TITOLO: Giapponeserie, un antropologo tra uomini e spiriti lontani
AUTORE: Antonio Marazzi
CASA EDITRICE: Unipress
PAGINE: 405
COSTO: 26 €
ANNO: 2001
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN: 9788880981367
Il saggio è
composto da otto capitoli, ed in ognuno dei quali l'autore affronta
un tema diverso, analizzando innumerevoli aspetti della filosofia,
della religione e della società giapponese. I paragrafi di ogni
capitolo sono abbastanza brevi, e prendono spunto molto spesso da
consuetudini comuni, riti, festività, usanze.
Il linguaggio è
comprensibile anche per un non antropologo, tranne per l'ultimo
capitolo, che forse vuole essere la conclusione dei precedenti sette,
ed è scritto in maniera più complessa.
Gli argomenti
trattati sono veramente molti, ed è impossibile riportarli tutti.
Purtroppo l'indice non aiuta ad individuare i soggetti analizzati, in
quanto nel titolo quasi mai è ben specificato il tema.
All'interno di un
capitolo può capitare che ci si perda un po' il filo logico del tema
trattato, in alcune occasioni si tende a saltare un po' troppo di
palo in frasca.
Detto ciò, secondo
me, il saggio merita di essere letto.
Capitolo 1: Cinque
secoli di esotismo (4 paragrafi)
Si affronta la
questione “dell'esotismo”, cioè la visione, talvolta contorta,
della cultura asiatica con occhi occidentali. In particolare viene
spiegata la nascita delle “giapponeserie” di fine 800, oltre alla
difficoltà per un occidentale di comprendere il Giappone e il
pensiero asiatico in generale.
Capitolo 2: Esotismi
vecchi e nuovi (12 paragrafi)
Il termine
“giapponeserie” deriva dal francese “japonaiseries”, cioè le
espressioni della cultura giapponese, specialmente di quella
estetica.
In questo capitolo
si accenna alla crisi economica tra il 1990 e il 2000, preannunciando
una futura ripresa ed espansione dei consumi, cosa che nel 2013 non è
ancora capitata...
Capitolo 3: Kitsune,
la volpe (5 paragrafi)
Il culto di Hinari e
della volpe sul monte Hinari a Fushimi: pratica, storia, significati,
attualità.
Capitolo 4:
Villaggio, città, metropoli (24 paragrafi)
L'autore nel 1983
svolse un viaggio di studi in Giappone. Venne prima ospitato nel
villaggio di Harushi nel Tohoku occidentale (539 abitanti), poi andò
a risiedere nella città di Chichibu (62000 abitanti), ed infine a
Tokyo.
Questi tre diversi
luoghi permettono allo studioso di spiegarci le differenze
socio-economiche della struttura sociale giapponese.
Secondo l'autore gli
obblighi sociali verso l'azienda in cui si lavora e i colleghi è più
forte a Tokyo, e va a diminuire di importanza man mano che la città
è più piccola (Chichibu, Haruishi). Nel villaggio gli obblighi
verso l'azienda sono sostituiti da quelli verso la famiglia e la
comunità.
A Tokyo lo studio
lascia largo spazio alla descrizione dell'organizzazione del lavoro
di 3 fabbriche, dubito che nel 2013 queste considerazioni abbiano
ancora molto valore.
Capitolo 5: Tokoro,
il tempo – luogo (31 paragrafi)
Il capitolo affronta
da molteplici punti di vista il concetto di “tokoro”.
Da pagina 135: “La
parola tokoro, in giapponese, viene usata comunemente per collocare
il fatto o l'azione espressi in una frase, in senso spaziale (luogo)
oppure temporale (momento), a seconda delle intenzioni di chi parla o
scrive; e dal contesto si comprende quale è il contesto scelto... le
due dimensioni non vanno intese separate, secondo l'uso che noi
facciamo abitualmente dei due termini corrispondenti alla nostra
lingua.”
Capitolo 6: Energia
in movimento (14 paragrafi)
Il sesto capitolo
rimane sul tema filosofico/religioso, concentrandosi sulla sacralità
che i monti hanno per la società giapponese.
Ecco alcuni
argomenti trattati: asceti, yamabushi, pratiche ascetiche,
pellegrinaggi, astinenze, lo shugendo, la purificazione, il circuito
degli 88 templi.
Capitolo 7: Tempo
degli uomini, degli spiriti, degli antenati (52 paragrafi)
Questo capitolo
affronta le festività religiose, buddiste, shintoiste ed anche
cristiane. Ma anche le superstizioni sui giorni, mesi ed anni fausti
ed infausti. In pratica è un vademecum sulle scadenze religiose
giapponesi.
Capitlo8: Sincronie,
sintopie e armonie (14 paragrafi)
L'ultimo capitolo è
il più complesso, e l'unico che fondamentalmente non ho capito.
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