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lunedì 29 marzo 2021

"I Quindici: i libri del come e del perché" - Volumi 6 e 7 (1968)



Rispetto ai precedenti volumi recensiti, numeri dal 3 al 5, di certo il sesto ed il settimo li leggiuchia  di più e con più piacere, infatti nello sfogliarli ho avuto qualche occasionale flash, non causato da problemi neurologici...
Come già scritto la matrice statunitense emerge spesso, specialmente nel volume n° 7, dove sono viene mostrata della fauna e delle ambientazioni umane. Non si arriva ai livelli da storia alternativa made in Usa dei volumi 4 e 5, ma si nota il tocco americano   ^_^
Ogni tanto, comunque, fanno capolino delle pagine più italiane, come la cartina di Milano e il grattacielo Pirelli, ma sostanzialmente ai tempi un prodotto statunitense era automaticamente considerato adatto ai bambini italiani. 
Ho trovato belle le tavole disegnate delle scene faunesche, paiono molto in stile cartonato di "Big Jim", essendoci l'indice degli autori, ho riportato i loro nomi.
Mi hanno lasciato perplesso alcune affermazioni del volume n° 6, che dovrebbe avere un carattere scientifico, ma magari ai tempi per i bambini preferivano semplificare un po' le cose.
Per il resto devo solo sbrigarmi a recensire tutti e 15 i volumi, così potrò metterli via definitivamente, visto il loro ingombro e peso...   ^_^


domenica 28 marzo 2021

"Gioco per TV a colori" - "Nuova Elettronica" gennaio/febbraio 1979


In un precedente post avevo presentato il kit di montaggio, sempre da "Nuova Elettronica", della console Mesaton:

Il nome "Mesaton" non era citato, ma dallo chassis si capiva che era la medesima console.
Due anni prima la redazione aveva reso disponibile un altro kit di una console, una tipologia più classica, visto che era un simil "Reel":

Chiaramente si poteva rendere disponibile il kit di un videogioco per televisione un paio di anni dopo che questo era uscito sul mercato, non certo in contemporanea, quindi c'era sempre un certo gap tecnologico rispetto ai prodotti presenti sul mercato.
Ancor di più rispetto alla console Mesaton mi chiedo chi fosse il target di questo kit di assemblaggio, visto che i videogiochi nel gennaio 1979 erano un prodotto ben più misterioso per gli adulti rispetto al 1981. Di certo non un bambino delle elementari, viste le difficoltà di taratura elencate nello scritto, probabilmente un padre molto lungimirante o un giovane zio che voleva fare contento il nipotino divertendosi un po' pure lui e forse risparmiando qualche soldino.
Ma si risparmiava comprando questi kit?


Il costo totale del kit ammontava a 40 mila lire, che rivalutate ad oggi fanno 131 euro o 255 mila lire. Consultando il listino prezzi di "Tutto sui mercati" annata 1980 (all'inizio del post) si può leggere che la console "Inno-Hit Ditron GT-66C 6 giochi con pistola per tv a colori" , un po' più avanzata di quella di questo kit, costava 44500 lire (105€) , quindi direi proprio che il kit qui presentato era contemporaneamente vetusto tecnologicamente e pure costoso. Chiaramente c'era il piacere di costruirsi da soli il progetto, e questo ripagava dei costi aggiuntivi, ognuno ha i suoi passatempi  ;)
Purtroppo questo progetto non presenta lo chassis, solo hardware interno, Il "mobiletto metallico" lo si poteva comprare a parte, come riporta l'articolo, ed erano di formato standard. Quindi al prezzo di 40 mila lire andrebbero aggiunti altri soldi per la "scatola".


Dallo scritto ho eliminato le spiegazioni pratiche/tecniche per l'assemblaggio, lasciando la parte che si dilunga nel commentare il progetto. Rispetto all'articolo della console Mesaton questo resta sul tecnico, mentre l'altro tendeva a stuzzicare il lettore con gli infiniti vantaggi, parecchio forzati, di costruirsi una console da soli.

giovedì 25 marzo 2021

Gli episodi di Jeeg su "Telelibertà" dalle pagine del quotidiano "Libertà" (Piacenza) - Dal 9 aprile al 17 giugno 1979 (si, sono più di 46 puntate)


Ringrazio il buon stagionato Massimo Nicora che mi ha dato la possibilità di consultare il quotidiano piacentino "Libertà"   ^_^

"Inizia stasera una appassionante serie di disegni animati per ragazzi che racconta le straordinarie avventure di Jeeg Robot, un ragazzo d'acciaio che vive nel futuro, sempre pronto a difendere l'umanità dalle insidie"

Ok, tranne per il fatto che Hiroshi Shiba era un nostro coevo, abbastanza precisi come riassunto della trama, ho letto ben di peggio in altre pubblicazioni...
Ho cercato informazioni sulla tiratura del quotidiano "Libertà", ma il dato più vecchio risale al 1987, con poco più di 33 mila copie al giorno (se ho capito bene la tabella di Wikipedia). Ipotizzo che nel 1979 la tiratura potesse essere ben maggiore, magari anche il triplo, quindi un quotidiano di una città importante molto concentrato sul locale, ma che trattava regolarmente la politica interna ed anche gli esteri. 
La fortuna (per me) volle che il lungimirante editore della "Libertà" decise di partecipare al pioneristico nascente mondo dell'emittenza privata locale, fondando il canale televisivo "Telelibertà". Come si può leggere al link del sito di Massimo Emanueli il quotidiano e l'emittente erano strettamente collegate (lo si comprende dal nome), collaboravano a livello giornalistico e pubblicitario, inoltre in ogni edizione del quotidiano era presente il palinsesto dell'emittente gemella.
Questa fonte regolare mi ha permesso di tenere traccia di come si sviluppò la programmazione di "Jeeg robot d'acciaio", o meglio, come lo battezzò la redazione, "le avventure spaziali dell'uomo d'acciaio"  ^_^
La prima puntata venne mandata in onda il 9 aprile, mentre in altri luoghi d'Italia la prima puntata di Jeeg risale a marzo:

