TITOLO: Goldrake dalla A alla U: origine, viaggio e ritorno della sentinella nel blu, 1975-2024
AUTORE: Marco Pellitteri
CASA EDITRICE: Rai Libri
PAGINE: 366
COSTO: 20
ANNO: 2024
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': disponibile nella librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788839718884
PAGINE: 366
COSTO: 20
ANNO: 2024
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': disponibile nella librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788839718884
Come scrive l'autore, anch'io faccio parte della "coorte anagrafica" che vide, visse e venne plasmata graficamente e contenutisticamente da "Atlas Ufo Robot". Alla fine, se dopo 46 anni (aprile 1978-aprile 2024) , siamo ancora qui a parlarne (in Italia, Francia e molte nazioni di lingua araba), vuol dire che qualche impatto pur positivo lo ebbe.
A suffragio di chi si potesse spaventare del numero di pagine, preciso che per la quasi totalità del saggio lo scritto resta comprensivo, solo in alcuni punti ci sono passi e concetti un po' tecnici. Questo lo riporto perché, se il contenuto l'ho capito io, è alla ragionevole portata di chiunque ^_^
Oltra alla parte storica e di analisi su Goldrake e delle serie a lui affini, a cui segue l'impatto che ebbe in Italia ed altre nazioni, ci sono due argomenti specifici trattati che in un caso è poco consueto, nell'altro per nulla.
Il tema poco trattato, e che meriterebbe spazio in saggi specifici, vista la vastità dell'argomento, è quello sulla colonna sonora nipponica di Goldrake.
Il tema mai trattato è quello dell'impatto che Grendizer (Goldrake) ebbe nelle nazioni in lingua araba quando (il primo il Libano nel 1978) iniziò ad essere trasmesso.
Questo argomento, oltre ad essere di per sé interessante, si lega alla nuova serie animata di "Grendizer U", che verrà trasmessa in questo 2024 e che è stata prodotta grazie a fondi sauditi, visto che in quella nazione, oltre ad essere pieni di soldi, hanno una passione smodata per Goldrake. Anche noi italiani siamo grandi appassionati del robottone cornutone, ma a quanto pare nessuno di noi fan ha abbastanza soldi per andare da Nagai (autore poco incline a guadagnare qualche soldino in più ^_^) e finanziare un nuovo Goldrake, ergo ci beccheremo quello finanziato dall'Arabia Saudita :]
Chi l'avrebbe mai detto che lo "sportswashing" saudita sarebbe diventato anche "animewashing"?
Il saggio contiene numerosi box informativi per approfondire brevemente alcuni temi o per rimandare il lettore ad eventuali altre letture. Peccato che siano riportati anche scritti in lingua non italica, che per me non sono fruibili.
A fine post riporto l'indice del libro, che è dettagliato, quindi ci si potrà fare una idea precisa dei temi trattati oltre alle mie elucubrazioni successive :]
Nel primo capitolo viene svolta un'introduzione generale per capire il perché Goldrake ebbe l'impatto che noi tutti conosciamo, spiegando come stava cambiando la televisione italiana, pubblica (Rai) e privata, in cui "Atlas Ufo Robot" si inserì perfettamente in modo rivoluzionario, come altri programmi del periodo.
Il secondo capitolo spiega i concetti di "media mix" e "piattaforma", che in Giappone sono alla base della creazione e commercializzazione di una serie animata. Dove un anime si trasforma in giocattoli, fumetti, merchandising vario, videogiochi etc., il tutto non necessariamente mantenendo la trama e i contenuti dell'opera originale animata o manga.
Ci si concentra sul come gli anime arrivarono in Italia ed Europa, sulle trattative tra la Rai e la Toei.
Mi soffermo su un singolo punto che spesso sul web viene trattato, affermando che ai tempi gli anime venivano prodotti anche per essere esportati all'estero. Mentre, come si può leggere nel saggio, le case di produzione giapponesi non erano interessate al mercato europeo, il mercato interno già bastava a rendere remunerativa una serie tv. Solo in seguito questo approccio cambiò, spingendo le case di produzioni nipponiche a pianificare anche una esportazione dei loro prodotti. A fine anni 70 i giapponesi ci videro solo come un modo di fare qualche soldo in più su serie animate già ammortizzate.
