Questo deve essere il periodo delle sigle, dopo lo speciale "Sigle degli Anime - Periodo RCA 1978-1986" e l'uscita dell'autobiografia del Maestro Zara (Nippon Shock Edizioni), la Sprea torna sull'argomento con il dossier sigle all'interno di "Anime Cult" 18.
Considerando che i contenuti dello speciale sulle sigle della RCA in gran parte erano articoli riciclati da altre testate Sprea, avevo il dubbio che questo dossier sigle fosse improntato ad una concezione simile. In parte lo è, essendo il principale curatore il medesimo (Emanuel Grossi), ma più che altro per un certo numero di contenuti di materiale mostrato. Ci torno più sotto.
Anche in questo numero non mancano le interviste interessanti, si vede che la redazione sta cercando di scandagliare il mondo di anime, manga e sigle per scovare personaggi che, almeno a me, erano poco o per nulla noti:
intervista a Nino Scardina, doppiatore di Mister X!
la seconda parte dell'intervista ad Andrea Romoli;
la riproposizione dell'ultima intervista ad Olimpio Petrossi, già pubblicata nello speciale RCA;
la riproposizione dell'intervista a Massimo Cantini, già pubblicata in AC n° 10;
intervista a Wilma Battigelli, manager della "Fonit Ceetra";
intervista a Davide Castellazzi, in qualità di editore;
doppia intervista a Stella Orsini e Marco Alabiso sulla sindacation "Junior TV".
Leggo sempre con curiosità l'editoriale del Ceo, stavolta si concentra sulla grande opera informativa portata avanti dalla Sprea sulla tematiche sigle, sembra quasi che prima non ne avesse mai trattato nessuno.
Prima o poi il Ceo ci verrà a spiegare cosa si provò ad essere davanti al televisore il 4 aprile 1978 ^_^
Come si dice a Milano, sarebbe auspicabile stare un po' più "schisci", ma ovviamente è solo la mia banalissima opinione :]
Nella riproposizione dell'intervista a Petrossi e Cantini, che rispondono assieme, viene inserito un passo che forse nelle precedenti pubblicazioni non c'era (o mi è sfuggito al ricontrollo), riguardo il mancato pagamento dei diritti Siae da parte delle reti Fininvest per, in questo caso, le sigle dei cartoni animati giapponesi.
L'aneddoto riguarda la Standa, dato che questo marchio della grande distribuzione fu di proprietà Fininvest dal 1988 al 1998 (10 anni), si può intuire che la prassi non avveniva in epoca antidiluviana, ma relativamente più moderna. Oggi se metti mezzo video di proprietà Mediaset ti arrivano i tank di Punti in casa, ieri non pagavano la Siae ^_^
L'indice che gli argomenti trattati, da cui sono praticamente scomparse le interviste ad autori nipponici.
Continua la panoramica sull'editoria di manga ed anime, stavolta tocca alla testata "Kappa Magazine" e le sue varie evoluzioni, dato che non l'ho mai comprata, ho letto ed appreso.
L'intervista è bella, resta che spesso questi protagonisti diretti ricordino pochino del loro doppiaggio dei personaggi dei cartoni animati giapponesi, e li si può anche capire, visto che quella parte della loro carriera era di minore importanza e svolta, magari, in tempi serrati.
Come accennavo sopra Emanuel Grossi è stato il curatore dello speciale sulle sigle "RCA dal 1978 al 1986" (vedere link ad inizio post), ed è lo stesso che scrive gran parte degli articoli di questo dossier su "AC" n° 18. Inevitabile rileggere cose già lette, seppur con una infarinatura diversa.
A fine scritto di pagina 30 si fa notare che l'avvento della Fininvest valerimaneriana con l'aggiunta della D'Avena creò un monopolio che pose fine alla varietà di autori, cantanti e generi musicali usati per le sigle.
L'altro estensore di scritti per il dossier sigle è Dario Muras, che mostra numerose brochure e dépliant sugli anime anni 70 ed 80 che servivano ad informare i circuiti televisivi sui contenuti delle serie da acquistare. Il medesimo materiale cartaceo, sia in inglese che in italiano, venne usato anche per confezionare le copertine dei 45 giri, lo si nota dalle immagini presenti in entrambi i prodotti.
Il tema è anche interessante, le brochure e i dépliant sono bellissimi, peccato che nel più e più volte succitato speciale sigle RCA le immagini di questo materiale erano già quasi tutte presenti e usate al medesimo scopo...
Altro riciclone editoriale con modifica del formato e dello scritto.
Faccio notare una piccola questione inerente la brochure di Doraemon, dove vien ben evidenziato (io ho a mia volta evidenziato in azzurro l'evidenziazione) che il materiale mostrato è "RARISSIMO"!
