Nel gennaio del 2017 avevo postato un articolo ospitato sulle pagine di un "Onda TV" del dicembre 1979 che pubblicizzava (fondamentalmente era una marchetta) la console Mesaton. Non sono un esperto di videogiochi, quindi non mi aveva sorpreso scoprire il nome di una console a me sconosciuta, ma il costo... 250 mila lire del dicembre 1979.
Paragonando la rivalutazione (Istat) del costo di quella console ai costi di quelle del gennaio 2017 (data della pubblicazione del post), ero rimasto basito dai 682 euro finali!
In uno dei commenti un lettore (Paolo) mi informava che sulla rivista di bricolage elettronico "Nuova Elettronica" del gennaio 1981 era presente il kit di montaggio della stessa Mesaton.
A febbraio (2021) un altro lettore (Andrea) ha annunciato a breve un video su YouTube con una console Mesaton restaurata, e con quel messaggio mi è tornato in mente il kit su "Nuova Elettronica" che avevo messo da parte.
L'articolo, oltre a mostrare delle immagini più dettagliate di quelle presenti su "Onda TV", spiega il numero di giochi disponibili e li illustra.
Certo, mi pare che il titolo sia un po' esagerato, 1000 videogiochi sono un numero abbastanza mostruoso, ma magari nel conto ci misero anche le versioni a due giocatori e i cambi di velocità. Ai tempi tendevano un pelino ad abbondare sul numero e meno a soffermarsi sulla bellezza del singolo gioco.
Essendo una rivista che proponeva kit di montaggio elettronici, a fine progetto c'erano i costi, e di nuovo sono rimasto abbastanza sorpreso. Erano passati 13 mesi, ed il kit costava ben 240 mila lire, con una "memoria" (i giochi) in più nella dotazione, cioè 544 euro rivalutati ad oggi.
Eppure nel gennaio del 1981 c'erano a disposizione molte altre console del medesimo tipo e, almeno teoricamente, il dover assemblare in proprio il kit, avrebbe dovuto portare qualche risparmio di manodopera.
Nonostante ciò il costo in lire era pressoché identico, cambia solo la rivalutazione in euro per l'effetto inflattivo di quei 13 mesi.
Per avere a disposizione un tal numero di videogiochi era necessario ordinare delle ROM (cioè la memoria esterna), più ROM si ordinavano e più giochi (o varianti di esse) si avevano a disposizione.
Una singola ROM costava 21 mila lire, cioè 47 euro, che è un prezzo anche accettabile, ammesso di capire cosa compravi, e pare che questo aspetto non fosse chiarissimo.
Lo scritto in azzurro merita di essere riportato per intero:
"Sfruttando i microprocessori è possibile realizzare un'infinità di video-games sul tipo di quelli che siamo abituati a vedere in qualsiasi bar, con il vantaggio di poter utilizzare per questo scopo il TV casalingo non importa se in bianco e nero o a colori. La sera quindi, anziché uscire, come facevate finora, con una tasca piena di monetine da 100 lire per andarvene a giocare nel bar, potrete restarvene in casa vostra, seduti davanti al TV e giocare gratuitamente con i vostri amici, per lo più potendo modificare il gioco in qualsiasi momento semplicemente inserendo una diversa ROM sull'apposito zoccolo."
Il testo mi è parso in parte un po' fuorviante, in parte rievoca questioni ormai sopite o non accettate da tutti, vediamo se mi riesce ad analizzare il non espresso ^_^
un'infinità di video-games
Nel Devoto/Oli del 1967 (di mia madre) si possono leggere le seguenti definizioni per "infinità":
"estensione illimitata" o "quantità incredibile". Forse esagerarono un pelino...
sul tipo di quelli che siamo abituati a vedere in qualsiasi bar
No, non erano assolutamente paragonabili ai videogames da bar... né per la qualità grafica né per l'audio e neppure per la manovrabilità del pad rispetto ai pulsanti e alla cloche del cabinato.
se in bianco e nero
Ancora nel gennaio 1981 la redazione si premuniva di specificare che la loro console avrebbe funzionato anche con i televisori in bianco e nero. Segnale che i tv color non erano ancora nella disponibilità di tutti, a differenza di quanto ciò possa essere incredibile.
