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giovedì 30 maggio 2024

Nippon Shock Magazine - La rivista 100% dedicata a manga e intrattenimento giapponese - n° 18 maggio 2024


Si potrebbe affermare che questo numero sia parzialmente quello delle "seconde parti", in quanto ci sono gli articoli di prosecuzione su "Dragon Ball/Toriyama", approfondimento iniziato nel numero 17, e la conclusione dello scritto sul lungometraggio animato "Belladonna", iniziato nel numero 16.
Mentre capisco che l'omaggio a Toriyama dovesse essere spalmato in due numeri, forse lo scritto sul film "Belladonna" poteva essere inserito per intero nel numero 16, sarebbe stata una scelta più organica. Mia opinione.
La parte corposa su "Dragon Ball/Toriyama" occupa ben 34 pagine, segue un approfondimento sugli "I-Zemborg", poi sull'OAV di "Leda", quindi la seconda ed ultima parte su "Belladonna", il numero si conclude con due articoli su "Marmelade Boy" e "Lovely Sara".
Direi un buon mix, specialmente dal punto di vista temporale, anche se del totale dei temi trattati da questo numero conosco pochino   ^_^
In pratica la mia non sarà tanto una recensione del numero, ma una illustrazione dei contenuti presenti.



L'indice del numero 18.

domenica 26 maggio 2024

"I giapponesi in ritirata" - "WOW fanzine di fumetti, fantascienza, cinema" marzo/aprile 1980


Quello che mi sorprende sempre, oltre al tono accusatorio e ai contenuti disinformati degli articoli della carta stampata generalista del periodo, fu l'atteggiamento delle riviste sui fumetti e sulla fantascienza, che, invece e forse, avrebbero potuto fare uno sforzo informativo. 
L'approccio di questa stampa di settore verso l'animazione seriale giapponese trasmessa dalle emittenti italiane fu nella quasi totalità di due tipologie:
totale disinteresse;
riproposizione dei cliché divulgativi proposti dalla stampa generalista.

Quanto sarebbe stato premiante leggere oggi un articolo del marzo/aprile 1980 su una di queste pubblicazioni sui comics in cui si faceva tabula rasa di tutte le fake news veicolate dai quotidiani, settimanali e mensili?
Purtroppo quasi sempre non fu così...
Fa piacere rendersi conto che spesso nei decenni a seguire gli autori di questi articoli e i direttori di quelle testate cambiarono anche opinione, ma più piacere avrebbe fatto averli dalla nostra parte durante lo tsunami mediatico contro gli anime della primavera 1980.
L'editoriale che ho riesumato è della testata milanese "WOW fanzine di fumetti, fantascienza, cinema", non è firmato, ma essendo un editoriale posso immaginare facesse capo al direttore.
Tra l'altro la testata vantava (lo si può leggere nella parte sinistra della pagina qui sopra appena sotto la mappa del mondo) pure un corrispondente dal Giappone, Hiroshi Tanabe, perché non interpellare lui su quello che veniva pubblicato dal 95% della stampa italiana? 
Nell'editoriale si narra della "ritirata dei giapponesi", ed il tono di rivalsa verso questi fumetti e cartoni animati alieni è tanto forte quanto errato a medio, lungo e lunghissimo termine.
Probabilmente farò la figura dell'antipatico a riesumare questo breve scritto, ma è un po' come leggere le giustificazioni dei collaboratori Fininvest/Mediaset per gli stravolgimenti degli anime, in questo caso "carta canta", in quel caso gli "adattamenti cantano".
Lo scritto parte pacato... definendo i disegni animati giapponesi come poveri di idee, di contenuti e violenti. 
Solo chi non ne aveva mai seguito neppure mezzo episodio poteva etichettarli come "poveri di contenuti ed idee"... se quelle storie avevano un pregio, fu proprio quello dell'originalità, se paragonati a quello che ci facevano vedere prima del febbraio (Heidi) e aprile (Goldrake) del 1978.
Mentre sulla violenza ci poteva anche stare l'appunto, ma non replicando a pappagallo ciò che veicolava la carta stampata generalista e la gran parte degli "esperti", magari spiegando il perché nei disegni animati giapponesi c'era più violenza rispetto ai cartoni di "Hanna & Barbera".
Non solo, si informava il lettore che editorialmente i fumetti ispirati ai cartoni animati giapponesi, che a parte il Mazinga e la Candy Candy pubblicati dalla "Fabbri Editori", erano tutti di matrice italiana, erano un cattivo affare editoriale, perché le polemiche contro i "vari Mazinga" ne avevano causato un crollo di vendite.
Per l'editorialista l'invasione dei super robot e dei lacrimosi orfanelli di marca nipponica era durata meno del previsto, il tono è sollevato, il nemico è sconfitto, forse?   ^_^
La parte, però, che mi ha fatto abbastanza inorridire, in quanto veicolata da una testata, per quanto piccola, dedicata a "fumetti, fantascienza, cinema" è l'accenno ai prodotti nipponici "studiati e creati su fredde base scientifiche, figli del computer"... ma in redazione non potevano interpellare Hiroshi Tanabe?
Nessuno di loro aveva visto sulla Rai "Heidi, Goldrake, Harlock and co.", di Giuseppe Breveglieri?
A quanto pare nessuno si avvalse della collaborazione del loro inviato nipponico e nessuno vide il servizio di "Tam Tam" del Tg1 dell'aprile 1979... perché gli anime erano disegnati tutti a mano!  T_T
I giudizi negativi non terminano, i cartoni animati giapponesi si beccano in sequenza:
lacrimosi orfanelli; serials spettacolosi e crudeli; uguali tra loro; privi di genialità; privi di inventiva; privi di valore letterario; privi di umanità; serie violente e vuote; diseducativi; l'influenza negativa esercitata sui giovanissimi.

