Annoto subito che in copertina non sono né gridate né sussurrate interviste vecchie come il cucco e non fatte dalla redazione di "Anime Cult" ad autori giapponesi, per il semplice motivo che non c'è alcuna intervista ad autori giapponesi, vuoi vedere che il concetto è stato compreso? :]
Sono presenti, invece, le solite interessanti interviste a protagonisti della scena italiana di fumetti, riviste, programmi tv, manga ed anime:
Cinzia De Carolis; Giorgio Di Vita (disegnatore); Marco Bonetti (voce di Naoto Date); Fabrizio Francato (editoria); Giorgia Passeri (presentatrice); Paolo Dalpello (cantante sigle).
Nel suo consueto editoriale il Ceo si toglie qualche sassolino dalle scarpe dal materiale accumulatosi dopo le polemiche web inerenti la copertina con "l'intervista esclusiva" alla mangaka Takada nel numero 5.
Per parte mia, non avendo social e non avendo espresse in merito, qui sul blog, alcuna critica, non mi sento chiamato in causa. Quello che feci notare io ai tempi, sia per i numeri precedenti che successivi, era l'insensatezza di sparare in copertina i nomi di intervistati nipponici per interviste rilasciate eoni prima e quasi sempre non dalla redazione della rivista, mettendo in secondo piano le interviste fatte dalla redazione. Nel caso l'incaricato di decidere la copertina avesse seguito il mio punto di vista, la polemica con la Takada e/o i suoi fan e/o avversari di "Anime Cult" si sarebbe evitata a priori.
Questo, però, è un blog sperduto, la nicchia della nicchia ^_^
Anche se poi, occasionalmente, le cose da me riesumate, mi accorgo che tornano utili ed utilizzate :]
Il sommario del numero, con lo speciale sulle serie animate violente.
A posteriori, e dopo aver riesumato più di 1200 articoli della carta stampata sui cartoni animati giapponesi, posso anche comprendere un certo sgomento degli adulti di allora nel vedere certe scene violente e certe tematiche dell'orrore in un prodotto televisivo destinato ai bambini, che prima di allora non le aveva mai veicolate.
Certo, c'era stato il cartone animato della "La famiglia Addams" targato "Hanna & Barbera", ma non paragonabile a Ben neppure per errore. In qualche cartone statunitense si vedevano scazzottate, ma anni luci dall'efferatezza dell'Uomo Tigre.
Quindi lo spiazzamento degli adulti poteva anche essere ragionevole, solo che chi scriveva sulla carta stampata non si curava di seguire e capire in quale verso tutta questa violenza agiva, non era fine a se stessa, ma un mezzo per difendere i più deboli.
MikiMoz riepiloga la storia e le varie incarnazioni della rivista "Man-ga", trovo sempre interessanti le analisi sull'editoria di settore, per capire dove siamo arrivati, bisogna ricordarsi da dove si sia partiti, cioè le polemiche della carta stampata e i primi tentativi dei fan riuniti in redazioni di dare una voce al nostro punto di vista.
Ringrazio MikiMoz per la cit. al blog per l'immaginetta recuperata, previo avviso, dal post qui sotto: