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martedì 23 febbraio 2021

I bambini e la TV


TITOLO: I bambini e la TV
AUTORE: Gardini Di Palo, Guala
CASA EDITRICE: Sagep Editrice
PAGINE: 119
COSTO: 5 €
ANNO: 1987
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': on line 
CODICE ISBN:


Mentre il precedente saggio inserito nella "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90" l'ho postato più che altro come nota meritoria verso l'autore, che nel 1960 inserì delle informazioni (rare e difficili da reperire) sull'animazione giapponese (saggi successivi manco li citano gli anime...), questa volta lo scritto cita espressamente, seppur un maniera limitata, i cartoni animati giapponesi. 
Lo ribadisco ogni volta, non avrei mai pensato che un numero così alto di autori avessero inserito nei loro saggio accenni ed analisi sull'animazione giapponese, certo, considerando la mole di articoli scritti (indice "Emeroteca Anime") dai giornali, qualcosa doveva pure restare nel database di questi saggisti, spesso luoghi comuni ed informazioni errate, ma in rari casi si possono trovare analisi molto sensate ed avanti rispetto quelle dei loro colleghi.




Parte integrante dello scritto è una indagine della USL di Genova (la n° XII del periodo) sul rapporto dei bambini (alunni genovesi delle elementari) con i programmi trasmessi in televisione, con tanto di tabelle, che danno altre informazioni interessanti. Per esempio sulla disponibilità di televisori a colori, da cui risulta che tra i bambini intervistati ben il 23,6% aveva ancora l'apparecchio tv in bianco e nero. Nei commenti del post su una VHS di Goldrake (link) un paio di utenti erano scettici riguardo alla mia affermazione secondo cui ai tempi gran parte dei bambini vide i cartoni animati giapponesi in bianco e nero. La controprova che la mia affermazione non fosse poi tanto campata per aria è data da quel 23,6%, se nella primavera del 1985 (data in cui fu distribuito il questionario e ricevute le risposte) quasi un quarto dei bambini guardava una tv in bianco e nero, quale poteva essere la percentuale nel 1978/79/80?
Gli autori posero anche qualche domanda sull'uso della televisione per videogiocare, le percentuali paino un po' basse, magari il ceto sociale di quelle scuole non permetteva di spendere in videogiochi, come non permetteva al 23,6% di comprare un tv color.
I dati sono tutti molto interessanti, ed essendo numeri restano lì per essere valutati anche a distanza di tempo, poi ci sono le analisi.
Le analisi le fanno le persone, che in tutti questo casi hanno titoli di studio che le qualificano adatte ad analizzare il rapporto bambini/tv, però un altro aspetto sarebbe guardarseli i programmi analizzati.
Premettendo che ho letto solo le pagine che argomentavano di animazione giapponese e di televisione, in questo saggio si possono leggere tre passi che mi hanno colpito, chiaramente non inficiano il resto dello studio, però denotano una certa superficialità nel trattare l'argomento che dovrebbe essere il fulcro dell'indagine, cioè i programmi che guardavano i bambini nella primavera del 1985.
Sempre che non mi sia sfuggita qualche parola, i cartoni animati non sono mai etichettati come "giapponesi", sono sempre e solo cartoni animati, seppur chiaramente identificabili per i loro contenuti peculiari. Ma come sono trattati gli anime? 
Ecco come li si inquadra a pagina 12:
"Si può notare che i cartoni animati visti presentano modelli e contenuti discutibili: per esempio guerrieri o robot che superano le difficoltà solo con l'arma della violenza o situazioni tristissime di orfani perseguitati da sventure"

In una storia (animata, in questo caso) che presenta una aggressione militare, come si dovrebbe comportare per gli autori la vittima dell'attacco/invasione?
Vega ti invade e tu gli offri i territori dei Sudeti? Non funzionò la prima volta, dubito avrebbe funzionato la seconda...
Sulle situazioni tristissime degli orfani posso pure concordare, ma l'essere orfani non credo renda la vita più facile rispetto all'essere figli di genitori benestanti o ricchi, oppure ad avere anche solo dei genitori di qualsiasi classe sociale siano.




Ipotizziamo che a Leonard Nimoy nel 1987 fosse stata sottoposta la definizione del personaggio di Spock elucubrata dagli autori, cosa avrebbe detto, dopo aver alzato il sopracciglio?

"Un simpatico venusiano aiuta l'equipaggio nelle situazione più difficili"

Neppure nell'universo a specchio di Star Trek (usato nella serie classica ed in quelle nuove) troviamo uno Spock "simpatico"... ma quanti secondi avranno guardato gli autori del telefilm Star Trek per scrivere che Spock era un venusiano?
Perché fare queste figure?
In quella breve frase non ci sono solo due gravi errori di comprensione della serie, che si potrebbero ascrivere come sviste, manca la comprensione base della serie... se uno scrive che il "simpatico venusiano" aiuta l'equipaggio, vuol dire che non ha ben compreso che esso stesso faceva parte integrante dell'equipaggio!
Uno dei cartoni presi in considerazione fu "Lucky Look", "sguardo fortunato"... inutile far presente che si trattava di Lucky Luke... forse un refuso? Solo che viene ripetuto di continuo.
Io non seguivo "Kiss me Licia", ero già grandicello, non l'ho mai visto in seguito, ma non mi pare che una delle ragazze della serie giocasse a trasformarsi in diva del cinema... secondo me hanno cannato serie!
Ribadisco che questi gravi errori non trasformano lo studio in carente o non scientifico, dimostrano solo che se pure degli studiosi dei programmi tv erano superficiali, figuriamoci i giornalisti che dovevano solo riempire le colonne di un quotidiano.

