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lunedì 3 giugno 2013

La caduta del Giappone


TITOLO: La caduta del Giappone
AUTORE: William Craig
CASA EDITRICE: Rizzoli
PAGINE: 359
COSTO: 10 € circa
ANNO: 1970
FORMATO: 23 cm X 17 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN: ?

Questo saggio storico è stato scritto nel 1967, e pubblicato in Italia nel 1970. L'ho recuperato al Salone del libro usato di Milano, io l'ho pagato 10 euro, ma nello stesso salone c'era chi lo vendeva a 28 euro.
Il libro si concentra su un arco temporale molto ristretto, dal 1944 alla resa nipponica. Più che un libro storico talvolta pare un reportage di guerra, si concentra su alcuni aspetti quasi personali di personaggi anche secondari, sia giapponesi che statunitensi. Alcuni di questi fatti mi sono sembrati abbastanza superflui, e le righe spese per raccontarli noiose da leggere.
Trovo interessanti questi saggi storici un po' datati perché offrono un punto di vista che risente del periodo in cui furono scritti, per esempio questo è, secondo me, influenzato dalla guerra fredda. Parla dei crimini giapponesi, però quasi di passaggio, per esempio non cita mai le Unita 731. Ed è una cosa anomala per un libro che si concentra sulla fase finale della guerra compresa la resa, vista la vicenda del Generale Ishii (inventore e capo delle Unità 731) e di tutti i suoi accoliti.
Hirohito è praticamente sollevato dalle sue responsabilità, talvolta si lascia intuire che poteva fare di più ma poi non si calca mai la mano. Neppure verso gli altri appartenenti alla stirpe imperiale si sollevano accuse o dubbi, sono totalmente ignorati. I cattivi sono altri non ben identificati, tranne alla fine del libro quando ci si sofferma moltissimo sule rivolte dei più fanatici giovani ufficiali contro la resa del Giappone. Pare quasi che la colpa di tutto fosse loro.
Anche il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, pur ammettendone l'atrocità per la popolazione, non ne analizza più di tanto le motivazioni e risvolti storici. Si limita a fare una cronaca, fin insensata, del viaggio dei due aerei, delle cose che dissero gli equipaggi e i loro comandanti a terra etc
Per fortuna, almeno, si parla del trattamento che i giapponesi riservarono ai prigionieri di guerra occidentali, della distruzione di Manila (con le violenze verso la popolazione civile), appena citato il Massacro di Nanchino.
Sono riportati i momenti in cui (finalmente) Hirohito si impose sugli oltranzisti della guerra, comprese tutte le schermaglie che ci furono tra i vari ministri, generali e ammiragli dopo l'ultimatum della Conferenza di Postdam e i bombardamenti atomici. Questi sono forse i capitoli più interessanti.
Nella parte finale c'è l'arrivo di MacArthur in Giappone, la firma della resa sulla Missouri, ma non c'è nulla dell'incontro tra Hirohito e MacArthur.
Se avessi letto questo libro nel 1970 (avevo un anno) non mi sarei potuto fare una grande idea dei fatti capitati in quell'ultimo anno di guerra.

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