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domenica 2 giugno 2013

Mitsuru Adachi, l'espressione del quotidiano, volume 7 della collana “Japan Files”


TITOLO: Mitsuru Adachi, l'espressione del quotidiano, volume 7 della collana “Japan Files”
AUTORE: Federica Lippi
CASA EDITRICE: Iacobelli
PAGINE: 125
COSTO: 12,50€
ANNO: 2011
FORMATO: 21cm X 15cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788862520973

Molto bella questa monografia sulle opere di Adachi. A differenza degli altri numeri di questa collana in questo si parla prettamente dei manga dell'autore, molto meno dell'autore stesso, ci sono dei tratti biografici, ma quasi tutto il libro è incentrato sui manga, sulle tematiche e sui personaggi.
Inizialmente c'è una carrellata di recensioni sui manga di Adachi, Si passa quindi ad una interessante disanima sul cast dei personaggi standardizzati nei manga di Adachi: il protagonista; l'eroina; il rivale; l'amico ciccione; i genitori; il gruppo di amici. Molto acuta la parte successiva in cui l'autrice si addentra nel linguaggio usato da Adachi (in special modo il “sottinteso” nella trama), elencandone i punti di forza e il modo in cui rappresenta la morte e l'amore. Ed anche la filosofia del “hi sureba hana”, cioè che nel mistero si cela la bellezza, infatti nei manga di Adachi spesso i momenti toccanti non sono mostrati, sono celati. L'autrice spiega bene perché Adachi sovente si disegna all'interno della storia, ed è ben spiegato lo scopo del fan service presente nei suoi manga. In fine c'è un approfondimento sui luoghi in cui le storie di Adachi si dipanano: la scuola. C'è una veloce spiegazione del sistema scolastico giapponese, delle sue problematiche, come il bullismo (che nei suoi manga è quasi assente), dei club sportivi, in particolare dei club di baseball. E sul baseball si concentra la parte finale del libro, dove è ben spiegato il torneo estivo del Koshien (lo stadio, il torneo, il ritiro sportivo etc), che tanto spazio ha nelle sue storie.
L'ultimo capitolo riporta le serie animate tratte dai suoi manga.
Unica pecca di questa opera di Federica Luppi sono le inutili 32 pagine di immagini a colori, colpa non ascrivibile all'autrice, ma alla casa editrice, che in questo modo toglie 32 pagine di contenuti ai lettori. La monografia è bella, lo sarebbe potuto essere di più con 32 pagine di scritto invece che di insulse immagini.

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