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lunedì 3 giugno 2013

Il Manga, storia e universi del fumetto giapponese


TITOLO: Il Manga, storia e universi del fumetto giapponese
AUTORE: Jean-Marie Bouissou
CASA EDITRICE: Tunuè
PAGINE: 361
COSTO: 24€
ANNO: 2011
FORMATO: 23 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788897165309
  
Mi pare giusto avvertire che questo libro, a differenza di tutti gli altri, non l'ho pagato, ma mi è stato dato gratuitamente da Marco Pellitteri alla fiera di Lucca del 2011.
Detto ciò, iniziamo con la rece.
Secondo la prefazione di Marco Pellitteri il saggio di Jean-Marie Bouissou si prefigge di introdurre il manga ad un pubblico variegato, sia di appassionati che di semplici curiosi, usando un linguaggio abbordabile da tutti e dai lettori di tutte le età. Il saggio approfondisce sia il contesto culturale, sociale e storico del Giappone, da cui scaturiscono le tram e i disegni dei manga, che le tematiche e i generi caratteristici del fumetto giapponese. Nella prefazione sono anche spiegate alcune note biografiche dell'autore, che ritengo interessante riportare per inquadrare meglio l'opera. Jean-Marie Bouissou (nato nel 1950) ha vissuto per 15 anni in Giappone (dal 1975 al 1990) come insegnate (attualmente è un docente e ricercatore presso il CERI di Parigi, dove si occupa di storia, economia e relazioni internazionali del Giappone). In quel periodo si appassionò all'animazione giapponese seguendo in televisione gli anime assieme ai 4 figli, quindi già da adulto. Dopo essere rientrato in patria iniziò, intorno al 1996, quindi ancora da più adulto, a leggere manga (sia in giapponese che in francese) e da allora non ha più smesso.
Le immagini sono di dimensioni variabili, forse non si dovevano mettere quelle più piccole, perché, specialmente quando il manga riportato ha più vignette, non si capisce molto del contenuto. I capitoli 16, 17 e 18, quelli in cui si descrivono i generi di manga, sono in alcuni casi un po' troppi riassuntivi. Tanta carne al fuoco e poco spazio per descriverla.
Per il resto il libro è leggibilissimo, o è stato tradotto dal francese in un italiano leggibilissimo, non è per nulla pesante. Inoltre, pur richiamando spesso la situazione editoriale francese, questa edizione italiana riporta sempre pure quella italiana, anche per quello che riguarda i primi anime arrivati alla fine degli anni 70.
E' trattata una tematica come quella del sesso nei manga e della pornografia che di solito è poco esplorata, specialmente la seconda.
Il saggio è diviso in 3 parti di 18 capitoli complessivi, più le conclusioni finali, ogni capitolo e formato da più paragrafi. Riporterò tutti i titoli delle 3 parti, dei capitoli e dei paragrafi, a cui seguirà una più o meno breve descrizione del contenuto.
Parte Prima: Storia del manga
Capitolo 1- Il manga e le culture giapponesi:
Il Giappone dello zen e il Giappone del sesso;
Da rotoli dipinti ai manga: elementi di discontinuità e di continuità;
Il peto, la merda e la ninfetta discinta;
Lo zen e l'arte marziale dei peli del naso;
L'epoca Edo (1603-1867): stampa, kabuki e libri per immagini;
Il sesso in tutte le sue forme.
L'autore riesce a spiegare bene come gli antesignani del manga, e-maki (rotoli illustrati), e-han (romanzi illustrati) e la cultura popolare del periodo Edo avevano la stessa impronta popolare ed irriverente, anche con riferimenti sessuali, che ci sono nei manga. I manga, per esempio, sono considerati volgari perché mostrano atti come i peti, un e-,maki del XI secolo (ad opera dell'abate Sojo Toba) descrive una battaglia a peti.

