TITOLO: Manga Impact, il mondo dell'animazione giapponese
AUTORE: vari
CASA EDITRICE: Phaidon
PAGINE: 295
COSTO: 39,95 €
ANNO: 2010
FORMATO: 29 cm X 25 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di
Milano (purtroppo per voi...)
CODICE ISBN: 9780714857275
Le prime righe dell'introduzione
recitano: “Si ha spesso l'impressione che l'animazione giapponese
sia un mondo troppo grande per poterlo contenere in un solo libro”.
Si, è vero, forse un libro non può
farcela, questo non di certo...
Un'opera di questo genere avrebbe
avuto senso 10 anni fa, quando ancora le pubblicazioni editoriali su
anime, manga e videogiochi erano rare. Ma oggi, con saggi,
monografie, biografie, enciclopedie pubblicate tutti i mesi, questo
index non ha molto senso. Specialmente si si valuta il costo di 40€!
Ah no, scusate, solo 39.95€...
Con 10 euro in più di spesa si più
comprare “Il dizionario dei cartoni animati” di Daniel Valentin
Simion, che, pur con tutti i suoi difetti, è un'opera più completa di questo
index.
In questa opera sono presenti le
classiche schede contenenti trama ed informazioni varie, più di 300
schede, inoltre alla fine dell'index ci sono 15 brevi saggi su vari
aspetti riguardanti anime e manga.
Nell'introduzione al libro c'è
scritto che i saggi sono 15, ma io ne ho contati solo 13, dato che ne
riporto il titolo e una didascalica valutazione potete contarli anche
voi. Forse sarà stata l'inflazione a mangiarsi gli altri due saggi
mancanti...
Piccola questione riguardante il
titolo dell'opera, “Manga Impact”. Nel 2009 c'è stata una
bellissima mostra a Torino (che ho visitato) che s'intitolava
anch'essa “Manga Impact”, inizialmente avevo pensato che questo
libro fosse collegato a quella stupenda mostra, per poi accorgermi
che aveva solo il medesimo nome. Sarebbe interessante capire se la
scelta del nome è stata casuale oppure si è voluto sfruttare
quell'avvenimento, e, nel secondo caso, se c'è un nesso tra gli
organizzatori della mostra e gli autori di questo libro.
Le schede del libro riguardano, oltre
alle singole serie, alcuni singoli personaggi di un anime, i registi,
i mangaka, i character designer, i manga, i videogiochi, le case di
produzione. Generando una confusione totale, perché il tutto è in
ordine alfabetico, quindi si troveranno nomi di autori vicino a nomi
di personaggi, che sono a fianco di nomi di serie animate, di manga e
di videogiochi.
Ogni pagina presenta immagini a colori
molto grandi, anche più di metà della pagina, quindi con 40 euro
voi non comprerete 295 pagine di informazioni, ma la metà, e
un'altra metà di immagini colorate.
Per ultimo mi soffermo sul tipo di
carattere usato per la scrittura, un carattere molto leggero, quindi
è necessario possedere una buona vista oppure un buon paio di
occhiali da lettura.
La parte finale è occupata da questi
13 brevi saggi (15 secondo l'introduzione al libro), ma questi saggi
non riescono a rivalutare quest'opera, anzi, talvolta, a fianco di
informazioni condivisibili (anche se trite e ritrite), ci sono parti
che ho trovato abbastanza insensate. Mi chiedo quanti di questi
saggisti conoscano a fondo l'animazione giapponese.
Ecco i titoli dei saggi finali:
Dai Doga Eiga agli anime, una storia
dell'animazione giapponese (di Maria Roberta Novielli):
un riassunto sulla storia
dell'animazione giapponese.
Le percezioni infantili, riflessioni
sulla genialità dell'animazione giapponese (di Stèphane Delorme):
il tutto mi ha lasciato molto perplesso...
Ero-Anime, i manga prendono vita (di
Stephen Sarrazin):
per la serie “abbattiamo i luoghi
comuni sugli anime”, ma non oggi.
Guardare più a lungo, il tempo
dell'artificio e quello della riflessione (di Grazia Paganelli):
chiaro e comprensibile.
Come i manga hanno reinventato il
fumetto (di Paul Gravet):
le modalità espressive nei manga
(nulla di nuovo).
Computer graphic o ritorno alle
origini, la questione dell'evoluzione del cinema d'animazione (di
Gianni Rondolino):
non riguarda solo l'animazione
giapponese, sui contenuti non mi esprimo.
“The power of god”, genesi ed
evoluzione dei super robot (di Fabrizio Modina):
classica storia degli anime robotici.
I miei occhi si divertono di più,
manga e pedagogia della violenza (di Giona A. Nazzaro):
il tema è la violenza nell'animazione
giapponese, anche questo mi ha lasciato perplesso. Sul tema è stato
scritto molto, difficile aggiungere qualcosa in meglio, forse in
peggio. Per esempio, a proposito dell'invasione di gadget di Goldrake
nel 1978 Nazzaro afferma: “...confermata dalla realizzazione su
larga scala di prodotti ancillari (! e scrivi in modo comprensibile!)
in grado di coprire tutto lo spettro dei consumi infantili e
adolescenziali, dalle gomme da masticare ai diari scolastici, dai
quaderni agli zaini, dalle magliette alle merendine...”.
Sinceramente non mi ricordo ci fossero magliette (oggi si) o
merendine o zaini, qualche diario, quaderno, numerosi giocattoli, le
gomme da masticare, i trasferelli, ma l'autore sembra voler spostare
nel 1978 una pratica commerciale d'invasione di gadget che è
attuale. Nel 1978 non fu così capillare. Magari ricordo male.
Un manga caduto dal cielo (di Michel
Roudevitch):
questo non ho capito che senso abbia.
Il rapporto fra manga e anime (di
Philip Brophy):
a causa dei miei limiti culturali ampi
non ho capito neppure il senso di questo contributo, scrivere più
semplice no?!
Videogame+manga+anime, la crescente
convergenza dei media (di David Surman):
testo comprensibile, anche dal solo
titolo.
Inquietudini dell'animo umano, le
infinite forme del paesaggio animato giapponese (di Daniele
Dottorini):
interessanti considerazioni sui
paesaggi presenti negli anime giapponesi, anche dal punto di vista
pittorico.
Dalla città alla rete (di Carlo
Chatrian):
la città come luogo dove sviluppano
le trame degli anime, leggibile.
Nessun commento:
Posta un commento