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lunedì 21 gennaio 2019

"I bambini e la televisione: La fruizione televisiva infantile nella programmazione multirete" - Servizio Opinioni Rai (aprile 1980) - parte 2 (fine)




Di norma cerca di variare, entro certi limiti, gli argomenti inserite nel blog, ma in questo caso mi è parso più logico concludere subito con la seconda ed ultima parte lo studio commissionato dalla Rai alla Mesomark sul rapporto bambini e televisione dell'aprile 1980.
La prima parte nel post precedente a questo:
"I bambini e la televisione: La fruizione televisiva infantile nella programmazione multirete" - Servizio Opinioni Rai (aprile 1980) - parte 1

Non starò a ribadire i concetti espressi nel post di cui sopra, resta, a mio avviso, l'eccezionalità di questo documento, che voleva fotografare come noi bambini fruivamo della televisione



Nel primo post era contenuta sola la prima parte dello studio Mesomark, qui si potrà leggere anche le parti 2, 3, 4 e 5, che contiene le conclusioni finali, su cui molti giornalisti penso basarono le loro apocalittiche valutazioni sulla nocività dei cartoni animati giapponesi.
Rispetto alla prima parte sono presenti molte meno tabelle, e molto più scritto. Queste altre parti dello studio si prefiggevano di analizzare il bambino singolarmente durante la visione dei programmi televisivi, poi i bambini in gruppo, infine il rapporto della madri con l'esperienza televisiva dei figli.




Non sapendo come si "osservi" il soggetto di una ricerca scientifica, specialmente se questo è un bambino, mi chiedo se "l'osservatore" fosse celato al bambino, magari dietro ad un finto specchio. Me lo chiedo perché se mi fossi ritrovato un estraneo in casa che mi guardava mentre io guardavo la televisione, non credo che mi sarei comportato in maniera del tutto naturale... probabilmente mi sarei trattenuto un po'  :]
Quindi "l'osservatore" valutava tre aspetti:
1) accensione e ricerca del programma;
2) ascolto (perché "ascolto"? La guardavamo anche la tv...);
3) cambio di programma.





Mi pare di capire che, nella pratica, questo "Osservatore" (un pelato che indossa una tunica?) si recava a casa dell'osservato, e faceva in modo che non ci fossero estranei a disturbare il bambino, altri estranei oltre a lui, ovviamente...

"Ma torniamo al nostro bambino davanti al televisore"
Faccio presente che il bambino in questione eravamo noi  ^_^



 Quindi l'Osservatore spinse il bambino a guardare la televisione nel 19% dei casi.



Per capire cosa significassero i termini "esplorativa ed automatizzata" rimando alle pagine 5 e 6 della prima parte.
Quindi, se accendevamo la tv intorno alle 13,00 per vedere Jeeg, eravamo dei consumatori televisivi consapevoli, altrimenti finivamo in balia della prima cosa a caso che ci avrebbe attirato, tipo Candy Candy...
Effettivamente capitava che le tv locali cambiassero gli orari dei programmi che prediligevo, la qual cosa mi irritava assai...





Ma non è vero che dei "cartoni fantascientifici" potevano essere viste delle singole parti, indipendentemente dalla trama della puntata...
Noto che nella ricerca non viene menzionato se il bambino disponesse di una televisione con il telecomando... a casa mia la tv (in bianco e nero...) non l'aveva, quindi mi dovevo alzare ogni volta per cambiare canale...
Trovo che questa variabile "telecomando" avrebbe meritato di essere approfondita.










Ma è mai possibile che nessuno consultasse "TV Sorrisi e Canzoni"?  O_o









Lo studio colse il nostro fastidio nato dal fatto che mentre guardavamo un cartone in un orario, nello stesso momento ne veniva trasmesso un altro su una differente rete, però trovo sbagliato il termine "ansia", in quanto ogni singola puntata era replicata più volte, ed ogni singola serie era trasmessa da diverse emittenti. Quindi le possibilità di perdersi "per sempre" una puntata specifica, erano basse.
Noi lo sapevamo, ma pare che loro non lo sapessero...








Nella tabella sopra (41) e sotto (42) sono elencati i programmi visti dai bambini durante le rilevazioni.
Questi signori saranno anche stati scienziati, però un po' più di accuratezza nello scrivere i titoli dei programmi mi sarebbe parso un atteggiamento più scientifico...
Peter?
Scroobydo?!
RYV?
Don Ciak Castoro... cioè... sarebbe bastato aprire una rivista coi programmi tv per scrivere bene il titolo...
Quindi, sommando i dati delle due tabelle, su un totale di 52 programmi visti, ben 13 erano chiaramente di matrice nipponica (ci metto dentro pure "Falco", cioè Ken Falco):
Remi; Mazinga; Guerra tra galassie; Don Ciak Castoro(...); Spectraman; Jeeg; Gaiking; Heidi; Danguard; Kimba; Lupin III; Falco; Goldrake.

Poi ci sarebbero RYV, che per me poteva essere "Ryu il ragazzo delle caverne".
"Zeta", cioè Mazinga Z? Che però iniziò poco dopo la fine della rilevazione.
Poi è ovvio che la voce "cartoni animati" era formata anche da anime, come il programma "Ciao Ciao" conteneva molti anime.
Ovviamente è impossibile che uno solo guardasse Goldrake  :]






Manca la successiva domanda:
"Lo sai che verrano replicati domani o che la stessa serie verrà ritrasmessa da un'altra emittente?
Si signore, mica siamo scemi!"  ^_^










Non mi è chiaro se i bambini dei gruppi fossero amici... non è un particolare da poco.
Una cosa è vedere un programma con compagni di giochi, un conto è vederlo con bambini estranei.
E' vero che da piccoli si fa amicizia in fretta, ma magari nel gruppo c'erano anche bimbi timidi, che in un contesto del genere non proferivano parola.




Alla fine il telecomando c'era, però si è certi della sua presenza solo nelle osservazioni di gruppo, fatte in una sede a parte con trasmissione a circuito chiuso, quindi con un televisore moderno.





I padri ai tempi non erano neppure presi in esame... alla fine la colpa era sempre della mamma...






Io sono cresciuto in città, quartieri popolari (non troppo per bene), guardavamo un sacco di cartoni, ma eravamo lo stesso tutto il tempo giù a giocare... avrò vissuto su un altro pianeta  ^_^






















Sbaglierò, ma a mio avviso una buona fetta dei giornalisti (temo pochi nel totale) che lessero questo studio, si fiondarono sulle conclusioni...
Per la cronaca i cartoni animati giapponesi sono stroncati nel punto 7... come al solito con il solito giudizio erroneo sulla caratterizzazione fissa buono/cattivo dei personaggi degli anime. Quando, invece, fu proprio grazie agli anime che scoprimmo che i cattivi, talvolta, passavano dalla parte dei buoni, e che comunque i cattivi, pur restando cattivi, lo erano per un motivo, sempre sbagliato, ma non erano cattivi per divertimento... eppure era così chiaro... sarebbe bastato seguire con attenzione 3 o 4 puntate di seguito...










fine

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