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mercoledì 28 ottobre 2020

"UFO Soldier Daiapolon TV ehon" - 1976 (libro illustrato TV)

Ringrazio Andrea e Valentina per avermi fatto dono di questa (ed altro materiale del medesimo tipo) pubblicazione per bambini.
Alle fiere del fumetto sono incappato più volte in questi libricini super solidi con la copertina e le pagine in cartoncino rigido e spesso sulle serie animate giapponesi. Si vede che gli editori giapponesi non erano proprio stupidi, visto che i bambini spaccano tutto, non tutti, ma molti (io ero fra questi...), pensarono bene di mettere un commercio questi libri illustrati a prova di scalmanato. 
Riflettendoci un po' mi sono reso che conto che anche in Italia esistevano pubblicazioni simili, cioè in cartoncino rigido, ma le ricordo di formato molto più piccolo e di pochissime pagine, di solito erano dedicate a bambini non ancora in grado di leggere, con immagini o storie elementari con poco scritto. 
In Giappone decisero, invece, di usare lo stesso genere di pubblicazione per un target di bambini già scolarizzati che seguivano, ovviamente, le serie animate televisive, in questo caso robotiche.
Il risultato finale sono dei libri illustrati recanti i disegni e le storie dei propri eroi che, grazie alla resistenza del materiale con cui vennero prodotte, sono arrivate fino a noi in ottime condizioni.
Questo pezzo in particolare sembra messo in vendita ieri  ^_^


Il libro illustrato l'ho datato 1976, cioè l'anno di uscita dell'anime in Giappone, purtroppo non sono riuscito a capire se è presente la data dell'anno imperiale inerente all'era Showa (Hirohito). 
Teoricamente ci sarebbe dovuto essere da qualche parte l'ideogramma dell'era Showa (昭和時代)  seguito dal numero cinquanta, visto che dall'anno della salita al trono di Hirohito (1926) all'anno in cui fu trasmesso il Daiapolon, intercorsero 50 anni. Il numero "50" non c'è di certo, l'ideogramma non mi pare.


E' previso per il 15 dicembre l'uscita del cofanetto edito dalla "Yamato Video" di "UFO Soldier Daiapolon", uno degli ormai non tantissimi robottoni che mancavano in formato ufficiale, quindi ho pensato di "festeggiare" questo prossimo avvenimento con il seguente post.
Per quanto mi riguarda da bambino non vidi molti episodi del Daiapolon, un po' perché era trasmesso da una emittente locale che non si vedeva bene, un po' perché, per quanto non mancassi di fantasia, non comprendevo perché un robot alieno vestisse come un giocatore di football americano.... 

martedì 27 ottobre 2020

"La biondina dal cuore di cartone", di Alfredo Boccioletti - "Il Resto del Carlino 30 agosto 1981


Premessa: io Candy Candy la seguì assiduamente fino a quando diventa infermiera, poi mi spaccai i maroni ad assistere alle sue sfighe a ciclo continuo... quindi non mi si può considerare un suo fan.
Il quotidiano "Il Resto del Carlino" prese una posizione del tutto anti cartoni animati giapponesi, specialmente quando iniziarono le prime polemiche sulla loro nocività educativa. Questo articolo pubblicato a metà del 1981, quindi un anno dopo lo tsunami mediatico versus gli anime della primavera 1980, è molto sarcastico verso Candy Candy e l'animazione televisiva giapponese in generale, non che la signorina tutta lentiggini non si meritasse un po' di pesante ironia, ma il giornalista riesce a confezionare uno scritto che, letto oggi, si presta esso stesso al medesimo gioco   ^_^
Vediamo una parte di termini, anche se paiono più epiteti, appioppati a Candy:
"malefico incantesimo", "Terence emerito imbecille", "immorale mischiare il sakè (gli anime) all'acquasanta (Disney)", "gelidi computers", "scempio della fantasia", "deleterie influenze sulle giovani generazioni", "falsità di fondo", "plagiare anche le ragazze in età da marito", "rischio di nevrastenia", "candynite".
Il tutto si conclude con l'auspicio che la "Candida di educazione giapponese" possa essere omaggiata con dei crisantemi.
Da capire se "candida" con la "C" maiuscola intendesse alludere all'infezione "candida albicans"...
In sole cinque colonnine si possono leggere un numero inusitato di giudizi negativi, chissà le reazioni se oggi venisse scritto un articolo simile con Masha di "Masha ed orso" come soggetto, Putin invierebbe i Mig   ^_^


Io non sono un sostenitore assoluto del "politically correct", trovo che in generale permetta di affrontare le discussioni in maniera più civile, ma trovo lecito anche fare delle eccezioni se il soggetto del tema è uso non applicarlo.
Negli anni 70 ed 80 il "politically correct" non esisteva, bastava l'educazione di base impartita ad ognuno, e chi si occupava di media non usava quasi mai toni scalmanati (cosa ormai di prassi oggi...). Considerando che Candy Candy è un personaggio inventato, ci sta che si calchi la mano, comunque lei non si sarà di certo offesa, però non mi pare molto simpatico evocare la morte per radiazioni dovuta alla bomba atomica di Hiroshima, altresì stereotipico l'accenno al kamikaze.
Quindi una madre giapponese sarà contaminata dalle radiazioni ed un padre giapponese sarà disposto a schiantarsi con il proprio caccia zero.
Le 150 puntate citate/minacciate nel titolo sono presenti anche nello scritto, difficile capire se fosse un'informazione vera, seppur errata (visto che sono in tutto 115!), oppure altro semplice sarcasmo.
Una delle accuse classiche a questo genere di serie animate giapponesi era l'eccessiva inclinazione al pianto dei suoi protagonisti, mentre Dumbo e Bambi erano molto allegri...
Simpatica l'idea di riunire personaggi della Disney con quelli degli anime, senonché il mix sarebbe quanto di più immorale esistesse, cioè mischiare il sakè all'acquasanta.
Walt Disney santo subito, anche se come persona non è che fosse il massimo, consiglio la lettura di "Walt Disney il principe nero di Hollywood" di Marc Eliot (Bompiani).

venerdì 23 ottobre 2020

"La prima spedizione italiana nell'interno del Giappone e nei centri sericoli" - Pietro Savio (1869) - parte 5

 


A metà del 1800 l'Italia ed il Giappone avevano un interesse commerciale in comune, la  sericoltura.
Pietro Savio fece parte di una spedizione commerciale per studiare l'allevamento del baco da seta in Giappone e per stipulare accordi commerciali. Durante questo viaggio di lavoro prese nota di tutto ciò riguardava l'industria del baco da seta giapponese e lo pubblicò in questo libro. A dire il vero, come mi capitò per "Il Giappone Moderno" di Giovanni De Riseis, io non ho ancora letto nulla di questo libro, quindi non sono certo che vi siano riportati anche aneddoti di vita sociale del periodo.
Il lunghissimo libro di De Riesis venne pubblicato nel 1900, ma raccontava di un viaggio del 1895, lo scritto di Pietro Savio venne pubblicato nel 1873, però il viaggio è datato giugno 1869!
Ben 26 anni prima, quindi l'autore si recò in un Giappone ancora poco occidentalizzato, mi auguro che l'autore non vi abbia riportato solo le tecniche di sericoltura.
L'epoca Meiji iniziò nel 1868, cioè pochi mesi prima di questo viaggio
Confido nel titolo, in cui si parla di "prima spedizione italiana nell'interno del Giappone", e solo in carattere più piccolo si accenna a i centri sericoli.
Come per il libro di De Riesis, sono molto belle le incisioni, più piccole in quanto il formato del libro è quello di un quaderno.

Penultimo appuntamento con la cronaca del viaggio compiuto da Pietro Savio nel 1869, cento anni prima dell'approdo umano sulla Luna.

A dire il vero, rispetto a "Il Giappone Moderno" - Giovanni De Riseis (1895), questo libricino è assai  meno interessante. Descrive di certo degli scorci di un Giappone poco influenzato dagli occidentali, ma lascia largo spazio alla sericoltura, fatto corretto visto il suo titolo, ma di nessun interesse per una persona che lo rilegge oggi, sempre che non si occupi di sericultura  ^_^


lunedì 19 ottobre 2020

Megaloman (1979) - puntata 20


Se alla fine della puntata precedente avevo temuto che non terminasse, cosa che poi non è successa, questa volta il cospicuo contenuto dell'episodio ha reso ineluttabile la divisione in due parti della storia.
Quindi questa è la seconda volta, fino a questa ventesimo episodio, in cui una puntata è divisa in due parti. 
Quando ai tempi ciò capitava, ti prendeva l'ansia... niente streaming, niente videoregistratore, nessuna possibilità di fruire una seconda volta di un contenuto... se il giorno dopo, alla medesima ora, non ti fosse stato possibile essere davanti alla televisione, sarebbe stato molto possibile che per decenni tu non avresti mai saputo come finiva quella singola puntata (o serie!).
Esisteva anche la variabile impazzita della ricezione dell'emittente... i segnali UHF e VHF potevano essere molto labili, specialmente se (come nel mio caso) la ricezione non era dovuta ad un impianto condominiale professionale, ma alla classica antenna posta sul balcone. Caratteristica tipica di quel periodo sui tutti i balconi della città dove abito, l'antenna sul balcone faceva parte del panorama cittadino come, alcuni decenni dopo, sarebbe toccato all'antenna parabolica per la ricezione satellitare (fino a quando i condomini non la gestirono in blocco).
In pratica, se abitavi ad un piano alto, magari con spazio libero di fronte, avevi più possibilità di vedere i canali senza interferenze, e di vederne di più, se eri relegato ai paini bassi, dovevi incrociare le dita   ^_^
Esistono intere serie che ho rivisto solo da adulto, perché il canale che le trasmetteva nella mia zona si vedeva male... per esempio "Guerra fra galassie".
Certo, di norma le tv locali facevano una replica in orario diverso il giorno successivo, ma, appunto, l'orario magari non era quello che ti permetteva di vederla. 
Senza contare che la programmazione cronologica di prime visioni e repliche lasciava spesso molto a desiderare:


Questa volta il tiolo della puntata è proprio ciò che promette: una grande invasione di kaiju!

"Bambini e bambine venghino venghino, nel 20esimo episodio non vedrete un kaiju, neppure due kaiju, maccheddico, neanche tre mostri spaziali! 
Quattro? 
Ma scherziamo?!
Bambine e bambini, in questa puntata ci saranno ben CINQUE, e dico, cari giovani telespettatori, CINQUE kaiju contemporaneamente!!!"

La puntata vede l'esordio di un personaggio dei cattivi che avevo dimenticato, il perfido scienziato cattivo: Bairok!

Da bambino quel trucco sul viso, che ne amplificava il ghigno malefico, mi inquietava assai... che poi di alieno aveva il rossetto nero sulle labbra, un puntino rosso fatto a pennarello ed un mantello dal colore improponibile con un fiocco da prima elementare   ^_^
Avendo la televisione in bianco e nero, il vedevo solo un grigio chiaro come colore del mantello,  e sinceramente era meglio immaginarselo grigio chiaro che turchese...

