CERCA NEL BLOG

Visualizzazione dei post in ordine di data per la query 600 imola. Ordina per pertinenza Mostra tutti i post
Visualizzazione dei post in ordine di data per la query 600 imola. Ordina per pertinenza Mostra tutti i post

mercoledì 25 dicembre 2024

"Mazinga: la qualità del legno", di Franco Valobra - "Il Leviatano, settimanale di commento politico" 22 aprile 1980


Perché ho la presunzione di affermare che il clamore mediatico suscitato dai cartoni animati giapponesi tra il 1978 e il 1982 mai si ripeterà con la medesima intensità?
Perché sfogli in emeroteca una testata prettamente di analisi politica interna ed estera, con contenuti probabilmente superiori alla media del periodo (che era già più alta di oggi...), giri pagina e ti trovi davanti un articolo su Goldrake, Mazinga e il dubbio se votare per il PCI alle allora prossime venture elezioni amministrative   ^_^
E' vero che non mi pare ci siano altri fissati/e che fanno la mia medesima ricerca per i successivi decenni sull'animazione giapponesi in Italia, ma non credo che negli anni 90, 2000 ed oltre siano riscontrabili scritti di questo tipo, senza contarne il mostruoso numero (1625 articoli).
Tralasciando per un momento che il titolo riporta "Mazinga" e come immagine c'è il Jumbo Mattel di Goldrake, l'incipit dello scritto vale già di per sé il prezzo del biglietto (tanto per dire):
"Vocatus atque non vocatus deus aderit", cioé "chiamato o meno, il divino sarà presente".

La citazione latina non era indirizzata a Goldrake o Mazinga, ma all'intenzione di voto dell'autore dello scritto, resta comunque un bel inizio   :]
Sfogliando un'annata completa de "Il Leviatano" e leggiucchiando qualche articolo qua e là, direi che la posizione politica fosse di sinistra, o centro-sinistra si direbbe oggi, anti DC ma anche anti PCI. In pratica si auspicava che venisse creato un fronte elettorale che potesse essere una credibile alternativa alla DC, ma senza essere sottomesso al peso elettorale del PCI.
In questo contesto quale può essere il nesso tra i robottoni animati giapponesi e il voto italico?
Il tutto nasce, incredibilmente (si può affermare oggi), dalla crociata anti cartoni animati giapponesi dei 600 genitori di Imola della primavera 1980!
L'autore aveva il dubbio se votare per Il PCI, essenzialmente per un comportamento del partito meno predatorio dei beni pubblici rispetto agli altri partiti dell'arco costituzionale, ma le vicende di Goldrake e Mazinga gli fecero cambiare idea. Si può chiosare sul fatto che Franco Valorba avesse o meno realmente l'intenzione di votare PCI o il tutto fosse un modo per schernire le posizioni contraddittorie del più grande partito di opposizione, ma i concetti scritti sull'animazione giapponese restano.
A grandi linee ho individuato quattro approcci all'invasione dei cartoni animati giapponesi in Italia tra il 1978 e il 1982:
a) venivano ignorati;
b) venivano considerati pericolosi, diseducativi, violenti e stupidi;
c) non venivano considerati pericolosi perché assolutamente stupidi ed insulsi;
d) venivano considerati portatori di un minimo di valori educativi e di svago.

Di norma l'approccio "A" era quello della stampa di settore, fumetti, fantascienza ed animazione italiana ed europea, fingevano che gli anime non esistessero, ogni tanto li commentavano, di norma per stroncarli.
Dell'approccio "B" è pieno il blog nei post dell'Emeroteca Anime.
L'approccio "D" era di pochi, tipo Gianni Rodari o Oreste del Buono.
Quelli dell'approccio "C", come in questo articolo, parevano difendere i cartoni animati giapponesi, ma in realtà (di norma) volevano solo ridicolizzare politicamente coloro che avevano l'approccio "B", quindi consideravano gli anime non pericolosi in quanto "tutti eguali", "particolarmente cretini", "popolati da personaggi particolarmente maldestri e rincoglioniti", "beceri e rincitrulliti"...  se questa è una difesa, figuriamoci l'accusa!    ^_^
Sullo sfondo la Spectre dei giocattoli nipponici, ma quando i giocattoli/merchandising erano di Sandokan"Spazio 1999" oppure "Supergulp!", andava tutto bene   ^_^
Per l'autore nessuno di noi era così grullo da prendere sul serio i cartoni animati giapponesi, ne consegue che se qualcuno di noi (tipo io), invece, prese seriamente i contenuti positivi, fu un grullo  :]
La pagina di destra dell'articolo l'ho trovata un po' (un po') più ragionevole, intanto perché l'autore ricorda che anche lui leggeva (non essendoci la tv da bambino) fumetti con scene violente, ma anche perché i bambini vedevano la vera violenza al telegiornale...

Più sotto inserisco completamente il numero in questione de "Il Leviatano", tanto per rendere palese che un argomento come Mazinga e Goldrake era avulso dai temi usuali della testata, se non quando la polemica contro i cartoni animati giapponesi divento così tanto virulenta, che pure persone assolutamente non interessate ed informate sulla tematica, ne dovettero prendere atto.
La rivista non aveva un sommario, ma in questo numero erano toccati i seguenti argomenti:
un editoriale che analizzava come si poteva battere elettoralmente la DC;
la questione dell'acquisto dell'Alfa Romeo da parte della Nissan (ovviamente poi mai avvenuto);
un articolo del liberale Egidio Sterpa;
analisi varia sull'Iran khomeinista (argomento ancora in voga...);
analisi su Cuba (tema ancora attuale);
analisi economica sull'URSS;
una interessante analisi sul nascente movimento europeo dei Verdi, dove , se nell'editoriale si auspicava l'unione di più partiti in veste anti DC e PCI, a pagina 11 si stroncano i Verdi   ^_^
gli ultimi due scritti vanno un po' oltre le mie conoscenze   :]

Qui sotto rimetto le due pagine dell'articolo singolarmente per migliorarne la leggibilità, segue il resto della rivista.