Consiglio di leggere il numero delle pagine postate.



L'elenco dei gravi problemi causati dalla tv, comunque da qualsiasi cosa consumata senza limiti, sono numerosi, molto impressionanti... da notare che sono i medesimi che vengono addebitati ai videogiochi.
La riga in cui si accenna a gravi incidenti accaduti nell'imitazione di certi spettacoli mi fa tornare in mente i post in cui parlavo del seguente argomento:



Gli autori fanno notare, a ragione, che per essere bambini delle elementari, erano in molti ad avere la tv nella cameretta.
Nella primavera del 1985 a casa mia c'erano due tv, entrambe in bianco e nero.

Qui c'è il breve passo che stronca i cartoni animati senza citare espressamente che siano giapponesi.
Io andai alle elementari qualche anno prima di questa inchiesta, e la tv la mattina la accendevo solo se stavo male (ma non malissimo) e quindi non ero andato a scuola, mai prima di uscire per andare a lezione, mai. Si può notare che nel 1985 ancora era preponderante il divieto di guardare la tv verso le 7,00 del mattino, oggi è la norma, ma nessuno ha nulla da obiettare  ^_^


Quel 4,9% alla voce "videogiochi" non va letto, a mio avviso, come percentuale di coloro che avevano console casalinghe, ma in generale di chi giocava ai videogiochi (bar + console + portatili).


E' curioso il fatto che quando un dato evidenziava un aspetto positivo, il 50,1% di bambini che leggevano libri presente nella pagina precedente, lo si considera poco affidabile.
Si, forse il bambino considerava nella lettura anche il sussidiario.
Si, forse non voleva fare brutta figura con gli adulti.
Magari, invece, agli adulti che fecero lo studio il 50,1% di bambini che leggevano libri faceva crollare il castello di allarmi contro la tv ed i suoi programmi.



In quel periodo veniva posta ai bambini una domanda che leggerla da adulto mi fa sempre arrabbiare, è falsa e tendenziosa...
"Preferisci giocare all'aperto o guardare la tv?"

Ma che razza di domanda era?!   O_o
Sembra una domanda alla Massimo Catalano di "Quelli della notte"...
Preferisci avere un tv color e la console di ultima generazione o giocare con le costruzioni usate?
Tutti giocavamo all'aperto appena c'era la possibilità di farlo, ma anche se non c'era, ciò non implicava che non si potesse seguire una programma tv (un cartone animato) che ci interessasse.


Nelle conclusioni della prima parte con i dati della ricerca si può notare che gli autori considerino, non del tutto a torto, alcuni programmi per bambini non adatti ai bambini, il punto in cui tra parentesi ci si chiede "Che male vuoi che ci sia se guarda due cartoni animati?".
Il punto sarebbe che gli autori non si resero conto che i cartoni animati giapponesi, sono chiaramente questi che potevano creare più dubbi, erano molto targettizzati. L'Uomo Tigre, che è una dei titoli che viene preso in considerazione nella seconda parte, poteva andare bene in quinta elementare, non in prima. Purtroppo per le emittenti che compravano da Giappone erano tutti "cartoni animati" per tutti i bambini.



Il finale delle conclusioni finali aveva un senso.






Questo sopra è l'elenco delle scuole oggetto dello studio e delle tabelle, nel caso che qualche lettore genovese capitasse mai su queste pagine   ^_^








Nella seconda parte del saggio si analizzano alcuni programmi, tra cui i cartoni, ma non solo.
Il campione cambia, è preso da una sola scuola ed è allargato alle medie, il periodo è la primavera 1986, un anno dopo quello presentato nella prima parte del saggio.
Furono selezionati 20 programmi televisivi e sottoposti al giudizio degli alunni.



Per i cartoni animati vennero scelte sei serie, quattro di queste di matrice nipponica:
Voltron; Uomo Tigre, Memole, Kiss me Licia.

Da precisare che Voltron era la versione statunitense massacrata di Golion, e che non sempre nell'animazione giapponesi gli alieni erano cattivi, ma vallo a spiegare a chi non li vedeva   ^_^
Effettivamente l'Uomo Tigre era abbastanza cruento... le ultime puntate mi avevano colpito, nonostante fossi alle medie.


Qui c'è lo strafalcione Lucky Look, ripetuto sempre errato e l'errore della trama di "Kiss me Licia".
Dato che questo studio era commentato in classe, possibile che nessuno abbia fatto notare la cosa?



Nel continuare ad analizzare le 20 trasmissioni prese in esame per l'indagine si arriva al punto in cui il severo e logico vulcaniano Signor Spock, ufficiale scientifico dell'astronave Enterprise, diviene un simpatico venusiano capitato lì per caso   ^_^



La tabella sui videogiochi indica come veniva usato l'apparecchio televisivo, non più solo passivamente a guardarla inebetiti (quanto gli adulti), ma non andava bene lo stesso   ^_^



 

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