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sabato 20 febbraio 2021

Il carro di carnevale di Goldrake nella Svizzera italiana (1979) - RSI Teche (pagina FB)


Il buon vecchio Massimo Nicora mi ha girato il link della pagina FB della tv Svizzera Italiana, dove è mostrato un servizio di soli quattro minuti sul carnevale del 1979, in cui il gruppo "La Sgrazza" del comune di Balerna decise di allestire uno stupendo carro allegorico a tema "Atlas Ufo Robot".


Ma quanto è incredibilmente e stupendamente fuori contesto vedere Goldrake viaggiare sulla corsia dell'autostrada inseguito dalla polizia?   ^_^

Conscio della caducità dei video sul web, mi permetto di salvare queste bellissime immagini, perché sarebbe un vero peccato per tutti noi appassionati non poterle più ammirare.
Il servizio non è bello solo perché ci dimostra, per l'ennesima volta, la popolarità di Goldrake in quel periodo(anche terra elvetica), ma permette di ammirare il lavoro di un gruppo di adulti che avevano una certa apertura mentale e tantissima fantasia.
Anche durante più edizioni del carnevale italiano ci furono numerosi carri a tema cartoni animati giapponesi, il che dimostra come un adulto abituato a "giocare" con la cartapesta, era più disponibile ad accettare una trasmissione totalmente aliena ai gusti televisivi del periodo come gli anime.
Nel servizio assistiamo alla riunione preparatoria del carro, e quegli adulti apprezzano i colori e le fattezze del robottone gonagaiano, e già si immaginano i bambini, tra cui i loro stessi figli, gioire davanti ad un Goldrake con Spacer di 12 metri!!!
Uno di questi fa notare che il 1979 era anche l'anno del bambino (indetto dall'Onu), ma dal loro punto di vista questa celebrazione doveva servire per far divertire i più piccoli. Purtroppo sulla stampa del periodo si utilizzava spesso l'anno come monito per stroncare gli svaghi dei bambini, molti di quegli esperti consideravano qualsiasi cosa pericolosa e diseducativa (di certo tutti in buona fede), sono pieno di articoli con questo tono apocalittico. Gli esperti sfruttarono l'anno del bambino dell'Onu per cercare di vietare i divertimenti, mentre quella decina di artigiani del carnevale svizzero pensarono immediatamente in maniera opposta: è l'anno del bambino, ergo facciamoli contenti con Goldrake! 
Mi pare di aver dedotto dal filmato che la loro intenzione non era assolutamente ironica, come sovente erano i carri allegorici di carnevale, ma era un tributo, nessuno sfottò o mancanza di rispetto verso l'eroe dei loro figli, ma solo una presa d'atto di quanto fosse popolare.
Quando mi capita di vedere questi documenti mi rammarico di quanto materiale la Rai avrebbe nei suoi archivi che potrebbe interessare a noi fan, ma che non ci sarà mai permesso di vedere... l'unica nostra possibilità sarebbe che un Nicora o un Pellitteri prendessero il comando alle teche Rai... magari con un blitz militare, paracadutati sul tetto della Rai   ^_^

Una volta ammirato il video sulla pagina di FB della RSI, c'è un altro bellissimo filmato con Bruno Lauzi che a Scacciapensieri canta "La tartaruga" e "Johnny bassotto", dove si vede il gatto Arturo.


GOLDRAKE!

A me pare sincero il padre che confessa la sua passione per Atlas Ufo Robot   :]



Una delle fonti per gli artigiani fu il cartonato Giunti Marzocco aprile 1978
Magari il commento su Rigel nasce dal fatto che inizialmente volessero impersonare i personaggi della serie, cosa che in seguiti non fecero.



L'altra fonte è l'album di figurine della Edierre, di cui posseggo una copia intonsa, ma purtroppo con pochissime figurine   >_<

Il Goldrake svizzero era lungo 12 metri e 40!


Sul carro la scenetta non avrebbe proposto adulti vestiti da Actarus e soci, ma la scena che tutte le sere si riproponeva in tutte le case italiane e svizzero italiane: 
bambini in fremente attesa del loro cartone preferito e che pretendevano di monopolizzare il televisore.

Chissà se in Giappone mai qualcuno costruì un'opera del genere  :]
In questo punto del video si sente la sigla di Albertelli e Tempera, a loro sempre il nostro eterno grazie per averci permesso di trasformare davanti al video la nostra euforia in canto.



Le riprese on the road di Goldrake sono quelle che ho preferito, sembra quasi che venga trasportato al Centro Ricerche Spaziali per essere riparato ^_^

Questo gruppo di adulti si divertiva e faceva divertire i bambini, meglio di così non si poteva fare.


 E c'è anche Vega!

9 commenti:

  1. Grazie per questa chicca storica.

    Comunque le teche rai sono piene di materiale, film, serie tv davvero molto interessanti ma che rimangono a fare la muffa per qualche strano motivo. Eppure ci sarebbe Rai Play su cui investire...

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    1. Secondo me lì, come in tutte le emeroteche la questione è la passione e i fondi, ma soprattutto la prima.
      Se il personale sta in un posto di lavoro come le Teche Rai, e lo considera solo un posto di lavoro, quindi solo una parte ha come missione rendere fruibili i documenti, cercheranno di fare sempre il minimo indispensabile.
      In parte è la mia esperienza con le emeroteche. Trovi l'addetto/a che si sbatte per cercarti la fonte, e quello (non pochi) che ti dice "non si può". E quando in quei posti ti dicono "non si può", non c'è l'opzione due, se non ritentare qualche settimana dopo quando vedi un incaricato differente, che hai capito che cerca di fare il suo lavoro.
      Quante cose si potrebbero digitalizzare e rendere fruibili da casa, sarebbe cultura...

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    2. Prego, ma il merito è delle teche della Svizzera Italia (RSI mi suona male...)

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    3. Vero... Diciamo anche che RaiPlay, strutturata come ora, è da appena un annetto che c'è, ma la strada mi pare (soprattutto lo spero) stia andando in quella direzione. Periodicamente caricano delle chicche storiche di programmi, sceneggiati, eccetera, che non mi pare di avere visto neppure nelle trasmissioni amarcord tipo Techetecheté. Magari, col tempo, arriverà anche qualche cartoon, telefilm o trasmissione-contenitore per ragazzi. Perché il materiale è davvero ottimo: non è una semplice piattaforma che raccatta materiale d'archivio tanto per riempire, ma si vede che c'è un lavoro "pensato" alle spalle. Per essere gratuito, personalmente RaiPlay mi piace molto.

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    4. Vero... Diciamo anche che RaiPlay, strutturata come ora, è da appena un annetto che c'è, ma la strada mi pare (soprattutto lo spero) stia andando in quella direzione. Periodicamente caricano delle chicche storiche di programmi, sceneggiati, eccetera, che non mi pare di avere visto neppure nelle trasmissioni amarcord tipo Techetecheté. Magari, col tempo, arriverà anche qualche cartoon, telefilm o trasmissione-contenitore per ragazzi. Perché il materiale è davvero ottimo: non è una semplice piattaforma che raccatta materiale d'archivio tanto per riempire, ma si vede che c'è un lavoro "pensato" alle spalle. Per essere gratuito, personalmente RaiPlay mi piace molto.

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    5. Radiotelevisione svizzera italiana - RSI.
      In effetti suona parecchio male, non ci avevo mai fatto caso :D

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    6. @ alebigigher
      Il problema, enorme di Rai Play è che se effettui una ricerca per Goldrake non salta fuori nulla, mentre ci sono degli spezzoni della trasmissione de "L'altra campana" in cui si processava Atlas Ufo Robot. Se non fossi stato informato da un lettore (che ringrazio ancora), mai lo avrei scoperto.
      Mettere contenuti, ma non renderli ricercabili tramite etichette (o qualsiasi altro sistema) equivale a non aver reso disponibile nulla.
      Se carichi una trasmissione degli anni 90, dove c'è un servizio che propone una trasmissione del 1980, devi far in modo che dalla ricerca per parole salti fuori, altrimenti è l'ennesimo sperpero di soldi pubblici...

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  2. La situazione delle biblioteche-emeroteche pubbliche (comunali) è drammatica da anni, spesso non si trovano i soldi per catalogare, figurati per digitalizzare. Non si digitalizzano le cinquecentine, figurati giornali e riviste. Il personale per la maggior parte fa riferimento a cooperative di servizi, spesso non c'è una preparazione specifica, né tantomeno una passione. Quando ho smesso di lavorare alla comunale, 10 anni fa, era il periodo in cui si tendeva ad organizzare "eventi", che portano visibilità al "centro culturale" (non "biblioteca", per carità), adesso non so.
    Ricordo una docente di management che durante un corso di formazione (dove fra l'altro io insegnavo catalogazione) disse: "Preferisco vedere i libri in terra e non catalogati e fare i corsi di inglese e di chitarra". Se mi ricordassi il nome di questo genio, lo citerei.

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    1. Non metto in dubbio, infatti ci sono depositi esterni (con tonnellate di materiale...) non consultabili perché mancano i fondi per concludere i lavori anche per piccole ristrutturazione, ma poi ci sono le persone che ci lavorano in quei posti (d'oro, mi permetto di aggiungerlo da lavoratore del settore privato con orari di lavoro poco simpatici).
      Se io richiedo delle fonti e mi si risponde che non sono disponibili (elencando regole non differibili), poi mando una mail al direttore dell'istituzione e due giorni dopo sono disponibili intere annate, vuol dire che c'è qualcuno che come strategia ha "il non fare".
      E in quel caso puoi rendere disponibili tutti gli investimenti che vuoi, ma se la "mission" è non fare, non ne usciremo mai.
      Servirebbero entrambe le cose, fondi ed interesse per il ruolo cruciale in cui svolgi il tuo lavoro.

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