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giovedì 9 maggio 2024

I Disegni Animati - Serie X n° 3 "Enciclopedia del tempo libero"



TITOLO: I Disegni Animati - Serie X n° 3 "Enciclopedia del tempo libero"
AUTORE: Piero Zanotto
CASA EDITRICE: Editrice Radar Padova
PAGINE: 62
COSTO: 5€
ANNO: 1968
FORMATO: 23 cm X 20 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN:


In questo post sulla "pre-saggistica" sugli anime, oltre ad un nuovo titolo, ho inserito nell'elenco un libro del 1981 che postai nel 2014, molto prima di creare l'etichetta apposita, e che mi era sfuggito nella massa di post generali:

Quindi con l'aggiunta del libro linkato qui sopra si passa a 40 titoli, e con quello postato oggi a 41, un numero abbastanza esorbitante.
Alla luce degli ultimi inserimenti dovrei modificare l'etichetta da "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90" a "dagli anni 60", visto che anche questo post riesuma, riporta alla luce, dissotterra, disseppellisce un libro pubblicato nel luglio 1968, facendo arrivare i titoli degli anni 60, che trattarono al proprio interno più o meno approfonditamente l'animazione e/o il fumetto nipponico, al numero di tre.
Mentre "Storia del cartone animato" (1960) e "I primi eroi" (1962) sono titoli abbastanza conosciuti (il secondo è molto citato), questo "I disegni animati" a cura di Piero Zanotto penso di averlo riesumato, riportato alla luce, dissotterrato, disseppellito in solitaria  ^_^
Mettere assieme tutti questi titoli permetterebbe, a mio avviso, di creare un bel capitolo che tratti di come era vista l'animazione e il fumetto giapponese dalla saggistica italiana prima che si sviluppasse la saggistica italiana di manga ed anime.
Nel caso, se mai capiterà, sarebbe gradita una citazione   ^_^




Debbo spiegare che questo libro, il numero tre della decima serie, faceva parte di una collana enciclopedica per ragazzi a tema "tempo libero", pubblicata dalla casa editrice "Editrice Radar Padova". Gli argomenti trattati erano veramente vasti, dalla storia alla geografia, dall'arte allo sport.
Riporto qui sotto quello che si può leggere in quarta di copertina:
"L'attenzione che da più parti si presta ai mezzi di comunicazione più diffusi ed agli sport più noti, di cui questi volumetti intendono offrire un agile panorama, non sarà sterile e superficiale solo se avvierà i ragazzi a quella lucida consapevolezza di cui si nutre il discernimento critico. I ragazzi riusciranno ad essere autentici protagonisti del loro tempo libero se sapranno fronteggiare le suggestioni degli sport e degli spettacoli di massa con strumenti adeguati."

Direi che la mission era ambiziosa, è un peccato che probabilmente nessuno dei giornalisti che dal 1978 in poi massacrarono i cartoni animati giapponesi, nel 1968 avesse letto "I disegni animati" di Piero Zanotto o, comunque, non si ricordasse cosa venne stampato in quarta di copertina dei volumetti:
"I ragazzi riusciranno ad essere autentici protagonisti del loro tempo libero se sapranno fronteggiare le suggestioni degli sport e degli spettacoli di massa con strumenti adeguati."

Una delle giustificazioni per gli sproloqui di tanti giornalisti nei loro articoli sui cartoni animati giapponesi è che nel 1978 le informazioni su questo argomento fossero poche, e se è pur vero che comunque il giornalista avrebbe avuto il dovere di andare a cercarsele le informazioni poco note, alla luce di questi libri, in parte cade pure la scusa del "noi non sapevamo"   ^_^

Questa enciclopedia del tempo libero era diretta da Orio Caldiron, che in un paio di casi si occupò di animazione giapponese:





Il volumetto presenta un capitolino in cui viene trattata l'animazione giapponese (con qualche citazione di quella cinese), al cui interno (quarta ed ultima pagina) c'è pure un breve accenno al fumetto "Il ribelle immortale" di Sampei Shirato, "autentico best-seller in Giappone", da cui vene tratta una "cinefotografia dei quadretti disegnati"!
Un giovane giornalista, magari un po' curioso, che da ragazzino nel 1968 avesse letto questo capitolino, avrebbe potuto approfondire queste informazioni scoprendo i manga già nel 1978   :]
Il capitolo inizia con il "pinocchio giapponese", citando direttamente il saggio di Enrico Gianeri pubblicato nel 1960, probabilmente per le informazioni più vecchie si basò su quel saggio.