Cioè... distrutti su tutta la linea, condannati in contumacia, nessun appello possibile.
La cosa triste è che ci si beava del fatto che le polemiche della carta stampata e la crociata dei genitori di Imola causarono il crollo delle vendite in edicola dei fumetti derivati dagli anime.
Per l'editorialista misterioso "nessun rimpianto per i mazinga perduti" (emme minuscola di Mazinga), ma nel contempo si domandava se gli editori italiani avrebbero sfruttato il crollo di vendite dei brutti, sporchi e cattivi "spaghetti manga" per dare spazio agli autori italiani.
Non sono un esperto, ma a grandi linee direi che la risposta fu no.
Poi ci sarebbe da capire se, effettivamente, dopo le pesanti e a tratti farneticanti polemiche della primavera 1980, ci fu un crollo di vendite in edicola di tali prodotti editoriali, forse da qualche parte ho dei dati.

Qui sotto la copertina del numero in questione.

mercoledì 22 maggio 2024

Prima tv italiana martedì 29 agosto 1989 del film "Il Signore degli anelli" del 1978 ("Radiocorriere TV" n. 35 dal 27 agosto al 2 settembre 1989) + replica il 25 dicembre 1991 ("Radiocorriere TV" n. 51 dal 22 al 28 dicembre 1991)


Ogni volta che faccio un post sul film de "Il Signore degli anelli" di Ralph Bakshi, come quello di ieri sull'LP della colonna sonora, ripeto a pappagallo che il film lo vidi per la prima volta sulla Rete 2 (a) della Rai (b) in seconda serata (c) tra il 1986 e il 1988 (d), rimanendo assai deluso dal fatto che il lungometraggio rimaneva incompiuto e che nei giorni successivi la Rai non mandò in onda il proseguo, cosa che non avrebbe mai potuto fare anche volendo, in quanto il film non ebbe una parte seconda.
Talvolta faccio notare che i nostri ricordi di bambini/ragazzini sui cartoni animati giapponesi e in generale sui programmi televisivi dell'epoca risultano spesso fallaci, almeno i miei, e non ha fatto eccezione neppure questo sul film di Bakshi... non che ricordassi tutto sbagliato, ma non del tutto corretto o comunque qualcosa non mi tornava...
Per capire quando e in che modalità fu trasmesso il lungometraggio animato de "Il Signore degli anelli" ho consultato il "Radiocorriere TV" per quanto riguarda "Tolkien", trovando che la prima televisiva Rai (ergo penso italica) avvenne il 29 agosto 1989, quindi con alcune conferme ai miei ricordi ed alcune smentite:
a) venne trasmesso dalla Rete 1, non dalla Rete 2;
b) venne trasmesso dalla Rai;
c) in parte confermato, il film iniziò alle 21:20, tardi per l'epoca, smezzato dal TG1 delle 22:30, per proseguire fino alle 23:35;
d) non tra l'86 e l'88, ma nell'agosto 1989!

A questo punto, però, mi sorgeva un problema... io nell'agosto del 1989, specificatamente il 29, ero ancora a militare, quindi non poteva essere quella la data giusta in cui vidi il film di Bakshi...
Infatti venne replicato il 25 dicembre 1991 sulla Rete 2 addirittura in terza serata!




Ergo i miei ricordi sulla mia prima visione del film non erano poi tanto errati:
a) venne trasmesso sulla Rete 2;
b) venne trasmesso dalla Rai, che evidentemente ne aveva acquisto i diritti, ma senza farlo vedere troppo... come per il "Nausicaa" di Miyazaki.
c) non venne trasmesso in seconda serata, ma alle 24:50! Quindi terminò a notte fonda, e la notte dopo restai sveglio (me lo sono ricordato) fino a notte fonda per vedere la seconda parte, da qui nacque la mia incacchiatura  ^_^
d) non era il 1986/88, ma il 1991, cosa che torna con altri miei ricordi del periodo.

Quindi, alla fine, se i miei ricordi televisivi di bambino/ragazzo sono di certo un po' confusi, quelli di giovane adulto restano più precisi   ^_^
Mi sono tolto un bel peso   :]

Da notare che il Monte Oradrien della didascalia sarebbe, invece, il monte Orodruin o Monte Fato.
Annoto che né nel 1989 né nel 1991 il "Radiocorriere TV" si degnò di informare il lettore e telespettatore che il film finiva a mezzo, come la Terra in cui era narrata la storia...

lunedì 20 maggio 2024

LP 33 giri della colonna sonora del film "The Lord of the Rings" (versione anglosassone 1978)


