TITOLO: Anche mio nonno era un otaku! L'incredibile storia dei manga
AUTORE: Maurizio Iorio (Kirio 1984)
CASA EDITRICE: Mondadori
PAGINE: 160
COSTO: 15,90 €
ANNO: 2022
FORMATO: 21 cm x 14 cm
REPERIBILITA': disponibile in libreria
CODICE ISBN: 9788891834133
CASA EDITRICE: Mondadori
PAGINE: 160
COSTO: 15,90 €
ANNO: 2022
FORMATO: 21 cm x 14 cm
REPERIBILITA': disponibile in libreria
CODICE ISBN: 9788891834133
Quando ho sfogliato questo libro ho capito che io non ero il target individuato dall'autore e dalla casa editrice, che si può identificare della fascia di età delle scuole medie (massimo la prima superiore), però ho pensato che sarebbe stato interessante leggere come si volesse spiegare il mondo dei manga.
E' abbastanza indubbio che la lettura dei manga abbia negli ultimi anni preso piede tra le nuovissime generazioni, ma la saggistica, ammesso che qualcuno la legga(...), non è indirizzata alle fasce più giovani, quindi effettivamente mancava uno scritto cartaceo che spiegasse la storia del manga, come viene pubblicato in Giappone, e le questioni delle divisioni per target, generi e sesso.
Ho notato che specialmente le librerie Mondadori hanno settori molto ampi dedicati al manga, e questo libro è della Mondadori, immagino faccia parte di una sensata strategia per avere dei lettori più consci di quello che leggono.
Essendo il libro indirizzato a ragazzi/e delle scuole media ha poco senso che precisare l'ho trovato scritto in maniera chiara, scorrevole e piacevole, perché io conosco già il tema e sono un po' più grande del target. Bisognerebbe sentire cosa ne pensa un lettore incuriosito dai manga e dell'età corretta.
Direi che l'obiettivo di fare un po' di sana informazione è stato ampiamente raggiunto, dal primo all'ultimo capitolo si ottiene un'organica conoscenza del mondo dei manga, fatto non sempre possibile prendendo le informazioni dal web, le cui fonti non sono sempre corrette.
Bella l'idea dell'autore di rivolgersi direttamente al giovane lettore in termini colloquiali (dandogli del tu), evitando di far sembrare il libro una noiosa lezione di storia, cosa che poi è effettivamente, non intendo "noiosa", ma "storia", storia del manga.
Considerando che il libro si legge in un paio di ore (da parte di un adulto che conosce l'argomento), visto che le 160 pagine hanno una spaziatura tra le righe abbastanza vasta ed il carattere di scrittura è grande (vedi terza scan), forse quasi 16 euro sono un prezzo un po' esagerato da parte della Mondadori, anche in virtù del fatto che il libro è indirizzato ad una fascia di età con poca possibilità di spendere.
Ma se la Mondadori prezza 160 pagine con poco scritto quasi 16 euro, la "Società Editrice La Torre" quanto avrebbe dovuto far pagare i due tomi da 1000 pagine di "C'era una volta Goldrake" ?
Non conosco l'autore, ho scoperto che ha un canale Youtube e Twitch, direi che sia nato nel 1984, basandomi anche sul nickname, di certo escluderei abbia vissuto il first impact, e questo è spesso un fattore dirimente quando si spiega l'arrivo dell'animazione giapponese in Italia.
Semplicemente non si può capire una cosa che non si è vissuta, cioè la rivoluzione del linguaggio parlato, musicale e visivo dei cartoni animati giapponesi.
Un altro aspetto che mi interessava, e che più si confà ai temi trattati da questo blog, era capire come si era raccontata ai ragazzi la storia dell'avvento dei "cartoni animati giapponesi" in Italia dal 1978 ai primi anni 80.
E' vero che il libro è incentrato sul mondo dei manga, ma a parte il fatto che c'è un capitolo espressamente dedicato agli anime, se oggi in Italia si leggono manga e vengono pubblicati libri come questo è perché Heidi e Goldrake (e tutte le serie dal 1978 al 1982) fecero da apripista.
Ogni tanto l'autore cita i vari Goldrake, Mazinga etc. etc., invitando il giovane lettore a chiedere lumi ai genitori o agli zii, ma solo in un paio di pagine affronta quell'avvento, le due pagine qui sopra.
Considerando le poche pagine del libro e l'importanza del tema, forse dedicargli due paginette in più ed evitare semplificazioni sarebbe stato più informativo.
A mio avviso vengono riportate delle affermazioni non correte, magari nulla di particolare, però con tutta la saggistica che è stata pubblicata...
Perché sul versante giapponese del libro (la storia del manga e le riviste a fumetti giapponesi) le informazioni sono precise, mentre sulla storia degli anime in Italia un po' meno?
Probabilmente ai ragazzi fregherà nulla, ma a me si ^_^
Sarebbe stato meglio specificare che la prima ondata degli anime non arrivò "nella seconda metà degli anni 70", ma nel 1978, in quanto i Barbapapà e "Vicky il vichingo "non furono per nulla percepititi come animazione giapponese, mentre è solo con e da Goldrake ed Heidi in poi che nascono le polemiche, in quanto prodotti nipponici.
