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lunedì 3 giugno 2013

Parliamo del Giappone


TITOLO: Parliamo del Giappone
AUTORE: a cura dell'Ufficio Culturale dell'Ambasciata del Giappone in Italia
CASA EDITRICE: Publiworld
PAGINE: 326
COSTO: “non dichiarato”
ANNO: 2001
FORMATO: 21 cm X 16 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet?
CODICE ISBN: ?

Intanto una spiegazione sul dove ho reperito questo libro/guida, anche per capire dove potrebbe essere rintracciabile, alla fiera di Lucca 2011 c'era un banchettino (in verità molto piccolo e triste) del consolato giapponese in cui si distribuiva varie brochure informative sul Giappone. Il pezzo più appetibile ed interessante, oltre che corposo, era questo libro, distribuito, appunto, gratuitamente. Sul libro non è presente nessun prezzo, quindi immagino sia sempre distribuito in forma gratuita, richiedibile alle ambasciate o ai consolati giapponesi.
La pecca più grossa è dovuta all'anno della sua pubblicazione, il 2001, quindi tutti i dati sono vecchi, ormai(...), di 10 anni.
Il suo interesse maggiore, almeno personalmente, risiede nella fonte, che è quella del Ministero degli Affari Esteri giapponesi (tranne per gli articoli “La famiglia imperiale”, La popolazione”, “I partiti politici”), da parte della Kodansha International LtD.
Quindi trovo che questo libro/guida sia interessante perché è una fonte ufficiale di come il Giappone spiega se stesso all'estero.
Devo ammettere che davo per scontato il fatto che nel libro ci sarebbero state solo le lodi al Giappone, invece spesso sono evidenziati i punti critici, magari senza calcare troppo la mano, comunque c'è anche un'autocritica del sistema paese.
Ovviamente tutto il lato economico è pregno di dati economici ormai vetusti, ma rimane la spiegazione di molti fattori della società nipponica.
Se è vero che non mi pare ci siano agiografie del Giappone è anche importante quello che non c'è scritto, infatti in nessuna parte del libro si fa cenno al periodo storico del militarismo imperiale, qualche nota sulla Hiroshima e Nagasaki, praticamente si passa sempre al “dopo guerra”, il prima è saltato a piè pari.
Quindi, spesso, mi permetterò di far notare quello che non c'è scritto, che mi pare abbastanza importante, per il mio punto di vista, cioè capire come il Giappone si spiega all'Italia.
Talvolta, come può anche essere comprensibile, si esaltano i record nipponici, però in certi aspetti il risultato a me è parso un po' comico, anzi, iettatorio.
Come quando, nel capitolo iniziale sulla geografia, ci si compiace che il Giappone abbia 80 vulcani attivi, un decimo del totale mondiale (840 nel 2001), pura avendo solo 1/400 della superficie mondiale. Che fortunati!!
Inoltre si afferma, qui si con tono iettatorio: “Il monte Fuji è inattivo sin dalla sua ultima eruzione del 1707, ma non è del tutto escluso che entri di nuovo in eruzione ai giorni nostri”.
Sull'Hokkaido, patria di una delle popolazioni autoctone del Giappone c'è scritto riguardo agli Ainu: “..., ma fu soltanto alla fine del XIX secolo che si arrivò al pieno sviluppo dell'isola grazie all'amministrazione Meiji”. Secondo me gli Ainu del tempo non erano molto “grati”.
Anche su Okinawa si riconosce la sua indipendenza fino al 17esimo secolo, sorvolando su vari altri aspetti storici.
Sulla giustizia è spiegata che la causa della lentezza dei processi è la scarsità di giudici, prevedendo un forte incremento di questi nel prossimo futuro da parte del governo. Non si accenna alla pena di morte.
Sull'inno Hinomaru si accenna all'interpretazione del suo significato da parte del primo ministro Obuchi nel 1989 (quindi dal governo), ma non è spiegato perché mai un governo debba “interpretare il significato” di un inno. Inoltre è riportato il testo giapponese senza la traduzione in italiano. Una certa prudenza verso le polemiche di allora sul neo nazionalismo nipponico?
Riguardo le considerazioni economiche sulla fine della bolla speculativa del 1990 si parla dell'aumento della disoccupazione e della fine dell'impiego a vita.
Interessante il capitolo sui pregi del sistema occupazionale nipponico, è ammesso che il sistema dell'impiego a vita, in crisi, era comunque appannaggio solo di un 40% della forza lavoro (le grandi aziende), lasciando fuori il 60% dei lavoratori (occupati della piccola e media impresa).