Sul film de "Il Signore degli anelli" in Italia venne messo in vendita poco o nulla, per esempio il cinealbum del 1979 della Rusconi, tra le poche cose ci fu anche LP 33 giri con la colonna sonora del film.
In questo post mostro LP non italico, anche perché differisce da questa edizione per un adesivo appiccicato sulla copertina con scritto "Colonna sonora originale del film IL SIGNORE DEGLI ANELLI", per il resto mi pare che fosse il medesimo prodotto.
Non sono un collezionista di dischi (non ho neppure il giradischi), è un po' che lo cercavo, proprio perché fu una delle poche cose del film ad essere messe in vendita, una volta trovato l'ho preso anche se non era la copertina per il mercato nostrano.
Ovviamente questo LP è del 1978, mentre quello venduto in Italia è del 1979, ma nulla cambia.
Per chi volesse lo si può ascoltare al link qui sotto:

Lo scrivo ogni volta, ma replico:
quando vidi il film in seconda serata su Rai 2 tra il 1986 ed il 1988 (a memoria) rimasi molto affascinato sia dalla storia che dal tipo di animazione. Dato che il film termina con la battaglia del fosse di Helm, la sera successiva aspettai la seconda parte... non venne trasmessa... quindi il giorno dopo, fino alla settimana dopo lo stesso giorno... zero... quante imprecazioni verso la Rai... colpevole, a miei occhi, di aver tramesso solo la metà della storia...
Solo alcuni decenni dopo scoprì che la seconda parte non venne mai prodotta, quindi mamma Rai non era stata poi tanto cattiva, ma magari avvertirmi con due paroline dell'annunciatrice o mezzo rigo di sottotitolatura...
Vabbè... fa nulla...
Comunque la colonna sonora è bella, un piacere riascoltare il motivetto degli Hobbit   ^_^


domenica 19 maggio 2024

"V-Visitors", di David Reed - "TV Sorrisi e Canzoni" n° 41 dal 7 al 13 ottobre 1984


A febbraio 2024 avevo postato un "TV Sorrisi" dell'ottobre 1984 in cui, tra gli articoli presenti, uno era sul telefilm dei "Visitors", quindi in questi mesi mi sono recato in biblioteca per consultare l'annata completa del 1984, trovando l'articolo di presentazione del telefilm con gli alieni lucertoloni:

Il disco volante a ciambellone era in pieno stile alieni comunisti anni 50, e dopo qualche anno di visitatori buoni da altri mondi tipo ET ed "Incontri ravvicinati del terzo tipo", si tornava agli extraterrestri subdoli, ingannatori e conquistatori, che volevano saccheggiare (più di quello che facciamo noi) le risorse naturali della Terra e mangiarsi pure l'umanità intera...
La trasmissione da parte di "Canale 5" fu molto pubblicizzata, la mini serie era attesa sia dagli adulti che dai bambini/ragazzini. Si può ben dire che i "Visitors" fecero ritornare la fantascienza in prima serata televisiva, poi si potrebbe chiosare su quanta "fantascienza" ci fosse veramente dentro la serie, ma il me stesso del 1984 era assolutamente soddisfatto ^_^


Il "quadrifoglio verde" con la scritta "Novità" era il simbolo che colpiva subito l'occhio di chi sfogliava la rivista.
Le navicelle dei lucertoloni ricordano, a mio avviso, quelle dell'astronave Enterprise in "Star Trek".
Si noti come la prima serata di "Canale 5" iniziava, rispetto ad oggi(...), ad un orario più umano e rispettoso della vita del potenziale telespettatore, cioè le ore 20:25, cioè con quei 5 minuti prima delle 20:30 per fregare ascolti al TG1  ^_^
Da ricordare che ai tempi il "TV Sorrisi" era già in mano al medesimo proprietario di "Canale 5", quindi le sinergie aziendali un po' obbligavano a spingere i programmi delle reti del gruppo... resta che il telefilm era bello, o almeno lo ricordo bello, non l'ho mai più rivisto, e forse è stata una saggia decisione  :]



Nell'articolo venne spoilerata quasi tutta la trama... ricordo che del telefilm odiavo, più degli alieni rettiliani, i collaborazionisti umani, ma mi son sempre chiesto se, in una situazione similare, io avrei avuto il coraggio di non essere un collaborazionista, schierandomi con la resistenza umana... 
L'autore dell'articolo annota che, oltre alla trama sugli alieni cattivi (e gli umani cattivi) versus gli umani buoni, il telefilm tocca l'argomento della propaganda del sistema informativo, che ai tempi era la televisione.
Guardavi in televisione una serie che ti avvisava sui rischi della propaganda (pro lucertoloni) televisiva, a distanza di tanti decenni mi pare che non sia servita molto ai miei coetanei, e forse neppure a me...

sabato 18 maggio 2024

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 19)


La copertina del numero 19 è dedicata alla combattente della Luna, in quanto lo speciale è dedicato a lei, con un focus sull'edizione italiana. La Sprea nel luglio 2023 aveva pubblicato un dossier su "Sailor Moon e le altre magiche combattenti", gli autori sono differenti (mi pare, non ho controllato articolo per articolo), quindi l'approccio è di certo diverso, resta la tematica identica.
Per conto mio, non essendo un fan della serie, posso valutare poco o nulla i contenuti, a cui, comunque sono interessato solo come fenomeno generale sull'animazione giapponese in Italia post "first impact" di Goldrake e soci.
Per i miei gusti ed interessi personali il pezzo forte del numero restano le interviste, che, a parte quella a Takahata del 1995, sono tutte a personaggi italiani ed attuali:
Marco Balzarotti (doppiatore);
Claudio Acciari (disegnatore);
Guido Silvestri, alias Silver;
Stella Orsini e Marco Alabiso (Junior TV, seconda parte di tre);
Carlo Maria Cordio (musicista, arrangiatore e direttore d'orchestra).