Prima dell'accenno all'animazione cinese, viene ben specificato fin in grassetto che in Giappone venivano prodotti "serial televisivi animati" di 26 episodi da 20 minuti l'uno, fatto direi abbastanza unico al mondo, visto che i cartoni animati extra nipponici erano molto brevi.





Alla fine della trattazione sulla cinematografia animati cinese, si ribadisce che in Giappone il disegno animato veniva prodotto in larga scala, divenendo uno spettacolo di ampio consumo che, piccola critica dell'autore, inseguiva facili successi commerciali, nel 1968!
Figuriamoci dalla metà degli anni 70 e oggi   ^_^
Questa è un'altra informazione che avrebbe potuto ispirare qualche giornalista nostrano a non considerare i giapponesi dei meri copiatori di Walt Disney oppure degli improvvisatori di animazione.
Poteva mancare "Kimba il leone bianco"?   


Nella quarta ed ultima pagina in cui si tratta del disegno animato giapponese, è presente qualche informazione più curiosa ed interessante riguardo a "Il ribelle immortale", tratto dall'omonimo manga di Sampei Shirato, a cui avevo fatto cenno poco sopra.
Il fatto interessante è che il regista di questa trasposizione proiettata al cinema fu il regista di fama mondiale Nagisa Ōshima, infatti su Wikipedia si accenna proprio a "Il ribelle immortale", seppur con un titolo italiano differente, "Cronache delle imprese dei ninja", e con il titolo originale, "Ninja bugei-cho". L'anno riportato è pure giusto, il 1967, cosa non banale viste le informazioni lacunose del periodo.






Piero Zanotto scrive, comes e avesse letto Wikipedia oggi:
Chiudiamo queste nostre rapidissime note citando l'esperimento compiuto dal regista Nagisa Oshima sui fumetti del connazionale Sampei Shirato (pseudonimo di Noboru Okamato). Abbiamo visto che fin dall'inizio il disegno animato s'è abbeverato, talora con molto successo, alla fonte dei comics. Questa volta Oshima non ha voluto fare del disegno animato: ha preso il fumetto di Shirato, autentico best-seller in Giappone, narrante uno scorcio di storia feudale col titolo "Il ribelle immortale", e ha cinematografato direttamente i quadretti disegnati, ottenendo movimento sullo schermo attraverso un intelligente gioco di montaggio. Vi ha aggiunto musica, suoni, voci e rumori. Una storia tipo "Sette Samurai" completamente disegnata, ricca d'arcane suggestioni"

Da notare che anche il nome originale di Shirato è corretto.

A noi italiani cosa ricorda la definizione di "ha cinematografato direttamente i quadretti disegnati, ottenendo movimento sullo schermo attraverso un intelligente gioco di montaggio. Vi ha aggiunto musica, suoni, voci e rumori"?

Ma ovviamente "Supergulp!"

Gli autori della trasmissione dei fumetti in tv, a cui noi resteremo affezionati per sempre, per caso avevano visto o erano a conoscenza dell'esperimento di Nagisa Oshima sul manga di Sampei Shirato?



Ho trovato anche un video che ci fa capire come in due nazioni differenti, Italia e Giappone, giunsero al medesimo risultato finale, seppur uno cinematografico sperimentale e l'altro televisivo seriale.


        


Grazie a "Supergulp!" per me il video risulta assolutamente godibile, oppure grazie a Nagisa Oshima il nostro "Supergulp!" divenne assolutamente godibile in Italia?



 

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