CERCA NEL BLOG

lunedì 29 giugno 2020

Approfondimento su TeleAltoMilanese dell'inserto tv locali di "TV Sorrisi e Canzoni" dal 5 al 11 novembre 1978



Proseguo la mia mini indagine sugli esordi delle tv locali, questa volta con TAM, cioè "TeleAltoMilanese" o "Telealtomilanese" oppure "Tele Alto Milanese"... non ho ancora capito come lo si debba riportare   ^_^
Mentre nel precedente post si parlava della ancora esistente Telelombardia, questa volta la tv privata non esiste più, inglobata prima dalla Rizzoli e poi dalla Fininvest.
Per il resto, come nel precedente post, non rammento nulla dei programmi qui citati, quindi nulla posso commentare.
Spero che le poche righe che l'inserto di "TV Sorrisi e Canzoni" dedicò a TAM, possano tornare utili a qualcuno   ;)


sabato 27 giugno 2020

Approfondimento su Telelombardia dell'inserto tv locali di "TV Sorrisi e Canzoni" dall'8 al 14 ottobre 1978



Non è facile trovare notizie sui primi anni delle emittenti private locali, le riviste televisive si dedicavano alla Rai, al massimo c'erano i palinsesti delle tv libere, ma poco altro.
Sfogliando l'annata 1978 di "TV Sorrisi e Canzoni", nell'edizione locale di Milano, ho trovato alcuni mini articoli che rendevano conto un po' più nel dettaglio dei programmi trasmessi  e dell'organizzazione di alcune televisioni private.
In questo caso il focus era su Telelombardia, una delle poche tv locali lombarde che è sopravvissuta fino ad oggi.
Sinceramente non rammento nessuno dei programmi citati, ma magri altri potranno cavarne quale informazione utile  ^_^
Chiedo venia per le immagini di bassa qualità, ma la biblioteca permetteva solo fotografie, e quando ne fai tante, con una illuminazione non ottimale, qualche volta ci scappa la sfocatura.
Buona lettura.

P.S.
Ho provato a cercare info su Paola Rossi, ma zero spaccato...

mercoledì 24 giugno 2020

"Atlas Ufo Robot" - "Schedario: periodico di letteratura giovanile" maggio/giugno 1978 (recensione del cartonato)




Il sottotitolo del post potrebbe essere: "Quando Goldrake era ancora buono (o non cattivo)".

La pubblicazione qui presentata si occupava prettamente di informare il corpo docente italiano sui libri per ragazzi, dal romanzo di qualsiasi genere, ai manuali su qualunque cosa, fino ai "cartonati", che fossero di Sandokan o Goldrake non aveva importanza.
La rivista si divideva in due sezioni, quella con gli articoli di approfondimento, i cui argomenti di questo numero si possono leggere nell'indice in basso, e nella parte centrale (con un tipo di carta differente) una decina (o più) di pagine con le schede dei libri per ragazzi (ogni pagina contiene 3 recensioni fronte retro). I bordi delle schede erano preforati, in modo da distaccare agevolmente questi fogli e conservarli.
Nella pagina dell'indice si può leggere:
"Bollettino bimestrale a cura della Sezione di Letteratura Giovanile del Centro Didattico Nazionale di Studi e Documentazione di Firenze, con la collaborazione della Sezione Italiana dell'Unione Internazionale per la Letteratura Giovanile e del Foyer International du livre de Jeunesse".

Basta il numero di maiuscole per considerare già molto seria ed attendibile la pubblicazione  ^_^
Nello specifico veniva recensito questo libro:

E quale posizione prese la redazione di una testata tanto istituzionale verso il primo cartonato di "Atlas Ufo Robot"?
Totalmente positiva.
Il cartonato venne pubblicato nell'aprile del 1978, in concomitanza con l'inizio della serie, questo numero di "Schedario" e del maggio/giugno 1978, quindi il primo disponibile per la recensione dopo la messa in vendita del cartonato.
Gli esperti in letteratura per ragazzi che lessero il cartonato di Goldrake non vi trovarono nulla di pericoloso :
"La lettura piacevole e avvincente... illustrazioni vivissime... interessanti...continui colpi di scena."

Quelle che in seguito verranno bollate come violentissime e disumane battaglie, cioè "l'orgia della violenza annientatrice" del deputato Corvisieri, diventano una lotta di un gruppo unito da una profonda solidarietà contro i ripetuti colpi dei nemici.
Le vicende narrate sono considerate interessanti anche "per le più svariate tecniche belliche adottate", ciò che in seguito verrà considerato totalmente diseducativo.
E quale giudizio venne dato sul robot Goldrake?
"Macchina perfetta dalla quale possono scaturire armi di ogni specie".

Ho letto e riletto queste poche righe, e non ci ho visto nessuna critica, nessun avviso ai docenti sulla pericolosità del soggetto, nessuna censura della pubblicazione, anzi, veniva consigliato come "lettura d'evasione per i giovani appassionati di questo mondo ancora avvolto dal mistero".

