cage; Red Wolf; Conan il barbaro.

Si noterà che, tranne il gruppo dei Difensori, gli altri sono supereroi un po' particolari, di certo solitari, ed anche i primi Difensori erano abbastanza solitari. Il Dottor Strange, Hulk e Sub-Mariner non amavano accompagnarsi con altri colleghi della Marvel, infatti nel proseguo delle storie di questo gruppo rimase solo il mago delle arti mistiche.
Ammetto che non ho letto tutti e 20 i fumetti, sia per una questione di tempo, sia perché la gran parte di questi non li ho mai seguiti da bambino, alcuni non li conoscevo, altri non mi garbavano.
Mi sono limitato ad una scorsa un po' approfondita, ed ho rinvenuto un certo numero di curiosità. Probabilmente un lettore della Marvel più esperto di me avrebbe notato spunti interessanti.
Per esempio mi ha sorpreso scoprire che le scene dei film degli Avengers in cui la Vedova Nera (la stupenda Scarlett Johansson!) ipnotizza Hulk per farlo tornare Bruce Banner, non fu una trovata degli autori del film!
Oppure che la lettura della posta della Editoriale Corno ha sempre un risvolto nostalgico-informativo.
Devo precisare che in ogni numero era presente solo una storia che non faceva riferimento al supereroe della copertina, quella finale, che di norma era brevissima, 4 o 5 pagine.
Mi ha colpito quella dal titolo "Quando la giungla dorme", presente nel numero 4 di ASE, pubblicata il 13 giugno del 1973.
Una breve storia su un leone che chiama a sé gli altri animali della savana per progettare la ribellione contro gli umani.
Cosa ricorda un plot come questo?   ^_^
"Kimba il leone bianco"!!!
Negli Usa "Kimba the white lion" venne trasmesso per la prima volta nel 1966, il cartone in Giappone inizio nel 1965, ed il manga venne pubblicato nel 1950.
La Marvel prese spunto dal leoncino bianco di Tezuka per confezionare questo fumetto?
Quindi, molto prima che la Walt Disney copiasse sul grande schermo le avventure di Kimba cambiandogli il nome, lo avevano fatto anche i disegnatori statunitensi?
Ma quando Stan Lee e Steve Ditko pubblicarono questo fumetto?



Nei due siti dei link sotto ho scoperto che il fumetto "When the jungle sleeps" venne inserito nella testata"Journey into mistery" n° 83 dell'agosto 1962:
https://www.comicus.it/index.php/component/k2/item/51836-gli-albi-dei-super-eroi-chronocomix
http://marvel.wikia.com/wiki/Journey_into_Mystery_Vol_1_83

Ergo il fumetto è antecedente alla messa in onda dell'anime negli Usa, ma molto successivo alla pubblicazione del manga di Tezuka in Giappone.
Può essere che i due autori statunitensi fossero venuti a conoscenza del manga di Kimba e se ne fecero ispirare?
La storia, rispetto al manga/anime, differisce sia per l'inizio che per la fine, però le analogie di un leone che comunica con gli altri animali della savana, degli animali che mettono da parte le loro rivalità date dalla catena alimentare, ed infine il tentativo di ribellarsi agli umani, mi paiono troppe per non escludere che magari qualcuno sapesse di Kimba e ne prese spunto.
La causa di tutto è una esplosione atomica, che scatena nel leone la coscienza di sé e il potere di comunicare con gli altri animali, che gli ubbidiscono telepaticamente.




Ma quando il piano contro gli invadenti ed invasori umani sta per essere messo in opera... i super poteri del leone scompaiono!
C'è da dire che Kimba non ha mai anelato la conquista del pianeta, voleva solo la pace  ^_^

giovedì 11 ottobre 2018

Mi scuso con tutti per non aver risposto alle mail inviate tramite il Modulo di Contatto!



Qualche mese fa avevo inserito il "Modulo di Contatto" di Blogspot per ricevere eventuali comunicazioni private.
Devo dire che, serbando un po' di dispiacere, notavo che nessuno mi mandava mai una mail...   T_T
Ok, non sarà il blog più tanto bellissimo del mondo, la sintassi zoppicherà e la grammatica inciamperà, i refusi abbondano, vengo accusato di essere un fuorilegge, alcuni si arrabbiano perché critico qualche saggio, però pensavo che 2 o 3 mail sarebbero arrivate...
Non dico millemila mail, ma 2 o 3...
Invece nulla...  T_T
"Vabbè... c'è di peggio nella vita": ho pensato!
Ed invece le mail mi venivano inviate!
Solo che io pensavo mi venissero spedite al mio indirizzo di posta personale (tramite cui leggo gli avvisi dei commenti, a cui rispondo sempre), mentre vengono girate alla casella di Gmail collegata a questo account di Blogspot!
Account di Gmail che io non ho mai visitato...
"Ovvio", direte voi... evidentemente per me non lo era   T_T
Grazie a due lettori (Tomas Mario e Gianluca) ho provato a cercare info sul funzionamento del "Modulo di Contatto", ed ho avuto la conferma che sono un quasi 50enne niubbo....   ^_^
Mi dispiace di aver fatto la figura della persona maleducata che non risponde alla mail, me ne scuso profondamente...

