TITOLO: Il Manga, storia e universi del fumetto giapponese
AUTORE: Jean-Marie Bouissou
CASA EDITRICE: Tunuè
PAGINE: 361
COSTO: 24€
ANNO: 2011
FORMATO: 23 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di
Milano
CODICE ISBN: 9788897165309
Mi
pare giusto avvertire che questo libro, a differenza di tutti gli
altri, non l'ho pagato, ma mi è stato dato gratuitamente da Marco
Pellitteri alla fiera di Lucca del 2011.
Detto
ciò, iniziamo con la rece.
Secondo
la prefazione di Marco Pellitteri il saggio di Jean-Marie Bouissou si
prefigge di introdurre il manga ad un pubblico variegato, sia di
appassionati che di semplici curiosi, usando un linguaggio
abbordabile da tutti e dai lettori di tutte le età. Il saggio
approfondisce sia il contesto culturale, sociale e storico del
Giappone, da cui scaturiscono le tram e i disegni dei manga, che le
tematiche e i generi caratteristici del fumetto giapponese. Nella
prefazione sono anche spiegate alcune note biografiche dell'autore,
che ritengo interessante riportare per inquadrare meglio l'opera.
Jean-Marie Bouissou (nato nel 1950) ha vissuto per 15 anni in
Giappone (dal 1975 al 1990) come insegnate (attualmente è un docente
e ricercatore presso il CERI di Parigi, dove si occupa di storia,
economia e relazioni internazionali del Giappone). In quel periodo si
appassionò all'animazione giapponese seguendo in televisione gli
anime assieme ai 4 figli, quindi già da adulto. Dopo essere
rientrato in patria iniziò, intorno al 1996, quindi ancora da più
adulto, a leggere manga (sia in giapponese che in francese) e da
allora non ha più smesso.
Per
il resto il libro è leggibilissimo, o è stato tradotto dal francese
in un italiano leggibilissimo, non è per nulla pesante. Inoltre,
pur richiamando spesso la situazione editoriale francese, questa
edizione italiana riporta sempre pure quella italiana, anche per
quello che riguarda i primi anime arrivati alla fine degli anni 70.
E'
trattata una tematica come quella del sesso nei manga e della
pornografia che di solito è poco esplorata, specialmente la seconda.
Il
saggio è diviso in 3 parti di 18 capitoli complessivi, più le
conclusioni finali, ogni capitolo e formato da più paragrafi.
Riporterò tutti i titoli delle 3 parti, dei capitoli e dei
paragrafi, a cui seguirà una più o meno breve descrizione del
contenuto.
Parte
Prima: Storia del manga
Capitolo
1- Il manga e le culture giapponesi:
Il
Giappone dello zen e il Giappone del sesso;
Da
rotoli dipinti ai manga: elementi di discontinuità e di continuità;
Il
peto, la merda e la ninfetta discinta;
Lo
zen e l'arte marziale dei peli del naso;
L'epoca
Edo (1603-1867): stampa, kabuki e libri per immagini;
Il
sesso in tutte le sue forme.
L'autore
riesce a spiegare bene come gli antesignani del manga, e-maki (rotoli
illustrati), e-han (romanzi illustrati) e la cultura popolare del
periodo Edo avevano la stessa impronta popolare ed irriverente, anche
con riferimenti sessuali, che ci sono nei manga. I manga, per
esempio, sono considerati volgari perché mostrano atti come i peti,
un e-,maki del XI secolo (ad opera dell'abate Sojo Toba) descrive una
battaglia a peti.
Capitolo 2- Il manga prima del manga:
Lo
stupore dell'Occidente e la comparsa del manga;
I
pionieri: Rakuten Kitazawa e Ippei Okamoto;
Il
manga si afferma: l'era Taisho (1912-1926);
Una
forma nata originale/ 1. Produzione industriale;
Una
forma nata originale/ 2. Ispirazione specifica;
Sotto
la coltre militarista.
Il
secondo capitolo racconta la storia del manga appena antecedente al
manga che noi conosciamo, che va dall'era Meiji (1868-1912) alla fine
della seconda guerra mondiale, con le prime riviste di fumetti
satirici come Japan Punch (1862). Sono illustrate anche le opere dei
primi pionieri del manga e le prime riviste, che inizialmente aveva
più un ruolo di denuncia sociale e politica.
