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domenica 20 ottobre 2024

Annuari 1978/1979/1980 con i fatti del 1977/1978/1979 "Nuovissima Enciclopedia Universale Curcio" - focus su televisione e radio, videogiochi, cinema, musica

Dopo gli "Almanacco d'Italia AGE" (con i fatti degli anni 1978-1979-1980-1981" e gli "Annuario degli avvenimenti Enciclopedie Rizzoli" (con i fatti dal 1976 al 1982) ho scovato un'altra fonte che trattò l'animazione giapponese all'interno del resoconto delle notizie dell'anno, gli Annuari della "Nuovissima Enciclopedia Universale Curcio".
Rispetto alle due fonti già proposte (Age e Rizzoli) la "Curcio" si posiziona a metà, sia come livello informativo sia come fattura dei volumi. In pratica la pubblicazione della Rizzoli, immagino anche grazie al supporto dei giornalisti del gruppo, resta inarrivabile sia come completezza del panorama informativo generale che di quello particolare inerente questo blog, tra cui l'animazione giapponese in Italia. I volumi della Rizzoli restano anche di formato maggiore e di fattura migliore.
La pubblicazione Age resta la più scrausa, sia a livello informativo generale che particolare per questo blog, con un formato che è il più piccolo ed una fattura esteticamente molto al risparmio.
I volumi della Curcio sono di formato un po' più piccolo rispetto a quelli della Rizzoli (24 cm X 20 cm contro 27cm X 21 cm) e con meno pagine, ma di formato più grande rispetto a quelli della Age (20 cm X 13 cm), sebbene quelli della Age contengano più pagine.
Gli Annuario Curcio hanno una copertina imbottita in finta pelle molto vintage, ma preferisco i Rizzoli, son più da volume bibliotecario   :]
Partendo dal presupposto che gli "Annuari Rizzoli" li considero i più esaurienti, per illustrare in due post (tre annuari per ogni post) della Curcio mi son limitato alle scan delle pagine sulla televisione (e radio) e degli argomenti che toccano solo l'animazione giapponese in Italia, omettendo anche la pagina sui fatti del Giappone, tanto son quasi le stesse notizie presenti in quelli della Rizzoli. Stesso discorso per il Cinema, mentre per gli "Annuari Rizzoli" avevo messo tutti gli anni con i commenti sull'annata cinematografica, per la Curcio l'ho inserita solo quando vengono citati i cartoni animati giapponesi. Non ho inserito neppure la cronologia del fatti accaduti, basta quella della Rizzoli. 
In pratica ho voluto evitare la solita grandinata di scan   ^_^
Per esempio negli "Annuari Curcio" non sono mai citati i fumetti in generale o l'editoria per ragazzi, cosa che capita in quelli Rizzoli, che era più elastica riguardo ai temi trattati. Quando un tema aveva fatto notizia in Italia, negli "Annuari Rizzoli" veniva inserito, sacrificando un altro che magari era presente l'anno (o gli anni) precedente e il cui interesse era scemato.
Gli "Annuari Curcio" sono più ripetitivi come temi trattati, comunque inserisco sempre il sommario, tanto per rendere l'idea dei focus inseriti oltre alle classiche notizie di politica interna, estera, economica etc. etc.
Per chi volesse recuperarli, magari le annate che io non ho preso, avviso che il prezzo resta medio basso, più che altro bisogna avere la fortuna di trovare un venditore che renda disponibile più annate contemporaneamente.
L'anno presente in copertina è quello di uscita del volume, quindi i temi trattati sono quelli dell'anno precedente:
il volume del 1978 tratta le notizie del 1977;
il volume del 1979 tratta le notizie del 1978;
il volume del 1980 tratta le notizie del 1979.

In pratica ho sempre trovato delle citazioni sull'animazione giapponese in Italia, tranne per il primo volume, cioè quello del 1978 con i fatti del 1977, e se fosse capitato sarebbe stato un bello scoop   ^_^
Il volume che più riporta notizie sui cartoni animati giapponesi in Italia è quello del 1980, con i fatti del 1979, tanto che lo inserisco nella "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90".
Nel prossimo post gli altri tre "Annuari Curcio con gli anni 1981, 1982 e 1981 (fatti del 1980, 1981 e 1982).


Ho provato a prendere anche il volume del 1978 con i fatti del 1977, tanto per provare a vedere se scovavo qualche accenno sugli anime, in fondo in Italia già vedevamo "Vichy il vichingo" e i Barbapapà, benché non fosse esplicitato che la loro produzione era giapponese.
Purtroppo non  ho trovato nulla, quindi di questo volume inserisco esclusivamente le pagine che trattano di "Televisione e Radio".




L'introduzione dell'editore spiega sia il periodo informativo trattato, cioè dal 1° gennaio al 31 dicembre 1977, ma in generale il senso della pubblicazione, che era anche relativamente giovane, essendo questo solo il quinto volume.
E' interessante leggere lo spirito con cui vennero decise le informazioni da inserire e quelle da omettere, stante che non si poteva riportare TUTTI i fatti accaduti in un anno:
"Seguendo infatti un organigramma continuamente aggiornato e applicando all'indagine una metodologia obiettiva e sempre subordinata alla dialettica del momento, abbiamo cercato di dare al Lettore ciò che è essenziale, sfrondando i fatti dalle impressioni superflue: ci siamo, cioè, sforzati di individuare e separare nella realtà attuale ciò che avrà un valore duraturo e perciò potrà svilupparsi, con effetti innovatori sulla nostra vita, da tutto quello che per la sua fatuità è già morto nel momento in cui nasce."

Ci sarebbe da opinare su quel "sfrondando i fatti dalle impressioni superflue", visti i giudizi sostanzialmente quasi sempre negativi sui cartoni animati giapponesi, nonostante le poche righe concesse, talvolta solo accenni, ma accenni negativi.
In generale resta assai pretenzioso, oltre che assai arduo da porre in atto, il voler individuare e separare nella realtà attuale ciò che avrà un valore duraturo e perciò potrà svilupparsi, con effetti innovatori sulla nostra vita, da tutto quello che per la sua fatuità è già morto nel momento in cui nasce".

Ovviamente per i fatti più importanti la scelta delle notizie era semplice, non si può omettere il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro o la rivoluzione di Khomeini, ma è quando si "scende" ad argomenti meno importanti che il tutto diviene più difficile:
quale programma avrà cambiato veramente la televisione italiana per ragazzi? 
I Muppet o "Atlas Ufo Robot"?



Prima che la redazione entrasse nel dettaglio dei programmi proposti per il 1977, si annota sia l'avvento della televisione a colori che l'inizio della concorrenza interna tra i programmi della Rete 1 e della Rete 2 della Rai, con il sommarsi dei programmi delle tv private (prima locali e poi nazionali) sarà una condanna da cui verremo liberati prima parzialmente dal videoregistratore e poi definitivamente dallo streaming  ^_^
Leggendo queste righe ci si rammenta, per chi ne ha bisogno, della piaga delle repliche estive. In estate, come capitava nei cinema del periodo, i programmi erano caratterizzati dall'essere meno interessanti o mere ennesime repliche (W LO STREAMING!).


La redazione inserisce sempre un accenno, più o meno approfondito, per i programmi dei ragazzi. In questo caso tocca a "Furia", la citazione, purtroppo errata, in quanto il telefilm statunitense era una replica e l'acquisto dalla Svizzera direi che avvenne per la trasmissione nel 1967.





Dal 16 al 22 aprile del 1967.
Ovviamente oggi è facile fare una ricerca di questo tipo, ai tempi mancavano le fonti, quindi l'imprecisione è assolutamente scusabile, visto anche l'argomento secondario.



La redazione comprese che la nascita delle tv private locali era una svolta per la televisione italiana.
Da notare che i programmi Rai vengono considerati "trasmissioni ufficiali", mentre quelle delle tv locali diventano un mero riempitivo quantitativo, non era sbagliato, ma le cose cambieranno presto, anche grazie ai cartoni animati giapponesi e ai pornazzi   ^_^.



All'interno dell'approfondimento più generale sulle applicazioni industriali e domestiche dell'elettronica, c'è un veloce accenno ai videogiochi. Si vede che in questo caso la redazione non intuì bene la portata della rivoluzione ludica e culturale che i videogames avrebbe creato.


Si noti come l'ora di trasmissione di "Bontà Loro", cioè le 22:30, veniva considerato "certamente tarda", oggi il film di prima serata è al primo tempo...

Mi ha sorpreso, non poco, la sola citazione della serie di Heidi come programma di successo per i ragazzi, a cui la redazione aggiunge "Sesamo Apriti". Non pervenuto "Atlas Ufo Robot" e non esplicitata la matrice nipponica di Heidi... quindi, alla luce dello spirito della pubblicazione, vuol dire che "Atlas Ufo Robot" venne considerato "per la sua fatuità già morto nel momento in cui nasce"?

Ma alla fine era peggio il periodo del "far west televisivo" o la successiva omologazione fininvestiana?



Il volume del 1980 con i fatti del 1979 merita di essere inserito nella "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90" (che poi contiene libri anche degli anni 60), in quanto, rispetto a tutti gli altri volumi, riporta un po' più di informazioni sui cartoni animati giapponesi e oltretutto in tre campi differenti (televisione, cinema e musica).
Si vede che la redazione si accorse che esistevano gli anime e che avevano cambiato la fruizione dei programmi da parte dei più giovani  ^_^
Con questo volume della Curcio sono arrivato a ben 44 libri che trattarono più o meno approfonditamente l'avvento dell'animazione giapponesi in Italia prima che si sviluppasse un vera saggistica di settore:



Una bella sfilza di titoli da inserire in una qualche bibliografia di un saggio o di una rivista  :]



Come accennavo ad inizio post, rispetto agli "Annuari Rizzoli", ho omesso per i Curcio le pagine del cinema, l'unica eccezione è per questo volume del 1980, con i fatti del 1979, in cui si accenna al successo al botteghino dei film d'animazione giapponese nati dalle serie televisive trasmesse in televisione. Mi pare che neanche negli "Annuari Rizzoli" all'interno delle pagine del cinema sia mai stato citato il successo dei film animati giapponesi, quindi in questo frangente la redazione della Curcio si accorse di un fenomeno che sfuggi alla Rizzoli.


Essendo le poche righe spezzate in due pagine, le ho riunite qui sopra, non che ci sia scritto molto, ma almeno la redazione si accorse che noi bambini andavamo a frotte al cinema per rivedere a colori i nostri beniamini animati nipponici   ^_^
Son poche righe, poca cosa, ma almeno venne notata ed annotata.

Anche nel paragrafo dedicato alla musica viene dato conto, seppur limitatamente, del successo in generale delle sigle televisive, tra cui quelle di alcune serie animate giapponesi.



Mentre negli "Annuari Rizzoli" le immagini degli anime non mancano, questa qui sopra è l'unica presente nei volumi della Curcio.
Non solo non è di Goldrake, a cui spetterebbe per principio, ma neppure di Capitan Harlock, ma della coprotagonista Yuki, tanto per farci capire oggi quanto poco ne avevano capito ai tempi  ^_^

"Continua l'invasione dei disegni animati giapponesi: dopo Goldrake è il pirata spaziale Capitan Harlock a conquistare i bambini (foto sopra)"

Il fatto curioso che quel "dopo Goldrake" non ha un corrispettivo nel volume precedente, dove "Atlas Ufo Robot" non viene mai citato... quindi quel "continua l'invasione" manca del prima, continua cosa che quasi non avevate trattato l'argomento l'anno prima?
Inoltre quel "continua l'invasionefa presagire giudizi futuri non molto positivi, anzi, non futuri, basta leggere la pagina successiva   ^_^

"Il Giappone... per conto suo, sta già riempiendo tutti i programmi televisivi destinati ai bambini con i suoi terrificanti disegni animati che hanno anche dato l'avvio ad una grossa operazione commerciale: i negozi di giocattoli sono pieni di Goldrake e di tutti gli altri personaggi delle avventure spaziali giapponesi che costano un occhio della testa, mentre le edicole rigurgitano di libri con le storie del Ufo-Robot pubblicati dalla Eri, l'editoriale della Rai TV: Verso la fine dell'anno arriva sui teleschermi, ancora per i bambini e ancora dal Giappone, "Senza Famiglia". Remi, il trovatello pelle, ossa e stracci apre l'operazione invernale infanzia triste."

L'autore del pezzo ho scoperto che scrisse anche per "TV Sorrisi", non mi è chiaro quando, di certo non era un estimatore dell'animazione nipponica  ^_^
Intanto non era "il Giappone a riempire i programmi destinati ai bambini", ma erano ovviamente le televisione italiane a comprare le serie animate nipponiche, scritto così sembra quasi che la Toei e le altre case di produzioni obbligassero gli italiani a vedere i loro anime...
Fa scalpore l'operazione commerciale legata ai cartoni animati giapponesi, solo che la stessa cosa era capitata per Sandokan o "Spazio 1999" anche prodotti e trasmessi dalla Rai, ma la cosa scandalizzò molto meno.
Oggi le edicola non "rigurgitano" più di nulla, meglio oggi che ai tempi?



 

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