Capitolo 2- Il manga prima del manga:
Lo stupore dell'Occidente e la comparsa del manga;
I pionieri: Rakuten Kitazawa e Ippei Okamoto;
Il manga si afferma: l'era Taisho (1912-1926);
Una forma nata originale/ 1. Produzione industriale;
Una forma nata originale/ 2. Ispirazione specifica;
Sotto la coltre militarista.
Il secondo capitolo racconta la storia del manga appena antecedente al manga che noi conosciamo, che va dall'era Meiji (1868-1912) alla fine della seconda guerra mondiale, con le prime riviste di fumetti satirici come Japan Punch (1862). Sono illustrate anche le opere dei primi pionieri del manga e le prime riviste, che inizialmente aveva più un ruolo di denuncia sociale e politica.

Capitolo 3- Nascita del manga moderno, 1954-1959:
Figli della guerra e della disfatta;
Alle origini del manga/ 1. Le riviste per bambini;
Alle origini del manga/ 2 Le “storie drammatiche”;
Una generazione in gestazione: il Gekika Kobo e il gruppo del Tokiwaso;
Alle origini del manga/ 3. Le strisce della stampa quotidiana.
Il terzo capitolo è incentrato sulla storia del manga moderno, il periodo analizzato è quello che va dal 1945 al 1959. Ovviamente si farà riferimento al Dio del manga Osamu Tezuka, ma anche al contesto sociale del dopo guerra, al genere Gekiga (manga con storie adulte di denuncia sociale)) e ai suoi autori.

Capitolo 4- Fra contestazione e mercato, 1969-1973:
Paese che cambia, manga che trovi;
Il manga all'avanguardia della contestazione;
Un'altra rivoluzione: il sesso, i Fiori dell'anno 24 e l'espansione dello shojo;
La finzione narrativa come guida: “Siamo tutti Rocky Joe!”;
Colera genitoriale e conservatrice: “non compratene, non leggetene!”;
La rivoluzione del modo di produzione/ 1. I settimanali;
La rivoluzione del modo di produzione/ 2. Le serie d'animazione, i prodotti derivati e i tankobon;
L'inasprimento della concorrenza, la nascita del seinen manga e la crisi del 1973.
Si affronta il periodo del boom economico e della protesta sociale, politica, pacifista ed ecologica. E' spiegato anche come le grandi case editrici riuscirono a fidelizzare gli ex bambini/e che leggevano manga nel decennio precedente, che fino a quel momento avrebbero dovuto abbandonare i manga per letture più adulte, creando i manga per ragazzi e ragazze.

Capitolo 5- L'espansione di un'industria di massa, 1974-1989:
Dagli scolaretti ai quarantenni: organizzazione e segmentazione di un mercato di massa;
L'era della “bolla speculativa sul manga”;
Dall'opera al prodotto: i creatori sotto il gioco egli editori?;
Il manga conquista una sua rispettabilità;
Dall'intrattenimento ai media: l'avvento del “manga informativo”;
Il manga e l'anima della nazione.
In questo capitolo è analizzato il periodo in cui il manga smette di essere una denuncia sociale e diviene un fenomeno di massa, e anche una macchina da soldi, in un paese che ha dimenticato le contestazioni ed è lanciato verso il consumismo più sfrenato degli ani 80. Le case editrici crearono un'offerta editoriale variegatissima, includendo nelle riviste una cartolina, tramite la quale il lettore, oltre a votare le sue serie preferite (e decretare la fine delle non preferite), poteva suggerire che un personaggio avesse più spazio nel manga. Fu Lady Oscar, per esempio, ad avvantaggiarsi, rispetto a Maria Antonietta, di questo voto popolare.