C'è da dire che nella sinossi qualche topica venne presa  ^_^
La fattoria diventa americana, ma questo è comprensibile se chi lo recensì non lo collegò al cartone animato, basandosi solo sugli adattamenti del cartonato.
Il povero Actarus diventa un personaggio del pianeta Vega...
Actarus si trasforma in Goldrake... ma questo è un errore che facevano in molti all'epoca.
Goldrake è considerato un collaboratore di Actarus ed Alcor, dimostrando che non si era compresa la sua posizione nella trama generale.
Queste poche righe restano interessanti perché recensori seri, interessanti allo sviluppo intellettivo ed morale del bambino, non considerarono per nulla pericolosa la trama del libro, che poi era la stessa del cartone animato.
Poi iniziarono le polemiche, e le cose cambiarono, ma nel maggio 1978 Goldrake era ancora buono  :]

Qui sotto la copertina del numero e l'indice.

lunedì 22 giugno 2020

"Leo il re della giungla", regia di H. Disney(!!!) - "Guida TV" dal 16 al 22 novemnre 1980




Dato che ultimamente mi sono concentrato un po' su "Kimba il leone", colgo l'occasione per mostrare questo numero di "Guida TV", che sarebbe una normalissima edizione di una rivista televisiva, se non fosse per un piccolo particolare...
Piccola premessa.
Penso che tutti si conosca la questione della leggera somiglianza tra il lungometraggio disneyano "Il re leone" e "Kimba il leone bianco" di Osamu Tezuka, ma proprio una leggerissima somiglianza  ^_^
Non è mia intenzione riassumere tutta la diatriba, la si può trovare ben spiegata su numerosi siti, ai tempi trovai fin comico leggere le dichiarazioni della Disney sulla semplice coincidenza di scene e contenuti tra i due titoli.
Io, appena venni a sapere del film della Disney, pensai subito: 
"Ma è Kimba!!!
Cribbbbbbio!
E' Kimba il leone bianco!!!"

Il problema non era che la Disney avesse preso spunto da Kimba, ma che non lo ammettessero...
Nel 1994 non era semplice far passare il concetto che il colosso statunitense dell'animazione, avesse scopiazzato da una piccola casa di produzione nipponica (la "Mushi Production").
Quando ai fan della Disney facevi presente che il loro amato film era la copia quasi sputata di Kimba (per quanto riguarda personaggi, temi ed alcune scene), venivi guardato come un mentecatto, perché i più piccoli Kimba non lo avevano mai visto, e gli adulti non appassionati di cartoni animati giapponesi non lo conoscevano.
Anni ed anni di battaglie verbali a qualcosa son servite, il web ha fatto il resto. 
Ora penso che sia accettato da tutti che lo studio d'animazione americano si ispirò ad Osamu Tezuka... ecco... in realtà aveva ragione la Disney ed avevo torto io... chiedo venia...
Perché ho scoperto che il film d'animazione "Leo il re della giungla", che fu un film di montaggio della serie di Kimba del 1967, ebbe come regista addirittura Disney!
Quindi tutto torna...
Osamu Tezuka crea Kimba il leone bianco, Disney produce il lungometraggio di Leo/Kimba, infine la Disney prende spunto dal suo film del 1967 per produrre il remake del 1994!  
Questa incredibile notizia la possiamo apprende nella pagina che mostra il palinsesto di giovedì 20 novembre su "Telealto Milanese"!

FILM: "Leo il re della Jungla"
(Avv. 1970)
Regia di H. Disney



Chiaramente, sempre che non esista un altro film, magari live, che si intitoli "Leo il re della Jungla", direi che alla redazione di "Guida TV" pervennero informazioni errate, ma che un po' fanno sorridere, se pensiamo a cosa succederà nel 1994 con il film de "Il re leone".


Mi ero soffermato sulla serie di Kimba anche in questo post:

Segue l'intero numero di "Guida TV".

sabato 20 giugno 2020

“Sventole cosmiche e lacrimoni”, di Bruno Ferrero - “Mondo Erre” marzo 1981



Secondo articolo sui cartoni animati giapponesi dalle pagine della bella rivista per ragazzi "Mondo Erre", due anni dopo quello presentato nel precedente post (aprile 1979), come sarà cambiato il punto di vista dell'autore dei due articoli e della redazione della rivista?
Ma sarà cambiato?
Direi di no, dato che nell'articolo dell'aprile 1979, nonostante che lo spazio dedicato a Goldrake fu minore rispetto allo scritto totale, la valutazione complessiva mi era parsa negativa. Comunque più negativa rispetto a Fonzie e Superman, gli altri due soggetti dell'articolo.
Bruno Ferrero fu l'autore dei due articoli, e si nota abbastanza, nonostante il tempo intercorso tra i due scritti.
Sia chiaro, ai tempi non era agevole reperire informazioni in generale, men che meno su argomenti così poco importanti. Come facevi a sapere il nome esatto di un robottone andato in onda un anno prima?
Per un adulto cambiava qualcosa sapere se era Mazinga o il Grande Mazinga ad essere stato trasmesso sulla Rete 1?
Nella sfilza di titoli elencati poteva capitare che ci si infilasse anche uno di Hanna & Barbera, "Joyce & le Pussycats", oppure che si cannasse qualche titolo.
Il problema, secondo me, è che questa pubblicazione era indirizzata ai ragazzi/bambini, quindi loro forse se ne sarebbero accorti delle inesattezze. Io le avrei notate.
La redazione non avrebbe potuto far revisionare l'articolo ad una decina di undicenni?  ^_^