Ho trovato anche la prima traccia di Jeeg a Milano, ma è a maggio:

Chiaramente tutte queste fonti non danno certezza alcuna che la serie animata non fosse stata trasmessa precedentemente su qualche altra emittente, magari della medesima zona, perché purtroppo quasi sempre sui palinsesti si poteva leggere solo "cartone animato", niente titolo. Ergo tenere traccia delle prime serie trasmesse è assai arduo, non dico poi dei titoli delle puntate, che non venivano comunicate quasi mai alle riviste (o che non venivano pubblicati).
Il valore (non dico l'importanza) testimoniale, invece, del quotidiano "Libertà" è che, proprio in virtù della medesima proprietà, la carta stampata riportava molto fedelmente il palinsesto dell'emittente privata locale, e, nel caso di Jeeg, sempre il titolo della puntata, spesso anche il numero di essa.


Ho riportato su un calendario del periodo il titolo e l'ordine di ogni puntata di Jeeg trasmessa da "Telelibertà" e presentata dal quotidiano "Libertà". Preciso che, come si può vedere più sotto nelle scan dei singoli programmi quotidiani, non sempre il palinsesto presentava la programmazione del primo pomeriggio, quindi l'appuntamento con Jeeg delle 14,00 o delle 16,00 sovente non è mostrato, mentre c'era sempre quello delle ore 19,35. Ho quindi fatto riferimento all'orario preserale, che comunque mostrava sempre il nuovo episodio.
Nei calendari ho inserito esclusivamente il titolo della prima puntata trasmessa, le repliche solo con il numero dell'episodio, in paio di casi c'è un punto interrogativo, perché il quotidiano non era disponibile (forse non uscito per sciopero o festa).
I titoli delle puntate sono nella quasi totalità corretti, fanno eccezione uno stranissimo "Mecadon due pollici" (17esimo episodio) al posto di "Mechadon 2", e il cambiamento della seconda visione dell'ultima puntata.
Per quanto riguarda la numerazione degli episodi in base al titolo proposto, ho trovato (salvo sviste) solo tre errori:
"La sfida di Don", indicato il 17 aprile come nono episodio, pur essendo l'ottavo;
"S.O.S. Big Shooter", indicato il 19 aprile come decimo episodio mentre è il nono;
"L'ultima carica", indicato il 30 maggio come 39esimo episodio mentre è il 38esimo.

Direi che furono parecchio precisi, addirittura eccezionalmente precisi se si pensa che erano i titoli di una serie animata, informazione sempre trattata come una nullità.
C'è poi l'argomento repliche e dipanarsi della serie. 
Qui si entra in un aspetto che afferisce essenzialmente alla memoria personale e all'inesistenza ai tempi di un qualsivoglia apparecchio tecnologico (a prezzi accessibili) che ti permettesse di fruire di un programma tv in un secondo momento.

lunedì 22 marzo 2021

Mazinger Z TV Magazine Perfect Reprint Collection


Probabilmente non sono il fan di animazione giapponese più adatto per recensire questa stupenda ristampa dei numeri della rivista nipponica "TV Magazine" a tema Mazinga Z. In quanto, essendo stato un bambino in età senziente nell'aprile 1978, per me sono degni di nota Goldrake ed il Grande Mazinga, quando la Rete Uno della Rai trasmise Mazinga Z capii subito che qualcosa non tornava, sto robottone manco volava... 
Ho notato negli anni che chi ha la fissa di Mazinga Z, di solito, nell'aprile 1978 era ancora troppo piccolo per apprezzare che stava vedendo "Atlas Ufo Robot", ergo nel gennaio 1980 gli parve una grande novità il vetusto super robot pilotato da Rio/Alcor/Koji.
Non di meno la pubblicazione che presento merita di essere acquistata da qualsiasi appassionati di animazione robotica.
E' un piacere sfogliare ognuna delle pagine, con il rammarico di non poterne capire lo scritto, ma i tanti disegni e le pubblicità dei giocattoli sono fenomenali.
Ho l'ulteriore conferma che gli editori giapponesi trattavano i propri piccoli clienti con il dovuto rispetto, confezionando prodotti di alto livello, a differenza di quelli nostrani che, nella quasi totalità, ci propinavano materiale editoriale veramente scarso...
Le prime 206 pagine sono in carta patinata a colori, il seguito fino a pagina 301 nella classica carta monocromatica (viola e bianco) che si usava negli artbook.
Nel librone è presente un busta in cartoncino, il cui contenuto non ho aperto, dove penso ci siano le carte di Mazinga Z, mostro le scan alla fine del post.
Credo di aver intuito che ci siano le proposte dei piccoli fan nipponici su come far volare Mazinga Z, a cui segue l'annuncio del Jet Scrander, che fa la sua prima comparsa nel film "Mazinga contro Devilman", pubblicizzato nella rivista, come è presente un disegno a doppia pagina di "Mazinga contro il Generale Nero".
Quello, però, che ti colpisce subito sono le doppie pagine a lenzuolo presenti all'inizio, con tutti i mostri meccanici del Dottor Inferno!


Ho cercato di scannerizzare il metro e poco più, ma l'unica alternativa per apprezzarlo veramente è acquistare la pubblicazione.
Avendo io seguito solo saltuariamente Mazinga Z, oltre a sapermi di stantio nel medesimo orario avevo catechismo(...), senza contare che non fu mai terminato (viva il catechismo!), non posso soffermarmi su aspetti singoli, se non per il fatto che gli editori nipponici ebbero una idea strepitosa!