Hanno fatto bene, è cosa buona e giusta, a dimostrazione che tutti ci teniamo a che venga riconosciuto che un materiale "X" o "Y" è particolare, basta farlo sempre e per tutti :]
Non essendo più possibile interpellare Giampiero Scussel della "Fonit Cetra", Emanuel Grossi ha l'ottima idea di rivolgersi ad una sua stretta collaboratrice che si occupò anch'essa di sigle degli anime.
Molto interessante.
Se a pagina 30 AVM e la D'Avena avevano creato un monopolio (termine non simpatico) sulle sigle, a 96 la prima diventa l'artefice di una "perfetta macchina da guerra".
Come diceva quel regista, "le parole sono importanti" ^_^
Qui fa di nuovo capolino la classica "sinergia redazionale" della Sprea, in quanto Castellazzi viene intervistato in qualità di editore, ma fa parte della stessa redazione... in pratica si intervistano tra di loro, sono "uni e trini" ^_^
Non per fare troppo l'antipatico, ma mi pare che l'intervistatore non chieda a Castellazzi della sua fuoriuscita da "Nippon Shock Magazine", che sarebbe un argomento anche interessante, mentre gli chiede di "Manga Giornale".
Per questo motivo , forse, le interviste andrebbero fatte a non stipendiati della Sprea da parte di stipendiati della Sprea, magari sbaglio io :]
Altra interessante intervista, che non tratta molto degli anime trasmessi da "Junior TV", ma di come venne fondata e di come funzionava.
Ormai di live action di manga ed anime ne sono usciti parecchi, alcuni belli (Yattaman), altri deludenti (Kyashan...), numerosi orrendi...
Per quanto mi riguarda un live action lo è solo se di matrice giapponese, ma l'autore dell'articolo è di differente opinione, quindi inserisce nel gruppo anche le oscenità italiche di "Kiss me Licia", quelle europee e le versioni statunitensi. "Lady Oscar" fu una produzione nippo francese, quindi fece schifo il doppio ^_^
Tra i film elencati mai arrivati in Italia manca, per quello che è a mia conoscenza, il live di Polimar, non citato neppure tra quelli arrivati.
Poi ci sarebbero quelli mai prodotti, tipo il Gaiking...
Ogni settimana ripeto il medesimo concetto, cioè che far commentare a Nicola Bartolini Carrassi gli adattamenti/stravolgimenti Fininvest/Mediaset è puro negazionismo, se continua così, fra un paio di numeri ci ritroveremo a chiedergli scusa per le critiche passate e a condannare artisticamente i dialoghi originali giapponesi ^_^
Buondì. Sono poco pratico di blog, quindi leggo solo adesso una serie di commenti ai miei contributi su Anime Cult e special vari.
RispondiEliminaInnanzitutto grazie, perché leggo mediamente bei commenti, sia in merito alle sigle sia alla storia della Tv dei Ragazzi.
Preciso solo che quasi mai vengono fatte vere e proprie ripubblicazioni delle interviste o degli articoli: qui ad esempio Olimpio aveva due pagine in più (Cantini fa solo da interlocutore) e gli articoli su schede, collezionismo ecc hanno molte parti in più (se non altro, perché il primo Libri di Anime parlava solo della RCA, qui ci sono tutti quanti).
A proposito di Libri di Anime: nel primo volume c'erano altri inediti che non sono stati colti: Douglas Meakin ad esempio è completamente nuova (quella che era uscita su AC era di un altro autore), Mauro Goldsand era inedita (e in parallelo uscì in due puntate su AC, quindi con un 60% di contenuti in più), Cantini e Fabiana qui avevano due pagine in più... Le discografie, le schede Doro-ITB commentate, gli approfondimenti (comprese le mie manchette) erano tutti nuovi. Quindi quello special era nuovo per almeno l'80%.
Adesso esce il secondo volume e nell'editoriale lo scrivo chiaramente: molte cose sono assolutamente nuove, altre sono già uscite ma qui hanno pezzi in più o un corredo iconografico completamente diverso. Spero che sia di gradimento.
P.S. Giusto per chiarire: tutte le interviste, nuove e riadattate, di Vinile, di Anime Cult, di Libri di Anime ecc sono mie. È per quello che, con il permesso dell'editore, sono in grado di aggiungere parti inedite.
Grazie. A presto!
Emmanuel Grossi
Buonasera,
RispondiEliminami pare di aver riportato cosa fosse nuovo, seminuovo e non nuovo.
C'è una cosa, però, che non capisco:
Lei fa un'intervista ad un personaggio del mondo delle sigle o altro, l'intervista sarebbe, per esempio, di 15 pagine, ma per vari motivi ne vengono pubblicate la prima volta 8 pagine.