La somma di tutte queste testimonianze, presenti nei 19 numeri di "Anime Cult", ci propongono una panoramica interessante su vari risvolti (musicale, editoriale, doppiaggio etc. etc.) inerenti l'animazione giapponese in Italia dagli anni 70 all'attualità.

Mi corre l'obbligo, però, di fare un passo indietro di un mese, al numero 18 di "Anime Cult"...


Uno degli articoli riguardava i film live ispirati alle serie animate nipponiche, qualche giorno dopo aver postato la recensione mi è stata fatta notare una possibile svista abbastanza grossolana ed incredibile, che durante la mia lettura un po' tanto superficiale dello scritto non avevo colto.
Ho ricontrollato, ho chiesto di ricontrollare anche alla mia fonte, ed effettivamente l'errore pare abbastanza macroscopico...
In realtà avevo notato che nella parte dedicata ai "film mai visti in Italia..." era inserito anche il film nippo-francese di "Lady Oscar", ma sinceramente non ho assolutamente immaginato che lo si potesse dare per inedito in Italia... praticamente ho saltato la lettura di qesta parte, annotando nella recensione solo che mancava Polimar.
Non mi pare il caso di linkare informazioni che provino la trasmissione in Italia del film di "Lady Oscar", sarebbe una di quelle 100 o 200 cose da dare per acquisite...
Inoltre viene considerato inedito in Italia anche il film statunitense "Speed Racer" di "Superauto Mach 5", che ai tempi ho visto e non mi piacque neppure un po', ergo ho cannato due volte nella recensione un po' troppo superficiale.
Una delle spiegazioni che cerco di darmi per due scivoloni tanto eclatanti, specialmente il primo su "Lady Oscar", è che in fase stampa ci sia stato qualche refuso editoriale che abbia mischiato i paragrafi dell'articolo, facendo finire questi due film nella parte sbagliata dello scritto.
L'unica mia scusante per una lettura così superficiale della rivista è che non si può controllare tutto, cioè... alcune cose dovrebbero essere date per acquisite.
Altrimenti la critica giusta che viene mossa ai contenuti web sulla loro occasionale poca affidabilità (compreso questo blog), in quanto parte di un mondo gratuito portato avanti da meri fan (magari) con poca preparazione, verrebbe a cadere, se in riviste a pagamento trovi errori così salviniani...

Torno al numero 19 di questo mese.

lunedì 13 maggio 2024

Kamishibai, istruzioni per l'uso



TITOLO: Kamishibai, istruzioni per l'uso
AUTORE: Paola Ciarcià e Mauro Speraggi
CASA EDITRICE: Edizioni Artebambini
PAGINE: 57
COSTO: 16.50€
ANNO: 2019
FORMATO: 20 cm X 26 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788898645503


Questo titolo non è espressamente un saggio, dato che si occupa del teatro di carta del Kamishibai sotto vari aspetti, dalla sua storia a consigli pratici per proporlo ai bambini italiani di oggi, ma dato che il tema è veramente di nicchia, mi è parso il caso di comprarlo appena ho scoperto della sua esistenza.
La casa editrice si occupa di pubblicazioni educative per bambini, infatti una parte importante dello scritto si concentra sul come fare un teatro Kamishibai per una platea di bambini dei nostri tempi.
Per quanto mi riguarda ho trovato interessante la parte storica e di analisi del mezzo comunicativo, compresa la figura del "cantastorie" (Kasmishibai no Ojisan"), temi trattati anche in vari saggi su manga ed anime quando si deve affrontare le radici del fumetto e dell'animazione giapponese.
Mentre non ero interessato alla parte che spiega come riproporre le storie del Kamishibai per una platea moderna  ^_^

Dall'indice qui sotto si possono ben comprendere i temi trattati.



"Ogon Bat", cioè il nostro "Fantaman", nasce come storia del Kamishibai, tanto per sottolineare il legame con il manga, questione pressoché ignorata nel libro.
Qui sotto un paio di tavole di Kamishibai, una propagandistica del periodo della guerra ed una del dopo guerra sul telefilm del 1966 di Batman.

giovedì 9 maggio 2024

I Disegni Animati - Serie X n° 3 "Enciclopedia del tempo libero"



TITOLO: I Disegni Animati - Serie X n° 3 "Enciclopedia del tempo libero"
AUTORE: Piero Zanotto
CASA EDITRICE: Editrice Radar Padova
PAGINE: 62
COSTO: 5€
ANNO: 1968
FORMATO: 23 cm X 20 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN:


In questo post sulla "pre-saggistica" sugli anime, oltre ad un nuovo titolo, ho inserito nell'elenco un libro del 1981 che postai nel 2014, molto prima di creare l'etichetta apposita, e che mi era sfuggito nella massa di post generali:

Quindi con l'aggiunta del libro linkato qui sopra si passa a 40 titoli, e con quello postato oggi a 41, un numero abbastanza esorbitante.
Alla luce degli ultimi inserimenti dovrei modificare l'etichetta da "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90" a "dagli anni 60", visto che anche questo post riesuma, riporta alla luce, dissotterra, disseppellisce un libro pubblicato nel luglio 1968, facendo arrivare i titoli degli anni 60, che trattarono al proprio interno più o meno approfonditamente l'animazione e/o il fumetto nipponico, al numero di tre.
Mentre "Storia del cartone animato" (1960) e "I primi eroi" (1962) sono titoli abbastanza conosciuti (il secondo è molto citato), questo "I disegni animati" a cura di Piero Zanotto penso di averlo riesumato, riportato alla luce, dissotterrato, disseppellito in solitaria  ^_^
Mettere assieme tutti questi titoli permetterebbe, a mio avviso, di creare un bel capitolo che tratti di come era vista l'animazione e il fumetto giapponese dalla saggistica italiana prima che si sviluppasse la saggistica italiana di manga ed anime.
Nel caso, se mai capiterà, sarebbe gradita una citazione   ^_^




Debbo spiegare che questo libro, il numero tre della decima serie, faceva parte di una collana enciclopedica per ragazzi a tema "tempo libero", pubblicata dalla casa editrice "Editrice Radar Padova". Gli argomenti trattati erano veramente vasti, dalla storia alla geografia, dall'arte allo sport.
Riporto qui sotto quello che si può leggere in quarta di copertina:
"L'attenzione che da più parti si presta ai mezzi di comunicazione più diffusi ed agli sport più noti, di cui questi volumetti intendono offrire un agile panorama, non sarà sterile e superficiale solo se avvierà i ragazzi a quella lucida consapevolezza di cui si nutre il discernimento critico. I ragazzi riusciranno ad essere autentici protagonisti del loro tempo libero se sapranno fronteggiare le suggestioni degli sport e degli spettacoli di massa con strumenti adeguati."

Direi che la mission era ambiziosa, è un peccato che probabilmente nessuno dei giornalisti che dal 1978 in poi massacrarono i cartoni animati giapponesi, nel 1968 avesse letto "I disegni animati" di Piero Zanotto o, comunque, non si ricordasse cosa venne stampato in quarta di copertina dei volumetti:
"I ragazzi riusciranno ad essere autentici protagonisti del loro tempo libero se sapranno fronteggiare le suggestioni degli sport e degli spettacoli di massa con strumenti adeguati."

Una delle giustificazioni per gli sproloqui di tanti giornalisti nei loro articoli sui cartoni animati giapponesi è che nel 1978 le informazioni su questo argomento fossero poche, e se è pur vero che comunque il giornalista avrebbe avuto il dovere di andare a cercarsele le informazioni poco note, alla luce di questi libri, in parte cade pure la scusa del "noi non sapevamo"   ^_^

Questa enciclopedia del tempo libero era diretta da Orio Caldiron, che in un paio di casi si occupò di animazione giapponese:





Il volumetto presenta un capitolino in cui viene trattata l'animazione giapponese (con qualche citazione di quella cinese), al cui interno (quarta ed ultima pagina) c'è pure un breve accenno al fumetto "Il ribelle immortale" di Sampei Shirato, "autentico best-seller in Giappone", da cui vene tratta una "cinefotografia dei quadretti disegnati"!
Un giovane giornalista, magari un po' curioso, che da ragazzino nel 1968 avesse letto questo capitolino, avrebbe potuto approfondire queste informazioni scoprendo i manga già nel 1978   :]
Il capitolo inizia con il "pinocchio giapponese", citando direttamente il saggio di Enrico Gianeri pubblicato nel 1960, probabilmente per le informazioni più vecchie si basò su quel saggio.

domenica 5 maggio 2024

"The amazing live Sea-Monkey hobby center" (1973) - Ovvero il kit deluxe delle "Scimmie di Mare"!


Chi non si ricorda di aver visto la classica pagina pubblicitaria delle "Scimmie di Mare" sulle riviste degli anni 70 ed 80?
E chi non iniziò a fantasticare, guardando il disegno che accompagnava la pubblicità e leggendone il testo, sul poter avere in casa degli animaletti più intelligenti ed ammaestrabili del proprio cane o gatto?
Senza contare che sporcavano meno di un cane o di un gatto e costavano meno... inoltre si sarebbero riprodotte, creando altre felici famigliole pronte a giocare sorridenti con te.
Chi non cercò almeno una volta di proporre ai propri adulti di famiglia (non necessariamente i genitori) la compilazione del tagliando allegato e il pagamento del costo?
Ovviamente il costo è variato nel tempo, vista la lunghissima vita di questo prodotto per bambini, nella pubblicità dell'autunno 1982, che ho inserito qui sopra, costavano 5900 lire
Non ci vuole un campione di etica e rispetto delle leggi per etichettare questo articolo come imbarazzante per chi lo produceva, per chi lo importava, per chi lo vendeva e per chi ne ospitava la pubblicità sulla propria testata... ed aggiungerci pure "truffaldino" non credo sia passibile di denuncia per diffamazione...
Capire di preciso in cosa consistessero queste stramaledette "Scimmie di Mare" (Sea-Monkey) è sempre stato un mio dubbio, immaginando che ti arrivasse a casa una qualche bustina, mentre ad un mercatino ho recuperato una confezione (kit 600) quasi completa che mi ha sorpreso non poco!
Ammetto che da nessuna parte avevo mai visto una scatola come questa, né dal vivo né sul web, non potevo lasciarla sul banchetto, specialmente per il prezzo da svendita, avrei pagato fin il quintuplo :]


