TITOLO: Storia critica della televisione italiana - 3 volumi (dal 1954 al 2018)
AUTORE: Aldo Grasso
CASA EDITRICE: Il Saggiatore
PAGINE: 1418 (i 3 volumi assieme)
COSTO: 55€ (i 3 volumi assieme)
ANNO: 2019
FORMATO: 22 cm X 15 cm
REPERIBILITA': ancora presente a Milano
CODICE ISBN: 9788862885676
Puntai questa pubblicazione di Aldo
Grasso già dalle sue prime edizioni, però, per il mio campo di
interesse televisivo, che si concentra fondamentalmente tra il 1978 e
il 1983, dovermi portare a casa un bel malloppone di pagine, per poi
leggere ben poco sull'animazione giapponese, aveva poco senso.
Il caso ed un mercatino dell'usato sono
venuti in mio soccorso, facendomi trovare la nuova edizione del 2019
de “Il Saggiatore” (nuova ed intonsa), con la possibilità di
prendere solo i primi due volumi, a soli 5 euro totali.
L'aver sacrificato i terzo volume (dal
2000 al 2018) è motivato esclusivamente dalla carenza di spazio che
ormai attanaglia la mia libreria... dovrei comprare una casa più
grande solo per metterci tutta la fuffa editoriale che ho accumulato
:]
Aldo Grasso è un autorevolissimo
critico televisivo, e quando ne leggevo gli articoli sul Corsera,
apprezzavo sempre i suoi giudizi pacati, per questo ero curioso di
vedere come avesse trattato e quanto spazio avesse dedicato a
Goldrake e soci.
Infatti sui mille e passa articoli
(link) inerenti l'animazione giapponese in Italia tra il 1978 e i
primi anni 80, non ne ho scovato neppure uno a suo nome!
I volumi sono un documento unico sulla
televisione pubblica e privata, ovviamente i programmi mandati in
onda dalla Rai sono maggioritari, anche perché i canali privati
iniziarono a trasmettere a fine degli anni 70. Quindi il primo volume
(1954/1979) è praticamente tutto incentrato sulla Rai, mentre dal
secondo volume in poi (il terzo non l'ho consultato, ma mi pare
scontato) iniziano a far capolino prima le tv locali, e poi i grandi
gruppi privati (cioè in pratica quasi solo Fininvest/Mediaset).
Nell'annata 1978 è citato
“Superclassifica Show”, che era trasmesso da più tv locali.
Nell'annata 1979 sono citate tre
trasmissioni di Telemilano: “Milan-Inter club; Sprolippio; I sogni
nel cassetto.
Nel secondo volume sono elencate anche
trasmissioni di altre emittenti private, basta consultare il sommario
degli anni dal 1975 al 1983 che scannerizzato.
Faccio una premessa prima di dare un
giudizio sull'aspetto “animazione giapponese in Italia”.
In una opera del genere è difficile,
se non impossibile, inserire tutte le trasmissioni che avrebbero
meritato di essere citate, l'autore fece delle scelte, e qualche
programma venne cassato. Su questo aspetto entra in scena anche il
gusto personale, il fissato dei serial televisivi lamenterà
l'assenza della sua preferita telenovelas brasiliana, il fan dei
telequiz si lagnerà che manca il programma che guardava il mercoledì
sera 40 anni prima, l'otaku dei cartoni animati giapponesi noterà il
poco spazio dedicato alle serie che rivoluzionarono le trasmissioni
per bambini/ragazzi in Italia.
Vengo quindi al punto, e ricollegandomi
alla mia curiosità di cui sopra di leggere per la prima volta come
Aldo Grasso trattava i cartoni animati giapponesi, sono rimasto
altresì sorpreso che solo Heidi e “Atlas Ufo Robot” si siano
guadagnati il diritto a schede proprie...
Chiaramente gli anime che venivano
trasmessi sulle tv locali ebbero meno impatto nazionale, ma non poi
così poco, e comunque sul versante Rai avrebbero meritato una scheda
almeno “Capitan Harlock”, Remi e “Mazinga Z”. Quest'ultimo si
sarebbe dovuto citare, se non per la serie in sé (assai
insipida...), almeno per le trasbordanti polemiche che si scatenarono
nell'aprile 1980.
L'unico accenno che ho letto su quello
tsunami mediatico che si scatenò nella primavera del 1980, lo si può trovare nella scheda de “L'altra campana”, poche righe in cui si
ricorda della votazione pro o contro Goldrake:
Dato che nella trattazione di ogni
annata viene effettuata anche una analisi più generale su quali tipi
di programmi ebbero successo e per quali motivi, citando anche i
programmi a cui non è stata dedicata una scheda specifica, almeno in
questa sezione del saggio si sarebbe potuto analizzare il fenomeno e
l'impatto sui bambini di allora (che si mantengono vivi anche oggi)
dell'animazione giapponesi in Italia.