Se proprio si vuole dare una primogenitura italica alle serie "strappalacrime", questa dovrebbe essere affibbiata ad Heidi, non a Remi...
Apprezzo che questa volta non sia stata tirata fuori la fake news degli anime fatti al computer, mentre ci si è attenuti al basso costo dovuto all'esternalizzazione del lavoro attuata dalle case di produzione giapponesi. Nella spiegazione dell'autore mancano altri fattori, ma almeno non è citato il fantomatico megacomputer che faceva tutto a gratis  ^_^
Si capirà chiaramente da questo blog che io i cartoni animati giapponesi li guardavo (e li guardo anche oggi), detestavo il Dottor Inferno, ma sapevo descrivere una mucca e avevo tenuto in mano un grillo, anche più di uno... 
Sinceramente non comprendo su quali basi si facessero tali affermazioni...
Che poi era così negativo che un bambino del 1981 "odiasse" il Dottor Inferno?
Un tale che assoldava i nazisti... altro che odiarlo... ero solo dispiaciuto di non averlo visto crepare in televisione, visto che la serie non venne mai trasmessa fino all'ultima puntata.
C'è un aspetto che tutti questi adulti del tempo pare non considerassero, cioè che molto spesso i cattivi avevano sembianza politiche note a noi europei, si ispiravano al fascismo e al nazismo, ed erano personaggi totalmente negativi.
Neppure questo pareva essere un motivo di merito... 
Io non avevo bisogno di sentirmi narrare cose negativa su nazismo e fascismo, visto che in casa mi raccontavano di casa succedeva prima e durante la guerra, ma comunque quei personaggi animati cattivi nazi-fascisti di matrice nipponica erano una conferma della loro spietatezza.
Eppure questa rivista, nei soli due numeri in mio possesso, dedicava largo spazio alla liberazione dal nazi-fascismo, abbastanza incredibile che non si rendessero conto che avevano un alleato nelle serie robotiche televisive.
Forse, semplicemente, non lo sapevano, scrivevano l'articolo, ma non perdevano tempo a seguirsi 4 puntate di seguito.
L'articolo si chiude, come altri di quel periodo, con la notizia che Mazinga e Goldrake furono "tolti dalla circolazione" in Giappone ben 12 anni prima, mentre Heidi e Remi 7 anni prima.
Goldrake termino in Giappone nel 1977, per arrivare al 1981 non fanno 12 anni.
Mazinga Z terminò in Giappone nel 1974, un po' meglio, ma non fanno 12 anni.
Heidi termino in Giappone nel 1974, e fanno giusto 7 anni!
Remi terminò in Giappone nel 1978, farebbero 3 anni.
Quindi, su quattro informazioni date ai giovani lettori, tre erano grandemente errate, probabilmente l'autore le avrà lette a sua volta su altre testate e date per certe.
Le fake news che alimentavano altre fake news   :]


venerdì 19 giugno 2020

“La calata degli eroi”, di Bruno Ferrero - “Mondo Erre” aprile 1979



La bella rivista per ragazzi "Mondo Erre", su cui tornerò in un post apposito, era di matrice religiosa, penso legata a Don Bosco. Nell'aprile 1979, quando ancora le critiche verso gli anime non erano strabordanti, dedicò un articolo ai nuovi eroi dei giovanissimi di allora. Uno di questi tre era, ovviamente, Goldrake, l'altro Fonzie, che io non ho mai digerito... il terzo era un eroe che lo era già stato e lo sarà per diverse generazioni, Superman.
Mi ha colpito la parte finale dell'articolo, in cui l'autore fa notare, dopo la chiosa sull'allontanamento da Dio da parte della nostra civiltà, e lo sfruttamento massimo delle multinazionali dello spettacolo dei nuovi eroi virtuali, che l'italiano del 1979 era disposto a credere nel Lotto e nel Totocalcio, quindi poteva credere anche in Superman e soci.
Oggi crediamo ancor di più nei giochi d'azzardo che promettono di cambiarci la vita, ma mi pare che, nel contempo, si creda molto anche ai chiacchieroni populisti che promettono di risolvere ogni problema con dirette Facebook e mangiando ciliegie, non pagate da lui...
Restano i tre eroi dell'articolo, che a mio avviso erano solo due, perché di "Fonzie" nel mio cortile ultra popolare ne vedevo a pacchi ogni giorno, e gli spacconi non li ho mai considerati né eroi né super...
Forse è solo una mia impressione, ma dei tre quello trattato un po' peggio, mi è parso proprio Goldrake, Superman era comunque un eroe ben radicato nell'immaginario di più generazioni, Fonzie era considerato un simpatico smargiasso.
Goldrake no, era implacabile... per colpa sua alle sette di sera le famiglie italiane erano obbligate a seguirlo (per un totale di 8 milioni di spettatori! per un cartone animato!!!), aveva contaminato anche i cugini francesi, aveva fatto guadagnare un sacco di soldi ad industriale e alla Rai (con accezione negativa, mi pare), era ripetitivo, era violento (secondo il deputato Corvisieri), era una macchina, ma, soprattutto, era fatto al computer   ^_^
Per lo meno l'autore riconobbe ad Actarus di essere un immigrato sfuggito da una guerra, cosa che oggi alcuni politici che tirano fuori Goldrake a caso, pare non abbiano capito...
Ma è sempre la parte che veicola la fake news sui cartoni animati fatti al computer che trasmette le maggiori soddisfazioni  ^_^





"Goldrake non ha un ideatore preciso. I tecnici giapponesi della Toei Animation che l'hanno creato, inseriscono i disegni-base nel computer, che provvede a realizzare i movimenti. Da bravo robot, insomma, Goldrake è figlio di un computer.".

