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mercoledì 24 luglio 2024

Annuario 1980 degli avvenimenti 1979 - Enciclopedie Rizzoli - focus su cinema, giochi, infanzia, musica, televisione e radio, Giappone + avvenimenti di un anno





Nella mia quasi infinita ricerca di fonti sull'animazione giapponese in Italia mi sono imbattuto in questo "Annuario Rizzoli", che presentava tutti i fatti accaduti nel mondo, attenzionando maggiormente la nostra penisola, da autunno ad autunno dell'anno successivo. Ergo, in questo caso per l'Annuario 1980, i fatti avvenuti dal 1° dicembre 1978 al 30 novembre 1979.
Non ho inserito la pagina con tutti i nomi dei collaboratori, non erano sperduti blogger o titolari di pagine FB, come succederebbe probabilmente oggi, ma giornalisti ed esperti di una certa importanza.

L'avvertenza della redazione spiega molto meglio di me quale fosse il periodo temporale preso in esame e quali gli argomenti trattati.
Ovviamente, essendo questo un blog che tratta specifici argomenti, non avrebbe molto senso postare tutte le pagine di cronaca che mi hanno colpito e ricordato fatti ormai obliati, quindi mi limiterò alle tematiche usualmente postate.
Farò un'eccezione, però, per quella che era la prima rubrica dell'Annuario, "Avvenimenti di un anno", che pur sapendo essere pagine off topic rispetto al blog, sono troppo preziose per non essere postate. In una nazione dove ti senti dire che oggigiorno siamo pieni di crimini e criminali ed il mondo è più insicuro, rileggere cosa capitava nell'arco di 12 mesi nel mondo e soprattutto in Italia, fa un po' accapponare la pelle...
Un vero peccato che le pagine di "Avvenimenti di un anno" resteranno così poco viste su questo blog...

Sto cercando, se riesco, di postare tutti gli "Annuari Rizzoli" in mio possesso di fila, ciò renderà noioso un po' più del solito il blog, ma secondo me è importante che restino sulla piattaforma in sequenza.


Nei numeri precedenti è sempre stata presente la tematica "Collezionismo", per questa annata venne cassata, come non c'è la "Fantascienza", presente solo nel numero precedente, ma in "Infanzia" viene trattato l'argomento "cartoni animati giapponesi e in "Musica" c'è un breve accenno alle sigle.
Il volume l'ho inserito nella "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90" proprio in virtù dell'articolo presente nella tematica "Infanzia", dove viene analizzata l'influenza dei personaggi televisivi (cioè Goldrake e Heidi) sui bambini.
Inoltre, nella parte in cui si propongono i fatti inerenti il Giappone, penso per la prima volta un commentatore coglie l'importanza dei cartoni animati per veicolare la cultura nipponica nel mondo.
Ovviamente la "Musica" c'era in tutti i volumi precedenti, ma solo stavolta rientra nella sfera di interesse del blog con la citazione delle sigle dei cartoni animati giapponesi. In realtà è poca cosa, ma considerando la quantità sterminata di fatti accaduti in Italia e nel mondo, due righe vanno considerate di maggiore valore rispetto alla consistenza dello scritto in sé, perché implica che il fatto è stato abbastanza degno di nota da essere "salvato" nell'annuario Rizzoli.



Son quattro volumi che il cinema è in crisi, qualcosa mi dice che lo sarà anche nei prossimi  ^_^
Da notare che la redazione dell'Annuario Rizzoli riportava che poco si conosceva della crisi del cinema in URSS e in Giappone, ma mentre è più che comprensibile l'assenza di dati riguardo una dittatura, probabilmente l'assenza di informazioni dal Giappone poteva essere causata dalla lingua e dalla non conoscenza di quali canali nipponici interpellare per sapere i dati di afflusso del pubblico nei cinema.
Questo ci fa capire, abituati oggi a sapere quasi tutto su tutto (almeno superficialmente), quanto fosse poco agevole avere e/o capire come avere informazioni dal lontano Giappone, in primis per l'animazione.
Ovviamente la tv diventa "quel maligno occhio grigiastro", grigiastro in quanto gli apparecchi tv in bianco e nero erano ancora la maggioranza. Esso rubava gli spettatori al cinema, ma non i giovani. Infatti io ci andavo spesso, fosse un film di fantascienza proiettato in prima visione in piazza del Duomo a Milano oppure un film (di montaggio) d'animazione giapponese in terza visione nella mia città di periferia.