Nell'annata 1982 c'è una scheda su
telefilm statunitense “Mary Tyler Moore Show”, una sit-com
iniziata nel 1970, posso capire la presenza di trasmissioni culturali
e popolari che io da bambino non guardavo, e che ebbero un impatto
sul pubblico italiano, ma “Mary Tyler Moore Show” no...
Va bene, passi “Mary Tyler Moore
Show”, ma allora perché “Anna dai capelli rossi”, che viene
ancora replicata, no?
All'interno della scheda di “Bim Bum
Bam” nel 1982 vengono citate tre serie animare giapponesi, due
delle quali non vennero lanciate dalla trasmissione di “Italia 1”,
ma precedentemente da tv locali minori...
“Lupin III” e “Dolce Candy” (cioè "Candy Candy") non
esordiscono grazie a “Bim Bum Bam”, ma erano già state trasmesse
da una moltitudine di emittenti private. E' questo, a mio avviso, un piccolo grande errore informativo.
Il terzo anime citato (solo
citato) è “Lady Oscar”, ma la nostra eroina parigina non avrebbe
meritato una sua scheda?
Perché l'americana Mary Tyler Moore
si, e la nippo-francese madamigella Oscar no?
Torno quindi agli unici due anime
analizzati da Aldo Grasso, Heidi e Goldrake, come ne ha scritto?
Per Heidi c'è la sinossi e qualche
annotazione di cronaca, nessuna analisi sulla serie.
Per “Atlas Ufo Robot, che ha una
scheda lunga la metà rispetto a quella di Heidi, solo 9 righe e
mezzo...
Penso di aver intuito il motivo per cui ad oggi,
non ho trovato neppure un articolo di Aldo Grasso sui cartoni animati
giapponesi degli esordi italici, perché non li ha mai considerati degni
di essere menzionati ^_^
Anch'io ho sempre stimato molto Aldo Grasso, ma ahimé sull'animazione giapponese, almeno su quella dell'epoca, credo che bob ne pensasse nulla, credo la considerasse meno che spazzatura. Voglio comuneuq dirti che t'invidio molto per aver pagato soltanto 5 euro caduno i volumi in questione! :)
RispondiEliminaE voglio anche dirti che ti seguo sempre qui sul blog e se non commento è soltanto perché non ho nulla di intelligente da dire. Come adesso, ma stavolta ho fatto un'eccezione :-)))
Un caro saluto
Ma neppure io ho nulla di intelligente da scrivere! ^_^
EliminaE faccio 14 eccezioni al mese!
Per quanto riguarda Aldo Grasso, tra lo scrivere le castronerie che riportavano i suoi colleghi sui cartoni animati giaponesi, e non scriverne affato, come fece lui, a lungo termine si è dimostrata più saggia la seconda opzione.
Per lo meno non ha la seccatura di leggere un illetterato blogger che lo critica per un articolo scritto 40 anni fa ^_^
Forse, però, in un saggio dei nostri giorni, avrebbe dovuto ricontestualizzare l'importanza televisiva della prima animazione giapponese in Italia.
Per me è una manzanza grave dei volumi.
Grazie del gentile apprezzamento
Saluti
Dimenticavo, non li ho pgati 5 euro l'uno, ma 5 euro entrambi i volumi!
Elimina^_^
Hai perfettamente ragione in entrambi i casi: meglio non dire nulla che sparare sciocchezze; è comunque una grave mancanza l'assenza dei cartoni animati giapponesi in un volume (o tre) che parlano della televisione italiana.
EliminaSu una cosa invece ti sbagli proprio: sul dire che non scrivi cose intelligenti! I tuoi post sono SEMPRE interessanti e le tue critiche acute e puntuali. Quindi ribadisco la stima :)
(...e un po' ti odio per aver pagato nulla i due volumi ^___^)
A presto.
Troppo gentile ^_^
EliminaSaluti
Ciao. Non so se è possibile scannerizzare nel primo volume di Aldo Grasso la pagina dove è di sicuro riportato il telefilm a puntate Robinson Crusoe. Lo vedevo da bambino alla tv da mio zio non avendo ancora a casa la tv e ne rimasi affascinato. Penso si tratti dell'annata 1967 o 1968, avevo 10 11 anni. Sono curioso di sapere la data di quando venne trasmesso per la prima volta. Puoi anche scriverlo nella risposta se non è possibile pubblicare la scansione della pagina. GRAZIE
RispondiEliminaCiao, ho cercato nell'indice del primo volume, dal 1964 al 1969, ma non è stato inserito.
EliminaComunque Wikipedia riporta il 1964.