(ovviamente Buon Natale)

lunedì 19 agosto 2024

Distribuzione temporale degli articoli sui cartoni animati giapponesi tra il 1978 ed il 1982 (aggiornato al 9 luglio 2024)



Con l'inserimento di altri altri 202 articoli il 9 luglio scorso, era arrivato il momento di aggiornare le tabelle con la distribuzione degli articoli sui cartoni animati giapponesi dal 1978 al 1982, anche perché erano giusto tre anni che non lo facevo:

Infatti nel frattempo avevo aggiunto 410 articoli, ovviamente non tutti nel quinquennio 78/82, quindi il grafico qui sopra e i cinque calendari annuali 78/82 (qui sotto) si erano sufficientemente modificati per notare un aumento degli articoli.
Il fatto che io inserisca tutti gli articoli nell'indice della "Emeroteca Anime" (consultabili da chiunque) non per forza rende chiaro l'impatto che l'animazione giapponese ebbe sulla carta stampata quando arrivò in Italia all'inizio del 1978, qualcosa di grafico ha una resa maggiore. 
Magari riuscendo a convincere anche qualche scettico, che non visse quel periodo, ma anche chi lo visse e non prestò mai attenzione alla questione, che mai e poi mai si potrà ripetere ciò che capito in quei cinque anni.
La mia ricerca di articoli si ferma sempre verso il 1986, andare oltre per me non avrebbe senso, lascio gli anni 90 ed oltre agli Stengo del futuro.
I 1553 articoli che ho scovato fino ad oggi, che vanno dall'arco temporale dell'anno 1961 al 1988, sono una quantità enorme in quanto ai tempi non esisteva una stampa di settore sull'animazione, men che meno animazione giapponese. Mentre dagli anni 90 in poi sono nate sia riviste dedicate solo all'animazione giapponese, che una stampa che prestava più attenzione all'animazione in generale e a quella nipponica in particolare, senza contare dell'attualità, in cui i giornalisti sono cresciuti con gli anime, quindi non lo considerano più un prodotto alieno.
Il grafico qui sopra, che si limita ai cinque anni con la maggiore intensità di articoli quotidiani e mensili, ha un picco abnorme ed irripetibile nel mese di aprile 1980, con ben 134 articoli (quotidiani, settimanali, mensili etc.), ma ci si arriva in un crescendo costante, che poi, di nuovo man mano, scema fino alla fine del 1982.
Nel grafico sopra ho evidenziato alcune tappe della notorietà dei cartoni animati giapponese, i tre momenti con le tre parti in cui venne trasmesso "Atlas Ufo Robot", e si può notare che durate e dopo la prima trasmissione tra aprile e maggio 1978 la carta stampata mostra un interesse maggiore rispetto a prima e dopo, ma moderato.
Dalla seconda parte di "Atlas Ufo Robot", dal dicembre 1978 al gennaio 1979, e la contemporanea trasmissione di altre serie nipponiche sia sulla Rai che sulle tv private locali, l'interesse dei giornalisti non scende più sotto i 14 articoli mensili. Con il metro di oggi potrebbero parere pochi, ma non lo erano per nulla, specialmente se si comprendesse quali altri fatti capitavano contemporaneamente in Italia, cosa che adesso si può fare consultando gli "Annuari Rizzoli" dal 1978 al 1983.
Con l'inizio della terza ed ultima parte di "Atlas Ufo Robot", dal dicembre 1979 al gennaio 1980, e la contemporanea messa in onda da parte della Rete 1 della Rai di "Mazinga Z", inizia a scatenarsi un'attenzione a dir poco maniacale. Ben 47 articoli a dicembre 1979, 38 a gennaio 1980, 39 a febbraio, 42 a marzo, per poi raggiungere la vetta di 134 ad aprile e 53 a maggio 1980. 
Tra i mesi di dicembre 1979 e maggio 190, oltre agli articoli su Goldrake e Mazinga Z, si scatenano i 600 genitori di Imola,"L'altra campana" di Tortora, la relazione "Servizio Opinioni Rai" (a fine post la seconda parte), infine il sondaggio "Mazinga vs Pinocchio".
Con l'aggiunta di articoli su tutte le altre serie che erano trasmesse in tutta Italia dalle tv private locali.
Si noti che per tutto il restante 1980 gli articoli mensili non scendo mai sotto il numero di 28 (settembre), neppure a luglio ed agosto, teorici mesi di bassa stagione televisiva.
Si arriva quindi a gennaio 1981, che vede di nuovo un picco a 59 articoli, dovuto a vari fattori, serie nuove come "Capitan Futuro", serie non nuove che mantengo l'attenzione della stampa, infine vari articoli di commento al successo degli anime.
Da febbraio 1981 a dicembre 1982 la carta stampata ha ormai inglobato i cartoni animati giapponesi tra i tempi usuali, ma non si superano mai i 30 articoli mensili (30 articoli ad ottobre 1980).

Sia chiaro, questo grafico è basato su ciò che io ho trovato fino ad oggi, magari domani troverò una nuova vecchia fonte che dedicò decine e decine di articoli per l'annata 1982, e tutto cambierà.
Preciso che potrebbe esserci qualche errore (di distrazione) sul numero degli articoli dei singoli mesi, ma la sostanza non cambia.



E' interessante capire anche la quantità di articoli pubblicati giornalmente ogni mese (evidenziati in giallo con numerino di fianco), compresi i mensili (o bimestrali, semestrali etc.), in questo modo risalta il costante aumento di articoli proposti dalla carta stampata.
Per il 1978, per esempio, c'è molto giallo ad aprile e maggio e a novembre e dicembre, sempre per Goldrake, ma anche per Heidi.

domenica 26 novembre 2023

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 13)


Il corpo dominante del numero, cioè il dossier su Tsukasa Hojo, mi trova un po' impreparato, non essendo appassionato di "City Hunter" ed avendo seguito con diletto di questo autore solo "Occhi di gatto", anche se non tutti gli episodi. Quindi per una buona parte della rivista sono restato un mero lettore senza molto background, se non quello letto negli anni nella saggistica di riferimento.
Non sembrerà, ma a forza di leggere più o meno gli stessi concetti, qualcosa si apprende  :]
Non mancano anche in questa 13esima pubblicazione le interviste della redazione:
a Guido Cavalieri, la voce di Ryo Saeba, in tema con il dossier;
a Maurizio Ercole (editore);
a Giorgia Passeri, terza ed ultima parte;
a Mauro Goldsand (autore di sigle).

Stavolta, probabilmente per evitare polemiche ed equivoci, sono riportati stralci di interviste di Tsukasa Hojo ma con data e testata originaria.



Il Sommario di questo numero.