In uno dei due retro dei fogli di cui sopra, c'è questo schema in cui mi apre siano mostrati dove i mostri meccanici fanno la loro apparizione.
Stupendo anche questo!

domenica 21 marzo 2021

"Giappone: una tv che mette ko" - "TV Video" gennaio 1983

La rivista "TV Video" fu tra le prime che si occupò di televisione sia dal punto di vista tecnologico, con articoli informativi sui nuovi apparecchi tv, videoregistratori etc. etc., ma anche sui programmi che venivano trasmessi dalla televisione. In particolare cavalcarono la nuova febbre dei videogiochi, con rubriche presenti ad ogni numero, che oggi si possono senza dubbio considerare videogames vintage.
Ho preferito, però, selezionare un articolo inerente un argomento assai alieno nel 1983, ma anche oggi, cioè i programmi mandati in onda dalle emittenti nipponiche. In realtà di articoli scritto c'è ben poco, il trafiletto qui sotto e le didascalia alle foto, ma in questo caso contano di più le immagini.
Chiaramente l'autore scelse di immortalare programmi più che altro non da bambini, visto che c'è un solo anime, ma comunque le sei pagine (quattro delle quali le ho divise in due per renderle più fruibili) restano curiose. Sapevo che in Giappone la iattura dei programmi culinari erano ben presenti ben prima che la moda arrivasse da noi, e sono presenti pure qui.  Manca il catch, peccato, mentre c'è il sumo e il baseball. Ci sono pure i programmi osé notturni  :]

Edit del 25 marzo:
Nell'aprile del 2019 avevo postato un altro articolo sulle emittenti nipponiche, molto più informativo:

martedì 16 marzo 2021

"Mazinga contro Goldrake versione YouTube" vs "Mazinga contro Goldrake registrazione da Pan TV del 1987": scene differenti


Di solito cerco di alternare un pochino i temi dei post, ma questo va ad integrare quello precedente che comparava una mia registrazione del 1987 del film di montaggio "Mazinga contro Goldrake" trasmessa dall'emittente privata "Pan TV" con la versione originale del DVD Stormovie, il cui titolo mi è stato fatto notare sia un po' prolisso  ^_^

Facendo ricerche sul web riguardo alla versione che registrai su "Pan TV" ho scoperto che ne esiste una seconda che segue il medesimo alternarsi dei mediometraggi Toei (quindi differente dalla versione DVD Stormovie), ma contiene alcune differenze. La pietra di paragone l'ho trovata su un canale YouTube (cartonianimatianni80 channel), senza la quale non mi sarei reso conto delle scene diverse. 
Non pretendo di aver scoperto nulla, e come per il precedente post di certo altri in passato se ne erano già occupati, ma per me resta una novità degna di nota   ^_^
A dire il vero ci sono svariati punti in cui sono presenti differenze, ma spesso si tratta di pochi fotogrammi, mentre in quattro punti ben distinti e per un numero di secondi cospicuo le scene non sono le stesse tra le due versioni ("Pan TV" e "YouTube"). La cosa interessante è che l'audio è sincronizzato, ma cambia ciò che si vede sullo schermo.
Altra caratteristica delle due versioni è che, una volta messe a pari come sincro video ed audio, tendono a sfasarsi da sole, pur vedendo le medesime scene, in altri punti, invece, proseguono all'unisono, con audio perfetto. 
Quindi, per qualche motivo, l'azienda che si occupò del montaggio riassemblò una seconda volta la pellicola, oppure il lavoro venne eseguito da qualche emittente privata?
Purtroppo, essendo la mia una registrazione televisiva, non ho una custodia da cui verificare dati.
Preciso che come timing terrò quello della versione "YouTube" di "cartonianimatianni80 channel", perché parte dall'inizio, mentre la mia registrazione video manca dei primi 5 minuti e 40".
Riparto dall'immagine sopra.
Al minuto 8 e 10 secondi circa (fotogramma n° 1) siamo nella sala in cui Yumi, Sautome, Procton e un generale a caso stanno decidendo come combattere il Dragosauro, quando decidono di formare l'armata di super robot partono alcune scene che enfatizzano il momento. Dal fotogramma numero 2 al numero 5 le scene sono differenti, l'audio è in sincrono (compreso il cacofonico "goldreìk"), tutto torna a pari dal fotogramma n° 6.

Sempre durante il Dragosauro arriva il momento in cui i super robot si schierano sul campo di battaglia, partono le scene dell'uscita dalla varie basi, al minuto 9 e 50 secondi (fotogramma n° 7) ci sono i due Grande Mazinga in volo all'unisono, poi partono le scene differenti (fotogrammi n° 8-9-10-11), che durano per circa 5 secondi. Un'altra differenza riguarda il sottofondo musicale, che presenta, nella versione "YouTube" una vocal jappo di Grendizer, assente nella mia registrazione da "Pan TV". La cosa interessante è che il sonoro del parlato, finché parla Boss, è il medesimo ed è in sincrono, poi parte la scena, inizia la musica, ma i brani non sono gli stessi. Con il fotogramma numero 12 le scene video tornano a pari, ma la vocal di Grendizer nella versione "YouTube" prosegue ancora un po'.

lunedì 15 marzo 2021

"Mazinga contro Goldrake DVD Stormovie" vs "Mazinga contro Goldrake registrazione da Pan TV del 1987": alternarsi delle versioni + qualità video

Premetto che non pretendo di aver scoperto nulla, questo è un argomento già toccato sicuramente in altri lidi e di certo con maggiore precisione filologica  ^_^ 

Lo scopo di questo primo post è più che altro introduttivo ad altri successivi sui film dei robottoni (di montaggio e non) della Toei, e nasce dal ritrovamento di una mia registrazione televisiva del film di montaggio "Mazinga contro Goldrake", che ho scoperto (non lo sapevo) avere un alternarsi dei mediometraggi Toei differente rispetto alla versione DVD della Stormovie. La versione televisiva che mostro venne trasmessa da "Pan TV" (la stessa dove registrai "Gli allegri pirati dell'isola del tesoro") nel 1987 (o 1986), ed è mancante dei primi 3 minuiti e 40 secondi (comprendenti anche il folle incipit della voce narrante...link), che persi nel cercare una VHS, metterla nel videoregistratore ed avviare la registrazione. Quindi questo post vuole evidenziare il montaggio differente, ma vuole anche ribadire il concetto che talvolta le pretese dei fan sulla qualità video di produzioni degli anni 70 sono un po' esagerate, serie tv e film non pensate per supporti quali i DVD o i BR. Il medesimo punto di vista lo avevo espresso nel post sulla VHS di Goldrake della "Pretty Video", in quel caso avevo comparato una VHS originale su un televisore a tubo catodico togliendo il colore al DVD ufficiale, questa volta metterò a confronto una videoregistrazione (a colori) dall'emittente "Pan TV" (nel 1987) sempre alla versione DVD ufficiale. 

Torno alla questione dei due differenti montaggi del film di montaggio "Mazinga contro Goldrake". Come si può vedere sopra la versione del DVD (originale) Stormovie presenta per prima il mediometraggio "Mazinga vs Devilman", poi "Mazinga vs il Generale Nero", segue "Mazinga vs Goldrake", chiude il Dragosauro. Mentre la versione che registrai dalla televisione su "Pan TV" parte con il Dragosauro, poi tocca a "Mazinga contro Goldrake", segue "Mazinga vs Devilman" e il finale lo fa "Mazinga vs il Generale Nero"

Il Dragosauro manca in entrambi i casi delle scene in cui Boss e Tetsuya (con i rispettivi robot) finiscono inghiotti dal mostro marino, scappandone dall'uscita posteriore. In "Mazinga contro Goldrake" la prima volta che compare Actarus viene chiamato "Icarus", e pochi secondi dopo Actarus. "Mazinga vs Devilman" inizia in punti diversi nelle due versioni e per entrambe le versioni Devilman viene ucciso. "Mazinga vs il Generale Nero" inizia anch'esso in punti diversi, inoltre nella versione "Pan TV" c'è un mega taglio ritrovandosi con Mazinga Z davanti al generale Humanus. Chiaramente i quattro mediometraggi sono intervallati da scene prese a caso degli stessi quattro, ma a grandi linee rispettano quattro filoni narrativi lineari, se si può osare tanto... torno sull'argomento più sotto.

Ritorno alla qualità video/audio di quello che guardavamo in televisione.
Se nel 1978 guardavamo Goldrake sulla Rai, quindi un buon segnale, su un apparecchio televisivo di qualità non eccelsa che spesso era in bianco e nero, 10 anni dopo la tv era a colori e migliore tecnologicamente, ma il segnale poteva essere assai disturbato, senza contare che nel riversamento del formato video da pellicola a televisivo (non sono molto pratico in merito) ti tagliavano un 30% delle scene ai lati... e mi pare che le figure siano meno snelle rispetto alla versione DVD.
Rispetto al Goldrake in bianco e nero qui almeno non vedi tutto in scale di grigio, però gli unici due colori che più o meno tornano sono il bianco ed il nero, per tutti gli altri la versione tv pare ricolorata, male   ^_^
Tutto ciò non implica che ci si debba accontentare di versioni DVD modeste, ma pretendere il 4k o altre evoluzioni video qualitativamente migliori mi pare assurdo rispetto a come lo guardavamo da bambini. Perché questi fermi immagine che mostro della trasmissione di "Pan TV" (del 1986/87!!!) è come io vidi gran parte dei robottoni sulle emittenti private locali... Antenna Nord ruotava... Telecity aveva la nebbia perenne... altre tv si vedevano doppie, altre ancora avevano più disturbi assieme.... quelle che si vedevamo stabilmente senza interferenze erano poche, ma contava la serie animata, non la qualità audio/video!

sabato 13 marzo 2021

"L'Impero colpisce ancora - Guerre Stellari n° 2 una saga spaziale in chiave freudiana", di William Donati - "Il Giornale dei Misteri" novembre 1980


Questa testata l'ho scoperta qualche anno fa, ma non avevo ancora avuto la possibilità di sfogliarne un po' di numeri consecutivi, non essendo incline a credere ai temi trattati dalla rivista (parapsicologia, magia, alieni sulla Terra etc etc), l'ho apprezzata per il motivo opposto, tipo la collana "Il mondo dell'occulto"  ^_^
Al suo interno, però, trovavano spazio anche recensioni di film con trame pari ai contenuti della pubblicazione, quindi nel novembre 1980, oltre alla copertina, si poteva leggere un articolo su "Guerre Stellari n° 2".
L'autore, William Donati, scriveva direttamente da Hollywood, e pone anche delle domande a George Lucas, quindi ipotizzo non fosse un inviato de "Il Giornale dei Misteri", ma che lo scritto venne acquistato dalla testata statunitense originaria. 
Ho trovato solo un link di Wikipedia su William Donati, penso sia la medesima persona, ma non ho certezze: https://en.wikipedia.org/wiki/William_Donati

Il brutto dell'articolo consta nella presenza di tonnellate di spoilerate sulla trama, in Italia il film uscì nelle sale il 12 settembre, questo numero è del novembre, nello scritto si legge che il film è uscito alcuni mesi fa, immagino si riferisse alle sale statunitensi.
C'è una analisi della trama dal punto di vista psicologico/psichiatrico, in particolare sui personaggi di Luke, Dart Vader e Leila, ma son tutte cose che mi lasciano perplesso. Per esempio su Leila si afferma che "lei è posseduta completamente dal prototipo mascolino che non le permette di mettere in luce la sua femminilità in maniera forte, effettiva, creativa". Peccato che nel terzo film Lucas ce la fa vedere mezza ignuda e la sua femminilità salta fuori   :]
Donati ci avvisa anche che ci saranno altri sette film, era stato parco.
Chiaramente, essendo un articolo di matrice hollywoodiana, i nomi dei personaggi non sono quelli italianizzati, cosa che avrà creato qualche dubbio nel lettore del novembre 1980.
Leggendo vari articoli scritti in quel periodo sulla saga di Guerre Stellari ho notato che ogni tanto saltava fuori la tematica religiosa, cioè credere nella Forza era come credere in un Dio. Io da bambino non credevo che esistesse la Forza (mi sarebbe piaciuto, ovvio), ed in generale la trilogia non mi ha fatto diventare un osservante di religioni.