La confezione "kit 600" non è neppure piccola, misurando ben 45cm X 21,5cm X 7,5 cm!
La scatola è bellissima, con le medesime illustrazioni e colori della pubblicità presente sul "TV Sorrisi" dell'autunno 1982, purtroppo le scritte in inglese non permettono di cogliere all'istante gli intenti estorsivi dei termini utilizzati:

The amazing live Sea-Monkey hobby center
with the fascinating micro-vue ocean zoo acquarium

The world's only instant pets that actually hatch & grow before your very eyes!

Absolutely guaranteed to live and grow! (sul fianco della scatola)

Tradotto con Google Translate.

Lo straordinario centro hobby Sea-Monkey dal vivo
con l'affascinante acquario micro-vue ocean zoo

Gli unici animali domestici istantanei al mondo che si schiudono e crescono davvero davanti ai tuoi occhi!

Assolutamente garantito per vivere e crescere! (sul fianco della scatola)


Sul fatto che le "Scimmie di Mare" non fossero altro che dei minuscoli (1 cm al massimo) crostacei e sulle informazioni inerenti il loro "inventore", Harold von Braunhut, ci sono vari siti, io rimando ai due linkati qui sotto, che mi pare spieghino abbastanza bene il tutto:


Quindi definire dei crostacei come "animali domestici" non era molto corretto... tanto per cominciare.



L'unica cosa che manca nella confezione dovrebbe essere l'acquario, per il resto il proprietario/a italiano/a della confezione rimise tutte le cosine al loro posto, comprese le quattro bustine che contenevano il prodotto che purificava l'acqua (1), le uova dei crostacei (2), il plasma alimentare aggiuntivo (3), infine un qualche tipo di doping (4) per i crostacei. Purtroppo la quarta bustina ha l'illustrazione rovinata e non si legge cosa fosse.
A destra si possono notare le istruzioni in... tedesco!
Quindi il prodotto era importato dalla Germania Occidentale e poi reimportato in Italia, in quanto ci sono tre paginette ciclostilate con le istruzioni in italiano, ma il plus della confezione è, a mio avviso, il quadernetto che il proprietario/a italiano redasse (e lasciò nella scatola) per seguire l'evolversi della vita in acqua di queste farlocche scimmie di mare....
Un documento unico nel suo genere, che ci permette anche di datare quando il bambino/a giocò con le "Sea-Monkey", in quanto mise la data, un coetaneo molto preciso, dicembre 1977!    ^_^
Ho fatto un passo successivo, traducendo il testo in tedesco, ovviamente ho usato dei programmi appositi che lo fanno direttamente dalle immagini, quindi il testo magari non sarà preciso.
Si noterà che il testo italiano è molto più sintetico rispetto alle istruzioni in tedesco, facendo perdere tutta la poesia delle frottole che vi si potevano leggere  :]
A fine post inserisco anche le immagini delle istruzioni in tedesco, per chi conosce l'idioma e voglia tradurselo in maniera più corretta.

venerdì 3 maggio 2024

"Perfect Blue" torna al cinema solo l'8 maggio - Dalla VHS "Yamato Video" del 1999 al cinema nell'aprile/maggio 2024


Il 24 aprile scorso ho accompagnato una neofita fan del regista Satoshi Kon a vedere "Perfect Blue" al cinema, dovevano essere solo tre giorni di proiezione, ma visto il successo dell'iniziativa (oltre 50 mila spettatori), la proiezione verrà replicata solo l'8 maggio. 
Quindi faccio uno strappo alla mia regola aurea di evitare post troppo social, contemporanei e pubblicitari, veicolando la nuova data al botteghino:


Questo non sarà un post di recensione del primo lungometraggio animato di Satoshi Kon, non ne sarei all'altezza, mi limiterò, oltre a diffondere la data della nuova proiezione, a qualche ragionamento a caso.
Intanto io non vedevo questo film da quando comprai la VHS nel 1999 (forse il 2000 o il 2001), quindi era più o meno come se lo vedessi per la prima volta, anche se man mano che scorrevano le immagini rammentavo le parti salienti della trama e i colpi di scena non lo erano più.
Non saprei dire perché non lo riguardai mai più, forse perché non ho mai comprato il DVD e sulle classiche piattaforme di streaming non è disponibile, almeno non tra quelle a cui io ho accesso.
Il film mi è ripiaciuto, molto, e benché l'animazione di alcune scene potrebbe essere considerata non più al passo con i tempi, a mio avviso sia il comparto grafico che, ovviamente, la trama, non sono invecchiati.
Il film regge bene, ma è vero che io sono un po' vecchiotto, così vecchiotto che in sala ero il meno giovane   ^_^
Direi che senza ombra di dubbio ero l'unico della sala (non piena, ma abbastanza gremita) ad averlo visto in VHS, di certo l'unico ad avere ancora un videoregistratore...   :]
La giovane età del pubblico l'avevo già notato durante la proiezione de "Il ragazzo e l'airone", tutti 20/30enni, qualche under 18 (mai over 14, visto il divieto VM14), di capelli bianchi solo i miei...   T_T
Inoltre gli spettatori hanno seguito il film con attenzione, alcuni fin troppo trasportati dalla trama... erano tutti osservatori consci ed interessati, non parevano capitati al cinema per caso, o almeno così è parso a me.
Ovviamente non posso affermare che sia piaciuto a tutti, ma di casinisti non se ne sono visti o sentiti, cosa che dalle mie parti può capitare, se un film non aggrada gli astanti...