Capitolo 3- Nascita del manga moderno, 1954-1959:
Figli
della guerra e della disfatta;
Alle
origini del manga/ 1. Le riviste per bambini;
Alle
origini del manga/ 2 Le “storie drammatiche”;
Una
generazione in gestazione: il Gekika Kobo e il gruppo del Tokiwaso;
Alle
origini del manga/ 3. Le strisce della stampa quotidiana.
Il
terzo capitolo è incentrato sulla storia del manga moderno, il
periodo analizzato è quello che va dal 1945 al 1959. Ovviamente si
farà riferimento al Dio del manga Osamu Tezuka, ma anche al
contesto sociale del dopo guerra, al genere Gekiga (manga con storie
adulte di denuncia sociale)) e ai suoi autori.
Capitolo 4- Fra contestazione e mercato, 1969-1973:
Paese
che cambia, manga che trovi;
Il
manga all'avanguardia della contestazione;
Un'altra
rivoluzione: il sesso, i Fiori dell'anno 24 e l'espansione dello
shojo;
La
finzione narrativa come guida: “Siamo tutti Rocky Joe!”;
Colera
genitoriale e conservatrice: “non compratene, non leggetene!”;
La
rivoluzione del modo di produzione/ 1. I settimanali;
La
rivoluzione del modo di produzione/ 2. Le serie d'animazione, i
prodotti derivati e i tankobon;
L'inasprimento
della concorrenza, la nascita del seinen manga e la crisi del 1973.
Si
affronta il periodo del boom economico e della protesta sociale,
politica, pacifista ed ecologica. E' spiegato anche come le grandi
case editrici riuscirono a fidelizzare gli ex bambini/e che leggevano
manga nel decennio precedente, che fino a quel momento avrebbero
dovuto abbandonare i manga per letture più adulte, creando i manga
per ragazzi e ragazze.
Capitolo 5- L'espansione di un'industria di massa, 1974-1989:
Dagli
scolaretti ai quarantenni: organizzazione e segmentazione di un
mercato di massa;
L'era
della “bolla speculativa sul manga”;
Dall'opera
al prodotto: i creatori sotto il gioco egli editori?;
Il
manga conquista una sua rispettabilità;
Dall'intrattenimento
ai media: l'avvento del “manga informativo”;
Il
manga e l'anima della nazione.
In
questo capitolo è analizzato il periodo in cui il manga smette di
essere una denuncia sociale e diviene un fenomeno di massa, e anche
una macchina da soldi, in un paese che ha dimenticato le
contestazioni ed è lanciato verso il consumismo più sfrenato degli
ani 80. Le case editrici crearono un'offerta editoriale
variegatissima, includendo nelle riviste una cartolina, tramite la
quale il lettore, oltre a votare le sue serie preferite (e decretare
la fine delle non preferite), poteva suggerire che un personaggio
avesse più spazio nel manga. Fu Lady Oscar, per esempio, ad
avvantaggiarsi, rispetto a Maria Antonietta, di questo voto popolare.
Capitolo 6- Dall'apogeo al declino? 1990-2011:
Paese
in crisi;
Appiattimento?
L'era delle serie prefabbricate;
Il
manga in cerca d'autori: tre generazioni di mangaka;
Dai
creatori agli scopiazzatori?
Dal
gekika alla parodia: la scomparsa del vivaio del “secondo settore”;
Individualizzazione
del consumo e superproduzione;
Riviste
vs manga digitali: quale futuro per il fumetto giapponese?;
Un
mercato che invecchia e si contrae;
La
salvezza nell'esportazione?