Se in seguito viene riproposta la stessa intervista, ma con 3 o 4 pagine in più, nelle redazioni delle riviste la considerate una intervista nuova?
E se la si pubblica una terza volta, ma integralmente, diviene ancora più nuova?
Non so, chiaramente sono ignorante riguardo le dinamiche editoriali , ma se pago X euro per la prima rivista con la prima versione ridotta dell'intervista, e poi ripago X euro per la seconda versione più estesa dell'intervista, ed infine altri X euro per la terza versione completa dell'intervista, sempre che non mi scaliate i soldi per le parti che avevo già letto, sto pagando due volte o tre per parte dei medesimi contenuti.
Per evitare questi rischi di incappare in ripetizioni Sprea, mi limito ad una sola testata Sprea, perché di ripetizioni ne ho trovate non poche e i soldini non mi cadono dall'albero del denaro ^_^
Spero di essere stato più chiaro di quanto io riesca in media, sono un po' stanchino e forse i concetti sopra esposti possono risultare confusi...
Comunque grazie per la delucidazione ed il commento.
Grazie della risposta.
EliminaVedo di chiarire le dinamiche. Nessuno ha mai spacciato per nuove interviste che non lo fossero (ovviamente parlo per me e i miei contributi). Se però per metà ci sono cose nuove, quella metà è incontrovertibilmente nuova.
Faccio un piccolo spoiler: sul prossimo Libri di Anime ci sarà, fra le tante, anche una mia intervista a Vince Tempera, registrata qualche settimana fa. Avevo già intervistato Tempera due anni prima per Vinile. Non sono stato a domandargli di nuovo di Ufo Robot, già me l'aveva raccontato. Ripubblicherò il pezzetto di Ufo Robot come me lo raccontò all'epoca, l'episodio quello è ed è imprescindibile. Altre cose me le ha raccontate meglio e più dettagliatamente stavolta e userò le parti nuove. Altre cose dell'intervista vecchia non ci sono proprio perché lo spazio è contingentato e ho dato priorità alle cose nuove.
Gli special, nell'intenzione di Sprea, sono approfondimenti monografici. Alcuni aspetti o personaggi sono già stati affrontati altrove, allora o si saltano, e non sempre è giusto o possibile, o si fanno riscrivere da capo a uno altrettanto competente o di più (sennò è una diminutio), o si ripubblicano. Magari con immagini nuove o con parti inedite, se esistono, come gli extra dei dvd.
Quasi nessuno compra tutte le testate e tutti gli special. Conosco persone che si interessano solo alle sigle e comprano Libri di Anime ma non Anime Cult, perché non hanno voglia di comprare una rivista solo per le sei pagine mie. Altri mi leggono su Anime Cult ma non sono interessati a tal punto alle sigle da comprare una monografia. Credo che sia legittimo.
Se uno acquista un'antologia di racconti del Novecento si lamenta perché dentro ne trova due di Pirandello che ha già letto nelle Novelle per un anno? Dubito. E le novelle quelle sono, non ci sono "varianti".
Quando esce un nuovo film e il protagonista viene intervistato da venti testate, nel 90% dei casi non dice sempre le stesse cose? Se uno compra tutto, è lodevolmente onnivoro, può incappare in qualche deja-vù, è fisiologico. Anzi, io mi stupirei in positivo se trovassi dettagli nuovi, retroscena inediti, a maggior ragione su vicende di 40 ani fa.
Spero di non aver divagato troppo.
Per qualsiasi ulteriore chiarimento sono sempre a disposizione. E grazie per le belle parole spese nei mesi in relazione alle mie interviste.
P.S. Su internet di solito si usa dare del tu, siamo della stessa generazione quindi mi viene più spontaneo, sempre col massimo rispetto.
Non vorrei passare per vulcaniano, ma Spock le risponderebbe (le risponderebbe veramente? Forse non avrebbe mosso neppure le mie critiche iniziali) che ne consegue (dottor McCoy) che il restante 50% dell'intervista è incontrovertibilmente vecchia.
EliminaProseguendo, con una alzata di sopracciglio, che quindi sto ripagando quella porzione di intervista due volte, oppure tre, dipende quante volte la tirate fuori.
A voi che mettete sul mercato i contenuti a pagamento torna più comodo/utile ragionare così, io che i contenuti li pago, ragiono nel modo che ho illustrato.
Chiedo venia ^_^
Faccio presente che in questo sperduto, sgrammaticato, asociale e GRATUITO blog di contenuti ne metto a frotte, però non è che copio/incollo post vecchi con aggiunta del X%.
