E' questo un gradito regalo che mi è stato donato per questo Natale, intonso e prezioso.
Intonso perché mai usato, nuovo, immacolato.
Prezioso perché mi ha permesso di elucubrare alcune considerazioni sulla corsa all'acquisizione dei diritti di sfruttamento delle serie di animate giapponesi, quando, tra il 1978 ed il 1980, qualsiasi articolo portasse il loro nome vendeva a più non posso.
E' importante premettere che, per quanto riguarda i giochi in scatola, la Clementoni arrivò per prima:
Questi due giochi in scatola erano tratti direttamente dalla serie animata della "Tokyo Movie Shinsha" prodotta nel 1977 e mandata in onda dalla Rete Uno della Rai dall'ottobre del 1979.
E la "Editrice Giochi"?
L'azienda milanese si trovò scoperta, senza poter sfruttare quello che si preannunciava (e così sarebbe stato) il nuovo successo commerciale del momento, ma il problema non riguardava solo la "Editrice Giochi", quindi si pensò bene di riesumare dai magazzini un film d'animazione Toei del 1970 avente come protagonista Remi:
In questo modo si raddoppiarono i Remi disponibili e quindi il potenziale giro d'affari, chiaramente a nessuno importava che il Remi della Toei, che si chiamava pure Remigio, non era quello della "Tokyo Movie Shinsha" che si vedeva in televisione, l'importante era che fosse animato e giapponese, in modo da turlupinare i piccoli beoti telespettatori e le lori famiglie.
Come accadde per Heidi, Goldrake e Capitan Harlock, venimmo invasi dal merchandising del tragico Remi, con annesso scalpore mediatico (link), ma grazie al Remigio targato Toei anche la "Editrice Giochi" poté ritagliarsi una sua fettina del mercato.
Sulla confezione del gioco in scatola e sulla plancia di gioco è riportato "Toei Company", quindi ne consegue che la "Editrice Giochi" fece parte di quelle aziende che sfruttarono il Remigio del 1970, quello un po' farlocco.
La cosa abbastanza comica è che nel gioco in scatola non solo non si fa cenno ai personaggio del lungometraggio Toei del 1970, ma in più sono presenti i personaggi del romanzo originale mai visibili nel film!
Ne consegue che la "Editrice Giochi" pagò una licenza per poi non usarla in nessun modo, ma dovendo comunque apporre il logo Toei sulla scatola!
Tra l'altro disegnarono un Remigio assai bruttino, che a me pare più un pastorello che un suonatore ambulante, accompagnato da un cane che pare più una pecora, di primo acchito mi ricorda più Peter di Heidi che Remi...
Alcuni anni fa ho consultato la pubblicazione "Il giornale dei giocattoli", in cui le aziende tenevano informati i venditori sui nuovi articoli disponibili.
Nel numero dell'ottobre 1979 ho trovato la pubblicità qui sopra, che attesta come alcune aziende avessero iniziato fin da subito ad usare il Remigio Toei per vendere un po' di articoli sfruttando l'hype del Remi della Rai..
Non ho trovato in nessuno dei miei cataloghi e neppure sul web una pubblicità del gioco in scatola della Editrice Giochi", ma è verosimile ipotizzare che venne messo in vendita assieme alla serie animata, quindi nel 1979, al più tardi nei primi mesi del 1980.
Sul versante editoriale il film Toei di Remigio fu sfruttato parecchio:
Nel 2018 la Dynit ha messo in vendita tutti i DVD dei film Toei proiettati al cinema negli anni 60/70 e ritrasmessi tantissime volte sulle tv locali private tra la fine degli anni 70 e gli anni 80:
Riguardando il film si capisce che la "Editrice Giochi" non trasse alcuna ispirazione dal lungometraggio Toei, non solo per inventare le dinamiche di gioco, ma neppure per riproporre il character dei personaggi.
Per esempio il Barberin della Toei ha una gamba di legno e il cognato della signora Milligan ha un aspetto assai mefistofelico, le immagini di questi personaggi presenti nel gioco nulla hanno a che vedere con quelli Toei.
Nel gioco in scatola si parla di "zio Milligan", ma nel film Toei il personaggio viene chiamato "il fratello del defunto marito della signora Milligan", mai zio.
Inoltre nel gioco sono presenti i personaggi del "crudele signor Garofoli", del "farabutto mister Driscoll" e di Bob (il clown), tutti personaggi del romanzo anch'essi non presenti nel film Toei del 1970 (non saprei dire se presenti nella serie animata trasmessa dalla Rai).
Dalle immagini qui sotto si può vedere come i personaggi del Remigio Toei non furono in nessun modo prese come spunto estetico per il gioco in scatola della "Editrice Giochi".
Cavoli, non ho ancora parlato del gioco in scatola! ^_^
Ai tempi non ci giocai mai, non ricordo neppure di averlo visto, forse perché il Remi della Rai non mi piaceva, ergo evitavo come la peste il relativo merchandising.
Devo dire che leggendo il regolamento mi è parso un gioco po' noiosetto, parrebbe che per concluderlo ci volesse molto tempo, a causa dei continui e sfibranti giri del segnalino sulla plancia alla ricerca dei talloncini per poter proseguire verso la vittoria.
Tra l'altro il regolamento in alcuni punti non brilla per chiarezza.
Quello a destra è il "magazzino delle gambe e delle scarpe " (magazzino delle gambe?!), dove si devono ad inizio gioco prendere a caso i talloncini coperti per scegliere il proprio colore e il relativo numero di spostamenti sulla plancia.
La cosa assurda e già parecchio seccante è che non si può iniziare a giocare fino a quando non si pescano i colori uguali alla base del segnalino scelta...
Tutto tempo perso...
Anche il tabellone non ha alcuna attinenza con il film della Toei, a cui la "Editrice Giochi" pago la licenza di sfruttamento del lungometraggio.
Da notare l'incipit al gioco riportato all'inizio del regolamento:
"Questo gioco si ispira alle avventure di Remigio, il ragazzo protagonista del famoso romanzo francese "Senza Famiglia" che, a sua volta, ha ispirato films e racconti televisivi che hanno commosso milioni di spettatori.
E' la storia di uno sfortunato bambino e del suo lungo peregrinare alla ricerca della sua vera mamma."
I latini saggiamente affermavano "Excusatio non petita, accusatio manifesta" ^_^
Tra le righe si può leggere come la "Editrice Giochi" mise le mani avanti, facendo notare che anche i giocattoli con la licenza ufficiale del Remi targato Rai si ispiravano al romanzo "Senza Famiglia", quindi tra il loro Remigio e l'altro non c'era differenza.
La frase con "il lungo peregrinare alla ricerca della sua vera mamma" lo interpreto, invece, come un avvertimento al bambino:
"Guarda che starai ore a girovagare con il tuo segnalino per il tabellone del gioco..."
Alto aspetto che avrei trovato fastidioso è che bisognava memorizzare sia la posizione dei talloncini sulla plancia di gioco che l'identità della vera mamma di Remigio.
Per come giocavamo noi in cortile, concentrati sul gioco ma spesso in un caos ambientale non da poco, sarebbe stato un problema non da poco... forse giocando tranquilli in casa, ma in cortile era impossibile avere la necessaria concentrazione per ricordare questi aspetti.
Ergo si sarebbe perso un sacco di tempo per fare avanti ed indietro alla ricerca dei talloncini utili allo sviluppo del gioco.
Come si può vedere qui sopra i due personaggi in comune con il film della Toei non si assomigliano per nulla, gli altri due semplicemente none esistono nel film.
I due punti in cui campeggia il logo della Toei, che mi apre abbia fatto un solo film su Remi, quindi dovrebbe essere per forza quello del 1970.
L'album di famiglia, cioè un cartoncino rigido, contiene le nove potenziali mamme in forma disegnata, mi chiedo come si potesse tenere a mente quella giusta o quelle sbagliate, sono praticamente identiche se non per il colore dei vestiti.
Hanno praticamente solo due tipi di colore dei capelli, tutte snelle, profilo identico, colori a coppie, differenziati semplicemente da sfumature.
In pratica bisogna memorizzare il look, lo outfit della signora (non avrei mai pensato di usare il termine "outfit"...).
Sono disegnate apposta per confonderti, bravi, è più arduo tenere a memoria queste immagini che giocare ad un qualsivoglia quiz televisivo attuale ^_^
Le 9 carte con i disegni delle potenziali mamme di Remigio da infilare nelle 5 buste (4 grigie ed una rossa).
Che non fosse "Remi" ma "Remigio" era pure stampato sul dorso delle carte, ora erano problemi dell'adulto che aveva regalato il gioco inventarsi una scusa plausibile...
I talloncini rettangolari con le scarpe servono per ricordare a se stessi e agli altri il colore del segnalino, ma non c'è la base?
I talloncini rettangolari con le gambe indicano il movimento sul tabellone.
Ogni colore ha 9 talloncini quadrati con dei personaggi, 8 sono necessari a coppie per superare i 4 cattivi del gioco e riuscire a consultare le coppie di carte delle false mamme di Remigio.
Il talloncino quadrato di Remigio è necessario per poter andare al centro del tabellone e provare ad illustrare l'outfit della mamma di Remigio, ammesso uno se lo ricordasse.
Le 4 basi per i segnalini.
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