L'ultimo
capitolo di questa prima parte va dal 1990 ai giorni nostri. Il 1990
fu l'anno della fine della bolla speculativa immobiliare e l'inizio
di una lunga recessione/stagnazione economica. L'influenza di questo
stato di cose sui contenuti e sulle vendite dei manga fu forte. Le
copie vendute, sia di tankobon che di riviste, scende costantemente,
oltre che per la crisi economica anche per il calo demografico,
sempre meno bambini/e nascono, che saranno meno lettori futuri. Per
aumentare le vendite le case editrici puntano anche al mercato
straniero, che fino a questo periodo non era stato neppure
considerato. Il capitolo affronta anche il calo qualitativo dei
manga, e l'impoverimento della platea dei mangaka. Il governo
giapponese, accortosi della diffusione mondiale dei manga, inizia ad
utilizzarlo come veicolo per la diffusione della cultura popolare
giapponese. Questo ha comportato che le case editrici aumentarono
l'auto censura e le autorità di controllo dichiararono vietate
all'esposizione, perché nocive (yugaisei), sempre più serie. Per
rincorrere le vendite le case editrici preconfezionano le serie
manga, elaborate e impostate in riunioni manageriale da cui
l'inventiva del mangaka è estromessa, diventando solo il disegnatore
di qualcosa che altri avranno pensato.
La
crisi creativa nel manga è triplice: degli editori (che ne
appiattiscono la varietà); dei giovani mangaka (che si limitano a
riassemblare tematiche vecchie senza mai rischiare nuove strade
narrative); del pubblico (che ha perso la capacità di appassionarsi
a nuove storie, ricercando sempre il conosciuto). Per compensare
questo calo delle vendite sono, di contro, aumentate esponenzialmente
il numero delle testate offerte.
Parte Seconda: Comprendere il manga
La
seconda parte del saggio, formato dai capitoli dal 7 al 9, spiega
come è strutturato il manga.
Capitolo
7- “Non ci si capisce niente!”. Principi grafici e narrativi del
manga.
Cominciamo
semplificando: pittura vs cinema;
Il
fumetto occidentale è più simile al dipinto, il manga al cinema.
Il
kanji e la vignetta;
Nei
manga le vignette possono essere organizzate nella pagina come se
fossero un kanji, dando un significato d'insieme alla pagina molto
particolare, ma lo potrà notare solo un lettore che conosca il
giapponese,
La
vignetta e la tavola in tutti i loro stati;
L'unicità
della non linearità delle vignette nei manga, che possono anche
essere assenti, come negli shojo.
Dare
a intendere le emozioni/ 1. Lubrici gocciolamenti e croci della
collera;
Le
onomatopee rendono, oltre allo stato d'animo del personaggio,
informazioni sul contesto. Onomatopee numerosissime nei manga, scarse
nel fumetto occidentale.
Dare
a intendere le emozioni/ 2. “Volti occidentali” e corpi SD;
I
visi stilizzati servono a rendere meglio le emozioni, la loro
somiglianza è risolta con altri aspetti (come le capigliature), che
identificano il personaggio. Anche il Super Deformed (SD) serve a
rendere meglio le emozioni di un personaggio.
I
segni, tra eccesso e parsimonia;
Specialmente
gli shojo fanno uso di un eccesso o parsimonia di segni sulla tavola,
sempre allo scopo di rendere un sentimento senza doverlo scrivere.
Il
movimento soggettivo e il tempo sospeso;
Nei
manga la successione delle vignette non è sempre temporale, a
differenza del fumetto occidentale. Uno stesso istante può essere
illustrato da più vignette e da punti di vista diversi.
Capitolo 8- “Com'è possibile che piacciano?” I manga e le fiabe.
Nell'ottavo
capitolo l'autore spiega perché il manga attiri tanto il giovane (ma
non solo) lettore occidentale.
Una questione di piacere: l'Id e l'ego;
Una
breve spiegazione psicologica in cui vengono illustrati i 2 fattori
che stanno alla base del piacere: Id ed Ego.
GTO,
McDonalds e Pollicino;
I
manga soddisfano il piacere della lettura, dato dai 2 fattori
spiegati prima, ingigantendo l'offerta di emozioni. Un tipo di
emozione che se trasmessa dai manga spaventa, dimenticandosi che sono
gli stessi contenuti delle fiabe per bambini, che, invece,
rassicurano.
Bisogna
proprio che Cappuccetto Rosso venga divorata?;
Un
parallelismo tra l'utilità pedagogica delle fiabe e dei manga. Il
motivo per cui la prima è accettata e il secondo no è dovuto al
disegno, il manga fa vedere le paure dei bambini/adolescenti, senza
far mancare particolari truculenti.