Il punto è questo, gli speciali Sprea "specificano" argomenti già trattati qua o là in altre testate Sprea (penso dicesi sinergia editoriale Sprea), quindi, per non dover ricontrollare tutto ciò che avete pubblicato prima per capire se mi state rivendendo qualcosa che avevo già letto parzialmente o meno un mese addietro, ho deciso di saltare i vostri speciali.
Le faccio un esempio concreto riguardante i VOSTRI speciali, a dicembre 2023 avete pubblicato quello sui Cavalieri dello Zodiaco, peccato che al suo interno non venga menzionato (forse mi è sfuggito?) che lo stesso autore dello speciale Sprea aveva pubblicato un libro nel 2008 sul medesimo argomento:
https://imagorecensio.blogspot.com/2023/12/i-cavalieri-dello-zodiaco-e-gli-altri.html
Ribadisco, per evitare di spendere soldi per cose già lette e non specificato che erano già state pubblicate in passato, che poi siano al 40%, 50% o 60% conta poco, ho deciso di evitare i vostri speciali.
A questo punto mi permetto almeno un suggerimento, magari scrivetelo nel sommario quali parti sono già state, parzialmente o meno, pubblicate:
testate o saggio;
data;
autore.
Se d'ora in poi lo farete, almeno avrete avvisato il lettore/cliente, che non si prenderà male per aver ripagato, parzialmente o meno, un contenuto già letto/pagato.
P.S.
Ormai ho scritto la risposta con il LEI, non c'è problema, l'importante è non usare il VOI, che coi tempi che corrono tornerà in auge...
Leggo la risposta e ne prendo atto, ma sinceramente non mi sembra riguardi direttamente me. Io, in 25 anni di carriera (solo gli ultimi dei quali dedicati alla divulgazione scritta), se devo narrare più volte a distanza di tempo un argomento riscrivo sempre tutto da capo. Anche perché il mio modo di scrivere cambia col tempo e cambiano anche i contesti.
EliminaQui però si tratta di interviste. Una stessa persona racconta sempre alla stessa maniera un episodio del passato allo stesso interlocutore, a meno che non gli vengano in mente dettagli nuovi o se li inventi o si sia nel frattempo dimenticato.
Come sempre parlo per me e ribadisco: io non ho mai spacciato per totalmente nuove cose che non lo fossero. Peccherei però di presunzione se supponessi di avere una fandom tale da aver letto tutte le mie uscite su tutte le testate, nemmeno fossi S. King. Anche perché, fra retrospettive dossier interviste e approfondimenti, viaggio verso le 300 pubblicazioni in pochi anni.
Mi rammarica che tu non legga Libri di Anime 2 in uscita, perché ci sono per l'80% contenuti nuovi e inediti, fra testi, immagini e documenti rari, che in gran parte non saranno poi riproposti su Anime Cult.
Potresti proporre a Sprea una tessera fedeltà: chi dimostra di aver già comprato X, Y e Z avrà uno sconto sul prezzo di copertina di una monografia. Non necessariamente è una boutade.
Comunque, al di là di tutto, credo che alla base debba esserci la deontologia professionale e l'onestà intellettuale dell'autore. Ammesso e non concesso che ce l'abbia e che sia un professionista serio, non uno scappato di casa.
Grazie. A presto e buon lavoro!
P.S. Volutamente non sono entrato in questioni economiche, su cui invece vedo che torni più volte. Giustamente eh, perché io stesso spendo un botto per comprare due copie o più di tutte le mie pubblicazioni, per archiviazione o eventuale regalia. Aggiungo solo, senza addentrarmi, che l'autore non ha alcun "interesse" a che un proprio scritto venga pubblicato più volte. Se non, al limite, la soddisfazione personale, che però francamente nel mio caso incide relativamente, dato che questo è il mio lavoro, non un hobby. Saluti!
EliminaDato che scrivete per una casa editrice che ha la tendenza a far semi ricicli del genere, più o meno corposi, uno tende a non fidarsi della casa editrice, non guardando ai singoli autori.
EliminaLa nomea Sprea è ormai un po' questa, basata, come direbbe Spock, su dati scientifici ^_^
P.S.
Purtroppo quando si parla di una rivista a pagamento, il costo, in questo casa legato alla ripetizione di contenuti, non può essere omesso.
Una cosa è leggere semi copia incolla o rivisitazioni di interviste già pubblicate su un sito gratuito (in questo blog, nonostante sia gratuito, non sono presenti), in contenuti a pagamento a me ruga un po' i maroni ^_^
Per fortuna, invece, per me questo è solo un hobby, se fosse un lavoro morirei di fame... ma ho così il vantaggio di poter dire la mia non dovendomi preoccupare di dispiacere nessuno, senza essere offensivo, ovviamente, cosa che mi pare di non essere mai stato.
Antipatico magari si, offensivo no.