E per un famoso pedagogista, di cui non viene purtroppo citato il nome, l'essere creato dal computer era un mostro di "gelo tecnologico", peccato che non fosse vero   ^_^
Probabilmente, passando in rassegna gli articoli del periodo, troverei anche la testimonianza del pedagogista, alla fine erano quelle 4 o 5 dichiarazioni a caso che poi venivano ricitate fino alla morte...
tipo l'articolo di Corvisieri:

La cosa che mi ha colpito è che questa pubblicazione era indirizzata anche al target di questi eroi, compreso Goldrake, quindi un bambino apprendeva che il suo robottone preferito, era fatto al computer, era falso, violento e creava dipendenza...
Ma quindi, se non andava bene Goldrake, non andava bene Fonzie e non andava bene Superman, cosa cavolo potevamo vederci in pace?  ^_^

mercoledì 17 giugno 2020

Presenza di "Kimba il leone bianco" nei palinsesti di "TV Sorrisi e Canzoni" delle tv locali private dal 12 settembre 1977 al 3 aprile 1978 (era pre-Goldrake)



Premetto che il mio campione di numeri di "TV Sorrisi e canzoni" su cui si è basata questa mia ricerca non è completo né territorialmente (cosa penso impossibile per chiunque) né cronologicamente.
Dell'annata 1977 sono in mio possesso i numeri:
30-36-37-38-39-40-41-42-43 (di 2 edizioni locali differenti)- 44-48-51-52.

Dell'annata 1978 prima del 4 aprile 1978 ho i numeri:
2-3-5-6 (di 2 edizioni locali differenti)- 7-8-9-11-12.

Ho poi fatto ricerche in biblioteca su vari numeri dell'edizione milanese del 1977, dal 44 al 47. In realtà ho consultato tantissimi altri numeri di quel periodo, ma ancora non mi ero focalizzato sulla serie di Kimba, quindi prima o poi dovrò tornarci.

Consultando gli inserti locali dei "TV Sorrisi e Canzoni" ero curioso di vedere quanto la serie di "Kimba il leone bianco" fosse diffusa sul territorio nazionale a livello locale precedentemente la data del 4 aprile, quando "Atlas Ufo Robot" scatenerà il successo degli anime in Italia.
Io stesso, prima di trovare il nome "Kimba" sugli inserti locali e rendermi conto che era trasmesso in Italia in anticipo rispetto a  Heidi e Goldrake, ci ho messo un pochino, ci sono arrivato solo il 16 aprile 2016, ed inizialmente avevo sottovalutato la cosa:

Solo un paio di anni dopo ho iniziato a mettere assieme i vari tasselli dei palinsesti locali:



E' stato quando ho trovato ed ascoltato la primissima sigla di Kimba mandata in onda dalle tv locali, che mi son ricordato che "quel "Kimba" di matrice statunitense lo avevo visto anch'io.
Noi tutti consideriamo la sigla dei "Cavalieri del re" quella classica di "Kimba il leone bianco", ma venne pubblicata nel 1982, quindi prima di questa data la sigla era quella della versione Usa, compresi gli anni 1977 e 1978.
Fino ad ora ho tracciato la presenza di Kimba in sei zone d'Italia su sette emittenti locali (due milanesi):
a Firenze il 12 settembre 1977 su "TVC Canale 48;
a Roma il 10 ottobre 1977 su "GBR";
a Milano il 4 novembre 1977 su "Milano TV";
a Torino il 28 novembre 1977 su "GRP";
a Perugia il 25 dicembre 1977 su "Teleumbria";
di nuovo a Milano il 16 gennaio 1978 su "Tele Alto Milanese";
a Piacenza il 3 aprile 1978 su "RTP Radiotelepiacenza".

In un solo caso sono presenti alcuni titoli degli episodi, nell'edizione del 4 novembre 1977, che confermano oltre qualsiasi dubbio che si trattava proprio del leoncino di Tezuka:

A causa del fatto che il titolo di una serie animata non veniva messo spesso, di solito le emittenti si limitavano a comunicare alla redazione della rivista solo che era un "cartone animato", non è possibile una reale mappatura televisiva di "Kimba il leone bianco", come di qualsiasi altro anime del periodo...
Io posso, però, solo basarmi sulle certezze dei titoli le poche volte che venivano inseriti, da qui la mappa di cui sopra.
Preciso che anche la mappa è vintage, essendo scannerizzata dal mio atlante geografico del 1974  ^_^
Sto facendo la medesima ricerca su altri riviste, vedremo cosa troverò.

sabato 13 giugno 2020

Prima apparizione su "Milano TV" di "Kimba il leone bianco" dai "TV Sorrisi e Canzoni" dal 30 ottobre al 5 novembre 1977 (n° 44) di + le apparizioni sui numeri 45, 46 e 47 (fino al 18 novembre)



Tra le mie ricerche sull'animazione nipponica trasmessa dalle emittenti italiche, c'è quella su "Kimba il leone bianco", che ho scoperto essere il primo anime "impegnato" e con una trama ben costruita, quindi non "Barbapapà o "Vicky il vichingo", ad essere stato trasmesso in Italia:

Questa volta mostro la prima traccia di Kimba nella zona milanese, cioè la mia zona di appartenenza, sul mitico canale "Milano TV", che negli anni del boom dei cartoni animati giapponesi ci regalerà tante prime assolute e tantissime stupende infinite repliche.
Oltre al numero 44 di "TV Sorrisi e Canzoni, sono presentati i palinsesti di "Milano TV", nei giorni dove c'è Kimba, dei tre numeri successivi della rivista, non ho proseguito a fare foto (non era possibile fare scan) dei numeri oltre al 47, in quanto mi è parso superfluo. Forse sarebbe stato, invece, interessante scoprire fin quando durò la messa in onda.
Questa prima televisiva milanese avvenne venerdì 4 novembre alle 14,00 con il titolo "Il ritorno di Kimba", che potrebbe essere il titolo dell'episodio, come per il 6 novembre, dove leggiamo "Il guastafeste".