Capitolo 6- Dall'apogeo al declino? 1990-2011:
Paese in crisi;
Appiattimento? L'era delle serie prefabbricate;
Il manga in cerca d'autori: tre generazioni di mangaka;
Dai creatori agli scopiazzatori?
Dal gekika alla parodia: la scomparsa del vivaio del “secondo settore”;
Individualizzazione del consumo e superproduzione;
Riviste vs manga digitali: quale futuro per il fumetto giapponese?;
Un mercato che invecchia e si contrae;
La salvezza nell'esportazione?
L'ultimo capitolo di questa prima parte va dal 1990 ai giorni nostri. Il 1990 fu l'anno della fine della bolla speculativa immobiliare e l'inizio di una lunga recessione/stagnazione economica. L'influenza di questo stato di cose sui contenuti e sulle vendite dei manga fu forte. Le copie vendute, sia di tankobon che di riviste, scende costantemente, oltre che per la crisi economica anche per il calo demografico, sempre meno bambini/e nascono, che saranno meno lettori futuri. Per aumentare le vendite le case editrici puntano anche al mercato straniero, che fino a questo periodo non era stato neppure considerato. Il capitolo affronta anche il calo qualitativo dei manga, e l'impoverimento della platea dei mangaka. Il governo giapponese, accortosi della diffusione mondiale dei manga, inizia ad utilizzarlo come veicolo per la diffusione della cultura popolare giapponese. Questo ha comportato che le case editrici aumentarono l'auto censura e le autorità di controllo dichiararono vietate all'esposizione, perché nocive (yugaisei), sempre più serie. Per rincorrere le vendite le case editrici preconfezionano le serie manga, elaborate e impostate in riunioni manageriale da cui l'inventiva del mangaka è estromessa, diventando solo il disegnatore di qualcosa che altri avranno pensato.
La crisi creativa nel manga è triplice: degli editori (che ne appiattiscono la varietà); dei giovani mangaka (che si limitano a riassemblare tematiche vecchie senza mai rischiare nuove strade narrative); del pubblico (che ha perso la capacità di appassionarsi a nuove storie, ricercando sempre il conosciuto). Per compensare questo calo delle vendite sono, di contro, aumentate esponenzialmente il numero delle testate offerte.

Parte Seconda: Comprendere il manga
La seconda parte del saggio, formato dai capitoli dal 7 al 9, spiega come è strutturato il manga.
Capitolo 7- “Non ci si capisce niente!”. Principi grafici e narrativi del manga.
Cominciamo semplificando: pittura vs cinema;
Il fumetto occidentale è più simile al dipinto, il manga al cinema.
Il kanji e la vignetta;
Nei manga le vignette possono essere organizzate nella pagina come se fossero un kanji, dando un significato d'insieme alla pagina molto particolare, ma lo potrà notare solo un lettore che conosca il giapponese,
La vignetta e la tavola in tutti i loro stati;
L'unicità della non linearità delle vignette nei manga, che possono anche essere assenti, come negli shojo.
Dare a intendere le emozioni/ 1. Lubrici gocciolamenti e croci della collera;
Le onomatopee rendono, oltre allo stato d'animo del personaggio, informazioni sul contesto. Onomatopee numerosissime nei manga, scarse nel fumetto occidentale.
Dare a intendere le emozioni/ 2. “Volti occidentali” e corpi SD;
I visi stilizzati servono a rendere meglio le emozioni, la loro somiglianza è risolta con altri aspetti (come le capigliature), che identificano il personaggio. Anche il Super Deformed (SD) serve a rendere meglio le emozioni di un personaggio.
I segni, tra eccesso e parsimonia;
Specialmente gli shojo fanno uso di un eccesso o parsimonia di segni sulla tavola, sempre allo scopo di rendere un sentimento senza doverlo scrivere.
Il movimento soggettivo e il tempo sospeso;
Nei manga la successione delle vignette non è sempre temporale, a differenza del fumetto occidentale. Uno stesso istante può essere illustrato da più vignette e da punti di vista diversi.

Capitolo 8- “Com'è possibile che piacciano?” I manga e le fiabe.
Nell'ottavo capitolo l'autore spiega perché il manga attiri tanto il giovane (ma non solo) lettore occidentale.