Dalle
ombre alla luce: “amicizia, impegno, vittoria”;
I
contenuti di uno shonen manga non dovrebbero preoccupare gli adulti,
in quanto questi contenuti sono abbastanza conservatori. Prendendo ad
esempio il manga GTO si nota che i protagonisti, per quanto siano
ribelli, finisco col integrarsi con la società, senza mai metterla
in discussione.
Versione
femminile...;
Lo
stesso discorso vale per gli shojo manga, alla fine la ragazza
accetterà il ruolo di moglie e madre, che la società nipponica le
riserva. Sono presi ad esempio i manga “Hanayori Dango” e “Le
situazioni di Lui e Lei”.
Capitilo 9- “Sono volgari è assurdi!” L'eccesso e il fantastico.
Il
capitolo è incentrato su come fanno i manga a parlare dei problemi
degli/delle adolescenti, senza che loro se ne rendano conto, e
mantenendo alta la loro attenzione. Ci riescono tramite
l'identificazione, nell'eccesso delle storie, infine mescolando
realismo e fantastico.
Parlami di me: l'identificazione al maschile;
L'adolescenza
pone delle problematiche che si affrontano con 3 strategie, l'autore
lega ognuna di queste ad un manga, spiegando bene il perché: il
conflitto (Dragon Ball); la fuga (Doraemon); il capovolgimento
umoristico dell'ordine delle cose (Ranma ½).
Parlami
di lui: l'identificazione al femminile;
Negli
shojo manga la strategia è differente, la ragazza si identifica in
modo diverso dal ragazzo, che sceglie un personaggio che gli
assomigli. La ragazza sceglie l'ipotetico fidanzato cartaceo, motivo
per il quale ci sono tanti personaggi maschili differenti negli shojo
manga.
Il
festival dei mostri e delle risate;
Nei
manga rivolti agli adolescenti gli adulti sono posti in pessima luce
(esempi di GTO e “Fruit Basket”), questo per impartire un
insegnamento ai ragazzi: “Se vi comportate così, diverrete come
questi adulti”. Le situazioni eccessive fino all'assurdo servono
per divertire il lettore/lettrice, e far arrivare il messaggio più
efficacemente.
L'assurdo
è una cosa seria;
L'uso
dell'assurdo (spiriti, mostri, poteri ESP etc) nei manga deriva,
oltre dal voler evadere dal quotidiano, dallo stesso mondo culturale
antico giapponese, che fornisce un bacino immenso di credenze e
spiriti/fantasmi/mostri.
Maghette
e armi mistiche: l'esplosione del fantastico nel manga;
Le
maghette hanno permesso di scatenare la fantasia (e il fantasy) dei
mangaka. Dalla semplice maghetta adolescente che diventa adulta
grazie alla magia, alle combattenti vestite alla marinara, passando
per i film dello Studio Gjibli. Il mistico ha permesso di creare
trame originali come in “Death Note” e “Full Metal Alchemist”,
ma anche storie d'amore come in “Video Girl Ai”, e quando il
fantastico incontra il robotico nascono manga come “Chobit”. Per
creare tutta questa varietà i mangaka, oltre che fare incetta nel
folklore nipponico, pescano a piene mani nei miti di tutto il mondo.
L'assurdo
come carnevale anti-occidentale;
Gli
assurdi mondi fantasy creati dai mangaka sono un espediente per avere
mondi dove i giapponesi possono fuggire da quello reale, che trovano
troppo occidentale.
Reincantamento
del mondo e supersize: il successo del manga in Europa;
Questi
mondi fantastici tecno-animistici attraggono i non giapponesi delusi
dal materialismo della nostra società. L'autore spiega numerosi
motivi del successo del manga in Europa, l'unico che mi pare errato
(corretto in Francia, errato in Italia, ma lo ammette anche lui
stesso) è il rapporto qualità/prezzo del manga, che in Italia non è
basso.
Parte Terza: Il mondo secondo i manga.
Ai
fumetti sono sempre state rimproverate 2 cose: distogliere i bambini
dalla cultura, in primis la lettura; alimentare comportamenti
violenti. In Giappone si consumano più fumetti che in qualsiasi
altra nazione del mondo, eppure si legge tantissimo e il tasso di
violenza è basso.