Nel terzo capitolo si illustra la trilogia di cui Goldrake fa parte, che, ovviamente, nell'aprile del 1978 ci era ignota. Per analizzare Goldrake bisogna analizzare i Mazinga e il genere robotico in generale.
Nel quarto capitolo viene illustrata la genesi di Grendizer, non solo per mano del suo autore principale, Go Nagai, ma anche da parte di tutti quegli autori Toei e "Dynamic Planning" che, in maniera più o meno riconosciuta dal pubblico, operarono scelte che trasformarono l'opera nel nostro Goldrake.
L'ultimo paragrafo del capitolo è occupato da una intervista al dottor Hideyuki Kitaba (regista, produttore e ora insegnante universitario a tema comunicazione) su Grendizer, "Grendizer U" e i Mazinga.
L'intervistato è un mio coetaneo del 1967, quindi, tra le altre sue considerazioni, ci racconta come visse la visione dei robottoni gonagaiani in televisione. Tra le tante curiosità da lui riportate, si può leggere che, mentre i Mazinga erano preferite dai maschietti per i combattimenti presenti nelle puntate, Grendizer aveva un folto seguito tra le femminucce, questo per i rapporti di amicizia tra i protagonisti. Anche in Italia Goldrake ebbe un largo seguito femminile per il medesimo motivo.
Nel quinto capitolo si analizza la serie televisiva di Grendizer/Goldrake, compreso l'adattamento italico. Viene trattata la questione se il nome più coretto rispetto a "Fleed" possa essere "Fried".
Oltre agli aspetti grafico-tecnologici del mezzo Grendizer/Goldrake, sono analizzati i contenuti storico-politici della serie (invasi ed invasori) e i rapporti tra i vari personaggi della serie animata.
Il sesto capitolo è quello a cui ad accennavo ad inizio post sulle colonne sonore (denominate BGM, cioè background music) e le sigle nipponiche composte dal grande Shunsuke Kikuchi.
A chiunque leggerà questa mia sperduta recensione e non avesse mai ascoltato le BGM di Goldrake (o degli anime anni 70/80 in generale) faccio un appello:
recuperatele, il vostro cervello le ha tutte in memoria, dovete solo ricercare il file audio ^_^
Uno dei successi di quei primi anime arrivati in Italia era dato anche dalle musiche, le composizioni nipponiche non erano le solite musichette per bambinetti a cui eravamo abituati in Italia fino al 4 aprile 1978, ma brani complessi e musicalmente variegati, che mixavano vari generi, il cui risultato finale erano brani per un orecchio più da adulto.
Ogni stato d'animo dell'anime in quella precisa scena che stavi guardando era reso perfettamente dalle BGM e dalle vocal, spesso eliminate all'interno della puntata in fase di adattamento.
Oltre ad analizzare lo stile musicale che il compositore riversava negli anime, viene redatta una biografia di Shunsuke Kikuchi.
La tematica delle sigle è un tema poco trattato in saggistica, quello delle BGM originali nipponiche ancor meno.
Viene trattato anche il compositore Michiaki Watanabe, che si occupò delle musiche dei Mazinga e di tanti altri anime.
Il capitolo contiene degli stralci di un'intervista a Shunsuke Kikuchi presente nel saggio "Shooting Star, sociologia mediatica e filosofica politica di Atlas Ufo Robot" di Pellitteri e Giacomantonio.
Le BGM degli anime nascono dal genere "hayashi", cioè i temi musicali che accompagnavano le scene del teatro No, Kabuki e altre rappresentazioni popolari. Mentre le vocal nipponiche di quel periodo spesso si ispiravano al genere musicale popolare della canzone "enka", spesso usate nelle vocal di chiusura episodio (Rocky Joe, Uomo Tigre, Zambot 3, etc.)
Riguardo alla famosa (per noi) scena del cancelliere Doppler in cui è uso suonare l'organo, per le volte che l'ho notata io, non direi che si trattasse della famosa toccata e fuga Bwv 565 di Bach, probabilmente era la Bwv 589, dopo averla ascoltata più volte pare proprio fosse lei:
Dovrei riguardarmi tutti gli episodi del Danguard solo per verificare quanti brani diversi suoni eventualmente Doppler ^_^
Nel settimo capitolo viene svolta la ricostruzione di come Grendizer/Goldrake venne importato dal Giappone alla Francia, diventando Goldorak, e poi dalla Francia all'Italia, divenendo il nostro Goldrake.
Premetto che non posseggo le doti mnemoniche per ricordare tutti i confusi, contraddittori lontani nel tempo (50 anni) passaggi affaristici dei protagonisti francesi che si sono intestati a vario titolo il merito di aver importato Grendizer in Europa (Huchez, Canestrier, Willemont e chiunque altro) letti nei saggi che ne hanno trattato.
E non posseggo neppure le capacità analitiche per valutare i medesimi saggi che ne hanno argomentato.
Detto ciò, sarebbe interessante se qualcuno organizzasse al prossimo "Lucca Comics" un simposio tra coloro che si sono occupati dell'argomento, italiani e francesi, magari invitando i protagonisti dei fatti ancora presenti (tipo i funzionari Rai e di Antenne 2 del periodo), in modo da trovare una ricostruzione univoca e pacifica (nel senso di armonia) dei fatti accaduti.
Ammesso che ciò sia ragionevolmente possibile, perché a me pare che tra gli uomini d'affari francesi che se ne occuparono, più di uno fu poco terso nei racconti successivi ^_^
Il capitolo numero otto illustra la versione italica di Grendizer, l'adattamento (in gran parte fedele all'originale e mai stravolto), il doppiaggio e le numerose sigle che accompagnarono i tre cicli di trasmissione della serie in Italia dal 1978 al 1980.
Il nono capitolo affronta come Goldrake e soci venivano visti e trattati dalla stampa italica, un tema che mi è caro da lettore di quotidiani quale io sono (a dire il vero, "sono stato").
Solo tramite le reazioni della stampa, indipendentemente dal fatto che la trattazione fosse corretta o meno, si può comprendere quanto un fenomeno mediatico ebbe seguito:
Goldrake e soci dal 1978 ai primi anni 80 ne ebbero quanto più nessuno ne avrà mai!
Il decimo capitolo è ad opera di Karim El Mufti, professore universitario che oggi vive a Parigi, il quale racconta come e perché Grendizer ebbe successo in tanti paesi di lingua araba.
E' questo il contributo unico a cui accennavo ad inizio post, noi siamo abituati a concentrarci sulla notorietà di Grendizer in Occidente, accennando solo il successo che ebbe nei paesi di lingua araba, in questo contributo viene raccontata la storia del suo sbarco e spiegato il perché del suo successo.
Considerando che Grendizer arrivo per primo nel Libano della guerra civile del 1978, i motivi che spinsero i bambini libanesi a trasformarlo nel loro eroe sono, ovviamente, differenti dai nostri.
Dopo il Libano la serie venne esportata (con il medesimo doppiaggio) anche in Siria, Giordania, Egitto, Iraq e i paesi del golfo persico, tra cui l'Arabia Saudita.
Piccola chiosa personale:
ho chiesto ad un collega egiziano di 47 anni se si ricordava il titolo che venne dato a Grendizer in lingua araba, cioè "Moughamarat alfada'i: Yufu-Ghirndayzar" ("Avventure spaziali: Ufo Grendizer"), ma non l'aveva mai sentito ^_^
Non che faccia statistica, ma questo è...
In apertura dell'undicesimo capitolo sul prossimo venturo e misterioso "Grendizer U" viene aperta una parentesi sui manga di Grendizer, che si differenziavano dalla trama della serie televisiva, spiegando il perché questo fosse possibile nel panorama editoriale nipponico del periodo.
Per conto mio sono poco esperto di manga, ho trattatole edizioni manga di Goldrake solo con riferimento a pubblicazioni italiane sugli UFO:
Si passa quindi alle versioni più recenti di Grendizer, tra cui il videogioco di fine 2023 (link full game), per poi approdare a "Grendizer U", su cui, non essendo ancora uscito al momento della stesura del saggio, le informazioni sono limitate.
Proprio ieri è uscito un nuovo trailer:
Siamo nel 2024, non ha senso aspettarci un Goldrake come nel 1978, ma temo che una parte dei fan non abbia il medesimo mio approccio. La serie potrà anche essere brutta (la giudicheremo quando la vedremo TUTTA), ma andrà valutata senza fare riferimento al nostro Goldrake, ma guardandosela felici che dopo tanti decenni se ne parli ancora.
Il dettagliato indice del saggio.
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