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lunedì 2 novembre 2020

TV, che fare per i bambini?

 


TITOLO: TV, che fare per i bambini? 
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Editrice Nuova Eri
PAGINE: 392
COSTO: 5
ANNO: 1989
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': online
CODICE ISBN: 

Anche questo studio fa parte della mia ricerca di pre-saggistica sugli anime pubblicata prima che si iniziasse a fare veri studi sull'animazione giapponese e sugli effetti che queste serie animate giapponesi ebbero in Italia.
Ho trovato molto curioso il lungo sottotitolo:
"Genitori, attenti ai bambini davanti alla TV" "Papà aiutami, affogo nella Tv" "Il piccolo schermo è la mamma in metà delle famiglie italiane".

In pratica la Rai denunciava se stessa... certo, c'erano sempre le tv private nazionali (Fininvest) e locali che facevano peggio e a cui si poteva dare colpa di molte reali nefandezze, ma leggere questi virgolettati sulla copertina di un libro edito dalla Rai stessa, mi ha fatto un pochino sorridere  ^_^
Alla fine Goldrake ed Heidi, i primi due successi nazionali di anime in Italia, li trasmisero loro...
Il seguente saggio è interessante sotto molteplici aspetti, in primis per il suo contenuto, che io non ho letto in toto, ma che illustra quale fosse il panorama dei programmi per bambini/ragazzi trasmessi dalla Rai alla fine degli anni 80. Chiunque fosse interessato ad approfondire questa tematica dovrebbe recuperare il libro, in fondo alla recensione inserisco le pagine dell'indice, tanto per comprendere i temi trattati.
Ribadisco che non ho letto tutto il saggio, mi son limitato a cercare i punti in cui erano citati gli anime, anche perché i contenuti sono abbastanza per esperti del settore.
Ho trovato ancor di più interessante lo scritto se messo a confronto con un precedente studio del "Servizio Opinioni Rai" del 1980, il cui soggetto primario erano proprio i cartoni animati giapponesi:


Se nell'aprile del 1980 la Rai si concentrò parecchio sugli effetti che i cartoni animati giapponesi ebbero su noi giovani telespettatori, in questa nuova edizione del 1989 gli anime paiono quasi scomparsi.
E qui bisogna capire se l'allarme denunciato nel 1980 era esagerato, anche complice la assoluta novità di questi prodotti televisivi nipponici e la sua massiva presenza in tv, oppure se nel 1989 gli studiosi non si ressero conto che i cartoni animati giapponesi, seppur non più nuovi e misteriosi, erano ancora trasmessi regolarmente da tutte le tv nazionali e locali, quindi averli pressoché ignorati fu un errore.
Vai a capirli gli "esperti" di televisione e bambini, hanno sempre ragione loro  ^_^



Di certo è un po' superficiale da parte mia inserire e commentare poche pagine di un libro di 392 in totale, ma io mi concentro sull'animazione giapponese, quindi ho inserito anche la pagina prima del punto in cui sono citati gli anime, tanto per cercare di contestualizzare un minimo il commento. 
Nel 1989, anno di pubblicazione di questo libro (gli studi citati risalgono all'anno prima, più o meno), chi vide Goldrake e company da bambino oscillava tra l'adolescenza ed il servizio militare (in caso di maschietti), quindi gli autori si domandarono, giustamente, come questi ex bambini ricordavano i loro cartoni animati. Solo che le tabelle 3.1 e 3.2 (poco più sotto) riportano i dati del punto di vista dei genitori, quindi degli ex bambini un po' più ex di quelli che eravamo noi a fine anni 70 e primi anni 80.
Ovviamente per la regola aurea secondo cui le cose che hai vissuto in prima persona sono meglio di quelle arrivate dopo, chi vedeva la tv dei ragazzi Rai tra gli anni 60 e i primi anni 70 riteneva che i propri programmi fossero più "sani"... e poi si considera positivamente Rintintin e Lassie... due telefilm sui cani... un milione di volte meglio Goldrake!  ^_^
Io cerco sempre di sfuggire a questa regola del "a miei tempi era tutto più bello", magari non sempre ci riesco, ma ci provo, chiaramente fa eccezione Peppa-Pig... che è orrendo   :]


Per fortuna due righe sono dedicate alla Goldrake e Candy Candy generation!
Molto lungimirante l'auspicio degli autori di attendere del tempo per valutare come questi ex bambini avrebbero introiettato i cartoni animati giapponesi. 
Alla fine nacque la generazione di saggisti italiani sull'animazione giapponese: Saggistica anime





La due tabelle in cui non sono menzionati i giudizi della Goldrake e Candy Candy generation...


Per leggere la successiva citazione/allusione agli anime bisogna arrivare fino a pagina 80, in cui si fa un discorso generale sui cartoni animati, che sanciva (ahinoi) il declino dei cartoni animati di genere fantascientifico/robotico, ergo di Goldrake e Mazinga...
Poi è ovvio, se le emittenti non trasmettevano più nulla di nuovo, chiaramente i nuovi bambini non potevano appassionarsi alle nuove serie robotiche e di fantascienza giapponesi...

