TITOLO: L'agape celeste, i riti di consacrazione del sovrano giapponese
AUTORE: Fosco Maraini
CASA EDITRICE: Luni Editrice
PAGINE: 123
COSTO: 16,5€
ANNO: 2003
FORMATO: 24
cm X 17 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN:
9788874350308
Maraini
avverte che il libro conterrà “spiccioli di cronaca” dei riti di
consacrazione di Akihito, quindi non un saggio approfondito,
comunque il libro è molto esauriente.
Per i
riti funerari di Hirohito si seguì il rituale previsto dalla
costituzione, che impone una netta separazione tra Stato e fede
religiosa. Per i riti di consacrazione di Akihito, invece,
l'atteggiamento delle autorità fu differente. Il confine tra Stato e
fede non fu netto, tanto da generare preoccupazione, se visto da
sinistra, o soddisfazione, se visto da destra.
Circa
il 10% della popolazione è contraria all'istituzione della casa
imperiale, sono gli aderenti ad alcuni gruppi religiosi, i movimenti
politici di sinistra (non in toto), e le minoranze che si sentono
soggette a discriminazioni.
Il
termine più corretto per identificare il regnante giapponese è,
quindi, quello di Tenno, infatti i 2 ideogrammi che lo compongono
uniscono i concetti di “cielo” (ten) e di “sovrano” (o),
traducibile in “Celeste Re” o “Celeste Signore”.
Il
mito popolano (e per una parte della storia del Giappone anche
statale) afferma che la dinastia giapponese sia la più antica del
mondo. In realtà la dinastia inizia o nel periodo dal 422 al 460 DC
oppure nel periodo Keitai (507-531 DC). Akito sarebbe ufficialmente
il 125° Tenno, ma in realtà sarebbe l'88°, eliminando i re
leggendari e i personaggi controversi. Il primo Tenno accertato fu la
regina Suiko (593-621 DC), la pretesa che la dinastia imperiale
risalga al 660 AC, con il Tenno Jimmu, è ormai considerata una
leggenda. L'inganno poggia su 2 livelli: qualitativo e quantitativo.
Qualitativo perché semplici capi tribù furono, nei secoli
successivi, innalzati al rango di Tenno. Quantitativamente perché i
primi mitici Tenno raggiunsero età improbabili (Jimmu 127 o 137
anni, Koan 137 anni, Korei 128 anni, Sujin 119 o 163 anni, Suin 141 o
153 anni), lo scopo finale di questa dilatazione di età fu quello di
creare delle profonde radici all'istituzione imperiale, il più
possibili antiche. Il termine Tenno dovrebbe essere nato, e
considerato con il significato attuale, dopo la riforma Taika (Gran
Mutamento) del 645 DC. Il motivo della scelta del termine “Tenno”
non è conosciuta, ma alcuni ricordano che in quel periodo il taoismo
cinese era assai popolare alla corte nipponica. In terminologia
taoista Tenno indicava anche la “Stella Polare”. Il termine Tenno
fu quello che ebbe più fortuna nei secoli, infatti gli altri termini
furono numerosi, da quelli arcaici a quelli più moderni. Il Tenno
può rappresentare più concetti assieme: intermediario tra popolo e
dei, simbolo della nazione, pronipote del sole, duce di guerra e
pace.
Sono
3 i riti che legittimano e santificano la successione dei Tenno:
Senso, Sokurei, Daijosai.
Il
“Senso” può essere reso con terminologia occidentale come
“Occupazione del trno”. Durante il Senso vengono trasferiti
alcuni oggetti al nuovo Tenno, in italiano si chiamerebbero “Insegne
regie”. Questi oggetti sono il gioiello (Yasakani no Magatama) e la
spada (Ame no Murakumo no Tsurugi). Oltre a questi 2 c'è un terzo
oggetto sacro, lo specchio (Yata no Kagami), simbolo della dea
Amaterasu Omikami, ma lo specchio è così importante che non si
rischia di spostarlo dal santuario Naiku di ise. Per il rito si
utilizza una copia dello specchio sacro, che rimane anch'esso nel
tempio shinto del palazzo imperiale.
Il
rito del Senso è quello più importante, che è stato sempre
compiuto, essere Tenno equivale a ricevere i 3 oggetti sacri. La
spada originaria fu smarrita in mare durante la battaglia navale di
Danno-Ura nel 1185, dal 1190 al 1210 si usò una seconda spada, e dal
1210 ad oggi si considera sacra una spada molto antica che era
custodita al santuario di Ise. Assieme al Senso si proclama il nome
della nuova era (nengo o gengo). Lo svolgimento degli ultimi 3 Senso
(Meiji 1868- Taisho 1912- Showa 1925) si sono differenziati tra di
loro, pur seguendo una medesima traccia il rito varia in ogni
edizione.
Il
Sokurei in terminologia occidentale sarebbe “l?incoronazione”, in
giapponese il “Perfezionamento della dignità”, ed è il termine
che indica un insieme di liturgie e cerimonie da compiersi in un solo
giorno, dopo che si è concluso il periodo di lutto per il Tenno
precedente. Fino all'ascensione del Tenno Meiji (1867) il Sokurei
ebbe spiccate caratteristiche buddiste. Il Tenno era consacrato con
la cerimonia chiamata Sokui Kanjo (perfezionamento- battesimo), in
pratica il Tenno diventava un alto prelato buddista. Dalla
restaurazione Meiji si eliminarono le influenze buddiste, lasciando
un rito solamente shintoista. Anche la cerimonia del Sokurei può
variare, nel 1868 fu privata e riguardò la corte imperiale, nel 1990
ci fu una cerimonia pubblica a cui parteciparono i rappresentanti di
150 nazioni. Parallelamente è cresciuta l'importanza del trono
(Takamikura), un baldacchino, che inizialmente era un mobile di
modesta fattura, privo di una sua mistica particolare. Durante il
Sokurei Showa del 1928 il Tenno Hirohito era ancora una divinità, ma
in quello del 1990 del Tenno Akihito era diventato un semplice essere
umano, cosa che provocò numerosi problemi di cerimoniale ed
istituzionali. La cerimonia si celebrò a Tokyo (nel palazzo
imperiale) e non più a Kyoto, come da tradizione. Molti cerimoniale
dovettero essere modificati perchè il Tenno non era più superiore
al primo ministro, anzi, in qualità d rappresentante del popolo, nel
primo ministro risiedeva la vera autorità, e il Tenno era solo un
simbolo di questa autorità del popolo, quindi un sottoposto. Il
Sokurei prevede inizialmente una serie di riti shintoisti e poi il
rito civile pubblico di presentazione del Tenno. In base alla
costituzione, che prevede una netta divisione tra religione e Stato,
ai riti shintoisti avrebbero dovuto partecipare solo i membri
imperiali della corte. Invece erano presenti il primo ministro, i
presidente delle 2 camere, il presidente della corte suprema, più 49
alti personaggi pubblici. Infatti i rappresentati dei partiti di
destra e conservatori furono molto contenti per questa vittoria, la
stampa si dilungò molto su queste polemiche per il mancato rispetto
dello spirito della costituzione. Durante la cerimonia
pubblica/civile il Tenno Akihito fece un discorso di insediamento, a
cui rispose il primo ministro con un secondo discorso di
ringraziamento. Il primo ministro Kaifu Toshiki utilizzò il verbo
“aogu” per dire “ noi onoriamo il Tenno”, fu fatto notare che
il verbo “aogu” sconfina facilmente da “onorare” ad
“adorare”. Infine Kaifu Toshiki mossi i 3 passi indietro, sollevò
le braccia e gridò i 3 fatidici “Banzai” (10000 anni di vita).
L'aver gridato “Banzai”, con tutto quello che aveva implicato nel
passato, scatenò altre polemiche.
Il
Daijosai è l'ultimo dei 3 riti, ed è il più singolare e
misterioso, significa letteralmente “La festa della grane
degustazione”, cioè la consacrazione del Tenno. Il Daijosai è
quello che più spesso è stato omesso, sui 125 sovrani giapponesi
(leggendari e storici) solo 75 lo hanno compiuto. Il fatto che per
lunghi periodi non fu celebrato (principalmente per motivi dovuti
alla povertà della corte imperiale) ha causato una perdita di alcune
cerimonie, visto che le tradizioni erano tramandate a voce, scrivere
il cerimoniale del Daijosai sarebbe stato sacrilego. Gli edifici
costruiti per il Daijosai non devono contenere nessuna parte, anche
minima, di metallo. I recipienti per la cerimonia sono rozzi. Le
bacchette per afferrare il cibo non sono i 2 bastoncini separati, ma
una fettuccia di bambù ripiegata su se stessa a pinza. I fuochi
devono essere accesi solo per sfregamento di legni.