Ho inserito il sommario del numero di novembre 1980 per rendere palese i temi trattati dalla rivista. Sia chiaro, del tutto legittimi, ognuno ha il diritto di leggersi quello che vuole.
Quello che annoto è che in quegli anni abbondavano gli avvistamenti di ufo ed alieni, di forme e fattezze diversissime tra di loro, tanto da, una volta scremate le baggianate evidenti, ipotizzare che ci fossero decine e decine di razze aliene che ci vistavano ogni mese. Purtroppo le foto degli ufo erano sempre sfuocate, mosse, prese da distanze siderali. Noi oggi andiamo in giro con una mini regia televisiva in tasca, lo smartphone, che in quegli anni neanche potevano immaginarsi, ma di foto e video sugli ufo e gli alieni non se ne vedono...
Non so, questo mi lascia qualche dubbio sul numero degli avvistamenti pre tecnologia smartphone   ^_^


Già la didascalia alla foto è una mezza spoilerata...
Buona lettura   :]

mercoledì 10 marzo 2021

"Big Jim Crime Detector" - Giochi Mattel (1978)


Come ho già rivelato più volte io ero un mega fan di Big Jim, la Mattel ti permetteva di giocare ovviamente con le "action figure" (non bambolotti!) e i vari play set (tipo lo zaino parlante), ma poi c'era l'album di figurine della Panini, i materiali di cartoleria (link), i cartonati e, infine, molti giochi in scatola:

A dire il vero la presenza di Big Jim sulla confezione era spesso pretestuosa... nel gioco in scatola del giro d'Italia, per altro molto bello, Big Jim non c'è mai...
Oppure Big Jim c'era, giocavi in qualche modo alle sue avventure, ma la dotazione del gioco era assai scarna, come in "SOS Emergenza".
Quindi la Mattel spremeva il povero Big Jim in tutti i modi pur di rifilarci qualche giocattolo, e nel 1978 toccò alla versione modificata di "Lie Detector" ad essere sfruttata.
Cercando su Ebay il gioco in scatola di "Lie Detector" si può notare che è identico a questa, chiaramente ai tempi non lo potevo sapere   ^_^
Secondo me "Indovina chi?" della MB fu copiato da questo genere di giochi.
A differenza degli due giochi in scatola linkati sopra, che avevano amici del cortile, il "Crime Detector" mi arrivò per un Natale (non rammento quale), e fu un po' una delusione, perché non ci voleva giocare nessuno   T_T




Probabilmente vidi la pubblicità su un Topolino, quella sopra era presente nel numero 1168 del 16 aprile 1978.
Secondo me il bambino al centro era troppo piccolo per comprendere appieno le regole e i suoi meccanismi, che mi son sembrasti un po' astrusi anche leggendoli da adulto.
Il bambino era troppo piccolo anche per maneggiare la macchina della verità, che funzionava senza pile (un particolare che non rammentavo), essendo solo un meccanismo. Per esempio la levetta da armare ogni volta per poter valutare se l'affermazione del testimone fosse vera o falsa, mi sembra parecchio delicato.
Big Jim doveva smascherare il perfido Zorak, lo "scienziato folle dalla mente diabolico", cito dall'album della Panini, che non avevo come personaggio, ma che mi affascinava, una specie di Stanislao Moulinski di Nick Carter creato dal duo Bonvi-De Maria (link).



Stante che rileggendo la meccanica di gioco mi son reso conto del perché non piacesse a nessuno in cortile... quello che mi ha colpito è la forte presenza di fumatori tra i personaggi delle carte.
Ultimamente ho notate che su Disney+ è presente l'avviso che in alcuni film è pubblicizzato il tabacco, ai tempi il fumare era parte integrante del gioco!
Sia chiaro, guardavo Lupin III, giocavo a giochi come questi, i miei genitori fumavano, eppure io non ho mai toccato una sigaretta, quindi non è guardando un film che prendi il vizio, però colpisce quanto sia cambiata la sensibilità su certi temi.
Qui abbiamo cinque personaggi che fumano sigarette, due la pipa ed uno il sigaro... i polmoni saranno soddisfatti...

domenica 7 marzo 2021

Il Giappone in guerra - "Storia ieri e oggi" 15/30 novembre 1941 (prima parte)

Ho scovato un'altra pubblicazione pre o appena post seconda guerra mondiale che si occupò quasi completamente del Giappone, viene trattata anche la Cina, specialmente come paese invaso/emancipato(...), e in generale lo scenario asiatico: "Storia di ieri e oggi"
Chiaramente "la storia" distorta dalla lente del ventennio, ma lo è spesso anche da altri punti di vista, solo che in quel periodo non potevi scrivere concetti diversi se non quelli dittatoriali, altrimenti finivi male, forse sarebbe stato più saggio astenersi...
Alla fine, tralasciando "Yamato, mensile italo giapponese", che era incentrato al 100% sul paese del Sol Levante, ed "Asiatica", che si occupava del medio ed estremo Oriente, le altre riviste non avevano come tema il Giappone, lo trattarono con vari speciali, a dimostrazione che nel target non popolano di queste pubblicazioni, l'argomento nipponico aveva un qualche interesse:

La rivista consta di quasi 50 pagine, ho quindi dovuto dividere in due parti (almeno) , ed in questa prima mostrerò solo tre articoli:
"La strada del Giappone" di Silvio Platen
"La guerra russo-giapponese" di Carlo Scarfoglio (spero che il link non riguardi un omonimo)
"Dieci anni di guerra in Cina 1931-1941" di Domenico Bartoli (spero che il link non riguardi un omonimo)
Come per tutte queste pubblicazioni ho avuto il problema di scannerizzare decentemente ogni pagina, purtroppo tra il formato della rivista maggiore della scannerizzazione A4, il carattere piccolo dello scritto e l'impaginazione a dir poco caotica, ho dovuto sminuzzare ogni pagina in più scan.
Si può ben vedere sopra che le quattro colonne presenti in quelle due pagine non solo solo distanti tra di loro, ma di grandezze differenti una dall'altra, pare non esistesse un qualche standard editoriale. Ficcavano lo scritto dove c'era spazio tra una foto e l'altra, immagini di grandezza differente... e tutta la rivista è così   T_T
Quindi ho deciso di fare opera di taglia e cuci per mettere tutto lo scritto di un articolo all'inizio, seguito da tutte le immagini inerenti quell'articolo.
Sfortunatamente, operando in questo modo, delle volte mancano le didascalie di alcune foto, in quanto spesso c'era una singola didascalia per più immagini, ma non ho trovato un modo migliore per rendere fruibile le pagine.
L'alternativa sarebbe lanciare un crowdfunding per l'acquisto di uno scanner formato A3, tanti blogger o gestori du pagine FB lo fanno... 
Ne ho visto uno di ultima generazione da 100 mila euro, non so, io la butto lì   ^_^



Noto che nel denunciare veementemente i trattati diseguali estorti al Giappone Tokugawa da parte dei protervi paesi Occidentali , l'autore pare dimenticarsi l'alleata italica del patto tripartito   :]

1931: inizio del conflitto in Cina.
Un modo gentile di affermare che il Giappone invase la Cina...

La guerra scoppiata l'8 dicembre 1941 contro Usa ed Inghilterra:
Un modo gentile di affermare che il Giappone attacco di sorpresa gli Usa...

L'articolo ripercorre l'espansione industriale della potenza nipponica, prima importò i prodotti occidentali, poi li copiò, quindi li produsse per soddisfare la domanda interna ed infine li esportò verso i paesi da cui prima li importava. E' la storia economica industriale che si ripete da sempre, ne abbiamo beneficiato anche noi.
L'autore ci azzeccò sul fatto che la sconfitta contro gli Usa avrebbe posto fine all'Impero nipponico, inoltre non sottace i punti deboli economici del Giappone e il motivo per cui invase Formosa, Corea, Manciuria e le guerre con Cina e Mongolia, poi la propaganda deve prevalere.

giovedì 4 marzo 2021

TV Sorrisi e Canzoni dal 19 al 25 dicembre 1982 - il film di Lady Oscar su Italia 1; anime sulle tv locali; costi dei videogiochi


Mi sono accorto che dell'anno 1982 avevo postato solo un altro "TV Sorrisi e Canzoni" completo (o quasi), quindi mi son ritrovato a dover scegliere un numero che mi paresse meritorio di essere reso pubblico, e quale se non quello con il film con attori in carne ed ossa di "Lady Oscar"?  ^_^
Dal numero ho tolto un po' di articoli che mi son sembrati superflui, tra cui entrambi quelli sul cinema e l'intervista a Craxi, forse il lungo articolo sulla Cina aveva senso inserirlo, ma le scan erano già tante.
Ho tagliato un articolo sull'obesità, la rivista è piena di pubblicità di dolci, dicasi coerenza  ^_^
E' presente un riquadro con vari suggerimenti per i regali natalizi, con tanto di prezzi, compresi una serie di videogiochi.
Alla fine del 1982 gli anime erano ancora ben presenti, specialmente sulle emittenti locali, avevamo passato il periodo del boom del 1979 e 1980, ma ancora i cartoni animati giapponesi erano parte integrante dei palinsesti. Certo, ormai erano molto spesso delle repliche, repliche delle repliche delle repliche. Ho quindi fatto un collage di tutte le serie visibili nella settimana, inserendo anche i telefilm giapponesi, arrivando ad una trentina di serie, non poche. Ci sono anche due lungometraggi animati, uno dei quali resta un capolavoro assoluto, ma un po' ostico per un bambino.

Ricordo abbastanza bene, per quel che è possibile a distanza di quasi quattro decenni(...), l'attesa per vedere Lady Oscar dal vivo in quella sera natalizia del 1982, alla luce lampeggiante dell'albero di Natale. 
Il film si rivelò una cocente delusione, se non per quella singola scena in cui l'eroina franco-nipponica mostra le sue beltà   ^_^
A posteriori era facile immaginare che mai nessun film dal vivo avrebbe potuto corrispondere alle aspettative di un fan della serie animata, come le fan più accanite del manga in Giappone restarono deluse dall'anime.
Ai tempi, inoltre, nessuno sapeva che questo film era stato girato prima dell'anime, non c'erano notizie, nulla si sapeva se non quello riportato dalla sinossi e dai dati del film:
"Lady Oscar, di Jacques Demy (Francia-Giappone, 81) con Catriona Maccoll

Dopo aver trionfato in tutto il mondo come cartone animato, Lady Oscar, la guardia del corpo della regina Maria Antonietta, diventa una spadaccina in carne e ossa che vedremo coinvolta anche nella Rivoluzione francese. A far vivere Lady Oscar è Catriona Maccoll. IL film è una coproduzione franco-giapponese."

