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lunedì 3 giugno 2013

Shintoismo – La via degli Dei, la religione autoctona del Giappone


TITOLO: Shintoismo – La via degli Dei, la religione autoctona del Giappone
AUTORE: vari
CASA EDITRICE: Edizioni Studio Domenicano
PAGINE: 164
COSTO: 16€
ANNO: 2002
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN: 9788870944686

La casa editrice di questo libro è la Edizioni Studio Domenicano, quindi di matrice cattolica, purtroppo le case editrici cattoliche sono fra le poche che trattano l'argomento. Scrivo “purtroppo” perché talvolta, come è anche naturale che sia, gli argomenti sono trattati dal punto di vista della fede cattolica.
Per esempio nell'introduzione si può leggere questo passo riguardo il fatto che i giapponesi non abbiano una precisa fede religiosa:
Per capire questa situazione, che può sembrare davvero strana se non addirittura contraddittoria, occorre far presente che in Giappone, con l'eccezione probabilmente del Cristianesimo e di alcune nuove religione, l'appartenenza religiosa non è sentita come risultato di una scelta o di una convinzione personale, tanto meno di un preciso impegno di fede e di vita, ma piuttosto come fatto tradizionale che coinvolge la famiglia, o la società, come tale”.
Ma perché in Italia si diventa cattolici per scelta o per convinzione personale? Un neonato decide di farsi battezzare? Un bambino e un ragazzino di fare la comunione e la cresima?
Detto ciò il saggio rimane interessante, basta riuscire a prendere le informazioni separate dal punto di vista cattolico, probabilmente l'unico capitolo che è fortemente influenzato da questa visione cattolica è l'ultimo (“La dimensione etica dello Shintoismo”).
Quello che ho trovato più interessante è il settimo (Il tempio Yasukuni e lo Shintoismo di Stato), forse perché è il meno “religioso” e più politico.
Riporterò il titolo dei capitolo con i titoli dei paragrafi seguito da una eventuale spiegazione, anche se penso che saranno sufficienti per dare un'idea del contenuto.

Introduzione, di Franco Sottocornola:
La situazione religiosa in Giappone oggi;
Lo Shintoismo nella vita pubblica del Giappone:
Sommario di questo quaderno;

Capitolo 1:
Cronologia storica-religiosa del Giappone, di Maria A. De Giorgi

Capitolo 2:
Shintoismo e cultura giapponese, di Sonoda Yoshiaki:
Il fondamento della cultura giapponese, la coltivazione del riso e il culto di Ama-terasu-o-mi-kami;
Il significato culturale del passaggio di potere pacifico da O-kuni-nushi-no-Kami (Izumo) ad
Ama-terasu-o-mi-kami (Ise);
Il significato del termine kami;
Shinto, la via degli dei;
Matsuri;
Conclusioni.

Kami” significa “ciò che sta sopra”, anticamente era forse “kamu”, “ciò che è nascosto inaccessibile”. Il kami era percepito come una sorgente d'acqua che scaturisce da una fonte nascosta. La parte bassa del fiume, nato da questa sorgente, era chiamato “shimo”, e simbolicamente era il popolo. I kami non sono degli dei trascendenti o sovrumani, ma hanno gli stessi difetti degli uomini, ma con poteri magici, e gli esseri umani a loro volta diventano kami.
Nell'antichità le cerimonie erano svolte in prossimità di queste sorgenti “magiche”, quindi si ripercorreva il fiume per arrivare alla sorgente, da questo percorso lungo il fiume nasce “la via degli dei”, appunto “shinto”.
Il “Matsuri”, che vuol dire “fare oblazione alla divinità”, è la feste (o le feste) religiosa più importate dello shintoismo. Sono riportati i nomi e le date di 18 matsuri con breve spiegazione.

Capitolo 3:
La mitologia giapponese, di Franco Sottocornola:
Le fonti;
Il mito della creazione;
Il mito dell'entrata del “male” o della contaminazione nel mondo, e l'origine dei riti di purificazione che liberano da questo male-contaminazione;
Continua l'opera della creazione (generazione) del mondo;
Lo scontro tra la dea Ama-terasu e il fratello Susa-no-o, e la vittoria della dea;
Origine divina della dinastia imperiale.

Capitolo 4:
La tradizione shintoista nella vita quotidiana dei giapponesi, di Mitsuhashi Takeshi:
All'origine dei cibi e degli abiti;
Onusa e Hataki;
Il hei-haku, vestito e cibo;
Le divinità custodi della casa e della vita domestica;
Il Kamidana e il culto domestico nello Shinto;
Divinità protettrici della casa.

In questo capitolo sono spiegati gli atti religiosi shintoisti quotidiani, anche banali, legati all'attività normale di un giapponese, compresa una veloce ma esauriente descrizione dell'altare casalingo shintoista, il kamidana.