Edit del 15 giugno:
Sincenull mi fa notare che è presente un altro episodio titolato, quello del 10 novembre, "Il camaleonte bugiardo", che da una sua ricerca corrisponde al titolo originale dell'episodio n° 27 del 1967:

Ho cercato il titolo del trafiletto del 10 novembre alle 14:00 dal titolo "Il camaleonte bugiardo"
Dovrebbe corrispondere a questo

https://www.imdb.com/title/tt3613822/?ref_=ttep_ep2

che viene segnalata come la puntata 27 della serie del 1967.
Ho controllato gli episodi giapponesi e in corrispondenza del 27 episodio è riportato il titolo "kanashii kameleon" che significa il camaleonte triste.
Il che corrisponderebbe alla stessa puntata.
Però ciò significa che hanno trasmesso puntate a caso, non rispettando l'ordine cronologico.


Ovviamente il 4 novembre non implica che sia la prima tv certa, viste la carenza informative delle emittenti del periodo, ma solo la prima apparizione sulla rivista.
Ho provato a cercare i titoli delle puntate italiane, ma non corrispondono... avevo pensato che probabilmente quella titolazione non era quella tradotta dall'originale giapponese, ma una dalla versione statunitense del 1965, ma su ma sul sito "imdb.com" ho trovato i titoli americani, e non mi pare corrispondano a questi due italiani:

Evidentemente questi titoli degli episodi si sono persi nel tempo, sostituiti dalle versioni dei primi anni 80.
Comunque è una rarità trovare nei palinsesti delle tv private fine anni 70, oltre al nome della serie, addirittura il titolo di un episodio, visto che di solito c'era scritto solo "cartoni animati"...


Ma il 4 novembre 1977 "Kimba il leone bianco" non fu l'unico anime trasmesso da "Milano TV", visto che venne mandato in onda anche Il gatto con gli stivali (film 1969), ma la cosa curiosa riguarda l'orario, alle ore 23,00!!!
Allora, io dubito fortemente che nel novembre 1977 qualche genitore permettesse ai figli, a differenza di quello che capita oggi, di restare alzati fino a mezzanotte, quindi penso fu un refuso della rivista, e a quell'ora, invece, c'era il solito pornazzo di "Milano TV"   ^_^
Kimba veniva replicato anche due volte al giorno, e giovedì 17 novembre venne ritrasmesso anche "Il gatto con gli stivali", quindi in un singolo giorno (pure feriale), vennero mandati in onda tre anime!

venerdì 12 giugno 2020

Prima apparizione dei programmi delle tv locali private su "TV Sorrisi e Canzoni" dal 5 al 11 dicembre 1976




Ad aprile avevo postato il primo inserto delle tv locali presente in "TV Sorrisi e Canzoni" del marzo 1977, nella sua edizione (delle tre disponibili al tempo) del nord Italia:

In quel numero della rivista, però, non vennero pubblicati in assoluto in primi programmi delle tv locali private italiche, che, invece risalgono ad un numero dei primi di dicembre del 1976.
In quella edizione erano presenti poche emittenti, inserite nelle pagine dei programmi Rai (sotto la Rete 1), quindi ben posizionate graficamente, tramite un box informativo che conteneva un campione di varie emittenti di tutta Italia:
Tele Alto Milanese (unica lombarda...); 
TVC Canale 48 (Firenze); 
TVL Antenna 42 (Livorno, Pisa, Lucca); 
Teletirreno 1 (Livorno); 
Teleumbria (Perugia); 
Telesambenedetto; 
Roma GBR; 
Teleroma 56; 
PTS 1 (Roma); 
Quintarete (Roma); 
Teleciociaria; 
Telenapoli; 
Video Siracusa; 
Videolina Cagliari.

In alcuni giorni della settima qualche emittente scompariva dalla scarna programmazione, poi riappariva il giorno dopo, in particolare "PTS 1".
Scrivere "Da questa settimana i programmi completi delle tv regionali", fu un pelino ottimista, perché ciò che le emittenti dichiararono alla redazione era abbastanza pochino...
Certo, come si dice a Milano: "piuttosto che niente, è meglio piuttosto"  ^_^
Le tv locali erano veramente agli esordi, quindi quel poco che veniva pubblicato dei loro palinsesti era già molto, e forse oggi risulta ancora più prezioso.


Da notare che la redazione, come farà spesso anche più avanti, si appella direttamente ai dirigenti delle nascenti "televisioni libere, come erano anche chiamate in quel primo periodo, per farsi conoscere ed inviare i loro palinsesti.
Nel giro di pochi mesi ci sarà una crescita esponenziale di quelle prime tv locali, tanto esponenziale che "TV Sorrisi e Canzoni" dovrà inserire il famoso inserto spillato a centro pagina.
Inserto che, per quanto inizialmente poco dettagliato (non per colpa della redazione della rivista), risulta essere l'unica fonte informativa certa che oggi possiamo consultare.



In basso a destra del box informativo (lo si vede meglio nella foto qui sotto), la redazione avvisava che la lacunosità dei palinsesti pubblicati non era loro responsabilità, ma delle emittenti, che non solo non erano spesso in grado di comunicare quale sarebbe stato il titolo di un film, ma che comunque questo film sarebbe potuto essere cambiato all'ultimo momento!
Quindi, il lettore abituato alla precisione del palinsesto Rai, doveva, di contro, abituarsi all'anarchia delle scalette dell nascenti emittenti locali.
Personalmente non vissi questo primo periodo di programmi trasmessi dalle tv locali, a casa mia l'antenna per captarle arrivo nel 1978, quindi non posso dare alcuna testimonianza, mi basta, però, la precisazione di "TV Sorrisi e Canzoni" per immaginare che quella pubblicata era spesso una traccia di palinsesto.
Per quanto riguarda i programmi per noi ex bambini, ogni tanto è descritto un "cartoni animati" o "programma per ragazzi", ma nello specifico non si sapeva in cosa consistesse, nessun titolo, purtroppo.
Quello che posso notare è che, stante spesso l'assenza del titolo, i film non erano ancora così preponderanti nella programmazione, almeno quella dichiarata, visto che più emittenti iniziavano la programmazione nel pomeriggio o nella sera (quella dichiarata?).
Non c'erano in palinsesto telefilm (o mi sono sfuggiti), ma, invece, tanti programmi auto prodotti, e in quei casi il titolo è presente.

Come in altre occasione non mi è stato possible eseguire scansioni della rivista, in quanto la biblioteca prevede solo la possibilità di effettuare foto, mi scuso per qualche immagine storta e/o un po' sfuocata.
Pur con qualche cambio di sfumatura, i colori che caratterizzano ogni singolo giorno della settimana, sono rimasti gli stessi nel tempo.

martedì 9 giugno 2020

Prototipi Sorpresine Kinder "Nature Dinosaurier" 2011 "Pteradactylus" (MPG UN005) e "Compsognathus" (MPG UN006)



In un post dell'ottobre 2016 avevo mostrato un video abbastanza unico inerente uno speciale sui 30 anni delle Sorpresine Kinder:
Ecco come sono progettate e prodotte le sorpresine degli Ovetti Kinder - Video della Ferrero per il trentennale (2004/2005) 

Chiaramente nel video si fa riferimento ad un articolo differente, ma la modalità di creazione della Sorpresina era identica, quindi per comprendere meglio questi post, è meglio vedersi il video.

Poi, nel gennaio 2019, avevo postato i prototipi di una serie di sorpresine:
Prototipi Sorpresine Kinder "Folletti della foresta" + " Gioia dei coboldi" 2009 (MPG DE001/DE006)
Stavolta mostro i prototipi in scala 3 a 1 delle sorpresine "Pteradactylus" (MPG UN005) e "Compsognathus" (MPG UN006) della serie "Nature Dinosaurier".
La procedura descritta nel video era attuale nei primi anni 2000, probabilmente oggi è obsoleta, ma comunque tutte le Sorpresina Kinder precedenti erano progettate in questo modo.
Quindi, prima il video, poi i prototipi mostrati nei post, possono essere, per gli appassionati del mondo Kinder, un simpatica curiosità da apprendere  ;)
Visto che oggi in televisione vanno di moda le trasmissioni che ci dicono come sono prodotti negli Stai Uniti d'America i cibi, almeno ora si può capire come erano prodotte le Sorpresine Kinder   ^_^




Del "Compsognathus" ho due prototipi, pochi lo noteranno, ma hanno la coda indirizzata in due lati. Non mi pare che il modellino finale avesse queste due opzioni, quindi o fu un errore del modellista, oppure una prova.
I segni a pennarello hanno lo scopo, oltre che dividere i tre pezzi che compongono la sorpresina, di individuare gli estrattori del pezzo.




Il "Pteradactylus" mi ha sempre fatto tornare in mente Ropuros  ^_^
Entrambi gli articoli erano stampati in nylon.
A differenza del post sui "Folletti della foresta" e "Gioia dei coboldi", questi due sono assemblabili, anche per permettere all'articolo di stare dentro all'ovetto Kinder.

sabato 6 giugno 2020

“Contro Mazinga e company Pinocchio super robot di latta”, di Luciano Gianfranceschi - “Club piccoli artisti: il giornalino, periodico culturale mensile” luglio 1980



Come ho già rivelato più volte, nella mia ricerca (infinita) di articoli sui cartoni animati giapponesi, mi capita di fare acquisti al buio, quando le testate non sono disponibili in emeroteca, talvolta ci azzecco, talvolta mi ritrovo solo con un sacco di carta anni 70 e 80  ^_^
Quando ho scoperto l'esistenza della rivista per bambini/ragazzi "Club dei piccoli artisti: il giornalino, periodico culturale mensile", vista la sua assenza nelle biblioteche da me raggiungibili, mi sono messo alla ricerca on line, dopo molto tempo ne ho recuperati numerosi numeri consecutivi, e sono stato premiato da questo articolo   ^_^
Sulla testata nello specifico c'è da dire che è molto bella, ma penso di fare un post apposito, perché merita un approfondimento.
Di articoli sugli anime ne ho trovati solo due, più qualche citazione sparsa qua e là, ma ho notato il cambio di rotta redazionale. Inizialmente i cartoni animati giapponesi sono praticamente ignorati, poi visti non negativamente, infine, con l'accentuarsi delle polemiche nella primavera del 1980, la redazione si schiera contro gli eroi animati nipponici, specialmente quando ci sarà da scegliere se stare dalla parte di Mazinga o Pinocchio:
"Pinocchio contro Mazinga Z" - Articoli dal 23 febbraio al 26 aprile 1980 sul sondaggio della trasmissione "Game" su Rai 1