Era errato l'anno, non il 1981 ma il 1979... 
Ho qualche dubbio sul fatto che l'anime avesse avuto un successo planetario, più che altro non capisco da dove presero la notizia, visto che cannavano pure l'anno di produzione.
Mi sorge il dubbio che il film lo postdatarono di proposito per illudere i giovani fan (tra cui il sottoscritto) che fosse stato girato dopo.
Nel giugno 2014 ho postato l'opuscolo giapponese del film, con annessa mini recensione per immagini del lungometraggio, ben si coniuga con questo post:

Preciso che quando ho scritto la rece del link il manga non l'avevo ancora letto, ho colmato la grave lacuna solo successivamente, ed una volta letto non riuscivo ad abituarmi a certe situazioni narrate, proprio perché il mio imprinting di Lady Oscar lo avevo avuto dall'anime.
Quindi per me il film è immondo, mentre il manga è bello, ma con delle caratterizzazione dei personaggi a cui è difficile abituarmi.
La sinossi è corretta, il titolo sappiamo che fu una invenzione del primo distributore italiano nel 1969 e che è rimasta incollata al film fino ad oggi, l'anno è quasi giusto (sarebbe il 1969), ma quello che colpisce sono gli autori.
"La grande avventura del piccolo principe Valiant" di Vasuo Othsuka, con Kazuo Fukasawa"

Il povero Isao Takahata manco è citato... 
Immagino che Vasuo Othsuka fosse Yasuo Otsuka, e Kazuo Fukasawa dovesse essere Kazuo Fukazawa (da Wikipedia), il web non esisteva, libri zero, ci si affidava ad altre pubblicazioni, in questo caso direi a "Segnalazioni Cinematografiche", che riporta i medesimi nomi:

Piccolo ricordo personale, ma me inquietava il canto di Hilda...

mercoledì 3 marzo 2021

"Quella elaboratissima stupidità", di Alberto Abruzzese - Rinascita 26 gennaio 1979


In un precedente post dell'Emeroteca Anime ho inserito 12 articoli sui cartoni animati giapponesi scritti in quasi tre anni dalla pubblicazione democristiana "la Discussione":

Per par condicio ho voluto dare un'occhiata a "Rinascita", la controparte comunista, se "la Discussione" era stata fondata da Alcide De Gasperi, "Rinascita" aveva come padre Palmiro Togliatti.
Di "Rinascita" ho le annate 1979 e 1980, mentre de "la Discussione" ha una quantità maggiore di numeri, comunque i trinariciuti diedero poco spazio ai cartoni animati giapponesi, se non quello stra famoso in cui Gianni Rodari, tra i pochi, prese la difesa di Goldrake e soci:

Quindi da una parte abbiamo i democristiani, che attenzionavamo molto i programmi televisivi in generale, tra cui quelli dedicati ai bambini, dall'altra "Rinascita", che trattava anch'essa l'argomento, ma meno attentamente.
Nel gennaio 1979, in pieno boom per la trasmissione della seconda parte di Goldrake, le polemiche facevano capolino, ho cercato di fare il punto della situazione di quel mese in questo post:

Il 26 gennaio su "Rinascita" si può leggere un articolo di una persona non a digiuno di fumetti, Alberto Abruzzese, lo scritto ha in realtà come soggetto ed obiettivo "Happy Days", ma qualche accenno a Goldrake non poteva mancare   ^_^
Intanto non posso altro che concordare con lo studioso riguardo al suo dubbio se fosse possibile cambiare il paese tramite il voto con una massa elettorale che sbavava dietro ad "Happy Days"... per lo meno noi con Goldrake avevamo la scusante di essere minorenni e non abili alle urne  :]
Ma veramente si poteva accumunare Fonzie ed Actarus come programmi ugualmente "stupidi"?
Chiaramente io sono di parte, ma il nesso non lo vedevo allora, dato che detestavo "Happy Days" e non lo vedo neppure oggi...
La sit-com statunitense era tutta falsa, raccontava una America non più presente e penso in maniera neppure corretta, vista da una nazione che in quella società degli anni 50 non aveva mai vissuto, quindi era mendace sotto una moltitudine di aspetti.
Il cartone animato giapponese raccontava una storia immaginaria in un contesto reale, quindi non voleva ingannare il piccolo telespettatore, ma al suo interno c'era molta più verità che nel telefilm trasmesso dalla Rete Uno della Rai.
La bufala dei cartoni animati giapponesi era tanto assurda quanto sedimentata in gran parte delle persone che scrivevano su quotidiani e riviste varie, anche tra coloro che oltre ad avere qualche nozione di fumetti non erano pregiudizialmente contro gli anime:
"Dunque una trasmissione (cioè Happy Days) dalla calcolatissima, programmata, elaboratissima stupidità: appunto come si dice di un elaboratore che è una macchina stupida (e non è forse ancora un calcolatore a disegnare Goldrake?)"

No, non era un calcolatore a disegnare Goldrake, ergo non era stupido, mentre Fonzie si    ^_^ 



Goldrake non era un prodotto "tecnologicamente sofisticato", era fatto a mano   ^_^
Poi mostrava tecnologie sofisticate, ma erano inventate, lo giuro!  :]
Per il resto concordo su quasi tutte le critiche al bulletto con il giubbotto in pelle nera, non Renzi...

martedì 2 marzo 2021

Panini, storia di una famiglia e di tante figurine


TITOLO: Panini, storia di una famiglia e di tante figurine
AUTORE: Leo Turrini
CASA EDITRICE: Minerva
PAGINE: 320
COSTO: 18 €
ANNO: 2020
FORMATO: 22 cm X 15 cm
REPERIBILITA': on line 
CODICE ISBN: 9788833242736