Ora cerco di rimediare e rispondere a tutti.

Il vostro costernato Stengo

lunedì 8 ottobre 2018

Telefilm "Brothers and Sisters" (1979) - Trasmesso in Italia dal febbraio 1982


                         


Non è mia abitudine di inserire una recensione senza avere del materiale da commentare e/o far vedere, perché altrimenti ci si ritroverebbe con un post in stile forum, dove qualcuno chiedeva lumi su questa o quella serie animata o telefilm di cui si era persa memoria.
Solo che questa volta mi sono trovato in seria difficoltà... infatti, nel cercare altro materiale, ho ripescato alcune audiocassette (a nastro) in cui all'inizio degli anni 80 registrai della musica varia, tra cui sigle di cartoni animati e telefilm. Nello scorrere i titoli che mi ero scritto sul cartoncino interno dell'audiocassetta, oltre a spiegarmi perché oggi ho una così brutta calligrafia... ho letto il titolo "Brothers and Sisters", che non mi diceva molto, però ascoltando la sigla si è accesa la proverbiale lampadina mnemonica  ^_^
Adoravo quel telefilm statunitense!
Divertentissimo!
Purtroppo sul web non si trova nulla digitando il titolo della serie, in quando negli anni 2000 è stata prodotta una serie col medesimo titolo, ma altra tematica, che pare abbia avuto un enorme successo (mai visto ne saputo della sua esistenza...).
Sovente mi viene fatto notare che tutti i libri che compro non servono a nulla, perché oggi c'è il web. Il web... peccato che se è presente una questione di omonimia con qualcosa di più famoso, il contenuto meno conosciuto scompare dall'indicizzazione delle pagine...
Il problema è che io sono stra-coperto per quanto riguarda gli anime e i cartoni in generale, ma sul versante telefilm non ho nessun index a cui fare affidamento, ergo ho chiesto aiuto alla mia cerchia di amici appassionati di anime e telefilm.
Da notare che l'audio che ripropongo ha alla fine lo stacchetto musicale che introduceva l'inizio del recitato, peccato che non registrai qualche minuto in più  T_T




Mi è venuta in soccorso Susy (grazieeeeee!!!), che ha trovato sul dizionario dei telefilm "L'Universale - Le Garzantine" sia la descrizione della trama, da cui ho capito che il titolo era quello corretto, che il cast e l'anno di produzione.
La serie venne pensata sull'onda del successo di "Animal House", viene quindi ambientata in una università, con le varie confraternite e goliardate a fare da trama alla storia. Ovviamente la serie non ricalcava lo stile di "Animal House", altrimenti le tv statunitensi non l'avrebbero mai mandata in onda   ^_^
Era tutto parecchio edulcorato, ma dato che io nel 1982 non avevo ancora visto il film con John Belushi, a me cambiava poco, ed il telefilm era un vero spasso.
Il brano della sigla fu arrangiato dalla  "Electric Light Orchestra", dalla canzone  nientepopòdimenoche di Chuck Berry.

https://www.youtube.com/watch?v=PLNR4xfh1Qc

Grazie ai nomi dei protagonisti sono riuscito a trovare la sigla originale su Youtube, l'ho scaricata e salvata a mia volta perché quella è l'unica fonte esistente!

https://www.youtube.com/watch?v=96TcPqSFqhI


                            


Contestualmente alla ricerca delle fonti, di cui si è occupata Susy, ho cercato nei "TV Sorrisi e Canzoni" una traccia della sua prima trasmissione. Visti i brani presenti nella mia audiocassetta ho ristretto il campo al 1982, anche se ho dato una scorsa pure alla fine del 1981.

sabato 6 ottobre 2018

"Domenica Bis" - Inserto tv della "La Domenica del Corriere" - 4 numeri dal 25 gennaio al 28 febbraio 1976