Tornano le devastazioni delle città modellino e rifanno la loro comparsa, dopo alcune puntate, le esplosioni che mettono a repentaglio la vita del cast di attori, tra cui un bambinetto!
Al minuto 13 e 55 secondi si vedono i nostri eroi correre, c'è poco più di un fotogramma senza esplosione, poi c'è la deflagrazione, nel medesimo 55esimo secondo.
I ragazzi continuano a correre verso il fuoco, Takashi lo salta al 57esimo secondo (2 secondi dopo l'esplosione!), mentre Ippei vi passa di lato al 58esimo secondo (3 secondi dopo l'esplosione), non lo salta perché è un nano, altrimenti sarebbe rimasto arrostito.
Ho riguardato la scena più volte e non si tratta di controfigure, sono sempre gli attori.
Se pensiamo alla simpatica tutina indossata dagli attori, bisognerebbe sapere di quale materiale fosse, perché alcuni di questi tessuti sono altamente infiammabili. 
Indipendentemente dall'infiammabilità della tutina, resta il calore, le bruciature, ma, soprattutto, il rischio che prendano fuoco i capelli!!!

Sinceramente pensavo che la produzione si fosse data una calmata, visto che negli ultimi episodi non si vedevano più scene come questa, ma qui siamo al tentato omicidio colposo...

venerdì 16 ottobre 2020

"Onda TV" dal 6 al 12 gennaio 1980

Con questo numero 2 dal 6 al 12 gennaio 1980 termino di postare tre "Onda TV" consecutivi:

Purtroppo in questo numero, a differenza degli altri due, non ci sono i titoli delle singole puntate delle serie animate giapponesi trasmesse dalla tv locali private.
Non c'è neppure un articolo sulle emittenti private, mentre i due numeri successivi (temporalmente) dedicavano spazio ad "Antenna Nord" e "Tele Radio Monza Brianza".
Non ci sono molti articoli interessanti, uno sugli Skiantos, un trafiletto sulle trasmissioni future della Svizzera Italiana (se non ho capito male), infine una esilarante previsione di quello che ci avrebbe aspettato nel 1980, vaticinata da una sensitiva che ai tempi pare frequentasse le tv locali Lombarde.
Dato che sono parecchio allergico al paranormale, ho fatto un'opera di fatcheking postuma di 40 anni, e la signora, a parte le previsioni assolutamente vaghe e fin statisticamente logiche, quando è entrata nel dettaglio, non ne ha azzeccata una ^_^

Stavolta inserisco prima i palinsesti e alla fine gli articoli, compreso la dama con la palla di cristallo.

Il 6 gennaio 1980 sulla Rete " della Rai veniva trasmessa l'ultima punta di "Atlas Ufo Robot", vedasi stellina rossa e lacrimuccia di commozione automatica  T_T

giovedì 15 ottobre 2020

"Onda TV" dal 13 al 19 gennaio 1980


Nel precedente post avevo presentato il n° 4 di "Onda TV" dal 20 al 26 gennaio 1980, che presentava un articolo sull'emittente locale Tele Radio Monza Brianza (TMB), in cui si accennava che nel n° 3 della settimana prima era stata "ampiamente presentata" "Antenna Nord". Nel leggere quella frase mi ero rammaricato del fatto che non avrei mai potuto consultare quel numero, visto che la rivista "Onda TV" è di difficile reperimento, sbagliavo... visto che ho anche quel numero e quello prima   ^_^
Quindi in questa occasione proseguirò la presentazione dei numeri consecutivi, ma solo in ordine inverso: 4... 3... 2 (il prossimo post).
In questo modo si potrà avere una buona panoramica della programmazione delle principali emittenti milanesi/lombarde, in considerazione del fatto che "Onda TV", rispetto a "TV Sorrisi e Canzoni", aveva una pagina dedicata per nove tv locali private:
"Antenna 3 (Lombardia"; Lomardia 1-2"; "Tele Nord Italia"; Antenna Nord"; Telereporter"; Tele Alto Milanese"; Milano TV"; Tele Milano"; Teleradiocity".

In realtà nei numeri 2 e 3 c'è anche "TVM66", ma nel numero tre (questo) non trasmetteva causa motivi tecnici, e nel numero quattro, come si è visto nel post precedente, era stata degradata alla terza pagina dei programmi, quella con tutte le emittenti private.
Nel numero successivo di "Onda TV" su "Tele Milano" troveremo solo il penultimo episodio del Grande Mazinga recante il titolo della puntata (domenica 20 gennaio "Tetsuya e Koji all'attacco"), mentre, sempre su "Tele Milano", la domenica 13 gennaio presentava tutti gli episodi di Jeeg ed il Grande Mazinga titolati:
Il Grande Mazinger: 
h 9,30 Operazione attacco speciale;
h 10,30 Il potente superrazzo;
h 11,30 Coraggio contro la morte;
h 13,00 Non c'è riposo per gli eroi.

Jeeg:
h 10,00 Raggi omega;
h 11,00 A qualsiasi costo;
h 12,00 L'ultima carica.

