TITOLO: I geni dello Studio Ghibli, Hayao Miyazaki e Isao Takahata
AUTORE: Toshio Suzuki
CASA EDITRICE: Dynit
PAGINE: 310
COSTO: 22 €
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788833553306
CASA EDITRICE: Dynit
PAGINE: 310
COSTO: 22 €
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788833553306
Come al solito avevo iniziato a prendere un po' di appunti mentre leggevo, ma poi mi son reso conto che non era troppo sensato buttare lì qualche aneddoto a caso riportato da Toshio Suzuki (assai scarna la pagina di Wikipedia...) tra le tonnellate presenti nel libro, una vita di ricordi non si può condensare. Ergo la recensione sarà giocoforza stringatissima, anche perché non è che ci si può mettere a contestare ciò che narra Suzuki rispetto al suo interagire lavorativo ed extra lavorativo con Miyazaki e Takahata... o hai letto altri saggi in cui Suzuki dimostra di contraddirsi, oppure tutto il libro diventa pura bibliografia :]
Annoto due sole pecche dello scritto, qualche refuso di troppo e la mancanza quasi sistematica di date. Ovviamente se si narra di un certo film si può cronologicamente risalire a quale periodo ci si riferisca, però, se fosse stata inserita qualche data in più, la lettura sarebbe filata via più liscia.
Suzuki racconta come visse la produzione di 19 film del duo Miyazaki e Takahata, ad esclusione de "La principessa splendente", il motivo è riportato a fine libro, di cui si parla solo indirettamente.
Penso che già si sapesse che i due personaggi non fossero particolarmente facili da gestire, specialmente Miyazaki, dallo scritto si evince, nonostante le sempre belle parole di Suzuki, l'impegno profuso per seguire e promuovere i loro lavori.
Son sempre stato un po' scettico sull'avere trasformato Goro Miyazaki in regista, detesto abbastanza la prassi del "figlio di...", anche se il suo secondo film l'ho apprezzato parecchio rispetto al primo. Nel libro Suzuki spiega bene il perché venne scelto Goro Miyazaki per "I racconti di Terramare".
Il libro è stato pubblicato in Giappone nel 2019, quindi relativamente recente rispetto alla consuetudine che non vede mai tradotti libri come questo.
La Dynit nel 2020 aveva già pubblicato la traduzione del saggio Susan Napier, "Mondomiyazaki, una vita nell'arte", spero ne pubblichino altri, magari più spesso.
La testimonianza di Suzuki termina con alcune pagine in cui è riportata un dialogo tra lui, Miyazaki e Takahata avvenuto nel 2014, molto bello.
Alla fine Suzuki chiede quale sia l'opera preferita del collega amico, per Miyazaki è Heidi, come dargli torto? ^_^
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