Una questione di piacere: l'Id e l'ego;
Una breve spiegazione psicologica in cui vengono illustrati i 2 fattori che stanno alla base del piacere: Id ed Ego.
GTO, McDonalds e Pollicino;
I manga soddisfano il piacere della lettura, dato dai 2 fattori spiegati prima, ingigantendo l'offerta di emozioni. Un tipo di emozione che se trasmessa dai manga spaventa, dimenticandosi che sono gli stessi contenuti delle fiabe per bambini, che, invece, rassicurano.
Bisogna proprio che Cappuccetto Rosso venga divorata?;
Un parallelismo tra l'utilità pedagogica delle fiabe e dei manga. Il motivo per cui la prima è accettata e il secondo no è dovuto al disegno, il manga fa vedere le paure dei bambini/adolescenti, senza far mancare particolari truculenti.
Dalle ombre alla luce: “amicizia, impegno, vittoria”;
I contenuti di uno shonen manga non dovrebbero preoccupare gli adulti, in quanto questi contenuti sono abbastanza conservatori. Prendendo ad esempio il manga GTO si nota che i protagonisti, per quanto siano ribelli, finisco col integrarsi con la società, senza mai metterla in discussione.
Versione femminile...;
Lo stesso discorso vale per gli shojo manga, alla fine la ragazza accetterà il ruolo di moglie e madre, che la società nipponica le riserva. Sono presi ad esempio i manga “Hanayori Dango” e “Le situazioni di Lui e Lei”.

Capitilo 9- “Sono volgari è assurdi!” L'eccesso e il fantastico.
Il capitolo è incentrato su come fanno i manga a parlare dei problemi degli/delle adolescenti, senza che loro se ne rendano conto, e mantenendo alta la loro attenzione. Ci riescono tramite l'identificazione, nell'eccesso delle storie, infine mescolando realismo e fantastico.

Parlami di me: l'identificazione al maschile;
L'adolescenza pone delle problematiche che si affrontano con 3 strategie, l'autore lega ognuna di queste ad un manga, spiegando bene il perché: il conflitto (Dragon Ball); la fuga (Doraemon); il capovolgimento umoristico dell'ordine delle cose (Ranma ½).
Parlami di lui: l'identificazione al femminile;
Negli shojo manga la strategia è differente, la ragazza si identifica in modo diverso dal ragazzo, che sceglie un personaggio che gli assomigli. La ragazza sceglie l'ipotetico fidanzato cartaceo, motivo per il quale ci sono tanti personaggi maschili differenti negli shojo manga.
Il festival dei mostri e delle risate;
Nei manga rivolti agli adolescenti gli adulti sono posti in pessima luce (esempi di GTO e “Fruit Basket”), questo per impartire un insegnamento ai ragazzi: “Se vi comportate così, diverrete come questi adulti”. Le situazioni eccessive fino all'assurdo servono per divertire il lettore/lettrice, e far arrivare il messaggio più efficacemente.
L'assurdo è una cosa seria;
L'uso dell'assurdo (spiriti, mostri, poteri ESP etc) nei manga deriva, oltre dal voler evadere dal quotidiano, dallo stesso mondo culturale antico giapponese, che fornisce un bacino immenso di credenze e spiriti/fantasmi/mostri.
Maghette e armi mistiche: l'esplosione del fantastico nel manga;
Le maghette hanno permesso di scatenare la fantasia (e il fantasy) dei mangaka. Dalla semplice maghetta adolescente che diventa adulta grazie alla magia, alle combattenti vestite alla marinara, passando per i film dello Studio Gjibli. Il mistico ha permesso di creare trame originali come in “Death Note” e “Full Metal Alchemist”, ma anche storie d'amore come in “Video Girl Ai”, e quando il fantastico incontra il robotico nascono manga come “Chobit”. Per creare tutta questa varietà i mangaka, oltre che fare incetta nel folklore nipponico, pescano a piene mani nei miti di tutto il mondo.
L'assurdo come carnevale anti-occidentale;
Gli assurdi mondi fantasy creati dai mangaka sono un espediente per avere mondi dove i giapponesi possono fuggire da quello reale, che trovano troppo occidentale.
Reincantamento del mondo e supersize: il successo del manga in Europa;
Questi mondi fantastici tecno-animistici attraggono i non giapponesi delusi dal materialismo della nostra società. L'autore spiega numerosi motivi del successo del manga in Europa, l'unico che mi pare errato (corretto in Francia, errato in Italia, ma lo ammette anche lui stesso) è il rapporto qualità/prezzo del manga, che in Italia non è basso.