Che umiliazione... gli anime robotici inseriti nel gruppo di Tarzan...


Alle pagine 137-138-139 alcune tabelle che illustravano i programmi disponibili e i gusti dei bambini di fine anni 80, solo il 5% gradiva i cartoni robotici... bimbiminkia degli anni ottanta...


Si salta quindi a pagina 219, dove dopo una breve introduzione, si tocca, ancor più brevemente, purtroppo, il tema dello tsunami mediatico contro i cartoni animati giapponesi della primavera del 1980. La cosa bella (o brutta) è che in quella primavera 1980 fu proprio lo studio Mesomark/Rai una della causa delle virulente polemiche, questo non viene detto, si saranno dimenticati...


Finalmente qualcuno ammette che quel terremoto sui quotidiani, settimanali, mensili e chi più ne ha più ne metta, generò "una querelle dai toni inquietanti (ancora non completamente superata)", solo che mi lascia basito il giudizio cerchiobottista secondo cui esistette anche la fazione dei "sostenitori dell'innocenza sostanziale dei nippo-cartoons"... ma dove e quando?  >_<
Basta passare in rassegna l'indice dell'Emeroteca Anime per rendersi conto che la cosiddetta fazione pro-anime era pressoché inesistente e ridotta numericamente ai minimi termini, soverchiata in numero ed autorevolezza dai censori...

Forse ho capito da dove Deodata Cofano trasse ispirazione per il titolo del suo scritto del 1999 poco informato sugli anime: Nipponcartoon, immagini, miti, strategie



Poi, così dal nulla, a pagina 346 si tira in ballo Lady Oscar, ovviamente con un giudizio negativo... e meno male che a pagina 220 si ammetteva che lo scontro pro/contro gli anime non era ancora terminato...
Per gli autori la serie di Lady Oscar era negativa sotto tutti i punti di vista, sia contenutistici che grafici, perché non aiutava il bambino ad adeguarsi alla realtà attuale... ma erano cartoni animati!!!
Ma questi studiosi volevano una serie animata su un bambino o un adulto che faceva le stesse cose che facevano tutti i bambini e tutti gli adulti ogni santo giorno nella realtà?

Piccola chiosa, ma veramente ci furono bambini uccisi dagli orsi perché andavano allo zoo pensando di accarezzare l'orso Yoghi?!   O_o

Ultimo accenno ai cartoni animati giapponesi nelle pagine 363 e 364, in cui si legge l'unica citazione (salvo mia svista) sugli anime trasmessi a fine anni 80, che poi sarebbero dovuto essere parte dello studio, a differenza delle citazioni degli anime fine anni 70 e primi anni 80.



Seppur ormai grandicello la televisione la guardavo anch'io, e ricordo bene che gli anime erano ben presenti nei palinsesti delle televisioni, specialmente quelle private, sicuramente non al livello del quinquennio 1978/1982, ma molto di più di questi pochi titoli qui citati...
Ricordo che durante il servizio militare, assolto tra il 1988 ed il 1989, quindi nel periodo di pubblicazione di questo saggio, quando non potevamo andare in libera uscita il sabato o la domenica pomeriggio, ci riunivamo nella camerata di un commilitone che aveva una delle primissime micro tv a cristalli liquidi e ci guardavamo la prima trasmissione di Dragon Ball con Bulma e Goku bambino!
Eravamo cresciuti tutti a pane e cartoni animati giapponesi, non avevamo letto saggi sull'animazione né frequentavamo i forum sul web che non esisteva ancora, ma eravamo attratti da questi disegni animati, che trovavamo familiari. 
Eppure gli autori in 392 pagine trattano una sola volta gli anime del 1988...


Inserisco qui sotto la premessa al libro, per inquadrare anche il contesto in cui fu commentato. 



L'indice del saggio.


La quarta di copertina.



Bambini non si nasce: una ricerca sulla condizione infantile (1980)
Capire la TV (1981) 
Il ragazzo e il libro: corso di aggiornamento (1981)
L'alluvione cine-televisiva, una sfida alla famiglia alla scuola alla chiesa (1981)
Età evolutiva e televisione - Livelli di analisi e dimensioni della fruizione (1982)
TV e cinema: Quale educazione? (1982)
Fare i disegni animati - Manuale didattico di cinema d'animazione (1982)
Vita col fumetto (1983)
La camera dei bambini – Cinema, mass media, fumetti, educazione (1983)
Guida al cinema di animazione - Fantasie e tecniche da Walt Disney all'elettronica (1983)
Il consumo dell'audiovisivo (1984)
Il bambino e la televisione, a cinque anni solo con Goldrake (1985)
Il libro nella pancia del video - Il bambino lettore nell'era dell'informatica (1986)
Ombre Rosa - Le bambine tra libri, fumetti e altri media (1987)
Testimone a Coblenza (1987)
Fantascienza e Educazione (1989)
Il bambino televisivo, infanzia e tv tra apprendimento e condizionamento (1993)


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