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giovedì 6 giugno 2013

Hiroshima


TITOLO: Hiroshima
AUTORE: John Hersey
CASA EDITRICE: Bompiani
PAGINE: 137
COSTO: 5 €(?)
ANNO: 1947
FORMATO: 21 cm X 13 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN: ?

Premessa sul costo del libro: l'ho acquistato ad un prezzo di 5 euro, ad una fiera del libro usato, la bancarella a fianco di quella in cui l'ho comprato lo vendeva (identico stato di conservazione) a 20 euro...
Le pagine del libro raccontano alcune storie di cittadini che sopravvissero alla primo bombardamento atomico.
John Hersey arrivò ad Hiroshima come corrispondente di guerra (Time e Life) , e cercò di far raccontare alle vittime dell'atomica cosa successe in quei giorni.

Questi personaggi (tra i quali alcuni medici, che raccontato la situazione generale dei feriti) sono citati tutti per nome e cognome e i loro racconti si dipanano in quattro capitoli, da appena prima che la bomba esplodesse a qualche settimana o mese dopo.
Nel primo capitolo (“Un bagliore silenzioso”) è raccontato cosa queste persone facessero (e anche chi erano) fino al moneto della deflagrazione atomica, sono loro stessi a spiegare che spesso la loro salvezza è stata dovuta al caso: un ritardo, una roccia, il corpo lontano da una finestra.
Nel secondo capitolo (“Il fuoco”) è narrato cosa successe a loro appena dopo l'esplosione, cosa videro e fecero, quali decisioni presero, chi persero, quanto soffrirono (fisicamente e psicologicamente).
Le testimonianze dei medici rendono bene la situazione dei feriti, specialmente perché gli stessi medici non capivano di cosa fossero affetti, curavano le scottature da radiazioni con un po' di disinfettante e, se c'era, con degli anestetici. Da ricordare che ad Hiroshima sopravvissero solo una decina di medici (e qualche decina di infermiere), che dovettero assistere circa centomila feriti.
Nel terzo capitolo (“Alla ricerca dei particolari”) si continua a narrare l'odissea di dolore di queste persone, che non sono più nomi astratti su una pagina di un libro, ma amici che si spera sopravvivano. Mi sono chiesto spesso cosa avrei fatto io in quei frangenti.
Nell'ultimo capitolo (“Panico e matricaria”) siamo giunti al 18 agosto (10 giorni dopo l'esplosione), queste persone, sopravvissute all'esplosione, iniziano a soffrire per gli effetti delle radiazioni. Le loro storie continuano brevemente fino ad un anno dopo, storie di sofferenza e di qualche speranza.
Tra i testimoni di questo libro figurano anche dei missionari gesuiti tedeschi, in certi punti del libro pare che solo loro si prodigassero per i feriti (cosa che fecero di certo), ho avuto, però, l'impressione che l'autore abbia voluto far risaltare le figure di questi occidentali per far sentire meno in colpa i lettori occidentali del 1947.
E' narrato un piccolo episodio sui gesuiti: il 18 agosto uno di loro si reca alla banca di Yokohama per versare il denaro delle missione distrutta, che erano riusciti a mettere in salvo. Neppure in tutto quel caos da fine del mondo si sono dimenticati dei soldi...


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