Eccone a titolo di esempio tutti i paragrafi: Impiego a vita e salari basati sull'anzianità; Popolazione attiva; Ore lavorative; Sistema salariale; Le relazioni sindacali; I sindacati; I cambiamenti.
Il capitolo energetico da conto della volontà di sviluppare l'energia solare, volontà non tramuta in realtà in questi 10 anni.
Sul nucleare non sono nascosti gli incidenti avvenuti fino alla fine degli ani 90, e l'inquietudine creata nella popolazione.
Sull'ambiente si parla della conferenza di Kyoto del 1997 sul riscaldamento globale, delle associazioni giapponesi per la tutela dell'ambiente, ma non è mai menzionata la “ricerca” sulle balene.
Spesso sono affrontate le problematiche inerenti la forza lavoro, le pensioni e la sanità dovute all'invecchiamento della popolazione, molte sono le soluzioni prospettate, tutte di carattere economico e legislativo, ma mai quella dell'immigrazione dall'estero di lavoratori stranieri per ringiovanire la popolazione e rimpinguare le casse dello stato.
E' curioso il fatto che, a proposito dei vari livelli della scuola dell'obbligo, sia sempre specificato il fatto che “gli studenti non sono suddivisi in base alle loro capacità”.
Non sono taciuti i problemi dell'istruzione.
L'esame inferno”, cioè la durezza degli esami e il loro carattere nozionistico.
I libri di testo sono riportati come una delle problematiche, ma non è spiegato in che senso. Io so che riguarda le polemiche sull'autocensura dei fatti storici riguardanti il lungo periodo militarista e l atrocità commesse dall'esercito imperiale, ma non esplicitato, ecco cosa riporta il libro dopo il titolo “I libri di testo”: “I libri di testo per le scuole elementari e medie inferiori e superiori sono autorizzati dal Ministero dell'Istruzione”.
Fine, nulla di più. Mi chiedo cosa possa capire una persona che non conosca altri fatti dell'attualità giapponese. Anche perché pure da noi il ministero dell'Istruzione ha una parte nell'autorizzazione a considerare un libro un testo scolastico, ma questo non è considerato “un problema”.
Il rifiuto della scuola. Pur non usando il termine “Hikikomori”, che magari ai tempi non era ancora ufficiale, è riportato il problema del rifiuto scolastico dovuto al bullismo e allo stress per gli esami, con tanto di dati per la scuola media inferiore, 62228 casi nel 1996.
Il teppismo e la violenza nella scuola, che hanno portato a numerosi casi di suicidio ed omicidio in ambito scolastico.
Da notare che i manga non sono nella sezione riguardante l'editoria, ma, come è giusto, la cultura. Il paragrafo sugli anime è intitolato “Cartoni animati”, solo alla sua conclusione è riportato il termine “anime”. Forse il Ministero degli Esteri nipponico teneva che chiamandoli “anime” non si sarebbe capito di cosa si stava parlando.
Riguardo agli antichi scritti del Kojiki, nel paragrafo sulla religione Shinto, c'è questa frase che suona un po' strana: “L'imperatore Jinmu, il primo leggendario sovrano del Giappone, si dice discenda direttamente da Amaterasu Omikami”.
Si dice”? Pare quasi un fatto reale, si sarebbe portati a pensare che ci sia ancora qualcuno che crede che l'imperatore sia divino. Probabilmente, e spero, il senso della frase in italiano è stato tradotto male e scritto peggio.


Ogni capitolo comprende più paragrafi su più aspetti del Giappone, riporto i capitoli:
La geografia e il clima;
Le regioni del Giappone;
Le istituzioni:
L'organizzazione dello stato;
Le amministrazioni locali;
La famiglia imperiale;
La bandiera e l'inno nazionale;
I partiti politici.
L'economia:
L'economia;
Commercio e investimenti;
La deregulation;
L'occupazione;
I trasporti;
Energia e risorse;
L'istruzione;
La questione femminile;
I mezzi di informazione.
La cultura:
I manga e la cultura popolare;
La moda;
La lingua giapponese;
La letteratura;
L'arte;
L'architettura;
I giardini;
La cerimonia del tè;
L'ikebana;
La musica;
Il kabuki;
Il noh e il kyogen;
Il bunraku;
La religione;
Le feste.
Sport e tempo libero:
Il tempo libero;
Lo sport;
Il baseball;
Il calcio;
Il sumo;
Le arti marziali.

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