Mario Rumor si occupa di illustrarci il maestro Osamu Dezaki, dierei la persona giusta, visto che tra i saggi da lui scritti, uno è proprio sull'autore nipponico:
Osamu Dezaki, il richiamo del vento (prima edizione) - (manca l'immagine della copertina, non so perché...).
Tutto l'articolo è interessante, ma ho trovato chiaro ed educativo, sia per i fan che per il lettore occasionale, le quattro pagine in cui Rumor illustra i vari stili grafici di Dezaki con immagini e didascali esplicative.
Semplice e chiaro, alla portata di tutti  :]

venerdì 20 ottobre 2023

Come far leggere i bambini



TITOLO: Come far leggere i bambini
AUTORE: Roberto Denti
CASA EDITRICE: Editori Riuniti
PAGINE: 165
COSTO: 
ANNO: 1982
FORMATO: 20 cm X 13 cm
REPERIBILITA': biblioteca
CODICE ISBN: 


Ogni volta che trovo un saggio anni 70, 80 e primi anni 90 che cita o tratta l'animazione giapponese in Italia penso sempre che sarà l'ultimo, ed invece continuo a scovarne, poi il livello di trattazione dell'argomento può essere vario, di norma escludo i titoli con una o due citazioni random.
Infatti sono arrivato al sorprendente numero di 37 titoli (con questo), ma altri ancora ne ho recuperati.
Quindi il mio scopo originario di vedere come i cartoni animati giapponesi venissero trattati non in articoli della carta stampata, ma in libri scritti con più calma e magari maggiore approfondimento, oggi dispone di una panoramica abbastanza ampia. Ognuno potrà valutare se e come i vari saggisti riuscirono ad elevarsi dalla superficialità della carta stampata.


In questo post mostro un saggio sulla lettura dei bambini pubblicato dallo scrittore Roberto Denti, di cui ho anche qualche articolo nell'indice dell'Emeroteca Anime.
L'autore cita solo di sfuggita Mazinga, Heidi e Remi, ma mediamente non scarica a loro la colpa dello scarso interesse alla lettura dei bambini fino al 1982, la addita ai genitori e alla scuola. Il giudizio sui cartoni animati giapponesi non è che sia positivissimo, vengono identificati come "personaggi discutibili", ma anche quelli disneyani sono valutati "sdolcinati e falsi", perfino Zorro è giudicato potenzialmente "ipocrita e classista", infine vengono criticati anche i titoli classici della letteratura per bambini/ragazzi, quindi in generale non vennero prese le parti di qualcuno contro altri. L'autore si sofferma su come cercare di spingere il bambino a leggere, senza forzarlo o fargli passare la voglia con libri inadatti, considerando sempre il potere persuasivo della televisione e non ipotizzando mai censure di programmi televisivi.

Controllare sempre in basso il numero di pagina, alcune sono consecutive, altre no.


Perché ci davano il tormento perché guardavamo Heidi e Mazinga e poi gli adulti usavano la televisione come countdown per l'ultimo dell'anno?
Per quanto banale a leggerlo oggi, l'autore fa notare che vietare i personaggi televisivi amati dai bambini, qualsiasi essi fossero, avrebbe portato solo alla marginalizzazione del bambino nei discorsi e nei giochi con i coetanei.
Nel 1982 non era un concetto ovvio, c'era chi faceva le crociate sui giornali ed in televisione per negarci Goldrake...



sabato 30 luglio 2022

"Mazinga farà i conti con noi", di Silvia Sereni - Bolero 4 maggio 1980


Nei mesi di aprile e maggio 1980, in cui la polemica contro i cartoni animati giapponesi fu incredibilmente ampia, non mancavano testate che vi dedicarono anche la prima pagina.
In questo numero di "Bolero, settimanale di fotoromanzi, cronaca e attualità", assieme alla Raffaella nazionale che aveva conquistato l'America e ad Little Tony emulo di Elvis Presley, campeggiava un Mazinga Z che portava in braccio Afrodite A:
"Mazinga & C. fanno male ai nostri figli?"

Secondo me Mazinga & C. mi hanno fatto più bene che male, ma di certo mi hanno arrecato meno danni di tante altre cose vissute da bambino.
L'autrice dell'articolo, Silvia Sereni, rende conto della protesta dei 600 genitori di Imola, di cui ho trattato spesso. Così tanto che forse potrebbe sembrare ripetitivo inserire un altro post, ma penso, invece, che solo illustrando con dati (cioè articoli) reali l'attenzione che ebbe dalla stampa la prima invasione dell'animazione giapponese in Italia, si possa comprendere quanto fossero stati rivoluzionari  Heidi e Goldrake rispetto ai programmi per bambini/ragazzi esistenti prima.
Questo, forse, potrebbe spingere gli ex bambini di oggi a cercare di non commettere il medesimo errore nei confronti dei figli e dei loro svaghi "moderni", visto che i nostri svaghi "moderni" di quel periodo furono messi alla gogna mediatica.
Chiaramente quello che traspare dallo scritto è la solita mancata comprensione della trama di semplici cartoni animati, che sarebbe bastato seguire per due o tre episodi consecutivi in modo da fugare tutte le accuse che si continuavano a leggere:
rincretinivano, assordanti, insegnavano la violenza e la sopraffazione, mitizzano la tecnologia, disumanizzano la scienza, stereotipati, ripetitivi, poveri di dialogo, intreccio scontato, dannosi, non favorivano la creatività, non attivano la razionalità, veicolavano la competitività la sopraffazione il profitto.

Prendiamo l'accusa di "mitizzare la tecnologia e disumanizzare la scienza", ma non è un po' contraddittorio come concetto?
E se avessero "mitizzato la scienza e disumanizzato la tecnologia" sarebbe stato meglio o peggio?
Per fortuna l'autrice lascia spazio anche ad un paio di opinioni pro cartoni animati giapponesi, un po' in minoranza rispetto alle tante accuse, ma comunque posizioni pro molto chiare. Così chiare che solo il non volerle capire permetteva la continuazione della polemica  :]
Anche in questo articolo si fa cenno ai "cartoni animati giapponesi fatti al computer", l'errore lo commette uno di quelli che li difendeva, Oreste del Buono.
Il 9 dicembre 1979 sul Corsera aveva commesso il medesimo errore, sempre in un articolo in cui ne tesseva le lodi:

Si vede che da dicembre 1979 a maggio 1980 non aveva avuto informazioni migliorative sugli anime.



Io non penso che i bambini di oggi debbano giocare con i giocattoli con cui sono cresciuto io, perché, invece, lo pensavano quegli adulti?
Effettivamente i cartoni animati giapponesi modificarono il modo di giocare, ma dei maschietti, per nulla quello delle bambine.
Il combinato disposto di anime e videogiochi fu probabilmente la prima rivoluzione nel modo di giocare dei bambini del dopoguerra.
Il cambiamento lo si può apprezzare dai cataloghi di giocattoli prima e dopo il 1978.
Poi non si capisce perché giocare alla guerra con i soldatini andava bene e giocare alla guerra con Goldrake e Mazinga era una attività violenta e diseducativa...
Il bello è che nel titolo i soldatini andavano bene perché servivano per criminalizzare i cartoni animati giapponesi di genere robotico, ma fino ad allora erano anch'essi il male:


Già si parte con una grossa imprecisione.
I robot e le loro astronavi non invasero l'Italia nelle ore pomeridiane, ma alle 18,45... un orario in cui gli adulti erano in casa, quindi quello nipponico non fu un attacco a sorpresa in stile Pearl Harbor.
Inoltre le tv private locali trasmettevano gli anime robotici spesso nel prime-time, proprio per dare fastidio ai due TG della Rai.
Chissà... forse per alcuni adulti il fastidio verso gli anime non fu tanto nei contenuti, ma nel telecomando, dato che ora i figli chiedevano di guardare un altro programma nel momento del sacro telegiornale serale  :]

mercoledì 29 dicembre 2021

Cartoni animati giapponesi senza anima: Tre articoli su "Il Mattino" dell'8 (in prima pagina), 11 e 19 aprile 1980


Nella panoramica nazionale sullo tsunami mediatico della primavera 1980 contro l'animazione giapponese televisiva mancava un quotidiano di una certa rilevanza, "Il Mattino" di Napoli.
Mi pare che in emeroteca riuscì a consultare solo il mese di aprile, quindi non saprei dire se la redazione degli spettacoli avesse un'attenzione particolare verso i cartoni animati giapponesi anche prima o successivamente all'aprile 1980.
Chissà, un giorno tornerò in emeroteca e setaccerò gli altri mesi/anni, tanto per capire se anche il quotidiano partenopeo si fece prendere la mano dalla polemica nazionale oppure dava conto sempre delle notizie inerenti gli anime.

I tre articoli che presento sono i seguenti:
"Cartoni animati senza anima", di Carlo Bernari - "Il Mattino" 9 aprile 1980 (in prima pagina)

"Radiati dal video gli Ufo Robot", di Gabriele Sciacca - "Il Mattino" 11 aprile 1980

"Bambini inquinati dalla TV", di Luciano Grasso - "Il Mattino" 19 aprile 1980


Inutile precisare che negli articoli si fa riferimento sia alla petizione dei 600 genitori di Imola che allo studio Mesomark, quindi linko i relativi post:



Il tono di tutti e tre gli articoli è abbastanza negativo, manco una voce a favore   :]

Da notare il titolino in alto:
"Fumetti TV, pericolo giallo - Cartoni animati senza anima", di Carlo Bernari - "Il Mattino" 9 aprile 1980 (in prima pagina)"

Tanto per mettere in chiaro da chi provenisse il pericolo in tv   ^_^
Carlo Bernari  prende chiaramente posizione contro gli anime, rei di essere portatori non di violenza, ma privi di una morale. Il giornalista (scrittore e sceneggiatore) non nasconde che anche le fiabe erano violente, ma il fatto che venissero lette ne riduceva l'impatto, mentre queste fiabe televisive animate senza anima ci rendevano passivi, "deculturandoci".

Non saprei dire se il Carlo Bernari di questo articolo sia il medesimo del link di Wikipedia:

Nel caso lo fosse, pur considerando l'età avanzata che aveva quando scrisse l'articolo, data la sua giovinezza burrascosa e il suo anticonformismo, mi è parso strano che non provò neppure a dare una chance a questi programmi per bambini/ragazzi così diversi da tutto ciò che li aveva preceduti.
E' proprio vero che invecchiando ci si mette a criticare le cose fatte dai giovani  ^_^

martedì 27 luglio 2021

"La crociata di Imola" - "Videoflash" Radio Rai Due di domenica 13 aprile 1980

 

Domenica 13 aprile 1980 alle ore 8 e 45 minuti sulla Radio Rai Due venne mandata in onda una puntata di "Videoflash" che aveva un approfondimento sulla crociata dei 600 genitori di Imola contro i robottoni. L'argomento l'ho trattato più volte, ma è uno dei temi cardine di quel periodo:

Purtroppo ho potuto ascoltare e trascrivere solo 7 minuti e 20 secondi della parte (non saprei quantificarla) dedicata ai cartoni animati giapponesi. Dovrebbe esserci anche una seconda parte con un intervento di Giancarlo Governi (citato come Mister Super Gulp), ma non mi è stato possibile reperirla. Per queste informazioni ringrazio Massimo Nicora, che ho scoperto aver caricato pure l'intero audio su You Tube, ergo la mia trascrizione si è rivelata abbastanza inutile, ma sul web tutto è aleatorio, quindi meglio avere anche quello che venne detto riportato per iscritto.

I conduttori della trasmissione erano Giorgio Guarino e Giuseppe Nava, purtroppo il primo viene nominato prima che parli, quindi lo si può identificare, mentre la voce del secondo si confonde con una terza voce anch'essa non presentata. Ergo i conduttori risulterebbero tre. Gli ospiti, invece sono ben identificabili, Paola De Benedetti (Responsabile per i programmi per i ragazzi della Rete Due), Corrado Biggi (la controparte per la Rete Uno), infine Franco Bucarelli, conduttore della trasmissione "Game" che lanciò il sondaggio "Mazinga vs Pinocchio", che fu altra benzina sul fuoco mediatico contro i cartoni robotici giapponesi: 

"Pinocchio contro Mazinga Z" - Articoli dal 23 febbraio al 26 aprile 1980 sul sondaggio della trasmissione "Game" su Rai 1


L'aver invitato i due responsabili dei programmi per ragazzi della Rai, all'interno di una trasmissione radiofonica Rai, che commentava anche il sondaggio "Mazinga vs Pinocchio" lanciato da un'altra trasmissione Rai, avrebbe dovuto dipanare qualsiasi dubbio sui contenuti violenti di questi cartoni animati giapponesi. 
Il problema fu che si era in piena campagna mediatica contro gli anime (vedi link sopra) e la modalità "coda di paglia" era del tutto attiva e la si coglie in ogni risposta dei due direttori, mentre Franco Bucarelli, probabilmente non temendo ripercussioni sulla propria carriera, non si fa problemi a far notare i lati positivi di questa animazione robotica giapponese.
Alcune risposte ed argomentazioni della De Benedetti e di Biggi mi hanno abbastanza lasciato allibito, di certo la polemica era potente e loro vi si trovarono dentro solo per aver trasmesso dei cavoli di cartoni animati... capisco pure che non è che si potesse pretendere che sacrificassero la vita e la carriera in Rai per i cartoonisti giapponesi   ^_^

Di seguito la trascrizione della trasmissione in corsivo e in grassetto il mio commento (solo per differenziarlo), da notare che ho riportato "Goldreìk" perché la pronuncia è parecchio romanocentrica, basta ascoltare l'audio di Nicora.

