TITOLO: Parliamo del Giappone
AUTORE: a
cura dell'Ufficio Culturale dell'Ambasciata del Giappone in Italia
CASA EDITRICE: Publiworld
PAGINE: 326
COSTO: “non dichiarato”
ANNO: 2001
FORMATO: 21 cm X 16 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet?
CODICE ISBN: ?
Intanto una spiegazione sul dove ho reperito questo libro/guida, anche per capire dove potrebbe essere rintracciabile, alla fiera di Lucca 2011 c'era un banchettino (in verità molto piccolo e triste) del consolato giapponese in cui si distribuiva varie brochure informative sul Giappone. Il pezzo più appetibile ed interessante, oltre che corposo, era questo libro, distribuito, appunto, gratuitamente. Sul libro non è presente nessun prezzo, quindi immagino sia sempre distribuito in forma gratuita, richiedibile alle ambasciate o ai consolati giapponesi.
La pecca più grossa è dovuta
all'anno della sua pubblicazione, il 2001, quindi tutti i dati sono
vecchi, ormai(...), di 10 anni.
Il suo interesse maggiore, almeno
personalmente, risiede nella fonte, che è quella del Ministero degli
Affari Esteri giapponesi (tranne per gli articoli “La famiglia
imperiale”, La popolazione”, “I partiti politici”), da parte
della Kodansha International LtD.
Quindi trovo che questo
libro/guida sia interessante perché è una fonte ufficiale di come
il Giappone spiega se stesso all'estero.
Devo ammettere che davo per
scontato il fatto che nel libro ci sarebbero state solo le lodi al
Giappone, invece spesso sono evidenziati i punti critici, magari
senza calcare troppo la mano, comunque c'è anche un'autocritica del
sistema paese.
Ovviamente tutto il lato economico
è pregno di dati economici ormai vetusti, ma rimane la spiegazione
di molti fattori della società nipponica.
Se è vero che non mi pare ci
siano agiografie del Giappone è anche importante quello che non c'è
scritto, infatti in nessuna parte del libro si fa cenno al periodo
storico del militarismo imperiale, qualche nota sulla Hiroshima e
Nagasaki, praticamente si passa sempre al “dopo guerra”, il prima
è saltato a piè pari.
Quindi, spesso, mi permetterò di
far notare quello che non c'è scritto, che mi pare abbastanza
importante, per il mio punto di vista, cioè capire come il Giappone
si spiega all'Italia.
Talvolta, come può anche essere
comprensibile, si esaltano i record nipponici, però in certi aspetti
il risultato a me è parso un po' comico, anzi, iettatorio.
Come quando, nel capitolo iniziale
sulla geografia, ci si compiace che il Giappone abbia 80 vulcani
attivi, un decimo del totale mondiale (840 nel 2001), pura avendo
solo 1/400 della superficie mondiale. Che fortunati!!
Inoltre si afferma, qui si con
tono iettatorio: “Il monte Fuji è inattivo sin dalla sua ultima
eruzione del 1707, ma non è del tutto escluso che entri di nuovo in
eruzione ai giorni nostri”.
Sull'Hokkaido, patria di una delle
popolazioni autoctone del Giappone c'è scritto riguardo agli Ainu:
“..., ma fu soltanto alla fine del XIX secolo che si arrivò al
pieno sviluppo dell'isola grazie all'amministrazione Meiji”.
Secondo me gli Ainu del tempo non erano molto “grati”.
Anche su Okinawa si riconosce la
sua indipendenza fino al 17esimo secolo, sorvolando su vari altri
aspetti storici.
Sulla giustizia è spiegata che la
causa della lentezza dei processi è la scarsità di giudici,
prevedendo un forte incremento di questi nel prossimo futuro da parte
del governo. Non si accenna alla pena di morte.
Sull'inno Hinomaru si accenna
all'interpretazione del suo significato da parte del primo ministro
Obuchi nel 1989 (quindi dal governo), ma non è spiegato perché mai
un governo debba “interpretare il significato” di un inno.
Inoltre è riportato il testo giapponese senza la traduzione in
italiano. Una certa prudenza verso le polemiche di allora sul neo
nazionalismo nipponico?
Riguardo le considerazioni
economiche sulla fine della bolla speculativa del 1990 si parla
dell'aumento della disoccupazione e della fine dell'impiego a vita.
Interessante il capitolo sui pregi
del sistema occupazionale nipponico, è ammesso che il sistema
dell'impiego a vita, in crisi, era comunque appannaggio solo di un
40% della forza lavoro (le grandi aziende), lasciando fuori il 60%
dei lavoratori (occupati della piccola e media impresa).
Eccone a titolo di esempio tutti i
paragrafi: Impiego a vita e salari basati sull'anzianità;
Popolazione attiva; Ore lavorative; Sistema salariale; Le relazioni
sindacali; I sindacati; I cambiamenti.
Il capitolo energetico da conto
della volontà di sviluppare l'energia solare, volontà non tramuta
in realtà in questi 10 anni.
Sul nucleare non sono nascosti gli
incidenti avvenuti fino alla fine degli ani 90, e l'inquietudine
creata nella popolazione.
Sull'ambiente si parla della
conferenza di Kyoto del 1997 sul riscaldamento globale, delle
associazioni giapponesi per la tutela dell'ambiente, ma non è mai
menzionata la “ricerca” sulle balene.
Spesso sono affrontate le
problematiche inerenti la forza lavoro, le pensioni e la sanità
dovute all'invecchiamento della popolazione, molte sono le soluzioni
prospettate, tutte di carattere economico e legislativo, ma mai
quella dell'immigrazione dall'estero di lavoratori stranieri per
ringiovanire la popolazione e rimpinguare le casse dello stato.
E' curioso il fatto che, a
proposito dei vari livelli della scuola dell'obbligo, sia sempre
specificato il fatto che “gli studenti non sono suddivisi in base
alle loro capacità”.
Non sono taciuti i problemi
dell'istruzione.
“L'esame inferno”, cioè la
durezza degli esami e il loro carattere nozionistico.
I libri di testo sono riportati
come una delle problematiche, ma non è spiegato in che senso. Io so
che riguarda le polemiche sull'autocensura dei fatti storici
riguardanti il lungo periodo militarista e l atrocità commesse
dall'esercito imperiale, ma non esplicitato, ecco cosa riporta il
libro dopo il titolo “I libri di testo”: “I libri di testo per
le scuole elementari e medie inferiori e superiori sono autorizzati
dal Ministero dell'Istruzione”.
Fine, nulla di più. Mi chiedo
cosa possa capire una persona che non conosca altri fatti
dell'attualità giapponese. Anche perché pure da noi il ministero
dell'Istruzione ha una parte nell'autorizzazione a considerare un
libro un testo scolastico, ma questo non è considerato “un
problema”.
Il rifiuto della scuola. Pur non
usando il termine “Hikikomori”, che magari ai tempi non era
ancora ufficiale, è riportato il problema del rifiuto scolastico
dovuto al bullismo e allo stress per gli esami, con tanto di dati per
la scuola media inferiore, 62228 casi nel 1996.
Il teppismo e la violenza nella
scuola, che hanno portato a numerosi casi di suicidio ed omicidio in
ambito scolastico.
Da notare che i manga non sono
nella sezione riguardante l'editoria, ma, come è giusto, la cultura.
Il paragrafo sugli anime è intitolato “Cartoni animati”, solo
alla sua conclusione è riportato il termine “anime”. Forse il
Ministero degli Esteri nipponico teneva che chiamandoli “anime”
non si sarebbe capito di cosa si stava parlando.
Riguardo agli antichi scritti del
Kojiki, nel paragrafo sulla religione Shinto, c'è questa frase che
suona un po' strana: “L'imperatore Jinmu, il primo leggendario
sovrano del Giappone, si dice discenda direttamente da Amaterasu
Omikami”.
“Si dice”? Pare quasi un fatto
reale, si sarebbe portati a pensare che ci sia ancora qualcuno che
crede che l'imperatore sia divino. Probabilmente, e spero, il senso
della frase in italiano è stato tradotto male e scritto peggio.
Ogni capitolo comprende più
paragrafi su più aspetti del Giappone, riporto i capitoli:
La geografia e il clima;
Le regioni del Giappone;
Le istituzioni:
L'organizzazione dello stato;
Le amministrazioni locali;
La famiglia imperiale;
La bandiera e l'inno nazionale;
I partiti politici.
L'economia:
L'economia;
Commercio e investimenti;
La deregulation;
L'occupazione;
I trasporti;
Energia e risorse;
L'istruzione;
La questione femminile;
I mezzi di informazione.
La cultura:
I manga e la cultura popolare;
La moda;
La lingua giapponese;
La letteratura;
L'arte;
L'architettura;
I giardini;
La cerimonia del tè;
L'ikebana;
La musica;
Il kabuki;
Il noh e il kyogen;
Il bunraku;
La religione;
Le feste.
Sport e tempo libero:
Il tempo libero;
Lo sport;
Il baseball;
Il calcio;
Il sumo;
Le arti marziali.
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