Tutto
ciò non basta a frenare le polemiche contro i manga, perché la
nostra cultura giudaico-cristiana e la nostra etica e morale cozza
con l'etica e la morale nipponica.
Capitolo
10- L'ordine del mondo, la via dell'uomo. La morale nel manga.
Il
bene e il male: uccidere i santi;
Prendendo
come esempio il manga “Lone Wolf e Cub” (Hitto Hogami) l'autore
fa delle interessanti considerazioni sulla diversa visione del bene e
del male tra occidente e Giappone.
Noi
e il nostro lato oscuro: il capo malvagio, i gemelli e il monaco
dissoluto;
Per
spiegare come i manga cercano di svelare il nostro lato oscuro
l'autore illustra 3 tipologie di trame, incentrate su: il capo
malvagio, i gemelli e il monaco dissoluto;
La
“via”, o l'esaltazione del potenziale umano;
La
realizzazione di se stessi nei manga segue 2 vie: “seguire la
propria strada” (tipica del seinen manga) e “realizzare il
proprio sogno” (tipica degli shonen e shojo manga). Anche questi
percorsi sono differenti da ciò che insegna la cultura occidentale,
l'autore approfondisce questa tematica in questo paragrafo (“seguire
la propria strada”) e nel prossimo.
“Il
sogno”, o il sentiero del nabe;
Come
“realizzare il proprio sogno” tramite i manga.
La
nobiltà del fallimento e gli eroi strappalacrime;
E'
ben spiegata la passione nipponica per gli eroi perdenti, e per il
fallinento in se.
“Guarire
il mondo”: il selvaggio, la canaglia e il fuorilegge.
E'
trattato il personaggio “junjo”, cioè colui che si lancia in
combattimento con furore per la sola giustizia, senza calcoli
personali.
Capitolo 11- L'universo della memoria. Raccontare l'apocalisse.
Subire,
soffocare, vomitare;
L'autore
spiega come il manga sia una catarsi nazionale collettiva di alcune
tematiche sociali e internazionali, riguardo alla sconfitta della
seconda guerra mondiale, l'odio/amore verso gli Usa, la mancata
conoscenza da parte dei giapponesi dei crimini commessi durante la
guerra, la rinascita economica sfociata nell'essere un gigante
economico e un nano politico.
La
rinascita attraverso l'apocalisse: Gen di Hiroshima (1973-84);
Tramite
il manga descritto nel titolo si analizza ulteriormente la questione
del paragrafo “Subire, soffocare, vomitare”.
L'apocalisse
contestataria: La scuola alla deriva (1972-74);
Tramite
il manga descritto nel titolo si analizza ulteriormente la questione
del paragrafo “Subire, soffocare, vomitare”.
Hiroshima
decostruita: Violence Jack(1973-78);
Tramite
il manga descritto nel titolo si analizza ulteriormente la questione
del paragrafo “Subire, soffocare, vomitare”.
Apocalisse
New Age: Akira (1982-90) e Nausicaa (1982-94);
Tramite
il manga descritto nel titolo si analizza ulteriormente la questione
del paragrafo “Subire, soffocare, vomitare”.
Il
supermercato delle apocalissi di fine XX secolo: estetica delle fini
del mondo e futuri sincretici;
Sono
analizzati i manga post-apocalittici e la generazione di mangaka che
li ha creati.
La
storia, marchiata a fuoco: Alita (1990-95);
E'
spiegato come il manga “Alita” sia una metafora del Giappone
dalla seconda guerra mondiale ad oggi, scoprendo, alla fine, i valori
del Giappone medioevale.
Dalla
guerra di papà all'utero di mamma: i mecha da una generazione
all'altra.
Il
genere robotico è nato come rielaborazione della sconfitta subita
dai tecnologici statunitensi e, in seguito, abbia superato il
robotico per diventare mecha post-apocalittico (Gundam, Evangelion).
Capitolo 12- L'universo dei sessi/ 1 Essere ragazzi, essere ragazze, stare assieme.