Sennonché l'ordine cronologico delle puntate era un po' incasinato rispetto a quello corretto.
Il Grande Mazinger: 
Operazione attacco speciale = puntata n° 48
Il potente superrazzo = puntata n° 47
Coraggio contro la morte = puntata n° 46
Non c'è riposo per gli eroi = puntata n° 49

Jeeg:
Raggi omega = puntata n° 40
A qualsiasi costo = puntata n° 39
L'ultima carica = puntata n° 38

L'altro unico giorno in cui sono presenti i titoli delle singole puntate è lunedì 14 gennaio.
Il Grande Mazinger:
h 13,00 "Il Grande Mazinger perde la testa" = puntata n° 45
h 19,30 "Il sole dietro le lacrime" = puntata n° 50

Jeeg:
h 19,00 "Il ritorno di Himika" = puntata n° 41

Poi, molto probabilmente si trattò solo un refuso della rivista o un errore di comunicazione dell'emittente, ma ai tempi capitava che ti ritrovavi puntate mandate in onda a caso...
La settimana successiva su "Antenna Nord" i titoli delle puntate di Lupin terzo saranno quasi tutti corretti e nel corretto ordine.

La mia frase non aveva lo scopo di far crescere hype per questo post, semplicemente talvolta non ho ben chiaro tutto il materiale che ho in casa, cantina e box...    >_< 



Viene intervistato il direttore del palinsesto di "Antenna Nord" Lillo Tombolini, mentre i due visi dell'emittente sono quelli di Gabriella Golia ed Elena Mazza.

martedì 13 ottobre 2020

"Onda TV" dal 20 al 26 gennaio 1980


Trovo sempre interessanti i numeri di "Onda TV", benché gli articoli siano molto pochi e più brevi rispetto ai "TV Sorrisi e Canzoni", purtroppo reperire numeri di questa rivista delle annate a cavallo tra la fine del 1970 ed i primissimi anni 80 è arduo. 
In questo numero non è che ci siano articoli rivoluzionari per la storia della televisione (un paio li ho direttamente omessi), uno sull'emittente "Tele Radio Monza Brianza" (che non captavo), uno su un programma di "Antenna 3 Lombardia" ed un altro paio sui programmi Rai. Uno di questi due sulla Rai è la replica del marito di Rita Pavone (Teddy Reno) ad una critica di Alberto Bevilacqua ospitata sulla sua rubrica sul Corsera, si vede che lo scrittore non se la prendeva solo contro i cartoni animati giapponesi:


La veste grafica dei palinsesti tv, sempre pulita ed asciutta, rendeva la consultazione molto veloce, anche se il carattere di scrittura era un po' minuscolo, la pagina delle tv locali monori è quasi illeggibile tanto è ridotto... 
I film presentavano spesso una breve sinossi, e, soprattutto, nel gennaio 1980 i "cartoni animati giapponesi" erano presentati con il titolo della serie, magari non sempre, ma non sono più anonimi cartoni animati come nei numeri di qualche mese prima. Questo almeno per la seconda pagina giornaliera dei programmi, dove erano ospitate le tv locali più importanti. La terza pagina con le tv locali meno famose recava ancora solo il desolante "cartoni animati", pure film e telefilm quasi sempre mancavano di un titolo.
Ora fioccano Jeeg, il Grande Mazinga (con il titolo della penultima puntata!), Falco il superbolide, Gaiking, il telefilm jappo "Guerra fra galassie", Lupin III (con il titolo delle puntate!!!), Danguard, e c'è pure la prima puntata di Mazinga Z sulla Rete 1 con tanto di sinossi.
La fetta di pubblico rappresentata dai bambini iniziava ad avere un valore, basta vedere che Lupin III era trasmesso da "Antenna Nord" in prima serata alle 20,00 (direttamente in concorrenza con il TG1), sicché le tv locali private iniziarono a comunicare con più precisione quale serie giapponese veniva messa in onda.

Edit del 15 ottobre:
Ho controllato i titoli delle puntate di Lupin III, per esempio domenica 20 gennaio erano in programmazione tre episodi:
h 11,30 "Un complesso di inferiorità";
h 13,00 "Il terzo sole";
h 20,00 "L'evasione di Lupin".

La puntata "Il terzo sole" corrisponde alla terza, la mitica "L'evasione di Lupin" è la quarta, ma "Un complesso di inferiorità" non esiste come titolo, forse era la seconda puntata con un titolo differente?
Resterà un mistero  ^_^
Per il resto gli altri titoli di Lupin III sono corretti ed in ordine cronologico, anche se per una serie come questa, con puntate fondamentalmente autoconclusive, poco cambiava rispettare la sequenza corretta.



Il numero prima di questo (il n° 3 dal 13 al 19 gennaio) conteneva un ampio articolo su "Antenna Nord"!
Che peccato sapere che non lo si potrà mai leggere...
Il direttore dei programmi Antonio Mariani affermava che "Tele Monza Brianza crede molto nei telefilm e nelle serie a cartoons per lo più giapponesi ed americani che oggi vanno per la maggiore", purtroppo TMB era relegata alla terza pagina dei programmi tv, ergo nessun titolo delle serie...
Poco sotto ho riunito i sei palinsesti settimanili di TMB, solo sei perché la domenica l'emittente brianzola riposava, strano per degli stakanovisti brianzoli...

lunedì 12 ottobre 2020

"Philips Electronic Engineer - all transistor 20 " (anni 60)

Gli ultimi tre post sono un po' ad effetto domino.
Il gioco in scatola "Inchiesta Aperta" della Giochiclub pubblicato nel 1969 ha fatto cadere la tessera del catalogo di giocattoli de "la Rinascente" (1970/71?), che a sua volta ha innescato questo post.
Infatti l'immagine sopra è quella presente a pagina 93 del catalogo "la Rinascente" linkato sopra, nella fascia di età dai 9 ai 12 anni, dove venivano presentati alcuni articoli della Philips di carattere educativo: 
"Giochi ed esperimenti scientifici per scoprire i segreti dell'elettronica e imparare ad applicarne i principi. Scatole per 12 esperimenti 7500 lire, per 24 esperimenti 14000 lire
Con il Radio Esperto si può costruire un vero e proprio apparecchio radio ricevente a transistors, completo d mobile, uguale a quelli costruiti dai tecnici e si imparano i principi fondamentali della radiotecnica. Costa 10000 lire."

