Il 10 dicembre 1979 il quotidiano La Stampa annuncia nel trafiletto sopra, pubblicato nelle pagine dedicate ai programmi tv, l'ultima parte di Goldrake. Si accenna alle ormai consuete polemiche sulla diseducatività del nostro eroe robotico, ma si ammette che il cartone animato è moderno.
Per il resto La Stampa, nel mese della programmazione finale di Goldrake, non tocca più l'argomento.
In fondo le polemiche erano esplose tra la prima (inizialmente i giornalisti quasi non lo notarono) e la seconda apparizione di Goldrake:
Esordio TV di Goldrake (primi 25 episodi:4 aprile/6 maggio 1978), articoli di Repubblica e Corriere della Sera
"Goldrake torna in tv, (secondi 25 episodi: 12-12-1978/ 12-01-1979), articoli di Repubblica, Corriere della sera, Stampa, l'Unità "
Quindi su Goldrake, almeno nei quattro quotidiani da me consultati (La Repubblica ignorò la sua ultima messa in onda), in quel mese di programmazione non ci furono particolari polemiche dirette, anzi, il Corriere della Sera il 9 dicembre 1979 pubblicò in terza pagina (la pagina della cultura, e non fu la prima volta) un articolo molto positivo scritto dal critico cinematografico ed appassionato di fumetti Oreste del Buono.
A parte la topica sull'uso del computer negli anime anni 60/70/80, che faceva vittime anche nel campo di chi non demonizzava i cartoni animati giapponesi, a dimostrazione di quanto quel mito fosse diventato realtà, l'articolo di Oreste del Buono va oltre le solite baggianate.
Il giornalista, allora 56enne, considera con ironia le preoccupazioni di genitori e sociologi, comprendendo quello che era Goldrake per i bambini: un eroe positivo.
Inizia con la sinossi di Goldrake. Esilarante la battuta sulla Lira costellazione/lira moneta (alla faccia dei nostalgici della lira...).
E qui sta la parte che mi pare più interessante. Oreste del Buono, che non ha nulla contro Goldrake, considera positivamente l'uso del computer (che noi sappiamo non venne mai usato), a differenza di tanti altri che lo utlilzzavano come ulteriore accusa verso i cartoni animati giapponesi.
Ormai l'uso del computer in quegli anime super artigianali era un dato di fatto, neppure contestabile neanche da parte di chi li apprezzava.
Il giornalista è tra i primi a ricordare al lettore di Hiroshima e Nagasaki come influenza di queste trame nipponiche, che agli adulti italiani parevano immotivatamente violente e truci. Concludendo l'articolo spiegando agli adulti il valore educativo, invece che diseducativo, di questi cartoni animati giapponesi.
Per una sorte di par condico il 12 dicembre (sempre del 1979) sempre Il Corriere della Sera pubblica una lettera di protesta della lettrice Ornella Vitale, nulla di particolarmente virulento, forse anche comprensibile visto il numero esorbitante di serie che venivano trasmesse in quel periodo.
Un numero della rivista if del 1983 dimostra quella che fu veramente una (pacifica) invasione televisiva: "if, speciale orfani e robot"
Il quotidiano comunista l'Unità nell'articolo del 30 dicembre 1979, in cui consigliava cosa vedere e cosa non vedere del palinsesto di fine anno, mette senza appello Goldrake tra le cose da evitare come la peste.
Metto solo l'esilarante parte che si riferisce a Goldrake, apostrofato come "ripetitivo", "ossessivo", "mancante di fantasia(!)", "di infima qualità tecnica".
E ricordatevi, chi da bimbo guarda Goldrake, non diventa cieco, ma da adulto guarderà Disco-ring!
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