Si noti come, rispetto ai precedenti volumi, gli scacchi non solo non siano più il gioco di apertura, ma neppure quello a cui è dedicato più spazio. Inoltre il bridge scompare quasi del tutto.
I "giochi elettronici" diventano il primo soggetto della categoria "Giochi", ma non si tratta di "videogiochi", bensì di giochi classici trasformati in elettronici, come il "Master Mind", gli scacchi o la battaglia navale.
Ho trovato assai anomala la scelta di non inserire i videogiochi, strano.









All'interno di un articolo sul bambino e i mezzi di comunicazione potevano mancare nel 1979 i cartoni animati giapponesi?
Visto che il tema tv/bambini/cartoni animati giapponesi non è solo citato, ma trattato in più pagine, sia per i libri che per la televisione, e sempre considerando che un fatto era inserito nell'Annuario Rizzoli perché aveva avuto un riscontro sulla stampa del periodo, questo volume rientra nella mia ricerca di "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90", portando a 42 i saggi/libri che trattarono con varia intensità dell'animazione giapponese ben prima della saggistica di settore:



Sappiamo bene che di certo Goldrake non influenzò tutti i bambini d'Europa, ma solo alcuni (Francia, Italia, Svizzera ed altri), mentre Heidi ebbe una copertura maggiore nel nostro continente, ma queste erano le inesattezze sugli anime che si leggevano in quel periodo.





"Non ti basta la televisione? Anche questi orribili fumetti?"
Per fortuna io subì poco la censura in casa, quindi qualche bel cartonato dei cartoni animati giapponesi riuscì gustarmelo senza sfracellamento di maroni...







Torna sempre fuori l'argomento della televisione usata come babysitter, la redazione quindi non addossa la colpa al mezzo televisivo, ma alla famiglia. Mentre noi bambini eravamo considerati un po' come dei mentecatti che inseguivano la moda dell'anime appena uscito, per poi dimenticarlo in poco tempo.
In realtà non era sempre così, non eravamo né così stupidi né così superficiali... alcuni cartoni animati giapponesi sono passati senza lasciar traccia o lasciandone poca, altri ci sono rimasti nel cuore e nella mente, ma per quegli adulti noi eravamo un po' (tanto) degli ebeti del tutto in balia della televisione...
Goldrake e Capita Harlock, come Heidi, non erano per nulla ripetitivi, anzi, furono in assoluto i primi del loro genere, ma per un adulto erano solo cartoni animati, tutti uguali.








Il piccolo accenno al successo delle sigle dei cartoni animati giapponesi, poca cosa, ma viene riportato, ergo tramandato ai posteri, cioè noi  ^_^



Iniziavano le menate sulla Terza Rete... mi sa che i politici e i vertici Rai non si resero conto che, almeno per i primi tempi, i programmi della Terza Rete non interessavano per nulla alla platea dei telespettatori, visti i palinsesti proposti... i programmi delle tv private locali erano di certo più appetibili.



La didascalia recita "Personaggi popolari: qui di fianco Remi, protagonista di una lunghissima storia a fumetti a puntate"...  "storia a fumetti a puntate"?! 
Ma scrivere "serie animata"?


Le emittenti locali private erano salite a 400 nel giro di pochi mesi, ma la paventata legge sul riordino delle frequenze mai vedrà la luce, e quando verrà partorita, sarà una legge fotografia dell'esistente.
Era nel 1979 o nel 1980 che si sarebbe dovuto intervenire per impedire monopoli privati, si sarebbe...

Ho lasciato la parte qui sotto sulle radio private, a me non interessa molto come argomento, ma so che a qualcuno, invece, sconfinfera   :]







Penso che questo sia uno dei pochi casi, o forse l'unico, in cui in uno scritto del periodo di carattere politico ed economi sul Giappone si sottolinei l'impatto dell'animazione giapponese, cogliendo quando questa potesse avere influenza a livello culturale all'estero:

"Per la sua natura particolarmente lontana dai moduli occidentali, la cultura giapponese subisce ancora una sorta di discriminazione sul piano internazionale; ma basterebbe prendere nota della graduale diffusione nel mondo della lingua nipponica e del recente successo mondiale del cartone animato, per avvertire come anche in questo campo la presenza giapponese presenti un rilievo sempre crescente."

L'articolo è firmato con le iniziali P. B. B., cioè Paolo Beonio Brocchieri:


L'autore ebbe una bella lungimiranza, facile scriverlo oggi o 20 anni fa, difficile nel 1979/80.

 

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