Parte Terza: Il mondo secondo i manga.
Ai fumetti sono sempre state rimproverate 2 cose: distogliere i bambini dalla cultura, in primis la lettura; alimentare comportamenti violenti. In Giappone si consumano più fumetti che in qualsiasi altra nazione del mondo, eppure si legge tantissimo e il tasso di violenza è basso.
Tutto ciò non basta a frenare le polemiche contro i manga, perché la nostra cultura giudaico-cristiana e la nostra etica e morale cozza con l'etica e la morale nipponica.
Capitolo 10- L'ordine del mondo, la via dell'uomo. La morale nel manga.
Il bene e il male: uccidere i santi;
Prendendo come esempio il manga “Lone Wolf e Cub” (Hitto Hogami) l'autore fa delle interessanti considerazioni sulla diversa visione del bene e del male tra occidente e Giappone.
Noi e il nostro lato oscuro: il capo malvagio, i gemelli e il monaco dissoluto;
Per spiegare come i manga cercano di svelare il nostro lato oscuro l'autore illustra 3 tipologie di trame, incentrate su: il capo malvagio, i gemelli e il monaco dissoluto;
La “via”, o l'esaltazione del potenziale umano;
La realizzazione di se stessi nei manga segue 2 vie: “seguire la propria strada” (tipica del seinen manga) e “realizzare il proprio sogno” (tipica degli shonen e shojo manga). Anche questi percorsi sono differenti da ciò che insegna la cultura occidentale, l'autore approfondisce questa tematica in questo paragrafo (“seguire la propria strada”) e nel prossimo.
Il sogno”, o il sentiero del nabe;
Come “realizzare il proprio sogno” tramite i manga.
La nobiltà del fallimento e gli eroi strappalacrime;
E' ben spiegata la passione nipponica per gli eroi perdenti, e per il fallinento in se.
Guarire il mondo”: il selvaggio, la canaglia e il fuorilegge.
E' trattato il personaggio “junjo”, cioè colui che si lancia in combattimento con furore per la sola giustizia, senza calcoli personali.

Capitolo 11- L'universo della memoria. Raccontare l'apocalisse.
Subire, soffocare, vomitare;
L'autore spiega come il manga sia una catarsi nazionale collettiva di alcune tematiche sociali e internazionali, riguardo alla sconfitta della seconda guerra mondiale, l'odio/amore verso gli Usa, la mancata conoscenza da parte dei giapponesi dei crimini commessi durante la guerra, la rinascita economica sfociata nell'essere un gigante economico e un nano politico.
La rinascita attraverso l'apocalisse: Gen di Hiroshima (1973-84);
Tramite il manga descritto nel titolo si analizza ulteriormente la questione del paragrafo “Subire, soffocare, vomitare”.
L'apocalisse contestataria: La scuola alla deriva (1972-74);
Tramite il manga descritto nel titolo si analizza ulteriormente la questione del paragrafo “Subire, soffocare, vomitare”.
Hiroshima decostruita: Violence Jack(1973-78);
Tramite il manga descritto nel titolo si analizza ulteriormente la questione del paragrafo “Subire, soffocare, vomitare”.
Apocalisse New Age: Akira (1982-90) e Nausicaa (1982-94);
Tramite il manga descritto nel titolo si analizza ulteriormente la questione del paragrafo “Subire, soffocare, vomitare”.
Il supermercato delle apocalissi di fine XX secolo: estetica delle fini del mondo e futuri sincretici;
Sono analizzati i manga post-apocalittici e la generazione di mangaka che li ha creati.
La storia, marchiata a fuoco: Alita (1990-95);
E' spiegato come il manga “Alita” sia una metafora del Giappone dalla seconda guerra mondiale ad oggi, scoprendo, alla fine, i valori del Giappone medioevale.
Dalla guerra di papà all'utero di mamma: i mecha da una generazione all'altra.
Il genere robotico è nato come rielaborazione della sconfitta subita dai tecnologici statunitensi e, in seguito, abbia superato il robotico per diventare mecha post-apocalittico (Gundam, Evangelion).