Questo libro mi è stato sottoposto dal buon vetusto (non scrivo "vecchio" perché si prende male) Massimo Nicora, che ringrazio  ^_^
Siamo tutti stati da piccoli grandi appiccicatori di figurine e su questo blog ne ho recensiti molti di album della famiglia Panini (link), quindi mi è sembrato anche il caso di sapere qualcosa di più di queste persone che allietarono (ed allietano tutt'ora) la mia fanciullezza con le loro figu.
Lo scritto merita l'acquisto, scorre via veloce, interessante e coinvolgente, in alcuni frangenti forse anche un po' commovente. 
Speravo di trovarvi anche altre informazioni, ma chiaramente qui entriamo nel campo generazionale, l'autore ha una decina di anni in più di me, quindi nulla scrive dei cartoni animati giapponesi (c'è solo una pagina con le foto degli album di Candy Candy e Heidi).
Inoltre, essendo lui un giornalista sportivo che segue anche la pallavolo, si sofferma parecchio sulla parte inerente il club di volley della Panini Modena, che è comunque un argomento che meritava di essere sviscerato. 
Speravo in qualche dettaglio maggiore sul ciclo produttivo della fabbrica di figurine, ma il tema principale del libro sono le singole persone (e la famiglia).
Nel libro ci sono molte foto d'epoca, anche dello stabilimento, ma chi volesse vedere altro materiale di questo genere butti un occhio a questa chicca che ho scovato alcuni anni fa, ma più vista in nessuna feria o sul web:
 
Ogni capitolo si concentra, con vari aneddoti personali, su un esponente della famiglia oppure su un accadimento che ha cambiato la loro vita.
Si parte con i genitori, Antonio Panini e Olga, per poi raccontare le singole figure di ogni fratello (Giuseppe, Benito, Umberto, Franco), le sorelle sono un po' lasciate in secondo piano, a parte Edda, l'ultima degli otto figli a mancare nel 2018.
Conoscevo alcuni stralci di questo racconto di famiglia, ma molto limitati. 
Sapevo dell'edicola acquistata dalla madre già vedeva, ma non conoscevo il contesto in cui quella decisione tanto coraggiosa venne fatta.
Sapevo che Umberto partì per il Venezuela e quando tornò fu lui ad inventare, grazie al suo genio meccanico, la "Fifimatic".
Ovviamente sapevo che il club della Panini Modena era dei Panini, ma non sapevo i particolari di questo amore sportivo.
Essendo un libro incentrato sulla storia dei fratelli Panini (e della madre) il racconto industriale termina con la vendita dell'azienda alla Maxwell, non ci sono i successivi passaggi di proprietà.
Tra i tanti aneddoti mi ha colpito quello dell'inverno 1963 sulla polemica riportata da "La Stampa" contro le figurine a scuola. In pratica sul quotidiano torinese veniva riportato che il preside di una scuola piemontese aveva vietato agli alunni di portare le figurine in classe, distraevano troppo. Purtroppo non sono riuscito a trovare l'articolo incriminato (sarebbe stato bello avere una data più precisa...), ma il fatto dimostra, se era necessario farlo, che in qualsiasi periodo c'era sempre qualche adulto aveva da ridire sui passatempi dei bambini. Tra l'altro da questa protesta scolastica nacque l'idea dei panini di fare un album non sui calciatori, il primo di tanti fu quello "Bandiere da tutto il mondo".
Molto spazio, era d'obbligo, agli album dei calciatori, in particolare sono raccontate le difficoltà iniziali di organizzazione per creare un prodotto di questo tipo.
E' raccontato il successo dell'album sullo sceneggiato di Pinocchio nel 1972 (il primo album di questo genere), che poi proseguì con Sandokan e tanti altri film (Guerre Stellari!) e telefilm, purtroppo i cartoni animati giapponesi, come accennavo sopra, non sono mai citati, peccato.
C'è un capitolo sull'espansione all'estero della Panini, che le permise di diventare leader nel mondo per quanto riguarda le figurine. 


Zico resta un mito, anche se tifavi per un'altra squadra, ma quando leggo che diede la precedenza allo stabilimento della Panini rispetto a quello della Ferrari, non posso altro che inchinarmi   ^_^

lunedì 1 marzo 2021

Catalogo GiocaDag 1981 - parte 3


Terza ed ultima parte del catalogo Dag 1981:

Oltre ad essere l'ultima è la meno interessante dal mio punto di vista di maschietto, a parte Big Jim (che non è un bambolotto!!!), i fortini (tra i quali quello che avevo io) e le armi giocattolo, è tutta declinata al femminile, ergo più di tanto non posso commentare.
Annoto che nel 1981 alla mefitica Barbie venivano assegnate tre pagine, mentre a Big Jim una sola, si vede che era già sul viale del tramonto, però venivano concesse quattro pagine alla simil Barbie dal nome Pitti.
Tra i tanti bambolotti per le femminucce spiccano, alla mia vista, "Cicciobello Bimbo Giallo " e "Cicciobello Angelo Negro"... poi una finisce per votare da adulta per il verdastro strafogatore seriale a sbafo pubblico...
Non mancano articoli derivati dagli anime, come il set di Candy Candy della Polistil e la bambola di Charlotte.
Le armi giocattolo, vendute nel periodo più violento della storia dell'Italia democratica, sono l'esempio che alla fine nessuno di noi divenne un killer, quindi tutte le disquisizione sull'opportunità educativa di vendere tali articoli furono, seppur legittime, preoccupazioni del tutto infondate.
Tra le armi giocattolo della Edison, la linea della "TH3", di cui non ebbi mai un esemplare, erano veramente bellissime, molto avanti come idea.
L'ultima pagina del catalogo riporta il bambolotto di Winnetou, ricordo ancora con somma antipatia le tante pubblicità che venivano mandate in onda per spingere all'acquisto le mie coetanee.

Spero che qualcuno, ma soprattutto, qualcunA, possa rivedere qualche articolo a cui era affezionata  :]