Capitolo 5:
Il tempio shintoista, di Franco Sottocornola:
L'accesso al tempio;
Struttura e architettura del santuario;
Altri edifici complementari;
I più famosi templi shintoisti.

Capitolo 6:
La più antica raccolta di Norito “preghiere dello Shintoismo”, di Franco Sottocornola:
Engi Shiki, ossia la raccolta di “norme stabilite” dell'epoca Engi;
Alcuni esempi, i testi migliori della raccolta;
Norito per il rito di Toshigoi, al momento della semina per ottenere un raccolto abbondante;
Norito per il Grande Rito della Purificazione;
Norito pronunciato dal Signore di Izumo in visita di ossequio alla corte imperiale.

Una esauriente spiegazione della struttura dei norito, la preghiera dello shinto, e della sua storia. Gli ultimi 3 paragrafi sono la traduzione completa di 3 norito. Questa traduzione non è letterale, ma adattata all'italiano, omettendo la traduzione delle parti che ne avrebbero rallentato la lettura.

Capitolo 7:
Il tempio Yasukuni e lo Shintoismo di Stato, di Pino Cazzaniga:
Il tempio Yasukuni come santuario dei caduti;
Il tempio Yasukuni e lo Shintoismo di Stato;
Il tempio Yasukuni e il militarismo;
Un salvataggio all'ultimo momento;
Il tempio Yasukuni e il neo-nazionalismo;
Un complesso problema non risolto;
Un problema missiologico;
La Chiesa lievito di salvezza.

Si cerca di capire l'importanza del tempio Yasukuni (che significa “nazione di pace e tranquillità”) in relazione allo shinto e al culto dei caduti in battaglia, ma con un occhio alle polemiche internazionale per questa venerazione.
Gli spiriti (kami) dei caduti venerati a Yasukuni sono più di 2 milioni e 300 mila, tutti soldati che si sono battuti per la patria giapponese, ma tutti in guerre d'aggressione, in più vi sono venerati 7 criminali di guerra della seconda guerra mondiale. Tutto ciò fa ben capire che le visite non ufficiali dei politici giapponesi, compresi primi ministri, non rendano molto contenti i popoli delle nazioni asiatiche che subirono le aggressioni nipponiche.
Negli opuscoli del tempio, tutti scritti solo in giapponese, si parla di guerre con “nazioni straniere”, dimenticando di informare il giapponese che li legge che queste “nazioni straniere” furono tutte invase dal Giappone, e le guerre furono d'annessione/aggressione. In tutte le nazioni ci sono monumenti ai caduti, ma solo a Yasukuni si venerano caduti di guerre d'aggressione e criminali di guerra. E' il caso di rammentare che le vittime di quei 2 milioni e 300 mila soldati caduti, venerati a Yasukuni, furono 10 volte tanto, chi venera quei 23 milioni di vittime?
Dopo la guerra gli americano avevano progettato, dopo aver abolito lo Shinto di stato e “umanizzato” l'imperatore, di abbattere il santuario di Yasukuni. Il salvatore del tempio fu il gesuita padre Bruno Bitter, infatti MacArthur chiese consiglio sul da farsi al Vaticano. Padre Bitter si espresse contro la distruzione di un luogo di culto, e MacArthur tenne in considerazione il suo punto di vista. Per il gesuita il problema non era il tempio di Yasukuni in se stesso, ma il significato che il popolo gli conferiva, era in quell'ambito che si doveva far opera di convincimento: spezzare il collegamento tra Yasukuni e il militarismo/nazionalismo.
La costituzione pacifista redatta dagli Usa fu lo strumento per spezzare quel collegamento infausto, in parte vi è riuscita, in parte no.
La costituzione giapponese (art 20) prevede il divieto per le religioni di ricevere privilegi dallo Stato, ma lo shintoismo un poco alla volta ha ottenuto fondi e appoggi politici.
Nel 1979 il sacerdote principale del tempio Yasukuni aveva officiato una cerimonia per inserire nel tempio 7 criminali di guerra di classe A, chiamandoli, per giunta, “martiri del periodo Showa”. Da quel momento le visite “private” dei politici a Yasukuni non erano più diplomaticamente accettabili.
Fu il primo ministro Nakasone, ex ufficiale della marina imperiale, che inaugurò le visite “private” dei premier nipponici a Yasukuni.
Nel 1989 i funerali di Hirohito e l'incoronazione di Akihito furono veri e propri riti reloigiosi di Stato, fatto che in base alla costituzione non poteva capitare.

Capitolo 8:
La dimensione etica dello Shintoismo, di Joseph B. Muhlberger:
Visione del mondo e fede nei kami;
La concezione shintoista dell'essere umano;
Il concetto shintoista di peccato;
La via della purificazione;
Conclusione.

Questo è il capitolo più religioso/ filosofico del libro, anche perché tocca argomenti che sono visti dal nostro punto di vista cattolico.

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