Capitolo 12- L'universo dei sessi/ 1 Essere ragazzi, essere ragazze, stare assieme.
Rispetto ai fumetti di tutto il resto del mondo i manga hanno un'altra caratteristica peculiare, sono indirizzati anche alle ragazze e donne, e sono creati anche da ragazze e donne per le lettrici. Il capitolo analizza la targhettizzazione dei sessi nei manga, pur sapendo che molti generi sono letti da entrambi i sessi.
Virilità e femminilità alla giapponese;
Una breve panoramica sui ruoli maschili e femminili nella società giapponese del passato e del presente.
I ragazzi all'indomani della sconfitta: un mondo deprivato di significato;
I contenuti dei manga per ragazzi dopo la seconda guerra mondiale.
Le ragazze all'indomani della sconfitta: gaman e passione per il teatro;
I contenuti dei manga per ragazze dopo la seconda guerra mondiale.
I ragazzi negli anni 60: in guerra contro sé stessi;
La delusione per il fallimento delle proteste universitarie del 1968 modificò anche i contenuti dei manga: il protagonista del manga alla fine della serie o moriva o si integrava nella società.
I Fiori dell'anno 24: peperoncino nell'acqua di rose;
Nel contesto sociale e politico del 1968, con un femminismo finito presto, iniziano a disegnare una serie di autrici. Mangaka che nelle loro storie daranno alle eroine un potere sugli uomini che nella società era assente. Crearono anche quel filone di manga disegnato da donne e dedicato a donne con tematiche omosessuali maschili, che, ancora oggi, con tutte le varianti possibili, ha successo.
Stare insieme: la “commedia romantica adolescenziale”;
Negli anni 80 nasce la commedia romantica adolescenziale, dedicata ad entrambi i sessi, questo nuovo filone è il riflesso di un cambio di rapporti sociali tra ragazzi e ragazze.
Amori e consumo. La cultura della shinjinrui.
Negli ani 80 esplode il consumismo tra gli adolescenti giapponesi: “Vedo ciò che consumi, quindi so chi sei, per cui ho voglia– o meno- di diventare tuo amico/a”.

Capitolo 13- L'universo dei sessi/2 Confusione e “rivoluzione delicata”
Una delle accuse scatenanti polemiche contro i manga è la confusione dei sessi: efebi ambigui, travestiti dei due sessi; omosessuali dei Boy's Love. Questi manga sono un riflesso della società giapponese, in cui l'uomo ha, in parte, abbandonato il machismo per kawaiizzarsi.
Salvate i ragazzi!;
In reazione a questo mutare dell'identità maschile, e anche ad una società che non assicura più un futuro certo, fioriscono le serie per ragazzi con tematica “ricerca adolescenziale negli universi fantastici”. Dragon Ball inizia questo nuovo filone che vuole rassicurare i ragazzi sul fatto che nonostante tante crisi (identitaria ed economica) l'amicizia e l'impegno porteranno alla vittoria.
Le ragazze liberate?;
I manga per ragazze hanno come protagoniste eroine che non muoiono più come capitava a Lady oscar, ma dominano il maschio. Nella società le donne giapponesi hanno poco potere, ma molto in famiglia. Una parte dei manga ha rappresentato questo aumento di potere delle donne, anche se solo nella sfera famigliare, dove l'eroina tiene testa alla prepotenza maschile.
Forse no!;
Gli shojo manga mantengono una impostazione di base conservatrice, le ragazze possono anche tenere testa ai maschi, ma alla fine si realizzeranno nel matrimonio e nella famiglia.
Ragazzi e ragazze: una pace armata?;
L'autore usa i manga GTO e “Hanayori Dango” per spiegare come i ragazzi vedono le ragazze, e viceversa, nei manga.
Quando i confini si sovrappongono: travestimento e amori fra ragazzi.
Si spiegano aspetti e motivazioni del grande successo del travestitismo maschile e femminile nei manga.
Nel chiudere il capitolo l'autore torna sul perché le vendite di shojo manga in Giappone siano molto calate (diventando il 20% del totale dei manga venduti): la donna giapponese ha raggiunto, se non la parità con l'uomo, l'autonomia economica, potendo godere di un alto livello consumistico, cosa che riduce il bisogno di rifugiarsi nei manga.