Non per essere classista, ma educare il proprio figlio giocando, aveva un costo:
7500 lire = 71 euro 
14000 lire = 133 euro
10000 lire = 95 euro

Chiaramente non tutte le famiglie italiane potevano permettersi questa spesa, mentre oggi a grandi linee sono presenti molti giochi educativi a prezzi abbastanza accessibili per tutti, poi, se si vuole regalare "la piccola centrale nucleare" al nipotino, si dovrà comunque avere una disponibilità economica sopra la media.
Tornando al collegamento fra il precedente post e questo, quando ho visto gli articoli della Philips mi è tornato in mente che anni fa avevo preso da uno stock una serie di giochi, tra cui c'era una confezione non completa di questa serie di articoli.

Lo scopo del post è solo di "smaltire" un acquisto non strategico, nobilitandolo con un post e dare una certa concretezza ad una singola immagine di un catalogo di 50 anni fa.
Per il resto non posso aggiungere altro, in quanto da bambino non sarei mai stato in grado di assemblare dei marchingegni del genere, già andavo in difficoltà con i Lego...

Manca chiaramente la basetta sperimentale su cui montare i pezzi, mancano un po' di componenti, ma, per esempio, le schede che esemplificavano graficamente il montaggio terminato, sono in parte intonse. Prova che il piccolo proprietario originario non si cimentò in tutte le varianti possibili.
Molto bello il manuale di spiegazione di 72 pagine (ogni pagina era ripartita in due settori), diviso in una parte teorica ed una pratica.
Ho trovato sul web un sito in inglese che presenta molte altre confezioni e questa in particolare:

domenica 11 ottobre 2020

Giocattoli "la Rinascente" (1970/71?)


La scelta di postare questo corposo (100 pagine) catalogo di giocattoli è data da molteplici aspetti interessanti della pubblicazione, in primis la mia curiosità di vedere se in uno dei tanti cataloghi di giocattoli in mio possesso ci fosse il gioco in scatola "Inchiesta Aperta", pubblicato nel precedente post.
Alla fine "Inchiesta Aperta" l'ho trovato, con addirittura il prezzo alla vendita, cioè 4000 lire. A questo punto mi sono reso conto che tutto il catalogo della Rinascente conteneva i prezzi, quindi, anche in virtù del target degli articoli proposti per famiglie non popolari, volevo vedere a quanto corrispondessero quei prezzo all'oggi. 
Qualche anno fa avevo postato due libricini giapponesi pieni zeppi di pubblicità di giocattoli (ed altro) risalenti alla decade 1965/1974, e paragonandoli a quelli italici del medesimo periodo li avevo trovati molto più di qualità, con giocattoli più ricchi e belli:

Questo catalogo de "La Rinascente" riequilibra un po' la bilancia dalla parte italiana, visto che vi si trovano giocattoli veramente particolari, complessi e costosi. Ovviamente la catena "la Rinascente" (presente al momento della stampa a Milano, Genova, Roma, Napoli, Cagliari e Catania) non era l'Upim o la Standa, era un grande magazzino per ricchi (o comunque non aveva prezzi popolari). Mia madre mi ci portava spesso quando passavamo per piazza del Duomo, ma non ricordo abbia mai comprato nulla, se non piccole cose.
Un altro aspetto interessante del catalogo è la presenza di una analisi sul giocattolo differenziata per età del bambino, purtroppo di questo scritto è mancante la prima pagina, ma il resto l'ho messo tutto.
Il catalogo ha anche smentito in gran parte la mia convinzione che alla fine degli anni 60 ci fossero pochi giochi in scatola disponibili, mentre ne sono pubblicizzati ben 25. Probabilmente nei cataloghi di giocattoli dei grandi magazzini per il popolino non erano un articolo molto richiesto, mentre per le famiglie di fascia di reddito più alta era un tipo di gioco consueto.
Infine nelle ultime tre pagine ci sono i marchi in ordine alfabetico di tutte le aziende presenti nel catalogo.
Purtroppo non mi è stato possibile datare con certezza la pubblicazione, in quanto da nessuna parte è presente l'anno, forse era stampato nell'unica pagina mancante... comunque, esaminando gli articoli proposti, sono risalito alle annate 1970 o 1971, non credo oltre, di certo non prima, anche perché "Inchiesta Aperta" è del 1969 e il Minicinex è del 1970.
Chiaramente per motivi anagrafici non ho mai giocato alla gran parte di questi giocattoli, anche se alcuni sono sopravvissuti per molti e molti anni nei negozi e nei cataloghi, come, per esempio, "Concilia?" della Clementoni.