La sera a giocare nel bar
Chiaramente il target della rivista non erano minorenni, sia perché nessun genitore avrebbe speso 240 mila lire con il dubbio che a montaggio ultimato il marchingegno non funzionasse, sia perché la sera al bar non ci andavamo.
piena di monetine da 100 lire
Non ricordo bene quando l'insert coin passo da 100 a 200 lire, ma fu una bella botta... di colpo potevi fare la metà delle partite... Forse al momento dell'articolo costava ancora 100 lire fare una partita e quindi l'annotazione era corretta. Non ho mai capito perché la moneta da 200 lire pesava meno di una da 100 lire >_<
potrete restarvene in casa vostra
Ah, che bello! Chiusi in casa, tipo lockdown, che considerando il livello di violenza presente nella società di allora (rapine, terrorismo, mafia, droga), non era neppure una cattiva idea.
seduti davanti al TV
Ok, ma se noi ce ne stavamo la sera davanti alla tv a giocare ai videogiochi, cosa avrebbero fatto gli altri componenti della famiglia?
giocare gratuitamente
Oddio... proprio gratuitamente non mi pare... il kit costava 240 mila lire, una partita 100 lire, questo implica che per risparmiare qualcosa uno avrebbe dovuto fare più di 2400 partite al bar. Noi ci giocavamo tanto, ma non credo di essere arrivato a 2400 partite, nel caso sarà successo nell'arco di 5 o 6 anni e dopo un tale arco temporale la console sarebbe stata ormai vetusta.
con i vostri amici
Modalità multiplayer con 20 anni di anticipo ^_^ La sera chi invitava amici a casa?
per lo più potendo modificare
Sempre dal Devoto/oli di cui sopra "per lo più", cioè "nella maggior parte dei casi". Altri dubbi...
Ma chi poteva essere il target della console?
Nel 1981 non credo che un minorenne si potesse cimentare con l'assemblaggio di circuiti stampati, magari un 17enne che faceva una scuola specifica, e solo nel caso di kit economici poteva ricevere i fondi necessari, dubito per una cifra di 240 mila lire.
Quindi si parlava di persone che avevano un reddito, forse uno zio giovane che voleva fare una sorpresa al nipotino.
Da notare che la console prevedeva, per poter variare i giochi, l'inserimento nello zoccolino di un integrato che costava 21000 lire. Questa è una operazione che necessita una certa delicatezza, non che un bambino non la possa fare, ma solo un bambino accorto e calmo, altrimenti saranno 21 mila lire buttate ad ogni cambio di memoria esterna...
Chiaramente sullo chassis esterno non è riportato il nome "Mesaton", fatto anche comprensibile, perché uno avrebbe dovuto sborsare 240 mila lire per un kit di montaggio, col rischio che poi non ti funzionasse, se in commercio esisteva la medesima console di 13 mesi prima magari usata ad un prezzo inferiore?
Dalle scan che riporto ho omesso le spiegazioni tecniche per il montaggio e la saldatura. Per esempio assemblare il pad non era per nulla semplice, la taratura era opinabile e quando si parla di "stadio AF e del modulatore", se assemblato male non avresti mai visto nulla sul televisore.
L'articolo tocca di nuovo, quanto il testo in azzurro, il tasto del risparmio, enfatizzando i problemi relativi alla curva di apprendimento che tutti sperimentavamo (e sperimentiamo) davanti ad un nuovo videogioco (in generale davanti a qualsiasi nuova attività).
Per il resto è uno scritto molto accorto, stuzzica il lettore, facendo assaporare dei vantaggi che realmente non esistevano o erano solo minimali.
Come si può vedere qui sopra riuscire ad assemblare il doppio potenziometro del pad (chiamata cloche) non era per nulla agevole. O meglio, per assemblarlo potevi farlo anche senza problemi, ma effettuando il montaggio non a regola d'arte ti saresti ritrovato on uno smanettino che non si riusciva a manovrare...
E non c'è nulla di più irritante, più di un brutto gioco, di un pad che non risponde a modo ai comandi.
A quanto pare le ROM che i giochi erano scelte a caso, quindi, nell'eventualità di un acquisto in tempi successivi di una nuova ROM, rischiavi di vederti recapitato un doppione a 21 mila lire?
Come si può vedere il meccanismo per l'inserimento della è delicato, e prevedeva anche una levetta per bloccare la ROM e far aderire i contatti al resto dell'Hardware.
Questa parte è tra l'altro ben visibile anche nell'unica immagine dell'articolo su "Onda TV", ma ai tempi, mancando una ben che minima spiegazione tecnica, mica avevo capito che non c'erano le cartucce, sostituite da dei delicatissimi integrati.
Riprendo con lo scritto dell'articolo dal punto in cui, terminata la spiegazione del funzionamento e dell'assemblaggio, si illustravano i mille(!!!9 giochi.
"NOTA!
i kit vengono forniti con due sole ROM che non sono identiche per tutti quindi potreste trovare il gioco del ping pong e il master mind oppure la battaglia navale e il labirinto oppure anche altre combinazioni diverse."
Ergo spendevi 240 mila lire e non potevi neppure sceglierti i tipo di gioco che prediligevi...
A me puzza parecchio una memoria che ha 60 giochi tra Ping pong, tennis, basket, tamburello e muro... mi sa tanto di fregatura ^_^
C'erano 14 RAM, due erano in dotazione all'acquisti della console, ergo avanzavano 12 RAM, che moltiplicate per 21 mila lire, facevano altre 252 mila lire!
Ed erano in preparazione altri giochi, stessa cosa che si può leggere nell'articolo del dicembre 1979 su "Onda TV".
Per quanto mi riguarda i giochi di carte NON sono videogames, non lo sono mai stati e mai lo saranno. Posso piacere o non piacere, ma non sono videogames!
Quindi scarta una RAM...
16 varianti per l'ippica e 24 varianti per il labirinto.
Ma una "variante" può essere considerato un gioco nuovo e diverso?
In questo riquadro veniamo avvisati di due difetti della console: l'audio delle corse fa cacare e la manovrabilità dell'auto è scarsa...
Nelle sale giochi che frequentavo io ai tempi di video game del circo non en ho mai visti, saranno stati parecchio diffusi, ma non dalle mie parti...
Scarto un'altra RAM...
Oh, sembrerò iper critico o smemorato, ma manco i videogame dei cavalli ricordo di aver mai visto...
Via un'altra RAM...
I labirinti illustrati nello scritto, non mi paiono un buon motivo per spenderci ei soldi.
Più appetibili le gare automobilistiche, ammesso che l'auto sia indirizzabile.
Giochi sportivi, aerei in combattimento e battaglie aeronavali avrebbero attirato la mia attenzione.
Di giochi sui cacciatori c'erano molte varianti, mentre mi chiedo il senso di giocare a Master Mind con 24 varianti!!! ^_^
I giochi matematici li avrei scartati a priori, il punto e croce manco considerato... sarei passato subito alle guerre stellari!
Da notare l'accenno ai cartoni animati fantascientifici, ovviamente giapponesi:
"E' questo un gioco che verrà apprezzato particolarmente da tutti quei bambini che passano intere giornate (esagerati!!!) a guardarsi i film di UFO robot".
Se scrivevano Goldrake o Mazinga io oggi avrei apprezzato maggiormente :]
Molto interessante, pur essendo un appassionato di storia videoludica non ne avevo mai sentito parlare. Comunque nonostante tutte le mirabolanti premesse credo che fosse un progetto difficilmente piazzabile, soprattutto considerando che dovevi montarla da solo (oltre il fattore randomico dell'acquisto dei giochi).
RispondiEliminaE poi la console era "vecchia", dall'articolo su Onda TV era passato un anno.
EliminaVisto il costo del kit, era comunque più sicura una Mesaton usata, ma testata.