Capitolo 14- L'universo dei sessi. Mutandine minuscole e cuori grandi.
Dacci oggi il nostro sesso quotidiano”;
I primi europei che arrivarono in Giappone si scandalizzarono per la mancanza del senso del pudore. Il secondo contatto (alla fine del 1800) tra occidente e Giappone convinse le autorità nipponiche ad occidentalizzare la morale pubblica dei sudditi imperiali, in modo da essere considerati civili dagli occidentali. Lo shinto non ha i tabù sessuali che sono caratteristici della cultura giudaico-cristiana, quindi per gli occidentali la libertà sessuale dei giapponesi era scandalosa. Dopo la guerra le fantasie erotiche giapponesi si sono riversate nei manga.
Elogio della castità adolescenziale;
Prendendo come esempio i manga GTO e “Hanayori Dango” è spiegato come la presenza di continui riferimenti sessuali ha, per assurdo, lo scopo di consigliare ai ragazzi/e l'astinenza sessuale.
Tripudio di sesso, emergenza demografica e “terza categoria”;
Un interessante collegamento tra il calo demografico e l'alta quantità di sesso nei manga per adulti e il grande successo di vendite dei manga pornografici (kanno manga).
Arbitrio e melanzane: la censura giapponese;
E' ben spiegato come si arrivò giudiziariamente all'auto censura dei mangaka/editori nelle scene di sesso e al disegno delle parti intime. Tutto è accettato, basta che non si vedano i peli pubici o la penetrazione.
Le ambiguità della pornografia al femminile;
Le riviste di manga pornografici dedicate alle donne.
La pornografia, dalla controcultura allo sfruttamento commerciale;
Negli anni 70 i manga pornografici erano editi e disegnati da i delusi del 68', quindi avevano anche un valore di protesta, in seguito persero questo aspetto di controcultura.
La YWCA contro gli otaku: l'offensiva della “censura cittadina”;
La lotta tra le associazioni para governative, che difendono la morale pubblica, e gli editori/mangaka sul tema dei manga considerati “yugai” (nocivi).
Verso un manga “sessualmente corretto”.
Il successo, a livello mondiale, del manga ha creato preoccupazione nelle autorità nipponiche per la cattiva immagine che il sesso mostrato nei manga può dare del Giappone presso le altre nazioni.

Capitolo 15- Il mondo spiegato agli adulti. Il manga “informativo”.
Il Giappone è la società dell'informazione (joho shakai) a causa del tipo di sistema scolastico (nozionistico), inoltre il sapere una informazione rende più sicuri in una società molto regolata, infine il “perdere la faccia” non sapendo qualcosa sarebbe poco desiderabile. Tutto ciò ha creato il “manga informativo”.

La quarta mammella del manga;
La nascita del manga informativo (joho) o esplicativo (kaisetsu), oltre a rispondere alla richiesta informativa del lettore, ha permesso di conservare i lettori di manga ormai diventati salryman (impiegati). Questo genere è indirizzato ai 30/40/50enni, e ha una vasta gamma di tematiche: per principianti (nyumon manga), per eruditi (unchiku manga), sull'impresa (salarynan manga o business manga), manualistico (manueru manga), per le casalinghe (ladies comics), sulla politica (seiji manga), sulla società (shakai manga), sulla cucina (gourmet manga) etc.
Un po' di teoria: politica, sesso, scandali;
Le tematiche del manga informativo, cosa crea interesse.
I migliori del mondo! L'economia spiegata ai salryman;
Le tematiche del manga economico.
Governare il mondo: orgoglio, fantapolitica e geopolitica;
Le tematiche del manga politico, che ha forti connotazioni revisionistiche, di negazionismo storico ed è nazionalistico..
La società e come essa dovrebbe essere: lo shakai manga;
Le tematiche del manga sociale.
Riso, pane, vino e lezioni di vita: il gourmet manga;
Le tematiche del gourmet manga.
Pedagogia e marketing: trasformazione finale della “nona arte”?
Le tematiche del manga pedagogico (gakushu), e il suo uso da parte della scuola pubblica e privata allo scopo di aggiornare i programmi scolastici e impostare i corsi supplementari scolastici, dalle elementari all'università. Utilizzati, inoltre, per le campagne informative statali o di privati e associazioni.

