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domenica 2 giugno 2013

Kawaii Art, fiori, colori, palloncini (e manga) nel Neo Pop giapponese


TITOLO: Kawaii Art, fiori, colori, palloncini (e manga) nel Neo Pop giapponese
AUTORE: Valentina Testa
CASA EDITRICE: Tunuè
PAGINE: 109
COSTO: 9,70 €
ANNO: 2011
FORMATO: 18 cm X 17 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788889613979

L'autrice analizza tutto ciò che in Giappone è kawaii, in particolare nel campo artistico. Forse non proprio tutto, vista l'esiguità del saggio, solo 109 pagine, il cui scritto è ancora minore viste le numerose foto presenti.
Non mi permetto di dare giudizi sulle analisi che l'autrice ha fatto sugli artisti e le artiste prese in considerazione, visto che in materia artistica sono totalmente ignorante.
Noto che una buona parte delle citazioni di altri saggi presenti in questo libro li avevo letti nei libri originari, quindi molti concetti sono abbastanza noti.
Il termine kawaii deriva da “kawayushi", utilizzato dopo la guerra, mutato negli anni 70 in kawayui.
Kawaii è tutto ciò che è carino, piccolo ed infantile, tutto ciò che viene indicato con “ino”.
Questo fenomeno è una vera e propria cultura, e non l'effetto del consumismo. Tanto è vero che esiste anche un modo di scrivere kawaii, che si differenzia dal giapponese scritto.
E' stata la Sanrio, con Hello Kitty, a generare la cultura kawaii fin dal 1971.
Secondo alcuni la cultura kawaii è collegata alla sindrome di Peter Pan e al complesso di cenerentola, e può portare a disturbi dell'identità sessuale come il complesso di lolita (lolicom o rorikon in giapponese).
Due perni di questa cultura, oltre agli oggetti “carini”, sono la passione per gli idol e per gli shojo manga.
Dopo questa introduzione alla cultura kawaii l'autrice passa alla parte di analisi artistica, iniziando con il capitolo sui manga, che non è particolarmente interessante.
Mentre il successivo capitolo dal titolo “Takashi Murakami: tra kawaii e otaku. Il manifesto Superflat” è più interessante, tenendo sempre conto che io leggo queste cose riguardanti l'arte kawaii per la prima volta o quasi.
Il capitolo dopo riguarda gli artisti della Kaikai Kiki Company, la società di Murakami che si prefigge di promuovere i giovani artisti giapponesi.
Sono analizzati i lavoro dei seguenti artisti ed artiste:
Aya Takano, Chiho Aoshima, MR. (pseudonimo), Chinatsu Ban, Mahomi Kumikata, Rei Sato, Akane Koide.
Le opere di questi artisti sono presentati anche con commenti a foto presenti nel libro, peccato che talvolta siano analizzate opere di cui non c'è la foto, mentre in altri casi le foto sono in bianco e nero (solo una minoranza nella parte centrale è a colori).
Il penultimo capitolo è incentrato sull'artista Tomoko Sawada, che fa incontrare il kawaii con il gothic lolita.
L'ultimo capitolo è su Moriko Mori, e il suo uso del kawai assieme al buddismo e alla tecnologia.



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