TITOLO:
Mitsuru Adachi, l'espressione del quotidiano, volume 7 della
collana “Japan Files”
AUTORE: Federica Lippi
CASA EDITRICE: Iacobelli
PAGINE: 125
COSTO: 12,50€
ANNO: 2011
FORMATO: 21cm X 15cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di
Milano
CODICE ISBN: 9788862520973
Molto bella questa monografia sulle
opere di Adachi. A differenza degli altri numeri di questa collana in
questo si parla prettamente dei manga dell'autore, molto meno
dell'autore stesso, ci sono dei tratti biografici, ma quasi tutto il
libro è incentrato sui manga, sulle tematiche e sui personaggi.
Inizialmente c'è una carrellata di
recensioni sui manga di Adachi, Si passa quindi ad una interessante
disanima sul cast dei personaggi standardizzati nei manga di Adachi:
il protagonista; l'eroina; il rivale; l'amico ciccione; i genitori;
il gruppo di amici. Molto acuta la parte successiva in cui l'autrice
si addentra nel linguaggio usato da Adachi (in special modo il
“sottinteso” nella trama), elencandone i punti di forza e il modo
in cui rappresenta la morte e l'amore. Ed anche la filosofia del “hi
sureba hana”, cioè che nel mistero si cela la bellezza, infatti
nei manga di Adachi spesso i momenti toccanti non sono mostrati, sono
celati. L'autrice spiega bene perché Adachi sovente si disegna
all'interno della storia, ed è ben spiegato lo scopo del fan service
presente nei suoi manga. In fine c'è un approfondimento sui luoghi
in cui le storie di Adachi si dipanano: la scuola. C'è una veloce
spiegazione del sistema scolastico giapponese, delle sue
problematiche, come il bullismo (che nei suoi manga è quasi
assente), dei club sportivi, in particolare dei club di baseball. E
sul baseball si concentra la parte finale del libro, dove è ben
spiegato il torneo estivo del Koshien (lo stadio, il torneo, il
ritiro sportivo etc), che tanto spazio ha nelle sue storie.
L'ultimo capitolo riporta le serie
animate tratte dai suoi manga.
Unica pecca di questa opera di
Federica Luppi sono le inutili 32 pagine di immagini a colori, colpa
non ascrivibile all'autrice, ma alla casa editrice, che in questo
modo toglie 32 pagine di contenuti ai lettori. La monografia è
bella, lo sarebbe potuto essere di più con 32 pagine di scritto
invece che di insulse immagini.
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