Prima voce conduttore (senza nome)
Una nuova battaglia per gli eroi dello spazio, 600 genitori, alunni ed insegnanti di una scuola media di Imola hanno deciso di fare guerra a questi vari Atlas Ufo Robot. Si battono contro Goldrake e chiedono che vengano eliminati dagli schermi televisivi della Rai. Forse dimenticando che ci stanno anche tanti Goldreìk sulle private.
Per parlare di questo abbiamo chiamato i responsabili della prima e della seconda rete per i programmi per i ragazzi, che sono Paola De Benedetti, per la seconda rete, e Corrado Biggi per la prima, e Franco Bucarelli che conduce "GAME", una trasmissione del pomeriggio sempre della prima rete, che ha lanciato la famosa sfida Mazinga contro Pinocchio.
Dopo Franco ci dirà il risultato, ma entriamo un po' subito in argomento, io darei la parola a Giorgio per dare un po' di dati di ascolto prima di questa trasmissione.

Giorgio (Guarino?)
I dati sono terribili, vado a leggere:
i bambini da 3 ai 6 anni, gradimento, per quanto riguarda Goldreìk 88! 88, gente, è eccezionale, una cosa incredibile.
I ragazzi dai 7 ai 14 anni, gradimento 83.
Secondo me il dato più sconcertante è che per gli adulti il gradimento è 74, cioè 74 è il gradimento che può avere un film di grossissimo successo o lo sceneggiato, ma di quelli dei tempi d'oro, per intenderci.
Ecco adesso rispondiamo alle polemiche subito: allora Biggi, sei un fomentatore di violenza?

Il fatto che uno dei conduttori consideri "TERRIBILI" e "SCORCENTANTI" i dati solo perché il gradimento di Goldrake era alto per ogni fascia di età, compresi gli adulti, già la dice lunga sull'obiettività della trasmissione  ^_^

venerdì 16 luglio 2021

7 articoli su "La Sicilia" dal maggio 1978 al giugno 1981 - Luigina Grasso e i cartoni animati giapponesi





Premetto che non è mia intenzione colpevolizzare la giornalista de "La Sicilia", che nella pagina degli spettacoli nella rubrica "Telecronache" si occupò in queste sette occasioni di animazione giapponese televisiva, per eventuali giudizi negativi, le notizie che esistevano ai tempi erano veramente scarne. 
Gli anime erano prodotti televisivi senza precedenti, nessuno aveva gli strumenti mediatici per valutarli, forse in questo contesto un po' di prudenza sarebbe stata preferibile, ma vale per tutti i giornalisti che se ne occuparono.
Il quotidiano era gemellato, in quanto il proprietario era il medesimo, con l'emittente "Antenna Sicilia", come ho già mostrato nel post sulla trasmissione del "Getter", quindi la linea editoriale non era per forza contro i cartoni animati giapponesi, chiaramente neppure a favore a priori. 
I giornalisti ne scrivevano liberamente, e questo aspetto permette di far risaltare come l'opinione sui cartoni animati giapponesi mutò nel tempo, specialmente se si prendono in esame gli scritti di un'unica persona.
Gli scritti riportati in questo post sono i seguenti:
"La starlett meccanica", di Luigina Grasso - "La Sicilia" 19 maggio 1978
"La speranza è verde", di Luigina Grasso - "La Sicilia" 5 aprile 1979
"Scioperi nell'arnia", di Luigina Grasso - "La Sicilia" 28 febbraio 1980
"Il pericolo giallo", di Luigina Grasso - "La Sicilia" 1 maggio 1980
"Fascino di Broadway", di Luigina Grasso - "La Sicilia" 7 settembre 1980 
"Come prima, peggio di prima", di Luigina Grasso - "La Sicilia" 5 ottobre 1980
"Cuore di Doxa", di Luigina Grasso - "La Sicilia" 23 giugno 1981


"La starlett meccanica", di Luigina Grasso - "La Sicilia" 19 maggio 1978

Nel maggio del 1978 eravamo agli esordi dell'animazione giapponesi sulla tv italiana, in questo caso la Rai, Goldrake aveva esordito da poco più di un mese, la piccola Heidi faceva capolino dal teleschermo dal 7 febbraio.
Il giudizio della giornalista su questa nuova animazione non è negativo, però sorprendono alcune opinioni, in particolare mi ha colpito il voler affibbiare al duo Heidi/Peter una qualche tipo di relazione che non fosse di puro affetto amicale. Mi è parso esagerato (magari stava solo ironizzando) dare all'orfanella svizzera della "fatalona consumata"... Peter si dimostra geloso, ma solo perché con l'arrivo di Clara lui non è più l'unico amico di Heidi. Quante volte ci è capitato da bambini? E forse anche da più grandicelli.
Curioso il fatto che Heidi, a causa della sua esagerata bontà, venga paragonata ad un robot (motivo del titolo), forse Goldrake aveva già influenzato i media.
Un equivoco in cui cadevano spesso i commentatori era quello di considerare il disegno dei personaggi come "bianchi" e non rappresentante i giapponesi. Non capivano che era uno stile di disegno, non voleva rappresentare un popolo in particolare. In questo caso specifico, poi, essendo l'anime ambientato in Europa, ammesso e non concesso che il tratto dei personaggi volesse essere di matrice europea, non vedo quale altra popolazione del mondo avrebbe dovuto mostrare... i malesi?  >_<
"I personaggi sono profondamente bianchi, dai lineamenti agli occhi, alle movenze; eccessiva anzi la precisione dei fattori somatici, che riecheggia un certo discorso razzista".

Tra le tante critiche mosse ad Heidi lette, questa proprio non la rammento, e mi pare grandemente ingiusta.
Interessante il fatto che la giornalista riporti che la serie di Heidi era seguita anche dagli adolescenti, non solo da noi bambini.
Stoccata finale alla sigla di Elisabetta Viviani   ^_^

Di seguito l'articolo ingrandito.

lunedì 12 aprile 2021

"L'invasione dei cartoni animati giapponesi" - "Rai Storia" 11 aprile 2021: approfondimento di 10 minuti...

Ieri sera il mio suggeritore ufficiale non retribuito Massimo Nicora (che ringrazio) mi avvisa che sul canale "Rai Storia" verrà trasmesso lo speciale "L'invasione dei cartoni animati giapponesi".
Dovendo lavorare non mi era possibile vederlo, ma il rammarico era annullato dal poterlo rivedere su "Rai Play".
Già mi immaginavo trasmissioni inedite sui cartoni animati giapponesi che la Rai aveva nei suoi sterminati magazzini, negli anni ho trovato traccia nelle riviste di almeno quattro o cinque speciali sugli anime del periodo, ma che non sono disponibili da nessuna parte.
Speravo in una qualche fonte audiovisiva inestimabile, un conto sono gli articoli, sempre interessanti, ma ascoltare e vedere le reazioni in presa diretta degli anni dal 1978 ai primi anni 80 sarebbe ben altra cosa.
Lo stesso Nicora (ed altri amici a cui avevo girato la notizia) mi avvisa subito che, in realtà, la trasmissione durerà solo 10 minuti... e al suo interno ci sono solo stralci di trasmissioni già conosciute, come lo speciale di "Tam Tam" del 1979:

Dieci minuti per i "cartoni animati giapponesi" che furono LA rivoluzione dei programmi per bambini, un cambiamento che perdura ancora oggi e che ha ispirato fiumi, letteralmente, di pagine scritte... e negli ultimi 20 anni tera (peta, exa, zetta, yotta?) byte di pagine web, tra forum, siti e blog oltra a decine di saggi.
E mamma Rai vi dedica 10 minuti su "Rai Storia"   T_T
Ma leggiamo il sunto della trasmissione:
"Il debutto del primo cartone animato giapponese trasmesso in Rai, Atlas Ufo Robot (4 aprile 1978) ha portato a inchieste (Tam Tam) e dibattiti (Mazinga o Pinocchio) su quei personaggi e il loro pedagogico"

Leggere, proprio da parte della Rai che li trasmise, che Goldrake fu il "primo cartone animato giapponese trasmesso in Rai", mi ha fatto accapponare la pelle... 
Volendo tralasciare per un momento "Vicky il vichingo" e i "Barbapapà", che non erano identificabili come nipponici, prima di "Atlas Ufo Robot" venne trasmesso Heidi!

Alla Rai pare non lo sappiano...


Chiaramente la Rai possiede la storia d'Italia in video, e qualunque appassionato di qualunque cosa (pensiamo alla musica) potrebbe a diritto lagnarsi che la televisione di Stato non rende disponibili vecchi documenti del tema a lui caro. Certo, la Rai ha un canale sportivo dove trasmette materiale dei decenni passati, ma si vede che tutto il resto conta poco.
Mi sono quindi chiesto cosa mai "Rai Storia" aveva trasmesso dopo questi micragnosi 10 minuti per non poter dare maggiore spazio ai cartoni animati giapponesi:
un documentario sulla base russa di Baikonur...


Ho dato un'occhiata al documentario, è anche bello, ma non c'è voce di commento, solo immagini e suoni con alcuni dialoghi sottotitolati. Interessante di certo, ma non di più un approfondimento sugli anime, visto che all'inizio di aprile c'è stato anche l'anniversario della prima trasmissione sulla Rai di Goldrake e Capitan Harlock.
Noto che la serata era a tema spazio, basta scorrere i quattro programmi presenti, ciò non toglie che 10 minuti di speciale sui cartoni animati giapponesi gridano vendetta. 
Faccio presente che io pagavo il canone Rai anche prima che venisse messo nella bolletta elettrica e che in famiglia si è sempre pagato (nostro dovere), quindi ogni tanto qualcosina che mi interessi vorrei pure vederlo... per una volta lo potevano fare, ma si sono limitati ad un accenno di pochi minuti.
Vabbè... ma almeno mi sarei visto quei 10 minuti su "Rai Play"!
No, su "Rai Play" "L'invasione dei cartoni animati giapponesi" non è disponibile...   
Grazie ancora matrigna Rai   ^_^


Già che sono sul tema "Rai Play" faccio presente che il loro stupendo motore di ricerca non presenta nulla alla voce "Goldrake", ma, se non è stata rimossa, ci sarebbe uno spezzone (di nuovo un micragnoso spezzone di due minuti) de "L'altra campana" in cui venne fatto il processo a Goldrake:

Per potersi vedere qualche programma che rievoca il successo di quei primi anime bisogna andare sulla pagina FB della televisione della Svizzera Italiana:

L'unica speranza dei fan di animazione giapponese è che alla Rai, prima o poi, arrivi in ruoli di comando qualcuno che condivida le nostre passioni, altrimenti tutti quegli inestimabili documenti resteranno a marcire nei loro magazzini.

mercoledì 25 novembre 2020

"Ragazzi di via Solari in difesa di Goldrake", lettera al quotidiano - "La Notte" 2 maggio 1980

 


In quel tremebondo aprile del 1980 non erano in molti a difendere Goldrake e soci, qualcuno c'era, ma sparute minoranze di persone adulte che non si fecero trascinare dal nuovo sport nazionale: dare addosso ai cartoni animati giapponesi brutti, sporchi e cattivi.

In realtà ci sarebbero stati milioni di paladini degli eroi animati nipponici, cioè i bambini/e e ragazzi/e che li seguivano, ma nessuno li chiamava in causa, tanto erano solo bambini/ragazzi... ma un giorno alcuni ragazzi di via Solari 19 a Milano si ruppero un po' i maroni, che a Milano è il termine più corretto da usare in questa situazione, e decisero di inviare una lettera al quotidiano "La Notte".

Probabilmente la misura fu colma quando videro la trasmissione di Enzo Tortora "L'altra Campana", che in un segmento della puntata si occupò proprio di Goldrake e soci:

"L'altra campana" 18 aprile 1980: i (600) genitori di Imola contro Goldrake

Anche io fui testimone di quel processo televisivo quasi senza difensori, anche se fino a qualche tempo ero erroneamente convinto che la trasmissione fosse "Portobello", ma ricordavo, invece, molto lucidamente mio padre che sentenziò, durante la trasmissione di Tortora, che non avrei più visto Goldrake, mentre mia madre che mi tranquillizzò subito dicendomi che lo avrei potuto continuare a guardare senza problemi. Talvolta gli adulti in televisione non si rendono proprio conto che sono visti anche dai bambini, penso che quella fu la prima volta che subii del terrorismo psicologico via etere... basti pensare che a distanza di decenni mi ricordavo ancora il fatto, e vi assicuro che di cose non belle nella mia infanzia ne ho vissute un certo numero, quindi i ricordi negativi non sarebbero mancati   :]

Le poche righe della lettera dei miei coetanei sono così disarmanti che nessun adulto nemico di Goldrake e soci avrebbe avuto il coraggio di eccepire, la chiosa finale è da premio Pulitzer:

"Indipendentemente da Goldrake un bravo bambino rimane sempre un bravo bambino"

Spero che gli estensori della missiva possano finire su questo sperduto blog, nel caso si fossero dimenticati di quel piccolo episodio della loro vita dell'aprile/maggio 1980, e mi pare giusto citarli pure tutti!