Sono
4 le fasi del Daijosai: i preparativi pubblici, che iniziano a
primavera e finiscono a novembre; i preparativi (un tempo segreti)
del Tenno per il momento culminante del Daijosai; il rito vero e
proprio del Daijosai, da farsi nella notte tra il giorno della lepre
di mezzo e il giorno del drago; le cerimonie conclusive, con i
successivi banchetti celebrativi.
Sulla
base della costituzione il Daijosai non era previsto, anzi, proibito,
visto l'obbligo di separazione tra Stato e religione. Ma nel 1990 i
tempi erano cambiati e, nonostante le proteste di alcuni gruppi che
chiedevano il rispetto della costituzione, il rito fu compiuto
sfarzosamente e con un alto contributo economico statale.
Tra i
preparativi pubblici del Daijosai si possono elencare brevemente
alcuni atti: l'individuazione delle 2 risaie sacre Yukie Suki; la
costruzione di centinaia di scettri shaku; la tessitura della canapa
per il aratae (il “panno ruvido”); la tessitura della seta per il
nigitae (il “panno gentile”); la costruzione ex novo di un
villaggio-santuario (che ospiterà il Daijosai) formato da 39 edifici
di legno, che alla fine del rito verrà distrutto, tutta questa parte
del rito si chiama Daijogu.
Il
Daijogu è formato a sua volta da altri numerosi riti e cerimonie, e
regolato da regole ferree. Dopo il completamento del Daijogu, e poco
prima dell'effettivo Daijosai, si compie il rito del Chinkonsai
(“Rito di pacificazione dell'anima”), durante il quale lo
“spirito oscuro” del Tenno viene pacificato. Al rito non
partecipa il Tenno, ma è compiuto sui suoi abiti ed alcuni oggetti.
Il
giorno del Daijosai è un susseguirsi di riti e cerimonie ben
codificate a cui partecipa anche la Kogo Heika (la sposa del Tenno),
che si svolgono nel villaggio Daijogu. I riti e le cerimonie
culminano nelle offerte di cibo ai kami e al rito vero e proprio del
Daijosai, compiuto solo dal Tenno. Il Tenno entra in “comunione”
coi kami e gli dei ancestrali, ma i riti specifici sono segreti.
Secondo alcuni studiosi giapponesi (e non) durante il rito centrale e
segreto del Daijosai lo spirito del Tenno precedente (e quindi di
quelli passati fino alla dea Amaterasu) si trasferisce a quello
attuale, il Tenno-Rei.
Il
rito religioso del Daijosai, durante il quale il Tenno diventa un
dio, ebbe la forte opposizione dei comunisti, dei socialisti e del
komeito (più defilato). La motivazione era sempre che il Daijosai
andava contro la costituzione. Inoltre il governo vi partecipò
attivamente, sia come presenza che come sovvenzione economica. Da
notare che dei 900 burocrati e personaggi politici che furono
invitati a fare atto di presenza al Daijosai ne erano presenti 733,
quindi 167 rifiutarono (tolti gli indisposti) l'invito. I gruppi
religiosi cristiani presentarono una petizione di 190000 firme di
loro fedeli che protestavano per la collusione tra Stato e fede,
vietata dalla costituzione. I cattolici tennero un basso profilo, un
rappresentante del vaticano era presente al Sokurei. Anche i
rappresentanti dei burakumin protestarono vivamente. Un altro fattore
che creò forti malumori furono i costi a carico dei contribuenti,
tutte le cerimonie per il cambio dinastico costarono circa 220
miliardi di lire del periodo (22 miliardi di yen), 98 miliardi di
lire per le esequie di Hirohito e 123 miliardi di lire per le 61
cerimonie per Akihito. Di contro ci furono anche le proteste dei
conservatori, dei partiti di destra e dei neo nazionalisti, contro la
costituzione che aveva svilito la figura del Tenno mettendola sullo
stesso piano di un primo ministro. Nei giorni dei riti del 12 e 13
novembre si ebbero 35 incidenti, lanci di bombe, spari di missili
rudimentali ed incendi dolosi. Morirono un poliziotto (dilaniato da
una bomba) e una donna (in un incendio causato dai terroristi). La
gran parte dei disordini fu rivendicata dal Chukakuha (Fazione del
nucleo centrale), un'organizzazione di estrema sinistra. Le azione
erano più dimostrative che pericolo, anche se alcune degenerarono,
una prova ne è l'attentato alla linea ferroviaria del 27 novembre,
sulla cui tratta sarebbe dovuto passare li treno con sopra il Tenno,
fu compiuto 6 ore prima del passaggio del convoglio.
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