Questo inserto de "La Domenica del Corriere" diretto da Mike Bongiorno, oltre ad occuparsi delle emittenti televisive straniere (TMC, la Svizzera, Capodistria), aveva un occhio di riguardo per le prime radio private. Forse perché Mike Bongiorno partecipò alla nascita di Radio Rai, quindi gradiva particolarmente l'epopea pionieristica sia delle tv private, che delle radio.Questa sua attenzione particolare alle novità radio/tv ci permette oggi di leggere qualche informazione in più su come si formarono le prime emittenti radiofoniche private.
Comunque anche questa volta ci sono degli articoli sulle prime tv private via cavo, tra cui Tele Milano di quartiere Milano 2! Chi ne sarà stato il proprietario?  ^_^
Come per il precedente post su "Domenica Bis" non inserirò il numero completo, ma le parti che a mio avviso paiono più interessanti, dato che alcuni articoli trattano di trasmissioni o sceneggiati completamente dimenticati. Metto, invece, tutte le pagine dei programmi tv dei quattro numeri qui presenti.




Mike Bongiorno si recò a visitare Radio Milano International, e gran parte dell'editoriale riguarda la prima radio privata milanese.
Chissà se i protagonisti della foto si ricordano della visita del presentatore italoamericano.




Nel numero del 22/28 febbraio (l'ultimo numero di questo post) è presente una breve intervista agli Oliver Onions, reduci dai successi della sigla di Sandokan, e non sapevo della versione inglisc!!!



                      


giovedì 4 ottobre 2018

Integrazioni di due post con scan provenienti dalle riviste originali: "Dalla parte di Goldrake" di Gianni Rodari - Rinascita 17 ottobre 1980 + "L’abominevole bambina delle nevi", di Marina Valcarenghi - Effe ottobre/novembre 1978




Questa volta nessun "nuovo" vecchio articolo sui cartoni animati giapponesi, ma l'inserimento delle pagine originali, molto più vintage, in sostituzione delle scan e della versione web presenti nei due relativi post.
Infatti entrambi i post non mi avevano soddisfatto per quanto riguarda le immagini proposte.
L'articolo di Gianni Rodari, vista la sua importanza e le numerosissime citazioni in saggistica, meritava qualcosa in più di stampe rovinate provenienti da un microfilm usurato:

"Dalla parte di Goldrake" articolo di Gianni Rodari su Rinascita del 17 ottobre 1980


L'abominevole articolo presente su Effe l'avevo postato solo nella sua versione web, presente sul sito della rivista, dato che il numero in questione non riuscivo proprio a reperirlo.
Visto che sono riuscito a colmare la lacuna, ecco uno dei primi vaneggiamenti veicolati dalla carta stampata più seria, che sarebbe dovuta essere anche la più attenta ai contenuti:

"L’abominevole bambina delle nevi", di Marina Valcarenghi - Effe (mensile femminista autogestito) n° 10/11 ottobre/novembre 1978


Buona eventuale rilettura  ;)

mercoledì 3 ottobre 2018

Catalogo Gig Import 1979 - prima parte




Gran bel catalogo  della Gig contenente gli articoli importati dall'azienda fiorentina nel 1979, quasi 100 pagine di giocattoli illustrati su carta patina di grande formato (30 cm x 21 cm). Visto il cospicuo numero di pagine, posterò il catalogo in due differenti post.
L'indice della pubblicazione è a fine recensione, in questa prima parte spiccano i pupazzetti della El Grego, i Playmobil e i Micronauti!!!!
Sono presenti anche svariati singoli articoli non facenti parte di linee strutturate come quelle citate sopra.
Dal punto di vista grafico, considerando che è un catalogo nel 1979, e ai tempi ci si limtava a far vedere solo i giocattoli, con ben pochi effetti speciali, ho trovato veramente bello il catalogo, molto avanti.
In particolare sono da apprezzare le pagine sui Playmobil, con gli omini di plastica a fare da sfondo ai vari set.
Affascinanti le pagine con le ambientazioni spaziali dei Micronauti, che in alcuni casì, però, sono un po' vuote,con gran parte della pagina senza nulla.



Curiosa la pagina della linea "Universal", che presenta i "Fantastici guerrieri spaziali in metallo con dischi sibilanti", che in realtà erano due Astrorobot e due dei tre robot che formavano il Diapolon (se non sbaglio):
Otron = Tempesta Spaziale (Astrorobot)
Vandar (Narar?) = Terremoto Stellare (Astrorobot)
Ataro = Trangu (Diapolon)
Estoo = Legga (Diapolon)

Il bello è che i due sopravvissuti degli Astrorobot li avevo pure io   ^_^
I dischi sibilanti, vado a memoria, per farli sibilare e ruotare necessitavano dell'insufflazione a bocca da parte del bambino, che doveva soffiare dalla schiena. Penso di averlo fatto due volte, e poi li ho buttati, a me interessava solo giocare con gli Astrorobot  :]



E poi ci sono i Micronauti!