Questo è il cartoncino commemorativo che è stato distribuito all'ingresso in sala, l'ultimo disponibile, che mi sono preso di prepotenza facendo leva sulla mia maggiore età rispetto alla neofita fan di Kon.
In realtà me lo ha lasciato...   :]

Vista la mia ignoranza in lingua inglese ho scoperto, grazie alla suddetta fan di Kon, che "Perfect Blue" può significare, oltre al letterale "perfetto blu", anche "tristezza perfetta", in quanto "blue" ha come significato secondario "triste" o "sconsolato".
Non ci sarei mai arrivato da solo, magari l'avevo letto da qualche parte eoni addietro.



La prova che tenessi a "Perfect Blue" è testimoniata dal fatto che la VHS non era finita in box o in cantina, ma era una di quelle facenti parte di una selezione minoritaria (uno scatolone), che ho tenuto a casa per evitare il rischio che si potesse rovinare.
Quindi ho potuto riesumarla senza alcun problema   ^_^
A memoria la comprai nel negozio della "Yamato Video" nella vecchia location, ma potrebbe essere stata anche in una fiera.
Bei tempi... quando alle fiere del fumetto c'era da scoprire un sacco di materiale ed era pieno di bancarelle con un sacco di vecchio materiale cartaceo a prezzi ragionevoli  ^_^

giovedì 2 maggio 2024

Al bambino verde, l'educazione ecologica negli anime giapponesi




TITOLO: Al bambino verde, l'educazione ecologica negli anime giapponesi
AUTORE: Michela Gaudenzi
CASA EDITRICE: Aras Edizioni
PAGINE: 180
COSTO: 16
ANNO: 2024
FORMATO: 21 cm X 13 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9791280074829


Quando ho trovato questo titolo sul web, oltre ad essere incuriosito dalla tematica poco trattata, mi è sorto il dubbio che potesse essere scritto in maniera un po' troppo complessa per me dal nome della collana, "Paideia e Alterità":

Ovviamente, se poi un libro non lo leggi, non puoi in nessun modo valutarlo, ed ora che l'ho letto, non riesco a valutarlo lo stesso   >_<
Specifico che dei lungometraggi e serie animate nipponiche trattate dall'autrice non ne avevo viste veramente poche (un paio di film molto vecchi, una serie e poco altro), quindi capivo i riferimenti alle opere citate, ma non sono riuscito a capire (del tutto o per nulla) quale fosse il discorso generale del paragrafo e/o capitolo. 
Interi paragrafi mi sono rimasti incomprensibili.
E' chiaro che non è una responsabilità dell'autrice la mia scarsa cultura e comprensione di testi complessi. 
Ammetto che quando ho terminato la sola introduzione (pag. 16), il mio cervello era già esausto...
Forse in questo post avrei potuto riportare alcuni (in realtà una moltitudine) passi per mostrare che lo scritto non è stato pensato allo scopo di fare divulgazione, correndo il rischio che si pensasse che volessi essere irrispettoso, quindi ho evitato.
Alla fine ogni lettore fa il conto con i propri limiti, ed i miei sono ampi   ^_^
Mi resta il dubbio che un piccolo sforzo per rendere il saggio più semplice lo si poteva pure fare, l'autrice è una mia coetanea che è cresciuta con i medesimi anime che vidi io, il tema è interessante, mi sarebbe piaciuto poter capire cosa mi volesse trasmettere lo scritto.
Probabilmente io non sono il target corretto del libro, forse laureati in filosofia e/o insegnanti?
L'autrice tratta in gran parte le opere di Takahata, Miyazaki e lo "Studio Ghibli", mi ha sorpreso che, visto il tema ecologico, a "Conan il ragazzo del futuro" sia dedicata solo una nota a piè di pagina, anche se probabilmente non avrei compreso il senso dello scritto su Conan...
Piccola questione:
nel sottotitolo si può leggere "l'educazione ecologica negli anime giapponesi", ma un "anime" è giapponese per noi Occidentali. Secondo me non ci sarebbe la necessità di ribadirlo... Come non ci sarebbe da specificare "manga giapponese", perché, di nuovo, per noi, i manga sono giapponesi.