In quel periodo la confusione imperava, molti titoli sull'argomento mettevano Mazinga nel titolo, ma poi inserivano Goldrake come immagine/disegno... si vede che era troppo difficile capire per gli adulti di allora che erano due personaggi differenti   :]
Chi erano gli alleati di Pinocchio, schierati versus Mazinga/Goldrake e company?
Ma certo, sempre loro!
I 600 genitori di Imola!  ^_^

"Eran 600, eran genitori inermi, e contro Mazinga"...
Inermi fino ad un certo punto, volendo avrebbero potuto decidere di spegnere la televisione, sia per i figli che per loro stessi, come buon esempio di lotta alla violenza.
Impagabile il disegno del nostro Goldrake messo ko o scivolato a terra con tanto di onomatopee del tonfo:
SDREENG!
SCRAASSHHH!


L'articolo è pure in parte condivisibile, ma poi entra in scena la fake news della fake news:
l'uso del computer!!!   ^_^

Ma questa volta c'è una nuova rivelazione (la cui fonte resta misteriosa), non erano solo i giapponesi a creare cartoni animati a basso costo grazie al computer (computer che sarebbero costati miliardi di dollari solo per essere progettati, e che non sarebbero mai potuti essere costruiti perché mancava la tecnologia hardware e software), ma lo facevano anche i coreani!
I coreani!
Immagino quelli del sud   :]
In realtà i coreani producevano gli anime nel medesimo modo dei giapponesi, disegnandoli a mano, solo con un costo minore, rispetto a quello già basso dei giapponesi.
Ma per noi italiani dal 1978 in poi, i cartoni animati giapponesi erano e resteranno fatti al computer... e poi oggi ci si sorprende dei no-vax, dei no-euro e di chi citofona a casa di gente sconosciuta accusandola in diretta tv di spacciare droga... 

giovedì 4 giugno 2020

Bambini non si nasce: una ricerca sulla condizione infantile



TITOLO: Bambini non si nasce: una ricerca sulla condizione infantile
AUTORE: Livolsi, de Lillo, Schizzerotto
CASA EDITRICE: Franco Angeli
PAGINE: 175
COSTO: 5€
ANNO: 1980
FORMATO: 22 cm X 14 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN:


Nella mia ricerca di saggistica anni 70 e 80 (con qualcosa dei primi anni 90) che trattasse o citasse la prima invasione dell'animazione giapponese in Italia, mi sono imbattuto in questo scritto, che in realtà menziona gli eroi giapponesi molto marginalmente (in soli due punti), ma che riporto ugualmente perché era uno studio approfondito della situazione infantile nel 1980.
Non sempre mi è data la possibilità di poter sfogliare questa tipologia di saggistica tramite una biblioteca (con il Covid-19 nessuna), alcuni titoli non sono reperibili, quindi mi azzardo ad acquistarli direttamente sul web: qualche volta trovo informazioni interessanti, altre volte no.
A titolo di esempio dove non ho trovato citati gli anime, mentre pensavo di andare sul sicuro, c'è il saggio "La grande scimmia" di Alberto Abruzzese, pubblicato nel 1979, che, nonostante il sottotitolo "mostri, vampiri, automi, mutanti: l'immaginario collettivo dalla letteratura al cinema e all'informazione", non tratta i "cartoni animati giapponesi", che erano strapieni di mostri, automi, mutanti e qualche volta pure di vampiri. Il libro di Alberto Abruzzese non l'ho letto tutto, l'ho passato in rassegna più volte, specialmente l'ultima parte che tratta di Marvel, videogames e televisione, ma non ho trovato traccia dei cartoni animati giapponesi.
Mentre in questo saggio della "Franco Angeli", seppur solo a titolo di esempio (abbastanza negativo), almeno i cartoni animati giapponesi sono trattati.
A questo punto, considerando il tema dello studio pubblicato nel 1980 e le incredibili polemiche che gli anime scatenarono in Italia nel 1980 (e anche nel 1979) per la loro potenziale pericolosità dovuta ai contenuti violenti, mi viene da pensare che i tre studiosi non considerassero gli anime pericolosi, oppure che i suddetti tre studiosi non avessero capito nulla della propria ricerca... ne consegue che, nel primo caso, i mass media avessero esagerato il tono delle polemiche.
Ho scannerizzato i paragrafi "Pratiche educative e mass-media", "Giocattoli e giochi" e "Lo studio della giornata dei bambini", che più hanno attinenza alla mia ricerca, e i tre autori evidentemente non consideravano i cartoni animati giapponesi meritevoli di essere additati come causa di danni alla psiche infantile.
Nelle altri parti del libro, molto psico-pedagogiche, gli anime non sono proprio considerati.
Quindi, a mio avviso, il saggio è interessante perché, in un periodo in cui gli anime erano demonizzati come mai lo saranno in seguito, gli autori praticamente manco li tenevano in considerazione come rischio per una sana crescita psicologica e relazionale dei bambini.
Gli autori si accaniscono più che altro sul mezzo televisivo, non sui programmi veicolati, e sulla sua (non) gestione da parte dei genitori.