Questione prezzi dei giochi e rivalutazioni ad oggi.
Come sempre ho sfruttato il sito dell'Istat. Alla fine del post è presente un'immagine che serve da piccolo vademecum per il calcolo a spanne, che si basa su questi valori:
500 lire del 1970 = 4,76 €
1000 lire del 1970 = 9,52 €
2000 lire del 1970 = 19,04 €
5000 lire del 1970 = 47,59 €

L'articolo più costoso presente nel catalogo è una macchina ad accumulatore elettrico della Formula 1 che costava ben 49500 lire (del 1970?), quindi 471 euro di oggi, se vi vanno a vedere i prezzi dei medesimi articoli attuali per bambini, si vedrà che sono tutti inferiori, di norma di circa la metà. Si vede che alla fine del 1960 era un giocattolo veramente di nicchia ricca, se si pensa che uno stipendio di un operaio era sotto le 100 mila lire.

Alla fine il giocattolo "gioco di società" non era poi così raro come mi ero convinto, anzi, diciamo che lo era per la fascia medio bassa di reddito, mentre per la fascia medio alta di reddito c'era abbastanza scelta. Probabilmente con passare degli anni i prezzi scesero e i giochi in scatola divennero disponibili anche per chi viveva nelle case popolari   ^_^

In questo post ho già recensito "Il gioco del calcio" della "Giochiclub":

giovedì 8 ottobre 2020

"Inchiesta Aperta" - Giochiclub (1969)

 

Cercando notizie su questo gioco in scatola ho scoperto che "Cluedo", secondo Wikipedia, si pronuncia "kluːdoʊ", io l'ho sempre pronunciato come si legge... ma prima di "kluːdoʊ" esisteva "Inchiesta Aperta", che fu la versione originaria pubblicata in Italia nel 1969 da "Giochiclub" su licenza della "John Waddigton Limited".
Consultando il Dizionario dei giochi da tavolo si può apprendere che l'edizione con nome "Cluedo" arrivo nel 1974, sempre grazie alla Giochiclub, che fu anche la prima azienda italiana a distribuire Risiko nel 1968, quindi i due giochi di società uscirono nell'arco di un anno.
"Giochiclub" era un'azienda della "Meyercord Italiana spa", che a quanto pare si occupava inizialmente di decalcomanie, ho questa idea in quanto su Ebay si trovano solo questi articoli con il nome "Meyercord. Sul bordo della confezione è presente la dicitura "Giochiclub Meyercord Italiana /sezione giochi", e facendo una ricerca ho trovato dall'Archivio di Stato il documento di costituzione dell'azienda nel 1964 in Italia, da cui si può intuire che fosse una sussidiaria di una capostipite francese.
Le quattro scan per meglio valutare queste mie elucubrazioni le trovate alla fine del post.


Si fa abbastanza fatica a notarlo, ma c'è un errore di stampa sulla confezione, dove la dicitura "Copyright 1969 by John Waddigton Limited" è stampata a specchio  ^_^
Devo dire che non sono mai stato un fan di Cluedo, forse perché vi ho giocato pochissime volte e sempre da adulto, ma quando ti imbatti nella confezione del 1969 completa ed intonsa a 20€, non ti puoi esimere dal portatela a casa. Inoltre non avevo idea della sua esistenza in questa versione con il nome italico, quindi è stato anche un acquisto per curiosità.

Si può notare come il/la proprietario/a originale decise di personalizzare la confezione scrivendo i nomi dei sei protagonisti con la Dymo ed appiccicandolo le strisce sulla confezione interna. A parte ciò, il contenuto è perfetto, ci giocarono veramente poco, visto che sono compilate solo una decina di schede "Note del detective". Le carte da gioco sono ancora lucide, come luccicante è la plancia di gioco.
Non essendo un appassionato di Cluedo non posso valutare se e quanto il regolamento del 1969 differisca da quello attuale, lascio la considerazione a chi ci gioca regolarmente.
Dimenticavo, i proprietari può essere che fossero di Legnano, la mia ipotesi nasce da un extra presente nella confezione, e ricordate: "risparmiate"!!!  ^_^

martedì 6 ottobre 2020

"Noi non siamo soli: Incontri ravvicinati del terzo tipo" - Brochure informativa del distributore CEIAD (1978?)



Come ho già scritto, una delle mie regole collezionistiche è che "se costa un euro, si porta a casa", ovviamente se il materiale ha un minimo di interesse.
Quindi, rifacendomi alla regola di cui sopra, quando ho trovato ad un mercatino questa brochure su "Incontri ravvicinati del terzo tipo" non mi sono potuto esimere dal comprarla.
Oggi queste informazioni sono chiaramente fin banali, grazie al web tutto è disponibile all'istante a costo zero (se non quello della connessione), ma nel 1978 sapere qualcosa del film di Spielberg non era facile. 
Come promuovere il proprio lungometraggio per il circuito cinematografico?
La "CEIAD", distributrice in Italia dei film della "Columbia Pictures", rendeva disponibile per le sale cinematografiche questo ciclostilato (mi pare sia un ciclostilato) informativo in cui, oltre al cast completo (ci sono addirittura i solisti di oboe e tuba) è presente una sinossi e la descrizione del ruolo degli attori. Infine una traduzione di un articolo di Ray Bradbury pubblicato sul "Los Angeles Times" il 20 novembre 1977, ho scannerizzato solo l'introduzione allo scritto.
In pratica è quello che oggi chiameremmo una anteprima del film, ma in versione 1978, anche se la data del documento la desumo dal fatto che in Italia venne proiettato da fine febbraio 1978. Purtroppo da nessuna parte del documento è presente una data.
Facendo un paio di passi indietro, forse tre, bisogna rammentarsi che la fantascienza al cinema nell'Italia del 1978 era mediamente appartenente a pellicole di B-movie, comunque mai film con grandi budget o cast importanti, fece eccezione "Guerre Stellari". Lo spettatore cinematografico del 1978 ancora non era abituato alla fantascienza, di certo non a quella che proponeva Spielberg.
La cartelletta conteneva anche uno stampato fronte/retro del "Notiziario Ufo, organo ufficiale del centro ufologico nazionale", con sede a Milano. Neppure su questa stampa è presente una data.

