TITOLO: Kawaii Art, fiori, colori, palloncini (e manga) nel Neo Pop giapponese
AUTORE: Valentina Testa
CASA EDITRICE: Tunuè
PAGINE: 109
COSTO: 9,70 €
ANNO: 2011
FORMATO: 18 cm
X 17 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di
Milano
CODICE ISBN: 9788889613979
L'autrice
analizza tutto ciò che in Giappone è kawaii, in particolare nel
campo artistico. Forse non proprio tutto, vista l'esiguità del
saggio, solo 109 pagine, il cui scritto è ancora minore viste le
numerose foto presenti.
Non
mi permetto di dare giudizi sulle analisi che l'autrice ha fatto
sugli artisti e le artiste prese in considerazione, visto che in
materia artistica sono totalmente ignorante.
Noto
che una buona parte delle citazioni di altri saggi presenti in questo
libro li avevo letti nei libri originari, quindi molti concetti sono
abbastanza noti.
Il
termine kawaii deriva da “kawayushi", utilizzato dopo la guerra,
mutato negli anni 70 in kawayui.
Kawaii
è tutto ciò che è carino, piccolo ed infantile, tutto ciò che
viene indicato con “ino”.
E'
stata la Sanrio, con Hello Kitty, a generare la cultura kawaii fin
dal 1971.
Secondo
alcuni la cultura kawaii è collegata alla sindrome di Peter Pan e al
complesso di cenerentola, e può portare a disturbi dell'identità
sessuale come il complesso di lolita (lolicom o rorikon in
giapponese).
Due
perni di questa cultura, oltre agli oggetti “carini”, sono la
passione per gli idol e per gli shojo manga.
Dopo
questa introduzione alla cultura kawaii l'autrice passa alla parte di
analisi artistica, iniziando con il capitolo sui manga, che non è
particolarmente interessante.
Mentre
il successivo capitolo dal titolo “Takashi Murakami: tra kawaii e
otaku. Il manifesto Superflat” è più interessante, tenendo sempre
conto che io leggo queste cose riguardanti l'arte kawaii per la prima
volta o quasi.
Il
capitolo dopo riguarda gli artisti della Kaikai Kiki Company, la
società di Murakami che si prefigge di promuovere i giovani artisti
giapponesi.
Sono
analizzati i lavoro dei seguenti artisti ed artiste:
Aya
Takano, Chiho Aoshima, MR. (pseudonimo), Chinatsu Ban, Mahomi
Kumikata, Rei Sato, Akane Koide.
Le
opere di questi artisti sono presentati anche con commenti a foto
presenti nel libro, peccato che talvolta siano analizzate opere di
cui non c'è la foto, mentre in altri casi le foto sono in bianco e
nero (solo una minoranza nella parte centrale è a colori).
Il
penultimo capitolo è incentrato sull'artista Tomoko Sawada, che fa
incontrare il kawaii con il gothic lolita.
L'ultimo
capitolo è su Moriko Mori, e il suo uso del kawai assieme al
buddismo e alla tecnologia.
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