Inserisco la quarta di copertina per far comprendere meglio la tematica del saggio e quanto, teoricamente per le polemiche giornalistiche, si sarebbe dovuto tirare in ballo gli anime.
Per contestaulizzare il punto in cui sono citati gli anime, inserisco tutto il paragrafo, compreso quello del tempo libero di noi bambini del periodo (anche se io era un po' più grande del target dello studio) con numerose tabelle.

martedì 2 giugno 2020

"La prima spedizione italiana nell'interno del Giappone e nei centri sericoli" - Pietro Savio (1869) - parte 2



A metà del 1800 l'Italia ed il Giappone avevano un interesse commerciale in comune, la  sericoltura.
Pietro Savio fece parte di una spedizione commerciale per studiare l'allevamento del baco da seta in Giappone e per stipulare accordi commerciali. Durante questo viaggio di lavoro prese nota di tutto ciò riguardava l'industria del baco da seta giapponese e lo pubblicò in questo libro. A dire il vero, come mi capitò per "Il Giappone Moderno" di Giovanni De Riseis, io non ho ancora letto nulla di questo libro, quindi non sono certo che vi siano riportati anche aneddoti di vita sociale del periodo.
Il lunghissimo libro di De Riesis venne pubblicato nel 1900, ma raccontava di un viaggio del 1895, lo scritto di Pietro Savio venne pubblicato nel 1873, però il viaggio è datato giugno 1869!
Ben 26 anni prima, quindi l'autore si recò in un Giappone ancora poco occidentalizzato, mi auguro che l'autore non vi abbia riportato solo le tecniche di sericoltura.
L'epoca Meiji iniziò nel 1868, cioè pochi mesi prima di questo viaggio
Confido nel titolo, in cui si parla di "prima spedizione italiana nell'interno del Giappone", e solo in carattere più piccolo si accenna a i centri sericoli.
Come per il libro di De Riesis, sono molto belle le incisioni, più piccole in quanto il formato del libro è quello di un quaderno.
La parte che presento questa volta è incentrata sui bachi da seta, con qualche accenno all'agricoltura.




lunedì 1 giugno 2020

Prima trilogia "Guerre Stellari" in VHS della "CBS-FOX Video" - Panarecord (1986/1987)



A forza di mettere a posto e spostare roba per far posto ad altra roba messa a posto (un po' astruso come concetto...), ti ritrovi del materiale che sapevi di avere, ma che non avevi il coraggio di cercare   ^_^
Stavolta ho ri-trovato le (mie) prime VHS della trilogia di "Guerre Stellari" messe in commercio in Italia intorno al 1986.
Sono certo che questa fu in assoluto la prima versione italiana in VHS, non sono sicuro sulla data precisa di messa in vendita. Quando partii per il servizio militare nel 1988 già avevo in casa le tre VHS da un po', non rammento se le comprai tutte e tre assieme, oppure prima l'episodio IV e poi gli altri due. Ricordo, invece, dove le acquistai, cioè uno dei primi videonoleggi della mia cittadina, che vendeva anche le VHS originali.
Mi pare che ebbi tra le mani per primo "Guerre Stellari", lo attendevo da anni, dato che dopo aver visto il film al cinema numerose volte nel 1977, e poi nella prima televisiva su "Rete 4" martedì 13 dicembre 1983, non l'avevo più rivisto.



Talvolta ci si dimentica di quale era la prassi e la tempistica per il passaggio dal cinema alla televisione, e poi nell'allora nuova visione in VHS.
Dopo la sala cinematografia dovevano passare alcuni anni per poter vedere un film in televisione, in questo caso ne passarono ben sei... dal 1977 al 1983!
Dico... sei anni di attesa per poter rivedere il tuo film preferito...   T_T
Ma nel 1983 i videoregistratori non erano ancora un prodotto presente in Italia, comunque non per tutti. A casa mia il videoregistratore arrivò nel 1986, ad un costo elevato, quindi ero pronto per la videocassetta di "Guerre Stellari" arrivata nel 1986, ma passarono altri tre anni... c'è da dire che dalla prima televisiva su "Rete 4" a questa versione VHS il film venne probabilmente replicato un certo numero di volte, ma credo non molte, perché erano tirati anche su quello...
Oggi puoi rivedere un film fino allo sfinimento su ennemila piattaforme e formati differenti, nel 1983 attendevi allo spasimo di poter rivedere il tuo "Guerre Stellari" in televisione per la prima volta, pur con una quantità imbarazzante di interruzioni pubblicitaria (ho questo ricordo, magari errato...).



Poi, finalmente, arriva anche per te la possibilità della ripetizione infinita  :]
Con il tempo si perde il ricordo di quanto poteva essere emozionante avere tra le mani i tre film della prima trilogia, adesso, oltre ad averli in formato DVD e BR, te li puoi guardare quando vuoi su "Disney Plus", ovviamente non la versione "vera", ma quelle modificate da Lucas nel tempo.
Il film è del regista, aveva tutto il diritto di apporre modifiche, però su alcune ci sarebbe da porsi la domanda se avessero senso... capisco inserire degli effetti speciali non fattibili nel 1977 (o nel 1980/1983), ma perché eccedere in scene superflue o trasformare Ian Solo da aggressore di Greedo a vittima del cacciatore di taglie?
Vabbè... questione su cui si sono dilungati in molti e molto più ferrati di me   ^_^
Magari ci farò qualche post prendendo spunto da queste tre versioni intonse.