Inoltre non è neanche corretto affermare che gli anime venissero pesantemente modificati e censurati, quando questo capitava non aveva quasi mai intenti censori, ma solo perché si pensava di renderli più fruibili. Molte serie vennero adattate senza nessun stravolgimento, nonostante le tematiche fossero anomale per l'epoca.
Solo con l'avvento di Fininvest si iniziò la censura e la delocalizzazione sistematica.
I nomi in "Atlas Ufo Robot" (e pure il titolo) non erano quelli originali, ma solo perché la serie venne importata dalla Francia, che l'aveva già adattata, ma nell'edizione italiana vennero mantenute tutte le usanze giapponesi, che noi non conoscevamo (e neppure gli adattatori e i doppiatori), nulla fu omesso.
Quindi non è vero che "qualsiasi" riferimento all'Oriente venisse modificato.
Soprattutto i titoli, i nomi dei personaggi e dei luoghi non vennero cambiati per colpa delle polemiche giornalistiche, che nacquero per altri motivi:
Sono sobbalzato sulla sedia (in realtà ero sdraiato nel letto), quando ho letto che nella prima versione di Lupin III la stupenda Fujiko Mine venne chiamata Margot... ma come... ma dove? quando?! ^_^
Capisco che l'autore sia più piccolo di me e non abbia mai potuto vedere nel 1979 il primo ed unico Lupin III con la giacca verde, ma in quella serie Fujiko Mine (l'unica vera Fujiko Mine) si chiamava Fujiko Mine!
Questa è una bella topica :]
Ribadisco che se si fossero dedicate un paio di paginette in più ad un tema tanto importante, forse si sarebbero evitati errori, oppure il tema lo si poteva evitare del tutto.
E' chiaro che ai 14enni che leggeranno questo libro nulla fregherà su quanto io ho sottilizzato, ma andranno a dire in giro che Fujiko Mine in Italia non si è mai chiamata Fujiko Mine :]
Qui sopra un esempio di come è impaginato il libro, con spaziatura ampia tra le righe e carattere grande, a cui vanno sommati disegni vari,. Non sono tantissime le pagine completamente scritte.
L'autore deve essere rimasto colpito quanto me dell'articolo di Walter Veltroni, infatti lo commenta, come feci io nel novembre dell'anno scorso:
Magari l'autore l'avrà anche scritto che la vera censura brutta degli anime cominciò con la Fininvest e la Valeri Manera, ma essendo un libro Mondadori glielo avranno... censurato.
RispondiEliminaEffettivamente la Valeri Manera non è citata (salvo mia scarsa memoria), il dubbio era sorto anche a me, ma non volevo essere cattivo, visto che comunque il tema del libro non è la censura o i cattivi adattamenti dei cartoni animati giapponesi.
EliminaProbabilmente era meglio evitare del tutto l'argomento.
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RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCiao, sono l'autore del libro, grazie mille della recensione!
RispondiEliminaSull'arrivo degli anime in Italia hai ragione, però come hai giustamente riportato questo è un libro sui manga, che affronta l'animazione solo di riflesso, ed avendo un numero di pagine conciso e ben stabilito sin dall'inizio non ho potuto approfondire l'argomento, come anche avrei voluto.
È vero che c'è un capitolo sugli anime, ma nasce fondamentalmente per raccontare il loro legame con i manga.
Sulla questione Margot hai pienamente ragione, e lo sapevo anche che nella prima versione il nome era stato mantenuto in originale 😅 Complice scadenza molto risicata non sono riuscito forse a esprimere bene quello che intendevo, ovvero che era stato cambiato il suo nome nella versione italiana più diffusa, anche se non avrei dovuto scrivere prima versione. Rimedierò in una eventuale ristampa ☺️
Nei commenti vedo citata la signora Valeri Manera... Ovviamente non è un libro sulla censura, tema che affronta solo in un box curiosità, ma effettivamente si, forse sarei stato censurato se avessi potuto esprimermi liberamente sul suo operato 😅 cosa che comunque ho fatto a più riprese sui miei canali.
Infine, non ho ben capito a quali ti riferisci con "informazioni non corrette". Se me lo dici magari le aggiungo alle cose da correggere! Grazie ancora.
Ciao.
EliminaLe "informazioni non corrette" sono sempre quelle inerenti l'arrivo dei cartoni animati giapponesi con annesse polemiche, adattamenti, Fujiko etc. presenti nelle due pagine con le frecce di cui sopra.
Comprendo bene che la casa editrice, specialmente una Mondadori, decide le pagine e ci si adegua, però, come scrivevo nel post, piuttosto che riassumere in quello modo veloce, era meglio saltare il tema.
C'è chi ci ha scritto lunghissimi capitoli sull'argomento, e nel mio piccolo su questo blog riporto più di 200 articoli, senza contare l'indice dell'Emeroteca Anime con più di 1000 articoli.
Quindi il tema trattato in quelle 2 pagine per me (ed altri) ricopre una certa importanza, mentre immagino che al target nel libro nulla interessi delle polemiche dal 1978 ai primi anni 80.
Grazie per non esserti arrabbiato per le critica inerente questo aspetto ;)