Nella parte posteriore della cartelletta che contiene i tre documenti presenti (la recensione del film; l'articolo di Ray Bradbury; il notiziario Ufo) è stampato il marchio della "CEIAD".
Piccolo ricordo personale: 
Dopo aver visto "Guerre Stellari", mi facevo portare a vedere ogni film che riportava "film di fantascienza" della descrizione del genere. La conseguenza fu che, per esempio, non apprezzai per nulla un capolavoro come "Capricone One", ed anche questo film di Spielberg non mi entusiasmò molto, non c'era neppure un combattimento... però la colonna sonora era ipnotica. A 8 o 9 anni vuoi vedere i combattimenti con le spade laser, non alieni anoressici nudi...



A mio avviso vi si possono leggere notizie ormai perdute nel tempo, forse nulla di importante, ma per un fan sfegatato del film, quale io non sono, potrebbero risultare interessanti.

lunedì 5 ottobre 2020

"I Quindici: i libri del come e del perché" - Volumi 3, 4 e 5 (1968)



Non che ci faccia una bella figura ad ammetterlo, ma i volumi 3, 4 e 5 li sfoglia così poco che alcune pagine erano ancora incollate, sapevano di nuovo, che bambino poco interessato alla lettura ero. I tre volumi si concentrano sui personaggi famosi, italiani e stranieri (due tomi per questi ultimi), e a me non garbavano per nulla... 

Pur sapendo che la pubblicazione era di matrice statunitense (o comunque anglosassone), mi ha colpito sincerarmi quanto fosse americano-centrica. Ovviamente il terzo volume sui personaggi italiani contiene solo personaggi famosi italici, ma il quarto e il quinto tenderebbero a dare l'impressione, specialmente ad un bambino non made in Usa, che nel mondo esistessero solo personaggi famosi a stelle e strisce! 

Dei 43 racconti del terzo volume ben 15 sono di personaggi statunitensi, ecco alcuni nomi: Beniamino Franklin, Giorgio Washington, Thomas Jefferson, Gilberto Lafayette, Jean Lafitte, John James Audubon, David Crockett, Abramo Lincoln, Clara Barton, varie sui nativi americani.

Dei 46 racconti del quarto volume addirittura 24 sono made in Usa, qualche nome: Mark Twain, George Westinghouse, Buffalo Bill, Edison, Robert Peary, George Washington Carver, William hristopher Handy, Lee De Forrest, Harry Houdini, Annie Oakley, Charles Kettering, Robert Hutchings Goddard, Roy Chapman Andrews, Giorgio Gershwin, Luis Armstrong, Lindberg, Malcom Scott Carpenter, Thomas Dooley III.

Quello che colpisce è che, oltre a personaggi storici statunitensi di un certo rilievo, ne siano stati inseriti altri totalmente sconosciuti a noi europei. Ci sono inventori ed industriali (che comunque erano inventori essi stessi), ma anche due jazzisti(!) e fin una circense(!!), confezionando un panorama in cui gli Usa erano il centro del mondo... non che dal 1800 non abbiano avuto un ruolo importante, ma non esistevano solo loro, se a quelli americani, si aggiungono quelli anglosassoni, diventa un mondo in lingua inglese. Su queste pagine riporto spesso articoli della carta stampata di fine anni 70 e primi anni 80 che denunciavano quanto fossero diseducativi i cartoni animati giapponesi, non mi pare che Buffalo Bill potesse essere considerato un esempio educativo... 

Ho inserito un solo racconto dei tre volumi presentati, quello del quarto su Hokusai dal titolo "Il vecchio pittore pazzo", visto che il blog è un po' a tema nipponico.

P.S.

Eventuali immagini disallineate o problemi grafici, sono sempre dovuti allo stupendo aggiornamento di Blogspot/Blogger...

sabato 3 ottobre 2020

"Per favore mandateli via", di Oretta Borganzoni - "L'Urlo, critica e lavoro sul fumetto: bollettino interno dell'Istituto per lo studio e l'informazione sulla grafica e l'immagine" febbraio 1980

Mi sono reso conto che a luglio, agosto e settembre (con annessi casini per la nuova stupenda interfaccia di Blogspot) non ho inserito neppure un post dell'Emeroteca Anime. Rimedio con questo articolo del febbraio 1980, che ha un paio di caratteristiche interessanti.

In primis fu ospitato su una rivista di fumetti, "L'Urlo, critica e lavoro sul fumetto: bollettino interno dell'Istituto per lo studio e l'informazione sulla grafica e l'immagine" (pubblicata a Roma), da cui, a posteriori, mi sarei aspettato una contro analisi un po' più approfondita del tema trattato. Infatti la rivista si limitò a ripubblicare un articolo di "Paese Sera" senza alcuna chiosa propria, quindi immagino che la redazione concordasse in toto con il contenuto, cioè "per favore mandateli via". Leggendo i nomi degli articolisti di questo numero della rivista si rimane sorpresi dal fatto che nessuna voce si mosse in favore dell'animazione giapponese, ma se degli specialisti in materia non trovavano almeno un argomento per considerare positivi i cartoni animati del Sol Levante, come avrebbero potuto farlo i giornalisti della carta stampata senza alcuna conoscenza della materia?