Rispetto
ai fumetti di tutto il resto del mondo i manga hanno un'altra
caratteristica peculiare, sono indirizzati anche alle ragazze e
donne, e sono creati anche da ragazze e donne per le lettrici. Il
capitolo analizza la targhettizzazione dei sessi nei manga, pur
sapendo che molti generi sono letti da entrambi i sessi.
Virilità
e femminilità alla giapponese;
Una
breve panoramica sui ruoli maschili e femminili nella società
giapponese del passato e del presente.
I
ragazzi all'indomani della sconfitta: un mondo deprivato di
significato;
I
contenuti dei manga per ragazzi dopo la seconda guerra mondiale.
Le
ragazze all'indomani della sconfitta: gaman e passione per il teatro;
I
contenuti dei manga per ragazze dopo la seconda guerra mondiale.
I
ragazzi negli anni 60: in guerra contro sé stessi;
La
delusione per il fallimento delle proteste universitarie del 1968
modificò anche i contenuti dei manga: il protagonista del manga alla
fine della serie o moriva o si integrava nella società.
I
Fiori dell'anno 24: peperoncino nell'acqua di rose;
Nel
contesto sociale e politico del 1968, con un femminismo finito
presto, iniziano a disegnare una serie di autrici. Mangaka che nelle
loro storie daranno alle eroine un potere sugli uomini che nella
società era assente. Crearono anche quel filone di manga disegnato
da donne e dedicato a donne con tematiche omosessuali maschili, che,
ancora oggi, con tutte le varianti possibili, ha successo.
Stare
insieme: la “commedia romantica adolescenziale”;
Negli
anni 80 nasce la commedia romantica adolescenziale, dedicata ad
entrambi i sessi, questo nuovo filone è il riflesso di un cambio di
rapporti sociali tra ragazzi e ragazze.
Amori
e consumo. La cultura della shinjinrui.
Negli
ani 80 esplode il consumismo tra gli adolescenti giapponesi: “Vedo
ciò che consumi, quindi so chi sei, per cui ho voglia– o meno- di
diventare tuo amico/a”.
Capitolo
13- L'universo dei sessi/2 Confusione e “rivoluzione delicata”
Una
delle accuse scatenanti polemiche contro i manga è la confusione dei
sessi: efebi ambigui, travestiti dei due sessi; omosessuali dei Boy's
Love. Questi manga sono un riflesso della società giapponese, in cui
l'uomo ha, in parte, abbandonato il machismo per kawaiizzarsi.
Salvate
i ragazzi!;
In
reazione a questo mutare dell'identità maschile, e anche ad una
società che non assicura più un futuro certo, fioriscono le serie
per ragazzi con tematica “ricerca adolescenziale negli universi
fantastici”. Dragon Ball inizia questo nuovo filone che vuole
rassicurare i ragazzi sul fatto che nonostante tante crisi
(identitaria ed economica) l'amicizia e l'impegno porteranno alla
vittoria.
Le
ragazze liberate?;
I
manga per ragazze hanno come protagoniste eroine che non muoiono più
come capitava a Lady oscar, ma dominano il maschio. Nella società le
donne giapponesi hanno poco potere, ma molto in famiglia. Una parte
dei manga ha rappresentato questo aumento di potere delle donne,
anche se solo nella sfera famigliare, dove l'eroina tiene testa alla
prepotenza maschile.
… Forse
no!;
Gli
shojo manga mantengono una impostazione di base conservatrice, le
ragazze possono anche tenere testa ai maschi, ma alla fine si
realizzeranno nel matrimonio e nella famiglia.
Ragazzi
e ragazze: una pace armata?;
L'autore
usa i manga GTO e “Hanayori Dango” per spiegare come i ragazzi
vedono le ragazze, e viceversa, nei manga.
Quando
i confini si sovrappongono: travestimento e amori fra ragazzi.
Si
spiegano aspetti e motivazioni del grande successo del travestitismo
maschile e femminile nei manga.
Nel
chiudere il capitolo l'autore torna sul perché le vendite di shojo
manga in Giappone siano molto calate (diventando il 20% del totale
dei manga venduti): la donna giapponese ha raggiunto, se non la
parità con l'uomo, l'autonomia economica, potendo godere di un alto
livello consumistico, cosa che riduce il bisogno di rifugiarsi nei
manga.
