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mercoledì 27 marzo 2024

"Va', Goldrake, Va'" di Orio Caldiron - "Rivista del Cinematografo" dicembre 1978



Perché negli anni 60 e fino alla metà degli anni 70 la Rai fece fare anticamera alla fantascienza o S.F.?
E' il quesito che si pone Orio Caldiron, ma non manca di dare seguito alla sua domanda, e la risposta la si può tranquillamente attualizzare al successo di oggi dell'animazione giapponese:
come negli anni 60/70 alla Rai i funzionari dei palinsesti non consideravano la "Science Fiction" una tematica da divulgare sulla televisione pubblica, e solo con una nuova generazione di dirigenti questo pregiudizio cadde (vedi Nicoletta Artom e Sergio Trinchero, per esempio). In seguito i "cartoni animati giapponesi" (ma anche i supereroi statunitensi) hanno dovuto attendere che le nuove generazioni (gli ex bambini che erano davanti alla tv a vedere Goldrake)  entrassero nella stanza dei bottoni per non considerarli più solo programmi per bambini (ebeti...).

L'autore ammette di avere le sue colpe se la fantascienza in Italia non è stata considerata  prima della metà degli anni 70, perché anche lui, pur con qualche eccezione riportata nell'articolo, si comportò come i funzionari Rai e tanti critici cinematografici e televisivi, che snobbavano la "Science Fiction".

Ovviamente lo scritto illustra l'argomento molto di più di quanto io lo abbia riassunto, ma il punto finale mi è parso proprio quello, il tutto dal punto di vista di un appassionato di S.F. del 1978.
Si noterà che "Goldrake", in realtà, è tirato in ballo marginalmente, più che altro come emblema delle nuove generazioni (noi ex bambini del 1978) che si erano appassionate a nuovi programmi di "Science Fiction", ma questo usare i personaggi dei "cartoni animati giapponesi" come pietra di paragone (positiva o negativa che fosse) ai tempi era l'emblema del loro successo.

Un aspetto che mi ha colpito è che l'autore, per una sua prima idea di stesura di questo articolo sulla fantascienza televisiva in Italia, passò in rassegna i numeri del "Radiocorriere TV" per documentarsi meglio, un po' come ho iniziato a fare io qualche decennio dopo  ^_^

In apertura di articolo si cita la serie di telefilm "Scienza e fantasia (Science Fiction Theatre)", trasmessa dalla Rai nel 1958, purtroppo non ho trovato video del doppiaggio italico dei tempi, ma c'è la versione in inglese dell'introduzione e della chiusura di una puntata.

           


Ovvio che telefilm come "Ufo Shado" e "Spazio 1999" colpirono adulti e non molto di più di un telefilm della fattura che si può ipotizzare dal filmato qui sopra.
Benché Goldrake e i "cartoni animati giapponesi" non siano per nulla il soggetto principale dell'articolo, ma io debbo obbligatoriamente "riesumarli" nel momento in cui contengono il sacro nome del primo robottone televisivo, lo scritto l'ho trovato interessante, e mi ha permesso di trovare pure altro materiale interessante  ^_^
Tra i tanti nomi citati c'è anche quello di Pietro Zanotto
Per il resto non posso che augurare buona lettura  :]



 

8 commenti:

  1. Un pochino prolisso lo stile di Caldiron, comunque sono d'accordo con lui sugli intellettuali "Crociani" con la puzza sotto il naso.
    E tuttavia, col senno di poi, meno male che per tanti anni c'è stata una programmazione che bene o male tentava di avvicinare il "popolaccio" al teatro, poesia, letteratura, scienza e quant'altro.
    Certo non condivido quest'impostazione classista che nega il valore della pop culture (la fantascienza può essere anche grande letteratura, però ai "Crociani" piaceva solo il giallo !!).
    Ma se si considera che dopo i "Crociani" della Rai monopolista, è arrivato il serpebiscione Fininvest che ha spinto il pedale sulla parte più trash della pop culture nel nome del rimodellamento culturale teorizzato da Gelli... avercene oggi, di monopolisti Rai.
    Come al solito l'ottimo sta nel mezzo, non stile Rai nè stile Fininvest ma stile BBC. Doctor Who nacque come trasmissione di divulgazione scientifica e diventò presto un'icona della pop culture britannica.
    Comunque io ringazierò sempre il cielo di essere nato e cresciuto con la mamma Rai monopolista e "Crociana".

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    1. Mamma mia che pippone che ho scritto... forse sono il nuovo Caldiron.

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    2. Però tra la Rai "crociana" e quella para Mediaset, c'è stata la Rai con cui siamo cresciuti, anni 70 e primi anni 80, che qualcosa di buono aveva sia come contenuti che come varietà di contenuti.
      Ovviamente non ho idea di come fosse la famosa BBC, ma, invece, sapevo come era una emittente che faceva programmi seri e belli, la tv della Svizzera italiana.
      Fino a pochi anni fa la seguivo quando andavo a casa di amici comaschi, ora non è più captabile neppure da loro. Ti assicuro che non era cambiata per nulla da quando la si riusciva a captare a Milano:
      qualità, pacatezza, contenuti.

      Il segnale della Svizzera, come la chiamavamo in cortile, lo fece ridurre proprio Fininvest/Mediaset... ufficialmente per una questione di frequenze, in realtà sono stra convinto che NON volessero che i telespettatori del nord potessero avere una pietra di paragone.
      Capisce che vedi "emme", se puoi vedere la "cioccolata" vera.
      Mia convinzione personale.

      Tra l'altro il TG svizzero italiano dava le notizie staccate dai commenti, fatto inusitato da noi.

      Tornando all'articolo del post, l'unica parte che mi è restata oscura è gran parte dell'ultima pagina, molti dei riferimenti trattati mi sono ignoti.

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    3. Sì, l'ultima parte è oscura anche per me, ma non ne faccio un dramma. Mi sono passati per le mani decine di migliaia di libri catalogando, e pur essendo un discreto lettore, non sono mai riuscito a leggerne uno di filosofia.
      Suor Gioconda, 'insegnante di filosofia di mia madre (che ha fatto le magistrali dalle suore, fine anni '50), diceva alle alunne: "La Filosofia è quella materia per la quale, con la quale o senza la quale, si rimane tale e quale". Chiaro, no?
      La Svizzera si prendeva anche da noi, ricordo bene il "Lotto svizzero a numeri", il telegiornale e ovviamente i cartoni di Toffsy e quello strano animale che rideva sempre come un matto.
      Per un brevissimo periodo sono riuscito a prendere anche Antenne 2, ho visto due o tre puntate di Goldorak in francese, la sigla era una versione francese di quella giapponese.
      Avevamo ancora le TV in bianco e nero, il primo cartone a colori che ricordo è il Grande Mazinga.

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    4. Ma come "quello strano animale che rideva sempre come un matto"?!?!
      Il gatto Arturo! ^_^

      https://www.rsi.ch/play/tv/-/video/a-castellinaria-bruno-bozzetto-racconta-la-sigla-di-scacciapensieri?urn=urn:rsi:video:981897

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    5. Ah, grazie per il link. Sembra che ci siano dei video interessanti.
      Peccato solo per la ...sigla, che si presta a spiacevoli equivoci, insomma non è bellissima (RSI).

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    6. Quello strano animale che rideva sempre mi faceva ridere un sacco da piccolino ahahahahahhahahah Ma rido ancora a vederlo adesso!

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    7. ^_^
      La risata resta contagiosa a distanza di qualche decennio

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