Questi articoli potrebbero essere un monito verso chi demonizza i passatempi dei bambini e dei ragazzi di oggi, che di norma sono i videogiochi (brutti e violenti, guarda caso...). C'è da dire che sia sul versante dei videogiochi che dei fumetti ed animazione, oggi esiste una stampa specializzata che ai tempi o non esisteva (per i videogiochi) oppure, sul versante di fumetti ed animazione, capì poco o nulla.

L'articolo in origine venne pubblicato su "Paese Sera" mercoledì 12 dicembre 1979, quindi anticipa di qualche mese lo tsunami mediatico contro i cartoni animati giapponese della primavera 1980, fu una delle prime tracce dell'insofferenza di una parte degli adulti di allora verso il nuovo modo con cui venivano intrattenuti i figli. 



Gli argomenti della giornalista contro gli anime robotici e non sono sempre i medesimi: i cartoni giapponesi erano violenti o lacrimosi e noi una manica di rincoglioniti che li seguivamo, ma la colpa era del sistema che lo permetteva.

La cosa che bella è che la giornalista non trova neppure uno spunto positivo in quelle serie... non andavano bene le guerre robotiche in cui gli invasi si difendevano da invasori di chiaro stampo nazi-fascista, magari arruolando tra le proprie file un profugo (Actarus, per esempio). Purtroppo non andavano bene neppure le rivisitazioni dei romanzi per ragazzi di fine 800, da cui i giapponesi avevano tolto ogni riferimento religioso, che per un quotidiano di sinistra come "Paese Sera" sarebbe dovuto essere un punto a favore.
Entrando nel particolare l'articolo l'ho trovato un po' confuso, non comprendo bene perché avrei dovuto avere il dubbio verso quale parte schierarmi... perché dalla parte del robot cattivo?  >_<
Quello che proprio non venne compreso fu che gli anime erano molto targettizzati, ed offrivano una svariata gamma di "esperienze" narrative, però che non lo colse la giornalista di "Paese Sera" è anche accettabile, mentre la redazione di una rivista di fumetti, parecchio meno.



giovedì 1 ottobre 2020

"Future, the magazine of science adventure" (rivista di fantascienza statunitense) - numeri aprile (1); maggio (2); luglio (3) 1978

 


Ad un mercatino ho recuperato ad un euro l'uno nove numeri di questa testata pubblicata a New York dal 1978 (numero 1), li ho presi in blocco, oltre per il prezzo, perché sfogliandone alcune pagine ho notato articoli sui telefilm e film che in seguito vedemmo sulle televisioni private locali e al cinema. Il mio inglese è così scarso che non mi permette di apprezzare al meglio le anteprime di 40 anni fa, però magari a qualcuno potranno risultare interessanti. 
Comunque ad un euro si prende e si porta a casa, poi si vede  ^_^
Premetto che tra i tanti argomenti di cui non sono esperto c'è anche la narrativa di fantascienza, le riviste di fantascienza e la fantascienza classica, cioè quella più impegnata. 
Detto ciò ho notato una differenza colossale tra le riviste di fantascienza statunitensi ed italiane del medesimo periodo: le prime davano ampio spazio alla fantascienza televisiva e cinematografica; le seconde solo a quella cinematografica.

Nella "fantascienza televisiva" nostrana io inserisco anche i "cartoni animati giapponesi", che negli Usa in quel periodo non erano presenti quanto in Italia, però la rivista americana pubblicava notizie sulle serie televisive di fantascienza, che era comunque "fantascienza televisiva". Ho trovato anche qualche accenno alle produzioni fantascientifiche nipponiche (considerando che ho solo 9 numeri), che nelle riviste italiane era pressoché ignorate. 
Parrebbe che in Italia gli editori e i lettori si sentissero superiori alla fantascienza commerciale televisiva (animata o meno che fosse), mentre negli Usa la consideravano, giustamente, a mio parere, facente parte del medesimo filone.
Al link qui sotto si possono leggere (e vedere) le recensioni delle riviste di fantascienza che ho postato fino ad oggi, due italiane e due statunitensi (tre con questa):

Per ogni numero ho inserito gli articoli che mi sono parsi più interessanti, e alla fine l'indice di quel numero. Delle numerose rubriche presenti, quella che più si confà ai temi di questo blog è "video.images" (il punto centrale è nella grafica), che presentava brevi news sulla fantascienza "video", peccato non aver potuto leggere quelle righe nel 1978 e non poterle comprendere appieno oggi...

Come per le controparti italiche, erano presenti articoli e racconti di importanti autori di fantascienza, ma le riviste americane consideravano lo sci-fi televisivo meritorio di spazio, quelle italiane no. Un vero peccato, perché in Italia avemmo una rivoluzione fantascientifica televisiva senza pari dal 1978 ai primissimi anni 80, grazie all'animazione giapponese e ai primi telefilm statunitensi ed inglesi. Quelle nostre riviste, se pensate come quelle d'oltre oceano, sarebbero state oggi una grande emeroteca di notizie sulla fantascienza che vedevamo in tv.


Non vedo l'ora di vedere al cinema Star Trek 2 e Guerre Stellari 2!!!
Buona lettura (in inglese).
Ringrazio il lettore Ideeis che (in questo post) mi ha suggerito come ovviare alla simpatica impossibilità, causata dalla nuova interfaccia di Blogger/Blogspotdi, ad inserire i commenti tra le immagini (problema ancora presente...), che ad agosto e settembre mi ha pressoché impedito di postare.