Capitolo 16- Ridere e tremare.
I capitolo 16, 17 e 18 si prefiggono di illustrare alcuni generi e autori che l'autore considera più interessanti all'interno dello sterminato panorama del manga nipponico.
Le declinazioni del riso/ 1. Maschera, scatologia e freudismo;
Alcune tematiche dei manga comici;
Le declinazioni del riso/ 2. Non-senso, disperazione e figure ricorrenti;
Alcune tematiche dei manga comici;
Il fascino dell'orrore: più le donne che la spada;
Il manga horror è prevalentemente letto da ragazze/donne, e spesso le loro protagoniste sono donne. L'autore spiega il perché di questi 2 aspetti.
L'occhio, la trasmigrazione e altre orribili specificità nipponiche;
Alcune tematiche dei manga horror;
Spirito giapponese, tecnologia straniera”: il vampiro.
Il motto dell'era Meiji era “spirito giapponese/tecnologia straniera”. Il manga ha ripreso quello spirito con i vampiri, mantenendo alcuni aspetti base ed eliminando ciò che era troppo straniero, infine aggiungendo lo “spirito giapponese”.

Capitolo 17- Combattimenti e kata.
Sono illustrati il manga sportivo (spotsu manga), quello con protagonisti i teppisti (tsuppari manga), quello di guerra.

Il manga sportivo: le trasformazioni del “corpo della nazione”;
Prima della seconda guerra mondiale i manga sportivi non esistevano, dopo la sconfitta nacquero perché gli americani avevano proibito i manga sulle arti marziali (esaltavano lo spirito combattivo nipponico). Finita l'occupazione statunitense i manga di arti marziali tornarono ad essere pubblicati, e quelli sportivi non scomparvero.
Bastonate alla giapponese: dalle giovani canaglie al torneo mortale;
Le tematiche presenti nei manga con protagonisti bande di teppisti e tornei di arti marzali.
(Non) parlare di guerra;
Un paese pacifista, e con un passato di aggressore colonialista, ha l'obbligo di narrare storie che non siano militariste/nazionalistiche, il manga di guerra non ci riesce.
Il manga storico, o l'orgoglio della scherma nazionale.
Il manga samuraico permette di esaltare la guerra senza incappare nelle problematiche esposte per il manga di guerra.

Capitolo 18- E tanti altri generi...
I generi nei manga sono quasi infiniti, oltre che difficilmente inquadrabili. L'autore si limita ad approfondirne alcuni.
L'inesauribile filone del manga investigativo;

Un genere del futuro? Il silver manga;
Il calo demografico e l'invecchiamento della popolazione faranno perdere milioni di copie alle case editrici. Per il primo problema gli editori non possono fare nulla, mentre per il secondo stanno cercando di mantenere il lettore di manga 60enne. Due sono le strategie: un nuovo genere di manga specificatamente con protagonisti anziani (silver manga); la riedizione dei manga che il 60enni leggeva da bambino/ragazzo.
Il “manga su di me”, dall'autoanalisi all'informazione;
Il manga autobiografico (watakushi manga, “manga su di me”) è quello in cui il mangaka si racconta. L'autore ne traccia brevemente la storia.
Problemi d'identità: il Giappone come “nazione cyborg”;
Un parallelismo tra le ansie degli eroi ed eroine cyborg dei manga e la nazione tecnologica giapponese.
Passeggiata in forma di haiku e altre “maniacalità”: il manga d'autore.
I mangaka di manga d'autore (mania manga): Tayo Matsumoto; Junzo Mizuno; Masashi Tanaka; Jiro Taniguchi.

Conclusioni. Quale futuro per il manga?
Il manga schiaccerà i fumetti europei?
Il successo dei manga durerà? Da una generazione all'altra...
Gli editori hanno ucciso la gallina dalle uova d'oro?
Perché leggere manga?




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