Marco Bruns; Alex Lanner; Paolo Pennisi; Emanuela Pennisi; Pietro De Castiglioni; Raffaella Comparetti; Matteo Bacchetti; Giovanni Parigi; Michele Monesi; Anna Comparetti; Enrico Parigi.


sabato 6 giugno 2020

“Contro Mazinga e company Pinocchio super robot di latta”, di Luciano Gianfranceschi - “Club piccoli artisti: il giornalino, periodico culturale mensile” luglio 1980



Come ho già rivelato più volte, nella mia ricerca (infinita) di articoli sui cartoni animati giapponesi, mi capita di fare acquisti al buio, quando le testate non sono disponibili in emeroteca, talvolta ci azzecco, talvolta mi ritrovo solo con un sacco di carta anni 70 e 80  ^_^
Quando ho scoperto l'esistenza della rivista per bambini/ragazzi "Club dei piccoli artisti: il giornalino, periodico culturale mensile", vista la sua assenza nelle biblioteche da me raggiungibili, mi sono messo alla ricerca on line, dopo molto tempo ne ho recuperati numerosi numeri consecutivi, e sono stato premiato da questo articolo   ^_^
Sulla testata nello specifico c'è da dire che è molto bella, ma penso di fare un post apposito, perché merita un approfondimento.
Di articoli sugli anime ne ho trovati solo due, più qualche citazione sparsa qua e là, ma ho notato il cambio di rotta redazionale. Inizialmente i cartoni animati giapponesi sono praticamente ignorati, poi visti non negativamente, infine, con l'accentuarsi delle polemiche nella primavera del 1980, la redazione si schiera contro gli eroi animati nipponici, specialmente quando ci sarà da scegliere se stare dalla parte di Mazinga o Pinocchio:
"Pinocchio contro Mazinga Z" - Articoli dal 23 febbraio al 26 aprile 1980 sul sondaggio della trasmissione "Game" su Rai 1

In quel periodo la confusione imperava, molti titoli sull'argomento mettevano Mazinga nel titolo, ma poi inserivano Goldrake come immagine/disegno... si vede che era troppo difficile capire per gli adulti di allora che erano due personaggi differenti   :]
Chi erano gli alleati di Pinocchio, schierati versus Mazinga/Goldrake e company?
Ma certo, sempre loro!
I 600 genitori di Imola!  ^_^

"Eran 600, eran genitori inermi, e contro Mazinga"...
Inermi fino ad un certo punto, volendo avrebbero potuto decidere di spegnere la televisione, sia per i figli che per loro stessi, come buon esempio di lotta alla violenza.
Impagabile il disegno del nostro Goldrake messo ko o scivolato a terra con tanto di onomatopee del tonfo:
SDREENG!
SCRAASSHHH!


L'articolo è pure in parte condivisibile, ma poi entra in scena la fake news della fake news:
l'uso del computer!!!   ^_^

Ma questa volta c'è una nuova rivelazione (la cui fonte resta misteriosa), non erano solo i giapponesi a creare cartoni animati a basso costo grazie al computer (computer che sarebbero costati miliardi di dollari solo per essere progettati, e che non sarebbero mai potuti essere costruiti perché mancava la tecnologia hardware e software), ma lo facevano anche i coreani!
I coreani!
Immagino quelli del sud   :]
In realtà i coreani producevano gli anime nel medesimo modo dei giapponesi, disegnandoli a mano, solo con un costo minore, rispetto a quello già basso dei giapponesi.
Ma per noi italiani dal 1978 in poi, i cartoni animati giapponesi erano e resteranno fatti al computer... e poi oggi ci si sorprende dei no-vax, dei no-euro e di chi citofona a casa di gente sconosciuta accusandola in diretta tv di spacciare droga... 

domenica 12 aprile 2020

"Numero monografico sul tema Bambino-video: un difficile rapporto" - "Vita dell'Infanzia" n° 11/12 agosto/settembre 1980 - parte 1 di 4



Dopo lo tsunami mediatico della primavera 1980 contro i cartoni animati giapponesi, durante cui ne furono scritte veramente di tutti i colori (per comprendere appieno questo mio giudizio consiglio di passare in rassegna gli articoli dell'indice dell'Emeroteca Anime), ci fu chi, invece, cercò di effettuare una analisi più approfondita della situazione.
Va dato merito, pur con 40 anni di ritardo, alla redazione della rivista "Vita dell'infanzia" dell'impegno che profusero nello speciale pubblicato nell'agosto 1980, che non solo trattava dell'animazione seriale giapponese, ma in generale degli effetti della televisione su noi bambini.
Al tema "bambino e video" furono dedicati ben 17 articoli, di questi "solo" nove erano incentrati a vario livello di analisi sui cartoni animati giapponesi, i restanti si occupavano dei risvolti educativi/diseducativi della televisione.
Ammesso sia importante, e chiaramente non lo è, non ho trovato sempre corrette le critiche agli anime, ma ciò non toglie nulla al valore dell'approfondimento messo in campo dalla rivista, se anche gli altri giornalisti/esperti avessero dedicato il medesimo impegno negli scritti su questo tema, forse la mia "Emeroteca Anime" non sarebbe spesso (non sempre) la galleria degli orrori (o fake news) che è diventata  ^_^
La terminologia degli scritti, considerando il target della pubblicazione, è abbastanza tecnica, ma comunque quasi sempre accessibile. I giudizi negativi su anime e televisione non sono quasi mai apocalittici, benché si intuisca che alcuni degli autori proprio non la digeriva la televisione, men che meno digerivano i cartoni animati giapponesi. Le valutazioni positive sulla televisione e gli anime vanno considerate più altro sul versante del non essersi allineati ai giudizi negativi della maggioranza della carta stampata del periodo. La gran parte degli autori degli articoli non considerava l'animazione seriale nipponica trasmessa dalla televisione italiana come il male assoluto, muovevano delle critiche, ma consideravano anche alcuni lati positivi, sempre tenendo conto che si trattava di adulti che valutavano dei programmi con un linguaggio audio/visivo mai vista prima in Italia, quindi anche loro erano "ignoranti" sugli anime.
La copertina del numero l'ho trovata molto bella:
un bambino ed una bambina che guardano Actarus a colori mentre si trasforma in Goldrake/Duke Fleed, la sala è buia, illuminata solo dal tubo catodico.
Ok, io lo guardavo in bianco e nero, la sala non era al buio (a casa mia, tranne per il film serale, la luce era accesa), guardavo Goldrake con mia nonna e/o mia mamma, ma l'atmosfera fu ben colta.
Devo dire che non è stato facile scoprire l'esistenza di questa pubblicazione monografica, di cui sono venuto a conoscenza grazie a varie ricerche in emeroteca, e neppure riuscire a trovarla nel suo totale.
Spero che la sua lettura completa possa tornare utile sia a chi cerca di studiare quel periodo televisivo, visto il valore analitico di queste pagine, ma possa restare interessante anche a chi, come me, cerca solo di comprendere quanto fu importante l'avvento dei cartoni animati giapponesi.