Qui sopra una breve introduzione allo scritto, da notare che la collana è descritta come "sguardi interdisciplinari su contesti complessi e professioni educative", a quanto pare il testo non poteva essere alla portata di tutti   ^_^

Qui sotto l'indice con i temi trattati, anche se non li ho compresi   T_T

mercoledì 1 maggio 2024

Goldrake dalla A alla U: origine, viaggio e ritorno della sentinella nel blu, 1975-2024



TITOLO: Goldrake dalla A alla U: origine, viaggio e ritorno della sentinella nel blu, 1975-2024
AUTORE: Marco Pellitteri
CASA EDITRICE: Rai Libri
PAGINE: 366
COSTO: 20
ANNO: 2024
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': disponibile nella librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788839718884


Come scrive l'autore, anch'io faccio parte della "coorte anagrafica" che vide, visse e venne plasmata graficamente e contenutisticamente da "Atlas Ufo Robot". Alla fine, se dopo 46 anni (aprile 1978-aprile 2024) , siamo ancora qui a parlarne (in Italia, Francia e molte nazioni di lingua araba), vuol dire che qualche impatto pur positivo lo ebbe.
A suffragio di chi si potesse spaventare del numero di pagine, preciso che per la quasi totalità del saggio lo scritto resta comprensivo, solo in alcuni punti ci sono passi e concetti un po' tecnici. Questo lo riporto perché, se il contenuto l'ho capito io, è alla ragionevole portata di chiunque   ^_^
Oltra alla parte storica e di analisi su Goldrake e delle serie a lui affini, a cui segue l'impatto che ebbe in Italia ed altre nazioni, ci sono due argomenti specifici trattati che in un caso è poco consueto, nell'altro per nulla.
Il tema poco trattato, e che meriterebbe spazio in saggi specifici, vista la vastità dell'argomento, è quello sulla colonna sonora nipponica di Goldrake.
Il tema mai trattato è quello dell'impatto che Grendizer (Goldrake) ebbe nelle nazioni in lingua araba quando (il primo il Libano nel 1978) iniziò ad essere trasmesso.
Questo argomento, oltre ad essere di per sé interessante, si lega alla nuova serie animata di "Grendizer U", che verrà trasmessa in questo 2024 e che è stata prodotta grazie a fondi sauditi, visto che in quella nazione, oltre ad essere pieni di soldi, hanno una passione smodata per Goldrake. Anche noi italiani siamo grandi appassionati del robottone cornutone, ma a quanto pare nessuno di noi fan ha abbastanza soldi per andare da Nagai (autore poco incline a guadagnare qualche soldino in più  ^_^) e finanziare un nuovo Goldrake, ergo ci beccheremo quello finanziato dall'Arabia Saudita  :]
Chi l'avrebbe mai detto che lo "sportswashing" saudita sarebbe diventato anche "animewashing"? 

Il saggio contiene numerosi box informativi per approfondire brevemente alcuni temi o per rimandare il lettore ad eventuali altre letture. Peccato che siano riportati anche scritti in lingua non italica, che per me non sono fruibili.
A fine post riporto l'indice del libro, che è dettagliato, quindi ci si potrà fare una idea precisa dei temi trattati oltre alle mie elucubrazioni successive   :]

Nel primo capitolo viene svolta un'introduzione generale per capire il perché Goldrake ebbe l'impatto che noi tutti conosciamo, spiegando come stava cambiando la televisione italiana, pubblica (Rai) e privata, in cui "Atlas Ufo Robot" si inserì perfettamente in modo rivoluzionario, come altri programmi del periodo.

Il secondo capitolo spiega i concetti di "media mix" e "piattaforma", che in Giappone sono alla base della creazione e commercializzazione di una serie animata. Dove un anime si trasforma in giocattoli, fumetti, merchandising vario, videogiochi etc., il tutto non necessariamente mantenendo la trama e i contenuti dell'opera originale animata o manga.
Ci si concentra sul come gli anime arrivarono in Italia ed Europa, sulle trattative tra la Rai e la Toei. 
Mi soffermo su un singolo punto che spesso sul web viene trattato, affermando che ai tempi gli anime venivano prodotti anche per essere esportati all'estero. Mentre, come si può leggere nel saggio, le case di produzione giapponesi non erano interessate al mercato europeo, il mercato interno già bastava a rendere remunerativa una serie tv. Solo in seguito questo approccio cambiò, spingendo le case di produzioni nipponiche a pianificare anche una esportazione dei loro prodotti. A fine anni 70 i giapponesi ci videro solo come un modo di fare qualche soldo in più su serie animate già ammortizzate.

Nel terzo capitolo si illustra la trilogia di cui Goldrake fa parte, che, ovviamente, nell'aprile del 1978 ci era ignota. Per analizzare Goldrake bisogna analizzare i Mazinga e il genere robotico in generale.

Nel quarto capitolo viene illustrata la genesi di Grendizer, non solo per mano del suo autore principale, Go Nagai, ma anche da parte di tutti quegli autori Toei e "Dynamic Planning" che, in maniera più o meno riconosciuta dal pubblico, operarono scelte che trasformarono l'opera nel nostro Goldrake.
L'ultimo paragrafo del capitolo è occupato da una intervista al dottor Hideyuki Kitaba (regista, produttore e ora insegnante universitario a tema comunicazione) su Grendizer, "Grendizer U" e i Mazinga.
L'intervistato è un mio coetaneo del 1967, quindi, tra le altre sue considerazioni, ci racconta come visse la visione dei robottoni gonagaiani in televisione. Tra le tante curiosità da lui riportate, si può leggere che, mentre i Mazinga erano preferite dai maschietti per i combattimenti presenti nelle puntate, Grendizer aveva un folto seguito tra le femminucce, questo per i rapporti di amicizia tra i protagonisti. Anche in Italia Goldrake ebbe un largo seguito femminile per il medesimo motivo.