Capitolo 14- L'universo dei sessi. Mutandine minuscole e cuori grandi.
“Dacci
oggi il nostro sesso quotidiano”;
I
primi europei che arrivarono in Giappone si scandalizzarono per la
mancanza del senso del pudore. Il secondo contatto (alla fine del
1800) tra occidente e Giappone convinse le autorità nipponiche ad
occidentalizzare la morale pubblica dei sudditi imperiali, in modo da
essere considerati civili dagli occidentali. Lo shinto non ha i tabù
sessuali che sono caratteristici della cultura giudaico-cristiana,
quindi per gli occidentali la libertà sessuale dei giapponesi era
scandalosa. Dopo la guerra le fantasie erotiche giapponesi si sono
riversate nei manga.
Elogio
della castità adolescenziale;
Prendendo
come esempio i manga GTO e “Hanayori Dango” è spiegato come la
presenza di continui riferimenti sessuali ha, per assurdo, lo scopo
di consigliare ai ragazzi/e l'astinenza sessuale.
Tripudio
di sesso, emergenza demografica e “terza categoria”;
Un
interessante collegamento tra il calo demografico e l'alta quantità
di sesso nei manga per adulti e il grande successo di vendite dei
manga pornografici (kanno manga).
Arbitrio
e melanzane: la censura giapponese;
E'
ben spiegato come si arrivò giudiziariamente all'auto censura dei
mangaka/editori nelle scene di sesso e al disegno delle parti intime.
Tutto è accettato, basta che non si vedano i peli pubici o la
penetrazione.
Le
ambiguità della pornografia al femminile;
Le
riviste di manga pornografici dedicate alle donne.
La
pornografia, dalla controcultura allo sfruttamento commerciale;
Negli
anni 70 i manga pornografici erano editi e disegnati da i delusi del
68', quindi avevano anche un valore di protesta, in seguito persero
questo aspetto di controcultura.
La
YWCA contro gli otaku: l'offensiva della “censura cittadina”;
La
lotta tra le associazioni para governative, che difendono la morale
pubblica, e gli editori/mangaka sul tema dei manga considerati
“yugai” (nocivi).
Verso
un manga “sessualmente corretto”.
Il
successo, a livello mondiale, del manga ha creato preoccupazione
nelle autorità nipponiche per la cattiva immagine che il sesso
mostrato nei manga può dare del Giappone presso le altre nazioni.
Capitolo 15- Il mondo spiegato agli adulti. Il manga “informativo”.
Il
Giappone è la società dell'informazione (joho shakai) a causa del
tipo di sistema scolastico (nozionistico), inoltre il sapere una
informazione rende più sicuri in una società molto regolata, infine
il “perdere la faccia” non sapendo qualcosa sarebbe poco
desiderabile. Tutto ciò ha creato il “manga informativo”.
La quarta mammella del manga;
La
nascita del manga informativo (joho) o esplicativo (kaisetsu), oltre
a rispondere alla richiesta informativa del lettore, ha permesso di
conservare i lettori di manga ormai diventati salryman (impiegati).
Questo genere è indirizzato ai 30/40/50enni, e ha una vasta gamma di
tematiche: per principianti (nyumon manga), per eruditi (unchiku
manga), sull'impresa (salarynan manga o business manga), manualistico
(manueru manga), per le casalinghe (ladies comics), sulla politica
(seiji manga), sulla società (shakai manga), sulla cucina (gourmet
manga) etc.
Un
po' di teoria: politica, sesso, scandali;
Le
tematiche del manga informativo, cosa crea interesse.
I
migliori del mondo! L'economia spiegata ai salryman;
Le
tematiche del manga economico.
Governare
il mondo: orgoglio, fantapolitica e geopolitica;
Le
tematiche del manga politico, che ha forti connotazioni
revisionistiche, di negazionismo storico ed è nazionalistico..
La
società e come essa dovrebbe essere: lo shakai manga;
Le
tematiche del manga sociale.
Riso,
pane, vino e lezioni di vita: il gourmet manga;
Le
tematiche del gourmet manga.
Pedagogia
e marketing: trasformazione finale della “nona arte”?
Le
tematiche del manga pedagogico (gakushu), e il suo uso da parte della
scuola pubblica e privata allo scopo di aggiornare i programmi
scolastici e impostare i corsi supplementari scolastici, dalle
elementari all'università. Utilizzati, inoltre, per le campagne
informative statali o di privati e associazioni.
Capitolo 16- Ridere e tremare.
I
capitolo 16, 17 e 18 si prefiggono di illustrare alcuni generi e
autori che l'autore considera più interessanti all'interno dello
sterminato panorama del manga nipponico.
Le
declinazioni del riso/ 1. Maschera, scatologia e freudismo;
Alcune
tematiche dei manga comici;
Le
declinazioni del riso/ 2. Non-senso, disperazione e figure
ricorrenti;
Alcune
tematiche dei manga comici;
Il
fascino dell'orrore: più le donne che la spada;
Il
manga horror è prevalentemente letto da ragazze/donne, e spesso le
loro protagoniste sono donne. L'autore spiega il perché di questi 2
aspetti.
L'occhio,
la trasmigrazione e altre orribili specificità nipponiche;
Alcune
tematiche dei manga horror;
“Spirito
giapponese, tecnologia straniera”: il vampiro.
Il
motto dell'era Meiji era “spirito giapponese/tecnologia straniera”.
Il manga ha ripreso quello spirito con i vampiri, mantenendo alcuni
aspetti base ed eliminando ciò che era troppo straniero, infine
aggiungendo lo “spirito giapponese”.
Capitolo 17- Combattimenti e kata.
Sono
illustrati il manga sportivo (spotsu manga), quello con protagonisti
i teppisti (tsuppari manga), quello di guerra.
Il manga sportivo: le trasformazioni del “corpo della nazione”;
Prima
della seconda guerra mondiale i manga sportivi non esistevano, dopo
la sconfitta nacquero perché gli americani avevano proibito i manga
sulle arti marziali (esaltavano lo spirito combattivo nipponico).
Finita l'occupazione statunitense i manga di arti marziali tornarono
ad essere pubblicati, e quelli sportivi non scomparvero.
Bastonate
alla giapponese: dalle giovani canaglie al torneo mortale;
Le
tematiche presenti nei manga con protagonisti bande di teppisti e
tornei di arti marzali.
(Non)
parlare di guerra;
Un
paese pacifista, e con un passato di aggressore colonialista, ha
l'obbligo di narrare storie che non siano
militariste/nazionalistiche, il manga di guerra non ci riesce.
Il
manga storico, o l'orgoglio della scherma nazionale.
Il
manga samuraico permette di esaltare la guerra senza incappare nelle
problematiche esposte per il manga di guerra.
Capitolo 18- E tanti altri generi...
I
generi nei manga sono quasi infiniti, oltre che difficilmente
inquadrabili. L'autore si limita ad approfondirne alcuni.
L'inesauribile
filone del manga investigativo;
Un genere del futuro? Il silver manga;
Il
calo demografico e l'invecchiamento della popolazione faranno perdere
milioni di copie alle case editrici. Per il primo problema gli
editori non possono fare nulla, mentre per il secondo stanno cercando
di mantenere il lettore di manga 60enne. Due sono le strategie: un
nuovo genere di manga specificatamente con protagonisti anziani
(silver manga); la riedizione dei manga che il 60enni leggeva da
bambino/ragazzo.
Il
“manga su di me”, dall'autoanalisi all'informazione;
Il
manga autobiografico (watakushi manga, “manga su di me”) è
quello in cui il mangaka si racconta. L'autore ne traccia brevemente
la storia.
Problemi
d'identità: il Giappone come “nazione cyborg”;
Un
parallelismo tra le ansie degli eroi ed eroine cyborg dei manga e la
nazione tecnologica giapponese.
Passeggiata
in forma di haiku e altre “maniacalità”: il manga d'autore.
I
mangaka di manga d'autore (mania manga): Tayo Matsumoto; Junzo
Mizuno; Masashi Tanaka; Jiro Taniguchi.
Conclusioni.
Quale futuro per il manga?
Il
manga schiaccerà i fumetti europei?
Il
successo dei manga durerà? Da una generazione all'altra...
Gli
editori hanno ucciso la gallina dalle uova d'oro?
Perché
leggere manga?
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