Dato che sovente viene citato lo studio del Servizio Opinioni della Rai pubblicato sempre nell'aprile 1980, ne inserisco i due link:
"I bambini e la televisione: La fruizione televisiva infantile nella programmazione multirete" - Servizio Opinioni Rai (aprile 1980) - parte 1

"I bambini e la televisione: La fruizione televisiva infantile nella programmazione multirete" - Servizio Opinioni Rai (aprile 1980) - parte 2 (fine) 

Chi ne avrà voglia potrà anche andarsi a leggere gli articoli giornalistici citati negli scritti, dato che in gran parte li si trova nell'indice dell'Emeroteca Anime.

Lo speciale di "Vita dell'infanzia" consta di be 61 pagine, quindi ho ritenuto il caso dividere il post in quattro parti, perché, in pratica, è un piccolo saggio, in questa prima parte ci sono i seguenti articoli:
"La televisione, né colpevole né innocente", di Marziola Pignatari (pag. 2);
"La droga televisiva: effetti collaterali della TV", di Giustino Broccolini (pag. 5);
"Televisione e processi culturali: un nuovo modo di impostare il problema", di Evelina Tarroni (pag. 10).

Il primo scritto (Marziola Pignatari) ha lo scopo, dopo aver reso conto delle polemiche contro i cartoni aniamti giapponesi dei "600 genitori di Imola", di introdurre la tematica e spiegare il senso del numero monografico.
Il secondo di Giustitno Broccolini inizia a puntare un po' il dito contro la "droga televisiva", sebbene il titolo non sia propriamente neutro, le conclusioni non sono negativissime per Goldrake e soci.
Il problema è che, sovente, questi esperti prendevano in considerazione un solo genere, quello fantascientifico, senza fare una analisi generale su tutta l'animazione giapponese. Inoltre, non seguendo realmente neppure una serie completa di quelle che citavano, proprio in qualità del fatto che erano "adulti", sfuggivano loro molti dettagli, che, invece, i saggisti dagli anni 90 in poi hanno notato ed analizzato.
Evelina Tarroni, dopo una lunga ed un po' criptica (per me) introduzione sulla "macchina culturale" televisiva e non, si concentra maggiormente sul cartone animato in generale e sugli eroi animati nipponici. L'autrice analizza come tre bambini (Francesca 3 anni; Marco 6 anni; Giulio 8 anni) vedevano gli eroi animati televisivi giapponesi.
I link della quatro parti in cui ho suddiviso lo speciale:
parte 1
parte 2
parte 3
parte 4

Buona lettura.
 

venerdì 21 febbraio 2020

Storia critica della televisione italiana - volumi 1954/1979 e 1980/1999



TITOLO: Storia critica della televisione italiana - 3 volumi (dal 1954 al 2018)
AUTORE: Aldo Grasso
CASA EDITRICE: Il Saggiatore
PAGINE: 1418 (i 3 volumi assieme)
COSTO: 55€ (i 3 volumi assieme)
ANNO: 2019
FORMATO: 22 cm X 15 cm
REPERIBILITA': ancora presente a Milano
CODICE ISBN: 9788862885676

Puntai questa pubblicazione di Aldo Grasso già dalle sue prime edizioni, però, per il mio campo di interesse televisivo, che si concentra fondamentalmente tra il 1978 e il 1983, dovermi portare a casa un bel malloppone di pagine, per poi leggere ben poco sull'animazione giapponese, aveva poco senso.

Il caso ed un mercatino dell'usato sono venuti in mio soccorso, facendomi trovare la nuova edizione del 2019 de “Il Saggiatore” (nuova ed intonsa), con la possibilità di prendere solo i primi due volumi, a soli 5 euro totali.

L'aver sacrificato i terzo volume (dal 2000 al 2018) è motivato esclusivamente dalla carenza di spazio che ormai attanaglia la mia libreria... dovrei comprare una casa più grande solo per metterci tutta la fuffa editoriale che ho accumulato :]

Aldo Grasso è un autorevolissimo critico televisivo, e quando ne leggevo gli articoli sul Corsera, apprezzavo sempre i suoi giudizi pacati, per questo ero curioso di vedere come avesse trattato e quanto spazio avesse dedicato a Goldrake e soci.

Infatti sui mille e passa articoli (link) inerenti l'animazione giapponese in Italia tra il 1978 e i primi anni 80, non ne ho scovato neppure uno a suo nome!

I volumi sono un documento unico sulla televisione pubblica e privata, ovviamente i programmi mandati in onda dalla Rai sono maggioritari, anche perché i canali privati iniziarono a trasmettere a fine degli anni 70. Quindi il primo volume (1954/1979) è praticamente tutto incentrato sulla Rai, mentre dal secondo volume in poi (il terzo non l'ho consultato, ma mi pare scontato) iniziano a far capolino prima le tv locali, e poi i grandi gruppi privati (cioè in pratica quasi solo Fininvest/Mediaset).

Nell'annata 1978 è citato “Superclassifica Show”, che era trasmesso da più tv locali.

Nell'annata 1979 sono citate tre trasmissioni di Telemilano: “Milan-Inter club; Sprolippio; I sogni nel cassetto.



Nel secondo volume sono elencate anche trasmissioni di altre emittenti private, basta consultare il sommario degli anni dal 1975 al 1983 che scannerizzato.

Faccio una premessa prima di dare un giudizio sull'aspetto “animazione giapponese in Italia”.

In una opera del genere è difficile, se non impossibile, inserire tutte le trasmissioni che avrebbero meritato di essere citate, l'autore fece delle scelte, e qualche programma venne cassato. Su questo aspetto entra in scena anche il gusto personale, il fissato dei serial televisivi lamenterà l'assenza della sua preferita telenovelas brasiliana, il fan dei telequiz si lagnerà che manca il programma che guardava il mercoledì sera 40 anni prima, l'otaku dei cartoni animati giapponesi noterà il poco spazio dedicato alle serie che rivoluzionarono le trasmissioni per bambini/ragazzi in Italia.

Vengo quindi al punto, e ricollegandomi alla mia curiosità di cui sopra di leggere per la prima volta come Aldo Grasso trattava i cartoni animati giapponesi, sono rimasto altresì sorpreso che solo Heidi e “Atlas Ufo Robot” si siano guadagnati il diritto a schede proprie...

Chiaramente gli anime che venivano trasmessi sulle tv locali ebbero meno impatto nazionale, ma non poi così poco, e comunque sul versante Rai avrebbero meritato una scheda almeno “Capitan Harlock”, Remi e “Mazinga Z”. Quest'ultimo si sarebbe dovuto citare, se non per la serie in sé (assai insipida...), almeno per le trasbordanti polemiche che si scatenarono nell'aprile 1980.

L'unico accenno che ho letto su quello tsunami mediatico che si scatenò nella primavera del 1980, lo si può trovare nella scheda de “L'altra campana”, poche righe in cui si ricorda della votazione pro o contro Goldrake: