Dell'annata 1943 non avevo ancora messo numeri di "Yamato", rimedio con quello del luglio, che mi pare, rispetto al modo di scrivere del 1941, mostri una terminologia maggiormente guerresca. Vengono enfatizzati i racconti di battaglie, come nel primo scritto, facendo passare una sconfitta nipponica in una eroica resistenza... in cui il comandante giapponese rifiutò addirittura rifornimenti e rinforzi, riuscendo a ritardare la vittoria statunitense grazie al sacrificio di tutti i suoi uomini. Forse si voleva far capire al lettore italiano di questa testata, che di certo per stato sociale non rischiava di finire al fronte, che il suicidio in guerra contro il nemico era cosa buona e giusta...
Yamato, mensile italo giapponese - Febbraio 1941
Yamato, mensile italo giapponese - Ottobre 1941
Yamato, mensile italo giapponese - Febbraio 1942
Yamato, mensile italo giapponese - Marzo 1942
Yamato, mensile italo giapponese - Aprile 1942
Yamato, mensile italo giapponese - Giugno 1942
Yamato, mensile italo giapponese - Settembre 1942
Yamato, mensile italo giapponese - Ottobre 1942
Yamato, mensile italo giapponese - Ottobre 1941
Yamato, mensile italo giapponese - Febbraio 1942
Yamato, mensile italo giapponese - Marzo 1942
Yamato, mensile italo giapponese - Aprile 1942
Yamato, mensile italo giapponese - Giugno 1942
Yamato, mensile italo giapponese - Settembre 1942
Yamato, mensile italo giapponese - Ottobre 1942
La propaganda è la propaganda, poco da commentare, ma al link di Wikipedia si possono leggere i morti statunitensi, 500, non 6000, comunque tanti, ma un dodicesimo di quello sbandierato su Yamato...
L'autore dell'articolo fu Giuseppe Tucci, che fu esentato dagli obblighi militari... inneggiava al sacrificio dei soldati nipponici per una roccia sperduta nell'oceano, ma al riparo dal rischio che gli venisse richiesto il medesimo sacrificio.:
Armiamoci e partite!
Gli eroici soldati nipponici finirono a Yasukuni, secondo me sarebbero stato più felici di campare fino al 1984 come l'autore dell'articolo.
Nonostante numericamente i giapponesi ci superassero ampiamente come popolazione (vedi articolo poco sopra) erano molto più istruiti di noi.
L'analfabetismo era bassissimo, noi ce lo portammo dietro ben dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Peccato che saper leggere e scrivere non impedì loro di sacrificarsi per una causa persa, noi eravamo ignoranti, ma capimmo più velocemente che era meglio cambiare alleati...
Trovo bello riuscire a capire cosa fecero le persone di cui si legge in pubblicazioni tanto vecchie.
Alexandra Brunetti era una bambina quando arrivò in Giappone, lei ci racconta qualcosa di se stessa fino al 1943, al link sotto c'è il proseguo della sua vita:
E qui torniamo alle dolenti note di inizio post... "Gli audaci anfibi dell'Esercito Nipponico"... i marines statunitensi avevano mezzi da sbarco anfibi meccanizzati, questi poveracci andavano con il canotto, ma bisognava cantarne le gesta!
Questa sopra è la didascalia intera alle foto degli audaci anfibi nipponici.
Il punto numero 9 è eccezionale... la nebbia non protegge dalle pallottole, specialmente sei stai sopra un canotto del caxxo!
Veramente patetici tutti i 10 punti.
Ma se i numeri delle battaglie erano tutti in favore delle truppe giapponesi. come hanno fatto ad essere sconfitti? >_<
Articolo sullo yukata.
Ho dovuto fare un po' di copia ed incolla (forse si nota) per far stare lo scritto in due scan, ma comunque non ho omesso nulla.
"Il contributo delle ferrovie all'immancabile v i t t o r i a"
Mi ricorda la potenza di Suning! ^_^
Luglio 43... siamo alla frutta anche con Yamato.
RispondiEliminaFrutta annerita...
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